Levy Pierre

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Lévy Pierre

Pierre Lévy, nato a Tunisi nel 1956, è un filosofo di cultura virtuale contemporanea. È uno dei maggiori studiosi della cultura virtuale mondiale. Lo è diventato grazie ai suoi studi sulle differenze fra testo e ipertesto (cioè la scrittura elettronica). Si è conquistato questa fama anche grazie a Michel Serres. Fu infatti proprio seguendo le sue lezioni alla Sorbonne di Parigi che Pierre Lévy scoprì la sua vocazione di ricercatore.


Biografia

Pierre Lévy è un filosofo di cultura virtuale contemporanea. E’ nato a Tunisi, nel 1956. È uno dei più grandi studiosi della cultura virtuale mondiale. Lo è diventato grazie agli studi sulle differenze fra testo e ipertesto (cioè la scrittura elettronica). Ma se si è conquistato questa fama può dire anche grazie a Michel Serres. Fu infatti proprio seguendo le sue lezioni alla Sorbonne di Parigi che Pierre Lévy scoprì la sua vocazione di ricercatore. Si è laureato in Storia delle scienze nel 1980 a La Sorbonne di Parigi. Come ricercatore si è formato con Michel Serres e Cornelius Castoriadis. Lavora come ricercatore al CREA (École polytechnique, Paris) dove si dedica alla storia della cibernetica e dell' intelligenza artificiale.

Appena laureatosi, sostenendo una tesi di Sociologia sull'idea di libertà nell'antichità, cominciò a occuparsi di cibernetica e intelligenza artificiale lavorando al Crea dell'Ecole Polytechnique. Una volta però portato a termine questo progetto e dopo aver collaborato alla redazione del testo "Eléments d'histoire des sciences", con un capitolo sull'invenzione del computer, iniziò a riflettere sulle implicazioni culturali dell'informatizzazione pubblicando, tra il 1987 e il 1992, testi che rivoluzionarono il modo di concepire la scrittura e il testo: "La Machine univers", "Le tecnologie dell'intelligenza", "L'idéographie dynamique" e "De la programmation considérée comme un des beaux-arts".

Dal 1987 al 1989 Lévy è visiting professor presso il Dipartimento di Comunicazione dell' Università di Montréal, dove insegna informatica applicata alla comunicazione. E' a Montreal che Lévy entra in contatto con il mondo nascente dell'ipertesto e del multimedia interattivo e lì si specializza. A Ginevra, con l'amico Richard Collin, contribuisce alla creazione di Neurope Lab, centro che si occupa di ricerche riguardanti la messa in rete del sapere e dell'economia della conoscenza. A partire dal 1990 decise di intraprendere, insieme all'amico Michel Authier, una serie di ricerche riguardanti le nuove forme di accesso al sapere fornite dagli strumenti informatici. Da qui l'introduzione del concetto di "cosmopedia" e di sistema degli "alberi delle conoscenze". In seguito decise di fondare, sempre con l'amico Authier, una società, la Trivium, per sviluppare e commercializzare il programma e il metodo degli "alberi della conoscenza". Nel 1992 conduce, con il filosofo e storico delle scienze Michel Authier, una serie di ricerche sulle forme di accesso alla conoscenza mediante le tecnologie informatiche. Da queste ricerche emerge il concetto di cosmopedia, una sorta di enciclopedia virtuale che si riorganizza a seconda delle esplorazioni di chi vi accede. Nel frattempo diventa membro del progetto sull'insegnamento a distanza voluto dal Primo Ministro francese Cresson. Insieme ad Autier pubblica Les arbre de connaissances (Alberi della conoscenza), un sistema aperto di comunicazione che permette di individuare e valorizzare le diverse conoscenze delle persone, mediante una cartografia dinamica. Dal 1993 Lévy vive a Parigi e insegna presso il dipartimento di Hypermedia all'Università di Paris VIII, a Saint Denis, dedicandosi prevalentemente allo studio dell'uso estetico delle risorse e dei dispositivi numerici. Con la pubblicazione, nel 1997, del libro "Cyberculture", considerato il manifesto umanista della nuova cultura emergente, si è guadagnato il titolo di "media philosopher". E' considerato uno dei più brillanti media philosopher del momento ed è seguito in Italia nel mondo cyber e multimediale fin dalla pubblicazione del suo libro Le tecnologie dell'intelligenza. L'avvenire del pensiero nell'era informatica (1992). E' famoso il suo testo L'intelligenza collettiva. Vive a Parigi e insegna al Dipartimento di Hypermedia all'Università di Paris VIII, a Saint Denis.


Opere

  • La macchina universo (1987), la sua prima pubblicazione versa sull'implicazione culturale dell'informatizzazione e le sue radici nella storia dell'Occidente.
  • La sua seconda opera: Le tecnologie dell'intelligenza (1990).
  • L'idéographie dynamique (1991), nel quale sono riportati i fondamenti teorici di una nuova forma di scrittura iconica e interattiva. Lévy scopre questo linguaggio servendosi delle simulazioni grafiche della ricerca scientifica e dei videogames.
  • L'intelligenza collettiva, pubblicato nel 1994, è un lavoro nel quale viene spiegato, in termini progettuali, come utilizzare le tecnologie della comunicazione interattiva in modo tale che a beneficiarne sia l'intera umanità.
  • E' nel 1995 che scrive Qu'est-ce que le virtuel?, vero e proprio manuale di filosofia del virtuale.
  • Nel 1997 cura un Rapport sur la cyberculture per il Consiglio d'Europa, un manifesto umanista della nuova cultura emergente.
  • L'ultimo libro, dal titolo Il fuoco Liberatore , (2000) affronta il tema della spiritualità attraverso i percorsi tracciati dalla Quabbal e dal Buddismo.


Musei

Bibliografia

  • Le tecnologie dell'intelligenza (1990)
  • La macchina universo (1992)
  • L'intelligenza collettiva (1994)
  • Qu'est-ce que le virtuel? (1995)
  • Per un'antropologia del cyberspazio (1996)
  • Cyberculture (1997)


Sito web

www.pierrelevy.com [1] (prossimamente on line)


Poetica

Il pensiero teorico di Lévy è diretto, semplice ed obbiettivo, ma allo stesso tempo, profondo e riflessivo. Lui dice che le nuove tecnologie di comunicazione non sono né buone né cattive: sono neutre, peculiari di un nuovo biotipo umano e devono essere analizzate, imparate, capite e comprese dagli studiosi. La velocità con cui loro si sviluppano, intanto, limitano questo studio più profondo.

Lévy ha messo al centro della sua ricerca il progetto dell'intelligenza collettiva: "L'intelligenza collettiva è un'intelligenza distribuita ovunque, valorizzata in maniera continua, coordinata e mobilitata in tempo reale; è caratterizzata da democrazia in tempo reale, inventiva estetica ed economia di qualità umane; è multidimensionale e multisensuale, legata al corpo e alla terra; tratta di rimaterializzazione e non di smaterializzazione."

Pierre Lévy dedica la sua vita professionale ad analizzare le implicazioni culturali e cognitive delle tecnologie digitali e a promuoverne gli usi sociali.


Webliografia

http://bfp.sp.unipi.it/rec/levy.htm http://www.hermesnet.it/~hermesnet/tecnologia/speciali/collettivo_levy/ http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/biografi/l/levy.htm