Il Cartografo

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Titolo:

Il Cartografo

Autore:

di Paci Dalo' Roberto/Giardini Pensili, su testo di Bordoni Isabella.

Anno:

1999

Luogo:

Pesaro

Sito web:

http://giardini.sm/projects/affreschi/

Descrizione:

regia, musica, design Roberto Paci Dalò testi Isabella Bordoni, Predrag Matvejevic'

con Isabella Bordoni, Alessandro Culiani e la voce di Predrag Matvejevic'

scena Isabella Bordoni / Roberto Paci Dalò collaborazione Keiko Shiraishi filmati e regia video Isabella Bordoni disegno luci Nevio Cavina

software interattivi Tom Demeyer / STEIM Amsterdam programmazione e live computer Denis Roio regia del suono Antonio Patanè / Roberto Paci Dalò direzione tecnica Nevio Cavina amministrazione Floriana Paci

Produzione Giardini Pensili, Mittelfest 99 Con la collaborazione Ars Electronica Center Linz Prima assoluta Mittelfest, Cividale del Friuli, 18 luglio 1999


Il teatro - in generale - si pone come punto di incontro tra mondo visto e mondo raffigurato: IL CARTOGRAFO è una riflessione sulla cartografia e sulla rappresentazione del mondo, in cui metodologie, storie e luoghi diversi rivivono attraverso tecnologie digitali. IL CARTOGRAFO è un cuore pulsante di immagini, suoni e narrazioni raccolti e riproposti nelle lingue originali legate al nord dell'Adriatico; voci di amici e sconosciuti registrate nel corso di viaggi nei territori della costa e dell'interno, compongono una geografia sonora ed umana. Una missione "acustico-visiva" a raccogliere frammenti dal caleodoscopio di lingue e dialetti dei piccoli centri come di città storicamente importanti quali Venezia e Trieste. Una mappa che crea, attraverso queste voci, la foresta acustica che fa da piattaforma allo spettacolo.

Intrecciate a queste voci appare la voce fuori campo di Predrag Matvejevic' che legge alcuni frammenti dalla sua opera "Mediterraneo". Un lavoro fortemente enciclopedico, catalogativo che crea un tessuto mitico a partire da frammenti e dettagli, piccole cose della quotidianità come ad esempio i nomi delle cose, degli utensili, degli attrezzi. È in questo spirito che la raccolta di voci è stata fatta. Dal vivo la voce e la presenza di Isabella Bordoni, autrice anche del testo lirico che fa da filo conduttore allo spettacolo. Un testo di viaggio e attraversamenti.

In scena un tavolo attorno al quale siedono gli interpreti. Come ad evocare una classica raffigurazione seicentesca ove compaiono tutti gli elementi della professione e del viaggio. Il tavolo funge da appoggio, quadro per proiezioni, tenda-capanna-rifugio e si modifica nel corso dello spettacolo. L'azione si concentra tutta qui, in questo luogo che evocando mappe è mappa a sua volta. Che guarda e si guarda allo stesso tempo: "Horon horonta" 'vedendolo nell'atto di vedermi' (Dioniso). Il fulcro della tecnologia scenica è affidata alle possibilità digitali che permettono sia di manipolare le immagini video utilizzate in videoproiezione, sia di gestire i suoni e le voci che si muovono incessantemente attorno al pubblico attraverso un sistema di diffusione sonora multicanale controllata - in diretta - via computer. La musica si muove tra modernità e arcaicità. Voci sole e cori si muovono nello spazio. Il violoncello - dal vivo - gioca con il suono e la prassi esecutiva della viola da gamba. Il suono è pensato per dare spazio e tempo alla parola elencatrice, alla storia evocata.

L'utilizzo delle tecnologie video gioca con la tecnologia della 'camera oscura' seicentesca. Dal diario di un cartografo dell'epoca: "ti porterò in casa notizie piacevoli; non diversamente in una camera buia l'azione del sole attraverso un vetro fa vedere tutto ciò che accade all'esterno (benché rovesciato)". E ancora: "Ho in casa mia l'altro strumento di Drebbel, che produce meravigliosi effetti di immagini riflesse in una camera buia. Non mi è possibile descriverne la bellezza a parole: ogni pittura è morta in confronto, perchè qui è la vita stessa, o qualcosa di ancora più mobile, se soltanto non mancassero le parole. La figura, il contorno e i movimenti vi si fondono con naturalezza, in un modo assolutamente piacevole" E così che la camera oscura viene, ne IL CARTOGRAFO, "ricreata" attraverso l'utilizzo delle tecnologie digitali. Un ponte tra il XVII secolo e i nostri giorni. E "Descriptio" è uno dei termini più usati per designare l'attività cartografica: i cartografi e i loro editori erano chiamati infatti "descrittori del mondo".

Tutto diventa una avventura nel mondo della percezione, dell'infinitamente piccolo e dell'infinitamente grande. Dove l'ottica modifica la visione e l'acustica è anche mobile grazie allo spostamento del suono nello spazio. Ma il tavolo porta anche un altro oggetto popolarissimo nelle raffigurazioni dell'arte seicentesca: le lettere. Nella pittura dell'epoca la lettera è sì al centro dell'attenzione, ma noi non ne vediamo il contenuto, né riusciamo a indovinarlo dai gesti dei personaggi. Per quanto il nostro sguardo possa essere attento, il contenuto della lettera rimane inaccessibile, confinato nella privacy dell'autore o del destinatario. Nello spettacolo è proprio lo svelarsi del contenuto di alcune lettere immaginarie che ci porta all'interno "del dipinto", a visitare - noi divenuti cartografi dello spazio e del tempo - luoghi altrimenti inaccessibili.

Lo spettacolo costituisce una prima sezione di un progetto triennale - viaggi, allestimenti scenici, lavoro su Internet - basati su un percorso dalla Mitteleuropa al Mediterraneo. Una rotta di graduale avvicinamento al Mediterraneo attraverso la vie dell'ambra, della seta, del sale. All'interno del progetto la metodologia di Predrag Matvejevic' permette di stabilire le pratiche del lavoro. Il progetto prevede un'articolata raccolta sul campo di materiali audio e video. La ricerca è basata su viaggi tra le due coste dell'Adriatico dove si incontrano persone direttamente nei luoghi in cui vivono. Il progetto intende creare una cornice per la riflessione, contemplazione e interazione sul tema della memoria individuale e collettiva all'interno di una serie di allestimenti che vanno dallo spettacolo teatrale, all'installazione, alla rete Internet. Si realizza una drammaturgia del viaggio basata anche sull'utilizzo di riferimenti tragici e biografici come tessuto narrativo per collegare i materiali raccolti. Il viaggio, l'etica dell'ospitalità, l'incontro e la visita, il dono, sono tutti aspetti fondamentali del progetto.

Collezione:

Genere artistico di riferimento:

Net art, Sound art

Bibliografia:

Webliografia: