Interview with Heidi Grundmann

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Autore:

Heidi Grundmann (intervistata da Josephine Bosma)

Tratto da:

http://telematic.walkerart.org/overview/overview_bosma.html

Titolo Originale:

Interview with Heidi Grundmann

Traduzione di:

Gaia Pierini

Anno:

1997

Intervista con Heidi Grundmann
Heidi Grundmann è una giornalista e amministratrice nel campo della radio arte. Per oltre un decennio è stata la produttrice di KUNSTRADIO, 55 minuti di trasmissione settimanale sul canale culturale 01 dell’Austrian National Radio. Dagli inizi del 1995 KUNSTRADIO ha avuto una homepage, un sito di molti progetti artistici e live webcast.

Jb: Può dirmi qualcosa riguardo al suo passato?

Hg: Il mio passato è il giornalismo in radio.
Di solito riportavo alla contemporaneità le arti visive e avevo un grande interesse verso i soggetti artistici e tecnologici in uno spazio pubblico.
Visto che sto lavorando per un organizzazione come la Austrian National Radio, posso dire che in Austria abbiamo tuttora un monopolio,anche se non abbiamo una moltitudine di radio come in altri paesi. Adesso sta cambiando un po’ ma è ancora una struttura monolitica.

In ogni modo, stavo lavorando per un programma culturale , -"kulturredaktion"- e poi decisi di optare per un programma che riportava notizie sull’arte visiva contemporanea ad uno che aveva una sezione sul dramma.

Mi ero appena trasferita all’interno dell'organizzazione.
Era il 1987.
Per il mio lavoro precedente, dove parlavo con così molti artisti nel campo dell'arte e della tecnologia, ossia l’arte in uno spazio pubblico incluse le telecomunicazioni, io ero in qualche modo nella posizione di definire il mio nuovo programma come uno spazio per radio arte e cosa più importante, come una sorta di punto di inizio per artisti di ogni genere: arti visive, compositori o scrittori, comunque chiunque volesse pubblicare il proprio lavoro in una radio pubblica.

Lo spazio della radio pubblica può essere definito e delineato in modi differenti ed è ciò che facevano questi artisti.
C'erano persone che la definivano come uno spazio scultoreo, altri come uno spazio pubblico comparabile ad uno spazio urbano, dove l'arte veniva confrontata con la vita quotidiana, altri volevano fare invenzioni nello spazio, altri ancora volevano mescolare i materiali che erano stati trasmessi, diversi erano interessati alle parti comunicative.
Alcuni artisti utilizzavano suoni ed erano entusiasti di usare i servizi di produzione della National Radio.


Attorno a Kunstradio, in origine un programma radio settimanale, che negli ultimi 10 anni ha aiutato artisti a produrre ed a sviluppare modi per riflettere il contesto di radio pubblica, come ampliamento nella società.
Il discorso si sviluppava fuori dall’ attività di artisti ed era testato in simposi di radio arte in cui i teorici d’arte incontravano i media.
Tutt’ora penso che alcuni artisti sono tra i migliori teorici perché creano le loro pratiche di posizione relative ai loro lavori in un contesto culturale- tecnologico completo.

Per anni c'era stata una serie di progetti connessi alla radio, lo spazio delle trasmissioni era usato per pubblicizzare zone pubbliche come musei, l’aerea urbana dei centri commerciali arrivava a grandi spazi aperti o a un’intera rete di locazioni diverse in una o più città.
All’inizio c'erano un gruppo di artisti connessi a Kunstradio i quali erano molto più interessati in telecomunicazioni e che in realtà appartenevano ai pionieri dell’arte delle telecomunicazioni in Europa.
Questi formarono il retroscena teorico di Kunstradio.

E' uno specifico sviluppo austriaco dovuto relativamente ad una lunga e grande tradizione di lavoro telematico nel campo dell’arte.


Durante gli anni '70 e gli anni '80 questa arte delle telecomunicazioni si è sviluppata al di fuori della radio usando tutti i generi della nuova tecnologia connessa al telefono.
Alcuni degli artisti coinvolti nelle telecomunicazioni volevano produrre anche radio-arte.
Soltanto agli inizi degli anni '90 s’iniziarono a sviluppare progetti in cui network elettronici erano connessi a spazi di radio pubbliche con interventi e azioni artistiche all’interno di un unico sito.
I contrasti che c’erano stati al centro dei progetti telematici negli anni ’80 nei quali alcuni artisti avevano cercato di trattare attraverso gli archivi delle radio, sviluppando così frammenti senza inizio o fine e coinvolgendo ascoltatori e tecnici.
Adesso improvvisamente tali diverbi hanno un impatto più forte e chiaro sulle radio: il problema del diritto di autore, il problema di qualcosa che divenuto materiale può essere diviso, campionato, riciclato, inserito in contesti differenti, il caso della nozione tradizionale di lavoro dell’arte completamente ridefinite; il problema del copyright.
Questi casi furono immediatamente spazzati via, puliti dalla superficie da tipi di progetti collegati allo spazio di una radio tradizionale ad uno spazio di network elettronico.


JB: Che cosa intende per arte telematica?

HG: Telematica..... Ho sempre avuto difficoltà a trovarne un’esatta definizione.
E' una di quelle parole che sono utili per tenere un dialogo, per essere capaci di parlare di un qualcosa che si evolve in relazione alle nuove comunicazioni tecnologiche.
Viene interpretata in modi diversi ma inizialmente è stata usata per riferire i progetti in cui gli artisti usavano i media di telecomunicazione.
E' un arte che lavora a distanza.
Roy Ascott la definiva un'arte che ha a che fare con simultaneità, telepresenza, distribuzione di autori, all'inizio degli anni '80 diede vita a un vero progetto "exeexemplaryelematic" chiamato "La Plissure du texte".
Era una fiaba globale narrata da 16 diverse stazioni radio nel mondo per 2 settimane – usando un precursore di Internet attraverso il modo di e-emailnd conferenza.
Nessuno conosceva quante persone partecipassero nessuno era l’autore ma chiunque intervenisse era un autore.
Il lavoro stesso poteva essere sperimentato dai partecipanti e ognuno di loro dava una propria versione.
Non è possibile mediare questi generi di racconti ad ascoltatori passivi.

JB: E tutto questo era nel suo programma di radiradio?

HG: Questo progetto telematico all’inizio non era una radio.
Abbastanza strano fu l’interesse per il primo progetto telematico in cui partecipavano gli artisti europei.
Nacque nel 1979 ed era chiamato "Interplay", un’organizzazione mondiale assettata con il sistema di time- sharing dell’Ip Sharp che funzionava simile ad Internet.
C'erano persone che partecipavano da Vienna, perchè c'era un ufficio locale dell'IP Sharp dove gli artisti interessati vi lavoravano.
Questi artisti erano Richerd Kriesche e Robert Adrian.
Quest’ultimi erano in ufficio e l'uomo che dirigeva l’ufficio della Ip Sharp era nel mio studio radio che cercava di spiegare agli ascoltatori cosa stesse succedendo.
Era realmente un programma radio su attività artistiche, l’uomo stava seduto al terminale cercando di comunicare i suoi messaggi, partecipando al progetto dove artisti di oltre 10 città diverse erano connessi al medesimo progetto.
Stavamo stampando metri e metri di carta, non appena potevamo leggere quello che stava succedendo negli ascoltatori, non si poteva stabilire da quale luogo provenissero tali messaggi se da San Francisco o da Sydney- ce ne erano troppi.
Lo studio della radio era diventato un nodo più vivo in un network telematico.
Tuttavia ciò che veniva trasmesso dalla radio erano perlopiù letture di testi in inglese e tentativi di aiuto per spiegare qualcosa di completamente incomprensibile a diverse persone inclusa me.
Questa era la prima connessione che conoscevo tra la radio vera e un progetto telematico.

