Guerriglia Marketing: differenze tra le versioni

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Revisione 19:12, 20 Apr 2009

Genere o movimento artistico:

Guerriglia Marketing

Personaggi o Gruppi:

Natella Andrea

Luogo:

Italia

Storia:

Guerriglia marketing (dall'inglese Guerrilla Marketing) è una definizione coniata dal pubblicitario statunitense Jay Conrad Levinson nel 1984 nel suo libro omonimo. per indicare una forma di promozione pubblicitaria non convenzionale e a basso budget ottenuta attraverso l'utilizzo creativo di mezzi e strumenti aggressivi che fanno leva sull'immaginario e sui meccanismi psicologici degli utenti finali. L'uso forzato ed eccessivamente frequente ha portato ad un certo decadimento dell'efficacia.

Il gruppo «Guerriglia Marketing» nasce dall’incontro di professionisti della comunicazione che hanno maturato una lunga esperienza sia nei circuiti alternativi e underground delle controculture comunicative (Cyberpunk, Rave Party, Luther Blissett Project, Indymedia) che in diversi comparti dell’industria culturale (carta stampata, tv e new-media). Queste esperienze hanno permesso loro di elaborare un insieme di pratiche creative di intervento sulla comunicazione attraverso l'uso del detournament, del falso, dell'improbabile e dell’assurdo. La loro attività non è semplicemente quella di essere un’agenzia di comunicazione, ma, coerentemente con la loro filosofia, le loro campagne hanno lo scopo di sviluppare una nuova cultura della comunicazione. Le loro tattiche di comunicazione prevedono creazione di eventi improbabili, paradossali, azioni da eseguire nottetempo talvolta ai limiti della legalità. Il loro obiettivo è il sistema dell’informazione, essi cercano di creare una notizia in grado di ottenere il più possibile la massima visibilità e a fare in modo che i consumatori della notizia siano portati a diffonderla ulteriormente. Si tratta di operazioni che evidentemente non si adattano a tutte le tipologie di business, è una modalità di fare comunicazione più adatta ad un lancio promozionale che a strategie di consolidamento, più appropriato all’economia immateriale che a quella tradizionale. «guerrigliamarketing.it» è stata l’unica realtà europea ad essere invitata a The Influencers, il Festival Internazionale di cultural jamming, tecnologia modificata e intrattenimento radicale che si è tenuto nell’aprile del 2004 al Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona.


Dal giugno 2003 guerrigliamarketing.it cura la rubrica Brand Bloc sulla rivista mensile Next Exit.

Poetica:

Tratto dal concept di Guerriglia Marketing: - è un insieme di tecniche di comunicazione non convenzionale che consente di ottenere il massimo della visibilità con il minimo degli investimenti; - concorre allo sviluppo delle strategie di mercato attraverso la messa in scena di pseudo-eventi concepiti in integrazione all'immagine dell'aziendasfrutta il bisogno di novità dei mezzi comunicazione e la permeabilità dei suoi meccanismi per promuovere idee, marchi o prodotti; - programma e inocula nel sistema media virus memetici in grado di autoreplicarsi nelle menti dei consumatori - è un processo di dissipazione della fiducia che il consumatore ancora ripone nell'economia nel suo complesso a vantaggio del successo delle imprese. La loro esperienza insegna che se un piccolo gruppo culturale vuole riuscire a diffondere un’opinione scomoda o minoritaria, senza avere un budget da investire, deve trovare delle strade alternative. Deve inventare un modo nuovo di raccontare, fare in modo di superare i pregiudizi ed attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle proprie tematiche. E per fare ciò, essi dicono, bisogna muoversi come un «guerrigliero»: tendere imboscate, creare trappole, costruire un falso evento, un’azione, una notizia che la stampa non può esimersi dal trattare per il suo carattere di interesse, curiosità, novità. Come già detto, questo tipo di marketing «sensazionalista» nasce dalla necessità di ottenere il miglior risultato col minor sforzo economico, bisogno generalmente comune alle piccole imprese. Infatti, sono state proprio le piccole imprese, quelle che generalmente non dispongono di grossi budget finanziari, che sono in fase di start-up o di rilancio, che hanno bisogno di visibilità e di diffondere un’immagine dinamica, ad essersi rivolti a loro chiedendogli di reinvestire le competenze maturate nelle attività underground in obiettivi decisamente orientati al mercato. Il Marketing di Guerriglia conosce i meccanismi mimetici di diffusione delle informazioni e il ruolo centrale che in questo processo ancora giocano i mezzi di comunicazione tradizionali, e ne tiene conto nella costruzione delle notizie. In questo senso Internet rappresenta una buona sponda dietro cui nascondere un prodotto, oppure come punto di partenza per diffondere una notizia. Se si sfruttano unicamente i meccanismi orizzontali della comunicazione e si aspetta che i reticoli delle relazioni sociali facciano il loro lavoro per noi, le risorse da investire diventano ingenti oppure bisogna rassegnarsi a tempi molto lunghi per raggiungere gli obiettivi. Per questo hanno lavorato spesso con i finti scoop, costruiti appositamente per i media, in grado di riverberarsi nelle reti sociali assieme alla loro comunicazione commerciale. Si tratta di una concezione molto pragmatica che funziona come un cavallo di Troia nei meccanismi di produzione dell’informazione: in un sistema sociale in cui la produzione della realtà avviene ancora in gran parte in modo gerarchico, sono ancora i media di massa a definire il successo di un marchio o di un prodotto. Inoltre, l’espansione e lo sviluppo dei linguaggi della pubblicità hanno fatto sì che tattiche, strategie e forme culturali della controcultura siano state saccheggiate e svuotate dei loro significati più rivoluzionari con l’unico obbiettivo di alimentare le campagne di grandi multinazionali del branding. In particolare, l’utilizzo a scopi commerciali delle forme della contestazione giovanile e degli ideali di rivoluzione, hanno sì alimentato il mito della protesta e della ribellione, ma con l’opposto risultato di inflazionarne ed indebolirne ogni forma di critica al sistema. Tuttavia, se non si ha il budget per accedere direttamente a quel sistema, si può provare con un buon hack. Da questo punto di vista, Internet rappresenta un utile sponda, un occasione di approfondimento e di contatto diretto tra business e customer, un’occasione per ricreare la verità che si cela dietro la notizia confezionata artificialmente, ma non può essere un punto di forza. Si tratta di operazioni che evidentemente non si adattano a tutti le tipologie di business: una modalità di fare comunicazione più adatta ad un lancio che a strategie di consolidamento, più appropriato all’economia immateriale che a quella tradizionale, più ad aziende che hanno già inscritto nel proprio dna l’eccesso e il rischio. Un marketing rischioso da gestire con la stessa attenzione e passione di una fanzine underground.

