Loeffler Carl Eugene: differenze tra le versioni

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Carl Loeffler, fondatore visionario di La Mamelle, ART COM MAGAZINE (rivista di arte e computer) e del Art Com Electronic Network, è morto la scorsa settimana per le complicazioni di una malattia intestinale.
 
Carl Loeffler, fondatore visionario di La Mamelle, ART COM MAGAZINE (rivista di arte e computer) e del Art Com Electronic Network, è morto la scorsa settimana per le complicazioni di una malattia intestinale.
  
Loeffler fondò l’organizzazione no profit La Mamelle a San Francisco nel 1975 e cominciò a pubblicare LA MAMELLE MAGAZINE. Nel 1976, al 70 della 12a strada di San Francisco aprì i battenti il La Mamelle Arts Center (il centro La Mamelle Arts), una galleria sperimentale per [[arti concettuali]], spettacoli e [[Video arte | Video arte]], con un’esposizione di arte di Xerox. Negli anni successivi, altri eventi presso il centro hanno riguardato una serie di rappresentazioni al femminile organizzate da Judith Barry, la mostra WEST COAST CONCEPTUAL PHOTOGRAPHERS e la serie di rappresentazioni artistiche PERFORMING/PERFORMANCE. Nel 1977, con AVALANCHE MAGAZINE a New York, La Mamelle ha partecipato al coordinamento del progetto SEND/RECEIVE, probabilmente la prima trasmissione satellitare bidirezionale tra New York e San Francisco, con trasmissione simultanea a New York e San Francisco sui canali televisivi via cavo.  
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Loeffler fondò l’organizzazione no profit La Mamelle a San Francisco nel 1975 e cominciò a pubblicare LA MAMELLE MAGAZINE. Nel 1976, al 70 della 12a strada di San Francisco aprì i battenti il La Mamelle Arts Center (il centro La Mamelle Arts), una galleria sperimentale per [[arte concettuale | arti concettuali]], spettacoli e [[Video arte | Video arte]], con un’esposizione di arte di Xerox. Negli anni successivi, altri eventi presso il centro hanno riguardato una serie di rappresentazioni al femminile organizzate da Judith Barry, la mostra WEST COAST CONCEPTUAL PHOTOGRAPHERS e la serie di rappresentazioni artistiche PERFORMING/PERFORMANCE. Nel 1977, con AVALANCHE MAGAZINE a New York, La Mamelle ha partecipato al coordinamento del progetto SEND/RECEIVE, probabilmente la prima trasmissione satellitare bidirezionale tra New York e San Francisco, con trasmissione simultanea a New York e San Francisco sui canali televisivi via cavo.  
  
 
La Mamelle, successivamente denominata Art Com, era un distributore di videoarte e organizzava attivamente rappresentazioni internazionali di artisti video, tra cui la serie televisiva PRODUCED FOR TELEVISION, PERFORMANCE ART IN A LIVE BROADCAST SITUATION (prodotto per la televisione, rappresentazione artistica trasmessa in diretta).
 
La Mamelle, successivamente denominata Art Com, era un distributore di videoarte e organizzava attivamente rappresentazioni internazionali di artisti video, tra cui la serie televisiva PRODUCED FOR TELEVISION, PERFORMANCE ART IN A LIVE BROADCAST SITUATION (prodotto per la televisione, rappresentazione artistica trasmessa in diretta).

Revisione 16:00, 12 Feb 2006

Loeffler Carl Eugene

Loeffler Carl Eugene , organizzatore e ricercatore, fu uno dei primi a partecipare a progetti di comunicazione ed a gestire l’organizzazione di artisti; iniziò con La Mamelle, un importante centro di artisti a San Francisco conosciuto poi come Art Com. Art Com fu anche una pubblicazione: ACEN (ArtCom Electronic Network). Carl Loeffler e La Mamelle oraganizzarono la – Conferenza sull’uso delle telecomunicazioni per gli Artisti – al MoMa di San Francisco nel 1980; nei primi anni novanta insegnò all’Università di Carnegie Mellon, Pittsburgh, nello Studio per Inchiesta creativa, lavorando per molto tempo con il suo collaboratore Fred Truck sui primi stadi di un progetto di Realtà Virtuale basato su reti di PC. Morì nel 2001. Carl Loeffler collaborò spesso con Fred Truck – un artista/programmatore, concentrato su Des Moines. Nel periodo in cui Loeffler insegnò al Carnegie Mellon di Pittsburgh, Truck mostrò – Il Labirinto – (un progetto artistico interattivo ed una parte del progetto di Loeffler) al – Machine Culture – un’esibizione di installazioni interattive curate da Simon Penny per Siggraph '93 ad Anaheim, California (USA).


