Net art: differenze tra le versioni

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'''Net Art'''
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== Genere o movimento artistico:  ==
  
Secondo Arturo di Corinto:
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Net art
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== Personaggi o Gruppi: ==
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[[Cosic Vuk|Vuk Cosic]], [[Galloway Kit|Kit Galloway]], [[Rabinowitz Sherrie|Sherrie Rabinovitz]], [[Adrian Robert|Robert Adrian]], [[Heath Bunting]], [[Sollfrank Cornelia|Cornelia Sollfrank]], [[Etoy]], [[Nezvanova Netochka|Antiorp, Netochka Nezvanova]], [[Jodi]], [[Tozzi Tommaso|Tommaso Tozzi]], [[Ascott Roy|Roy Ascott]], [[0100101110101101.org]], [[Lialina Olia|Olia Lialina]], [[Shulgin Alexei|Alexei Shulgin]], [[Baker Rachel|Rachel Baker]], [[Broeckmann Andreas|Andreas Broeckmann]], [[Deck Andy C.|Andy Deck]], [[Ascii Art Ensemble]], [[Jaromil Denis Roio|Jaromil]], [[Chaos Computer Club]], [[Vinyl Video]], [[Ward Adrian|Adrian Ward]], [[Cramer Florian|Florian Cramer]], [[epidemiC]], [[Leandre Joan - Retroyou]], [[I/O/D]], [[Betts Tom|Tom Betts]], [[Wisniewski Maciej|Maciej Wisniewski]],[[ Napier Mark|Mark Napier]], [[Radical software group|Radical Software Group]], [[Daggett Mark|Mark Daggett]], [[Lan|LAN]], [[Mongrel|Mongrel Project]], [[Critical Art Ensemble]], [[Institute of appliated autonomy (IAA)|Institute for Applied Autonomy]], [[Bureau of Inverse Technology]], [[Vns Matrix]], [[Da Rimini Francesca|Francesca da Rimini]], [[Identity Runners]], [[Surveillance camera players|Surveillance Camera Players]], [[Fakeshop]], [[Electronic Disturbance Theatre|Electronic Disturbance Theater]], [[Electrohippies]], [[Federation of Random Action]], [[Irational.org|Irational]],[[RTMark|®TMark]], [[Ubermorgen]], [[Kein Mensch Ist Illegal]], [[Yes men|The Yes Men]], [[Alexander Amy|Amy Alexander]], [[Van der Cruijsen Walter|Walter Van der Cruijsen]], [[Rasa Smite]], [[Lovink Geert|Geert Lovink]], [[Harwood Graham|Graham Harwood]], [[Fuller Matthew|Matthew Fuller]], [[Baumgaertel Tilman|Tillman Baumgartel]], [[Bosma Josephine | Josephine Bosma]], [[Schultz Pit|Pit Schultz]], [[Decoder]], [[Rhizome|Rhizome.org]].
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== Luogo: ==
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Impossibile definire un luogo spaziale reale. Potremmo dire il cyberspazio della rete, che non ha una collocazione fisica concreta. Gli artisti di net art, d’altro canto, fin dall’inizio sono sempre stati disseminati geograficamente in tutto il mondo e quindi nessun paese può avere la paternità di questa corrente artistica.
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== Storia: ==
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==== Origine del termine ====
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Il termine Net art nasce nel dicembre del 1995 in circostanze piuttosto originali: un giorno infatti, l’artista [[Cosic Vuk|Vuk Cosic]] legge la posta elettronica sul suo computer e scopre di aver ricevuto un solo messaggio, peraltro anonimo. Il messaggio, probabilmente scritto con un software incompatibile con il suo, venne visualizzato come una lista di caratteri ascii senza alcun senso. L’unico frammento che poteva avere un significato era un frammento che conteneva la sigla "net art". [[Cosic Vuk|Cosic]] rimase come colpito da un’illuminazione e da quel giorno nacque il termine net art. L’anno dopo, nel 1996, gli artisti che facevano arte utilizzando come strumento la rete cominciarono a collaborare  a progetti comuni e discussioni collettive. Lo stesso anno proprio [[Cosic Vuk|Vuk Cosic]], padre del termine net art, organizzò in Italia, a Trieste, il primo evento internazionale dedicato all’arte della rete: la chiamò '''"Net Art Per Se"'''.
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==== I Precursori della Net art ====
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Volendo cercare invece i precursori dell’arte in rete, si deve indagare sulle prime esperienze di uso della rete telematica in progetti riconosciuti istituzionalmente come artistici gia' alla fine degli anni Settanta, ma se si vuole pensare che arte non e' solo cio' che e' stata riconosciuta come tale da un museo o una galleria d'arte, allora si deve risalire alle prime esperienze d'uso delle reti telematiche negli anni Sessanta e se si vuole non limitare al mezzo tecnologico l'importanza ed il senso di tale arte si deve risalire a un clima di esperienze artistiche trasversali agli anni Cinquanta e Sessanta e ancor prima a una serie di ricerche, progetti, azioni, pensieri e realizzazioni millenarie che hanno cercato di trasformare il mondo in una direzione di ricerca collettiva della felicita' e del bene individuale e sociale.
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Per una cronologia estesa si puo' leggere questa scheda piu' avanti.
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Tra gli eventi piu' citati nella letteratura istituzionale che parla di arte delle reti troviamo citati nel 1980, [[Galloway Kit|Kit Galloway]] e [[Rabinowitz Sherrie|Sherrie Rabinowitz]], che realizzano l’istallazione "[[Hole in space]]" collegando visivamente due punti da una costa all’altra degli Stati Uniti. Quello fu uno dei primi esempi di opera d’arte che connetteva le persone attraverso lo spazio. Due anni dopo [[Adrian Robert|Robert Adrian]] realizza "[[The world in 24 hours]]" mettendo in collegamento per un giorno intero sedici città attraverso tre continenti. Nella sua storia più prossima, invece, la net art si sposta sempre di più verso una coscienza etica e politica, e verso nuove sperimentazioni linguistiche. La net art esplode e si diffonde nei circuiti artistici solo dal 1996 in poi, quando tutti i festival di arte contemporanea iniziano a dare ampio spazio all’arte in rete.
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==== Le prime produzioni artistiche ====
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In questi anni la produzione artistica che ha come oggetto la rete risente della tecnologia di bassa qualità che deve ancora svilupparsi: si esplorano così direzioni che vanno verso l’arte concettuale, la grafica è povera e minimale. L’aspetto positivo di quegli anni era che internet era uno strumento ancora relativamente poco conosciuto, e quindi c’erano anche meno interessi economici all’interno di esso, inoltre la voglia di scoprire nuovi territori espressivi spingeva gli artisti a sperimentare cose per loro ancora sconosciute. I precursori della net art, allora, focalizzarono la loro attenzione più sull’aspetto comunicativo di internet piuttosto che sui contenuti della rete.
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Uno di questi artisti, il russo [[Shulgin Alexei|Alexei Shulgin]], punta su di una poetica basata sull’interazione tra fruitore e medium, dove l’utente è chiamato a scegliere, con un click del mouse, quali opzioni attivare all’interno di un sito. Un’altra artista che sperimenta le prime opere in questo periodo è [[Lialina Olia|Olia Lialina]], anch’essa moscovita come [[Shulgin Alexei| Shulgin]]. Ella si occupa inizialmente soprattutto di sceneggiature multimediali in html, con l’apporto di immagini in bianco e nero e di gif animate.
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==== I successivi sviluppi artistici ====
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Se il primo periodo della net art si occupò di creare nuove forme narrative che poteva offrire il nuovo medium, successivamente si cominciò invece a riflettere sui meccanismi nascosti che erano insiti nel web, si cominciò cioè a scavare dalla superficie fin dentro a contenuti. I segni, per esempio, dal momento che ogni carattere e lettera diventa linkabile e può essere un dominio, un luogo virtuale, assumono una grande importanza. La poetica della net art, fortemente improntata sull’ironia e sul gusto del paradossale, tenterà di svelare i nuovi aspetti che con il web hanno rivoluzionato il modo di comunicare, di fare arte ed il rapporto tra fruitore ed esecutore dell’opera. Per dare più visibilità al fenomeno della net art, gli artisti, che fino ad allora si erano tenuti in contatto tra loro ma in maniera referenziale, decisero di collegare tra loro le pagine tramite un progetto chiamato '''Refresh''': una pagina che si auto-aggiornava automaticamente ospitando le opere provenienti da net artisti in tutto il mondo.
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==== ASCII art ====
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In quegli stessi anni esiste un’altra tendenza all’interno della net art che prende il nome di '''[[Ascii art|ASCII art]]'''. Tra i principali esponenti di questa tendenza troviamo: [[Shulgin Alexei|Alexei Shulgin]], [[Cosic Vuk|Vuk Cosic]], [[Jaromil Denis Roio|Jaromil]]. L’[[Ascii art|ascii art]] è’ un rifiuto dell’estetica capitalistica e miliardaria della corsa sfrenata agli effetti speciali e alla computer grafica che rivoluzionano, per esempio, mondi dell’entertainment come il cinema hollywoodiano e i videogiochi. Abbiamo un uso figurativo dei caratteri ASCII (american standard code for information interchance), cioè quelli presenti sulla tastiera del personal computer. Si ricerca così un’arte visiva che usi i veri simboli del computer, senza cercare di imitare la pittura o il disegno come invece accade in tutti i più famosi software di grafica come Photoshop o Illustrator. Gli artisti in questo senso cercano di liberarsi dai vincoli imposti da software progettati da ingegneri, rivendicando che la loro creatività deve andare oltre l’uso preimpostato di uno strumento progettato da un professionista.
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==== Form art ====
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[[Shulgin Alexei|Alexei Shulgin]] inoltre inventa la '''[[Form art]]''', disponendo in modo creativo e afunzionale sul monitor le finestre, le barre di scorrimento e tutti gli elementi tipici usati tradizionalmente nei siti internet. La funzione estetica di questa operazione sta nel ricontestualizzare visualizzazioni stereotipate, nel reinventare artisticamente oggetti che potremmo definire nuovi ready made che diventano aiutati. Togliendo la funzionalità a questi oggetti essi diventano elementi di un nuovo linguaggio figurativo che spiazza e affascina al tempo stesso.
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==== Il Plagiarismo ==== 
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Successivamente prende campo tra gli artisti della rete il fenomeno del plagiarismo, che vede tra i precursori un duo bolognese di artisti programmatori dal nome quanto mai originale : [[0100101110101101.org]], creatori, tra l’altro dell’artista inesistente [[0100101110101101.org|Darko Maver]], che diventò un fenomeno mitopoietico in grado di beffare persino la Biennale di Venezia. E’ anche il periodo dei nomi multipli, il più famoso dei quali, [[Luther Blissett Project|Luther Blissett]], diventa una personalità collettiva che può diventare portavoce di tutti coloro che sono a conoscenza della sua esistenza virtuale. L’invenzione di personaggi inesistenti o di personalità alternative è una delle sfaccettature più importanti dell’arte in rete. Grazie allo spazio virtuale possiamo staccarci dal nostro Io per assumere nuove e molteplici identità, oppure possiamo creare avatar, ovvero nostri cloni digitali che “vivano‿ per noi nel mondo delle reti e compiano per noi azioni e quant’altro. Gli artisti della rete hanno sempre sfruttato quest’ambiguità dell’Io nella rete e l’hanno usato anche per mettere a segno performance che si beffavano di istituzioni anche artistiche, come fece [[Sollfrank Cornelia|Cornelia Sollfrank]], net artista tedesca che mise a segno l’opera [[Female Extension|Female extension]] sfruttando proprio le personalità multiple in internet. Un altro caso particolarmente interessante in questo senso nella storia della net art è inoltre quello della “presunta‿ net artista che si nasconde dietro lo pseudonimo di [[Nezvanova Netochka|Netochka Nezvanova]], nome femminile usato nei romanzi di Dostoevky che in russo significa anonimo nessuno. Inizialmente quest’entità parassita che si nasconde tra le trame della rete, giocando brutti scherzi ai net artisti di tutto il mondo si fa chiamare [[Nezvanova Netochka|Antiorp]]. Con valanghe di e-mail spazzatura infarcisce le mailing list delle comunità di artisti in rete con proclami sconclusionati e contradditori riguardanti l’arte e l’uso delle nuove tecnologie, tutti scritti in uno strana lingua ibrida mista che mescola inglese, francese, spagnolo e tedesco.
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==== Il dirottamento digitale ====
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Un’altra pratica è quella del dirottamento digitale. Come quelli del gruppo [[Etoy]], degli [[Yes men|yes men]], di [[Shulgin Alexei|Alexei Shulgin]] e di [[Cosic Vuk|Vuk Cosic]]. Attraverso una manipolazione dei motori di ricerca, dell’uso dei ranking e delle parole da ricercare questi artisti sono riusciti a dirottare utenti inconsapevoli in siti di “disturbo‿ dove si potevano leggere teorie contro lo sviluppo del capitalismo in rete, come nel caso di gatt.org ai danni del sito del WTO, oppure a rivendicare il proprio dominio internet contro una multinazionale, come fece [[Etoy]], oppure ancora semplicemente deviare i navigatori in cerca di siti pornografici all’interno di siti di arte elettronica.
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==== La vittoria di Linux ====
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Ma una delle grandi rivoluzioni della net art è la vittoria di [[Linux]], nel 1997 del festival dell’arte elettronica di Linz. Un software dunque, non solo era stato considerato un’opera d’arte al festival più importante dei arte elettronica, ma era stato considerato addirittura come la miglior opera presentata. Se guardiamo indietro nella storia del personal computer, il salto che ha permesso l’espansione esponenziale dell’uso del pc da parte delle persone è stata l’introduzione dell’interfaccia grafico che simulava l’ambiente di lavoro reale. [[Sistemi operativi|Windows]] e il sistema operativo [[Sistemi operativi|Machintosh]] funzionano con icone che riprendono gli oggetti di uso comune in un ufficio. Al quel punto chi usava il computer non aveva più bisogno di conoscere i linguaggi di programmazione, perché questi rimanevano nascosti “sotto‿ la maschera dell’interfaccia che permette di eseguire tutte le operazioni possibili delle applicazioni di un computer senza conoscere neppure un codice di linguaggio di programmazione. Questa situazione ha portato però anche al monopolio di [[Sistemi operativi|Windows]]. [[Linux]] ha rivoluzionato tutto fornendo un sistema operativo che fosse open source, cioè fornendo anche il codice del programma che poteva anche essere modificato dai programmatori che ne facevano uso, in sostanza poteva essere “personalizzato‿.
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==== La Software art ====
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Se Linux è stato importante dal punto di vista politico e sociale, dobbiamo considerare che il software è anche poetica ed estetica e quindi una forma di arte elettronica. Fino all’avvento della [[Software art|software art]] la [[Computer art|computer art]] era considerata tale solo in quanto le immagini venivano visualizzate tramite il monitor di un computer. Insomma riproponeva sostanzialmente l’assunto che la video arte era tale perché c’era nell’opera un televisore con immagini in movimento. In realtà è sbagliato considerare la computer art nel modo in cui viene visualizzata, ma lo si dovrebbe fare tenendo conto che tutto il digitale è comporto da codici di programmazione, che a loro volta si rifanno al linguaggio binario matematico composto da cifre di soli 1 e 0. Sono proprio loro i “mattoni‿ che costituiscono il digitale. Quindi il software è fondamentale per questo tipo di arte. Un programmatore quando scrive un codice fa un’operazione molto personale, anche estetica, che rispecchia la sua identità, è come lo specchio del suo Io, la sua espressione. Potremmo dire che un software è come un poema e che il programmatore è il cantore che lo ha composto. Uno degli artisti programmatori più importanti fin dall’inizio di questa tendenza artistica è l’inglese [[Ward Adrian|Adrian Ward]], autore di programmi come '''Auto-Photoshop''' e '''Auto-illustrator''' che criticano i programmi ad interfaccia di grafica del colosso Adobe e mettono in crisi il rapporto di fiducia instaurato tra l’utente e gli strumenti iconizzati che si usano per fare grafica. Volendo trovare, nella storia dell’arte, un esempio ante litteram di opera di software art possiamo certamente individuarla in [[Young La Monte|Composizione N°1]] del 1961, una “sentenza‿ del compositore minimalista [[Young La Monte]], aderente tra l’altro al movimento [[Fluxus]]. La frase è “disegna una linea dritta e seguila‿. In effetti questo tipo di opera potrebbe benissimo trattarsi anche di un ordine impartito ad una macchina, come un calcolatore. La [[Software art|software]] art è in effetti un’arte delle macchine: parla il linguaggio della macchina, funziona all’interno di una macchina e per la macchina stessa. A ben guardare si tratta dell’evoluzione dell’arte macchinina di [[Duchamp Marcel|Duchamp]] e [[Picabia]], portata avanti da correnti come [[Fluxus]], arte cinetica e programmata, da [[Warhol Andy|Andy Warhol]] e da tutte le neoavanguardie. L’ulteriore passo avanti, però, per quanto riguarda l’arte digitale, è la smaterializzazione finale che si realizza completamente con la net art. Nella nostra epoca, con la software art, la mutazione uomo macchina sembra evolvere anche nella direzione del linguaggio: uomini e macchine si vengono incontro e parlano lo stesso linguaggio. L’uomo nel programmare parla la lingua delle macchine, le macchine con le interfaccia come [[Sistemi operativi|Windows]] parlano nel linguaggio dell’uomo.
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==== Hacker art e Hacktivism ====
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Un ulteriore atteggiamento promosso dagli artisti della rete è quello della [[Hacker art]] e dell’ [[Hacktivism]]. In pratica in questo ambito artistico tutte le possibilità artistiche, linguistiche ed estetiche della net art sono poste al servizio di un’etica dell’attivismo politico, della disobbedienza civile e del sabotaggio contro il sistema capitalistico e le logiche di potere che si stanno facendo sempre più strada in internet ma non solo. Un esempio fondamentale in questo senso è la “finta corporation" di artisti di ®TMark, che con azioni di sabotaggio informatico attacca le vere corporation. Il sito http://www.rtmark.com/ si presenta utilizzando sia il linguaggio che le strategie comunicative delle multinazionali ed è riuscita a colpire siti di propaganda reazionaria del calibro di Rudolph Giuliani e di Gorge Bush, oppure simboli del liberismo come il WTO.
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Quindi secondo i net artisti è possibile una rete diversa, che diventi strumento di un’arte etica e attiva, che sia più democratica e sostenibile per tutti.
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Essa può trovarsi nella TAZ (Zone temporaneamente autonome) teorizzate da [[Bey Hakim|Hakim Bey]], o nell’intelligenza collettiva che si sviluppa in collettivi artistici come [[Rhizome]] e [[Nettime]].
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In conclusione quindi, dopo la dissoluzione dell’oggetto, gli artisti hanno davanti la sfida di nuovi compiti “morali‿ da portare avanti nel futuro: l’arte sociale in rete, nella quale etica ed poetica funzionino all’unisono; l’arte come critica, contro il controllo dell’individuo da parte dei media, dei poteri forti, delle multinazionali;l’arte dell’utopia, che combatta per una vera democrazia globale contro le logiche del mercato, che tuteli i diritti del singolo.
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==== L'Arte della memoria ====
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Un ultimo “dovere artistico‿ di cui si sente una particolare esigenza per portare avanti l’idea di un’intelligenza collettiva in rete è inoltre quello dell’arte della memoria. Questa nuova tendenza artistica consiste nel conservare e diffondere in rete la storia, il sapere e tutto il bagaglio conoscitivo del fare arte e della storia dell’arte, affinché il passato ed il futuro dell’arte non siano mai disgiunti. Ma questo tipo di sapere viene sviluppato non in modo verticale, ossia dato dall’alto verso il basso secondo una gerarchia di competenza, bensì a livello orizzontale, collettivo e partecipato. Ognuno può contribuire con il proprio bagaglio ed intervenire per modificare l’archivio già esistente. Ogni utente diventa al tempo stesso fruitore e creatore dell’opera: è la realizzazione dell’utopia di intelligenza collettiva teorizzata da [[Levy Pierre|Pierre Lèvy]].
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Arte della memoria significa in definitiva restituire e diffondere la conoscenza. Questo nuovo tipo di arte della rete ha tre caratteristiche importanti dalle quali non può prescindere:
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* l’immaterialità, affinché possa essere disponibile per tutti ovunque e sempre;
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* l’indeterminazione, affinché sia sempre in divenire, libera di espandersi e mutare in maniera infinita e indefinita;
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* il reticolamento, ovvero che sia una rete di saperi senza un centro, senza gerarchie e poteri, fatta collettivamente da tutti i soggetti che vogliono partecipare.
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Quest’ultimo aspetto è fondamentale perché fa si che questa democratizzazione della conoscenza garantisca la neutralità del pensiero. Focault diceva che la storia è l’interpretazione degli eventi passati data dall’ideologia dominante: lo stesso potremmo affermare per la conoscenza. Invece, con l’arte della memoria, l’ideologia non prevale e tutti i punti di vista trovano il loro spazio, perché infinite interpretazioni sono la neutralità, mentre l’oggettività non esiste.
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Nel 2004 il festival di arte elettronica è stato vinto da un’opera di arte della memoria: '''Wikipedia'''.
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L’opera consiste in un database aperto che consente a tutti gli interessati di contribuire mettendo a disposizione la loro conoscenza per gli altri. Uno strumento che in poco tempo è diventato esteso e senza confini e dal potenziale immenso per la diffusione della cultura.
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Attualmente '''EduEDA''' porterà avanti la filosofia dell’arte della memoria per quanto riguarda l’ambito più specifico dell’arte e delle culture della rete, creando così un’opera d’arte metalinguistica aperta, collettiva e immateriale che sarà uno strumento di conoscenza attiva e partecipata per tutti.
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== Poetica: ==
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==== L’interazione tra l'opera e lo spettatore ====
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Nella Net art l’interazione tra l'opera e lo spettatore avviene sempre in forma virtuale attraverso la linea telefonica, il computer ed il software di visualizzazione. L’opera d’arte, nell’arte della rete, è la rete stessa in quanto tale. La rete diventa così un importante modello di relazione sociale: un gruppo o un individuo progetta un’opera aperta che può essere ampliata da altre persone. L'opera è così in continua evoluzione e trasformazione. La rete diventa inoltre per i net artisti il territorio per scontrarsi politicamente ed artisticamente contro i poteri forti della società e dell’economia globalizzata. Si giunge così ad un uso sociale delle reti telematiche, attraverso un’azione di controinformazione “orizzontale‿ che possa fornire materiali antagonisti del potere attraverso un uso più critico di internet e delle nuove tecnologie.
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==== Dall’arte concettuale all’immaterialità ====
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La net art può essere esteticamente considerata come il passaggio dall’arte concettuale all’immaterialità dell’arte. Questa evoluzione dell’arte si deve soprattutto all’avvento delle nuove tecnologie digitali che hanno permesso la trasformazione di immagini, concetti, testi e idee in bit, in codice binario, in sequenze di numeri zero e uno. La rete dei telefoni, che veicola la rete e permette l’esistenza del cyberspazio, era già stata oggetto tra l’altro, nel 1969, di un esperimento di arte telefonica nel quale gli artisti dettavano al telefono le opere che venivano così ridisegnate dagli allestitori della mostra, che le interpretavano necessariamente. Già all’epoca quindi troviamo la necessità di interazione che verrà soddisfatta soltanto qualche decennio più tardi con l’avvento di internet.  La presa di coscienza che la poetica dell’arte stava cambiando grazie al digitale fu però intuita in maniera più articolata solo nel 1985, quando [[Lyotard Jean-Francois|Lyotard]] curò la mostra “Les Immateriaux‿ al Centro Pompidou di Parigi. Egli vide nelle nuove tecnologie digitali la possibilità di smaterializzazione dell’opera d’arte, del mutamento del ruolo dell’autore da singolo a collettivo e persino dell’interazione elettronica dello spettatore che diveniva così autore egli stesso. Una poetica simile era già stata propugnata dai movimenti delle neo-avanguardie degli anni sessanta: come [[Fluxus]]. [[Chiari Giuseppe|Giuseppe Chiari]], per esempio, esponente italiano di [[Fluxus]], già in quegli anni parlava di sapere in divenire e  “con-fusione‿ per ampliare la conoscenza generale. Anche l’interdisciplinarietà, elemento fondamentale della poetica della net art, ha radici più “antiche‿. Per esempio nel progetto di [[Rauschenberg Robert|Robert Rauschenberg]] chiamato E.A.T. (experiment in art & technology) che si proponeva di far collaborare insieme scienziati e artisti.
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==== Il Cyberspazio ====
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Tutte queste utopie estetiche vedono finalmente una possibilità di realizzazione grazie all’avvento del medium computer: il primo mezzo nella storia dell’arte in grado di offrire la sinestesia percettiva e il fare arte cooperativo. Quando tutti i computer si collegano, a livello planetario, nasce il [[Giu' nel cyberspazio|Cyberspazio]]. Chiamato villaggio globale da [[McLuhan Marshall]], intelligenza collettiva da [[Levy Pierre|Pierre Lèvy]], intelligenza connettiva da [[De Kerckhove Derrick|Derrick De Kerckhove]] e cervello globale da [[Russel Peter|Peter Russel]], il nuovo mondo virtuale creato dall’interconnessione planetaria dei computer è il territorio dove gli artisti combattono la loro battaglia con un’arte impegnata, sociale, politicamente attiva.
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Artista è attivatore di fenomeni culturali e creativi, e partecipa insieme ad altri, collettivamente, ad un fare artistico che mescoli etica con estetica. Ancora una volta sembra essersi realizzata, a distanza di quarant’anni, l’utopia [[Fluxus]] di [[Chiari Giuseppe|Giuseppe Chiari]]: una ridefinizione del ruolo dell’artista, che partecipa al fare artistico insieme a tutta la collettività. Fin dal 1969, con la creazione di Arpanet, il campo d’indagine dell’arte è diventato la critica alla società dei consumi, dello spettacolo, del capitalismo. In un certo senso possiamo affermare che molta della filosofia di critica dei mass media tipica della video arte si trasferisce sulla rete. La net art, inoltre, indaga anche sul controllo e sulla dimensione dell’individuo nella società. In questo senso può essere anche definita arte dell’utopia. Mentre invece diventa autoreferenziale e metalinguistica quando studia i meccanismi stessi della rete e del software. E delle possibili contaminazioni tra la percezione umana nei confronti dei new media e della società contemporanea.
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== Opere: ==
 