10 anni dopo, poiché la tecnologia si era evoluta, pensai che il concepire o il praticare un’arte che cattura tre generazioni: artisti visivi, compositori, musicisti, "tecnici occupati", potesse aver formulato un progetto di radio telematica simultaneo.
C’erano, progetti in cui Gerfield Stocker era coinvolto ( altri inclusi erano Seppo Gruendler, Horst Hoertner, e altri Mia Zabelka, Andrei Bosshard, Isabella Bordoni, Roberto Paci Dalò, Andrea Sodomia, Martin Breindl, Norbert Math, Martin Schitter), e altri artisti collegati a V2 e altri.
Gerfield Stocker era uno di quelle persone che veniva da Kunstradio agli inizi degli anni ’90 e diceva:

" abbiamo questa scultura esposta negli Expo di Seville e viene trasmessa via telefono, modem, midi e pc.
Perché non facciamo un concerto dove io me ne sto in uno studio radio di Vienna e ho a disposizione tutti i tipi di campioni e sequenze.
Le persone a Seville daranno il via ai suoni nello studio di Vienna.
Possiamo trasmettere, ma possiamo anche rimandare quello che loro hanno scelto e anche loro possono mixare questi con altri suoni e rimandarceli e la radio diventa velocemente un processo di riciclaggio e di ri- assemblaggio di materiali."

Da allora in poi Kunstradio ha aiutato a organizzare una serie di progetti simili: progetti di radio telematica simultanea (e ad un certo punto anche la tv).
Finalmente vennero sviluppati due dei più grandi progetti al mondo : Horizontal Radio nel 1995 e Rivers & Bridges lo scorso anno.
Quest’anno ne stiamo progettando un altro dal titolo "Station to Station" previsto per dicembre.
La Ebu (l’unione europea di trasmissione) coinvolge persino il gruppo Ars Acustica, un gruppo formato da tutti i produttori di radio-arte e da editori di radio pubbliche in Europa, Nord America e Australia.
Il gruppo Ars Acustica sta divenendo sempre più grande, e ogni città ha una definizione e tradizione completamente diversa della radio arte.
Era possibile coinvolgere la Ars Acustica nel progetto di Horizontal Radio , di Rivers & Bridges, e adesso di Station to Station, attualmente la Ars Acustica li ha presi per i suoi progetti annuali.

Alla fine Station to Station non era realizzato come il progetto Ebu.
Al contrario alcuni dei suoi progetti secondari erano integrati nelle quattro parti del progetto internazionale di Kunstradio "Ricicla il Futuro", che sperimentava con la realizzazione e la documentazione di non-stop, flussi dal vivo per lunghi periodi e per la prima volta usavano come sottotitolo "on air- on line- on site" che caratterizzava i nuovi contesti di produzione ibrida in collaborazione con i network.

Il principio base dei progetti era proprio stato sviluppato dai primi progetti telematici.
Anche Horizontal Radio si riferiva esplicitamente al programma "Il mondo in 24 ore" che Robert Adrian aveva iniziato nel 1982: ogni stazione poteva partecipare, relativamente al significato che esprimeva, delle nozioni artistiche o di qualsiasi altra cosa volessero realizzare.
I contributi dovevano essere inseriti nei network della radio e delle linee telefoniche all’interno di intervalli di 24 ore.
Chiunque aveva da dare e da prendere.
Non c’era episodio centrale che venisse trasmesso a tutti i partecipanti.
L’evento consisteva in tutto ciò che accadeva durante le 24 ore nella rete molto complessa di attività aeree tra più di 20 locazioni su 3 continenti.
Nel 1995, 5 server internet erano connessi cosicchè gli utenti potessero influenzare l’uscita lanciando qualsiasi tipo di materiali sul on site cd, che quindi ritornava nei network delle radio ed era trasmesso nel mondo in circostanze completamente diverse.
Tutti i programmi catturavano frammenti di materiali che venivano riorganizzati con i nostri e spediti nel mondo.
C’erano più esecuzioni e installazioni che prendevano posto davanti agli ascoltatori.

L’anno dopo Rivers & Bridges fecero qualcosa di molto simile ma con un ruolo più importante in internet ( 18 ore di vera radio dal vivo) e con più legami tra radio pubbliche e private.
Inoltre diventava un grande network tra più stazioni su 3 continenti.

Da allora "Horizontal Radio" è diventato un nome generale per questo tipo di progetti simultanei internazionali che uniscono in modo differente lo spazio radiradio riempiendolo con diversi contenuti collegati in maniera differente: orizzontalmente, aprendo il mezzo della radio ad altri spazi visivi e virtuali e collegati a situazioni reali.

JB: Ars Acustica è collegata alla Ars Electronica?