Biografia

Carl Loeffler, fondatore visionario di La Mamelle, ART COM MAGAZINE (rivista di arte e computer) e del Art Com Electronic Network, è morto la scorsa settimana per le complicazioni di una malattia intestinale.

Loeffler fondò l’organizzazione no profit La Mamelle a San Francisco nel 1975 e cominciò a pubblicare LA MAMELLE MAGAZINE. Nel 1976, al 70 della 12a strada di San Francisco aprì i battenti il La Mamelle Arts Center (il centro La Mamelle Arts), una galleria sperimentale per arti concettuali, spettacoli e Video arte, con un’esposizione di arte di Xerox. Negli anni successivi, altri eventi presso il centro hanno riguardato una serie di rappresentazioni al femminile organizzate da Judith Barry, la mostra WEST COAST CONCEPTUAL PHOTOGRAPHERS e la serie di rappresentazioni artistiche PERFORMING/PERFORMANCE. Nel 1977, con AVALANCHE MAGAZINE a New York, La Mamelle ha partecipato al coordinamento del progetto SEND/RECEIVE, probabilmente la prima trasmissione satellitare bidirezionale tra New York e San Francisco, con trasmissione simultanea a New York e San Francisco sui canali televisivi via cavo.

La Mamelle, successivamente denominata Art Com, era un distributore di videoarte e organizzava attivamente rappresentazioni internazionali di artisti video, tra cui la serie televisiva PRODUCED FOR TELEVISION, PERFORMANCE ART IN A LIVE BROADCAST SITUATION (prodotto per la televisione, rappresentazione artistica trasmessa in diretta).




Negli anni recenti, Loeffler è stato Direttore di Ricerca SIMLAB presso l’Università Carnegie Mellon. La sua opera ha riguardato l’analisi dell’esistenza all’interno di ambienti di simulazione in rete, nell’ambito della tele-esistenza, dove molteplici utenti condividono o coabitano uno spazio comune distribuito; e la realtà virtuale dell’ambiente network VIRTUAL POMPEII.

Ha lasciato la moglie Polly, con la quale era sposato da un anno e mezzo, e un figlio nato da un precedente matrimonio, Carl Jr.


Opere

Art Com Electronic Mall Ideato da Carl Loeffler e Fred Truck e programmato da quest'ultimo (1989- ), questa rappresentazione popolare virtuale di un centro commerciale è basata in parte sul riconoscimento dello spazio elettronico come territorio. Un centro commerciale può essere visto non semplicemente come un costrutto del consumismo capitalistico ma anche come un funzionale meccanismo per produzione culturale attraverso la disseminazione di prodotti. La distribuzione fa arte facendola comunicare, rendendola accessibile. Funzionalmente parlando, l’Electronic Mall rende l’accesso all’informazione e ai prodotti dell’arte contemporanea irrilevante rispetto ad ubicazione geografica e tempo – e impiega la tecnologia della rete di computer come un salone di distribuzione per attività d’arte. L’Electronic Mall attualmente contiene una libreria d’arte, un negozio di video d’arte, e un negozio di software d’arte. Gli acquirenti possono curiosare fra le corsie, vedere le descrizioni dei prodotti d’arte e acquistare articoli online con il cassiere della cassa. Attualmente in produzione dal Normals (aka the Normal Art Group™) è l’opzione di prendere senza pagare al centro commerciale – a vostro rischio!


Musei

Bibliografia

Carl Loeffler "New Audiences for Art and Communication" REFLEX Gennaio-Febbraio 1988

Carl Loeffler "Modem Dialing Out" in Roy Ascott and Carl Eugene Loeffler, eds. "Connectivity: Art and Interactive Telecommunications" LEONARDO 24:2, 1991

BAD INFORMATION -- http://www.well.com/user/jmalloy/bad.html


Fred Truck: THE DEATH OF CARL LOEFFLER; THE END OF AN ERA (La morte di Carl Loeffler; la fine di un’era)

Con la scomparsa di Carl Loeffler (1946-2001), è finito un periodo importante della mia vita. Molte persone, tra cui Darlene Tong, Bibliotecaria presso la Biblioteca State Art di San Francisco, me lo hanno ricordato in molti modi, ma tutti riflettono una percezione comune. Carl era un sognatore.

