Le Corbusier

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LeCorbusier

Le Corbusier, pseudonimo di Charles Edouard Jeanneret (La Chaux-de-Fonds, Svizzera, 6 ottobre 1887 - Cap Martin, Francia, 27 agosto 1965) è stato uno dei principali architetti del XX secolo; viene ricordato - assieme a Ludwig Mies van der Rohe, Walter Gropius, e Theo van Doesburg - per quello che viene definito Movimento Moderno. Pioniere nell'uso del cemento armato per l'architettura, è stato uno dei padri dell'urbanistica. Membro fondatore dei Congrès Internationaux d'Architecture moderne, fuse l'architettura con i bisogni sociali dell'uomo medio, rivelandosi geniale intuitore della realtà del suo tempo.





Biografia Nato in Svizzera, a 14 anni il giovane Charles-Edouard si iscrive alla locale scuola d'arte, dove apprende tecniche inizialmente estranee a quelle che gli serviranno per l'opera architettonica, acquisendo però capacità di pittore, scultore e cesellatore (un primo successo sarà a soli quindici anni un premio all'Esposizione di Arti Decorative di Torino del 1902 con un orologio da taschino). Il suo maestro, tuttavia, lo spinge ad orientarsi verso l'architettura e in questo senso rimangono fondamentali i suoi lunghi viaggi compiuti tra il 1906 e il 1914 in varie città d'Europa: in primo luogo in Italia (tra la Toscana e il Veneto) dove studia dal vivo le architetture rinascimentali e sei-settecentesche, e poi a Budapest e a Vienna, dove entra in contatto con l'ambiente della Secessione viennese. A Berlino conosce Gropius e Mies Van der Rohe, abbandonando però il loro studio non condivendo la personalità del loro maestro, Behrens. Nel 1917 decide di stabilirsi definitivamente a Parigi, dove già aveva vissuto in periodi alterni dal 1908. Qui lavora prima nello studio di Auguste Perret, pioniere del cemento armato, e poi - grazie agli insegnamenti del maestro che lo stimolano ad approfondire i materiali piuttosto che gli elementi teorici - fonda una fabbrica di mattoni che non decolla, e nel 1922 apre al numero 35 di Rue de Sévres un atelier di architettura insieme al cugino Pierre Jeanneret. Inizia così la definitiva stabilizzazione, che lo porterà in pochissimi anni a un enorme successo. Solo dopo la guerra, nel 1946, lascia l'atelier per New York, ormai celebre e stimato. Muore nel 1965 durante le sue canoniche vacanze in Costa azzurra per un attacco cardiaco mentre fa un bagno.


Un'architettura a misura d'uomo


Lo schema del Modulor col celebre omino dalla mano alzata. Il principale e immortale contributo di Le Corbusier all'architettura moderna consiste nell'aver concepito la costruzione di abitazioni ed edifici come fatti per l'uomo e costruiti a misura d'uomo: "solo l'utente ha la parola", afferma in Le Modulor, l'opera in cui espone la sua grande teorizzazione (sviluppata durante la II guerra mondiale), il modulor appunto. Non è un caso che la sua architettura appaia forse troppo standardizzata e priva di una certa estetica, poiché ben lungi dal puntare sull'ornamento e sulla bellezza architettonica Le Corbusier punta ala vivibilità degli edifici. Il modulor è una scala di grandezze, basata sulla regola aurea nota già agli antichi Greci riguardo le proporzioni del corpo umano: queste misure devono essere usate da tutti gli architetti per costruire non solo spazi ma anche ripiani, appoggi, accessi che siano perfettamente in accordo con le misure standard del corpo umano. Albert Einstein elogiò l'intuizione di Le Corbusier affermando, a proposito dei rapporti matematici da lui teorizzati: «È una scala di proporzioni che rende il male difficile e il bene facile». La produzione standardizzata, basata su un modulo replicabile all'infinito, è un concetto che domina tutta la produzione di Le Corbusier. Nel 1925 egli, insieme al cugino, in meno di un anno edifica il quartiere Pessac di Bordeaux voluto da un industriale che trova in Le Corbusier la sintesi del taylorismo e dell'edificio a misura dell'abitante, dell'utente. Gli edifici di Pessac vengono costruiti a tempo di record poiché la loro pianta si basa su un modulo replicabile: le abitazioni sono costruite allo stesso modo di un auto in una catena di montaggio. Stessa cosa con le case "Citrohan", ideate fin dal 1920 ma realizzate compiutamente a Stoccarda nel 1927: s'intuisce l'assonanza con la 'Citroen', le case non sono altro che nuove realizzazioni a catena di montaggio. «Occorre creare lo spirito della produzione in serie, lo spirito di costruire case in serie, lo spirito di concepire case in serie», è l'idea di Le Corbusier, già presente nel 1910 con lo studio delle case a "Domino", basate su una struttura portante su cui può venir costruito qualsiasi edificio.

