Living Theatre

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Storia

Il Living Theatre è un gruppo teatrale americano fondato a New York nel 1947 da Julian Beck, giovane pittore della scuola espressionista astratta, e Judith Malina, studentessa della scuola di teatro di Erwin Piscator.

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Durante tutti gli anni ‘50 e i primi anni ’60 il gruppo iniziò a mettere in scena i primi spettacoli. Si trattava di testi di scrittori americani e stranieri di elevato contenuto poetico, come quelli di Gertrude Stein, William Carlos Williams, Paul Goodman, Kenneth Rexroth, John Ashbery, Cocteau, Lorca, Brecht e Pirandello. Per un anno recitarono in un teatrino lontano da Broadway, per altri quattro anni in un magazzino in disuso e dal 1959 al 1963 all’interno di alcuni locali che avevano appositamente ristrutturato, rendendo così “Living Theatre” non solo il nome di un gruppo ma anche quello di un teatro. Fin dal 1951, con la realizzazione di Doctor Faustus Lights the Lights, Tonight We Improvise, Many Loves, The Connection e The Brig inizia quella che verrà definita la fase “Off-Broadway”, durante la quale il repertorio proposto si differenziava fortemente da quello delle scene tradizionali/commerciali. Negli spettacoli proposti, infatti, soprattutto a partire da The Brig, mancavano sia un intreccio ben definito sia una reale definizione dei personaggi: attraverso la ripetitività delle azioni, perfettamente coreografate, si trasmetteva un messaggio di denuncia, un’accusa alla brutalità dell'uomo sull'uomo e ai meccanismi inarrestabili escogitati dal sistema per distruggere gli insofferenti alle regole. Il discorso politico e la denuncia sociale divennero sempre più espliciti in un' America che si preparava a vivere i grandi movimenti di protesta degli anni Sessanta. Nel 1963 Beck e la Malina, accusati di evasione fiscale e condannati a pene detentive che avrebbero scontato più avanti, erano stati costretti a chiudere il loro teatro e a rifugiarsi in Europa. Fu proprio nei quattro anni dell'esilio europeo, dal settembre 1964 all'agosto 1968, che portarono a maturazione la loro posizione ideologica riassunta da Beck in “Vita, rivoluzione e teatro” : tre parole che significano una sola cosa, un no categorico alla società attuale. Contemporaneamente perfezionarono il loro modo di fare teatro, fondato sull'improvvisazione, sulla fisicità e sul coinvolgimento degli spettatori nell'azione scenica attraverso l'eliminazione pressocché totale di scene, costumi ed effetti, e legando in maniera indissolubile la loro fama alla presentazione di tali spettacoli. In questi anni iniziarono una nuova vita come “gruppo nomade” all’interno dell’Europa, utilizzando il teatro come mezzo per promuovere cambiamenti sociali. Importanti furono la realizzazione di Mysteries and Smaller Pieces, del 1964, consistente in una serie di scene a se stanti, di chiara ispirazione artaudiana, che, rinunciando quasi del tutto alla parola, si rivolgevano contemporaneamente a tutti i sensi degli spettatori, scuotendoli e turbandoli; Frankenstein, del 1965-66, dove venivano alternati momenti di grande suggestione rituale ed attimi di estrema ferocia; Antigone, 1967, espressione di un disperato grido di libertà;e infine Paradise Now, del 1968, più vicino ad una grande cerimonia rivoluzionaria collettiva che ad una vera e propria rappresentazione teatrale. Nel 1970, il Living Theatre creò The Legacy of Cain, un ciclo di spettacoli realizzati in luoghi non convenzionali. Dalle prigioni del Brasile alle fabbriche di Pittsburgh, e dai vicoli di Palermo alle scuole di New York, la compagnia mise in scena questi spettacoli, che includevano Six Public Acts, The Money Tower, Seven Meditations on Political Sado-Masochism, Turning the Earth e The Strike Support Oratorium. Nel 1980 il gruppo tornò al teatro, dove sviluppò nuove tecniche di partecipazione: rendevano innanzitutto gli spettatori capaci di recitare con la compagnia e poi li riunivano sul palco come se fossero anch’essi attori. Tra questi spettacoli troviamo Prometheus at the Winter Palace, The Yellow Methuselah e The Archaeology of Sleep. Nel 1985, in seguito alla morte di Julian Beck, la compagnia trovò in Hanon Reznikov una nuova guida che aprì a Manhattan un nuovo spazio idoneo alle loro performance e che li portò a realizzare una continua serie di lavori innovativi, tra cui The Tablets, I and I, The Body of God, Humanity, Rules of Civility, Waste, Echoes of Justice e The Zero Method. Dopo la chiusura di questo spazio nel 1993, la compagnia andò avanti realizzando Anarchia, Utopia e Capital Changes in altri luoghi di New York.

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Nel 1999, con i fondi dell’Unione Europea, restaurarono Palazzo Spinola, un edificio del 1650 a Rocchetta Ligure in Italia e crearono il Centro Living Europa: una residenza e uno spazio per realizzare i programmi di lavoro della compagnia in Europa. Qui crearono Resistenza, una drammatizzazione della locale resistenza storica all’occupazione tedesca del 1943-45. Recentemente la compagnia ha messo in scena Resist Now!, un insieme di dimostrazioni contro la globalizzazione sia in Europa che negli Stati Uniti. Una collaborazione con artisti teatrali in Libano nel 2001 ha avuto come risultato la creazione di uno spettacolo sugli abusi ai detenuti politici nel già noto carcere d Khiam.









Poetica

Quello del Living Theatre è stato fin dall’inizio un teatro di impegno civile e politico che ha cercato di ridefinire le forme teatrali convenzionali. Julian Beck ha ampliato i confini della performance, includendo addirittura il pubblico. Questa scelta contrasta fortemente non solo con gli assunti del teatro tradizionale borghese che voleva un ruolo ben definito sia per gli attori che per gli spettatori, ma anche con la struttura architettonica classica del teatro, determinata da palcoscenico e platea: l’eliminazione di queste strutture si riflette anche sulla comunicazione attore-spettatore, proprio a causa della nuova vicinanza corporea intuibile che rende più fluido il confronto tra emittente e ricevente. Questa nuova spazialità indica inoltre la ricerca di un teatro come luogo di incontro e scambio tra i partecipanti, riscoprendo così le proprie radici storiche nelle celebrazioni dei sacri misteri d’età medievale. Per la compagnia questa nuova forma teatrale ha costituito e costituisce un mezzo di comunicazione per diffondere la loro azione rivoluzionaria non violenta. Mezzo di comunicazione realizzato attraverso un duro lavoro di ricerca che continua anche oggi: sull’attore, sulla sua realtà, sul rapporto con lo spettatore e sul teatro come importante mezzo di diffusione culturale e protesta sociale.


Sito web

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Webliografia

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