Klein Naomi: differenze tra le versioni

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Naomi Klein  
 
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Personaggio: Naomi Klein
 
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Breve biografia
 
Breve biografia
 
 
Naomi Klein è nata a Montreal, da una regista femminista e da un medico militante di sinistra entrambi oppositori della guerra in Vietnam fuggiti in Canada per la loro attività politica . Naomi ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a contestare i genitori per "i marchi" che loro le imponevano e lei mai avrebbe partecipato all'«economia del logo», preferendo diventare, così come hanno fatto molti ricercatori scientifici, docenti universitari , un semplice «nodo», al pari di altri, di una rete sociale di attivisti, condividendo così con altri il loro sapere, senza per questo rivendicare per sé nessun «status» particolare. Naomi ha sofferto per la costrizione del marchio fino agli anni dell'università. "Ne sono uscita con un atto di forza - racconta - come un tossicodipendente che si libera dalla droga". Interrotti gli studi si è gettata a capofitto nella contestazione dedicandosi alla realizzazione del progetto "No Logo". Giornalista e scrittrice, scrive per il quotidiano canadese Globe and Mail e collabora con The Guardian (Gran Bretagna) e Internazionale. È divenuta famosa in tutto il mondo con il libro No logo, dedicato al pensiero e ai movimenti no-global. E’ sposata con il  regista  Avi Lewis, con il quale condivide impegno politico e attività lavorativa.
 
Naomi Klein è nata a Montreal, da una regista femminista e da un medico militante di sinistra entrambi oppositori della guerra in Vietnam fuggiti in Canada per la loro attività politica . Naomi ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a contestare i genitori per "i marchi" che loro le imponevano e lei mai avrebbe partecipato all'«economia del logo», preferendo diventare, così come hanno fatto molti ricercatori scientifici, docenti universitari , un semplice «nodo», al pari di altri, di una rete sociale di attivisti, condividendo così con altri il loro sapere, senza per questo rivendicare per sé nessun «status» particolare. Naomi ha sofferto per la costrizione del marchio fino agli anni dell'università. "Ne sono uscita con un atto di forza - racconta - come un tossicodipendente che si libera dalla droga". Interrotti gli studi si è gettata a capofitto nella contestazione dedicandosi alla realizzazione del progetto "No Logo". Giornalista e scrittrice, scrive per il quotidiano canadese Globe and Mail e collabora con The Guardian (Gran Bretagna) e Internazionale. È divenuta famosa in tutto il mondo con il libro No logo, dedicato al pensiero e ai movimenti no-global. E’ sposata con il  regista  Avi Lewis, con il quale condivide impegno politico e attività lavorativa.
 
 
  
 
La poetica:
 
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Le opere:
 
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Il documentario di Naomi Klein The take, esperienza cinematografica condivisa con il marito, il  regista  Avi Lewis,  racconta  le storie di padri di famiglia, giovani che avevano ormai perso ogni speranza, anziani operai, irriducibili mogli, alle prese con curatori fallimentari, decisioni di tribunali, frustranti ostacoli burocratici, la minaccia concreta della repressione violenta da parte della polizia, con un solo grande obiettivo: continuare a vivere del loro lavoro, di quello che sanno e vogliono fare, senza l'aiuto dei padroni. Nel film, alla periferia di Buenos Aires, trenta operai disoccupati entrano nella loro fabbrica e non vogliono più abbandonarla. Chiedono solo di far ripartire le macchine ferme. Alla vigilia della drammatica crisi economica del 2001, la più ricca borghesia dell’America latina si ritrova in una città fantasma con fabbriche abbandonate e un’enorme disoccupazione. Freddy, il presidente della nuova cooperativa degli operai, e Lalo, il politico del Movimento delle società recuperate, sanno che il successo non è assicurato. Devono affrontare tribunali, polizia e politici che possono dar loro protezione legale o sbatterli fuori dalla fabbrica con violenza. La storia della lotta degli operai ha sullo sfondo le cruciali elezione presidenziali dove l’architetto del collasso, Carlos Menem, è il favorito. Armati solo di fionde e di una fede duratura nella democrazia della base operaia, i lavoratori affrontano i loro capi, i banchieri e un intero sistema che vede le loro amate fabbriche solo come rottami da vendere. Si organizzano, si autotassano, si assicurano l'appoggio della popolazione locale, intrecciano rapporti con altre aziende che stanno vivendo la loro stessa situazione intessendo una rete di reciproco sostegno. Una ricetta rivoluzionaria fatta di piccoli passi, che rifugge dalle seduzioni utopistiche delle ideologie e liquida la politica come un fatto secondario, estraneo alle loro reali necessità.
 
