Il corpo virtuale. Dal corpo robotizzato al corpo disseminato nelle reti: differenze tra le versioni

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Ci fa scoprire che, il corpo che nell’era della scienza identifica il senso comune con un’entità biologica, è invece soprattutto una costruzione culturale su cui sono stati intessuti segni e simboli (ma aggiungiamo noi anche presunti “limiti” inoltrepassabili). E mai come nella nostra epoca tecnologica la natura umana è apparsa un progetto e una questione aperta. La tecnologia che era esplosa dall’uomo per modificare l’ambiente esterno ora sta implodendo nell’uomo stesso, la tecnologizzazione del corpo sta rimettendo in discussione confini sacri, la nostra stessa identità sembra vacillare e si scopre mutante mentre la credenza in una definitiva forma corporea umana (non importa se disegnata da dio o dall’evoluzione naturale) sta tramontando.   
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In questo libro che combina l'immaginario della fantascienza alla realtà della tecnologia contemporanea, ma che attinge anche alle suggestioni più attuali del cinema e dell'arte, possiamo scoprire che le fantasie più audaci e inquietanti dell'età moderna sui corpi artificiali si stanno ormai realizzando attraverso tre linee di tendenza che l'autore ha così sintetizzato: il 'corpo replicato', il 'corpo invaso', il 'corpo disseminato'.
Le tecnologie insomma mettono in discussione quello che Caronia definisce come “lo strumento primario del nostro rapporto col mondo” e che sta a fondamento del nostro senso di identità: il nostro corpo. Con l’avvento della rivoluzione industriale e poi di quella elettronico-digitale ci confrontiamo con entità artificiali create e animate da noi, con l’ibridazione tra l’organico e il non-organico, e con la disseminazione del nostro corpo nella rete. Rendendo gli scenari della fantascienza molto più reali di quanto si potesse pensare fino a qualche tempo fa. Combinando l'immaginario narrativo alla realtà della tecnologia contemporanea, l’autore ci conduce in un viaggio diverso dal solito facendoci scoprire che le fantasie più inquietanti e più audaci dell’età moderna sull’uomo stanno materializzandosi nel nostro tempo trasformando innanzitutto il modo di vedere il nostro corpo, tanto da chiedersi se “la disseminazione dei simulacri corporei (e perciò del corpo stesso) nelle reti telematiche ci autorizza a chiamarci ancora uomini” e se “non stiamo già davvero entrando nell’era del postumano”.
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Quali nuove pratiche nascono attorno alle trasformazioni dei corpi, e quali nuovi rapporti si creano in noi e attorno a noi sul labile confine che ormai differenzia il mondo naturale da quello artificiale? Come esempio del 'corpo replicato' l'autore fa riferimento al tema classico per la SF dell'uomo artificiale, l'androide biologico di P.Dick nel celebre romanzo reso famoso dal film di Ridley Scott Blade Runner: Sicuramente l'attuale ricerca sulla clonazione ha reso meno fantasiosa questa ipotesi.
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Possiamo quindi interrogarci sul destino e le potenzialità dei nostri corpi, intesi come eventi o processi sottoposti a trasformazioni possibili: pensiamo all'estetica cruenta della body art in cui 'performer,' come [[Stelarc]], realizzano la metamorfosi estetica e strutturale del corpo attraverso la mano del chirurgo (Capucci, 'Ilcorpo tecnologico', Bologna, Baskerville, 1994).
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Particolarmente impressionante e non priva di rischi è la "scultura per lo stomaco" in cui Sterlac ingoia una capsula di acciaio al titanio, argento e oro, collegata ad un servomeccanismo, che viene inghiottita molto lentamente, mentre una macchina miniaturizzata trasmette le immagini del tubo digerente. Giunta nello stomaco la capsula si apre, mostrando una piccola scultura che emette luci e suoni: è la scoperta dell'estetica del corpo cavo. Il corpo vuoto viene infatti assunto simbolicamente e anche materialmente come ricettacolo ideale per i componenti tecnologici che sostituiscono gli organi biologici - considerati sistemi ridondanti e imperfetti. E' la trasformazione nel corpo invaso.
