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Andreas Broeckmann
 
 
Genere artistico di riferimento: Media Art
 
 
Tematiche: Esperto dei linguaggi della rete e delle esperienze di comunicazione digitale (Arte della connessione).
 
 
Luogo geografico in cui opera: Berlino e Rotterdam
 
 
Siti web di riferimento: www.v2.nl mail: v2@v2.nl;
 
www.transmediale.de  mail: info@transmediale.de
 
 
E-mail di riferimento : abroeck@v2.nl
 
 
Assunti teorici: All'inizio del 1997 molte persone avevano un forte presentimento che quello sarebbe stato l'Anno dell’Arte in Rete, e che, dopo una breve estate, gli artisti avrebbero dovuto cercare sfide nuove o tentare nuove imprese per arrivare ad un pubblico più largo. Si sono quindi integrati in modo sempre crescente nell’ 'Operating System Art'.
 
Così iniziarono discussioni sull’online estese al tecnologico e all’arte. Il punto che divenne oggetto di acceso dibattito fu se fosse stato pretenzioso, divertente o accurato parlare di Net.Art.
 
L’Arte sulla rete usa Internet come mezzo di distribuzione, o nella forma di gallerie virtuali , di mostre di opere in 2D, di fotografia, di computer grafica, o nella forma di canale per opere concettuali; in questo caso Internet è un effettivo, ma potenziale attrezzo di presentazione ricollocabile. L’Arte nella rete è appropriato al mezzo delle reti elettroniche, gioca coi loro protocolli e particolarità tecniche, sfrutta i difetti e spinge i potenziali di software e hardware.
 
In un ambiente culturale tardo-modernista e più recentemente nella versione più purista, l’arte della rete era favorita da molti.
 
È stato un problema per l’esposizione e per i curatori dei festival, comunque, presentare questo genere di opere per un pubblico che, anche concesso che era interessato a questa forma di arte nuova, era raramente iniziato nei suoi rituali. Si parla di rituali perché molto dell’eccitamento e brivido di arte della rete sono derivati dall’essere presente e partecipare in un evento o processo sul quale incardinano la co-presenza e la co-operazione di molte persone.
 
Un problema cruciale della presentazione di arte nella rete è la relazione che intercorre tra gli artisti o produttori, e il pubblico.
 
Si deve ricordare che stiamo parlando di dati digitali spediti attraverso un'infrastruttura di rete di computer, cavi e trasmittenti senza fili. Il datascape della rete è multi-dimensionale e continuamente trasforma le topologie (piuttosto che un panorama con un orizzonte). Attualmente è in aumento il numero di studi e progetti che provano a descrivere o progettare questo datascape da mezzi di dinamica 3D-structures creando le VRML (Realtà Virtuali che Modellano i Linguaggi). Questi progetti rimangono, comunque, limitati alla struttura tridimensionale. Anche quando questa tridimensionalità è promossa con hyperlinks e forme morfologiche, rimane incapace di catturare le complessità topologiche della rete. 
 
Il WWW fu disegnato inizialmente per permettere la mostra e la distribuzione di testi e immagini, lavori che furono sostenuti dal primo Browser standard di WWW. Suoni, immagini in movimento e funzioni conversazionali furono aggiunti più tardi. Il testo e l’immagine in grafica 2D nel WWW può essere visto come un equivalente online dei media della stampa, ma questa è la funzione migliore per arrivare al grande pubblico. È importante considerare che il WWW è un mezzo abbastanza semplice dell'editoria che permette a molte persone di mostrare le loro cose, i propri lavori.
 
 
Metodologie di lavoro: L'esperienza dell’arte in rete è legata, da vicino, con la presenza nell'online e con una partecipazione attiva nel processo creativo; se è localizzato principalmente in una macchina o in una comunità di comunicazione. In altre parole, un problema chiave della presentazione di arte della rete è quello che non c’è distinzione tra gli artisti e il pubblico, tra produzione e ricevimento. La Net Arte è online, ed è per quelli che sono online. 
 
 
 
 
 
Lavoro artistico più noto; descrizione: Estetica del macchinico = un principio estetico è associato con il processo piuttosto che con l’oggetto, con la dinamica piuttosto che con la finalità, con l’instabilità anziché con la permanenza.
 
Gli ambienti sociali di oggi sono permeati pienamente da apparati tecnici, attrezzi e infrastrutture che formano assemblaggi complessi di oggetti, spazi e comportamenti. I nostri corpi sono adattati bene con le estensioni dell’ambiente cyborg, e il modo in cui noi lavoriamo, è incrociato con l’ambiente del macchinico. Siamo noi parte degli assemblaggi del macchinico. 
 
L’Arte della macchina è, per un po’ di tempo, trattata come qualche cosa che è esteriore al corpo umano. Il principio del ' macchinico' non si riferisce molto ai particolari oggetti tecnologici o meccanici connessi o indipendenti dal corpo umano. Le macchine possono essere corpi sociali, complessi industriali, o formazioni psicologiche o culturali, così come il complesso di desideri, delle abitudini e degli incentivi che creano le particolari forme di comportamento collettivo in gruppi di individui o l'aggregazione di materiali, strumenti, individui umani, linee di comunicazione, delle regole e delle convenzioni che insieme costituiscono una compagnia o istituzione. Questi sono esempi di macchine che sono assemblaggi di parti eterogenee, aggregazioni che trasformano forze, spingono i loro elementi, e li costringe in un stato continuo di trasformazione. 
 
L'estetica del macchinico non è molto preoccupato dell'intenzione o del risultato di pratiche artistiche, ma delle traduzioni e trasformazioni che accadono fra l’assemblaggio di un macchinico. Per esempio, non è così molto interessato nel disegno come una rappresentazione, ma nei processi di trasformazione (conoscitivo, neurologico, anatomico), di quello che accade in un corpo umano e nel disegno come uno dei risultati potenziali di questi processi.
 
Molti progetti fanno uso delle forze e parametri delle macchine e limitano l'aspetto di interattività e controllano una funzione di entrata e di ricevimento, mentre il processo creativo e attuale è delegato a una disposizione complessa ed eterogenea di forze, di codici e di funzioni che sono determinate in parte dalla qualità del materiale di elementi certi del macchinico (l'attrito), mentre altri risultano da dati programmati o processi progettati. La conseguenza di questi processi del macchinico è caratterizzata da un grado alto di impraticabilità, sebbene loro raramente siano casuali. La logica dell’eterogeneità del macchinico crea risultati imprevedibili, ancora organizzati ai quale l'utente umano può essere come uno fra gli altri. Le forze che operano fra assemblaggi del macchinico non sono caotiche, ma possono essere descritte come tendenze.
 
La pratica artistica in questo senso non è così molto diretta ai particolari risultati, ma descrive un atteggiamento che è mirato alla creazione di zone operative aperte, di preparazione verso la facilitazione di un processo durante il quale eventi provvisori ed esperienze possono succedere. L'arte del Macchinico si comporta come la facilitazione di aggregazioni di corpi e forze nei quali nessuna differenziazione significativa può essere fatta tra creatura umana e macchina. 
 
La funzionalità del macchinico stesso diviene il centro della forza estetica, esercita e crea un phylum che non distingue tra creatura umana e macchina. 
 
Nelle applicazioni pratiche del macchinico, come nel disegno dell'interfaccia, agenti del computer o lo sviluppo di ambienti interattivi multi-utente, la sfida è di concepire strategie di coesistenza con le altre forze fra l'assemblaggio, di comprensione delle tendenze di territorializzazione e auto-organizzazione che è presente in qualsiasi ambiente del macchinico. È una delle sfide grandi di pratica artistica che tratta di tali disposizioni, disegnare l'integrazione di tendenze del macchinico, di aspetti di creatività collettivi e processi sociali e determinare i possibili e produttivi gradi di agenzia e di intervento. 
 
Gli effetti sociali e psicologici della negazione implicita dell'antropologico e il monopolio antropomorfico non saranno sottovalutati. Se noi applichiamo una nozione aperta di soggettività al complesso del macchinico, la combinazione di processualità integrale e integrazione del macchinico porta ad una concezione di esistenza umana come una forma di trasformazione continua. Il principio di diventare permette una comprensione dell’essere come un processo e riconcilia l'esperienza di permanenza relativa con quello di eterogeneità e cambio continuo. 
 
Noi potremmo disegnare fuori questa linea di pensiero sopra un terreno dove questa molteplicità di diventare è radicalizzata più lontano ed è attuale e significativa, assoggettando forze che provocano forme nuove di essere: noi arriviamo alla prospettiva conveniente di un etica e un’estetica di ' macchine'. Si prenda 'la rete' dove si ha una serie piuttosto particolare di flussi di articolata differenza pura. Flussi di elettricità, di rame, di codice, di lingua - noi possiamo immaginare queste cose come se loro esistessero in uno stato puro, e poi si può immaginare il modo in cui la rete seleziona, può riferire e può articolare questi flussi in un modo certo, come un genere certo di consistenza. Fuori di quella consistenza sorge la produzione di generi certi di desiderio.  L'autoproduzione di desideri produce se stesso fuori da se stesso, sempre differenziando se stesso da se stesso. Questo, penso, è l'estetica della rete. E, si potrebbe aggiungere, è l'estetica del macchinico. 
 
Accettare la dimensione dell'autopoetica del macchinico ci permette di porre la domanda, se dai mezzi di macchine tecnologiche, è forse, possibile sviluppare modi nuovi per la distribuzione di desideri. Quello che il macchinico mostra come una tendenza è che non governa i desideri di uno, ma che loro sono messi liberamente in un campo strutturato dove uno può osservare il loro evolversi non-lineare. Ci permette come artisti di designare come bersaglio questo punto e dare col multi-layered desideri generando campi operativi nei quale è possibile esaminare le forze e relazioni, individualmente e collettivamente. Questi lavori vogliono essere sempre molto interessanti, dove la tensione tra macchina e individuo, tra separazione e risoluzione, tra riflessione e flusso dell'esperienza è rappresentato fuori efficacemente ed è tenuto in un equilibrio critico. 
 
 
 
 
Bibliografia: A. Broeckmann Are you online? Presence and Partecipation in Network Art Giugno 1998. In T. Druckrey with Ars Electronica, Ars Electronica, Facing the Future; a Survey of Two Decades, The Mit Press, Cambridge, Massachussetts,1999.
 
 
Webliografia: www.nettime.org
 
                        www.transmediale.de
 
                        www.v2.nl
 
                        www.next5minutes.org
 
                        http://1.ncc.mur.at/person_broeckmann_bio_aa_e.shtml
 
  
 
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Revisione 21:43, 23 Feb 2005

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