Hacker art: differenze tra le versioni

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L’origine del termine ''hacker art'' va ricondotto alla nascita dell’etica hacker all’interno dei laboratori del MIT di Boston verso la fine degli anni Cinquanta e a quell’idea di creatività abbinata agli studi sulle tecnologie informatiche e telematiche descritte da Steven Levy nel libro “Hacker del 1984.
 
L’origine del termine ''hacker art'' va ricondotto alla nascita dell’etica hacker all’interno dei laboratori del MIT di Boston verso la fine degli anni Cinquanta e a quell’idea di creatività abbinata agli studi sulle tecnologie informatiche e telematiche descritte da Steven Levy nel libro “Hacker del 1984.
  
Il significato del termine hacker art, così definito da Tommaso Tozzi nel 1989, vuole unire le istanze dell’etica hacker con le azioni di un’area dell’arte, della ricerca, dei movimenti sociali ed underground e di molti altri settori della sfera sociale per cui arte può significare il partecipare alla trasformazione dei processi sociali e culturali con l’obiettivo di favorire la cooperazione, la nascita di nuove forme della conoscenza e la condivisione decentrata del sapere. Hacker art è qualsiasi sistema fluttuante da cui emergono pratiche di interferenza finalizzate a garantire l’uguaglianza e la fratellanza tra i popoli, la creatività, la libera espressione individuale e collettiva e la difesa dei diritti costituzionali
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Il significato del termine hacker art, così definito da Tommaso Tozzi nel 1989, vuole unire le istanze dell’etica hacker con le azioni di un’area dell’arte, della ricerca, dei movimenti sociali ed underground e di molti altri settori della sfera sociale per cui arte può significare il partecipare alla trasformazione dei processi sociali e culturali con l’obiettivo di favorire la cooperazione, la nascita di nuove forme della conoscenza e la condivisione decentrata del sapere. Hacker art è qualsiasi sistema fluttuante da cui emergono pratiche di interferenza finalizzate a garantire l’uguaglianza e la fratellanza tra i popoli, la creatività, la libera espressione individuale e collettiva e la difesa dei diritti costituzionali.
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T. Tozzi utilizza il termine Hacker art all'interno di alcune opere d'arte e lo teorizza ad agosto nel libretto Happening/Interattivi sottosoglia, che distribuisce durante le mostre nelle gallerie ufficiali, così come all'interno dei circuiti alternativi. Nell'estate realizza un'immagine con una grande scritta Hacker Art che verrà pubblicata l'anno successivo nell'antologia Cyberpunk edita dalla Shake Edizioni e che verrà pubblicata in seguito su quotidiani, libri e riviste varie. Nel testo Happening/Interattivi sottosoglia si legge: "...ritengo una prima condizione necessaria, ma non sufficiente, per poter un atto essere opera d'arte, come il fatto che non possa essere riconosciuta come tale (...) Happening e interattivi poiché quello era il problema principale dell'happening, la partecipazione del pubblico all'evolversi dell' azione. Non un oggetto d'arte, ma un'interazione tra cose e individui. Interattivi come sembra iniziare a essere la prevalenza dei sistemi di informazione attuali; dunque nella "normalità" della pratica interattiva quotidiana, nell'anonimità della norma, si può mascherare la propria azione interattiva. (...) Sottosoglia perche devono agire come virus, virus in un dischetto del computer. Bisogna fare arte come la fanno gli hackers (...). Bisogna, come da sempre, lavorare negli interstizi che il sistema lascia aperti e incontrollati"
  
 
In tale ottica arte diventa il '''partecipare alla trasformazione dei processi sociali e culturali''' con l’obiettivo di favorire la '''cooperazione''', la nascita di '''nuove forme della conoscenza''' e la '''condivisione decentrata del sapere''', così come lo sviluppo di forme, luoghi e '''nuove tecnologie alternative''' finalizzate al miglioramento e all'evoluzione dell'umanità. Caratteristiche sono il '''rifiuto dell’autorialità''', la '''decostruzione''' dei fondamenti culturali su cui si regge ogni ordinamento autoritario e totalitario del sapere, la costruzione di '''relazioni orizzontali''', la '''coevoluzione mutuale''' e il '''no-profit'''.
 
In tale ottica arte diventa il '''partecipare alla trasformazione dei processi sociali e culturali''' con l’obiettivo di favorire la '''cooperazione''', la nascita di '''nuove forme della conoscenza''' e la '''condivisione decentrata del sapere''', così come lo sviluppo di forme, luoghi e '''nuove tecnologie alternative''' finalizzate al miglioramento e all'evoluzione dell'umanità. Caratteristiche sono il '''rifiuto dell’autorialità''', la '''decostruzione''' dei fondamenti culturali su cui si regge ogni ordinamento autoritario e totalitario del sapere, la costruzione di '''relazioni orizzontali''', la '''coevoluzione mutuale''' e il '''no-profit'''.

