Koolhaas Rem

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Biografia essenziale 1968 - Studia presso la Architecture Association School a Londra 1972 - Riceve Harkness Fellowship per studiare negli Stati Uniti 1972/73 - Studia con O.M.Ungers presso la Cornell University 1973 - È Fellow presso l'Institute for Architecture and Urban Studies di New York 1975 - Fonda OMA, Office of Metropolitan Architecture con Madelon Vriesendorp ed Elia e Zoe Zenghelis 1975 - Insegna presso l'Institute for Architecture and Urban Studies di New York 1975 - Insegna presso la School of Architecture della University of California Los Angeles 1978 - Viene pubblicato il suo testo Delirious New York 1988/89 - Insegna presso la Technical University di Delft 1990 - Insegna presso la Harvard University, Cambridge, Massachusetts 1991/92 - Insegna presso la Rice University, Houston, Texas 1994 - Viene pubblicato il suo testo S, M, L, XL 1994 - Il Museum of Modern Art di New York gli dedica una mostra dal titolo Rem Koolhaas and the Place of Public Architecture 1995 - Oggi professore presso la Harvard University, Cambridge, Massachusetts


Opere 1974 - Residenza a Miami, Florida, USA 1975 - Hotel Sphinx, New York, USA 1976 - Hotel Welfare Palace, New York, USA 1986/1987 - Ristrutturazione dell'ampio insediamento Bijlmermeer, Amsterdam, Olanda 1986 - Harlemmermeer, Amsterdam, Olanda 1984 - National Dance Theater, L'Aia, Olanda 1985 - Morgan Bank, Amsterdam, Olanda 1986 - Municipio, L'Aia, Olanda 1987 - Netherlands Dance Theatre a L'Aia, Olanda 1988 - Netherlands Dance Theater, L'Aia, Olanda 1989 - ZKM - Zentrum für Kultur und Medien, Karlsruhe, Germania 1989 - Centro Internazionale di Affari, Lille, Francia 1990 - Centro Congressi, Agadir, Marocco 1990 - Stazione degli Autobus, Groningen, Olanda 1991 - Villa dall'Ava, Parigi, Francia 1991 - Nexus Housing, Fukuoka, Giappone 1992 - Yolohama Urban Ring, Yokohama, Giappone 1992 - Kunsthal a Rotterdam, Olanda 1993 - Museumspark Rotterdam, Rotterdam, Olanda 1994 - Lille Grand Palais, Lille, Francia 1994 - Masterplan per Euralille, Lille, Francia 1994 - Opera, Cardiff, Galles, Regno Unito 1994 - Miami Performing Arts Center, Miami, Florida, USA 1994 - 1995 - Risanamento della città di Almere, Olanda 1994 - 2000 - Service Tunnel, L'Aia, Olanda 1994 - 1995 Hypo-Theatiner-Centro a Gablerhaus, Monaco di Baviera, Germania 1995 - Inchon International Airport (Seoul International Airport) Seoul, Corea 1995 - Tate Gallery Extension, Londra, Inghilterra 1997 - Educatorium a Utrecht, Olanda 1998 - Ampliamento dell'Illinois Institute of Technology, IIT di Chicago, USA 1998 - Casa a Bordeaux, Francia 1999 - Deluxe townhouses, Amsterdam, Olanda 1999/00 - Biblioteca pubblica a Seattle 2000/01 - Guggenheim Las Vegas e Hermitage Guggenheim 2001 - New York Prada store 2001 - Los Angeles Prada store 2001 – Primo premio al concorso per il Los Angeles County Museum of Art 2002 - San Francisco Prada store 2002 – Progetto per il Master Plan Zeche Zollverein Essen – Germany termine dei lavori previsto per il 2008 2002 - Primo premio al concorso per Oslo Vestbanen 2002 - Primo premio al concorso per la stazione televisiva CCTV, Beijing, Cina