   
 
   
«[[Ascii art]]», «Web art», «Software art», «[[Form art]]», «Art on the Net», «Net.art». Nomi, acronimi, sigle per l'arte in rete, dalla rete, per la rete. Parole più o meno comprensibili per i profani della tecnologia Internet, segnali di orientamento per chi la rete la pratica e la vive, categorie di nuove forme espressive fondate sul digitale. Un processo di selezione naturale ha portato il termine «Net.art» ad affermarsi come la sintesi di quelle forme disparate. Parlando di «Net.art« non è casuale che alcuni enfatizzino il primo termine del binomio, per indicarne il carattere interattivo e comunicativo. Chi enfatizza il secondo termine, arte, per sottolinearne il carattere estetico, espressivo, lo fa per dire che esso acquisisce un nuovo significato proprio accanto a quella parola, net, polivalente contrazione linguistica di Internet, ma finisce spesso per trascurare il vero carattere innovativo e i risvolti problematici della definizione. Secondo uno dei rari manifesti del movimento, Introduzione alla Net.art di Alexei Shulgin e Natalie Bookchin (1999) la «Net.art è un termine autoreferenziale creato da un pezzo di software malfunzionante, originariamente utilizzato per descrivere un'attività estetica e comunicativa su Internet».
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====Precursori: ====
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* '''''[[Almanacco Dada]]''''' (1920). La prima proposta per un'arte specificatamente telefonica fu una provocazione non realizzata proposta dai dadaisti a Berlino. L'Almanacco Dada propose che un artista potesse ricevere un ordine per il dipinto attraverso il telefono.
  
La NetArt è un movimento nato in gran parte al di fuori del sistema dell'arte tradizionale, ha sempre avuto poco a che vedere con gallerie e musei. La net art è l’ arte di fare network, l’l’arte della connessione.
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* '''''[[Tape Mark I]]''''' (1961) [[Balestrini Nanni|Nanni Balestrini]] crea Tape Mark I, primo esempio di poesia combinatoria realizzata al computer.
I suoi protagonisti sono spesso figure ibride, un po' programmatori, un po' artisti, un po' operatori della comunicazione.
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Dunque capita spesso che critici d'arte con una formazione di stampo esclusivamente storico-artistico abbiano difficoltà a comprendere le modalità espressive della NetArt.
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Per comprenderla è infatti indispensabile avere un'esperienza diretta e quotidiana con la Rete, che è un po' l'ecosistema in cui queste opere nascono e crescono.
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Questo tipo di approccio artistico inizia intorno alla fine degli anni Ottanta attraverso l'esperienza dei BBS -bacheche elettroniche-( un net work informatico attraverso il quale è possibile manipolare e trasformare testi ed immagini che chiunque può inviare).
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La net.art conduce raramente alla creazione di oggetti chiaramente definiti e rappresentabili, infatti non vogliono essere oggetti estetici ma operazioni culturali. Le opere sono quelle che danno vita a processi culturali, collettivi e cooperativi.
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La Net art permette scambi di informazioni, azioni collettive, è un nuovo modello di relazione sociale, crea comunità e da vita a reti di relazioni sociali.
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Ha spesso a che vedere con concetti strutturali; non è arte retinica, lo spettatore è attivo e determina lo svolgimento dell'opera, un individuo o un gruppo di artisti progetta un sistema che può essere espanso da altre persone.
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L’enfasi si pone sul circuito comunicativo, piuttosto che sui contenuti da esso veicolati.
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Questa forma d’arte viene associata ad operazioni di controinformazione occupandosi sempre e soprattutto di tematiche di carattere etico-sociale-politico come la difesa della privacy, la ricerca, la sicurezza, la diffusione di software "aperto" (come Linux), il problema del copyright,
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La net art gioca sull’ambivalenza tra l’aspetto superficiale dei materiali della  rete e i suoi meccanismi meno evidenti e intuitivi.Il primo e più importante tema della net art è  internet stessa.
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La net art si serve della Rete non solo come veicolo di diffusione, ma eleva la comunicazione molti-a-molti, diretta tra l'artista e il suo pubblico attraverso questo nuovo medium come canale a basso costo.
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Da semplice mezzo di distribuzione delle informazioni, la Rete si fa materiale e strumento di produzione, il mezzo di distribuzione e quello di produzione vengono a coincidere.
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Se il vero centro di questa forma d'arte è ciò che viene prodotto da un network e a volte viene prodotto per la rete stessa potremmo dire che la prima e la più gigantesca opera di net art sia stata Internet, la rete nella sua interezza.
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Un'opera in continua evoluzione i cui meccanismi generativi, i cui protocolli, le cui regole vengono definite costantemente attraverso la collaborazione più o meno anarchica di una pluralità di persone sparse in tutto il mondo.
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Non si serve solo di World wide web, ma appoggia su una gamma assai più vasta di protocolli, canali e strumenti di comunicazione: e-mail, browser, mailing list, Internet Relay, Chat, Moo e Mud, motori di ricerca, sistemi peer-to-peer, satellitari, wirless e altro ancora.
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La net.art si confronta con la testualità del codice e con la sintassi multipla dei linguaggi di programmazione, è ovvio che i rapporti tradizionali tra autore, opera e fruitore ne escano decisamente mutati.
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* '''''[[Video Roget]]''''' (1962) di Roy Ascott. L’opera consiste in una matrice concettuale con una struttura a grata che da la possibilità allo spettatore attivo di cambiare e ricombinare le forme astratte rappresentate.
  
NET.ART
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* '''''[[Partecipation Tv]]''''' (1963) Nam June Paik invita lo spettatore ad interagire con lo schermo televisivo prestando attenzione agli spettatori interattivi.
La net.art si avvicina più alla web art. nella Net.art ritroviamo sia l’interazione e la comunicazione già presenti nella net art, l’arte della connessione ma più verso una ricerca estetica e linguistica.
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Ritroviamo in artisti come jodi e alex shulgin esempi di questa forma d’arte.
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* '''''[[Magnet Tv]]''''' (1965) Nam June Paik piazza un magnete su un apparecchio televisivo mostrando la dimensione puramente elettromagnetica del segnale.
  
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* '''''[[Cybernetic Serendipity]] The Computer And The Art''''' (1968) a cura di Reichardt Jasia, la mostra si tiene presso l’Institute Of Contemporary Art (ICA) di Londra con una selezione di opere curata che attraversa i movimenti dell’arte cinetica, dell’arte programmata, di Fluxus e contestualizza l’avvento della Computer Art.
  
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* '''''[[The Machine as seen at the end of the mechanical age]]''''' (1968), a cura di K. G. Pontus Hultén al Museo di Arte Moderna di New York.
  
== ALTRA SCHEDA ==
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* '''''[[Art by telephone]]''''' (1969) Show del museo d'arte contemporanea di Chicago, il quale chiese ad oltre 30 artisti di telefonare al Museo o di rispondere alle chiamate del museo e quindi di istruire lo staff a proposito del contributo per la mostra che volevano. I vari pezzi venivano quindi prodotti ed esposti.
  
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* '''''[[Software information technology: its new meaning for art]]''''' (1970) a cura di Jack Burnham al Jewish Museum di New York, USA, dal 16 settembre all’8 novembre 1970.
  
