Ippolito Jon: differenze tra le versioni

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== Opere ==
 
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Sentences on Adversarial Collaboration 1994
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State of the Art 1995
 
State of the Art 1995
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Experiments in Variable Media 1999
 
Experiments in Variable Media 1999
  
'''The Unreliable Archivist''' (L’Archivista non fidato): un’opera che Steve Dietz commissiona al collettivo Cohen-Frank-Ippolito che usa ada’web come base di una modalità alternativa e ? di archiviazione.  
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'''The Unreliable Archivist''' (L’Archivista non fidato): un’opera che Steve Dietz commissiona al collettivo Cohen-Frank-Ippolito che usa ada’web come base di una modalità alternativa e “artistica�? di archiviazione.  
Il collettivo, Cohen-Frank- Ippolito, mette in atto di solito una “adversarial ?, adotta un atteggiamento ad un tempo conflittuale e parassitario con il “raw ?  offerto da ada’web.
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Il collettivo, Cohen-Frank- Ippolito, mette in atto di solito una “adversarial collaboration�?, adotta un atteggiamento ad un tempo conflittuale e parassitario con il “raw material�?  offerto da ada’web.
 
Il progetto si diverte a smontare e rimontare ada’web archiviando i materiali in
 
Il progetto si diverte a smontare e rimontare ada’web archiviando i materiali in
 
maniera disordinata e sulla base di criteri non tradizionali e soggettivi.
 
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La competitività sta alla base ed ogni artista è un avversario. Differenti contesti che creano dei conflitti. Il lavoro tende proprio a mettere in evidenza i conflitti che nascono quando tre egos separati scelgono di interagire. Non è importante che i conflitti si risolvano ma il modo in cui si risolvono che è sempre imprevedibile, sorprendente e provocante. I diversi punti di vista tendono a scontrarsi più che  a mescolarsi. Lo scontro non è fra gli artisti ma fra le pagine Web. Agisce su di esse come un atomo frantumato che le riporta alle particelle elementari e le fonde di nuovo insieme in una ricombinazione non intenzionale (frantumazione delle categorie) e quindi l’interesse per l’archiviazione dei networked-based media: un archivista che ha conservato le parti ma che ha mescolato a quali pagine appartengono; mescolare che è più appropriato alla dinamicità del web. Il problema dell’obloscenza della piattaforma pone il problema di archiviare, oltre ai lavori, anche il software e l’hardware appropriati per farsi che i lavori digitali siano visibili. Per cui un programmatore/conservatore deve scrivere una qualche sorta di Patch che permetta ai vecchi lavori di essere visti utilizzando le tecnologie disponibili. L’arte creta per il web morirà se non potrà essere rimaneggiata negli anni a venire.
 
La competitività sta alla base ed ogni artista è un avversario. Differenti contesti che creano dei conflitti. Il lavoro tende proprio a mettere in evidenza i conflitti che nascono quando tre egos separati scelgono di interagire. Non è importante che i conflitti si risolvano ma il modo in cui si risolvono che è sempre imprevedibile, sorprendente e provocante. I diversi punti di vista tendono a scontrarsi più che  a mescolarsi. Lo scontro non è fra gli artisti ma fra le pagine Web. Agisce su di esse come un atomo frantumato che le riporta alle particelle elementari e le fonde di nuovo insieme in una ricombinazione non intenzionale (frantumazione delle categorie) e quindi l’interesse per l’archiviazione dei networked-based media: un archivista che ha conservato le parti ma che ha mescolato a quali pagine appartengono; mescolare che è più appropriato alla dinamicità del web. Il problema dell’obloscenza della piattaforma pone il problema di archiviare, oltre ai lavori, anche il software e l’hardware appropriati per farsi che i lavori digitali siano visibili. Per cui un programmatore/conservatore deve scrivere una qualche sorta di Patch che permetta ai vecchi lavori di essere visti utilizzando le tecnologie disponibili. L’arte creta per il web morirà se non potrà essere rimaneggiata negli anni a venire.
ogni lavoro parte da una lunga discussione da cui nasce un progetto basato su adversarial collaborations (collaborazioni avversarie). Si valuta lo spazio ed il contesto in cui il lavoro dovrà essere mostrato e si confrontano le idee. Si accetta la sfida di altri artisti considerati come avversari. Il lavoro mira a rivelare e non a nascondere lo scambio di idee ed i conflitti. Non esiste il compromesso. Ogni particolare del lavoro è raggiunto soltanto attraverso un porsi domande in modo rigoroso, mediante  il dibattito e negoziazioni strategiche. Il metodo è quello di non condiderare le pagine web come un unico pezzo, ma come risultato di molti componenti assemblati e intercambiabili. Frantumazione e ricomposizione a caso, da qui l’archiviazione dei networked-based media, diversa dall’archiviazione dei media statici: qualcosa fuori dalla sincronizzazione e sintonizzato in un’altra chiave. “Se le immagini ed i testi che compongono una pagina arrivano da strade e da fonti diverse e sono messe insieme una volta che appaiono sullo schermo, perché devono essere messe insieme nell’archivio?? (Jon Ippolito)
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ogni lavoro parte da una lunga discussione da cui nasce un progetto basato su adversarial collaborations (collaborazioni avversarie). Si valuta lo spazio ed il contesto in cui il lavoro dovrà essere mostrato e si confrontano le idee. Si accetta la sfida di altri artisti considerati come avversari. Il lavoro mira a rivelare e non a nascondere lo scambio di idee ed i conflitti. Non esiste il compromesso. Ogni particolare del lavoro è raggiunto soltanto attraverso un porsi domande in modo rigoroso, mediante  il dibattito e negoziazioni strategiche. Il metodo è quello di non condiderare le pagine web come un unico pezzo, ma come risultato di molti componenti assemblati e intercambiabili. Frantumazione e ricomposizione a caso, da qui l’archiviazione dei networked-based media, diversa dall’archiviazione dei media statici: qualcosa fuori dalla sincronizzazione e sintonizzato in un’altra chiave. “Se le immagini ed i testi che compongono una pagina arrivano da strade e da fonti diverse e sono messe insieme una volta che appaiono sullo schermo, perché devono essere messe insieme nell’archivio?? (Jon Ippolito)
  
