Nelson Theodor H.

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Nelson Theodor H.

Nelson Theodor H.


Biografia

Nato nel 1937, nel 1960 si iscrisse ad Harvard per studiare Sociologia e ottenne il master in Social Relations nel 1963. Proprio ad Harvard, seguendo nel 1960 un corso di computer for the humanities, concepì l’idea di scrivere un programma in linguaggio macchina che gli permettesse di archiviare nel computer le sue note e i suoi manoscritti, modificarli e stamparli. Nelson è stato colui che negli anni sessanta (1965) ha coniato il termine ipertesto dandone la seguente famosa definizione: "Con ipertesto intendo scrittura non sequenziale, testo che si dirama e consente al lettore di scegliere; qualcosa che si fruisce al meglio davanti a uno schermo interattivo. Così come è comunemente inteso, un ipertesto è una serie di brani di testo tra cui sono definiti legami che consentono al lettore differenti cammini."

Opere

  • Computer Lib/Dream Machines: è il libro più importante nella storia dei nuovi media. Il volume di Nelson è talvolta chiamato il primo libro del personal computer, probabilmente perché è arrivato un po’ prima del primo sistema di elaborazione (Altair) e gli fu più tardi riconosciuto di aver predetto gli effetti della sua venuta. Questa, tuttavia, fu solo una delle molte visioni, predittive e influenti, offerte nel volume.

Mitch Kapor, progettista di Lotus 1-2-3, cofondatore della Fondazione Frontiera Elettronica:

….ho impiegato una parte dell’inizio degli anni ’70 aggirandomi intorno alle librerie ed alle edicole di piazza Harvard. All’epoca ero un giovanissimo programmatore di computer e occasionalmente insegnante di Meditazione trascendentale. Inciampai in Computer Lib durante una escursione notturna e fui istantaneamente affascinato. C’era un uomo che sognava i miei sogni prima che io li facessi, che dava voce ad una concezione radicalmente diversa di computers come altro rispetto a gigantesche macchine da calcolo. Computer Lib mi ispirò come mai nessun altro libro prima fino ad allora e mi sostenne per i prossimi pochi anni finché comprai il mio primo Apple II. Mi orientò nella direzione di una carriera nel campo del non ancora inventato dei personal computers. Per cui io sono eternamente grato…

  • Dream Machines (2):

tratta di perché noi viviamo nei media, come il pesce vive nell’acqua. (Molte persone sono prigioniere dei media, molti sono manipolatori e molti vogliono usarli per comunicare visioni artistiche). Ma oggi, in questo momento, noi possiamo e dobbiamo progettare i media, progettare le molecole della nostra nuova acqua e io credo che i dettagli di questo progetto abbiano profondamente importanza. Essi saranno con noi per un tempo molto lungo, forse così lungo come quello che l’uomo ha lasciato dietro di sé; forse se essi saranno così bravi come possono essere, l’uomo potrà acquistare sempre più tempo oppure rimane da supporre il futuro più prossimo alla fine.

Musei

Bibliografia

  • Nelson, Ted. “Una struttura concettuale per ogni Uomo-Macchina‿. Procedimenti AFIPS Esposizione e conferenza nazionale sul computer
  • M21-M26, giugno 4-8, 1973, New York. Montvale, N.J.: Stampa AFIPS, 1973.
  • Nelson, Ted. “Il giusto modo di pensare circa la progettazione di programmi‿ L’arte di progettare interfacce uomo-computer, 235-243. Ed. Brenda Laurel. Reading, Mass.: Addison-Wesley, 1990.
  • Rheingold, Howard. Strumenti per il Pensiero: le Persone e le Idee dietro la Prossima Rivoluzione del Computer. New York: Simon & Schuster, 1985; Cambridge: Stampe MIT, 2000.

Sito web

Poetica

Nella sua definizione di ipertesto appaiono messe a fuoco le caratteristiche distintive di questa, all’epoca, nuova forma di testualità dove entrambi i ruoli di autore e di lettore appaiono profondamente modificati:

- superamento della scrittura lineare e sequenziale

- deliberata assenza di un'organizzazione gerarchica

- potere decisionale e quindi ruolo attivo del lettore

Lo stesso Nelson concepì anche l’idea di Xanadu, un sistema ipertestuale globale di lettura e pubblicazione di testi letterari. Ted Nelson si ricollegava direttamente ad alcuni concetti esposti da Vannevar Bush nel suo saggio del 1945, As we may think, in cui presentava una macchina mai realizzata, il memex, destinata alla gestione di documenti su microfilm e alla loro connessione su base associativa. Nel 1974, nel suo libro Computer Lib Dream Machines, Nelson annunciava che Xanadu sarebbe stato pronto per il 1976. In Literary Machines, pubblicato nel 1987, la data del completamento del progetto veniva posticipata al 1988. In effetti nel 1988 lo sviluppo di Xanadu ricevette un forte impulso a causa dell’acquisto del marchio Xanadu da parte di Autodesk, una importante software house; ma nel 1992 Autodesk si ritirò dall’impresa restituendo a Nelson il marchio. Da allora vi furono sviluppi e presentazioni pubbliche di singoli componenti del sistema, ma non molto di più: Nelson entrò in conflitto con buona parte del mondo accademico, industriale, economico statunitense che si disamorò di un progetto affascinante che prometteva tantissimo, ma che non produceva niente di usabile. Il progetto Xanadu rimase quindi un sogno, un’utopia, che si è però poi realizzata con la crescita di Internet e del World Wide Web. Il tema del libro elettronico, pur non essendo identificabile con nessun aspetto del pensiero di Nelson, ha radici che risalgono fino a lui; infatti gli e_book sono ipertestuali, stanno in librerie on_line da cui si scaricano per leggerli, pongono problemi di pagamento di diritti d’autore, rinnovano l’interesse per problemi legati alla proprietà intellettuale delle opere dell’ingegno: tutti temi che in varia forma e modo sono presenti negli scritti di Nelson. L’attività di Nelson si spostò fuori degli Stati Uniti: in Gran Bretagna (Visiting Professor all’Università di Southampton), in Australia (creazione nel 1993 della società Xanadu Australia), ma soprattutto in Giappone dove nel 1994 venne accolto trionfalmente e dove diresse l’Hyperlab di Sapporo costruito per lui da Hitachi e Fujitsu. Nel 1996 iniziò ad insegnare come Project Professor di Environmental Information alla Keio University a Shonan Fujisawa.

Webliografia