L.C. studia quale può essere la dimensione appropriata della vita collettiva. Per ogni Unità di abitazione prevede la dimensione di un piccolo villaggio di circa mille duemila persone. Questa dimensione dovrebbe garantire una migliore socializzazione fra gli individui.

Gli alloggi invece si suddividono in base al numero degli abitanti di ogni unità, dal monolocale per una persona, la coppia senza figli, e via cosi sino all’appartamento per famiglia di dieci persone. Questa differenziazione però deve garantire la stessa qualità di prestazioni ad ogni alloggio. La cellula base prevede tre standard l’ingresso, la cucina, zona notte. (per una persona) se associata alla seconda cellula l’abitazione diviene per una copia con figlio, alla terza per quattro persone e cosi via…la caratteristica di ogni cellula è quella di essere distribuito su due piani come una piccola casa unifamiliare. L’ altezza interna di ogni piano è di 2,26. Un vuoto nel solaio di uno dei due piani determina nello spazio di soggiorno un altezza di m 4,80 e la classica configurazione ad L della sezione verticale dell’ alloggio. Si vengono così a formare tre piani nel cui centro è posizionato il corridoio di distribuzione degli appartamenti.

La struttura ricorda un gigantesco casellario dove l’ Unità rappresenta una casella isolata dalle altre e perfettamente autonoma. Si distinguono nella struttura poderosi pilastri in cemento armato che scandiscono per la lunghezza di 23 metri il volume del parallelepipedo di altezza pari a 18 livelli.(337 alloggi costruiti in ferro). Al 18 ° livello sono posizionati i servizi comuni. A Nantes, a Berlino si ripetono le stesse caratteristiche salvo per la struttura in cemento armato che suddivide le singole cellule abitative. Agli ultimi piani vengono posizionati un giardino sul tetto terrazza e una scuola materna e il servizio sanitario.




I cinque principi di Verso un'architettura

Ville Savoye a Poissy Pubblicato nel 1923, Verso un'architettura è l'opera teorica più importante della prima metà del XX secolo. In essa, Le Corbusier espone i suoi celebri cinque punti alla base del nuovo modo di concepire lo spazio architettonico e di costruire un'abitazione con cemento armato. • I Pilotis (piloni) sostituiscono i voluminosi setti in muratura che penetravano fin dentro il terreno, per fungere infine da fondamenta, creando invece dei sostegni molto esili, poggiati su dei plinti, su cui appoggiare poi i solai di cemento armato. L'edificio è retto così da alti piloni puntiformi,di cemento armato anch'essi, che elevano la costruzione separandola dal terreno e dall'umidità. L'area ora disponibile viene utilizzata come giardino, garage o - se in città - per far passare strade. • Il Tetto-giardino (tetto a terrazza) restituisce all'uomo il verde, che non è solo sotto l'edificio ma anche e soprattuto sopra. Tra i giunti delle lastre di copertura viene messo il terreno e seminati erba e piante, che hanno una funzione coibente nei confronti dei piani inferiori e rendono lussureggiante e vivibile il tetto, dove si può realizzare anche una piscina. Il tetto giardino è un concetto realizzabile anche grazie all'uso del calcestruzzo armato: questo materiale rende infatti possibile la costruzione di solai particolarmente resisteni in quanto resiste alla cosiddetta trazione, generata dalla flessione delle strutture (gravate del peso proprio e di quanto vi viene appoggiato), molto meglio dei precedenti sistemi volti a realizzare piani orizzontali. • Il Plan libre (pianta libera) è resa possibile dalla crazione di uno scheletro portante in cemento armato che elimina la funzione delle murature portanti che 'schiavizzavano' la pianta dell'edificio, permettendo all'architetto di costruire l'abitazione in tutta libertà e disponendo le pareti a piacimento. • La Facciata libera è una derivazione anch'essa dello scheletro portante in cemento armato. Consiste nella libertà di creare facciate non più costituite di murature aventi funzioni strutturali, ma semplicemente da una serie di elementi orizzontali e verticali i cui vuoti possono essere tamponati a piacimento, sia con pareti isolanti che con infissi trasparenti. • La Fenêtre en longueur (o finestra a nastro) è un'altra grande innovazione permessa dal cemento armato. La facciata può infatti ora essere tagliata in tutta la sua lunghezza da una finestra che ne occupano la superficie desiderata, permettendo una straordinaria illuminazione degli interi ed un contatto più diretto con l'esterno. Questi canoni esposti da Le Corbusier verranno applicati in una delle sue più celebri realizzazioni, la Villa Savoye a Poissy, nei dintorni di Parigi. Le utopie urbanistiche Le ardite teorie architettoniche di Le Corbusier giungono a una loro razionale compiutezza nei suoi avveniristici progetti urbanistici. Già nel 1922, nel presentare al Salon d'Autumne il suo progetto sulla Città per Tre Milioni d'Abitanti, Le Corbusier illustrava i punti principali della sua città modello. Essa si basa essenzialmente su una attenta separazione degli spazi: gli alti grattacieli residenziali sono divisi gli uni dagli altri da ampie strade e lussureggianti giardini. Le Corbusier destina alle grandi arterie viarie il traffico automobilistico privandolo della presenza dei pedoni, garantendo così alte velocità sulle strade. Ai pedoni è restituita la città attraverso percorsi e sentieri tra i giardini e i grandi palazzi. Il grande maestro vuole non solo realizzare la casa secondo i canoni del Le Modulor, ma anche un nuovo Ambiente costruito che sia nella sua interezza a misura d'uomo.