Il documentario di Naomi Klein The take, esperienza cinematografica condivisa con il marito, il  regista  Avi Lewis,  racconta  le storie di padri di famiglia, giovani che avevano ormai perso ogni speranza, anziani operai, irriducibili mogli, alle prese con curatori fallimentari, decisioni di tribunali, frustranti ostacoli burocratici, la minaccia concreta della repressione violenta da parte della polizia, con un solo grande obiettivo: continuare a vivere del loro lavoro, di quello che sanno e vogliono fare, senza l'aiuto dei padroni. Nel film, alla periferia di Buenos Aires, trenta operai disoccupati entrano nella loro fabbrica e non vogliono più abbandonarla. Chiedono solo di far ripartire le macchine ferme. Alla vigilia della drammatica crisi economica del 2001, la più ricca borghesia dell’America latina si ritrova in una città fantasma con fabbriche abbandonate e un’enorme disoccupazione. Freddy, il presidente della nuova cooperativa degli operai, e Lalo, il politico del Movimento delle società recuperate, sanno che il successo non è assicurato. Devono affrontare tribunali, polizia e politici che possono dar loro protezione legale o sbatterli fuori dalla fabbrica con violenza. La storia della lotta degli operai ha sullo sfondo le cruciali elezione presidenziali dove l’architetto del collasso, Carlos Menem, è il favorito. Armati solo di fionde e di una fede duratura nella democrazia della base operaia, i lavoratori affrontano i loro capi, i banchieri e un intero sistema che vede le loro amate fabbriche solo come rottami da vendere. Si organizzano, si autotassano, si assicurano l'appoggio della popolazione locale, intrecciano rapporti con altre aziende che stanno vivendo la loro stessa situazione intessendo una rete di reciproco sostegno. Una ricetta rivoluzionaria fatta di piccoli passi, che rifugge dalle seduzioni utopistiche delle ideologie e liquida la politica come un fatto secondario, estraneo alle loro reali necessità.
 
  
 
 
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Bibiliografia:
 
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Klein Naomi, No logo: economia globale e nuova contestazione, Baldini e Castoldi, Milano, 2001
 
Klein Naomi, No logo: economia globale e nuova contestazione, Baldini e Castoldi, Milano, 2001
 
 
Klein Naomi, No logo. Economia globale e nuova contestazione, Baldini e Castoldi, Milano, 2002
 
Klein Naomi, No logo. Economia globale e nuova contestazione, Baldini e Castoldi, Milano, 2002
 
 
Klein Naomi, Recinti e finestre. Dispacci dalle prime linee del dibattito sulla globalizzazione, Baldini Castoldi Dalai, 2003
 
Klein Naomi, Recinti e finestre. Dispacci dalle prime linee del dibattito sulla globalizzazione, Baldini Castoldi Dalai, 2003
 
 
Klein Naomi, D'Eramo Marco, Della Sala Vitaliano, Global magazine  Democrazie in quarantena [vol 3] Manifestolibri, 2003
 
Klein Naomi, D'Eramo Marco, Della Sala Vitaliano, Global magazine  Democrazie in quarantena [vol 3] Manifestolibri, 2003
 
 
  
 
Webliografia:
 
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http://www.daddo.it/nologo.htm
 
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http://italy.indymedia.org/news/2005/03/754891.php   
 
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http://www.internazionale.it/firme/archivio.php?author_id=3  
 
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http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/010718.htm
 
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Revisione 16:10, 11 Apr 2005

