L'artista e le telecomunicazioni

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Autore: Gidney, Eric

Tratto da: ART TELECOMMUNICATION, A Western Front Publication, Redaktion: Heidi Grundmann

Titolo Originale: L’Artiste et les Communications

Traduzione di: Simone Marangoni

Anno: 1984

L'artista e le telecomunicazioni

Eric Gidney, Tom Klinkowstein
Dall'inizio degli anni ’70, gli artisti si interessano sempre più alle telecomunicazioni. Il primo scambio video per rete satellitare effettuato dagli artisti ha preso luogo tra le due coste degli Stati Uniti nel 1977. Grazie al programma "Two, Way Demo", patrocinato dalla NASA, così come dalla rete Send/Receive Satellite, il Centre for New Art Activities ed il Franklin St Arts Centre, tre organismi newyorchesi, un gruppo importante di artisti hanno comunicato per tre giorni tramite il satellite canadese-americano Hermes CTs. Questo scambio sperimentale è stato distribuito via cavo da circa 25 000 riceventi di San Francisco e New York.


Nel Gennaio 1980, Kit Galloway e Sherry Raibnowicz hanno presentato “Hole in Space“, una scultura comunicativa tra New York e Los Angeles. Nelle due città, dei monitor e alcune cineprese erano installate nelle vetrine dei negozi per permettere alle folle di comunicare con la voce e l'immagine. Ogni gruppo poteva vedere l'altro, ma non poteva vedere la sua propria immagine così che le reticenze e le paure erano ridotte al minimo. Quasi spontaneamente, i partecipanti hanno comunicato dal satellite e creato un'opera d’arte. Un altro progetto, LexsSor, è stato inaugurato nel 1981 a New York L'artista Steve s’Soreff, redattore-capo della rivista Avant Garde Art Review (AGAR) pensa che il grande compito degli artisti e dei filosofi è di esaminare i rapporti tra permanenza e cambiamento. LexsSor trasmette i libri degli artisti, pagina per pagina ed a colori. Gli utenti del sistema possono così consultare alcuni dei 9 500 lavori degli archivi. Il ricevente LexsSor permette, con l'aiuto di semplici bottoni di comando, di girare le pagine nei due sensi, di percorrerle, di saltarle e di ritornare indietro. Il sistema di sostituzione dell’immagine somiglia visualmente alla ripresa di pagine ordinarie. Il LexsSor dimostra che la "permanenza" - il libro -, ed il cambiamento - le telecomunicazioni - possono congiungersi. Si potrebbe, allargando il concetto, riunire tutti i libri in una biblioteca centrale planetaria alla quale si avrebbe accesso da qualsiasi angolo del mondo pigiando semplicemente su un bottone. Il 5 marzo 1982, l'artista Olandese Tom Klinkowstein ha stabilito una rete similare col sistema Prestel Internazional. Durante un’ora, gli invitati di una festa dell'Aia hanno potuto chiedere di vedere dei libri di artisti americani. Le richieste apparivano su uno schermo a New York. S’Soreff rispondeva mettendo nel sistema le pagine appropriate. Simultaneamente delle pagine di lavori olandesi potevano essere trasmesse a New York a richiesta. Klinkowstein è un artista e designer americano che vive in Olanda sei mesi all’anno. il suo lavoro si appoggia sui telefax, i terminali, la televisione ed il telefono; si occupa di telecomunicazioni da quattro anni. Uno dei suoi lavori più ambiziosi, “ Levittown ", è stato presentato nell'aprile 1982 al Centro culturale Hoogt di Utrecht. Quattro grandi schermi erano disposti davanti al pubblico. Il primo mostrava delle immagini a scansione lenta trasmesse in diretta da un centro d’acquisti americano costruito intorno al 1950 nella città natale di Klinkowstein, il secondo - un monitor videotex collegato ad un computer Prestel di Londra, dove l'artista aveva immagazzinato l’informazione - presentava il contenuto di una casa di periferia americana negli anni 1950. Sul terzo era progettata una banda a scansione lenta su un centro d’acquisti Olandese d’oggi: il quarto infine, era dedicato a delle diapositive ed ai film in Super-8 dell'infanzia dell'artista. Degli hamburger e delle patatine fritte del MacDonald erano serviti agli spettatori, mentre il suono diffuso del cammino di Sousa era giocato dalla fanfara della vecchia scuola di Klinkowstein.