HG: No, Ars Acustica è un nome che penso non rappresenti realmente quello che è successo nel gruppo dell’Ars Acustica nel corso degli ultimi due anni.
Per me Ars Acustica si riferisce al suono di una radio tradizionale.
Un mezzo che ha funzionato da sè in un modo specifico.
Una più interessante e ricca arte acustica che si è sviluppata dall’avanguardia di inizio secolo; un’arte acustica che ha davvero trovato il suo posto anche in radio, riflettendo il significato di suono trasmesso, spesso prodotto in elaborati studi delle Radio pubbliche nazionali.
Un’organizzazione che era, ed è ora molto attiva nel suo campo è la West Deutsche Rundfunk a Colonia con Klaus Schoening, che ha anche sviluppato la nozione di Neues Hoerspiel.
Lui ha lavorato con gli artisti di Fluxus e ha sviluppato per molti anni, un ampio corche lui chiama "Ars Acustica".
E’ stato uno dei fondatori di questo gruppo nell’Ebu ed il suo primo coordinatore cosicché il gruppo assunse questo nome.

Non molto tempo dopo intorno agli anni ’80, la radio iniziò a cambiare notevolmente per il digitale, sotto l’impulso della cosiddetta convergenza dei mass media, computer e telecomunicazioni.
Anche oggi, infatti sono convinta che la radio non riguarda più solamente la musica, ma personalmente non sono felice del termine internet-radio, anche se esiste una cosa di questo genere, di modo che facendo un’attività dal vivo su internet esista anche una radio che si vede, una radio da guardare, che non significa soltanto musica.

La grande organizzazione nazionale della radio, la radio commerciale, le radio indipendenti o la radio pirata si stanno sviluppando, non è più semplicemente la più piccola tra le radio/tv gemelle, ma è diventata parte di ciò che noi chiamiamo un "Medienverbund" (media combinazione/unione), un nuovo tipo di network di media differenti.
Il mezzo guida in questo Verbund è il computer come Wolfgang Hogen ha sottolineato.
La musica è allora solamente una forma delle molte possibili rappresentazioni di dati.
Per esempio, la radio digitale può guidarti attraverso il traffico ( attraverso mappe visuali o testi o suoni), aprire la porta del garage, accendere il gas per la cena, mostrare il testo della vita e una foto di un compositore di cui stai ascoltando la musica.
Ora siamo in una situazione in cui iniziamo un tentativo di afferrare questo megamedium che si profila all’orizzonte che ha un potente significato per la nostra cultura.

Oggi abbiamo a che fare con molte forme ibride diverse fra loro, vecchie e nuove, la vecchia radio di famiglia come un mezzo che riporta news, rappresentazioni, musica, talk ad un ascoltatore isolato per il quale è un piacevole compagno, le cui abitudini ti accompagnano con un flusso di suono.
E' una reliquia nostalgica.
Ci sono molti artisti che lavorano nell’ambiente nostalgico di questo mezzo, ma ce ne sono molti altri che lavorano in uno spazio di network ibrido che cambia continuamente.

Ora il grande elemento culturale molto rilevante è l’avere un insieme commerciale molto potente in questo "Medienverbund" e anche la maggior parte delle radio e televisioni pubbliche stanno osservando i nuovi media non come un campo culturale ma come un campo per affari sperando di fare soldi!
Anche con i programmi culturali possiamo vedere che il territorio in cui il mio programma radio è collocato è cambiato completamente.
Anche il canale culturale che è veramente consolidato per legge e per gli ascoltatori sta facendo "Marketing".
Tutti questi concetti commerciali sono entrati nella funzione giornaliera di una radio non commerciale incluso ditte e banche che entrano per sponsorizzare.

Io penso che le linee stanno correndo in modo diverso, tra la cultura del settore commerciale e quella del non commerciale.
Penso che è più importante e strategico per queste nuove forme un’alleanza tra loro.
Un programma come Kunstradio e i lavori di artisti che ci stanno lavorando sia qualcosa di alieno per una struttura che è commerciale o semicommerciale, anche su un canale culturale.
In un modo, noi abbiamo molta più affinità per le radio libere, indipendenti o per i media attivisti che riflettono internet.
Voglio dire, che ci sono processi commerciali che sono valutati ampliamente perché c’è bisogno di salvare alcuni posti radio per un processo di riflessione. Di nuovo: perché loro erano i più grandi teorici e perché avevano anche le più grandi attitudini verso ciò che è avvenuto alla nostra cultura?
Ambedue, le teorie e le attitudini sono informate delle pratiche in un nuovo spazio media.