 
== Webliografia ==
 
== Webliografia ==

Revisione 18:04, 26 Mar 2007

Jon Ippolito

Ippolito Jon

Biografia

1991 ad oggi Collaborazione con Janet Cohen e Keith Frank. Stanno acconsentendo a non essere d'accordo dalla loro prima adversarial collaboration, Casting Lots, nel 1993, basando ogni lavoro su un evento competitivo particolare. Il loro lavoro digitale è stato presentato alla Sandra Gering Gallery Ondine ed a SIGGRAPH 97; nel 1997 hanno ricevuto il premio Louis Comfort Tiffany award per il loro lavoro.

dal 1991 Aiuto Curatore di Media Arts di Guggenheim. Curatore e coordinatore mostre e simposii su contemporary and media art; incaricato online per la collezione permanente artworks; coordinatore the museum's Variable Media Initiative; scrittore ed editore cataloghi essays and wall texts; conferenziere su mostre e collezioni storiche ; ha disegnato e commissionato CyberAtlas online projects; ha pubblicato New-Media Watch section su Guggenheim Magazine.

1989-91 M.F.A. in Painting and Printmaking from Yale. Ha insegnato calcolo e computer presso New Haven Yeshiva..

1986-89 Artist-in-Residence presso University of Pennsylvania, Ware College. Conferenziere su art techniques, ha insegnato figure drawing, ed ha organizzato discussioni e tours di local museums. Ha studiato pittura con John Moore e David Hannah presso the Tyler School of Art e con Robert Beauchamp e James Lechay presso the Studio Art School of the Aegean. Mentre in Philadelphia, ha insegnato scrittura, computer literacy, e matematica a reduci del Vietnam.

1984-86 Istruttore presso Overseas School di Roma. Ha insegnato writing and fencing. Ha viaggiato in Europa Occidentale e Scandinavia, Yugoslavia, e Egypt.

1980-84 B.A. in Physics and Astrophysics in Harvard. Laureato con onore in entrambi. Ricercatore presso Harvard e the Smithsonian. Ha studiato scultura con Dimitri Hadzi.

Opere

Sentences on Adversarial Collaboration 1994

State of the Art 1995

Agree to Disagree Online 1996

Variorum of Past Projects 1997

The Unreliable Archivist 1998

Experiments in Variable Media 1999

The Unreliable Archivist (L’Archivista non fidato): un’opera che Steve Dietz commissiona al collettivo Cohen-Frank-Ippolito che usa ada’web come base di una modalità alternativa e “artistica�? di archiviazione. Il collettivo, Cohen-Frank- Ippolito, mette in atto di solito una “adversarial collaboration�?, adotta un atteggiamento ad un tempo conflittuale e parassitario con il “raw material�? offerto da ada’web. Il progetto si diverte a smontare e rimontare ada’web archiviando i materiali in maniera disordinata e sulla base di criteri non tradizionali e soggettivi. The Unreliable Archivist, rimappando dei dati tratti dal sito adaweb, esplora in modo illuminante e sorprendente il rapporto tra ospite e parassita, database e contenuto, punto di vista e utente.