Con la nascita della Rete è emersa una nuova forma artistica, una sconosciuta attività creativa a cui è stato dato il nome di net.art. Naturalmente all’inizio non è stata identificata come qualcosa di isolato ma la sua forma venne percepita sullo sfondo di correnti artistiche precedenti. E’ un fenomeno che vede la sua fioritura nel corso dei primi anni Novanta, e si può paragonare al movimento Cyberpunk degli anni Ottanta, entrambi infatti hanno avuto la capacità di catturare l’attenzione di  un’area underground di artisti interessati ad esprimersi attraverso l’uso alternativo delle nuove tecnologie, e l’uso antagonista dei media e dei nuovi media producendo pratiche nuove, nuove forme di aggregazione e nuove ricerche.
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* '''''[[Trasmissione di musica digitale nella rete telefonica]]''''' (1970) Il musicista fiorentino Pietro Grossi realizza uno dei primi collegamenti musicali digitali via rete telefonica tra il Centro Pio Manzù di Rimini e l'ateneo pisano (forse il primo nel mondo?).  
Il termine net.art inizia ad essere usato per la prima volta nel 1995 dall’artista sloveno Vuk Kosic, artista e studioso delle possibilità visuali dei caratteri Ascii, che, affascinato dai codici piuttosto che dai software, definisce l’estetica digitale per le sue possibilità intrinseche, come materia che opportunamente plasmata può diventare elemento di costruzione visiva e stimolare nuove forme di percezione e immaginario. Fino a questo momento i net artisti, avevano lavorato nell’ombra senza troppo preoccuparsi di definire la loro attività, ma nel giugno del 1995, durante un evento sponsorizzato dalla Biennale di Venezia, la net.art venne ufficialmente formalizzata da un gruppo di artisti e intellettuali europei, che invitato a gestire uno spazio per tre giorni, diede origine alla mailing list ‘Nettime’ (www.nettime.org) creando una comunità aperta, per lo scambio di informazioni tra attivisti dell’Europa Orientale con quelli dell’Europa Occidentale. Da questo incontro infatti germogliarono reti di relazioni, progetti collaborativi e momenti di discussione collettiva, che resero possibile lo sviluppo di un discorso critico ed autoriflessivo. I net artisti si chiedevano se fosse possibile elaborare una forma d’arte specifica per la Rete, se esistesse un’estetica propria e quali fossero i canali di distribuzione dei contenuti. Nel maggio del 1996, Vuk Kosic organizzò il primo evento internazionale di net.art intitolato pragmaticamente ‘ Net Art Per Sé ’ (www.ljudmila.org/naps) un appuntamento che volle richiamare l’attenzione di una ristretta cerchia di artisti – di ‘addetti ai lavori ’ - per tracciare uno statuto della net.art e un profilo proprio della comunità emergente. Nel 1997 all’interno delle mailing-list internazionali Nettime e Syndacate, si accese a proposito un’intensa discussione sulla differenza tra net.art (arte di fare rete) e art on the net (arte in rete), per arrivare a definire le caratteristiche peculiari della neo-arte. Questa questione apparentemente terminologica celava una concezione completamente opposta di Rete e per questo coinvolse artisti, critici e appassionati. L’art on the net utilizzava la rete come strumento di documentazione dell’arte e in termini di contenuto non vi stabiliva alcuna relazione, in maniera opposta la net.art non sarebbe esistita al di fuori di essa. Infatti Internet soggetto primo delle ricerche dei net artisti, da sempre utilizzato come semplice mezzo di distribuzione dell’informazione, si trasformò in materia e strumento di produzione e per la prima volta nella storia dell’arte mezzo di distribuzione e mezzo di produzione vennero a coincidere. La net.art ha poco a che vedere infatti con i luoghi tradizionali di esposizione se non il fatto di doversi confrontare con essi per dimostrare la propria distanza. Gallerie e musei hanno scoperto il www per offrire informazioni sui loro artisti, su opere ed eventi, per catturare con maggior efficacia l’attenzione dei possibili acquirenti, e sviluppare ancora di più il mercato dell’arte legato all’idea classica di opera come espressione del genio artistico e per questo unica, sacra ed irripetibile. La Rete oltrepassando le concezioni tradizionali, da strumento di diffusione e pubblicizzazione di opere d’arte, diventò  un nuovo modello di relazione sociale, un ambiente condiviso allo stesso momento da artisti e utenti. Il punto nodale è quindi che la net.art non funziona più a partire dalla rappresentazione ma spinta dalla necessità di comunicare a distanza attraverso l’uso delle nuove tecnologie, definisce un’estetica della comunicazione in cui lo scambio e l’interazione con il pubblico diventano una necessità. Diventa una pratica che non produce oggetti ma allaccia relazioni. L’artista inglese Roy Ascott è uno dei pochi che negli anni Ottanta orienta le sue ricerche verso una poetica del networking sperimentando dei dispositivi telematici che consentono la realizzazione di testi ad opera di autori dislocati lungo i nodi della rete. Ed è il primo a mettere in chiaro la questione del postindividualismo cioè la formazione di un’ intelligenza connettiva distribuita in un contesto (network) in cui il potenziamento e l’autonomia di ogni singola individualità  creativa aveva origine dal livello di cooperazione e di interscambio.
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In questo senso il fenomeno della net.art rompe gli schemi dell’arte tradizionale riconoscendosi per qualità estetiche e filosofie nei movimenti d’avanguardia del novecento. Capire il suo raggio d’azione da un punto di vista puramente estetico significa  metterla in relazione a tre concetti: l’estetica del macchinino, il gioco identitario, e la manipolazione dei flussi informativi.  Il principio del macchinico definisce sicuramente questa rottura con le convenzioni classiche, di fatto non è importante il risultato, l’oggetto finale ma piuttosto il processo di trasformazione, l’evoluzione e la dinamica che portano al risultato. La net.art si comporta un po’ come un camaleonte, non utilizza un linguaggio visuale stabile ma si trasforma attraverso un processo continuo, reagisce rapidamente e sensibilmente ai cambi proprio come Internet è in eterno movimento. Se il compito dei software e dei sistemi operativi è di fatto quello di trasformare  le istruzioni fornite dal programma alla macchina utilizzando un alfabeto più facilmente intelleggibile dall’essere umano, possiamo dire che la net art si colloca invece nel passaggio d’indeterminazione, si confronta con la testualità del codice e con la sintassi multipla dei linguaggi di programmazione in cui sistemi di segni sovrapposti si rovesciano gli uni negli altri dando luogo spesso ad errori, ambiguità e paradossi. La net art non va messa dunque in relazione ad alcuna applicazione, perché essa conduce raramente alla creazione di oggetti. Un’idea alchemica propria anche dei movimenti d’avanguardia che sostituirono la creazione di opere d’arte con spostamenti concettuali, happening, processi dinamici, spedizioni postali, e interventi sul territorio, performance.
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Il gioco identitario, è un’idea che appartiene all’etica del fare collettivo che ritiene importante ciò che l’opera produce a livello sociale piuttosto che glorificare l’identità dell’autore. In realtà tutti i progetti hanno un punto di partenza, un’idea, un autore ma ciò che la collaborazione di molte persone può sviluppare è smisurato rispetto all’opera di un singolo e l’utilizzo di Internet come strumento di produzione artistica ha reso possibile queste forme di partecipazione e lo sviluppo di progetti collettivi.
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La manipolazione dei flussi informativi, è un idea che sta alla base della filosofia di assalto ai motori di ricerca ed equivale alla capacità di manipolare la routine dell’utente intercettando i suoi flussi di navigazione per dirottarli su un altro sito dimostrando che la Rete può essere manipolata. Questa pratica presuppone un analisi lucida dei meccanismi di funzionamento della Rete e un alto grado di interazione fra uomo, codice e macchina. Il plagiarismo, che di base utilizza le semplici funzioni del copia incolla,  è un'altra strategia in cui l’artista dichiara di appropriarsi di materiali altrui quindi chiusi, protetti da copyright per reinterpretarli, manipolarli spesso per giocare vere e proprie beffe mediatiche. In base a questi principi si possono individuare le caratteristiche estetiche proprie della net.art : dinamicità, processualità, non rappresentatività, non oggettualità, instabilità, comunicazione, azione e  gioco. I net artisti credono nel progresso prodotto della techno cultura e attraverso i loro progetti pongono domande sulla verità e la credibilità delle informazioni diffuse in una società dominata dai media.
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La combinazione delle strategie fin ora descritte è al centro dell’opera di una misteriosa multiartista conosciuta come Netochka Nezvanova (nome ripreso dall’omonimo personaggio di Dostojevski che significa  ‘ anonimo nessuno ’), la sua attività di ricerca attraversa a 360° tutto lo spettro della net.art : e-mail, spam art, plagiarismo, gioco sovra-identitario, simulazione, software art, fino ad arrivare nei territori della performance totale e del teatro guerriglia. Se la net.art è principalmente ‘ l’arte di fare rete ’, NN si dedica piuttosto che alla creazione di reti, allo sfruttamento di quelle già esistenti per rendersi visibile e sopravvivere all’interno dell’art system. Poco si conosce sulla vera identità celata dietro a questa sigla, si pensa che potrebbe trattarsi di una singola artista danese, o di un collettivo di artisti e programmatori la cosa certa è che di volta in volta nelle apparizioni pubbliche NN è impersonata da persone di sesso femminile. Attraverso la costruzione di molteplici identità immaginarie, multiple, vuole confondere qualsiasi tentativo di identificazione rendendosi incomprensibile e avvolta da un alone di ambiguità. Se a questo tratto distintivo si aggiunge la radicale negazione dei discorsi, la distruzione del senso, e l’ossessiva affermazione del se che la rende molto vicina alle bizzarrie del Dada si può facilmente capire la radicale definizione da della sua opera come ‘ arte della macchina ’, per mezzo dell’abolizione dell’io narrante, dell’antinarrazione totale, spersonalizzata e macchinica una strategia paradossale dell’affermare negando e dell’apparire scomparendo. Le prime comparse in di NN in Rete avvennero nel 1998, con la sigla Antiorp e svolgeva azioni di disturbo all’interno di alcune mailinglist musicali mandando una serie di enigmatici messaggi frutto di un mix fra diverse lingue e caratteri Ascii,  ridicolizzando i suoi interlocutori. Utilizzando le e-mail come mezzo espressivo delle sue azioni estetiche, attuava un’operazione concettuale che mirava alla pura auto-rappresentazione. Successivamente la sigla cambiò in integer e la sua attività si spostò proprio su mailinglist internazionali di discussione come Nettime, Syndacate, Rhizome inondando le caselle di posta con messaggi privi di senso e accusando gli iscritti di essere una ‘ corporazione di fascisti internazionali ’, naturalmente NN finiva sempre per essere esclusa dalle liste. Da un punto di vista sintattico, il linguaggio utilizzato in questi messaggi frutto di simboli, lettere, e numeri diventa un vero e proprio codice ibrido, che diventa esso stesso il contenuto dell’opera, dal punto di vista semantico invece sembra che la ricombinazione di questi caratteri  apparentemente insensata, faccia emergere un altro tipo di lettura degli stessi e un altro genere di senso. Nato.0+55 è il nome di un software prodotto da NN, e non è altro che un plug-in del conosciutissimo Max (un software per grafica multimediale utilizzato da molti artisti in tutto il mondo), solo che NN lo vende con delle singolari clausole che le danno la possibilità di revocare la licenza in qualsiasi momento o di negare aggiornamenti solo per il gusto di farlo. Questo tipo di azione mira ad evidenziare il rapporto di potere che nasce tra proprietario e utente e da un altro punto di vista è un'altra sua eccentrica formula di sovra-identificazione. Nebula.M81 è un'altra applicazione che ha prodotto e per la quale nel 2000 le è stato riconosciuto il premio ex-equo Transmediale per la categoria software. Questo software è un ‘ processore estetico ’ di codice html che recupera casualmente pagine web e le accorda creando accumulazioni di immagini, testo e suoni.
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* '''''[[Two Way-Demo]] Send and Receive''''' (1977) Centro per New Art Activities, New York, e Com / La Mamelle, Inc., San Francisco. Organizzato da Liza Bear, Willough, Sharon Grace e Carl Loeffler. Questo progetto ha impiegato un satellite CTS dotato di un sistema che spedisce e riceve per 15 ore trasmissioni interattive tra New York e San Francisco. La distribuzione a terra è su cavo televisivo. 
  
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* '''''[[Satellite art project]]''''' (1977) Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz, in unione con la Nasa, mettono in contatto e fanno interagire due gruppi di ballerini distanti tremila chilometri l’uno dall’altro, fondendo le loro immagini su un unico monitor. Due eventi geograficamente dislocati si unificavano in quel non luogo chiamato tempo reale. Questa fu la prima immagine interattiva del mondo composta tramite satellite.
  
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* '''''[[Slow Scan Video]]''''' (1978) Open Space Gallery, Victoria British Columbia, con trasmissione per il Center per New Arts Actities, New York e il California College di Arts e Crafts, Oakland, California. Partecipavano: Mary Arnold, Bill Barlett, Susan Corman, Gail Johnson, Jim Lindsay e Jim Starck. Il progetto utilizzava un robot digitale con convertitore scan in impulsi ogni secondo sulle linee telefoniche vocali. L’esperimento fu un preliminare per la Sat - Tel – Comp collaboratory.
  
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* '''''[[Sat Tel Comp Collaboratory]]''''' (1978) Open Space Gallery, Victoria, British Columbia. Organizzato da Bill Bartlett. Il progetto consisteva in una installazione di un materiale di riferimento, fotografie,documentazione, forum pubblico, workshop, discussioni e il display e realizzazione di hardware relativi.  La collaborazione è caraterizzata inoltre da esperimenti che duravano 6 settimane e implicavano l’uso di comunicazione con computer. Utilizzando l’ I.P. Sharp (APL) international Network, sono stati fatti degli scambi tra Toronto e Vittoria e un gruppo nelle remote isole pacifiche.
  
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* '''''[[Interplay: Computer Culture/ Interactive Communication]]''''' (1979)Le comunicazioni  erano ospitate dal computer Exposition, Toronto Ontario e coordinate da Bill Barlett. Un progetto di arte e telecomunicazione all’interno del programma "Computer Culture Canada‿, un workshop sulla comunicazione che fu presentato attraverso il network IPSA, il quale coinvolgeva 22 centri e quelli individuali dall’ Australia, Nord America, Bretagna ed Europa.
  
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* '''''[[Pacific Rim Identity]]''''' (1979) Un progetto di  Direct Media Association, di Bill Bartlett, Peggy Cady, Penny Joy and Jim Starck.Fu caratterizzato da una installazione di video a scannerizzazione lenta e il suo uso sul satellite Arts, usando radio e televisione per una comunicazione interattiva. Esso includeva trasmissioni punto punto e punto molti, punto da Vancouver Art Gallery con partecipanti in Seattle Victoria, Santa Cruz (California), San Francisco, Los Angeles. Hawaii. Fiji, Cook Islands, Papua (New Guinea), New Zealand, Australia. Alaska, New York e Toronto.
  
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* '''''[[Artists' Use of Telecommunications: Live International Video and Audio Link]]''''' (1980)San Francisco Museum of Modern Art. Un progetto di Art Com/La Mamelle, Inc. Organizzato da  Bill Bartlett, Sharon Grace e Carl Loeffler. Il progetto era caratterizzato da un collegamento slow – scan video, audio, e personal computer collegati con Vancouver, Hawaii, Tokyo, Toronto, New York, Cambridge, Canada, Vienna.
  
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* '''''[[ARTBOX]]''''' (1980) Seguendo l’evento Artists' Use of Telecommunications, Robert Adrian stabilì l’ Artbox (più tardi chiamato Artex) una sorta di cassetta postale elettronica mondiale dedicata agli artisti interessati alle telecomunicazioni; un programma di posta elettronica semplice, poco costoso che gli artisti potessero usare per generare un rete per organizzazione progetti di comunicazione.
  
== ALTRA SCHEDA DI TEO PIRISI ==
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* '''''[[Hole in space]]''''' (1980) New York e Los Angeles, Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz. Una installazione ad accesso pubblico sospesa tra il Broadway Store di Los Angeles e il Lincoln Center di New York. Per tre sere consecutive due schermi situati nei due centri furono collegati via satellite riproducendo in tempo reale le immagini provenienti dall’altra costa.
  
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* '''''[[Terminal Consciousness]]''''' (1980) Ideato e organizzatola Roy Ascott, con Keith Arnatt, Eleanor Antin, Don Burgy, Douglas Davis, Douglas Heubler  e Jim Pomeroy. Questa è stata la prima conferenza internazionale  computerizzata con progetti e arte usando INFOMEDIA’ s “ Planet ‿ network.
  
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* '''''[[V/Tape]]''''' (1980) Toronto, Ontario, Canada. Questa organizzazione fu dedicata a dare una serie di servizi ad artisti video, produttori e programmatori. Questi servizi includevano cataloghi computerizzati di videotape che permettono agli utenti di aver un buon riferimento per il nome degli artisti, titoli, soggetti, date etc.
  
L'utilizzo dei nuovi strumenti da parte degli artisti, com'è possibile vedere riflettendo attorno alla storia dell'arte, è sempre esistito; come afferma L. Anderson, direttore del Whitney Museum (www.whitney.org), " dove si chiudono queste virgolette? [...] gli artisti hanno sempre lavorato all'avanguardia dell'evoluzione tecnologica [...], e hanno quindi via via sperimentato la fotografia, il film, il video, ... e oggi Internet! Probabilmente niente, dall'invenzione della fotografia, ha avuto sull'arte un maggior impatto delle tecnologie digitali.
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* '''''[[Apology Line]]''''' (1980) Fondata da Allen S.Bridge a New York. Bridge inviava volantini per la città offrendo un numero di telefono che la gente poteva chiamare anonimanente per scusarsi dei peccati reali o immaginati. Queste confessioni erano quindi riproposte come installazioni, cassette audio, e dopo la trascrizione pubblicate nell'Apology Magazine.
L'uso della Rete per la creazione artistica, sfruttando quelle che sono le potenzialità specifiche della Rete stessa, è un aspetto del mondo dell'arte che forse pochi conoscono o accettano di riconoscere come tale, ma che oggi non è più possibile ignorare.
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La cultura contemporanea, la cultura della comunicazione e dell'informazione, è entrata a pieno regime nel periodo infoware, dove la principale moneta di scambio è l'informazione stessa; è impensabile che l'universo artistico possa rimanere insensibile a tutto questo. L'arte, in quanto specchio della società che la produce, prende possesso dei nuovi mezzi di comunicazione, influenzandone l'evoluzione e lasciandosi influenzare.
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* '''''[[LexaSor]]''''' (1981) Avant Garde Art Review magazine, New York. Organizzato da  Steve s' Soreft. Questo progetto era caratterizzato da trasmissioni di artisti di libri pagina per pagina. Il sistema permette all’ utente di controllare l’affluire dei dati.
  
Oggi la Rete ha raggiunto una fase di sviluppo in cui un numero significativo d'artisti produce lavori attraverso questo medium, scardinando il circuito artistico tradizionale nei suoi punti fondamentali, dalla natura stessa dell'opera ai ruoli dell'artista e dello spettatore, dalle modalità di fruizione ai contesti espositivi.  
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* (1980) Roy Ascott organizza, in collaborazione con Infomedia, un evento di tre settimane che prevede la sperimentazione da parte di artisti delle possibilità fornite dalla telematica, considerando, come viene scritto allora, '''''“[[Le teleconferenze computerizzate come una forma di arte]]"'''''. Si affaccia l’idea che artista è colui che progetta e lavora ad un’idea di networking, mentre l’autore è chiunque sia connesso alla rete.
  
La Net.Art si è confrontata soprattutto con la testualità del codice e con la sintassi dei linguaggi di programmazione, mutando decisamente i rapporti tra autore, opera e fruitore-lettore. Il suo fulcro - comunque - è sempre stata l'azione attiva del lettore-spettatore di fronte al messaggio, rendendo il web mezzo d'interazione reale, in grado di sviluppare una co-autorialità diffusa.
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* '''''[[Kunst-Microkunst-Macrokunst]]''''' (1981) Organizzato da  Robert Adrian, consisteva in una comunicazione tramite computer che includeva Zagabria Amsterdam e Vienna.
  
La Net.Art, nata in Europa e in Russia all'inizio degli anni novanta, si è sviluppata grazie ad un network di mailing list, di web ring e d'incontri veri e propri; come evidenzia Tilman Baumgartel, uno dei migliori teorici in questo settore (http://www.thing.de/tilman), questo è il primo fenomeno artistico dalla fine della seconda Guerra Mondiale che vede come protagonisti non solo artisti americani e dell'Europa dell'Ovest ma anche artisti provenienti da quei Paesi un tempo compresi nel Patto di Varsavia.
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* '''''[[Telefacsimile]]''''' (1981) Tom Klinkowstein, associandosi ad ARTBOX, ha proposto questo progetto che è avvenuto il 5 Agosto del 1981 fra il Mazzo Club a Amsterdam e il Blitz Barin a Vienna. E’ stato il primo progetto con il FAX dagli artisti in Europa.
  
Come Dada, pare che anche questo termine sia stato scelto dal destino; la leggenda narra che, nel Dicembre del 1995, Vuk Cosic, uno dei pionieri della net.culture europea (http://www-vukcosic.org), abbia ricevuto da un mittente anonimo un messaggio, indecifrabile a causa dell'incompatibilità del software. L'unico frammento che pareva avere un senso era : [...] J8~g # | \;Net.Art{ -^s1 [...].
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* '''''[[Lewittown]]''''' (1982) Cultural Centre Hoogt, Utrecht, Holland, fu ideato da  Tom Klinkowstein.
La rete stessa sembrava così offrire a Cosic il nome per l'attività che da tempo svolgeva ed egli, stupito ed entusiasta, iniziò ad usare il nuovo termine.
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Dopo alcuni mesi, Cosic inviò il messaggio a Igor Markovic che riuscì a decifrarlo correttamente; il testo era una sorta di vago "manifesto" in cui l'autore accusava le tradizionali istituzioni artistiche, dichiarando la libertà d'espressione individuale e l'indipendenza degli artisti sulla Rete e, a dire il vero, non era poi così interessante.
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Tuttavia, il termine Net.Art, involontariamente coniato, era ormai comunemente accettato e usato!
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Questo misterioso "manifesto", che è andato perso nella tragica distruzione dell'hardisk di Markovic nel 1996, probabilmente rappresenta solamente l'ennesima leggenda metropolitana circolante su Internet; magari però, tra qualche tempo, ritroveremo proprio questa leggenda in tutti i manuali d'arte che ci "racconteranno" di questa nuova forma artistica con tanto di nomi, cognomi e generazioni degli artisti e così via, inscatolando in tal modo la Net.Art nella storia dell'arte (e sarà questo un bene o un male per la Net.Art?).
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* '''''[[Telesky]]''''' (1982) Organizzato da  Eric Gidney. Questa è stata la prima comunicazione visuale in Australia collegata al Paddington town Hall in Sydney con Mit in Cambridge, Masschusetts.
  
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* '''''[[The World in 24 Hours]]''''' (1982)Ars Electronica Biennale, Organizzato da  Robert Adrian. Un progetto che metteva in collegamento, per un arco di 24 ore, artisti di sedici città dislocati in tre continenti. Seguendo il sole di mezzogiorno lungo la rotazione terrestre, gli artisti si collegavano per circa un’ora ciascuno con il festival di Linz.
  
== POSSIBILI FRAINTENDIMENTI ==
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* '''''[[La Dourse de L'imaginaire]]''''' (1982) Centre Georges Pompidou, Paris. Organizzato Fred Forest. Era un progetto di telecomunicazioni interattiva che comprendeva telematica, televisione radio e telefono.
  
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* '''''[[Telefonmusik Wieo-Berlin-Budapest]]''''' (1982) Organizzato da  BLIX (Robert Adrian, Helmut Mark) in Vienna. Questo era un evento musicale interattivo, un concerto a telefono collegando i telefoni agli amplificatori che coinvolgeva Vienna e Aufbau-Abbau, Berlin (Rainald Schumacher) e Artpool, Budapest (J, Galanti).
  