JB: Cosa esattamente può essere avvenuto? Tu dipingi un pezzo di un quadro che può essere chiamato a danzare per la radio arte libera.
Di che cosa c’è assolutamente bisogno per prendere parte in questo nuovo network media?

HG: Non vedo alcuna soluzione.
Le soluzioni non sono visibili a tutti nelle discussioni.
Per esempio: uno sulla net.art mostra che nessuno conosce una soluzione, nessuno ha una risposta.
Ognuno ha una domanda da chiedere.
Ma penso cosa è più importante, se uno è interessato a tutto riguardo la cultura e quale cultura, quali strategie si sono sviluppate per gruppi differenti che stanno formando nuovi progetti o qualunque cosa tu possa chiamare struttura, per il quale lavorano le persone, certamente aspetti che si domandino: "Come sta cambiando la nostra cultura?"
I gruppi sono molto importanti perché un territorio dove non c'è realmente un'arte individuale ti permette di essere come vuoi.
Io posso solamente vedere che i gruppi stanno cambiando costantemente e si possono chiamare artisti o non artisti.

Un più grande aspetto di Kunstradio, pare essere un normale programma radio settimanale; dove gli artisti hanno riconosciuto un certo tipo di tecnici che unendosi sono diventati co-autori.
Loro non possono fare senza questo tipo di impegno tecnico, che a turno stava cambiando.
Artisti che trovavano soluzioni differenti e individui che venivano dalla musica, altri dalla danza, c’erano persone dell’arte visiva, persone della letteratura ed erano rimescolati in gruppi.
Prendono lavori diversi, e sviluppano nuove strategie di produzione per questo nuovo modo di riunire i media.
Non è uno studio costante, sviluppando e ricercando un processo che ha bisogno di raggruppamenti.
Loro non sanno essere gruppi per la vita, ma solamente per i progetti.
Hanno anche visto i margini di un organizzazione di una città o qualcos'altro.
Tale azione è in difficoltà. Questo genere di networking prende posto anche tra le persone e che i dubbi creino speranza.

JB: Lei viene dalle arti visive, ma è ora generalmente nella arte dei suoni. Come è accaduto il cambiamento e le piace? Ora con la net.radio si sta muovendo l’arte visuale, ha qualche rammarico?

HG:Io ho iniziato riportando e scrivendo sull’arte visuale, ma che non era un mezzo visivo di tutti.
Non c’era neanche internet dove potevo aver fatto piccole riproduzioni di qualcosa di cui stavo parlando.
Era appena un medium dove potevi parlare e fare interviste.
Tutt’ora quando vado nelle rappresentazioni di performance arte, c’era l’arte concettuale e tutti i generi di arte dematerializzata.
Le teorie degli artisti che facevano questo lavoro erano molto importanti.
Così mi sono mossa in modo più naturale.
Ho conosciuto molte persone che stavano lavorando come artisti nelle radio, con un esempio di vere radio.
C’era un più naturale oggetto dove non era necessario avere immagini fisiche per questo tipo di attività di arte visuale.
Ha dematerializzato, fuori dall’immagine fisica o di un oggetto.
Ora ci sono immagini sul web, ma loro hanno solamente un aspetto, un modo che si può interpretare con i dati.
Penso che ci sono più persone che stanno lavorando per veder rilanciato anche questo modo. Loro vedono un intera serie di possibilità per fare qualcosa con i dati.
La base di tutto è la distribuzione con informazioni.

L’intera nozione di arte è cambiata per gradi, dove il nome è una domanda.
Ci sono molte domande di autori che si vogliono chiamare artisti.
Ma c’è ancora qualcosa che va oltre, che penso sia importante per la nostra cultura.
Tutto ciò è affascinante.
Io non sono un’artista, non lo sono stata mai e non lo sarò mai.
Io ho cambiato dal fare la cronaca su oggetti coinvolti nell’organizzazione allo sviluppo di progetti.
Il quale corso è un campo molto interessante...