La sua visione non si riferiva a un artista isolato che lavora al suo capolavoro, ma a un gruppo di artisti che lavorano insieme in una struttura collettiva che influenza ampiamente la cultura americana attraverso la loro opera, il modo in cui altre organizzazioni competono, al centro di un oggetto. Per realizzare questa visione di ampia portata, Carl dovette essere in grado di comprendere l’opera di ogni artista con percezione e acume non comuni. Dovette essere in grado di comunicare questa intuizione in modo tale che il contributo all’intera organizzazione, al network, diventasse un mezzo per realizzazioni individuali come anche di gruppo.

Carl e io lanciammo l’Art Com Electronic Network (ACEN) nel 1986, sebbene avessimo cominciato a lavorarvi insieme due anni prima. Anna Couey si unì al progetto un po’ più tardi. ACEN è stato sul WELL dal 1986 al 1999. Per anni, non c’è stato quasi giorno senza che noi tre fossimo in contatto online o per telefono. Eravamo in contatto anche con molti partecipanti disponibili su scala mondiale, desiderosi di partecipare i loro testi e i loro progetti artistici al nostro network, fra cui John Cage. ACEN è prosperato, non vi era nulla di simile. All’epoca in cui ACEN si sciolse, 13 anni dopo, i nostri interessi sono cambiati, e ognuno di noi si è mosso in direzioni diverse. Era impossibile focalizzare nuovamente le nostre energie.

Con la morte di Carl, la dispersione è continuata e si è conclusa un’era.

Ma che grande era è stata!



Malloy Judy

·MAKING ART ONLINE http://telematic.walkerart.org/timeline/timeline_malloy.html


INTRODUZIONE - Judy Malloy L’ESPERIENZA - James Johnson Robert Edgar PERCHÈ? - John Coate Pauline Oliveros Howard Rheingold Paul Rutkovsky Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz IMPLICAZIONI - Anna Couey Michael Joyce Randy Ross OPERE - Brian Andreas: HALL OF WHISPERS (La sala dei bisbigli) Anna Couey e Lucia Grossberger Morales: MATRIX: WOMEN NETWORKING (Matrix: donne in rete) Judy Malloy: 30 MINUTES IN THE LATE AFTERNOON (30 minuti nel tardo pomeriggio) Sonya Rapoport: DIGITAL MUDRA ONLINE Judy Malloy: BROWN HOUSE KITCHEN MUSICA - Tim Perkis POESIA - Valerie Gardiner Lisa Cooley Ron Buck IL MEZZO - Jeff Mann Robert Dunn Roger Malina Monika Lidman Fred Truck Roger Malina Jim Rosenberg John Quarterman: MATRIX NEWS Jon Van Oast Wolfgang Ziemer-Chrobatzek ART SYSTEMS - Scot Art: SYSTEM X Pavel Curtis: THE LAMBDAMOO LIVING ROOM Bob Gale: ARTBASE MANIFESTO Eleanor Kent: YLEM ONLINE Craig Latta: NETJAM Jeff Mann: MATRIX and INTER/ACCESS Artur Matuck: REFLUX COMUNITÀ - Richard Lowenberg: THE TELLURIDE INFOZONE PUBBLICAZIONI - ISAST: CONNECTIVITY SULLA COLLABORAZIONE - Jesse Cohn Carolyn Guyer: HI-PITCHED VOICES Howard Rheingold MAIL ARTISTS - Chuck Welsh YOUR WORDS? - Judy Malloy


INTRODUZIONE

Judy Malloy



L’ESPERIENZA

James Johnson

Per me l’amore è misterioso quanto le telecomunicazioni (se non di più).


L’ESPERIENZA

Robert Edgar

Gli artisti di oggi che operano tramite il computer sono improvvisamente catturati nella rete come una farfalla e camminano nel web come un ragno. TERZA CONFERENZA SU COMPUTERS, LIBERTÀ E PRIVACY, 9-12 marzo 1993 p. 5.8


PERCHÉ?

John Coate

Io considero le telecomunicazioni per gli artisti primariamente come uno strumento politico. In un clima culturale che attribuisce un valore sempre più basso alla libera espressione nell’arte, è essenziale che gli artisti usino ovunque questi efficienti strumenti di comunicazione per informarsi e mettersi in guardia a vicenda, in modo da aggregarsi per invertire questo andamento allarmante.


PERCHÉ?

