Melies e la grafica computerizzata

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Méliès e la grafica computerizzata

Il realismo sintetico è un obbiettivo ormai raggiunto nel cinema, si pensi agli ultimi spettacolari film a cui siamo abituati, tutto merito dell’evoluta grafica computerizzata: capacità di simulare la realtà visiva, una sorta di fotorealismo, cioè la capacità di falsificare l’immagine fotografica. Lo sviluppo dei computer digitali (anni’40) seguito da una algoritmo in grado di creare la prospettiva (anni’60) capace in seguito di simulare un oggetto tridimensionale con ombre e riflessi (anni ’70) la simulazione degli effetti fotografici, il movimento e la profondità di campo (anni ’80). Idealmente però la fotorealistica era già apparsa cone le foto di Nadar nel XIX secolo e soprattutto cinematograficamente parlando si trovano bellissimi esempi nei film di Méliès, fine XIX secolo. Espertissimo in trucchi e macchinari Melies era affascinato dalla magia del nuovo strumento, si mise subito in concorrenza con i Lumière, dapprima adottando la loro concezione di riproduzione della natura, poi (dal 1899) volgendosi decisamente verso i soggetti fantastici. Nel suo teatro di posa di Montreuil studiò nuove tecniche, dalla sovrimpressione alla dissolvenza, dal montaggio alla ripresa, al rallentatore, abbandonando quindi gli esterni (e il realismo) per l'assemblaggio in studio di fantasie fiabesche; il teatro Houdin, dove venivano proiettate le sue pellicole, divenne il tempio della finzione. Semplici minuziose e rigorose le sue ricostruzioni (per lo più disegnate o modellini, miniature ricopiate) di ambienti immaginari si sposavano a meraviglia con le storie attente a sogni e leggende secolari: dalla favolistica per l'infanzia , dal romanzo d'avventura La conquête du Pole, in cui gli esploratori si imbattono nel gigante delle nevi), dal romanzo di fantascienza (Le voyage dans la lune, al Le voyage à travers l'impossible) Dal 1902 al 1904 i suoi film pullulano di assurdi, in cui gli oggetti si animano di una follia comica, oppure lo spazio è intriso di visioni oniriche, (sogno) escursioni nel campo della prestidigitazione, intermezzi quasi fra una tappa e l'altra dell'avventura e squisiti esercizi di nonsense calligrafico. I suoi capolavori sono i viaggi fantascientifici su sfondi lussureggianti, in cui Méliès può sbizzarrirsi per quel che concerne sia la sceneggiatura sia la scenografia. Gli astronomi che giungono a bordo di un razzo sulla luna (Viaggio sulla luna) scoprono un mondo invernale popolato di seleniti e di giganteschi funghi; oltre alla descrizione delle meraviglie lunari il film si basa sulla suspense dell'avventura (gli uomini catturati dai seleniti, fuggono portando sulla Terra un esemplare di selenita e poi compiono delle peripezie sui fondali oceanici) e sul sogno centrale, in cui sfilano pianeti e firmamenti impersonati da uomini e donne in costume. Il pubblico rimase sconcertato nel vedere proiettare qualcosa che non era mai accaduto. Il film era molto più lungo del normale ed erano tante le trovate che vi erano fusi due o tre Verne.

Il viaggio nell'impossibile è invece verso il sole, ed è diretto con uno spirito più comico, quasi auto-parodistico: l'astronave è un treno volante che viene lanciato da una montagna come da un trampolino. sul sole gli astronauti finiscono dentro una ghiacciaia, al ritorno precipitano come al solito nell'oceano da dove un'esplosione li catapulta di nuovo nello spazio. Ma in entrambi i film la trama è solo un pretesto per i funambolismi della regia.

Méliès inventò la messa in scena, senza la quale il cinema non sarebbe mai servito ad altro che al reportage; nella moltitudine di imitatori seriosi di Lumière, nella quantità di treni a vapore, signorine a passeggio e bambini sorridenti ripresi dal vivo, (scene di vita quotidiana) Méliès giunse come l'eretico e il ciarlatano, coi suoi mostri e i suoi pionieri dello spazio, con i suoi mondi fantastici; imparò e insegnò a violare la logica della concatenazione delle azioni, a riprodurre i sogni piuttosto che la realtà (celebri le stravaganze della testa decapitata). Fu il primo a concepire il film come una successione di fotogrammi adiacenti e non soltanto come una copia carbone della scena filmata. Manca però una grammatica del cinema ,manca il montaggio Il mago di Montreuil fu soprattutto un creatore di giocattoli, che poi faceva muovere in un contesto mutuato dal teatro (per esempio il volto ammiccante della luna), dalla prestidigitazione, dai giornali illustrati (p.es. il calendario astrologico) a cui dava vita cioè con il suo ampio repertorio di trucchi. Méliès giunge al suo massimo virtuosismo quando usa il cinema stesso, il singolo fotogramma, come giocattolo. (ricordiamo che sono film di pochi minuti-viaggio sulla luna arriva a 15 minuti, le pellicole erano comprese tra i 15 e i 25 metri di lunghezza- rifletti sui nomi dei proprietari delle pellicole: Eastman-Kodak)


Méliès inventò prima il linguaggio registico, l'insieme delle tecniche mediante le quali il regista può rappresentare la finzione, e poi il suo linguaggio personale, appunto i giochi mossi da trucchi. In uno dei suoi film 'l'esecuzione della regina di Scozia' (ripreso anche ne L'Escamotage d'une Dame) Un’altro trucco venne in mente a Melies per puro caso -la macchina gli cade per terra e la pellicola spezzandosi divide in due la scena del mago che deve fa sparire una donna-staccando in due pezzi la sequenza dei due attori si poteva ottenere l'effetto del mago che con dei gesti-stacco-fa sparire la donna-che viene tolta dalla pellicola. Melies usò anche tra i primi la Dissolvenza in molti dei suoi film-film nei quali la recitazione rimane ancora molto teatrale con attori che sbracciavano oltre il lecito Quel che manca al suo linguaggio è una Grammatica: esso è infatti più che altro un flusso di trucchi fini a se stessi; il trucco è parola e frase, significa di per se stesso; è la negazione dell'ordine delle cose, l'apologia dell'universo del giocattolo. E il giocattolo, in termini di illusionismo, è un fantasma automatico che rendono comprensibile a chiunque il suo linguaggio


Filmografia:

  • Escamotage d'une dame chez Robert-Houdin (1896)
  • Un homme de têtes (1898)
  • Illusioniste fin de siècle (1899)
  • Cinderella (1899)
  • L'Affaire Dreyfus (1899)
  • Nouvelles luttes extravagantes (1900)
  • L'homme-orchestre (1900)
  • L'homme à la tête de caoutchouc (1901)
  • Barbe bleu (1901)
  • Le Voyage dans la Lune (1902)
  • Le mélomane (1903)
  • Le chaudron infernal (1903)
  • Le Cake-walk infernal (1903)
  • La Flamme merveilleuse (1903)
  • Le Royaume des Fées (1903)
  • Le Monstre (1903)
  • L'Auberge du Bon Repos (1903)
  • La Lanterne magicue (1903)
  • La Rêve du Maître de Ballet (1903)
  • le Damnation de Faust (1903)
  • Les cartes vivantes (1904)
  • Le thaumaturge chinois (1904)
  • Le Bourreau turc (1904)
  • Le Roi du Maquillage (1904)
  • Le Voyage à travers l'Impossible (1904)
  • Le tripot clandestin (1905)
  • Les affiches en goguette (1905)
  • Le Palais des Mille et Une Nuits (1905)
  • Le Raid Paris-Monte Carlo en 2 heures (1905)
  • Les 400 Farces du Diable (1906)
  • L'Alchimste Parafaragamus ou la Cornue infernale (1906)
  • L'Éclipse du soleil en pleine lune (1907)
  • Le Rêve d'un fumeur d'opium (1907)
  • Le locataire diabolique (1909)
  • Le secret du Médécin (1910)
  • Les Hallucinations du Baron de Münchausen (1910)
  • La Conquète du Pole (1910)

Webliografia:

http://www-utenti.dsc.unibo.it/~fioni/ig/ http://www.girodivite.it/antenati/cinema/_melies.htm