Kahn Louis

Tratto da EduEDA
Jump to: navigation, search

L’UTOPIA MONUMENTALE DELLA FORMA: LOUIS KAHN


biografia:

Louis I. Kahn nasce il 20 febbraio 1901 nell'isola di Osel, Lettonia, da Leopold e Bertha Mendelsohn Kahn. Nel 1905 i genitori emigrano negli Stati Uniti. Già nel 1913 riceve II primo premio al concorso d'arte nella città di Wana-maveo. La cittadinanza americana gli viene conferita nel 1915 insieme ai genitori. Dal 1916 al 1920 frequenta il « Graphic Sketch Club », quindi la Scuola d'arte del Fleisher Memoria e la Scuola di arti industriali per i corsi di disegno. Nel 1920 ottiene il primo premio di disegno per la Highschool di Filadelfia offerta dall'Accademia di Belle Arti. Dal 1920 al 1924 è allievo alla Scuola di Belle Arti della Pennsylvania University, ove si laurea in Architettura. Nel 1921 lavora nello studio di architettura Hoffman e Henon come disegnatore. Nel 1923 entra nella Pennsylvania University come assistente e diviene Chief-Designer nello studio dell'architetto John Molitor, City Architect di Filadelfia. Proprio in funzione della sua esperienza, nell'ufficio di Molitor, viene incaricato del controllo della progettazione del piano regolatore di Filadelfia nella qualità di « Chief Designer » (progettista capo). Nel 1928 intraprende un viaggio in Europa. In questi anni espone disegni e dipinti all'Accademia di Belle Arti e nel 1929 cambia ancora studio collaborando con Paul Cret. Nel 1930 sposa Ester Virginia Israeli, dieci anni dopo gli nasce una figlia, Sue Ann. Dal dicembre 1930 al febbraio 1932 lavora presso gli architetti Zartinger e Medary. In seguito alla grande crisi del 1929 organizza un gruppo di ricerca di circa 30 architetti ed ingegneri disoccupati e ne assume la dIrezione. Il gruppo elabora progetti urbanistici e di edilizia residenziale per la bonifica degli slums e studia nuovi sistemi costruttivi. Nel 1934 decide di aprire in proprio in Filadelfia uno studio di architettura. Nel 1936 espone il suo quartiere « Jersey Home Steads » alla Mostra di Architettura al Museo d'Arte Moderna di New York. Nel 1937 è consulente del « Philadelphia Housing Authority » e nel 1939 del « U.S. Housing Authority », enti che sovraintendono all'edilizia pubblica residenziale. Nel 1941 si associa con George Howe e nel 1942-43 si unisce con quest'ultimo a Oscar Stonorov. Dal 1946 al 1952 è consulente della Commission del piano regolatore di Filadelfia. Dal 1947 al 1952 come Chief-Critic si occupa delle progettazioni dell'ampliamento dell'Università di Vale, ove insegnerà per 10 anni fino al 1957. Nel 1950 è a Roma presso l'American Academy per un anno, e nello stesso anno il Governo Israeliano lo invita come consulente per la pianificazione e l'edilizia abitativa. Dal 1951 al 1954 si occupa, come urbanista, del grande piano di ristrutturazione di Filadelfia, nel 1953 viene eletto membro onorario dell'American Institute of Architects. Nel 1956 insegna al Massachusetts Institute of Technology a Cambridge, quindi nel 1957 all'Università di Pennsylvania. Nel 1959 tiene la relazione conclusiva al XX Congresso del CIAM in Olanda. Nel 1960 ottiene il premio Arnold Brunner. Gli anni sessanta lo impegnarono in conferenze in quasi tutti gli Stati dell'America. Nel 1960 va in Giappone invitato alla Conferenza Mondiale di Design. Nel 1962 pronuncia un discorso inaugurale al Royal Institute of British Architects a Londra. Nel 1974 un attacco cardiaco lo stronca all'apice della sua pur lunga carriera.