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In ultimo, il corpo disseminato rappresenta forse l'ultima frontiera delle metamorfosi rese possibili dalla tecnologia. Le riflessioni dell'autore muovono dalle recenti possibilità offerte dalla Realtà Virtuale, che insieme ai 'brainframes' (telefono, fax, televisione computer ecc...) moltiplicano le possibilità del nostro normale sensorio espandendolo verso realtà difficilmente esplorabili. In fondo l'esperienza del corpo disseminato nasce già con il telefono: sperimentiamo quotidianamente l'esistenza di questa forma di spazio virtuale e immateriale in cui si realizza la comunicazione telefonica, poiché essa è strutturata in base alle caratterisitiche dell'organo ricevente presente nel nostro cervello, decodificatore ultimo del messaggio vocale. La voce telefonica è quindi già una prima forma embrionale di disseminazione del corpo. Un altro esempio è dato dalla differenza ontologica tra l'occhio che vede e l'oggetto osservato, tradizionalmente marcata e sensibile, che oggi, nell'esperienza digitale, tende a divenire sempre più sfumata. Proprio oggi, mentre scrivo, arrivano le prime immagini di Marte dalla sonda 'Pathfinder', il cercatore di sentieri che è il nostro 'occhio virtuale' sul pianeta, capace di cancellare l'enorme distanza siderale.
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L'autore non manca poi di analizzare il tema della "deriva dell'identità" e dello "straniamento della realtà" che questo impiego diffuso di tecnologia comporta. Televisione come condizionamento sociale, Realtà Virtuale come droga, Internet come mezzo attraverso cui surrogare bisogni primari e che conduce prima o poi all'isolamento sociale?
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Sono interrogativi a cui è molto arduo dare una risposta esauriente. Certamente il corpo disseminato è un corpo fluttuante, caricato di una valenza collettiva, che perde sempre di più la sua dimensione sacrale e fondativa a partire dall'individuo che lo ha generato; il riferimento a un punto di origine precisa è sempre più labile (pensiamo solo alla futura identità dei figli nati in provetta), forse non più adatto a sostenere un'identità forte e stabile, unica,personale e irripetibile.
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===Il corpo sociale===
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Ci fa scoprire che, il corpo che nell’era della scienza identifica il senso comune con un’entità biologica, è invece soprattutto una costruzione culturale su cui sono stati intessuti segni e simboli (ma aggiungiamo noi anche presunti “limiti” inoltrepassabili). E mai come nella nostra epoca tecnologica la natura umana è apparsa un progetto e una questione aperta. La tecnologia che era esplosa dall’uomo per modificare l’ambiente esterno ora sta implodendo nell’uomo stesso, la tecnologizzazione del corpo sta rimettendo in discussione confini sacri, la nostra stessa identità sembra vacillare e si scopre mutante mentre la credenza in una definitiva forma corporea umana (non importa se disegnata da dio o dall’evoluzione naturale) sta tramontando.  
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Le tecnologie insomma mettono in discussione quello che Caronia definisce come “lo strumento primario del nostro rapporto col mondo” e che sta a fondamento del nostro senso di identità: il nostro corpo. Con l’avvento della rivoluzione industriale e poi di quella elettronico-digitale ci confrontiamo con entità artificiali create e animate da noi, con l’ibridazione tra l’organico e il non-organico, e con la disseminazione del nostro corpo nella rete. Rendendo gli scenari della fantascienza molto più reali di quanto si potesse pensare fino a qualche tempo fa. Combinando l'immaginario narrativo alla realtà della tecnologia contemporanea, l’autore ci conduce in un viaggio diverso dal solito facendoci scoprire che le fantasie più inquietanti e più audaci dell’età moderna sull’uomo stanno materializzandosi nel nostro tempo trasformando innanzitutto il modo di vedere il nostro corpo, tanto da chiedersi se “la disseminazione dei simulacri corporei (e perciò del corpo stesso) nelle reti telematiche ci autorizza a chiamarci ancora uomini” e se “non stiamo già davvero entrando nell’era del postumano”.
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Quali pratiche nascono allora intorno al corpo, come si modifica nell’immaginario sociale e quali nuovi rapporti si creano intorno all’ormai sottile confine tra naturale e artificiale? Caronia esplora tali questioni tramite tre linee di tendenza contemporanee: il corpo replicato, il corpo invaso e il corpo disseminato.  
 