Il progetto per la "Città per tre milioni di abitanti" Nel 1933 queste sue idee vengono meglio sviluppate nel capolavoro teorico del progetto della Ville Radieuse, «La città di domani, dove sarà ristabilito il rapporto uomo-natura!». Qui si fa più marcata la separazione degli spazi: a nord gli edifici governativi, università, aeroporto e stazione ferroviaria centrale; a sud la zona industriale; al centro, tra i due lati, la zona residenziale. Il centro viene decongestionato dall'odiata giungla d'asfalto e solo il 12% di superficie risulta coperta dagli edifici residenziali, che si sviluppano in altezza destinando al verde tutte le altre zone. La ferrovia circonda ad anello la città, restando in periferia, mentre le arterie viarie hanno uscite direttamente alla base dei grattacieli residenziali dove sono situati i parecheggi; le autostrade sono rialzate rispetto al livello di base dai pilotis; i trasporti urbani si sviluppano in reti metropolitane sotto la superficie.Il grande sogno di poter realizzare la città ideale delle utopie rinascimentali e illuministe si concretizza nel 1951. Il primo ministro indiano, Nehru, chiamò Le Corbusier e suo cugino Pierre per destinare al "più grande architetto del mondo" l'edificazione della capitale del Punjab. Iniziano i lavori per Chandigarh (la "città d'argento"), probabilmente il punto d'arrivo dell'ardito e pionieristico sviluppo di Le Corbusier. La divisione degli spazi qui giunge a chiudere definitivamente il divario tra uomo e costruzione: la città segue la pianta di un corpo umano; gli edifici governativi e amministrativi nella testa, le strutture produttive ed industriali nelle viscere, alla periferia del tronco gli edifici residenziali - tutti qui molto bassi - vere e proprie isole autonome immerse nel verde. Si concretizza anche la sua grande innovazione del sistema viario, con la separazione delle strade dedicate ai pedoni e quelle dedicate al solo traffico automobilistico: ogni isolato è circondato da una strada a scorrimento veloce che sbocca nei grandi parcheggi dedicati; un'altra strada risale tutto il 'corpo' della città fino al Campidoglio ospitando ai lati gli edifici degli affari; una grande arteria pedonale ha alle sue ali negozi della tradizione indiana, con in più due strade laterali automobilistiche a scorrimento lento; una grande strada, infine, giunge fino a Delhi. La città di Chandigarh fonde tutti gli studi architettonici compiuti da Le Corbusier nei suoi viaggi giovanili per l'Europa e le sue innovazioni del cemento e della città a misura d'uomo. Simbolico il monumento centrale della città, una grande mano tesa verso il cielo, la mano dell'uomo del Modulor, «una mano aperta per ricevere e donare». ((categoria:LeCorbusier))