Net Criticism 2.0 A fast conversation of two nettime moderators with Ted Byfield and Geert Lovink

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Autore: Ted Byfield e Geert Lovink

Tratto da: http://laudanum.net/geert/files/1006746878/index.shtml?1072972489

Titolo Originale: Net Criticism 2.0 Fast Conversation of Two Nettime Moderators With T. Byfield e G.Lovink

Anno: luglio, 1998


Net Criticism 2.0 Una veloce conversazione di due Moderatori Nettime Con Ted Byfield e Geert Lovink


Net Criticism 2.0 Uno scambio con Ted Byfield Geert Lovink & Ted Byfield Luglio 1998

[nella preparazione della 'bibbia di nettime', il prossimo libro sarà pubblicato in novembre al Dutch Electronic Arts Festival, V2, Rotterdam]


Ted Byfield






Pubblicato sulla nettime mailinglist, 21 Luglio, 1998.


GL: Al fine di uno scambio tra le correnti e il possibile net criticism e come pensiamo questo genere debba ulteriormente svilupparsi. Ad esempio, chi sono i vostri maestri? E’ il Net Criticism diverso dal business dell’informazione di cronaca, dal giornalismo investigativo o da altri saggi? Mi chiedo, per esempio, cosa pensi di tutti questi libri coronati dal successo di siti web. Poche persone fanno domande sul genere e sul discorso. Lo stesso vale per i manuali di software, i libretti etc... Bene, c’è (o c’era) un ampia critica, si. Ma come andare oltre?


TB: Ricorderai che espressioni come 'net criticism' e 'net discourse' dapprima emergono. Ero abbastanza scettico circa queste espressioni. Non per quanto riguarda il lavoro di rubricazione, ma intorno alla possibilità di questi campi o discipline: se i soggetti o gli oggetti erano chiaramente compresi, tali da unirli sullo stesso piano. Disegnai un parallelo di distinzione tra il galleggiamento di alcuni newsgroup dedicati ai vari problemi della rete, l’abuso di *on* sulla rete (appassionati, fondamentalmente) e l’abuso *of* della rete (spam, forged cancels, etc.). Stiamo ancora vedendo questa ambiguità, tra lo sforzo di elaborare generi che sono in qualche modo 'nativi' o trasmessi o affermati come 'la rete è stata usata per organizzare l’opposizione in Indonesia.' C’è questo tipo di confusione, per cui non è stato realmente collaudato, e allora emerge un’altro tipo di confusione, che si origina dal rapido cambiamento del medium. Io non penso che questa creazione sia venuta chiaramente insieme, ma la più recente confusione potrebbe essere un segno che, come l’avete chiamata, 'Net Criticism 2.0' è emersa insieme . Ed è sicuramente necessaria.


GL: Io mi domando se possiamo infastidire la gente unendoci alla gara sul 'net criticism 2.0' e cosa esso dovrebbe essere. O è già abbastanza auto-referenziale? Il problema qui è fra un modello positivo ed uno piuttosto negativo, i modelli di testo di cui uno si appassiona con allucinanti critiche che scuotono le fondamenta della corrente Net business...


TB: Questa è la domanda da chiedere agli storici futuri, se tutto ciò era troppo auto-referenziale. Quanto all’irritazione della gente, chi sa’? Questo ci riporta ad un altra ambiguità, nominativamente, cos’è la rete? E’ uno strumento, un mezzo di comunicazione? Un medium, è per l’arte o per la pubblicità? E’ un notebook, o una televisione, un telefono, o un arena? E’ facile pensare ad un particolare forum sulla rete come a un tipo di contesto, ma difficile da capire, io penso, è la ricezione di quel contesto come a un qualcosa di passivo per l’educazione o l’entertainment, o come a un canale per ‘lavori finiti’ o perfino a un banco di prova per infiniti esperimenti? Alcune di queste combinazioni di possibilità sono essenziali, altre meno. Così la domanda potrebbe essere qual’è la scelta essenziale? Ma potrebbe *tutto ciò * essere troppo auto-referenziale.