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Naomi Klein

Personaggio: Naomi Klein

Breve biografia Naomi Klein è nata a Montreal, da una regista femminista e da un medico militante di sinistra entrambi oppositori della guerra in Vietnam fuggiti in Canada per la loro attività politica . Naomi ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a contestare i genitori per "i marchi" che loro le imponevano e lei mai avrebbe partecipato all'«economia del logo», preferendo diventare, così come hanno fatto molti ricercatori scientifici, docenti universitari , un semplice «nodo», al pari di altri, di una rete sociale di attivisti, condividendo così con altri il loro sapere, senza per questo rivendicare per sé nessun «status» particolare. Naomi ha sofferto per la costrizione del marchio fino agli anni dell'università. "Ne sono uscita con un atto di forza - racconta - come un tossicodipendente che si libera dalla droga". Interrotti gli studi si è gettata a capofitto nella contestazione dedicandosi alla realizzazione del progetto "No Logo". Giornalista e scrittrice, scrive per il quotidiano canadese Globe and Mail e collabora con The Guardian (Gran Bretagna) e Internazionale. È divenuta famosa in tutto il mondo con il libro No logo, dedicato al pensiero e ai movimenti no-global. E’ sposata con il regista Avi Lewis, con il quale condivide impegno politico e attività lavorativa.

La poetica:


Le opere:


Il documentario di Naomi Klein The take, esperienza cinematografica condivisa con il marito, il regista Avi Lewis, racconta le storie di padri di famiglia, giovani che avevano ormai perso ogni speranza, anziani operai, irriducibili mogli, alle prese con curatori fallimentari, decisioni di tribunali, frustranti ostacoli burocratici, la minaccia concreta della repressione violenta da parte della polizia, con un solo grande obiettivo: continuare a vivere del loro lavoro, di quello che sanno e vogliono fare, senza l'aiuto dei padroni. Nel film, alla periferia di Buenos Aires, trenta operai disoccupati entrano nella loro fabbrica e non vogliono più abbandonarla. Chiedono solo di far ripartire le macchine ferme. Alla vigilia della drammatica crisi economica del 2001, la più ricca borghesia dell’America latina si ritrova in una città fantasma con fabbriche abbandonate e un’enorme disoccupazione. Freddy, il presidente della nuova cooperativa degli operai, e Lalo, il politico del Movimento delle società recuperate, sanno che il successo non è assicurato. Devono affrontare tribunali, polizia e politici che possono dar loro protezione legale o sbatterli fuori dalla fabbrica con violenza. La storia della lotta degli operai ha sullo sfondo le cruciali elezione presidenziali dove l’architetto del collasso, Carlos Menem, è il favorito. Armati solo di fionde e di una fede duratura nella democrazia della base operaia, i lavoratori affrontano i loro capi, i banchieri e un intero sistema che vede le loro amate fabbriche solo come rottami da vendere. Si organizzano, si autotassano, si assicurano l'appoggio della popolazione locale, intrecciano rapporti con altre aziende che stanno vivendo la loro stessa situazione intessendo una rete di reciproco sostegno. Una ricetta rivoluzionaria fatta di piccoli passi, che rifugge dalle seduzioni utopistiche delle ideologie e liquida la politica come un fatto secondario, estraneo alle loro reali necessità.

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Bibiliografia: Klein Naomi, No logo: economia globale e nuova contestazione, Baldini e Castoldi, Milano, 2001 Klein Naomi, No logo. Economia globale e nuova contestazione, Baldini e Castoldi, Milano, 2002 Klein Naomi, Recinti e finestre. Dispacci dalle prime linee del dibattito sulla globalizzazione, Baldini Castoldi Dalai, 2003 Klein Naomi, D'Eramo Marco, Della Sala Vitaliano, Global magazine Democrazie in quarantena [vol 3] Manifestolibri, 2003

Webliografia: http://www.daddo.it/nologo.htm http://italy.indymedia.org/news/2005/03/754891.php http://www.internazionale.it/firme/archivio.php?author_id=3 http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/010718.htm