versione fu diffusa poi via cavo - ad accesso limitato - in ogni paese. Robert Adrian X lavora con differenti media, ma più particolarmente, dal 1978, con le telecomunicazioni. Incoraggiato dal successo della Conferenza “Artisti e telecomunicazioni" del 1980, si mise in contatto a Vienna con Gottfried Bach della lP Sharp, ed esplorò le possibilità di creare un sistema di cassetta delle lettere elettronica poco onerosa. E’ così che è nato "Artbox" , lavorando nelle telecomunicazioni per la maggior parte.


si accorge che un tipo d’arte nuova sta emergendo -. Personalmente, ho diretto “Teleskyn ", la prima iniziativa di visio-telecomunicazione australiana. Uno scambio di notizie sull'arte stellare che ha avuto luogo tra gli artisti riuniti all’Hotel de ville Paddington di Sydney ed in Massachusetts all’lnstitute of Technotogy, con l'intromessione di televisioni a scansione lenta e di due linee telefoniche. Ho lavorato in collaborazione con l'artista Jan Birmingham e la catena Metro Television, grazie ad una borsa d’Arte del Consiglio australiano. Nel settembre 1982, ho organizzato a Sydney l'antenna del “Le monde en 24 heures ".


Conclusione

“Capita spesso che i sistemi e le reti elettroniche moderne siano d’accesso molto limitato, ma in effetti questo non è il caso. I veri problemi cominciano solamente quando si cerca di inventare delle utilizzazioni dei sistemi. Nelle comunicazioni elettroniche, non si trasmette niente di concreto. Il senso dell’apertura si attiene all’immediatezza effimera dello scambio. La televisione a scansione lenta è un'attività interattiva che, contrariamente alla televisione ordinaria, che ha il video, la pittura o altri spettacoli convenzionali, non sopporta la visione passiva ma esige al contrario una risposta, un dialogo tra i produttori. L'arte contemporanea tende ad allontanarsi da l'oggetto. Ora, se si toglie completamente l'oggetto, resta solamente il rapporto tra i partecipanti, i quali non hanno bisogno di supporti materiali per tessersi. Le arti mediatiche creano dei rapporti senza produzione d’opere artistiche concrete. Le immagini e le parole restano certamente necessari alla comunicazione. Il materiale è trasmesso tuttavia, promosso e rinviato, ed il pubblico ne porterà solamente dei ricordi. Dei lavori inediti possono spuntare allora e sbocciare nell'instabilità di questi nuovi rapporti." Si sarà compreso che certe opere artistiche sono strutturate strettamente per trasmettere un messaggio particolare ad un pubblico specifico che ha relativamente poca latitudine per rinviare la palla. Bill Bartlett e Bob Adrian, per la loro parte, lavorano da molto nelle telecomunicazioni. Pensano che la nuova tecnologia tende il rapporto artista/spettatore fino alla rottura. Se la spaccatura non avviene, è il progetto che è fallito. Hanno creato delle opere dunque dove l'artista, catalizzatore e forza motrice, fornisce gli strumenti e la tecnica ma non determina la struttura dell'attività concreta. Riconosco che questo tipo di arte, sconosciuto all'infuori delle società tribali, dove i termini "artisti" e - spettatori - non vogliono dire niente, rischia per la sua portata di sconvolgere o di distruggere le culture locali al posto di incoraggiarle. Certo, come fatto notare da Robert Adrian, le culture regionali sono ad ogni modo distrutte dai i nuovi sistemi. non si rischia di aggravare la situazione dando una voce ai membri delle culture e delle società minacciate.

"Da sempre, gli artisti sanno scoprire delle nuove utilizzazioni dei materiali e dei mezzi d’espressione; sanno inventare dei significati inediti e differenti ai sistemi ed alle organizzazioni in luogo, rovesciare le strutture di potere egoista per il bene dell'interesse generale. Gli artisti che utilizzano le telecomunicazioni provano a dare un significato umano allo spazio elettronico ".