Per capire cos'è la Net.Art è necessario innanzitutto evitare alcuni fraintendimenti che possono nascere dalla difficoltà di distinguere tra semplici digitalizzazioni d'opere preesistenti e vere e proprie oper.net.
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* '''''[[Artex]]''''' (1982) E' un programma elettronico di scambio e di comunicazioni di arte interattivo intercontinentale progettato per gli artisti e gli interessati agli usi alternativi della tecnologia avanzata. Il programma è stato mantenuto semplice, per fornire un accesso facilitato per i partecipanti non addestrati, relativamente non sofisticato e a costi minimi per l'utente.
  
Quando si parla di Net.Art non si sta parlando di quel filone che si può far rientrare sotto il concetto di "art on the net", in altre parole la trasposizione in Rete d'opere d'arte senza valorizzare le caratteristiche specifiche del mezzo stesso; non si sta parlando quindi di siti museali, riviste d'arte, gallerie virtuali, siti di autopresentazione, webprojects o quant'altro.
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* '''''[[Telefonmusik Wieo-Berlin-Budapest]]''''' (1983) Organizzato da  BLIX (Robert Adrian, Helmut Mark) in Vienna. Questo era un evento musicale interattivo, un concerto a telefono collegando i telefoni agli amplificatori che coinvolgeva Vienna e Aufbau-Abbau, Berlin (Rainald Schumacher) e Artpool, Budapest (J, Galanti).
  
La Net.Art non si manifesta dunque in prodotti artistici come dipinti, sculture, fotografie, ... (tutte quelle opere che rientrano nei meccanismi dell'arte tradizionale) trasferiti in Rete.
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* '''''[[Telefonmiwik, Wiencouver]]''''' (1983) Organizzato da  Robert Adrian e Hank Bull (Vancouver), Helmut Mark (Wien), Rainald Schumacher (Berlin) e Marcin Krzyzanowskt (Warschau). Questo era un esperimento di televisione interattiva e bidirezionale con uno scambio di tre ore di suono ed immagine (SSTV).
  
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* '''''[[Contact]]''''' (1983) Tel Aviv, Israel. Organizzato da  Natan Karczmar. Questo era un progetto che coinvolgeva una rete di 24 telefoni.
  
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* '''''[[La Plissure du Texte]]''''' (1983) Museum of Modern Art, Paris. Ideato e organizzato da Roy Ascott come parte di "Electro 1983". I partecipanti sono stati  Robert Adrian, Brucc Breland, Eric Gidney, Norman White, Carl Loeffler, Gregory McKenna, Torn Klinkowstein, David Garcia e Annie Wright e John Southworth, ai quali sono stati assegnati i ruoli in un racconto fairy globale. Questo era un progetto di collaborazione per raccontare storie, usava un processo di distribuzione authorship su scala globale per realizzare un racconto planetario.
  
== NET.ART: L'ARTE NELL'ERA DI INTERNET ==
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* '''''[[Estetica della comunicazione]]''''' (1983) Un gruppo di artisti sotto la guida di Derrick de Kerckhove e Mario Costa formano il gruppo dell’ Estetica della Comunicazione. Tra questi vi sono Fred Forest, Christina Sevette, Stéphan Barron, Natan Karczmar e Robert Adrian. L’obiettivo dichiarato dal gruppo è di indagare intorno agli aspetti estetici e psico-sociologici delle nuove tecnologie della comunicazione.
  
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* '''''[[Labyrinthe]]''''' (1984) Museo del Sannio, Benevento, Italia, organizzato da  Marc Denjean. E' stato un progetto telematico che ha incluso Italia e Francia.
  
Chiarito cosa non è la Net.art, cerchiamo di delinearne i tratti specifici.
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* '''''[[The Tramatlantic Touch]]'''''(1984) Organizzato da  Christian Sevett. Les Transinteractives. Questo progetto includeva Parigi e Toronto.
La Net.Art è una forma d'arte fonovisuale che non può nascere se non sul computer, che si manifesta in siti web e che mediante il web viene diffusa e fruita; il world wibe web diviene quindi il mezzo, la tecnica e il luogo di presentazione delle opere.net, le migliori delle quali sono figlie della net.culture e non del sistema d'arte tradizionale.  
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La Net.Art è perciò tutto ciò che non può essere trasferito su un altro supporto che non sia la Rete e che non sfrutti le possibilità manipolatorie, rizomatiche e processuali della Rete stessa, dando vita a processi culturali, collettivi e cooperativi.
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(Perlomeno questo è quanto è stata la Net.Art fino ad ora, poichè si stanno già sviluppando altre forme off-line, anche se sono ancora in fase embrionale).  
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Le opere.net rispondono al celebre appello di M. Duchamp per un'arte non retinica e non sono, anzi, non vogliono essere oggetti estetici, bensì operazioni culturali (vedi ad esempio, le operazioni di 01.org [www.0100101110101101.org], di Jodi [www.jodi.org], di Etoy [www.etoy.com]); lo specifico di questi lavori è quindi un contenuto concettuale con motivazioni etiche portanti che offre la possibilità di riflettere e di far riflettere sugli eventi della contemporaneità, attraverso una loro certificazione e progressione.
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* '''''[[Electronic Cafe]]'''''(1984) The Museum of Contemporary Art, Log Angeles. Ideato da  Kit Galloway e Sherrie Rabinowitt. Questo progetto ha unito 6 diverse comunità con Los Angeles in una telecomunicazione di banca immagini e database network.
Un'opera di Net.Art è un evento comunicativo fin dal suo albore, in quanto già alla sua nascita prevede un coinvolgimento di diverse persone e attitudini; si sviluppa poi decentrandosi e dunque moltiplicandosi.
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Probabilmente con il nascere e lo svilupparsi di questo fenomeno artistico, tipico frutto dell'incontro tra l'arte e la tecnologia di oggi, il termine "opera d'arte", definito all'interno dei canoni tradizionali, è divenuto insufficiente per descrivere a pieno queste operazioni-azioni culturali. Infatti, diversamente dai prodotti artistici tradizionali, che richiedono "solamente" la nostra contemplazione e che rimangono morfostrutturalmente sempre uguali a se stessi, le opere.net si caratterizzano in quanto opere aperte, non finite, non solo semanticamente ma in quanto richiedono, per produrre senso, l'intervento dell'utente in prima persona; e questo lavoro successivo all'evento iniziale costituisce una parte dell'opera imprevedibile anche per l'artista stesso. Le opere.net divengono perciò un progetto evolutivo ed interattivo che ha nella partecipazione attiva del fruitore la sua ragion d'essere.
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* '''''[[pARTiciFAX]]''''' (1984) Collective Art X Technology, Toronto. Organizzato da Lisa Sellyeh e Peeter Sepp. Questo progetto invitava degli artisti internazionali a partecipare a una rete facsimile e li teneva in partecipazione da 26 paesi inclusa l’ Australia, Stati Uniti, Giappone e vari dell’ Europa.
Nasce una nuova figura d'artista poichè il net.artista è innanzitutto un operatore culturale, un attivatore di processi che inaugura inoltre un nuovo prototipo di spettatore, in quanto assiste all'uso imprevedibile del suo lavoro operato dall'utente; e lo spettatore diviene coautore, concettualmente e realmente una "spett-attore" che, interagendo con l'opera,ne rende possibile la manifestazione e l'evoluzione.
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La Net.Art, potenzialmente fruibile da chiunque poiché naviga in Rete, si sottrae in tal modo ai tradizionali schemi e parametri critici, focalizzando l'attenzione non tanto su cosa l'opera rappresenta bensì su come l'opera interagisce.
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Le opere.net possono occuparsi di tutto ciò che è concettualmente connesso con l'opera dell'uomo, con la sola condizione che ogni evento diventi e agisca in quanto fatto comunicativo; le tecniche e gli strumenti idonei al net sono molteplici (dalle animazioni ai labirinti interattivi, dalla realtà virtuale a ipertesti fiume, dalla grafica ad attitudini hacker-anarchiche, etc) e la scelta operata dal net.artista su come usare artisticamente la Rete dipende in gran parte dallo stile che egli vuole sperimentare e dal tipo di comunicazione che vuole portare a termine.
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La Net.Art sembra assumere come suoi elementi specifici l'interattività, che prevede nell'intervento in prima persona dell'utente la condizione per lo svilupparsi dell'opera stessa, e la multimedialità, che con la coniugazione di musiche, filmati, animazioni e quant'altro consente un esteso campo d'espressione, oltre i confini della nostra vista, sucuisiconcentrainvecel'artetradizionale.
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* '''''[[Performance Data Bank/Electric Bank]]'''''(1984) Des Moines, Iowa, U.S.A. Concepito da Fred Truck. Il progetto sviluppava un database per rappresentazioni e attività di nuovi artisti; è presente, stabilito e operante online.
Questa forma d'arte viene inoltre associata ad operazioni di controinformazione e di attivismo legate al web.
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La Net.Art è la prima forma d'arte che può essere riprodotta all'infinito senza perderne in originalità, dove la copia è perfettamente identica all'originale e dove il "copy-paste", il download e l'upload possono divenire atti creativi e artistici.
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Un'arte manipolabile e riproducibile, sempre più immateriale; un'arte che ha reso realtà la profezia di Benjamin: "In linea di principio l'arte è sempre stata riproducibile. Una cosa fatta dagli uomini ha sempre potuto essere rifatta dagli uomini".  
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In definitiva, la Net.Art elabora una nuova grammatica artistica che tende alla sinestesia, scardinando lo statuto dell'opera d'arte tradizionale nei suoi poli fondamentali e aprendo le porte ad un profondo processo di rinnovamento del panorama artistico; inaugurata una nuova arte?
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* '''''[[Telefaxart]]'''''(1984) Presentato  alla  Art e New Technology Exhibition, Pavia. Italia, 21 giugno -  1 luglio 1984. Organizzato da  Maria Grazia Mattei per la festa nazionale dell’UNITA', il progetto coinvolgeva telecomunicazioni con Austria, Canada, Australia, Stati Uniti e Inghilterra.
  
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* '''''[[First U.S. Amateur Radio Transmission Slow-scan Television]]'''''(1984) Parte del  Festwachen Kun&tfunk Technology Exhibition, questo evento fu trasmesso via satellite dagli artisti da Carnegie – Mellon Amateur Radio Club. L’operatore radio Mike Chepponls del Dax group trasmetteva il lavoro di Bruce Breland e Jim Kocher a Vienna. L’operatore radio a Vienna era Hans Hahn.
  
== Caratteristiche specifiche della net.art ==
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* '''''[[KUNSTFUNK]]'''''(1984) Organizzato, installato e controllato da Zelyko Wiener, Gerhard Taschler e BLIX. Un progetto di SSTV per la radio dilettante alla Wierner Secession all’interno del Wierner Festwochen. Per una settimana le stanze superiori del Secession sono state usate come studi radiofonici e spazi di prestazioni. Ogni giorno un artista o un gruppo installarono o realizzarono un lavoro per la trasmissione di SSTV. 
  
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* '''''[[Les Immateriaux]]''''' (1985) a cura di Jean–Francois Lyotard, Thierry Caput con testi di autori vari al Centro Georges Pompidou di Parigi.
  
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* '''''[[Cultural Software]]'''''(1985) Artcukure Resource Centre, Toronto. Questa organizzazione era specializzata in applicazioni culturali e implicazioni di informazione tecnologica di artisti come ARTBASE (un database culturale) e ARTNET ( una comunicazione on line ) ed altri servizi.
  
1. Formazione di comunità di artisti attraverso le nazioni e le discipline.
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* '''''[[Machina/Memory Landscapes: Paradise]]'''''(1985) Organizzato da  Maria Grazia Mattei, consisteva in uno scambio di disegni facsimili con artisti affiliati con Mida, un gruppo di Milano. L’iniziativa includeva anche bambini di Torino. ( Il progetto era sopportato  in parte  da  the Harria-3M Corporation.)
  
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* '''''[[Amico di Telefax]]''''' (Friends of Telefax) (1985) Organizzato da  Maria Grazia Mattei, con coordinamento educativo e animazione di The Magic Lantern laboratori di Torino. Questo corso avanzato includeva i bambini di Torino, Parigi e Vienna ed era presente in connessione con l’ esposizione Machine – Theater Technology, Performance.
  
2. Investimento senza interesse materiale.
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* '''''[[Hearsay, DPSATEXT Language Exchange]]''''' (1985) A-Space Gallery, Toronto, Canada. Ideato e organizzato da  Norman White e caratterizzato da  SPEAK gruppo di  Toronto. Questo progetto implicava una traduzione multi lingua del poeta ungherese Robert Zeno. Una poesia veniva trasmessa da un nodo all’ altro in una rete, e ad ogni nodo era assegnato una traduzione in lingua specifica.  
  
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* '''''[[Life-O-Mation, Electronic Visions II]]''''' (1985) Carnegic-Mellon University, Pittsburgh, Pennsylvania, ideato e prodotto da  Willard Van de Bogart. Questa era la prima trasmissione a colori SSTV di artisti usando HF (HAM) radio. La trasmissione era effettuata da Carnegie-Mellon Amateur Radio Club che si trovava in Hammerschlag Hall e Mid Bardwell in Hammoxid, Louisiana, dove veniva convertita in registrazione di suoni e estradata alla Contemporary Center per  Arts in New Orleans, Louisiana.
  
3. Collaborazione senza premure per l’appropriazione di idee.
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* '''''[[Organe et Fonction d'Alice au Pays des Mervellles]]''''' (1985) Les Immateriaux, Pompidou Centre, Paris, ideato da Roy Ascott. Questo era un video text “Plissure du texte‿ su Minitel, creato come porta del programma Art Access.
  
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* '''''[[Sonart: I'image & distance par son]]''''' (1985) Language Plus Exchange, ANNPAC, RACA ideato da  Madeline Dore in collaborazione con  Roger Coudre e Lisa Maxcoux, direttore del progetto  SONAR, Alma. Quebec, Canada. Questo evento era caratterizzato da  uno scambio di  immagini per pezzi di rappresentazione  via SSTV.
  
4. Privilegiare la comunicazione sulla rappresentazione.
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* '''''[[Art Com Electronic Network]]''''' (1986) San Francisco, diretto da  Anna Couey, Carl Eugene Loeffler e Fred Truck. Questa era una rete di comunicazione in servizio continuo dedicato all’ arte contemporanea e alla tecnologia di comunicazione. Whole Earth 'Lectronic  Link (WELL) (distribuita da  Compuserve Packet Network) e con  USENET.
  
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* '''''[[Planetary Network and Laboratory Ubiqua]]''''' (1986) Venezia Biennale. Organizzato da  Roy Ascott, Don Foresta, Tom Sherman e Tomasso Trini, con la coordinazione degli artisti della trasmissione telecfasimile sotto la direzione di Maria Grazia Mattei. In questo progetto, il cui tema era “ The Daily News‿, più di 100 artisti in 3 continenti interagivano attraverso reti includendo computer videotex, slow – scan televisivi e facsimile.
  
5. Immediatezza.
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* '''''[[Null de la Telematique]]''''' (1986) Organizzata da  Stephan Barron, era un progetto dove una rete di computer collegava le città di Caen, New York, Amiens, Bruxelles e Roma.
  
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* '''''[[Videolento 1987]]''''' (Slow - Scan Video) (1987) Ideato da  Giovanna Colacevich. Questo evento con slow – scan in rete è stato presentato il 27 aprile fino al 30 aprile a Roma, Italia, unendo La Chiave e il Fotogramma.
  
6. Immaterialità.
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* '''''[[40,000]]'''''(1987) Ideato da Andreas Raab. Questo evento fax fu presente dal 1 al 20 Ottobre 1987 al  Palazzo Venezia a Roma, Italia, e all’ Hotel Ivoirc Intercontinentale in Abidjan, Ivory Coast.  
  
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* '''''[[Digital Body Exchange]]'''''(1987) Ideato da  Roy Ascott, in collaborazione con Paul Thomas, Eric Gidney, Zelko Wiener, Robert Pepperell, Robert Dunn e  Bruce Breland. Questo era un progetto di una immagine digitale.
  
7. Temporalità.
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* '''''[[Snowball Project]]''''' (1987) Prodotto in Kassel, Germania, da Hank Bull. Questa era una teleconferenza per scambi tra  Banff Centre per il  Performing Arts, Massachusetts College di Art e The Western Front. Vancouver, British Columbia. Canada, Camegie-Mellon University e il  Cafe New York, Kaoael, Germany, il 20 luglio 1987.
  
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* '''''[[Cultural Digitalis]]'''''(1987) International Conference Center, Vienna. Oraganizzato da  Zelko Wiener per il  Lehrkanzel fur Kommunkations Theorie, Hochschule fur angerrante Kunst, Vienna. Questa era un’ immagine digitale e testo per scambi con il gruppo DAX in Pittsburg, Pennsylvenia (diretto da Bruce Breland).
  
8. Azione basata sul processo.
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* '''''[[Video Crossing - Magical DAX]]''''' (1987) Istituto per Art e Technology-Museum di imagine e suono, University of San Paulo, Brazil. Diretto da Bruce Breland per DAX. In questo evento artistico telematico, Dax per la prima volta ha impiegato musica dal vivo (Roger Dannenberg, Chris Koenigsberg) e un ballerino professionista (Scott Timm). Le immagini furono trasmesse da SSTV il 17 settembre 1988.
  
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* '''''[[Images du Futur, Ultimatum II: Nouvelles Litteratures]]'''''(1987) Vieux-port de Montreal, Quebec, Canada. Questo festival di 7 giorni era caratterizzato da prestazioni dal vivo, letture multimediali, esibizioni di testi elettronici e trasmissione dati.
  
9. Gioco e performance senza preoccupazione o timore per le conseguenze storiche.
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* '''''[[Il Serpente di Pietra: una Co-Opera nel Santuario Campestre di Saltria]]'''''(1987) Gavoi, Sardegna. Prodotto da  Sandro Dernini e Franco Meloni (Dipartimento di Fisica dell’ universtà di Cagliari), Sardegna e Plexus, movimento italiano nella celebrazione del centenario per l’anniversario della  scoperta dell’ elettromagnetismo fatta da  Nikolas Tesla. Fu una rappresentazione basata sul “Serpeant‿ stabilendo un’interazione via I.P., Sharp bitnet e Earn network.
  
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* '''''[[Message Interplanetaire]]'''''(1987) Parigi, Francia. Creato da Jean Marc Phillippe. Questo fu un progetto Videotel (Minitel) interattivo.
  
10. Parassitismo come Strategia
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* '''''[[Intercitics]]'''''(1988) Questo era un progetto televisivo con slow – scan tra  IPAT (istituto per la ricerca sull’arte e la tecnologia) in Sao Paolo, Brasile, e DAX (Digital Art Exchange) al Carnegie - Mellon University,  Pittsburgh, Pennsylvania.
  
a. Movimento dal terreno di coltura iniziale della rete.
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* '''''[[To Make the Invisible Visible]]'''''(1988) Ideato da  Roy Ascott, in collaborazione con  Robert Pepperell (Gwent), Bruce Breland, DAX (Pittsburgh). Don Foresta. Center per Media Art (Parigi) e Zelko Wiener, H.A.K. (Vienna). Questo progetto era composto da una rete di computer con immagini e testi ed era parte del nono incontro europeo della cibernetica e sistemi di ricerca.  
  
b. Espansione nelle infrastrutture a rete della vita reale.
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* '''''[[Julia Margaret Cameron]]'''''(1988) Musee de Toulon, France. Questo era un progetto telematico che includeva televisione e radio.  
  