GL: Le migliori ipotesi sono quelle che forse coltivano e differenziano il loro linguaggio e le referenze interne senza diventare completamente oscure, un gioco seduttivo di chiusure e aperture. Il relativo sistema chiuso delle mailinglist può essere una buona prova per sviluppare un ricco set di idee, davanti la schiera di riciclati come universitari, giornalisti e mediatori culturali assumono il controllo. Ma in generale è un processo irrazionale che non può essere simulato o perfino messo in scena. E dovrà avere un certo approccio radicale. Voci moderate possono essere solo all’altezza di sintesi alla fine. Così l’NC 2.0 necessita di nuove forme di limitatezza. La cyber ideologia oggi ha bisogno di nuove direzioni, nemici, obiettivi e nuove mete naturalmente.


TB: Usualmente domando se, la rete diventerà parte normale della vita come il telefono, la possibilità della 'net critique' di assomigliare alla 'phone critique'uno storico pittoresco ritorno. Io non penso così: una delle ragioni dell’esplosione della rete fu la possibilità che essa aprì per raggirare le varie istituzioni delle vecchie generazioni che erano diventate del tutto adeguate alle loro forme di incapacità professionalizzata: rafforzando improvvisamente strutture stratificate come università, giornali, partiti e così via moltissimo al prezzo di quelli che cercarono di continuare la critica, se non 'seguire i loro passi'. E così vedemmo la veloce prolificazione di soapboxes, networks, e così via. Non credo all’insoddisfazione e alla caduta degli ideali, noi siamo tutti felici ora, non più problemi, ognuno è improvvisamente moderato. Questo è il vostro potenziale radicalismo. Ma quali sono le frustrazioni e le mete di questi ultimi anni?


GL: Avital Ronell amerebbe la vostra 'phone critique', ma ad ogni modo, la domanda ora è se, gli utenti della rete, accettanosemplicemente lo standard come si è sviluppato. Non più ricerca e sviluppo. Questo è anche il punto di partenza di quel brillante pezzo 'anti mac' che uscì su nettime un po’ di tempo fa. Esso afferma che l’interfaccia di Apple Mac non è cambiata per lungo tempo e le interfacce uomo-macchina saranno piacevolmente rivoluzionate a breve. Lo stesso può essere detto di Microsoft e della sua critica. Siamo sul punto pericoloso di bloccare la normalità nel web. Questo potrebbe essere il punto dove le reali frustrazioni vengono fuori. Dopo tutte le svendite, i fallimenti possiamo pensare di organizzare lo scontento delle molte esperienze fatte dagli utenti che non sono diventati prigionieri delle tentazioni cyber a basso prezzo, attraverso nuovi modelli di sindacati, associazioni di consumatori e comparsa di insoddisfazione di massa che stanno compromettendo la 'disobbedienza civile elettronica’.


TB: Desidererei poter dire che ho amato i suoi libri sul telefono, ma non del tutto perché essi 'prevedevano' il segno del vicolo cieco che ha intrappolato i media 'eventi' invece di continuità, ampliamento invece di sintesi, inganno invece di sostanza, etc... C’è un pericolo nel cadere nella seduzione del cosmopolitanismo o temporalità che la rete offre: l’eccletticismo molto facilmente, devolve in modi reazionari, ma raramente manifesta se stesso in relazione a fornire input e ricezione, principi base per dire 'OK, abbastanza per ora, conosciamo quali sono i nostri principi, è tempo di agire. Penso sia questa la fascinazione con la libertà o le fonti aperte dei software dei movimenti: ah, questo eccletticismo ha rallentato la corsa, ora abbiamo trovato un ideale che è nativo del network. Tutto bene, ma allora queste forze emergono con una stupida 'Apertura di contenuto delle Licenze.' E’ come saltare sullo specchio di Alice e sul meraviglioso mondo dell’ipertesto: dimenticando che il contenuto è sempre stato aperto e lo è ancora. Alcuni indipendenti come il Manifesto Comunista diventano il binario guidato, e puoi solo distribuirli sotto OCL, con il Grundrisse dei 'commenti' e Das Kapital 'codice d’origine.' David Bennahum scherza circa la 'gif economy' e la 'wysiwyg society'  ; ciò che mi piacerebbe vedere nella 'ascii revolution.'


GL: L’OCL è una cosa, ma avete visto le costose edizioni di grande formato del Manifesto Comunista, pubblicato per il 150° anniversario? Asci è ora quello che sono stati i giornali nel 19° secolo, una fondamentale risorsa che sta sollecitando tutta questa rivoluzione spaziale e virtuale. Ma ciò non è ovvio! Il codice sta rapidamente diventando meno visibile. Siamo essenzialisti in quanto ci piace credere che gli elementi dietro lo spettro sono quelli che contano. Lo stesso può essere detto di certe teorie affermate dai media che la guerra è la madre della tecnologia dei media. Questo potrebbe essere vero. Ma le masse on-line sono accecate dalle interfacce, raffigurazioni funky. Net Criticism non può solo avere una strategia, costantemente 'scoperta' e decostruita, altra gente usa java e l’intelligente HTML... Noi dovremmo anche capire e 'unirci alle masse' nella loro ammirazione a basso prezzo per l’effimero.


TB: Sarà interessante vedere se la tendenza a fare codici visibili (sorgente aperta) li renderà più leggibili. Per molti, no: sarà come tradurre i geroglifici in fonetici. Ma l’alfabetismo è una ‘tecnologia', e dall’11° secolo divenne uno strumento base per gli uomini d’affari delle classi agiate; e il 'rinascimento dell’alfabetismo' condusse ad un ‘rinascimento dell’eresia', la gente esercitando l’alfabetismo fuori dalle strutture istituzionali pensò non proprio alla tecnologia, ma all’interpretazione, alla spiegazione e applicazione. E questo non fu il risultato ad una spinta per una progressiva intelligenza; al contrario fu la spinta che l’intelligenza trovò. Così forse c’è una storica saggezza, un nuovo tipo di tecnologia in questa intelligibilità di codici, grafica funky, effimera forse in qualche posto in quella combinazione che sembra così fuori ordine è la storica forza. Assumerà per un minuto ciò che il modello pensato possa unire un avanguardia intellettuale che ipoteticamente apprenda compassione dai suoi eccessi e rispetto per 'le masse' è infatti una forza reazionaria che provando a proteggere il suo patrimonio politico imponendo tradizionali interpretazioni e ideali. Cosa può venir fuori da questa incredibile zuppa di tecniche strumentali e visive? Ci dispiaciamo e preoccupiamo su come le interfacce stanno 'frenando' la gente anche se queste interfacce non hanno alcuna importanza?


GL: Ciò dovrebbe essere il paradiso, forse perfino la fine del progetto NC. Invece di un estasi di costruttivismo collettivo di rete, potremmo aspettarci un ritorno del (cyber) pessimismo culturale. Alla fine, tutti i cinici osservatori esterni avranno ragione. Ma questo è insopportabile. Recentemente fui inspirato da un’idea che la classe vera e propria dei capitalisti di ventura e tutto il corteo non sono molto più che 'tigri di carta' non dovremmo più aver paura. Abbiamo ancora l’abilità di organizzarci (in nuovi modi, si) e rivendicare egemonia contro Microsoft, Apple, UUNet, Compaq, Netscape, Sun, Worldcom e chiunque altro. Questo non è stato ancora provato. I freelance solitari, soggetti che sono stati addomesticati, intorpiditi, ancora prigionieri di vecchie storie, cambieranno con la fine del 20° secolo e certi traumatici eventi verranno meno. NC 2.0 sarà la fiction della scienza sociale e sarà pronta una sola volta la momentanea perdita di ragione (sui Problemi di Organizzazione), sarà finita.


TB: OK, una definizione di compromesso: NC 2.0 dovrebbe essere l’organizzazione atomizzata di un futuro che non possiamo immaginare. Ma come facciamo a conoscere le nuove forme di organizzazione se cadiamo nelle vecchie trappole e facciamo affidamento sugli stessi vecchi strumenti analitici.Liberiamocene. Nominai la 'Conspirazione' come la prima idea idiota da frantumare: essa include ogni cosa pessimismo, abitudine, egemonia, e un solitario freelance soggetto catturato da vecchie storie. Cos’è la 'Conspirazione'? Un organizzazione che è effettivamente, gerarchica, non parla, e progetta di ‘dominare il mondo’. E allora, se qualcuno si oppone al modello di questa organizzazione, che valori sta supportando? Inefficacia, un programma casuale, inganno e impotenza specificata. Oh, e i 'Conspiratori' sono 'Diavoli.' Ma cosa significa, quali altri motivi le sono attribuiti? Oh si, uccidere persone, imprigionarle, sfruttarle sono comportamenti immorali ma dobbiamo considerare quali sono i ‘motivi’ per condannare queste cose? No, noi possiamo condannarle su un terreno oggettivo. Così se ignoriamo il motivo della 'Conspirazione'? Noi finiamo con un modello ideale di corporazione: efficace, comprensivo, organizzato, che pensa in avanti, e si sviluppa. Un perfetto buon ideale per molte organizzazioni sociali. Gettiamo via questa idea della 'Conspirazione' gettiamo la fascinazione sui 'motivi'. Queste sono le mie affermazioni su come procedere con NC 2.0. Cosa ne pensi?