Quali pratiche nascono allora intorno al corpo, come si modifica nell’immaginario sociale e quali nuovi rapporti si creano intorno all’ormai sottile confine tra naturale e artificiale? Caronia esplora tali questioni tramite tre linee di tendenza contemporanee: il corpo replicato, il corpo invaso e il corpo disseminato.  
  

Revisione 19:00, 9 Feb 2012

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Copertina libro

Titolo:

Il corpo virtuale. Dal corpo robotizzato al corpo disseminato nelle reti

Autore:

Caronia Antonio

Anno:

1996

Luogo:

Genova

Sito web:

Descrizione:

In questo libro che combina l'immaginario della fantascienza alla realtà della tecnologia contemporanea, ma che attinge anche alle suggestioni più attuali del cinema e dell'arte, possiamo scoprire che le fantasie più audaci e inquietanti dell'età moderna sui corpi artificiali si stanno ormai realizzando attraverso tre linee di tendenza che l'autore ha così sintetizzato: il 'corpo replicato', il 'corpo invaso', il 'corpo disseminato'.

Quali nuove pratiche nascono attorno alle trasformazioni dei corpi, e quali nuovi rapporti si creano in noi e attorno a noi sul labile confine che ormai differenzia il mondo naturale da quello artificiale? Come esempio del 'corpo replicato' l'autore fa riferimento al tema classico per la SF dell'uomo artificiale, l'androide biologico di P.Dick nel celebre romanzo reso famoso dal film di Ridley Scott Blade Runner: Sicuramente l'attuale ricerca sulla clonazione ha reso meno fantasiosa questa ipotesi.

Possiamo quindi interrogarci sul destino e le potenzialità dei nostri corpi, intesi come eventi o processi sottoposti a trasformazioni possibili: pensiamo all'estetica cruenta della body art in cui 'performer,' come Stelarc, realizzano la metamorfosi estetica e strutturale del corpo attraverso la mano del chirurgo (Capucci, 'Ilcorpo tecnologico', Bologna, Baskerville, 1994).

Particolarmente impressionante e non priva di rischi è la "scultura per lo stomaco" in cui Sterlac ingoia una capsula di acciaio al titanio, argento e oro, collegata ad un servomeccanismo, che viene inghiottita molto lentamente, mentre una macchina miniaturizzata trasmette le immagini del tubo digerente. Giunta nello stomaco la capsula si apre, mostrando una piccola scultura che emette luci e suoni: è la scoperta dell'estetica del corpo cavo. Il corpo vuoto viene infatti assunto simbolicamente e anche materialmente come ricettacolo ideale per i componenti tecnologici che sostituiscono gli organi biologici - considerati sistemi ridondanti e imperfetti. E' la trasformazione nel corpo invaso.