Opere:

  • 1948-49 Weiss House, Montgomery County, Pennsylvania.
  • 1951-53 Vale University Art Gallery, New Haven, Connecticut (con Douglas I. Orr).
  • 1952-53 Piano urbanistico per il centro della città, Philadelphia, Pennsylvania (progetto).
  • 1952-57 City Tower, Philadelphia, Pennsylvania (progetto) (con Anne Griswold Tyng).
  • 1955-56 Bath House, Trenton Jewish Community Center, Trenton, New Jersey.
  • 1957-64 Richards Medicai Research Building, University of Pennsylvania, Philadelphia, Pennsylvania.
  • 1959-61 Esherik House, Chestnut Hill, Pennsylvania.
  • 1959-65 Salk Institute for Biologìcal Studies, San Diego, California.
  • 1959-74 First Unitarian Church, Rochester, New York.
  • 1960 Fisher House, Hatboro, Pennsylvania.
  • 1961-64 Fine Arts Building per la Fort Wayne Fine Arts Foundation Inc., Fort Wayne, Indiana (progetto).
  • 1961-70 Mikveh Israel Synagogue, Philadelphia, Pennsylvania (progetto).



Bibliografia:

  • Norbert-Schulz C., Luois kahn,idea e immagine, OFFICINA EDIZIONI,Roma 1980
  • Brughieri N., Buoni Edifici,Meravigliose Rovine,FELTRINELLI,Milano 2002
  • Kahn N., My architect,alla ricerca di Luois Kahn,documentario distribuito dalla NIKADO 2004
  • Bonaiti M., Architettura é, ELECTA



Poetica:

Kahn raggiunge la pienezza del suo linguaggio e appare nella scena internazionale solo negli anni sessanta.



Ordine strutturale e ordine costruttivo sono due sistemi che nell'opera di Kahn rimangono ben separati e assumono un ruolo differente nell'applicazione pratica al progetto. L'ordine strutturale è il pensiero della costruzione, non è misurabile, e a esso corrisponde la definizione della forma e del sistema volumetrico dell'edificio. L’ordine costruttivo è la messa in opera dell'ordine strutturale. A esso spetta la definizione concreta della materia e del sistema di metterla insieme e dividerla, di rappresentare la sua forza, la sua gravità, la sua massa attraverso un sistema di misure e di dimensioni. Luce, aria e suono si confrontano con il sistema costruttivo e solo grazie a esso divengono elementi reali del progetto. L’ordine costruito che chiamerà anche più semplicemente progetto, presuppone la scelta di un materiale, e viceversa. Una struttura assemblata con travi di legno non ha lo stesso sistema di un muro costruito con pietre e mattoni, a sua volta questo è differente da uno gettato in cemento armato,non si esegue nello stesso modo, non si può disegnare con le stesse forme, anche se potrebbe seguire lo stesso ordine strutturale. Mentre l'ordine strutturale rimane nel mondo delle idee di progetto, l'ordine costruttivo necessita di calarsi profondamente nella realtà delle cose concrete,studiare la natura dei materiali,le sue qualità intrinseche, il sistema e l'organizzazione per la realizzazione. La conoscenza delle regole che comandano il cantiere,( le fasi di messa in opera, la specializzazione della manovalanza, il livello di industrializzazione, gli aiuti meccanici,i tempi e i costi) incidono e influenzeranno di conseguenza l’ordine costruttivo. Il modo di congiungere e unire differenti elementi e differenti materiali deve però rivelare la scelta strutturale e esserne l'evidente espressione.