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* '''''[[Une Excursion de l'Esprit: Une Voyage sur la Mer Telematique]]''''' (Mind Excursions-travelling Through the Telematic Sea: An Interactive Art Event) (1988) Ospitato dall’ università di Pittsburgh, International Development Institute.  Un interattivo slow – scan per televisione che aveva luogo tra il campus dell’ università di Pittsburgh e il gruppo Dax al Carnegie - Mellon University in Pittsburgh, Pennsylvania. Il progetto includeva rappresentanti da 20 città africane in lingua francese e Haiti frequentando la decima sessione seminario manageriale di sviluppo francofono.
  
11. Cancellare i confini tra pubblico e privato.
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* '''''[[ROMEMILANFERRARA...Videolento 1988]]''''' (Slow-Scan Video 1988) (1988) Ideato da  Giovanna Colacevich e organizzato da  G. Mastobrio (Roma, Italia), D. Nardone (Milano, Italia) e  L. Bonora e E. Minarelli (Ferrara, Italia). Questo evento di comunicazione collettiva è stata presentata il 23 Marzo 1988 alla galleria Alzaia in Roma, a Milano allo Studio Casoli e al Palazzo dei Diamanti a Ferrara.
  
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* '''''[[Telefax, Roma - Nairobi]]''''' (Telefax, Rome—Nairobi) (1988) Presentato dal  21 al 25 luglio 1988 alla galleria Alzaia in Roma, Italia, e alla galleria Watutu in Nairobi, Kenya. Questo era un evento di comunicazione collettiva via fax.
  
12. Tutto in uno:
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* '''''[[Telefoto di Gruppo]]''''' (Telephoto of the Group) (1988) Partecipanti: Roy Ascott, Giovanna Colacevich, Fred Forest e Tom Klinkowstein. Questo è stato un evento con fax presentato il 23 settembre 1988 in Camerino, Italia.
  
a. Internet come mezzo di produzione, pubblicazione, distribuzione,promozione,dialogo,consumo e critica.  
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* '''''[[Peace & Love]]'''''(1988) Palazzo della Provincia. Catanzaro, Italia, 24-25 Ottobre 1988. Ideato da  Giovanna Colacevich. Questo progetto il cui titolo è “fax for pax‿, era un evento di comunicazione collettiva via fax.
  
b. Disintegrazione e trasformazione dell’artista, del curatore, dell’amico di penna, del pubblico, della galleria, del teorico, del collezionista e del museo."
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* '''''[[Cavallo Telematico]]''''' (Telematic Horse) (1988) Ideato da  Gianni Loperfido. Questo fax è stato presentato il 14 Novembre 1988 al Palazzo dei Diamanti a Ferrara, Italia, e all’istituto italiano della cultura in Dakar, Senegal.
  
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* '''''[[Aspects of Gaia: Digital Pathways Across the Whole Earth]]'''''(1989) Ars Electronics, Lintz, Austria. Ideato e diretto da Roy Ascott, in collaborazione con  Peter Appleton, Mathias Fuchs, Robert Peppercll e  Miles Visman. Questa installazione interattiva pubblica e rete mondiale ( utilizzando immagini digitali, suoni e testi) includeva artisti su 3 continenti.
  
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* '''''[[Terkepek-Maps]]''''' (1989) Hochschule fur Angewandte Kunst in Wien/Lehrkanzel fur Kommunikationstheorie con Robert Dunn, Dana Moscr, Gabor Kopek, Irene e Christine Hohenbuchler, Stefan Back, Mathias Fuchs e altri. Questo progetto implicava scambi di suono, immagini e testo.
  
al Web. Quest’idea, come tutti i paradossi, nasconde una percentuale di attendibilità. Se è vero che ogni nuovo medium rappresenta la materializzazione dei sogni delle generazioni precedenti, come affermava Walter Benjamin negli anni Trenta a proposito del cinema, l’avvento di Internet sembrò incarnare molti dei desideri degli artisti dell’ultimo trentennio.
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* '''''[[Odyssey]]'''''(1989) Fortner Anderson  (Quebec) et al. Questo progetto collettivo usava  HyperCard staks.
  
La codifica binaria dell’informazione, che rende possibile il suo trasferimento istantaneo in qualunque punto del globo attraverso le linee telefoniche, ha improvvisamente offerto la possibilità di divulgare il proprio lavoro, superando ogni barriera spazio-temporale e by-passando le istituzioni; un’arte svincolavata non solo da qualunque supporto, ma anche dai luoghi deputati, ubiqua, pronta a manifestarsi su milioni di schermi sparsi in giro per il mondo. Aggirare il sistema dell’arte, smaterializzare l’opera e innescare un processo comunicativo interattivo, abbattendo la barriera tra artista e pubblico sono utopie che la Net Art sembrava realizzare. L’immersione nella nuova dimensione virtuale informatica e la presa di coscienza delle sue implicazioni culturali, psicologiche e sociali sono stati fenomeni simultanei. Insieme ai molti web-projects incentrati sull’interazione tra artista e fruitore, strutturati come piattaforme per la creazione collettiva e celebranti le meraviglie dell’ipertestualità, nacque, infatti, anche un filone basato sulla decostruzione del medium con un approccio critico verso la tendenza omologante e standardizzante dei mezzi di comunicazione un approccio che sfidava il Pensiero Unico da cultura aziendale.  
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* '''''[[Republique]]'''''(1989) Ajaccio, Corsica. Creato da Phillipe Helary. Questo progetto consisteva in un videotext interattivo (Minitel).
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* '''''[[City Portraits]]'''''(1989) Galerie Douguy, Paris. Creato da  Karen O' Rourke e dal gruppo  Art-Reseaux. Questo progetto con fax includeva città europee, Stati Uniti e Sud  America.
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* '''''[[Le Reservoir]]'''''(1989) Noisiel, France. Creato da Jean Claude Anglade. Questo era un progetto interattivo con videotext ( Minitel).
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* '''''[[Zenaide et Charlotte a l'assaut des medias]]'''''(1989) Musee de Toulon, France, creato da  Fred Forest. Questo era un progetto telematico.
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* '''''[[Alla Ricerca dell'Arca (In Search of the Arc)]]''''' (1989) Ideato da Giovanna Colacevich. Questo è stato un evento con fax, che includeva telecomunicazioni tra lo studio di Agostino Milanese in Roma, Italia, e lo studio di Constantino Morosin in Calcata, Italia, è stato presentato il  17 Aprile 1989 dalla televisione  RAI III a Roma.
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* '''''[[L'Europa dei Creatori - Utopia 89]]''''' (Europe of the Gods: Utopia 89) (1989) Ideato da Philippe Helary e Giovanna Colacevich. Echo and Narcissus. Questo evento  fax è stato presentato al  Grand Palais, Parigi, Francia, dal 23 Novembre al 10 Dicembre 1989.
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* '''''[[Rebel! Virus.Asm]]''''' di Tommaso Tozzi (1989). Con quest’opera l’artista inventa l’ “arte subliminale‿ tesa a “praticare una forma di ostruzionismo al sistema ufficiale della cultura‿. L’opera è un virus informatico ed è l’ideale precedente storico del movimento artistico Hacktivism, che attraverso azioni di sabotaggio informatico tenta di opporsi a logiche di potere dominanti, propugnando una rete democratica e accessibile a tutti. Come si evince dal termine, tale movimento fonde l’Hacker art con l’attivismo politico e l’interesse verso i temi sociali.
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* '''''[[Hacker art BBS]]''''' Ideata e a cura di Tommaso Tozzi.  
 
   
 
   
Software art
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*'''''[[Celebration: Earthday '90 Global Telematic Network &c Impromptu]]'''''(1990) Sponsorizzato da  DAX. Questo progetto era caratterizzato da un slow – scan  televisivo e telefacsimile network con Vienna, Lisbona, Campinas, San Paolo, Boston, Baltimore, Pittsburgh, Chicago, Vancouver e Los Angeles. Un secondo videotelefono era collegato con Mosca e Tokyo tramite la Electronic Cafe in Santa Monica, California. L’evento era caratterizzato da disegni di fax  interattivi e testi e fu unicamente in una costruzione elettronica Dax per telecomunicare tramite un ponte che collega il partecipante in tempo reale e simultaneamente l’immagine telefonica che viene scambiata via telefono.
  
Auto-illustrator può sembrare, a un primo sguardo, un comune software di grafica. In realtà è stato programmato dal suo autore, l’inglese Adrian Ward, per reagire in maniera semi-autonoma alle scelte dell’utente, generando elaborati finali che sono frutto di un mix bilanciato di controllo e caso, di scelta e auto-generazione macchinica. Auto-illustrator devìa i percorsi, modifica le opzioni, decide addirittura di terminare la sessione di lavoro in corso perché, si giustifica, non è ispirato dagli input che gli forniamo.
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* '''''[[Virtual Cultures]]'''''(1990) Organizzato da  Anna Couey (Art Com, San Francisco) e presentato al  Cyber-thon. Whole Earth Institute. Distribuito da An Com Electronic Network. Questo pannello virtuale asincrono su culture di partecipanti virtuali collegava il dialogo tra diverse comunità con reti di computer (sul WELL e USENET) e un sito con conferenza fisica
  
Una continua sperimentazione sul software è anche la missione del misterioso Meta.am, che riunisce sul suo sito una miriade di ipnotiche tavole digitali, in infinite combinazioni. Ma i software d’artista sono di ogni tipo: browser, word processor e, addirittura virus, come dimostrano i lavori di [epidemiC].
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* '''''[[Entree/Sortie]]'''''(1990) Organizzato da  Mathias Fuchs e Sylvia Eckermann, Igor Lintz Maues, Simon Waters, Elisabeth Schimana, Lisa Sirois, Zorah Mari Bauer, et al. Questo era un progetto di immagini e suoni di trasmissione in Austria (Heidi Grundman, Kun-stradio).
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* '''''[[Biographateria]]''''' (1990) Organizzato da  Tim Andersen e Wendy Plesniak. Studio per Creative Inquiry (SFCI), Carnegic-Mellon University. Presentato al  ArtTransition '90, Center per Advanced Visual Studies, MIT. Questo progetto includeva una biografia e descrizione personale in database e un simposio online.
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* '''''[[The Globe Show]]'''''(1990) Oldham City Art Gallery, England. Creato da  Paul Sermon con Render Chand, Claire Dearnaley, Chris George, Jim Lockwood, Prakash Parmar, Richard Biddle e artisti in  Spagna, Italia, U.S. ,  Japan, U.K., Australia e Austria. Questo progetto includeva una rete Janet/Bitnet, fax e distribuiva video.
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* '''''[[Zona d'lmbarco]]''''' (Zone of Embarkation) (1990) Ideato da  Giovanna Colacevich e Agostino Milanese. Questo evento è stato presentato il 3 Febbraio 1990 in Italia al  Metateatro,Gli Angeli, a Roma, Italia.
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* '''''[[Venezia Ritorno al Futuro (Venice Return to the Future)]]''''' (1990) E’ stato presentato il 27 Febbraio 1990 al Gli Angeli e alla Galleria 102 a Roma, Italia, e a San Basilio stazione marittima a Venezia, Italia. Questa era una comunicazione collettiva.
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* '''''[[Nave di Luce (Ship of Light)]]''''' (1990) Organizzato da  Marcello Aitiani in collaborazione con Francesco Giomi. Questa era una esibizione, presentata il 10 Marzo 1990 al Palazzo Pubblico, Magazzini del Sale, alla chiesa della S.S. Annunziata a Siena e al conservatorio di musica a Firenze, Italia.
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* '''''[[Think about the People now]]''''' (1991) Basato su un evento reale (la storia di un giovane che si appiccò fuoco per protestare contro la monarchia), questo progetto fece guadagnare a Paul Sermon il Golden Nica che concede l'Ars Elettronica Center di Linz in Austria, nella categoria di Arte Interattiva.
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* '''''[[Telematic Dreaming]]'''''(1992) Con questo progetto Paul Sermon si presentò al Museo di Arte Contemporanea di Barcellona durante il Festival Suonare. E' un'installazione che collega due letti situati in due stanze differenti mediante videocassetta-conferenza ed un curioso gioco di proiezioni.
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* '''''[[Artnetweb]]''''' (1993) Fu fondato da Remo Campopiano e Robbin Murphy come collaborazione dedicata all’accesso ed all’esplorazione delle nuove tecnologie per gli artisti.
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* '''''[[Ninja Tune]]''''' (1993) Francobollo discografico indipendente fondato da Coldcut. Coldcut è il nome artistico di Jonathan Abiti e Matt Black, entrambi musicisti, che insieme si sono convertiti in uno dei nomi di riferimento nel panorama della musica elettronica. Ninja Tune dà all'utente la sensazione di entrare nel hard disk del computer dei due artisti.
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* '''''[[The File Room]]'''''(1994) Chicago Cultural Center. E’ un archivio illustrato sulla censura che si può scorrere così come aggiungerci eventi prodotto da Randolph Street Gallery (Chicago,IL) con l'appoggio della Scuola di Art e Disegno ed il Laboratorio di Visualizzazione Elettronica all'Università di Illinois a Chicago, ed il Reparto di Chicago di Affari Culturali.
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* '''''[[Handshake]]'''''(1994) Barbara Aselmeier, Joachim Blank, Armin Haase, Karl Heinz Jeron. Berlino. E' un progetto di comunicazione che include il network elettronico Internet. Realizzato come installazione di una stanza interattiva, vuol essere un’interfaccia di comunicazione fra la rete elettronica e la vita reale. Il luogo in cui avviene l’incontro fra lo spazio elettronico e quello reale crea lo spazio della comunicazione in cui la “stretta di mano‿ ha luogo.
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* '''''[[Hot pictures]]''''' (1994) Primo lavoro sul Web di Alexei Shulgin. Galleria fotografica che offre spazio ai giovani artisti russi. 
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* '''''[[Little Movies]]'''''(1994) Lev Manovich, artista e critico russo, aveva applicato dei filtri, tra cui il Mosaic di Premiere, a classici del cinema come Psycho per ottenere un effetto astratto simile ad un quadro di Mondrian.
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* '''''[[Etoy]]'''''(1994) Nasce Etoy. Corporation digitale fondata da sette ragazzi che vogliono proporre lo stile e il modus operandi di Internet basato su cooperazione e networking, per passare “dalla dimensione della realtà ad una senza gravità‿.
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* '''''[[King's cross phone-in]]''''' di Health Bounting (1994). L’artista londinese, venuto in possesso dei numeri telefonici di 36 cabine telefoniche della stazione di King’s cross, decise di organizzare una performance coordinata tramite la rete. Con l’invio di tali numeri a mailing list a partecipazione internazionale, invitò i destinatari dell’e-mail a chiamare simultaneamente le cabine telefoniche in un momento prefissato, tenendo ovviamente conto del fuso orario. Il cinque agosto, alle sei del pomeriggio, tutte le cabine telefoniche della stazione cominciarono a suonare, davanti alle facce stupite di passeggeri in attesa e personale delle ferrovie. Molti di loro risposero, dando luogo a conversazioni surreali e improvvisate. Con quest’opera Bounting mette in moto un meccanismo che unisce due tipi di pubblico agli antipodi tra loro: da una parte un pubblico che “attiva‿ l’opera in maniera collettiva e consapevole, dall’altro persone totalmente all’oscuro di essere state coinvolte in un’opera d’arte.
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==== Opere di net.art: ====
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* '''''[[Net art]]''''' (1995). Vuc Cosic inventa e comincia a divulgare il termine net art. Moscow WWWArt Centre (1995)E' un'iniziativa di Alexei Shulgin, Tania Detkina, Alexander Nikolaev e Rachel Baker. Sebbene riguardino completamente la sorpassata parola “arte‿, la usano affinché non perda la sua vanescente identità e finché qualche persona intelligente inventi la nozione (e la parola) adatta. Lo scopo è di tradurre la corrente principale dell’arte russa su Internet creando nuovi contesti e rimescolando quelli esistenti.
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* '''''[[C@C]]'''''(1995) Era un’applicazione per il World Wide Web dove l’arte contemporanea poteva essere creata, vista, discussa ed acquistata. Localizzata su internet C@C risponde alle necessità di cambiamento della prassi artistica contemporanea. Con la sua interfaccia utente grafica ed attrezzi specialmente disegnati, C@C è un strumento universalmente applicabile e facile da usare per produttori e destinatari di arte concettuale contemporanea.
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* '''''[[Ada Web]]''''' (1995) E’ un archivio, che presenta il materiale prodotto tra febbraio 1995 e marzo 1998, ospitato dal Walker Art Institute
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* '''''[[Visitor's guide to London]]''''' (1995) Il già obsoleto psicopatico tour geografico di Londra ideale per non-visitatori stranieri, contiene più di 250 luoghi  di valore anti-storico. Incompleto senza istruzioni,  ora disponibile per tutti su Internet.
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* '''''[[The thing]]'''''(1995) The Thing è dedicato a promuovere la comunicazione e la comunità nel campo delle nuove tecnologie e delle belle arti. E' progettato per emulare la funzionalità di una bacheca, lascia spazio a livelli di accesso di utente multipli, impaginazione, trattamento dei messaggi ed altro ancora. Queste caratteristiche avanzate facilitano interazione di utente e migliorano i contatti tra artisti, moderatori, scrittori e redattori.
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* '''''[[Nettime (mailing list)]]'''''(1995) Non è solo una mailing list ma un sforzo di formulare una discussione telematica internazionale in cui non esista un pensiero dominante né  si continui il pessimismo cinico a proposito dei nuovi media senza comprenderne chiaramente gli aspetti comunicativi. Ha prodotto e continuerà a produrre libri, lettori e web sites in varie lingue così un 'immanente' sistema critico.
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* '''''[[Public Netbase]] Media~Space!''''' (1995) Fu fondato da Konrad Becker e Francisco Sousa Webber nel Museumsquarter di Vienna come un internet provider senza scopo di lucro ed una piattaforma per l'uso partecipativo di tecnologie di informazione e comunicazione. Organizza esposizioni, eventi, simposi ed officine.
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* '''''[[Hell]]'''''(1995) Celebre collettivo nato con l'obiettivo di costituire una rete parallela privata, alla quale è possibile accedere solo per invito. E' una piattaforma molto elitaria e di accesso riservato, formata da circa 70 cyber artisti provenienti da 19 paesi.
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* '''''[[Jodi]]'''''(1995) Nasce Jody, creato da Joan Heemskerk e Dirk Paesmans. E’ un sito che presenta i caratteri e il codice come forme astratte, senza alcuna relazione con un contenuto narrativo. Codici apparentemente errati e soluzioni concettualmente innovative quanto esteticamente compatte apparivano al navigatore ignaro che approdava su Jodi fra il 1995 e il 2000.
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* '''''[[Communications creates conflicts]]''''' di Health Bounting (1995). Opera di mail art realizzata in collaborazione con l’Istitute of contemporary culture di Tokio. Attraverso un sito internet appositamente creato, il fruitore poteva inviare messaggi attraverso delle form all’artista stesso o a chiunque altro. Le opzioni date da Bounting all’interno delle form erano ovviamente di carattere artistico ed estetico.
 