Pauline Oliveros

Io sono on line fin dal 1986. Ho usato la posta elettronica per discutere progetti con altri artisti che si trovavano in luoghi molto lontani. Questo mi ha permesso di lavorare con persone con cui altrimenti non avrei collaborato. Molti dei miei progetti sarebbero stati impossibili senza la posta elettronica.


PERCHÉ?

Howard Rheingold

Poiché sono uno scrittore, trascorrevo le mie giornate da solo nella mia stanza con la mia macchina da scrivere, le mie parole e i miei pensieri. Di tanto in tanto uscivo per intervistare persone o per trovare informazioni. Dopo il lavoro rientravo nella comunità umana dei miei vicini, la mia famiglia e la mia cerchia di conoscenze personali e professionali. Durante la mia giornata lavorativa, però, ero isolato e solitario, e il mio lavoro non mi offriva nessuna opportunità di ampliare la mia cerchia di amici e colleghi. Durante gli ultimi due anni, comunque, ho partecipato a uno scambio ampio, stimolante a livello intellettuale, gratificante sotto il profilo professionale e spesso anche dal punto di vista emozionale, con dozzine di nuovi amici e centinaia di colleghi. E trascorro ancora i miei giorni in una stanza, isolato e livello fisico. Comunque la mia mente è collegata con una miriade di persone (anime) in tutto il mondo, con interessi e idee analoghi (e a volte non così analoghi) ai miei: la mia comunità virtuale. Se vi procurate un computer e un modem, potete unirvi a noi.


PERCHÉ?

Paul Rutkovsky

Che io lavori con giovani studenti residenti in Polonia e che usano il computer, con persone affette da HIV che vivono a Siracusa o con studenti d’arte presso l’Università della Florida, il mio principale obiettivo consiste nel collegare la tecnologia alle nostre vite, nell’eliminare le barriere tra carne e silicio. Dichiarazione per il Telluride InfoZone, 1993 IDEAS Festival, Telluride, CO, Luglio 1993.


PERCHÉ? Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz IL CAFFÈ ELETTRONICO

LA SFIDA: noi dobbiamo creare allo stesso livello in cui possiamo distruggere, se le arti devono assumere un ruolo nel plasmare e rendere umani gli ambienti tecnologici, gli individui e i gruppi artistici devono cominciare a immaginare a un livello molto più ampio di creatività. Noi dobbiamo cominciare a creare allo stesso livello in cui possiamo distruggere, altrimenti l’arte, e più pericolosamente lo spirito umano e l’immaginazione, saranno resi decorativi e deboli.


Devono emergere nuove attività creative, come reti di soluzioni creative multimediali, non semplicemente reti di computer per artisti con attività (lett: ordine del giorno) che possono impegnare gruppi multidisciplinari. Questo richiederà lo sviluppo di nuove abilità e la coltura di relazioni nuove tra i partecipanti. Il movimento è verso il controllo di un contesto significativo, creando ambienti non solo per sostenere l’arte, ma che creino opportunità per nuovi livelli di creatività attraverso tutte le discipline e i confini.



Tutto questo implica che vi sia un nuovo modo di essere nel mondo. Che il contraltare del livello di distruzione sia il livello della comunicazione, e che il nostro lascito o epitaffio (la nostra eredità) sarà determinato in molti modi dalla nostra capacità di usare in modo creativo le telecomunicazioni e le tecnologie informatiche informali, multimediali, multiculturali, conversazionali.


IMPLICAZIONI POLITICHE


Anna Couey

L’uso che gli artisti fanno delle reti per creare arte annebbia i confini tra arte e lavoro sociale e politico. Stabilisce un’opportunità per la conservazione di culture distinte e nuovi ibridi. Offre la possibilità della partecipazione pubblica nella creazione di nuove realtà. L’ampiezza della diffusione di queste visioni dipende dalle strutture economiche, legali, sociali e tecniche con cui costruiamo le nostre infrastrutture informatiche. TERZA CONFERENZA SU COMPUTERS, LIBERTÀ E PRIVACY, 9.12 marzo, 1993


IMPLICAZIONI POLITICHE

Michael Joyce





Mentre i nostri interessi e quelli delle tradizionali organizzazioni umaniste (quali pubblicazioni universitarie o progetti di archivi testuali) potrebbero avere fini comuni, ho suggerito che condividiamo le preoccupazioni dei partecipanti all’incontro che cercano di conservare e proteggere informazioni, database testuali e biblioteche digitali. I miei commenti sono stati accolti con rispetto e interesse da un gruppo che ha compreso il bisogno di formare alleanze con noi, ma con molta franchezza voleva concentrarsi su quella che considerava come la crisi immediata.

L’incontro è terminato con un generale accordo sulla necessità di definire una rubrica per le scienze umane e le arti in NII; raccogliere dati sull’uso del computer nelle scienze umane e nelle arti per sostenere le pressioni del congresso; formare alleanze con persone identificate che sostengano questi sforzi. Una dichiarazione di crisi iniziale abbozzata da un comitato direttivo sarà presentata al congresso e all’amministrazione e verrà ampiamente pubblicizzata.

Ciò che sollecita questo messaggio è un invito a riprendere e forse a unirsi nella firma di questa dichiarazione quando verrà fatta circolare la settimana prossima.

Poiché per quanto ne so non esiste un gruppo che coordini in rete artisti e scrittori, chiedo alle persone e alle organizzazioni interessate di contattarmi direttamente tramite posta elettronica (MIJOYCE@vassar.edu) e io diffonderò la dichiarazione da considerare.

Se decidete di aderire voi stessi o la vostra organizzazione alla dichiarazione, io raccoglierò le firme (virtuali) e le inoltrerò al comitato direttivo. Non intendo formare un’organizzazione, ma raccogliere queste firme in un aggregato collettivo che chiamo NAWOC (rete di artisti, scrittori e altre persone interessate). Se qualche organizzazione è già attivamente coinvolta in un progetto simile e preferisce coordinare un impegno di questo tipo, sarei felice di inoltrarle tutte queste informazioni. (Analogamente, se vi è un interesse più ampio nel formare una simile organizzazione, sarò felice di unirmi in quelli sforzi).

L’importante è agire (almeno per il momento) insieme.



IMPLICAZIONI POLITICHE

Randy Ross


TERZA CONFERENZA SU COMPUTERS, LIBERTà E PRIVACY, 9-12 marzo 1993


OPERE

Brian Andreas

HALL OF WHISPERS (Sala dei bisbigli) prende il nome da un antico mito babilonese di una stanza costruita appositamente in una delle ziggurat in cui un bisbiglio sarebbe rimasto vivo per sempre. Io ho un’immagine delle reti elettroniche che bisbigliano senza sosta con le voci di questi tempi. La forma del progetto è illusoriamente semplice: volevo creare una situazione in cui un gruppo di persone potesse condividere l’esperienza di vivere, dove noi potessimo aggregarci intorno a un fuoco (di bivacco) tecnologico, per l’atto profondamente umano di raccontare storie.


Qualcuno ha mandato via fax una storia che tratta di quando sono stati seguiti da un’orda di vespe mentre spillavano succo di frutta tropicale Hi-C durante un picnic in famiglia nello Iowa. Qualcun altro scrive che ogni venerdì sera, quando smette di lavorare (dopo avere terminato il lavoro), si ritrova nel traffico provocato da centinaia di ragazzi (studenti) che escono da scuola e percorrono l’unica strada della loro città nell’Alabama. E qualcun altro scrive tramite e-mail che durante la settimana precedente il Carnevale di Rio, la sua famiglia acquista tutto quello di cui avrà bisogno, come se si stessero preparando in previsione di un uragano; dice che è molto simile ad un ritorno ad epoche primitive. E tutte e tre le storie sono collegate da un tema più ampio.

La SALA DEI BISBIGLI ha due fasi. La prima fase prevede la circolazione di storie tra i partecipanti sulle reti elettroniche tramite fax, computer e telefono. Molte persone partecipano anche con la posta tradizionale. Gran parte del progetto che io non avevo previsto all’inizio era costituito dalle conversazioni nel mio quartiere. Per persone che non avevano esperienza o interesse a usare Internet, ma avevano una ricca esperienza da condividere, io divenni uno scrivano. Potevo passare le storie in rete e i miei vicini mi potevano raccontare le loro. Divenne una condivisione di doni, che fluiva attraverso i confini arbitrari delle comunità virtuali e fisiche.

La seconda fase del progetto è ancora in formazione. Mentre sto scrivendo, prevedo le storie con la digitalizzazione delle voce umana, così inizierà letteralmente a bisbigliare. Le stesse interconnessioni delle storie saranno ancora contenute in un database ipertestuale, permettendo ai visitatori di seguire il loro filo personale delle associazioni. Per questo io sto guardando alla possibilità della distribuzione di CD-ROM. Questa fase sarà completata nella prima parte del 1993.