Revisione 02:21, 30 Giu 2010

Genere o movimento artistico:

Hacker art

Personaggi o Gruppi:

AHA Bazzichelli Tatiana Bucalossi Federico Critical Art Ensemble Dominguez Ricardo Electronic Disturbance Theatre Ferry Byte Galluzzi Francesco Hacker Kulture Hacker art BBS Hacker art.org Levy Steven Lobo Maltinti Carla Parrini Claudio Sansavini Stefano Scarlini Luca Sollfrank Cornelia Storai Francesca Strano network Tozzi Tommaso Virtual Town TV Wikiartpedia

Luogo:

Storia:

1989

Poetica:

L’origine del termine hacker art va ricondotto alla nascita dell’etica hacker all’interno dei laboratori del MIT di Boston verso la fine degli anni Cinquanta e a quell’idea di creatività abbinata agli studi sulle tecnologie informatiche e telematiche descritte da Steven Levy nel libro “Hacker del 1984.

Il significato del termine hacker art, così definito da Tommaso Tozzi nel 1989, vuole unire le istanze dell’etica hacker con le azioni di un’area dell’arte, della ricerca, dei movimenti sociali ed underground e di molti altri settori della sfera sociale per cui arte può significare il partecipare alla trasformazione dei processi sociali e culturali con l’obiettivo di favorire la cooperazione, la nascita di nuove forme della conoscenza e la condivisione decentrata del sapere. Hacker art è qualsiasi sistema fluttuante da cui emergono pratiche di interferenza finalizzate a garantire l’uguaglianza e la fratellanza tra i popoli, la creatività, la libera espressione individuale e collettiva e la difesa dei diritti costituzionali. T. Tozzi utilizza il termine Hacker art all'interno di alcune opere d'arte e lo teorizza ad agosto nel libretto Happening/Interattivi sottosoglia, che distribuisce durante le mostre nelle gallerie ufficiali, così come all'interno dei circuiti alternativi. Nell'estate realizza un'immagine con una grande scritta Hacker Art che verrà pubblicata l'anno successivo nell'antologia Cyberpunk edita dalla Shake Edizioni e che verrà pubblicata in seguito su quotidiani, libri e riviste varie. Nel testo Happening/Interattivi sottosoglia si legge: "...ritengo una prima condizione necessaria, ma non sufficiente, per poter un atto essere opera d'arte, come il fatto che non possa essere riconosciuta come tale (...) Happening e interattivi poiché quello era il problema principale dell'happening, la partecipazione del pubblico all'evolversi dell' azione. Non un oggetto d'arte, ma un'interazione tra cose e individui. Interattivi come sembra iniziare a essere la prevalenza dei sistemi di informazione attuali; dunque nella "normalità" della pratica interattiva quotidiana, nell'anonimità della norma, si può mascherare la propria azione interattiva. (...) Sottosoglia perche devono agire come virus, virus in un dischetto del computer. Bisogna fare arte come la fanno gli hackers (...). Bisogna, come da sempre, lavorare negli interstizi che il sistema lascia aperti e incontrollati"

In tale ottica arte diventa il partecipare alla trasformazione dei processi sociali e culturali con l’obiettivo di favorire la cooperazione, la nascita di nuove forme della conoscenza e la condivisione decentrata del sapere, così come lo sviluppo di forme, luoghi e nuove tecnologie alternative finalizzate al miglioramento e all'evoluzione dell'umanità. Caratteristiche sono il rifiuto dell’autorialità, la decostruzione dei fondamenti culturali su cui si regge ogni ordinamento autoritario e totalitario del sapere, la costruzione di relazioni orizzontali, la coevoluzione mutuale e il no-profit.

Hacker art non è la produzione di oggetti vendibili. Si estende oltre i limiti di un oggetto per coprire lo spazio di tutti i corpi e cose che partecipano nel tempo alla sua costruzione. È un sistema aperto, molteplice, anonimo, decentrato e in divenire.

Hacker art non è un genere, ma un’attitudine di disobbedienza culturale con origini millenarie. L’hacker art non si trova solo nei musei o nelle gallerie d’arte, ma anche in ogni spazio della vita. È qualsiasi sistema fluttuante (o TAZ) da cui emergono pratiche di interferenza finalizzate a garantire l’uguaglianza e la fratellanza tra i popoli, la creatività e la libera espressione individuale e collettiva, la difesa dei diritti costituzionali, quali, tra gli altri, il diritto alla comunicazione e alla privacy, promuovendo un'etica del rispetto tra gli individui.

(Tommaso Tozzi)

Tratto da: Tommaso Tozzi, Hacker art, in Di Corinto Arturo (a cura di), Revolution OS, Apogeo, Milano, 2003

Opere:

Correlazioni:

Bibliografia:

Webliografia: