Media attivismo

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Media Attivismo

Per comprenderlo e descriverlo occorre immaginare un ambiente interconnesso fatto di flussi informativi, network, campagne mediatiche, programmatori, scrittori, giornalisti free lance. Il media attivismo non e' solo un fenomeno sociale e politico, ma un laboratorio di innovazione e sperimentazioni di media e modelli sociali che vedremo sorgere appieno nella societa' del futuro. Diverse e molteplici sono le pratiche che vanno a immaginare e costruire un mondo nuovo: dai social forum all' hacktivism, dal bilancio partecipativo al commercio equo e solidale, dalla disobbedienza sociale all'interposizione pacifica nei territori della guerra globale. Date le dimensioni globali di questo fenomeno non e' iperbolico considerarlo la fucina di una nuova cultura e di una nuova forma mentis. Un prototipo mentale che oggi vediamo solo in embrione ma carico di potenzialita' radicalmente innovative, che hanno gia' scalfito la superficie delle piramidi imperiali del potere, dei media, dell'economia. La battaglia sulla comunicazione non e' semplicemente una battaglia per un'informazione "vera", obiettiva, indipendente.

La reale posta in gioco e' riuscire a scardinare una delle macchine economiche che sostengono il capitale del pensiero unico. Indymedia, Adbuster, Candida Tv, Etoy, Radio Gap sono alcuni dei nomi più noti dei network di comunicazione e informazione nati negli ultimi tempi. Su scala nazionale e internazionale, da alcuni anni si vanno diffondendo e affermando poli di informazione indipendente. Le nuove tecnologie hanno infatti dato a chiunque la possibilità di improvvisarsi e diventare "media", dalla diffusione di notizie in rete alla vera e propria produzione di televisioni.

I media indipendenti non sono allora semplicemente serviti al popolo globale per incontrarsi, organizzarsi e decidere cosa fare in occasione delle contestazioni dei vertici internazionali, ma hanno svolto anche una grande campagna di informazione e produzione di cultura. Su questi eventi, in rete circolano migliaia di filmati, video, testi, comunicati, analisi, documenti audio, illustrazioni. E in tutto il mondo milioni sono le persone che quotidianamente si connettono ai network per avere notizie in tempo reale, per seguire gli avvenimenti in diretta e per avere un’informazione più libera e, quindi, attendibile. L’evento più comunicato, fotografato, filmato, raccontato del movimento globale è stato Genova G8. Ma paradossalmente le questioni dei media, della democrazia dell’informazione, delle telecomunicazioni erano totalmente assenti dall’agenda del Genoa Social Forum. Per questo motivo Mediachannel (www.mediachannel.org), network mondiale di organizzazioni che si occupano di comunicazione, in una lettera del 19 luglio 2001 chiedeva bruscamente agli attivisti di Genova: What about Media?; e inviava una bozza in 10 punti per suggerire un dibattito. La questione dei media si ripresentava ancora una volta come il buco nero nell’agenda del movimento italiano. È solo con Porto Alegre 2002 che il World Social Forum si affaccia timidamente sulla scena dell’informazione indipendente. Se i social forum dei paesi latini possono vantare anche nel campo dei media maggiore conflittualità sociale, è solo in Nordamerica e nord Europa che troviamo una media culture già presente nel bagaglio della società globale. Introdotte rapidamente, sono queste le due faglie geopolitiche, latina e anglosassone, che tagliano la scena mondiale della comunicazione indipendente, due motori della storia che bisognerebbe confrontare e connettere. Il media attivismo, semplificato a sua volta come fenomeno mediatico, esplode con la congiuntura Internet-Seattle, la convergenza dell’informazione autorganizzatata in rete con l’affiorare del network del movimento globale. L’inquadratura che dobbiamo tenere non è comunque "movimentista": la questione "comunicazione" è ormai entrata nella sensibilità di tutta la società globale.

L’altro attore antagonista che ancora non abbiamo introdotto è infatti il monopolio della comunicazione, un monopolio ibrido che è ormai un unico, connubio dei poteri forti nazional-liberisti con i residui dei poteri post-statuali. La rete internazionale di propaganda del pensiero unico si manifesta senza soluzione di continuità dalla scala globale a quella nazionale e mostra la sua perfetta risonanza in occasione delle nuove guerre globali. In Italia il monopolio mediatico e il conflitto di interessi hanno la forma di un’anomalia che non vogliamo nemmeno nominare, un gigantesco bug costituzionale che la sinistra, facendone mercimonio di palazzo, ha trasformato in rumore bianco alle orecchie dei cittadini. Completamente svuotate e apatiche le istituzioni "democratiche", la risposta non poteva non esplodere nella società: in Italia come nel mondo è proprio l’asfissiante monopolio ad aver catalizzato centinaia di progetti di comunicazione indipendente.


Indirizzi web utili:

http://www.rekombinant.org/media-activism/article.php?sid=61

http://www.rekombinant.org/article.php?sid=1767

http://avana.forteprenestino.net/aha.htm

http://switzerland.indymedia.org/it/medias/archive.shtml

http://www.hackerart.org/storia/hacktivism.htm

https://www.inventati.org/mailman/public/raytheon/2003-November/000534.html

http://www.infoxoa.org/controllo/ctrl03.htm

http://www.0100101110101101.org/texts/qt_complete-it.html

http://www.ecn.org/aha/progetto.htm

http://www.hackerart.org/storia/hacktivism/3_6_3.htm

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