Opere:

Il 6 Novembre 2004 a Roma come forma di protesta contro la precarietà, alcune centinaia di giovani, per lo più appartenenti alle aree antagoniste, entrano in massa in diversi supermercati e librerie al grido di “Questa è una spesa proletaria�?, portando vie merci senza pagarle. L'elevato numero di partecipanti rende impossibile ogni forma di controllo da parte delle forze dell'ordine, ed una volta fuori ridistribuiscono la spesa sociale ai passanti. L'evento diventa immediatamente notizia e rimbalza su tutti i media che vedono nelle azioni del precariato sociale un ritorno agli espropri proletari del 1977. Circa un mese dopo, dopo un periodo di intenso quanto superficiale dibattito mediatico sulla controversa vicenda della spesa proletaria, Guerrilla Marketing lancia il suo nuovo servizio: espropriproletari.com. EspropriProletari.com «è un servizio rivoluzionario in grado di garantire la visibilità del vostro marchio o della vostra insegna su tutta la stampa nazionale», rivolto «alle catene della grande distribuzione, agli ipermercati, alle imprese della ristorazione, alle aziende di trasporto, ai piccoli retailer». Come funziona? «Un gruppo di operatori specializzato è inviato sul punto vendita per sottrarre merci nell'ambito di un'azione eclatante di sicuro impatto, un'occasione unica per associare la desiderabilità estrema per i vostri prodotti in una campagna nazionale sulle principali testate giornalistiche»2. Il servizio offerto da guerrilla marketing è un vero e proprio cortocircuito nel sistema.: suddivisa in vari pacchetti commerciali, l'offerta prevede una percentuale sulle spese di produzione più il costo della merce rubata, il tutto siglato in un contratto firmato dalle parti con una clausola di tutela che previene ogni forma di ritorsione legale contro l'agenzia fornitrice del servizio.

Mentre in molte azioni di attivismo telematico (plagio di siti, Defacement, détournement etc.) l'effetto straniante solleva dubbi e riflessioni nei confronti dell'immaginario collettivo dominante, qua lo straniamento sembra mettere sotto accusa l'innocenza e la genuinità della protesta spettacolarizzata dai sistemi di informazione. L'obbiettivo, al solito, è la credibilità dei network televisivi che subordinati alle logiche del profitto sono incapaci di contenere e veicolare forme e contenuti di critica radicale al sistema.


Correlazioni:

Bibliografia:

Jay Conrad Levinson, Paul R. J. Hanley, Guerrilla marketing. Mente, persuasione, mercato, Castelvecchi Editore, 2007, ISBN 8876152067

Webliografia: