Internazionale situazionista

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Versione del 29 Set 2009 alle 14:39 di Martina (Discussione | contributi) (Storia:)

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I fondatori dell'Internazionale situazionista a Cosio d'Arroscia, nell' aprile del 1957. Da sinistra verso destra: Giuseppe Pinot Gallizio, Piero Simondo, Elena Verrone, Michele Bernstein, Guy Debord, Asger Jorn e Walter Olmo.

Genere o movimento artistico:

Internazionale situazionista (abbreviato I.S.).

Personaggi o Gruppi:

I maggiori esponenti furono Debord Guy, Vanegeim Raoul, Gallizio Giuseppe "Pinot Gallizio", Nieuwenhuys Anton Constant.

Luogo:

Cosio D’arroscia, 28 luglio 1957.

Storia:

Storia e azione:
L'Internazionale situazionista (abbreviato I.S.) nasce nel 1957 dall'unione di varie esperienze di carattere rivoluzionario (Lettrismo, gruppo Cobra, Movimento Internazionale per una Bauhaus Immaginista (MIBI)) che hanno come elemento comune il superamento dell'arte.
Uno dei caratteri fondamentali dell' I.S . è quello della rottura contro l'establishment artistico, il mercato dell'arte e i commerci che si nascondono dietro la cortina ideologica dell'eclettismo culturale.
Alla base del situazionismo c'è la formulazione del concetto di "situazione", intesa come "costruzione concreta di ambienti momentanei della vita, dove le parole "vita" e "ambiente" vanno intese nella maniera onnivora e totalizzante, interamente improntata al culto dell'effimero e dello spreco di libere energie vitali, immaginative e creative... in opposizione alla vecchia nozione finita e conclusa di opera"
La situazione agisce in due direzioni, una ambientale (esterna) che prevede attraverso il riciclaggio di vecchie pratiche e strutture preesistenti la creazione di forme nuove (Detournement), e che presto si allargherà alla dimensione degli oggetti industriali e dei paesaggi urbani, ed un'altra di carattere comportamentale (interna) esposta attraverso il culto del rischio e della sorpresa nel lasciarsi trascinare dagli eventi accidentali (Dèrive).
La situazione diventa la pratica e la teoria fondante di un nuovo modo di costituire il procedimento artistico, che vede nella transitorietà degli atti il suo punto centrale, nella esaltazione dell'effimero una dichiarazione d'intenti. I situazionisti condannano senza appello la critica d'arte, accusandola di solidarietà con la borghesia, e di essere al servizio del capitale.
La partecipazione all'I.S. non avviene tramite una iscrizione o una vicinanza filosifica ma può essere soltanto di natura attiva e deve corrispondere alle prospettive elaborate in comune, alla necessità di un'azione disciplinata, sia praticamente sia nelle prese di posizione pubbliche, l'attenzione dei situazionisti è sulla realizzazione di strumenti e di prospettive che si pongono al di là dell'arte, nascono così diverse forme di tecniche di condizionamento e straniamento:

  • la Pittura industriale, il quale intento è di inflazionare il valore artistico delle opere, realizzando decine di metri di tele pitturate;
  • la Psicogeografia che studia gli effetti dell'ambiente geografico esercita sul comportamento affettivo degli individui;
  • l'Urbanistica unitaria, che prevede un ruolo attivo dell'artista come costruttore materiale degli ambienti al fine di creare spazi di vita oltre il rigido funzionalismo degli architetti;
  • il Detournement è la pratica più famosa e più fortunata del gruppo, il nucleo sta nella perdita del significato originale di un elemento che unito ad altri ne crea uno nuovo modificando il concetto finale, una sorta di negazione dell'arte attraverso la comunicazione immediata di ogni nuovo elemento;

L'arte deve essere superata dalla situazione per permettere alle nuove pratiche di costruire il presente in modo rivoluzionario e liberatorio, così come è ora fare arte è allontanarsi dalla realtà è servire il mercato e la sua nicchia di vuoto elitarismo. Un utilizzo gioioso e sregolato delle proprie energie biologiche e mentali che attraverso i mezzi artistici situazionisti creano le condizioni di un superamento del concetto di arte, scavalcando l'immutabilità, facendosi vita.

Critica e azione:
L'I.S. nella sua storia,data la sua predisposizione a superare l'ambito della creazione artistica, ha agito sopratutto per parola scritta,dove esce fuori la propria natura social-rivoluzionaria impegnata nella critica del mondo capitalistico e delle sue mille declinazioni intente a togliere quanto di più prezioso l'uomo possiede;il tempo(tramite il lavoro) è la realtà(tramite lo spettacolo).

L'azione di intellettuali-filosofi come Vanegeim Raoul e Debord Guy entra nel cuore del sistema,vivisezionando la natura del quotidiano disumanizzato dall'onda barbarica del capitale.
Nascono così la critica alla società dello spettacolo,contro la passività degenerativa dell'uomo,la critica agli specialismo alienanti,contro la specializzazione che riduce i costi e tempi di produzione,la critica contro il funzionalismo urbano,contro l'isolamento degli individui in nuclei pseudo-collettivi(casa,fabbrica)senza possibilità d'azione,etc..
Una protesta contro la società dei consumi,in cui l'elemento principale è la coscienza della realtà del sovvertimento.
La sostanza della realtà contemporanea è la sopravvivenza,cioè la negazione della vita reale.
Il sistema capitalistico ha creato un nuovo mondo di desideri e oggetti che allontanano dalla natura elementare e concreta del mondo,stabilendo un nuovo clima di insoddisfazione e insignificanza che la quantità dei prodotti non può lenire.Il torpore e la passività del nuovo stile di vita sottrae stimoli ed energie creative,che secondo l'I.S. deve essere superato attraverso l'utilizzo della "soggettività radicale",cioè accostandosi al mondo con le armi della soggettività e ricostruire tutto, a partire da se stessi,trasformando le qualità umane in valori reali.

Prendere ogni singolo aspetto della modernità e verificare quale grado di alienazione e irrealtà stà consumando l'uomo contemporaneo,in modo da opporre una realtà non utopica,ma bensì delle nuove pratiche che ristrutturano e rovesciano i rapporti tra realtà e immaginazione tra speranze individuali e movimenti storici.

Sulla scorta di queste premesse il movimento cresce e si sviluppa lungo tutto il corso degli anni '60 e trova nel Maggio 1968, a Parigi, il momento più alto di affermazione, laddove si incontreranno il desiderio di cambiamento dei giovani francesi e le teorie carnevalesche (ovviamente in senso rivoluzionario) e scandalose dei situazionisti. Dopo il maggio la popolarità del gruppo raggiunge livelli mai visti. Centinaia di persone si definiscono situazionisti senza aver la più pallida idea di cosa fosse l’Internazionale. Abituati ai gruppi di massa, essi desiderano semplicemente aderire. La sezione francese viene inondata di richieste. Debord lascia il posto di editore della rivista, disgustato da questa massa di ciechi ammiratori che chiama sprezzatamente pro-situ, ovvero i seguaci che si avvicinavano all’Internazionale aspettandosi di entrare a far parte di un movimento che non esisteva.

Poetica:

Il retroterra filosofico dei situazionisti è vario ma in esso si ritrovano tracce del giovane Karl Marx, di Georg Lukàcs, Sigmund Freud, Feuerbach, il primo Hegel e Isou Isidore.

Il pensiero di Debord Guy sviluppa essenzialmente i concetti di alienazione e reificazione, già centrali nelle riflessioni di Karl Marx, ma reinterpretati alla luce delle trasformazioni della società europea nel secondo dopoguerra. Lo sviluppo dell'economia nell'età contemporanea, con l'emergere dei nuovi fenomeni sociali del consumismo e della centralità dei mass media, avrebbe segnato infatti una nuova fase nella storia dell'oppressione della società capitalista:

"La prima fase del dominio dell’economia sulla vita sociale aveva determinato nella definizione di ogni realizzazione umana un’evidente degradazione dell’essere in avere. La fase presente dell’occupazione totale della vita sociale da parte dei risultati accumulati dell’economia conduce a uno slittamento generalizzato dell’avere nell’apparire, da cui ogni “avere” effettivo deve trarre il suo prestigio immediato e la sua funzione ultima".