Premi e riconoscimenti 1974 Progressive Architecture Award (insieme a Laurinda Spear) 1986 Rotterdam Maaskant Prize, Olanda 1987 Japan Design Foundation Award 1991 Le Moniteur, Premio di Architettura per la Villa dall'Ava 1992 The Best Building in Japan for Housing, dall'Architectural Institute of Japan per Nexus Housing a Fukuoka in Giappone Premio Antonio Gaudì e Olympic Awards per il progetto urbanistico di Lille 1993 Visiting Scholar, The Getty Centre, Los Angeles, California Cultural Foundation Madrid Award 1997 American Institute of Architects (AIA) Book Award per S,M,L,XL 1999 L'equerre d'argent per la Casa a Bordeaux Premio Intensive Space Use dal Governo olandese per l'Almere masterplan Rietvaldprize per l'Educatorium a Utrecht 2000 Pritzker Architecture Prize 2000

Bibliografia essenziale Koolhaas R., Delirious New York: a Retroactive Manifesto for Manhattan, New York, Oxford University Press, 1978 Norberg-Schultz C., Louis I. Kahn: Idea e Immagine, Roma, Officina edizioni, 1980 Giurgola R. (a cura di), Louis I. Kahn, Bologna, Zanichelli, 1981 Lucan J., OMA-Rem Koolhaas : pour une culture de la congestion, Milan-Paris, Electa Moniteur, 1990 Koolhaas R., Mau B., S, M, L, XL Rotterdam, 010 Publishers, 1995 Koolhaas R., Conversations with Students, Princeton Architectural Press, Princeton, 1995 OMA/Rem Koolhaas 1992/1996, "El Croquis", n. 79, 1996 (numero monografico) Prestinenza Puglisi L., Rem Koolhaas : Trasparenze metropolitane, Torino, Testo & Immagine, 1997 OMA Rem Koolhaas Living, Vivre, Leben, Basel,, 1998 OMA Rem Koolhaas : 9 built projects 1987-97, Basel, Birkhäuser Verlag, 1998 Rocca A., Educatorium a Utrecht : Rem Koolhaas, Firenze, Alinea, 1999 OMA/AMO RI Koolhaas Projects for Prada Part 1 Fondazione Prada Edizioni, Milano 2001 Harvard Design School Guide to Shopping, Taschen Publishers, 2001 Content, Taschen Publishers, 2004