   
 
   
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* '''''[[Turn off your tv set]]''''' di Alexei Shulgin (1995). In questo caso il fruitore, una volta connesso al sito, aveva semplicemente la possibilità di spegnere il monitor un televisore che compariva sul monitor oppure di cambiare canale. Il gioco offriva la possibilità di cambiare canale per un massimo di dodici volte, dopodiché il televisore doveva essere necessariamente spento per concludere il gioco. L’artista voleva così invitare l’utente a meditare sul fatto che la rete non è come la televisione ed usa un linguaggio completamente differente, fatto di interazione attiva e partecipe.
  
Paranoie e sorveglianza
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* '''''[[Netstrike]]''''' Un'idea di Tommaso Tozzi realizzata da Strano Network (1995). Quest’opera, organizzata intermente tramite la rete e le mail, nasce per protesta contro gli esperimenti nucleari di Mururoa. I siti del governo francese vennero ingolfati ed il loro funzionamento fu rallentato dalle migliaia di manifestanti da tutto il mondo. Questa è la dimostrazione di come la tecnologia telematica fornisca forme nuove anche alla protesta sociale e politica.
  
La rivoluzione digitale, aumentando in maniera esponenziale le possibilità di raccolta, scambio e reperimento delle informazioni, ha reso la questione della sorveglianza molto scottante, sollevando il problema della privacy ed evidenziando le . Nel 1988 lo studioso australiano Roger Clarke, per .  
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* '''''[[National Heritage]]''''' di Mongrel (1995-1998). Progetto che ricombina i lineamenti e i visi di oltre cento volontari di persone di razza diversa omogeneizzandoli in otto prototipi finali, divisi in quattro razze, bianco, nero, giallo e marrone, che fanno sembrare le facce delle persone tutte simili a scimmie antropomorfe. Vengono così messi in discussione i parametri che solitamente vengono usati per fare la classificazione razziale.  
  
di Karlsruhe, è molto sentita dagli artisti del Web, come dimostra l’opera Glasnost degli italiani 0100101110101101.ORG, che consiste nel monitorare e rendere pubblico, in tempo reale, la .  
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* '''''[[My boyfriend came back from the war]]''''' di Olia Lialina (1996) Si tratta di una sceneggiatura multimediale che combina letteratura, grafica e ricerca ipertestuale. La storia, interattiva, viene così’ pilotata dall’utente, che può scegliere le possibili combinazioni tra frasi che appaiono in punti diversi del monitor e immagini in bianco e nero che illustrano la storia.
  
Carnivore, vincitore della Golden Nica all’ultima edizione di Ars Electronica, è un progetto del collettivo americano RSG (Radical Software Group), fondato nel 2000 da Alex Galloway. L’opera è un sistema per intercettare le informazioni trasmesse via computer. , usato dall’FBI e ribattezzato appunto, Carnivore. , disponibile in una edizione liberamente scaricabile, sono stati poi messi a disposizione. Un’operazione di riciclo creativo che evidenzia la possibilità di tradurre l’informazione binaria da un formato all’altro, ad esempio trasformando i testi in suoni e .
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* '''''[[Rhizome]].org''''' di autori vari (1996). Progetto di net art collettiva dove artisti da tutto il mondo hanno la possibilità di esprimersi, comunicare e proporre le loro opere. Fu ideato da Mark Tribe, studente d’arte di San Diego, durante la sua permanenza a Berlino in qualità di web designer. Avendo conosciuto in Europa la realtà della net art e degli artisti della rete, pensò di creare uno sito dedicato all’arte elettronica e alle nuove tecnologie. Oggi Rhizome è forse il più importante sito planetario dedicato all’arte elettronica ed ha sede a New York, con un archivio di opere (artbase) curato da Alex Galloway, che lo ha reso una grande gallery on line. L’unica critica mossa dai net artisti nei confronti di questo straordinario strumento è il fatto che per sottoscriversi si devono pagare minimo 5 dollari all’anno, andando contro il principio che tutto il patrimonio culturale contenuto in rete dovrebbe essere gratuito.  
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* '''''[[Refresh]]''''' di autori vari (Cosic, Shulgin e Broeckmann) (1996). Il progetto Refresh, deciso di comune accordo dai net artisti (in prima linea Cosic e Shulgin), sovverte la funzione di refresh dei siti internet, comunemente usata per aggiornamenti automatici periodici. Il refresh in questo caso non aggiorna il sito, ma ricombina e propone siti e opere di net artisti in tutto il mondo. Annullando completamente lo spazio ed il tempo, Refresh diede luogo alla comunità di artisti più cosmopolita al mondo.  
  
di sperimentazione artistica. Tecnicamente, le patch sono delle aggiunte al codice che modificano in modo più o meno evidente la superficie dei videogiochi. Nel 1996 il collettivo belga-olandese Jodi.org realizzava il pionieristico SOD, che trasformava le cupe ambientazioni del videogame Castle Wolfenstein — popolato di soldati nazisti — in minimali schermate in bianco e nero. Da allora il videogame non ha smesso di ispirarli: la loro ultima produzione si chiama Untitled Game e consiste in un pacchetto di quattordici patch differenti che smontano e scarnificano l’estetica dei giochi di partenza, trasformando raffinati scenari 3D in ambienti bidimensionali vagamente optical.  
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* '''''[[Fakeshop]].com''''' di Fakeshop (1996). Collettivo di New York che mette in rete le performance dei loro attori in tempo reale. La  prospettiva bidimensionale del monitor imprigiona le loro performance, le rende come imprigionate, intrappolate all’interno della rete. Svela l’artificialità dell’uomo rappresentato in intenet, della realtà fruita attraverso un monitor.
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* '''''[[404]]''''' di Jodi (1996). 404, o file not found, è il messaggio che tutti noi conosciamo e si riferisce ad un errore della rete. In realtà questo sito, dalla grafica infantile e minimale, è diviso in tre sezioni accessibili che rimandano ad altrettante aree interattive. In esse appaiono scritte a prima vista incomprensibili ed errate. In realtà il duo di artisti ha programmato il sito per scrivere tutti i caratteri tranne le vocali. Quindi per comunicare non ci restano che due possibilità: o imparare a leggere e scrivere senza vocali, oppure usare i caratteri in modo grafico cercando di “disegnare‿ con gli stessi.
  
L’artista newyorchese Cory Arcangel non limita i suoi interventi al software, ma manomette anche i componenti fisici dei computer, privilegiando dispositivi obsoleti e fuori moda, questo perché la loro maggiore semplicità di concezione ne facilita un uso personale e imprevisto. “Le configurazioni del software e dell’hardware moderni spesso guidano il , ed è un intervento su una cartuccia di un gioco Nintendo, visibile collegando una consolle a un semplice monitor televisivo. Nella versione modificata lo scopo del gioco è quello di sparare a diverse raffigurazioni dell’artista pop evitando altri personaggi che scorrono sulla schermata tra cui il Papa e alcuni musicisti rapper.
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* '''''[[Next 5 Minutes]]''''': Tactical Media(1996) Tactical Media è una conferenza ed esposizione che ha avuto luogo in Amsterdam's Balie e Paradiso e in Rotterdam's V2_Organisation. Sotto l'intestazione di media tattici Next 5 Minutes ricerca i fastidiosi confini fra arte, tecnologia, media e politica. L’evento porta insieme i media tattici di tutto il mondo le cui iniziative in televisione, radio ed internet stanno creando nuovi spazi fra i media principali e quelli più nascosti.
  
Let’s get physical
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* '''''[[Net Art per Se]]'''''(1996) Primo evento internazionale esclusivamente dedicato all’arte di rete a Trieste.
  
(Global Positioning System) e un software scritto per l’occasione effettuavano una navigazione sul Web che seguiva gli spostamenti fisici dei due, IP per IP. Alpha 3.4 riporta il virtuale al (il tempo di un click) in un’esperienza lunga un mese.  
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* '''''[[(History of) Mailart in Eastern Europe]]'''''(1996) Esposizione e congresso tenutosi al Museo di Staatliches Schwerin ( Germania).
  