All’inizio della SALA DEI BISBIGLI io ero interessato a molte cose. Innanzitutto volevo creare una comunità virtuale usando un antico principio della formazione di comunità: la condivisione di storie. In secondo luogo stavo creando un modello di consiglio per comprendere il nostro mondo. Fondamentalmente, il modello del consiglio ha in sé il fatto che nella condivisione si acquisisce una maggiore saggezza. Infine, in un mondo turbolento, è facile perdere di vista le piccole bellezze e i momenti di grazia che si verificano costantemente attorno (intorno) a noi. Volevo che la SALA DEI BISBIGLI desse voce a quel lato di noi stessi che riconosce che questo è un momento di rinnovamento quanto di decadenza.

Il progetto ha avuto successo? Non lo so con certezza; è ancora molto presto per affermarlo. Ho però parlato l’altro giorno con una delle partecipanti, e le ho domandato che cosa le fosse accaduto. Ecco quello che mi ha risposto: “prima, penso che dovrei scrivere qualcosa. Dovrei rispondere. Ma non lo faccio. Non subito. Invece leggo le storie e comincio a pensare a cose a cui non ho pensato in venti anni. Prendo il mio tempo perché sto cercando qualcosa. Non so che cosa, ma lo saprò quando lo troverò. Io non voglio mandare solo una vecchia storia. È troppo speciale. LEONARDO ELECTRONIC NEWS 3(1), 15 gennaio 1993


OPERE

Anna Couey e Lucia Grossberger Morales

MATRIX: DONNE IN RETE


Le attuali sfide tecnologiche sono la capacità di scambiare immagini, video e audio tramite piattaforme -- senza che gli utenti debbano avere software speciali per decodificare le trasmissioni. Questo lavoro ha preso due percorsi: all’estremità superiore, la necessità di risorse e larghezza di banda molto elevate, e all’estremità inferiore la larghezza di banda attualmente disponibile e l’impegno verso la disponibilità generale. MATRIX: DONNE IN RETE dimostrerà sviluppi all’estremità inferiore… Il nostro obiettivo nel concentrarci sull’estremità inferiore consiste nel richiamare l’attenzione verso le disparità tecnologiche che ci sono nella nostra società e nel sollevare domande sul loro impatto. Noi speriamo di ampliare il concetto di progressi tecnologici per includere i supporti e le implicazioni sociali e culturali.

Matrix mette in evidenza i lavori di donne di culture ed esperienze artistiche diverse che operano (lavorano) con le reti di computer come mezzi per creare opere in collaborazione con artisti come anche non artisti, per decentralizzare il processo creativo, per istruire e conservare distinte le loro culture e comunità e fornire l’accesso online (alla rete) a gruppi di popolazioni che altrimenti non vivrebbero nell’era informatica.


Anna Couey e Lucia Grossberger Morales, 1993

ARTISTI E PROGETTI CHE PARTECIPANO: poesia online, Lisa Cooley (coollit@tmn.com), concorso di poesia in cui è il pubblico a giudicare... Sono messi in evidenza poeti quali Michael Warr (Chicago) e Bruno Navasky (New York).

"Imagining the Information Age," (Immaginare l’era dell’informatica) Anna Couey (couey@well.sf.ca.us), Una popolosa città di stanze elettroniche in cui a partire da quattro schemi, rappresentazioni immaginarie creano un percorso per il futuro.

"ProjectArtnet," Aida Mancillas, Chicana, (mancilla@tmn.com) Un libro interattivo di artisti online che documenta Project Artnet, un progetto storico di comunità intergenerazionale che coinvolge arte, poesia, movimento e tecnologia informatica. The "Matrix: Women Networking" (Matrix: donne in rete) installazione video/testi anche animata, documentazione per Project Artnet di Lucia Grossberger Morales, Latina. "Bandana," (Bandana) Lorri Ann Two Bulls, Oglala Sioux, (c/o afallis@silver.sdsmt.edu) "Changes," (Cambiamenti) Lorri Ann Two Bulls, Oglala Sioux. "Journey," (Viaggio) Lorri Ann Two Bulls, Oglala Sioux. "Pink Blue," (Rosa Blu) Lorri Ann Two Bulls, Oglala Sioux. "Play," (Gioco) Lorri Ann Two Bulls, Oglala Sioux. Vengono mostrati online disegni animati NAPLPS. Two Bulls distribuisce i suoi lavori elettronicamente in condivisione.


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Poetica

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