Poetica l’approccio di Koolhaas all’architettura è quello di un archeologo e di un pittore della vita moderna e si ispira ad una logica retroattiva. Tale logica trova concretizzazione immediata nel progetto architettonico e urbanistico fondato sull’inventario quanto più possibile clinico di ogni sito, anche se mediocre. Aprire gli occhi sulla realtà contemporanea richiede un duplice impegno. Per Koolhaas innanzitutto si tratta di non smarrire tra le pieghe della storia le circostanze che hanno condotto alla formazione oggi emblematiche della condizione moderna. Koolhaas afferma che ha avuto modo di verificare più volte secondo cui nelle pattumiere della storia si trova la maggior ricchezza di idee : quelle più screditate sul piano del buon gusto e più innovative a livello di contenuti. Questa logica è inoltre sorretta da un incontrollabile ottimismo , per cui anche nelle situazione di maggior degrado si può sempre trovare la premessa o la chiave di qualcosa di buono; non esiste situazione tanto deteriorata cui non si riesca a trovare un concetto retroattivo. Questa affermazione è vicina al pensiero budelairiano per cui lo spettacolo della vita elegante e delle migliaia di esistenze fluttuanti che circolano nelle viscere di una grande città dimostra e ci basta aprire gli occhi per prendere coscienza del nostro eroismo. Non è a caso che Koolhaas citi spesso Baudelaire, il poeta che amava contemplare l’eterna bellezza e sorprendente armonia nella vita delle capitali, i paesaggi della grande città per scoprirne tutta la misteriosa bellezza, il fantastico reale della vita, il carattere di ciò che Koolhaas stesso ebbe a indicare come modernità .In particolare guardando la metropoli e il mondo delle periferie, Koolhaas ne rileva la terrificante bellezza e su questa base elabora il proprio metodo di intervento : quello di una sistematica idealizzazione di una automatica sopravvalutazione dell’esistente, intesa a consentire di sfruttarne tutte le potenzialità La logica retroattiva, vera e propria di ritorno all’ambiente, conferisce legittimità al progetto architettonico e lo inscrive al tempo stesso in una dimensione razionale. Infatti l’OMA si esprime spesso attraverso serie o sequenze di schemi che permettono di seguire lo sviluppo di una dimostrazione, le tappe di un ragionamento, ma sembrano anche condurre in modo ineluttabile ad un significato che, fatalmente non potrebbe essere diverso da quello che ci viene presentato. Il lavoro dell’OMA è anche fatto di incertezze di azioni deliberate che non sono mera conseguenza di deduzioni scientifiche. La logica retroattiva non ha nulla a che vedere con un malinteso revivalismo, non è un ritorno al passato né una regressione , ma piuttosto una forma di ottimismo hegeliano . I requisiti dell’architettura di Rem Koolhaas, come egli stesso ebbe a definirli più volte quando precisava gli obiettivi perseguiti in determinati progetti, dipendono ineluttabilmente dal : prendere sul serio ogni contesto qualunque esso sia; dare per scontato che contenga qualche elemento utile per comprendere la nostra condizione, che abbia sempre qualcosa da darci e che di rimando il progetto debba migliorarlo trasformandolo . Koolhaas sostiene che, troppi progetti hanno fallito clamorosamente per non aver saputo misurare il loro impatto sul contesto guardando a quest’ultimo con il più totale disprezzo e questo il motivo di certi suoi attacchi all’accanimento degli architetti , al loro orrore del vuoto e alla tremenda volontà di fare architettura, cui contrappone da parte sua la ricerca di una relativa neutralità : per cui , come egli sostiene la proposta di maggior fascino consiste essenzialmente nel costruire in modo non pretenzioso, intelligente, con relativa eleganza, ma anche nel costruire cose relativamente neutre. La relativa neutralità di Koolhaas è sinonimo di semplicità che, soltanto ad un attento esame, accetta di rivelare la sua complessità di fondo e la sua densità di intenti. Essa è anche sinonimo di astrazione per cui l’architettura non deve dare presa ad una dimensione enfatica che porti ad offrire costanti tracce della mano dell’artefice. Infine la tesi fondamentale che Koolhaas sostiene in Delirious New York è quello di una cultura della congestione argomento legato ad una rinascita del manhattanismo per cui l’architettura di Manhattan è il paradigma dello sfruttamento della densità . Nella tesi di una cultura della congestione ogni cognizione dell’universo della vita moderna avviene nell’ottica della congestione, e tale cultura è la cultura del ventunesimo secolo .L’OMA spesso si trova di fronte a situazioni metropolitane destinate ad accogliere necessariamente programmi eterogenei per aspetto ed estensioni : situazione in cui il vuoto si impone come dimensione di lavoro antecedente all’emergere delle architetture, in cui modelli storici non possono essere di aiuto per la definizione di un piano urbanistico, ma in cui deve anzi manifestarsi e già si manifesta un nuovo tipo di urbanesimo che non è più tale neppure di nome. Per Koolhaas oggi l’architetto si trova spesso ad avere in mano qualcosa di impalpabile, dovrà confrontarsi sempre più spesso con il vuoto, immaginare il nulla. Più della progettazione delle città è importante e lo sarà nel futuro quello della loro decomposizione. L’urbanistica dell’OMA tenta di integrare i dati del cambiamento,in cui il progetto non anticipi la realtà ma sia teso alla sua ricerca sforzandosi di avvicinarvisi il più possibile. Pertanto l’immagine dell’architetto prediletta da Koolhaas sia quella di un surfista sull’onda: la potenza e l’orientamento dei mari sono incontrollabili, e il surfista può soltanto sfruttare le forze per padroneggiarli e scegliere la propria direzione.