Che il viaggio nello spazio digitale e in quello fisico rimangano due esperienze diverse ce lo dice anche l’inglese Heath Bunting, autore di Borderxing Guide, commissionato quest’anno dalla Tate Gallery. Il sito contiene la documentazione di attraversamenti di frontiere avvenuti senza interruzioni da parte della polizia. Il delicato tema dell’immigrazione e della libertà di spostamento viene affrontato anche attraverso la scelta di rendere il sito web accessibile solo da una limitata lista di client autorizzati, situati in luoghi da raggiungere fisicamente (tra cui, naturalmente, alcune postazioni nella Tate), sfidando così la consueta visione di Internet come luogo senza barriere.
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* '''''[[Digital Hijack]]'''''(1996) L’azione di "digital hijack" (dirottamento aereo digitale) ebbe inizio il 31 marzo e terminò ufficialmente il 1 Agosto. In quel periodo speciali etoy.SOFTWARE-AGENTS generarono migliaia di pagine trappola fittizie, ognuna contenente una delle 2400 parole chiavi più popolari che automaticamente venivano messi all'interno dei motori di ricerca internazionali e dirottavano l’utente verso il sito etoy.
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* '''''[[Peeping Tom]]'''''(1996) Julie Myers invita gli utenti a visitare lo spazio privato della sua casa. La navigazione si sviluppa mediante una serie di tipiche decisioni quotidiane, mentre i visitatori deambulano per le stanze, curiosano nei cassetti, leggono lettere private, ascoltano messaggi telefonici...
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* '''''[[A Hypertext Journal]]'''''(1996) Un progetto basato su un viaggio attraverso i Highlands della Scozia che le due artiste Nina Pope e Karen G. Guthrie hanno intrapreso. Fu concepito come un'investigazione delle opzioni interattive e creative di Internet e aggiornata durante tutto il viaggio con testi, immagini, animazioni ed e-mails.
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* '''''[[The Hard Way]]'''''(1996) Progetto di Matthew Ritchie che investiga sulla natura e la topografia dell'informazione, stabilendo un ponte concettuale e narrativo con Proposition:Player, un lavoro che sta sviluppando per il SFMoma.
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* '''''[[Remedy for Information Desease]]'''''(1996) All’interno di una progressiva suddivisione delle pagine in frame, Alexei Shulgin proponeva una serie di immagini animate di cui si poteva scegliere le modalità di movimento , allo scopo di curarsi dallo stress di sovraccarico informativo.
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* '''''[[Anna Karenina goes to paradise]]''''' (1996) In questo esperimento di Olia Lialina la narrazione si sviluppa grazie all’interazione con tre motori di ricerca integrati nelle pagine. All’utente veniva chiesto di effettuare tre diverse ricerche preimpostate attraverso l’apposito form; in base al risultato il navigatore poteva costruire la propria storia scegliendo uno dei link.
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* '''''[[WWW Art Award]]'''''(1996) Di Alexei Shulgin e Rachel Baker. L’idea di utilizzare il Web come ready-made viene sviluppata elencando e linkando una serie di pagine dall’aspetto vagamente artistico. Le pagine erano incluse attraverso una ricerca casuale, commentate con citazioni estrapolate ad hoc da saggi critici sull’arte, e premiate con motivazioni paradossali che creavano ulteriore spaesamento.
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* '''''[[Link x]]'''''(1996) In questo progetto Alexei Shulgin pubblicava una lista di parole di uso comune associandole ai nomi delle Url. Shulgin intendeva dimostrare che nel cyberspazio le parole non sono solo portatrici di significati, ma hanno valore anche sul piano dei significanti in quanto nomi dei server. 
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* '''''[[RTMark|®TMark]]'''''(1997) ®™ark riceve le idee di progetto dagli utenti di internet, quindi li elenca. Ogni progetto catalogato ha il suo proprio elenco di discussione. Quando un progetto richiede un po' di finanziamento per essere completato a volte investitori  offrono il loro aiuto. Mentre più spesso, persone offrono aiuto non-finanziario o feedback
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* '''''[[PORT]]''''': Navigating Digital Culture(1997) Organizzato da Remo Campopiano e Robbin Murphy per il MIT List Visual Arts Center.
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* '''''[[Dibattito net.art/art on the net]]'''''(1997) Si accende in rete il dibattito sul significato di net.art e art on the net. Si conclude attribuendo a net.art il significato di “arte di fare network‿, mentre art on the net viene considerato come mezzo di illustrazione e distribuzione di opere presenti e prodotte altrove.
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* '''''[[I/O/D]]'''''(1997) E' un collettivo formato da Simón Pope, Grissino Green e Matthew Fuller che si fece conoscere irrompendo nella guerra dei navigatori, combattuta in due applicazioni praticamente identiche: Microsoft e Netscape, col Web Stalker, un browser alternativo concepito come una critica alla navigazione abituale mediante la selezione di hiperlinks.
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* '''''[[The Web Stalker]]''''' di I/O/D (1997). è un browser alternativo che interpreta il linguaggio html in maniera differente rispetto a Explorer. Infatti esso visualizza con dei cerchi i singoli documenti in html e come linee i link che li collegano. Di fatto è come entrare nella mente di chi ha progettato il sito che stiamo visualizzando: viene svelato il progetto mentale che sta nascosto dietro alla visualizzazione finale del sito.
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* '''''[[The Tables Turned]]'''''(1997) Progetto di Paul Sermon raccoglie il concetto di Telematic Dreaming sostituendo i letti per due tavoli attorno alle quali si mette a sedere il pubblico che vuole partecipare al videocassetta-conferenza. Tuttavia, l'immagine che appare nei monitor è il risultato dei visi di tutti i partecipanti sovrapposti.
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* '''''[[Local 411]]'''''(1997) Ian Pollock e Anet Silk organizzarono un progetto di telefono sul dispiegamento non ricompensato di 4000 persone per pulire la strada dal Museo di Arte Moderna di San Francisco al Centro di Moscone Convention. Local 411 metteva in risalto installazioni di suoni e performances live, centrati attorno a un sistema interattivo di posta vocale, che interpretava narrazioni sull'area di ognuno di quelli che chiamavano.
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* '''''[[Form Art]]'''''(1997) Alexei Shulgin indiceva una competizione che invitava gli artisti a inviare i lavori che facessero un uso imprevisto dei web forum. I lavori pervenivano a C3, il centro di Budapest per l’arte e la tecnologia che aveva indetto la gara.
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* '''''[[Good Times]]'''''(1997) Progetto di Jodi. La pagina è composta da due tipi di immagini: quella di superficie e quella di background. Nelle varie schermate l’immagine di superficie è in realtà quasi sempre una Gif trasparente, ciò da l’impressione che l’oggetto sia mancante. In questo modo, il testo inserito nella tag dell’Html per commentare la pagina diviene leggibile.
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* '''''[[This morning]]''''' di Alexei Shulgin (1997). Quest’opera di net arte si occupa principalmente dell’estetica che può fornire la funzione che fa comparire automaticamente un  pop up dopo l’altro in punti diversi dello schermo. In questo caso erano i pensieri personali e le considerazioni mattutine dell’artista a comparire ovunque sul monitor, come una sorta di trasposizione del flusso di coscienza di Joyce applicato però a internet.
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* '''''[[Xxx]]''''' di Alexei Shulgin (1997). L’artista russo, consapevole che una gran parte dei navigatori cerca su internet siti pornografici, sfrutta il linguaggio e le parole chiave dei siti per dirottare la navigazione degli utenti su pagine di net art. La home page del sito in questione si presentava riproponendo tutti gli stilemi di un sito pornografico, ma una volta che l’utente si addentrava nelle sezioni non trovava immagini pornografiche bensì veniva dirottato alle home page dei siti più importanti di net art.
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* '''''[[Own, be owned, remain invisible]]''''' di Healt Bounting. In questo sito l’artista inglese ha scritto un testo, tra l’autobiografico e il manifesto artistico, nel quale quasi tutte le parole sono linkate ai relativi domini .com. Si tratta sostanzialmente di una riflessione sulla mercificazione di internet e sulla proliferazione dei siti web. I due livelli di denuncia erano sia letterari che ipertestuali. Letterari perché il discorso di Bounting spiega come ormai tutte le parole hanno un relativo sito commerciale, e ipertestuale perché ogni parola è effettivamente linkata a quel sito, come prova tangibile delle sue affermazioni.   
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* '''''[[Female Extension]]''''' di Cornelia Sollfrank (1997). In quell’anno ad Amburgo si tenne il primo concorso internazionale di Net art, chiamato Extension. Il bando di concorso, sponsorizzato tra l’altro da una famosa società di elettronica, invitava gli artisti a proporre progetti che avevano come materiale e oggetto la rete stessa. L’artista tedesca, dubbiosa sulla serietà di tale organizzazione e soprattutto sulla competenza dei curatori, iscrisse al concorso duecento donne fittizie, che rappresentavano così più dei due terzi dei partecipanti. Con l’aiuto di un software chiamato Net art generator, che ricombinava casualmente siti internet fabbricando ready mades di net art,  la Sollfrank presentò tutti e duecento i progetti. Ma non vinse comunque e i tre premi in denaro andarono a tre concorrenti maschi. Il giorno della premiazione l’artista fece un comunicato stampa e svelò il suo reale progetto di net art, chiamandolo Female extension. Era così riuscita a dimostrare l’incompetenza della giuria e allo stesso tempo a realizzare un’ottima opera d’arte che facesse riflettere sia su internet in quanto materiale e oggetto, sia sul ruolo indeterminato e collettivo che riveste l’artista che si occupa di net art.
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* '''''[[Doll space]]''''' di Francesca Da Rimini (1997). L’artista, teorica del cyberfemminismo, realizza un’opera composta da un ipertesto di 700 pagine contenente testi, animazioni, immagini. L’ispirazione di quest’opera sono gli infanticidi compiuti dalle donne giapponesi che annegavano le loro figlie femmine in un lago nei pressi di Kyoto.
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* '''''[[Documenta Done]]''''' di Vuc Cosic (1997). L’opera consiste essenzialmente in un’azione di “plagiarismo‿ da parte dell’autore. Documenta era stato il primo evento nel campo artistico che prendeva in considerazione la net art alla stregua di arte contemporanea “seria‿. Pochi giorni prima della chiusura della manifestazione Cosic fece sì che Documenta diventasse un’opera di net art duplicando il sito della manifestazione prima che fosse ritirato dalla rete. Secondo i net artisti, infatti, era contraddittorio che il sito della manifestazione fosse ritirato dal pubblico accesso per poter così essere venduto come catalogo: tradiva i principi etici della net art stessa ed era un totale asservimento alle logiche del mercato dell’arte che tanto i net artisti cercavano di combattere. Il sito duplicato venne chiamato Documenta done e Cosic rischiò anche una denuncia per violazione di copyright.
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* '''''[[Desktop Is]]''''' di Alexei Shulgin (1997). Si tratta della prima mostra internazionale on line di desktop. Più di cinquanta artisti da tutto il mondo inviarono un’immagine dei loro desktop, avviando così una riflessione sulla centralità di questo strumento di organizzazione dei file personali.
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* '''''[[Electronic Disturbance Theatre]]'''''(1998) E' un piccolo gruppo di cyber attivisti ed artisti impegnati nello sviluppare la teoria e la pratica di Disobbedienza Civile Elettronica (ECD). Le tattiche di ECD hanno potenziale applicazione per una serie di movimenti politici ed artistici.
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* '''''[[Scars]]'''''(1998) Anne Baker documenta la storia di centinaia di cicatrici di persone di diversi paesi del mondo in forma interattiva. Scars è un lavoro in processo, e tutti i visitatori sono invitati a comunicare, aggiungendo la propria cicatrice e la propria storia.
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* '''''[[Band Cyberpunk 386 dx]]'''''(1998) A partire da quest’anno Alexei Shulgin tiene concerti in tutto il mondo con una band composta da un solo 386dx, dotato di 4megabyte di Ram e 40 megabyte di hard-disk. Il 386 propone cover di famosi brani degli anni ‘60/’70 producendo anche effetti visuali psichedelici.
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* '''''[[Shredder (il Frammentatore)]]''''' di Mark Napier (1998). E’ un software fruibile semplicemente connettendosi al sito dell’artista (potatoland.org). Una volta in funzione, questo software combina gli elementi di html con le immagini e gli oggetti che tale codice visualizza, mostrando un collage come impazzito di immagini e testi e svelando così la faccia software che è nascosta dietro la grafica che vediamo in rete.
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* '''''[[The Unreliable Archivist]]''''' di John Ippolito, Keith Frank, e Janet Cohen (1998) The Unreliable Archivist di Jon Ippolito, Keith Frank, e Janet Cohen, usano i progetti messi in evidenza dall’originale sito Ada Web come materie grezze e permettono ai visitatori di riconfigurarli. Aggiustando quattro sliders (lingua, immagini, stile, configurazione) alle categorie 'semplice', 'enigmatico', 'caricato', e 'preposto', gli utenti possono selezionare testo e visualizzare alcuni dei progetti di ada'web, che sono esposti di conseguenza sullo schermo in un collage. La paternità ed i confini dei progetti originali sono annullati, ed il contesto per capire il collage è deciso grandemente dalle categorie soggettive determinate dai creatori dell'Archivio.
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* '''''[[The Citizens]]'''''(1999) Concepito da Nick Crowe, egli centra la sua investigazione dei fenomeni associati con l'emergente cultura digitale nelle homepages personali ed il risultato è un collage che offre un interessante ritratto del paese della Rete. E' "un omaggio al desiderio della gente di partecipare alla costruzione del futuro".
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* '''''[[Instant Ascii Camera]]'''''(1999) Il team del Ljubljana Digital Media Lab, composto da Luka Frelih e Borja Jelic, crea una macchina fotografica a carattere Ascii che viene presentata ad Amsterdam in occasione del Next 5 Minutes
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* ''''''[[Sny World]]'''''' (1999), In occasione del festival viennese Cosic presenta un’installazione che
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proietta ologrammi di carattere Ascii al centro della stanza, mentre su pavimenti e pareti erano proiettate diverse linee di caratteri.
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* '''''[[Vinyl Video]]'''''(1999) L’artista austriaco Gebhard Sengmuller mise a punto un dispositivo in grado di sfruttare i vecchi long playing in vinile per veicolare immagini video a bassa scansione.
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* '''''[[Toy War]]''''' di Etoy (1999). Memorabile opera di net art questa “guerra‿ che il gruppo di net artisti svizzeri ha combattuto e vinto contro la quasi omonima multinazionale produttrice di giocattoli Etoys. La società americana in quegli anni si accorse della somiglianza del loro dominio con quello dei cyberartisti europei. Fu così che tentò di comprare il dominio. Dopo svariati rifiuti da parte di etoy passò alle vie legali, sostenendo che i bambini che dimenticavano di scrivere la “s‿ potevano finire su quel sito che avrebbe potuto turbarli con il suo linguaggio scurrile e contenuti non adatti ai minori. Il primo appello fu vinto dalla società Etoys, ma a quel punto il popolo della rete insorse, con duemila “etoy agents‿ che avviavano azioni di sabotaggio e di disturbo contro Etoys. Tali atti di hackeraggio furono tanto efficaci che alla fine, in pochi mesi, le azioni della società crollarono e all’oggi etoy è riuscito a riprendersi il proprio dominio.
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* '''''[[Vaticano.org]]''''' di 0100101110101101.org (1999). Quest’opera fa parte del filone del plagiarismo telematico propugnato dal duo di artisti bolognesi. Secondo loro in rete non deve esistere il diritto d’autore, tutto può essere copiato e ricombinato, fa parte dell’interazione del web. L’artista si trasforma così in spettatore e lo spettatore in artista. In questo caso fu copiato l’intero sito del Vaticano, che con opportune modifiche forniva indicazioni false, testi eretici e quant’altro.
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* '''''[[Darko Maver]]: the great art swindle''''' di 0100101110101101.org (2000). Il duo di artisti bolognesi mette in scena un’opera di “mitopoiesi mediatica‿ con la creazione di questo personaggio inesistente. Darko Maver, fantomatico artista sloveno, avrebbe girato per la ex Jugoslavia durante il conflitto, spargendo ovunque le sue opere, manichini che rappresentavano i morti della guerra. Sarebbe stato imprigionato per propaganda, sollevando una sommossa in ambito artistico per la libertà di espressione e infine sarebbe morto in una prigione in Kosovo, durante i bombardamenti NATO. Le vittime di questa beffa furono molte riviste di critica d’arte ma soprattutto l’organizzazione della 48^ Biennale di Venezia, che fa un tributo alla sua morte mentre a Roma viene organizzata una sua retrospettiva.
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* '''''[[Discrete Packets]]'''''(2000) Nick Crowe esplora le potenzialità del cinema per la Rete, con la storia di un uomo che cerca attraverso Internet sua figlia scomparsa nel 1984. Crowe usa le tipiche tecniche cinematografiche per includere lo spettatore nella narrazione e, contemporaneamente, conduce ad una serie di links e chats operativi che costituiscono l'aspetto più interattivo dell'opera.
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* (2000) Andando alla ricerca di possibili intersezioni fra l’Ascii art e l’architettura urbana, Alexei Shulgin riveste il colonnato della St. Georges Hall di Liverpool di caratteri proiettati dal basso.
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* '''''[[Nebula.M81]]''''' di Netochka Nezvanova (2000). Quest’applicazione per Macintosh è stata premiata al festival Transmediale del 2000 nella sezione software art. Consiste in un programma in grado di prelevare pagine html dalla rete in modo casuale e trasformarli attraverso un’elaborazione estetica grafica altrettanto randomica. Accade così che i testi si compenetrano in agglomerati, che a loro volta si trasformano in suoni ed immagini. Un esempio quindi di nuova estetica della rete e di net art. 
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* '''''[[Oss/****]]''''' di Jodi (2000) Quest’opera del duo Jodi consiste in un programma su cd rom che una volta installato fa impazzire l’interfaccia grafico del personal computer. Tale software agisce come un virus, ma senza danneggiare il computer. L’opera d’arte in questione esiste sia in versione Windows che per Mac. L’intento di quest’opera è quello di indurre stress nel fruitore (inconsapevole) dell’opera che perde totalmente il controllo della macchina, dei suoi comandi e perfino delle periferiche come il mouse ed il lettore cd rom. Si tratta di un’esplorazione estetica basata sull’indeterminazione e sull’errore, che ricontestualizza il rapporto tra l’uomo ed il calcolatore.
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* '''''[[Blinkenlights]]'''''(2001) Installazione urbana di grande impatto emotivo per celebrare il ventesimo anniversario della nascita del Chaos Computer Club di Berlino, il più noto gruppo di hacker europei. La parte superiore della Haus des Lehrers di Alexanderplatz viene trasformata in una gigantesca matrice visiva su cui era possibile comporre animazioni inviando Sms tramite cellulare.
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* '''''[[Biennale.py]]''''' di epidemiC 0100101110101101.org (2001). Opera di software art, è un virus che è stato stampato su cartelloni, magliette e cd-rom. Esso è sia la lista dei codici del virus che attacca il sistema, sia una storia narrata attraverso il linguaggio del programma Phyton.
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* '''''[[Management leisure suite]]''''' di The Yes Men (2001). Si tratta di una performance messa in atto dal gruppo di net artisti the yes men, che gestiva il sito gatt.org, un clone perfetto dell’home page del WTO (world trade organization) che differiva però nei contenuti dal sito originale in quanto attaccava tutti i punti dell’economia globalizzata così come viene propugnata dal WTO. La performance viene resa possibile quando un professore che sta organizzando una conferenza  sulle fibre e i tessuti in Finlandia, invita un esperto del WTO alla manifestazione. In realtà, invece di contattare il vero sito del WTO il professore si connette con gatt.org e quindi con gli yes men che, prendendo la palla al balzo, organizzano questa beffa mediatica. La riflessione artistica si gioca tutta sul comportamento della platea che ascolta l’impostore parlare: nonostante siano tutta gente colta e con un buon livello d’istruzione, non si rendono conto che le sue parole sono un voluto inno al razzismo e al capitalismo più esasperato. Il fatto che tali assurdità vengano proclamate da una persone alla quale è stata conferita l’autorità è sufficiente affinché tali frasi assumano una tale importanza da cancellare completamente il senso critico di chi ascolta. Perfino quando il performer degli yes men gonfia un fallo gigante tutti continuano a seguirlo come incantati e ad annuire alle sue parole.
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* '''''[[Autoillustrator]]''''' e '''''Auto-photoshop''''' di Adrian Ward (2001). Considerate le prime opere di software art, si presentano con l’identica grafica e strumenti degli omonimi programmi della Adobe. Opera vincitrice ex-aequo nella categoria software artistico al festival Transmediale di Berlino, auto-illustrator, simile nell’aspetto al programma della Adobe che l’ha ispirato, spiazza l’utente che lo usa perché al posto delle funzioni classiche del programma originale gli strumenti in questo caso generano forme dal richiamo antropomorfo. Il programmatore inglese ha voluto così sottolineare la centralità del ruolo del programmatore rispetto all’utente che lo usa. Il disegnare una linea con un programma di grafica non significa che la linea l’abbiamo disegnata noi, ma che è il programmatore che ha fatto si che il programma fosse in grado di disegnarla.
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== Correlazioni: ==
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[[Computer art]], [[Software art]], [[Mail art]], [[Spam art]], [[Not art]], [[Ascii art]], [[Hacker art]], [[Hacktivism]]. La [[Net art]] trova i suoi naturali predecessori nell’[[Arte concettuale]], nell’[[Arte cinetica e programmata]] e successivamente nella [[Videoarte]].
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== Bibliografia: ==
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* '''[[Net Art. L’arte della connessione]]''' di [[Deseriis Marco|Marco Deseriis]] e [[Marano Giuseppe|Giuseppe Marano]].           
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* '''[[Net Art 1994 - 1998]]''' [[Quaranta Domenico|Domenico Quaranta]]
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* '''[[Net.art and art on the net]]''' (2004)[[Bosma Josephine|J. Bosma]], messaggio inviato a “[[Nettime]]‿ in data 16 marzo 1997.       
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 +
* '''[[Indipendent net.art]]''', [[Bosma Josephine|J. Bosma]], conversazione con [[Shulgin Alexei|Shulgin]] e [[Jodi]] inviata a “[[Nettime]]‿ in data 6 luglio 1997.
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* [[Bosma Josephine|J. Bosma]],  [[Cosic Vuk|Vuk Cosic]] interview: '''[[Net.art per se]]''', intervista inviata a “[[Nettime]]‿ in data 27 settembre 1997.
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* [[Broeckmann Andreas|A. Broeckmann]], '''[[Net. Art, Macchine e Parassiti|Net.art, Machines, and Parasites]]''', messaggio inviato a “[[Nettime]]‿ in data 8 marzo 1997.
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== Webliografia: ==
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* http://www.blinkenlights.de<br>
  
[[Categoria:Arte]]
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[[Categoria: Genere]]
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[[Categoria: Net art]]
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[[Categoria: Arte delle reti]]
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[[Categoria: 1995 d.c.]]

Versione attuale delle 16:42, 23 Gen 2013

Genere o movimento artistico:

Net art


Personaggi o Gruppi:

Vuk Cosic, Kit Galloway, Sherrie Rabinovitz, Robert Adrian, Heath Bunting, Cornelia Sollfrank, Etoy, Antiorp, Netochka Nezvanova, Jodi, Tommaso Tozzi, Roy Ascott, 0100101110101101.org, Olia Lialina, Alexei Shulgin, Rachel Baker, Andreas Broeckmann, Andy Deck, Ascii Art Ensemble, Jaromil, Chaos Computer Club, Vinyl Video, Adrian Ward, Florian Cramer, epidemiC, Leandre Joan - Retroyou, I/O/D, Tom Betts, Maciej Wisniewski,Mark Napier, Radical Software Group, Mark Daggett, LAN, Mongrel Project, Critical Art Ensemble, Institute for Applied Autonomy, Bureau of Inverse Technology, Vns Matrix, Francesca da Rimini, Identity Runners, Surveillance Camera Players, Fakeshop, Electronic Disturbance Theater, Electrohippies, Federation of Random Action, Irational,®TMark, Ubermorgen, Kein Mensch Ist Illegal, The Yes Men, Amy Alexander, Walter Van der Cruijsen, Rasa Smite, Geert Lovink, Graham Harwood, Matthew Fuller, Tillman Baumgartel, Josephine Bosma, Pit Schultz, Decoder, Rhizome.org.

Luogo:

Impossibile definire un luogo spaziale reale. Potremmo dire il cyberspazio della rete, che non ha una collocazione fisica concreta. Gli artisti di net art, d’altro canto, fin dall’inizio sono sempre stati disseminati geograficamente in tutto il mondo e quindi nessun paese può avere la paternità di questa corrente artistica.


Storia:

Origine del termine

Il termine Net art nasce nel dicembre del 1995 in circostanze piuttosto originali: un giorno infatti, l’artista Vuk Cosic legge la posta elettronica sul suo computer e scopre di aver ricevuto un solo messaggio, peraltro anonimo. Il messaggio, probabilmente scritto con un software incompatibile con il suo, venne visualizzato come una lista di caratteri ascii senza alcun senso. L’unico frammento che poteva avere un significato era un frammento che conteneva la sigla "net art". Cosic rimase come colpito da un’illuminazione e da quel giorno nacque il termine net art. L’anno dopo, nel 1996, gli artisti che facevano arte utilizzando come strumento la rete cominciarono a collaborare a progetti comuni e discussioni collettive. Lo stesso anno proprio Vuk Cosic, padre del termine net art, organizzò in Italia, a Trieste, il primo evento internazionale dedicato all’arte della rete: la chiamò "Net Art Per Se".

I Precursori della Net art

Volendo cercare invece i precursori dell’arte in rete, si deve indagare sulle prime esperienze di uso della rete telematica in progetti riconosciuti istituzionalmente come artistici gia' alla fine degli anni Settanta, ma se si vuole pensare che arte non e' solo cio' che e' stata riconosciuta come tale da un museo o una galleria d'arte, allora si deve risalire alle prime esperienze d'uso delle reti telematiche negli anni Sessanta e se si vuole non limitare al mezzo tecnologico l'importanza ed il senso di tale arte si deve risalire a un clima di esperienze artistiche trasversali agli anni Cinquanta e Sessanta e ancor prima a una serie di ricerche, progetti, azioni, pensieri e realizzazioni millenarie che hanno cercato di trasformare il mondo in una direzione di ricerca collettiva della felicita' e del bene individuale e sociale. Per una cronologia estesa si puo' leggere questa scheda piu' avanti. Tra gli eventi piu' citati nella letteratura istituzionale che parla di arte delle reti troviamo citati nel 1980, Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz, che realizzano l’istallazione "Hole in space" collegando visivamente due punti da una costa all’altra degli Stati Uniti. Quello fu uno dei primi esempi di opera d’arte che connetteva le persone attraverso lo spazio. Due anni dopo Robert Adrian realizza "The world in 24 hours" mettendo in collegamento per un giorno intero sedici città attraverso tre continenti. Nella sua storia più prossima, invece, la net art si sposta sempre di più verso una coscienza etica e politica, e verso nuove sperimentazioni linguistiche. La net art esplode e si diffonde nei circuiti artistici solo dal 1996 in poi, quando tutti i festival di arte contemporanea iniziano a dare ampio spazio all’arte in rete.

Le prime produzioni artistiche

In questi anni la produzione artistica che ha come oggetto la rete risente della tecnologia di bassa qualità che deve ancora svilupparsi: si esplorano così direzioni che vanno verso l’arte concettuale, la grafica è povera e minimale. L’aspetto positivo di quegli anni era che internet era uno strumento ancora relativamente poco conosciuto, e quindi c’erano anche meno interessi economici all’interno di esso, inoltre la voglia di scoprire nuovi territori espressivi spingeva gli artisti a sperimentare cose per loro ancora sconosciute. I precursori della net art, allora, focalizzarono la loro attenzione più sull’aspetto comunicativo di internet piuttosto che sui contenuti della rete. Uno di questi artisti, il russo Alexei Shulgin, punta su di una poetica basata sull’interazione tra fruitore e medium, dove l’utente è chiamato a scegliere, con un click del mouse, quali opzioni attivare all’interno di un sito. Un’altra artista che sperimenta le prime opere in questo periodo è Olia Lialina, anch’essa moscovita come Shulgin. Ella si occupa inizialmente soprattutto di sceneggiature multimediali in html, con l’apporto di immagini in bianco e nero e di gif animate.

I successivi sviluppi artistici

Se il primo periodo della net art si occupò di creare nuove forme narrative che poteva offrire il nuovo medium, successivamente si cominciò invece a riflettere sui meccanismi nascosti che erano insiti nel web, si cominciò cioè a scavare dalla superficie fin dentro a contenuti. I segni, per esempio, dal momento che ogni carattere e lettera diventa linkabile e può essere un dominio, un luogo virtuale, assumono una grande importanza. La poetica della net art, fortemente improntata sull’ironia e sul gusto del paradossale, tenterà di svelare i nuovi aspetti che con il web hanno rivoluzionato il modo di comunicare, di fare arte ed il rapporto tra fruitore ed esecutore dell’opera. Per dare più visibilità al fenomeno della net art, gli artisti, che fino ad allora si erano tenuti in contatto tra loro ma in maniera referenziale, decisero di collegare tra loro le pagine tramite un progetto chiamato Refresh: una pagina che si auto-aggiornava automaticamente ospitando le opere provenienti da net artisti in tutto il mondo.

ASCII art

In quegli stessi anni esiste un’altra tendenza all’interno della net art che prende il nome di ASCII art. Tra i principali esponenti di questa tendenza troviamo: Alexei Shulgin, Vuk Cosic, Jaromil. L’ascii art è’ un rifiuto dell’estetica capitalistica e miliardaria della corsa sfrenata agli effetti speciali e alla computer grafica che rivoluzionano, per esempio, mondi dell’entertainment come il cinema hollywoodiano e i videogiochi. Abbiamo un uso figurativo dei caratteri ASCII (american standard code for information interchance), cioè quelli presenti sulla tastiera del personal computer. Si ricerca così un’arte visiva che usi i veri simboli del computer, senza cercare di imitare la pittura o il disegno come invece accade in tutti i più famosi software di grafica come Photoshop o Illustrator. Gli artisti in questo senso cercano di liberarsi dai vincoli imposti da software progettati da ingegneri, rivendicando che la loro creatività deve andare oltre l’uso preimpostato di uno strumento progettato da un professionista.

