Happening e fluxus

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Happening e Fluxus

Artisti principali: Cage, Maciunas, Kaprow

Anno di nascita: Black Mountain 1952

Luogo dove si sviluppa:Usa, Europa, Giappone.


Breve profilo Storico

A Cage viene attribuita l’ideazione del primo Happening con l’evento “Theatre Piece No.1‿ del 1952 al Black Mountain College. Da allora folte schiere di artisti, entro variegate tendenze tutte raggruppabili sotto l’egida del teatro si sono adoperate per avvalorare le sue parole. Nel corso degli anni ‘60 e ‘70 si è così assistito allo sviluppo delle seguenti tendenze performative interdisciplinari, tracciate successivamente da George Maciunas nel diagramma delle expanded arts: il teatro verbale (Robert Filliou, Dick Higgins, Jackson McLow, Giuliano Zosi); gli happening più propriamente detti (Allan Kaprow - che nel 1959 coniò il termine stesso , Nam June Paik, Wolf Vostell, Andy Warhol); il teatro sinestetico (Merce Cunningham, Trisha Brown, Lucinda Childs, Meredith Monk, Steve Paxton, Ivonne Rainer); il teatro acustico (di cui fa parte lo stesso Cage, Terry Riley, La Monte Young, Giuseppe Chiari, Philip Corner, Toshi Ichiyanagi, James Tenney, Cornelius Cardew); infine gli eventi che rientrano nel neo-haiku theatre (Henry Flynt, George Brecht, George Maciunas, Takehisa Kosugi, Ben Vautier, Juan Hidalgo, Walter Marchetti), dal quale derivò poi il movimento Fluxus. George Maciunas nel 1961 coniò il termine Fluxus (termine derivante dal latino che significa diverse cose tra cui scorrere, ondeggiare in libertà, infiltrazione, fugace) in occasione una serie di tre conferenze dal titolo “Musica antiqua et nova‿ tenutasi al AG Gallery di New York, i cui proventi dovevano finanziare una rivista così denominata. La poliedrica personalità dello stesso Maciunas sarà anche l’asse portante ed l’elemento coesivo delle diverse ideologie, tematiche ed orientamenti esistenti in Fluxus. Descrizione generale degli assunti poetici: Il principio fondante per Fluxus era la creazione di un’unica comunità in cui tutti gli artisti potessero entrare ed uscire liberamente, comunità la cui base comune non fosse di natura estetica ma etica, e cioè dare all’arte un contenuto rinnovato attraverso il quale ritrovare un rapporto, non eccezionale, con la vita. Fluxus si modella sulla vita quotidiana, sulla micro-quotidianità del gesto elementare. Fluxus non aggredisce l’arte come Dada e non vuole rigenerarla come i lettristi ma ne sovverte l’idea facendone una cosa per nulla speciale e meno che mai geniale e per questo dichiara che l’arte è facile e che tutto è arte. Contrariamente al Futurismo ed al Lettrismo, Fluxus sceglie di non definirsi, di fare dei manifesti (se così si possono chiamare tali) in negativo: Fluxus non è questo, non è quest’altro, è contro l’individualismo nell’arte, contro la mercificazione e così via. Il fenomeno Fluxus quindi può venire ad assumere veri e propri contorni di fenomeno “antropologico‿ come lo stesso Ken Friedman sosterrà in una intervista del 1978. Metodologie di lavoro e descrizione dei lavori artistici più importanti: Fluxus è un gruppo sui generis con collegamenti labili, con un modello operativo precario, episodico, rappresentato dal festival e il suo cardine estetico è l’evento immateriale e effimero. Fluxus non riqualifica l’oggetto di scarto immettendolo nel circuito auratico dell’arte, piuttosto anche là dove non tende in senso stretto all’immaterialità, abolisce lo stacco fra oggetto d’uso e oggetto d’arte, sceglie la banalità inutile di un gadget bizzarro, tendenzialmente prodotto per la massa, contro ogni sofisticazione elitaria.

Bibliografia: Home S., 1996, Assalto alla cultura, AAA Edizioni,Venezia.

Sito web di riferimento: http://www.fluxus.org