In ultimo, il corpo disseminato rappresenta forse l'ultima frontiera delle metamorfosi rese possibili dalla tecnologia. Le riflessioni dell'autore muovono dalle recenti possibilità offerte dalla Realtà Virtuale, che insieme ai 'brainframes' (telefono, fax, televisione computer ecc...) moltiplicano le possibilità del nostro normale sensorio espandendolo verso realtà difficilmente esplorabili. In fondo l'esperienza del corpo disseminato nasce già con il telefono: sperimentiamo quotidianamente l'esistenza di questa forma di spazio virtuale e immateriale in cui si realizza la comunicazione telefonica, poiché essa è strutturata in base alle caratterisitiche dell'organo ricevente presente nel nostro cervello, decodificatore ultimo del messaggio vocale. La voce telefonica è quindi già una prima forma embrionale di disseminazione del corpo. Un altro esempio è dato dalla differenza ontologica tra l'occhio che vede e l'oggetto osservato, tradizionalmente marcata e sensibile, che oggi, nell'esperienza digitale, tende a divenire sempre più sfumata. Proprio oggi, mentre scrivo, arrivano le prime immagini di Marte dalla sonda 'Pathfinder', il cercatore di sentieri che è il nostro 'occhio virtuale' sul pianeta, capace di cancellare l'enorme distanza siderale.

L'autore non manca poi di analizzare il tema della "deriva dell'identità" e dello "straniamento della realtà" che questo impiego diffuso di tecnologia comporta. Televisione come condizionamento sociale, Realtà Virtuale come droga, Internet come mezzo attraverso cui surrogare bisogni primari e che conduce prima o poi all'isolamento sociale?

Sono interrogativi a cui è molto arduo dare una risposta esauriente. Certamente il corpo disseminato è un corpo fluttuante, caricato di una valenza collettiva, che perde sempre di più la sua dimensione sacrale e fondativa a partire dall'individuo che lo ha generato; il riferimento a un punto di origine precisa è sempre più labile (pensiamo solo alla futura identità dei figli nati in provetta), forse non più adatto a sostenere un'identità forte e stabile, unica,personale e irripetibile.

Il corpo sociale

Ci fa scoprire che, il corpo che nell’era della scienza identifica il senso comune con un’entità biologica, è invece soprattutto una costruzione culturale su cui sono stati intessuti segni e simboli (ma aggiungiamo noi anche presunti “limiti” inoltrepassabili). E mai come nella nostra epoca tecnologica la natura umana è apparsa un progetto e una questione aperta. La tecnologia che era esplosa dall’uomo per modificare l’ambiente esterno ora sta implodendo nell’uomo stesso, la tecnologizzazione del corpo sta rimettendo in discussione confini sacri, la nostra stessa identità sembra vacillare e si scopre mutante mentre la credenza in una definitiva forma corporea umana (non importa se disegnata da dio o dall’evoluzione naturale) sta tramontando.

Le tecnologie insomma mettono in discussione quello che Caronia definisce come “lo strumento primario del nostro rapporto col mondo” e che sta a fondamento del nostro senso di identità: il nostro corpo. Con l’avvento della rivoluzione industriale e poi di quella elettronico-digitale ci confrontiamo con entità artificiali create e animate da noi, con l’ibridazione tra l’organico e il non-organico, e con la disseminazione del nostro corpo nella rete. Rendendo gli scenari della fantascienza molto più reali di quanto si potesse pensare fino a qualche tempo fa. Combinando l'immaginario narrativo alla realtà della tecnologia contemporanea, l’autore ci conduce in un viaggio diverso dal solito facendoci scoprire che le fantasie più inquietanti e più audaci dell’età moderna sull’uomo stanno materializzandosi nel nostro tempo trasformando innanzitutto il modo di vedere il nostro corpo, tanto da chiedersi se “la disseminazione dei simulacri corporei (e perciò del corpo stesso) nelle reti telematiche ci autorizza a chiamarci ancora uomini” e se “non stiamo già davvero entrando nell’era del postumano”.

Quali pratiche nascono allora intorno al corpo, come si modifica nell’immaginario sociale e quali nuovi rapporti si creano intorno all’ormai sottile confine tra naturale e artificiale? Caronia esplora tali questioni tramite tre linee di tendenza contemporanee: il corpo replicato, il corpo invaso e il corpo disseminato.

Collezione:

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