Musei

Bibliografia

Interview by Liisa Ogburn, "What's Your Story: Jon Ippolito," Eatthesewords.com, October 2, 2001.

Frances Richard, "Utterance Is Place Enough," Cabinet (New York) no. 2 (Spring 2001), pp. 76-81.

Diamante D'Alessio, "Il cantastorie della Rete," Panorama Next, (Milan) no. 45 (November 2000), p. 80.p

Matthew Mirapaul, "What If Cinderella Hadn't Married the Prince?," The New York Times, September TK, 2000, p. TK.

Robert Atkins, "State of the (On-line) Art," Art in America (New York) 87, no. 4 (April 1999), pp. 89-93, 95.

Jon Goldstein, "Sites for Sore Eyes," Time Digital (New York), April 27, 1998, p. 11.

James Meyer, "Nostalgia and Memory: Legacies of the 1960s in Recent Work," Works from the Herbig Collection (New York: Christie's, 1998), pp. 26-35.

Barry Schwabsky, "Notes on Performative Art: Part 1" in art/text (Pasadena/Paddington) no. 59 (February-April 1998), pp. 40-43.


Sito web

www.three.org

http://www.walkerart.org/gallery9/three/g9_ua_interview.html

Poetica

La competitività sta alla base ed ogni artista è un avversario. Differenti contesti che creano dei conflitti. Il lavoro tende proprio a mettere in evidenza i conflitti che nascono quando tre egos separati scelgono di interagire. Non è importante che i conflitti si risolvano ma il modo in cui si risolvono che è sempre imprevedibile, sorprendente e provocante. I diversi punti di vista tendono a scontrarsi più che a mescolarsi. Lo scontro non è fra gli artisti ma fra le pagine Web. Agisce su di esse come un atomo frantumato che le riporta alle particelle elementari e le fonde di nuovo insieme in una ricombinazione non intenzionale (frantumazione delle categorie) e quindi l’interesse per l’archiviazione dei networked-based media: un archivista che ha conservato le parti ma che ha mescolato a quali pagine appartengono; mescolare che è più appropriato alla dinamicità del web. Il problema dell’obloscenza della piattaforma pone il problema di archiviare, oltre ai lavori, anche il software e l’hardware appropriati per farsi che i lavori digitali siano visibili. Per cui un programmatore/conservatore deve scrivere una qualche sorta di Patch che permetta ai vecchi lavori di essere visti utilizzando le tecnologie disponibili. L’arte creta per il web morirà se non potrà essere rimaneggiata negli anni a venire. ogni lavoro parte da una lunga discussione da cui nasce un progetto basato su adversarial collaborations (collaborazioni avversarie). Si valuta lo spazio ed il contesto in cui il lavoro dovrà essere mostrato e si confrontano le idee. Si accetta la sfida di altri artisti considerati come avversari. Il lavoro mira a rivelare e non a nascondere lo scambio di idee ed i conflitti. Non esiste il compromesso. Ogni particolare del lavoro è raggiunto soltanto attraverso un porsi domande in modo rigoroso, mediante il dibattito e negoziazioni strategiche. Il metodo è quello di non condiderare le pagine web come un unico pezzo, ma come risultato di molti componenti assemblati e intercambiabili. Frantumazione e ricomposizione a caso, da qui l’archiviazione dei networked-based media, diversa dall’archiviazione dei media statici: qualcosa fuori dalla sincronizzazione e sintonizzato in un’altra chiave. “Se le immagini ed i testi che compongono una pagina arrivano da strade e da fonti diverse e sono messe insieme una volta che appaiono sullo schermo, perché devono essere messe insieme nell’archivio?�? (Jon Ippolito)

Webliografia

Agree to Disagree Online, featured in Beyond Interface

http://www.three.org/agree/atd-f.html

Cohen/Frank/Ippolito home page

http://www.three.org/

Sentences on Adversarial Collaboration

http://www.three.org/sentences/sac-f-6.html

Varorium of Past Projects

http://www.three.org/variorum/index.html

Information on the Artists

http://www.three.org/intro/text-f.html

Jon Ippolito home page

http://www.nyu.edu/classes/blais/jci/

Sandra Gering Online

http://www.GeringGallery.com

"Saying: Words for Electronic Discourse," SIGGRAPH97

http://www.siggraph.org/s97/conference/sketches/artdesign/t2.html