Il Mnemonista

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Il Mnemonista

Titolo:

Il Mnemonista

Autore:

Studio Azzurro

Ruoli tecnici:

Regista: Paolo Rosa Attori: Sandro Lombardi, Roberto Herlitska, Sonia Bergamasco, Cristina Proserpio, Sergio Bini (Bustric), Ermanna Montanari, Pietro Lombardi Sceneggiatura: Alberto Plutone Fotografia: Fabio Cirifino Montaggio: Jacopo Quadri Colonna Sonora: Luca Francesconi Scenografia: Stefano Gargiulo, Esther Musatti Costumi: Bettina Pontiggia Trucco: Laura Sidoli Effetti Speciali: Studio Azzurro Produzione: Daniele Maggioni e Gianfilippo Pedote per Studio Azzurro

Anno:

2000

Luogo:

Sito web:

http://www.studioazzurro.com/opere/film/il_mnemonista

Genere artistico di riferimento:

Videoarte

Descrizione:

"«Suoni, immagini, colori, sapori. Tutto nella sua mente prodigiosa si trasforma in un mondo senza confini tra realtà e immagini». Primo violino nell’orchestra di una grande città, ‘S.’ è dotato di una memoria straordinaria, che lo porta a ricordare ogni minimo dettaglio di ciò che cade sotto la sua attenzione. Decide di rivolgersi al professor ‘L.’, psicologo di fama internazionale, il giorno in cui si accorge di non riuscire più a leggere uno spartito, perché le note davanti ai suoi occhi esplodono in punti mobili e coloratissimi. La relazione terapeutica si sviluppa per oltre trent'anni tra luci e ombre, durante i quali S. si esibisce anche come fenomeno nei teatri e nei cabaret dell'epoca, diventando un mnemonista. Ispirato a un caso reale descritto nel 1965 dal neuropsicologo A. Lurija, il film è un viaggio affascinante tra i misteri e i prodigi del cervello umano."[1]

Alla base della realizzazione del film esiste un trattato del 1972, si tratta di "Un piccolo libro una grande memoria" di Aleksandr R. Lurija neuropsicologo russo. La vicenda è tratta da una storia realmente accaduta e Paolo Rosa la ricostruisce con sequenze disomogenee. Il film risulta ostico anche se affascinante ed esalta l'espressività del cinema seguendo uno stile più improntato alla ricerca sperimentale. Ciò che Paolo Rosa intende attuare è superare la narrazione lineare, lasciando dei punti vuoti colmabili dalla immaginazione dello spettatore. L'opera cinematografica quindi resta aperta per rendere il pubblico partecipe e attivo.

Il film è di un intensità spiccata che pone come suo fulcro la tragedia personale di un uomo fiaccato dalla propria incapacità di dimenticare. L' uomo diventa emblema e metafora di una società contemporanea continuamente bombardata da contenuti e immagini. "Mi sento come un magazzino polveroso, dove si è mischiato di tutto, dove si è mischiata ogni cosa, dove tutto si confonde e riemerge senza più controllo. Io non so più cosa ho vissuto veramente e cosa ho immaginato di vivere per poterlo ricordare. Sono arrivato a un punto di saturazione che nessuno potrebbe immaginare. Ora devo ripulire la mia testa…imparare a dimenticare, fermare quello scaturire continuo di immagini inutili, cancellare ciò che non serve e non mi è mai servito…"[2]

Collezione (o edizione):

Materia e tecnica:

Video: durata 90', 35 mm, colore

Misure:

Numero esemplari:

Elenco esposizioni (anno, titolo, curatela, luogo, città):

Codice ISBN:

File multimediali:

Video:

Audio:

Altro:

Augmented reality:

Latitudine:

Longitudine:

Link verso portali di augmented reality

Bibliografia:

Webliografia:

Note:

  1. http://www.studioazzurro.com/index.php?option=com_works&view=detail&work_id=49&Itemid=3&lang=en
  2. http://www.art-o.net/realta-rappresentazione-ricordo-i-percorsi-della-memoria-in-studio-azzurro/

Tipo di scheda:

InteractiveResource

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