Per Kahn il progetto deve svilupparsi da una logica operativa senza alcun pregiudizio di natura estetica. La bellezza si rivela al riconoscere nella costruzione i segni e le tracce del lavoro umano. Non cercava l'originalità con l'impiego di nuovi materiali, piuttosto si occupava di tecniche inedite di assemblaggio di materiali consueti. Non cercava la vana negazione della gravità e la grande trasparenza. Al contrario si sforzava di riconoscere e di esprimere la pesantezza come legge della natura per meglio modulare lo spazio e la luce con una struttura perenne. L'architettura di Kahn è il frutto di principi etici estremamente rigorosi, per i quali la logica costruttiva e strutturale di un edificio deve trovare espressione diretta e manifesta. Non solo ogni elemento della costruzione e della struttura deve apparire per quello che è, cioè non deve in alcun modo essere nascosto o rivestito, ma l'architettura stessa deve esaltare questa leggibilità. Una struttura deve rappresentare in maniera chiara il sistema d'assemblaggio di ogni pezzo,confermare ogni caratteristica e ruolo dei singoli elementi, portati o portanti, secondari o primari. Il suo scopo è dare ad ogni funzione un proprio spazio,classificare le funzioni secondo la loro importanza.E’ tipica,per esempio la divisione tra zone di servizio e spazi serviti,e che rispecchia il principio compositivo più caro a Louis Kahn,un “sistema ordinatore“ che trova espressione nei semplicità dei volumi geometrici e nel valore che da all’impostazione della struttura portante. A differenza di [Le Corbusier],non rappresenta una costrizione,bensì un modo per dare carattere alle cose. Il linguaggio architettonico di Kahn subisce, dalla fine degli anni cinquanta, una forte influenza verso l'architettura dell'Antica Roma che culminerà con il suo secondo viaggio in Italia, ospite per tre mesi della Accademia Americana, nell'annesso di Villa Aurelia. Affascinato da sempre dalle forme architettoniche degli edifici classici,durante il soggiorno all'Accademia avra’ modo di fare l'esperienza diretta con la viva forza della classicità, e con la consistenza massiccia della massa muraria che fin ora conosceva attraverso libri e stampe.

Scrive al suo studio in una lettera del 6 dicembre 1950:


Alcuni la interpretano come una sorta di nostalgia,in realtà per lui la storia costituisce proprio una sollecitazione e uno stimolo di creatività.


L’operazione di astrazione che fa ad esempio dell’elemento colonna, nel Parlamento di Dacca,è un esempio chiarificatore. Il significato del suo storicismo sta in questa necessità di far rivivere,rinnovandolo,i segni formali della storia. Da non confondere con la citazione o l’assemblaggio di pezzi di architetture storiche,propria del [postmoderno]. Quelle di kahn non sono citazioni, è un recupero che attinge alla forza espressiva e alla grande scala,poiché è questo lo spirito che anima i sui progetti.

Il senso dello storicismo di Kahn è legato alla vocazione monumentale. L’interesse verso la massa del muro e la forza della materia lo rese lontano dai suoi contemporanei. I [funzionalisti moderni], parlavano in termini di trasparenza,leggerezza e movimento e bandirono parole come robustezza e forza, sinonimi di regimi passati, di cui ogni possibile riferimento era bandito.

La ricerca di una "monumentalità primaria" affonda le sue radici nella grande architettura visionaria dell’illuminismo francese, in particolare modo di Ledoux e Boullée. Per alcuni Kahn sembra averne recepito l'insegnamento e catturato l'eredità, per altri sembra averne conseguito una semplice riduzione formale. Quando torna in Italia nel 1950 vide l'imponente vestigia informe dei muri rossi di mattoni e riconoscendovi un passaggio di ritorno all'architettura dei primi antichi: gli egiziani, gli assiri, i babilonesi, i fenici e tutti coloro che, nella visione della storia di Kahn, hanno preceduto Atene e il "classicismo murario augusteo" bianco, rivestito di marmo. Le impressioni e suggestioni schizzate su un taccuino varranno una vita d'architetto: la forza spettrale delle ombre proiettate sui volumi ciechi, il buio assoluto che riempie i vani dei livelli inferiori, il cielo scrutato attraverso le aperture di quelli superiori sono vissute come un'esperienza architettonica. Kahn impiegherà i venticinque anni successivi a progettare e costruire quanto aveva visto in quei due mesi di vacanze romane. Oltre allo spirito monumentale,dato dato dal forte rigore,dalla grande scala,sarà lo spirito della rovina ha permeare qualsiasi progetto successivo al soggiorno a Roma del 1950. Ciò che lo affascina delle rovine è la loro riacquisita natura originaria fatta di sola forma e sola materia.

Lo spirito della rovina,così quello storico e monumentale, va interpretato ancora una volta come volontà di sintesi simbolica tra il valore spaziale e quello temporale.

Non tutti gli edifici sono funzionali,essi devono funzionare, ma funzionare anche a livello psicologico,la funzione psicologia è una funzione di primaria importanza... è l'idea conduce Kahn ad un’architettura che non si accontenta solamente del fattore utilitario.