GL: Le teorie sulla Conspirazione non onorano i nemici, essi vogliono cancellare, distruggere e cassare. Ma davvero sostenete che questa linea è dominante in questi giorni? Come mai c’è qualcos’altro? Posso vedere similitudini con il 'movimento ascii’ nel senso che tirare giù la maschera ad uno stato costituito, sotto il quale una spiegazione di verità rivela se stessa, senza rispondere all’urgente questione dei nuovi modi di organizzare e acquisire egemonie del progetto neo-liberale del mercato globale. Ciò sta prolungando una disperata forma di individualismo che non è nemmeno conveniente ai network. Così la NC 2.0 potrebbe aprire nuovi spazi atti a disegnare nuove forme di soggettività (collettiva).


TB: Dominante, non so, ma in crescita? Si. Stiamo costruendo strumenti che indichiamo con ingenuità, limitati, o ipotesi idealizzate, ma il mondo produce altre condizioni; così forse gli strumenti 'spezzano,' o forse essi fanno esattamente ciò che specifichiamo ma con conseguenze che non avremmo mai inteso per esempio potrebbero perdere la testa. E si miglioreranno con nuove metamorfosi per risolvere vecchi problemi, configurazioni sociali: società agricole, società con motori a vapore, società con teorie del caos, società con processi cibernetici. *Questa* è la 'cultura dell’interfaccia.' Così ora ai neo-liberal del mercato globale, piace parlare di se stessi come 'flussi di informazione', 'microtransazioni prive d’attrito,' ecc. Non ci sono auto-spiegazioni positive vere 'sotto' queste metafore, come una relazione dialettica tra loro, da una parte dove siamo, e dall’atra dove vogliamo andare. Così penso siamo d’accordo: NC 2.0 dovrebbe essere un progetto per articolare e creare nuovi poteri nuove forme di libertà. Quando butti giù un muro, dovresti mettere le pietre da qualche parte. Così quando buttiamo un’idea, abbiamo bisogno di criticare gli ideali. E diciamo: il problema è il progetto neo-liberal del mercato globale. OK, allora, quali parti buttare, e quali parti dovremmo tenere, e come possiamo riconfigurare quelle parti? La risposta a questa domanda inizierà a darci la priorità e i principi di un piano.


GL: George Soros e altri hanno suggerito di introdurre una tassa sul commercio globale delle azioni e delle monete. Potremmo ridurre il traffico e il commercio globale, fermare lo stupido commercio dei fiori Danesi in Cile e Nuova Zelanda (per esempio), mentre allo stesso tempo combattere per i diritti civili da un paese all’altro. Perché solo i diritti dei fiori e dei dollari? Uno potrebbe focalizzare l’attenzione su un network locale e dimenticare la cultura dei media inglesi per un periodo. E rientrare poi su uno scenario globale, se necessario. L’universale accessibilità non dovrebbe essere la nostra principale via ma una tra le molte. Attaccando i magazzini standardizzati, le strade dello shopping e la cultura degli hotel si attua una strategia di lotta contro le multinazionali come la Shell, McDonalds, Nike ecc. (questo è ad ognimodo ovvio); e allo stesso tempo costruire dal basso network trans-nazionali, non semplicemente per scambi ma per collaborare nella direzione giusta, senza intermediari, liberi da ideologie e controllo, ansiosi di esprimere rabbia, senza paura di organizzare e combattere. Questa è la mia, molto privata, visione del net criticism, di prossima generazione.