Ciò che aliena l'uomo, ciò che lo allontana dal libero sviluppo delle sue facoltà naturali non è più, come accadeva ai tempi di Marx, l'oppressione diretta del padrone ed il feticismo delle merci, bensì è lo spettacolo, che Debord identifica come "un rapporto sociale fra individui mediato dalle immagini".

Una forma di assoggettamento psicologico totale, in cui ogni singolo individuo è isolato dagli altri ed assiste nella più totale passività allo svilupparsi di "un discorso ininterrotto che l’ordine presente tiene su se stesso, il suo monologo elogiativo".

Lo spettacolo, di cui i mass media sono solo una delle molte espressioni, è parte fondante della società contemporanea, ed il responsabile della perdita da parte del singolo di ogni tipo di individualità, personalità, creatività umane: la passività e la contemplazione sono ciò che caratterizza l'attuale condizione umana. Ciò che rende lo spettacolo ingannevole e negativo è il fatto che esso rappresenta il dominio di una parte della società, l'economia, su ogni altro aspetto della società stessa; la mercificazione di ogni aspetto della vita quotidiana rompe quell'unità che caratterizza la condizione umana propriamente detta: "Più egli contempla, meno vive; più accetta di riconoscersi nelle immagini dominanti del bisogno, meno comprende la sua propria esistenza e il suo proprio desiderio".

Proprio in risposta alla frammentazione ed alla passività della società dello spettacolo, il programma dell'Internazionale situazionista si propone di rivendicare l'autonomia dell'esperienza individuale attraverso la creazione di situazioni, momenti di aggregazione ed esperienza artistica e culturale grazie ai quali l'individuo può ritrovare la sua condizione di soggetto attivo nella realtà. In questo senso l'approccio situazionista all'arte si richiama fortemente alle avanguardie del primo Novecento, in particolare il Dadaismo ed il Surrealismo, nel loro provocatorio rifiuto dell'arte tradizionale.

Opere:

Correlazioni:

L'Internazionale situazionista nasce dalla fusione di alcuni componenti dell'Internazionale lettrista, del Movimento Internazionale per una Bauhaus Immaginista (MIBI), del movimento Cobra e del Comitato Psicogeografico di Londra.

Bibliografia

pubblicazioni degli esponenti del gruppo:

  • Raccolta dei numeri della rivista, Internazionale situazionista 1958-69, Nautilus, Torino 1994.
  • G. Debord, La società dello spettacolo (1967)
  • R. Vaneigem, Trattato del saper vivere ad uso delle giovani generazioni, Malatempora, Roma 2001.
  • Guy Debord, Opere cinematografiche (1978; traduzioni: Arcana 1980; Bompiani, 2004)
  • Guy Debord, Commentari sulla società dello spettacolo (1988; traduzioni: SugarCo 1990; Baldini e Castoldi 1997).
  • Guy Debord, Panegirico. Tomo Primo-Tomo Secondo (1989; traduzioni: Castelvecchi, 2005)
  • R. Vaneigem, Banalità di base, De Donato, 1967 (traduzione illeggibile). Il testo è stato pubblicato nel numero unico italiano della rivista I.S. nel 1969.
  • R. Vaneigem, "Ai viventi, sulla morte che li governa e sull'opportunità di disfarsene*, Nautilus, 1998. Traduzione e presentazione di S.Ghirardi.
  • R. Vaneigem, Avviso agli studenti, Nautilus, 1996, trad. di S.Ghirardi
  • R. Vaneigem, Noi che desideriamo senza fine, Bollati Boringhieri, 1999, trad. e presentazione di S.Ghirardi
  • R. Vaneigem, Niente è sacro, tutto si può dire, Ponte alle grazie, 2004
  • Debord, Vaneigem e altri, Situazionismo. Materiali per un’economia politica dell’immaginario, Massari, 1998

testi sull'Internazionale situazionista:

  • G. Marelli, L’Amara vittoria del situazionismo, Bfs Edizioni, Pisa 1996.
  • M. Perniola, I situazionisti, Castelvecchi, Roma 1998.
  • AA.VV., Situazionismo. Materiali per un’economia politica dell’immaginario, Massari, 1998.
  • M. Bandini, L’estetico, il politico, da Cobra all’Internazionale situazionista (1948-1957), Officina Edizioni, Roma 1977.

Webliografia