Form art

Alexei Shulgin inoltre inventa la Form art, disponendo in modo creativo e afunzionale sul monitor le finestre, le barre di scorrimento e tutti gli elementi tipici usati tradizionalmente nei siti internet. La funzione estetica di questa operazione sta nel ricontestualizzare visualizzazioni stereotipate, nel reinventare artisticamente oggetti che potremmo definire nuovi ready made che diventano aiutati. Togliendo la funzionalità a questi oggetti essi diventano elementi di un nuovo linguaggio figurativo che spiazza e affascina al tempo stesso.

Il Plagiarismo

Successivamente prende campo tra gli artisti della rete il fenomeno del plagiarismo, che vede tra i precursori un duo bolognese di artisti programmatori dal nome quanto mai originale : 0100101110101101.org, creatori, tra l’altro dell’artista inesistente Darko Maver, che diventò un fenomeno mitopoietico in grado di beffare persino la Biennale di Venezia. E’ anche il periodo dei nomi multipli, il più famoso dei quali, Luther Blissett, diventa una personalità collettiva che può diventare portavoce di tutti coloro che sono a conoscenza della sua esistenza virtuale. L’invenzione di personaggi inesistenti o di personalità alternative è una delle sfaccettature più importanti dell’arte in rete. Grazie allo spazio virtuale possiamo staccarci dal nostro Io per assumere nuove e molteplici identità, oppure possiamo creare avatar, ovvero nostri cloni digitali che “vivano‿ per noi nel mondo delle reti e compiano per noi azioni e quant’altro. Gli artisti della rete hanno sempre sfruttato quest’ambiguità dell’Io nella rete e l’hanno usato anche per mettere a segno performance che si beffavano di istituzioni anche artistiche, come fece Cornelia Sollfrank, net artista tedesca che mise a segno l’opera Female extension sfruttando proprio le personalità multiple in internet. Un altro caso particolarmente interessante in questo senso nella storia della net art è inoltre quello della “presunta‿ net artista che si nasconde dietro lo pseudonimo di Netochka Nezvanova, nome femminile usato nei romanzi di Dostoevky che in russo significa anonimo nessuno. Inizialmente quest’entità parassita che si nasconde tra le trame della rete, giocando brutti scherzi ai net artisti di tutto il mondo si fa chiamare Antiorp. Con valanghe di e-mail spazzatura infarcisce le mailing list delle comunità di artisti in rete con proclami sconclusionati e contradditori riguardanti l’arte e l’uso delle nuove tecnologie, tutti scritti in uno strana lingua ibrida mista che mescola inglese, francese, spagnolo e tedesco.

Il dirottamento digitale

Un’altra pratica è quella del dirottamento digitale. Come quelli del gruppo Etoy, degli yes men, di Alexei Shulgin e di Vuk Cosic. Attraverso una manipolazione dei motori di ricerca, dell’uso dei ranking e delle parole da ricercare questi artisti sono riusciti a dirottare utenti inconsapevoli in siti di “disturbo‿ dove si potevano leggere teorie contro lo sviluppo del capitalismo in rete, come nel caso di gatt.org ai danni del sito del WTO, oppure a rivendicare il proprio dominio internet contro una multinazionale, come fece Etoy, oppure ancora semplicemente deviare i navigatori in cerca di siti pornografici all’interno di siti di arte elettronica.

La vittoria di Linux

Ma una delle grandi rivoluzioni della net art è la vittoria di Linux, nel 1997 del festival dell’arte elettronica di Linz. Un software dunque, non solo era stato considerato un’opera d’arte al festival più importante dei arte elettronica, ma era stato considerato addirittura come la miglior opera presentata. Se guardiamo indietro nella storia del personal computer, il salto che ha permesso l’espansione esponenziale dell’uso del pc da parte delle persone è stata l’introduzione dell’interfaccia grafico che simulava l’ambiente di lavoro reale. Windows e il sistema operativo Machintosh funzionano con icone che riprendono gli oggetti di uso comune in un ufficio. Al quel punto chi usava il computer non aveva più bisogno di conoscere i linguaggi di programmazione, perché questi rimanevano nascosti “sotto‿ la maschera dell’interfaccia che permette di eseguire tutte le operazioni possibili delle applicazioni di un computer senza conoscere neppure un codice di linguaggio di programmazione. Questa situazione ha portato però anche al monopolio di Windows. Linux ha rivoluzionato tutto fornendo un sistema operativo che fosse open source, cioè fornendo anche il codice del programma che poteva anche essere modificato dai programmatori che ne facevano uso, in sostanza poteva essere “personalizzato‿.

La Software art

Se Linux è stato importante dal punto di vista politico e sociale, dobbiamo considerare che il software è anche poetica ed estetica e quindi una forma di arte elettronica. Fino all’avvento della software art la computer art era considerata tale solo in quanto le immagini venivano visualizzate tramite il monitor di un computer. Insomma riproponeva sostanzialmente l’assunto che la video arte era tale perché c’era nell’opera un televisore con immagini in movimento. In realtà è sbagliato considerare la computer art nel modo in cui viene visualizzata, ma lo si dovrebbe fare tenendo conto che tutto il digitale è comporto da codici di programmazione, che a loro volta si rifanno al linguaggio binario matematico composto da cifre di soli 1 e 0. Sono proprio loro i “mattoni‿ che costituiscono il digitale. Quindi il software è fondamentale per questo tipo di arte. Un programmatore quando scrive un codice fa un’operazione molto personale, anche estetica, che rispecchia la sua identità, è come lo specchio del suo Io, la sua espressione. Potremmo dire che un software è come un poema e che il programmatore è il cantore che lo ha composto. Uno degli artisti programmatori più importanti fin dall’inizio di questa tendenza artistica è l’inglese Adrian Ward, autore di programmi come Auto-Photoshop e Auto-illustrator che criticano i programmi ad interfaccia di grafica del colosso Adobe e mettono in crisi il rapporto di fiducia instaurato tra l’utente e gli strumenti iconizzati che si usano per fare grafica. Volendo trovare, nella storia dell’arte, un esempio ante litteram di opera di software art possiamo certamente individuarla in Composizione N°1 del 1961, una “sentenza‿ del compositore minimalista Young La Monte, aderente tra l’altro al movimento Fluxus. La frase è “disegna una linea dritta e seguila‿. In effetti questo tipo di opera potrebbe benissimo trattarsi anche di un ordine impartito ad una macchina, come un calcolatore. La software art è in effetti un’arte delle macchine: parla il linguaggio della macchina, funziona all’interno di una macchina e per la macchina stessa. A ben guardare si tratta dell’evoluzione dell’arte macchinina di Duchamp e Picabia, portata avanti da correnti come Fluxus, arte cinetica e programmata, da Andy Warhol e da tutte le neoavanguardie. L’ulteriore passo avanti, però, per quanto riguarda l’arte digitale, è la smaterializzazione finale che si realizza completamente con la net art. Nella nostra epoca, con la software art, la mutazione uomo macchina sembra evolvere anche nella direzione del linguaggio: uomini e macchine si vengono incontro e parlano lo stesso linguaggio. L’uomo nel programmare parla la lingua delle macchine, le macchine con le interfaccia come Windows parlano nel linguaggio dell’uomo.

Hacker art e Hacktivism

Un ulteriore atteggiamento promosso dagli artisti della rete è quello della Hacker art e dell’ Hacktivism. In pratica in questo ambito artistico tutte le possibilità artistiche, linguistiche ed estetiche della net art sono poste al servizio di un’etica dell’attivismo politico, della disobbedienza civile e del sabotaggio contro il sistema capitalistico e le logiche di potere che si stanno facendo sempre più strada in internet ma non solo. Un esempio fondamentale in questo senso è la “finta corporation" di artisti di ®TMark, che con azioni di sabotaggio informatico attacca le vere corporation. Il sito http://www.rtmark.com/ si presenta utilizzando sia il linguaggio che le strategie comunicative delle multinazionali ed è riuscita a colpire siti di propaganda reazionaria del calibro di Rudolph Giuliani e di Gorge Bush, oppure simboli del liberismo come il WTO. Quindi secondo i net artisti è possibile una rete diversa, che diventi strumento di un’arte etica e attiva, che sia più democratica e sostenibile per tutti. Essa può trovarsi nella TAZ (Zone temporaneamente autonome) teorizzate da Hakim Bey, o nell’intelligenza collettiva che si sviluppa in collettivi artistici come Rhizome e Nettime. In conclusione quindi, dopo la dissoluzione dell’oggetto, gli artisti hanno davanti la sfida di nuovi compiti “morali‿ da portare avanti nel futuro: l’arte sociale in rete, nella quale etica ed poetica funzionino all’unisono; l’arte come critica, contro il controllo dell’individuo da parte dei media, dei poteri forti, delle multinazionali;l’arte dell’utopia, che combatta per una vera democrazia globale contro le logiche del mercato, che tuteli i diritti del singolo.

L'Arte della memoria

Un ultimo “dovere artistico‿ di cui si sente una particolare esigenza per portare avanti l’idea di un’intelligenza collettiva in rete è inoltre quello dell’arte della memoria. Questa nuova tendenza artistica consiste nel conservare e diffondere in rete la storia, il sapere e tutto il bagaglio conoscitivo del fare arte e della storia dell’arte, affinché il passato ed il futuro dell’arte non siano mai disgiunti. Ma questo tipo di sapere viene sviluppato non in modo verticale, ossia dato dall’alto verso il basso secondo una gerarchia di competenza, bensì a livello orizzontale, collettivo e partecipato. Ognuno può contribuire con il proprio bagaglio ed intervenire per modificare l’archivio già esistente. Ogni utente diventa al tempo stesso fruitore e creatore dell’opera: è la realizzazione dell’utopia di intelligenza collettiva teorizzata da Pierre Lèvy.

Arte della memoria significa in definitiva restituire e diffondere la conoscenza. Questo nuovo tipo di arte della rete ha tre caratteristiche importanti dalle quali non può prescindere:

  • l’immaterialità, affinché possa essere disponibile per tutti ovunque e sempre;
  • l’indeterminazione, affinché sia sempre in divenire, libera di espandersi e mutare in maniera infinita e indefinita;
  • il reticolamento, ovvero che sia una rete di saperi senza un centro, senza gerarchie e poteri, fatta collettivamente da tutti i soggetti che vogliono partecipare.

Quest’ultimo aspetto è fondamentale perché fa si che questa democratizzazione della conoscenza garantisca la neutralità del pensiero. Focault diceva che la storia è l’interpretazione degli eventi passati data dall’ideologia dominante: lo stesso potremmo affermare per la conoscenza. Invece, con l’arte della memoria, l’ideologia non prevale e tutti i punti di vista trovano il loro spazio, perché infinite interpretazioni sono la neutralità, mentre l’oggettività non esiste.

Nel 2004 il festival di arte elettronica è stato vinto da un’opera di arte della memoria: Wikipedia. L’opera consiste in un database aperto che consente a tutti gli interessati di contribuire mettendo a disposizione la loro conoscenza per gli altri. Uno strumento che in poco tempo è diventato esteso e senza confini e dal potenziale immenso per la diffusione della cultura.

Attualmente EduEDA porterà avanti la filosofia dell’arte della memoria per quanto riguarda l’ambito più specifico dell’arte e delle culture della rete, creando così un’opera d’arte metalinguistica aperta, collettiva e immateriale che sarà uno strumento di conoscenza attiva e partecipata per tutti.

Poetica:

L’interazione tra l'opera e lo spettatore

Nella Net art l’interazione tra l'opera e lo spettatore avviene sempre in forma virtuale attraverso la linea telefonica, il computer ed il software di visualizzazione. L’opera d’arte, nell’arte della rete, è la rete stessa in quanto tale. La rete diventa così un importante modello di relazione sociale: un gruppo o un individuo progetta un’opera aperta che può essere ampliata da altre persone. L'opera è così in continua evoluzione e trasformazione. La rete diventa inoltre per i net artisti il territorio per scontrarsi politicamente ed artisticamente contro i poteri forti della società e dell’economia globalizzata. Si giunge così ad un uso sociale delle reti telematiche, attraverso un’azione di controinformazione “orizzontale‿ che possa fornire materiali antagonisti del potere attraverso un uso più critico di internet e delle nuove tecnologie.

Dall’arte concettuale all’immaterialità

La net art può essere esteticamente considerata come il passaggio dall’arte concettuale all’immaterialità dell’arte. Questa evoluzione dell’arte si deve soprattutto all’avvento delle nuove tecnologie digitali che hanno permesso la trasformazione di immagini, concetti, testi e idee in bit, in codice binario, in sequenze di numeri zero e uno. La rete dei telefoni, che veicola la rete e permette l’esistenza del cyberspazio, era già stata oggetto tra l’altro, nel 1969, di un esperimento di arte telefonica nel quale gli artisti dettavano al telefono le opere che venivano così ridisegnate dagli allestitori della mostra, che le interpretavano necessariamente. Già all’epoca quindi troviamo la necessità di interazione che verrà soddisfatta soltanto qualche decennio più tardi con l’avvento di internet. La presa di coscienza che la poetica dell’arte stava cambiando grazie al digitale fu però intuita in maniera più articolata solo nel 1985, quando Lyotard curò la mostra “Les Immateriaux‿ al Centro Pompidou di Parigi. Egli vide nelle nuove tecnologie digitali la possibilità di smaterializzazione dell’opera d’arte, del mutamento del ruolo dell’autore da singolo a collettivo e persino dell’interazione elettronica dello spettatore che diveniva così autore egli stesso. Una poetica simile era già stata propugnata dai movimenti delle neo-avanguardie degli anni sessanta: come Fluxus. Giuseppe Chiari, per esempio, esponente italiano di Fluxus, già in quegli anni parlava di sapere in divenire e “con-fusione‿ per ampliare la conoscenza generale. Anche l’interdisciplinarietà, elemento fondamentale della poetica della net art, ha radici più “antiche‿. Per esempio nel progetto di Robert Rauschenberg chiamato E.A.T. (experiment in art & technology) che si proponeva di far collaborare insieme scienziati e artisti.

Il Cyberspazio

Tutte queste utopie estetiche vedono finalmente una possibilità di realizzazione grazie all’avvento del medium computer: il primo mezzo nella storia dell’arte in grado di offrire la sinestesia percettiva e il fare arte cooperativo. Quando tutti i computer si collegano, a livello planetario, nasce il Cyberspazio. Chiamato villaggio globale da McLuhan Marshall, intelligenza collettiva da Pierre Lèvy, intelligenza connettiva da Derrick De Kerckhove e cervello globale da Peter Russel, il nuovo mondo virtuale creato dall’interconnessione planetaria dei computer è il territorio dove gli artisti combattono la loro battaglia con un’arte impegnata, sociale, politicamente attiva.

Artista è attivatore di fenomeni culturali e creativi, e partecipa insieme ad altri, collettivamente, ad un fare artistico che mescoli etica con estetica. Ancora una volta sembra essersi realizzata, a distanza di quarant’anni, l’utopia Fluxus di Giuseppe Chiari: una ridefinizione del ruolo dell’artista, che partecipa al fare artistico insieme a tutta la collettività. Fin dal 1969, con la creazione di Arpanet, il campo d’indagine dell’arte è diventato la critica alla società dei consumi, dello spettacolo, del capitalismo. In un certo senso possiamo affermare che molta della filosofia di critica dei mass media tipica della video arte si trasferisce sulla rete. La net art, inoltre, indaga anche sul controllo e sulla dimensione dell’individuo nella società. In questo senso può essere anche definita arte dell’utopia. Mentre invece diventa autoreferenziale e metalinguistica quando studia i meccanismi stessi della rete e del software. E delle possibili contaminazioni tra la percezione umana nei confronti dei new media e della società contemporanea.

Opere:

Precursori:

  • Almanacco Dada (1920). La prima proposta per un'arte specificatamente telefonica fu una provocazione non realizzata proposta dai dadaisti a Berlino. L'Almanacco Dada propose che un artista potesse ricevere un ordine per il dipinto attraverso il telefono.
  • Video Roget (1962) di Roy Ascott. L’opera consiste in una matrice concettuale con una struttura a grata che da la possibilità allo spettatore attivo di cambiare e ricombinare le forme astratte rappresentate.
  • Partecipation Tv (1963) Nam June Paik invita lo spettatore ad interagire con lo schermo televisivo prestando attenzione agli spettatori interattivi.
  • Magnet Tv (1965) Nam June Paik piazza un magnete su un apparecchio televisivo mostrando la dimensione puramente elettromagnetica del segnale.
  • Cybernetic Serendipity The Computer And The Art (1968) a cura di Reichardt Jasia, la mostra si tiene presso l’Institute Of Contemporary Art (ICA) di Londra con una selezione di opere curata che attraversa i movimenti dell’arte cinetica, dell’arte programmata, di Fluxus e contestualizza l’avvento della Computer Art.
  • Art by telephone (1969) Show del museo d'arte contemporanea di Chicago, il quale chiese ad oltre 30 artisti di telefonare al Museo o di rispondere alle chiamate del museo e quindi di istruire lo staff a proposito del contributo per la mostra che volevano. I vari pezzi venivano quindi prodotti ed esposti.
  • Two Way-Demo Send and Receive (1977) Centro per New Art Activities, New York, e Com / La Mamelle, Inc., San Francisco. Organizzato da Liza Bear, Willough, Sharon Grace e Carl Loeffler. Questo progetto ha impiegato un satellite CTS dotato di un sistema che spedisce e riceve per 15 ore trasmissioni interattive tra New York e San Francisco. La distribuzione a terra è su cavo televisivo.
  • Satellite art project (1977) Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz, in unione con la Nasa, mettono in contatto e fanno interagire due gruppi di ballerini distanti tremila chilometri l’uno dall’altro, fondendo le loro immagini su un unico monitor. Due eventi geograficamente dislocati si unificavano in quel non luogo chiamato tempo reale. Questa fu la prima immagine interattiva del mondo composta tramite satellite.
  • Slow Scan Video (1978) Open Space Gallery, Victoria British Columbia, con trasmissione per il Center per New Arts Actities, New York e il California College di Arts e Crafts, Oakland, California. Partecipavano: Mary Arnold, Bill Barlett, Susan Corman, Gail Johnson, Jim Lindsay e Jim Starck. Il progetto utilizzava un robot digitale con convertitore scan in impulsi ogni secondo sulle linee telefoniche vocali. L’esperimento fu un preliminare per la Sat - Tel – Comp collaboratory.
  • Sat Tel Comp Collaboratory (1978) Open Space Gallery, Victoria, British Columbia. Organizzato da Bill Bartlett. Il progetto consisteva in una installazione di un materiale di riferimento, fotografie,documentazione, forum pubblico, workshop, discussioni e il display e realizzazione di hardware relativi. La collaborazione è caraterizzata inoltre da esperimenti che duravano 6 settimane e implicavano l’uso di comunicazione con computer. Utilizzando l’ I.P. Sharp (APL) international Network, sono stati fatti degli scambi tra Toronto e Vittoria e un gruppo nelle remote isole pacifiche.
  • Interplay: Computer Culture/ Interactive Communication (1979)Le comunicazioni erano ospitate dal computer Exposition, Toronto Ontario e coordinate da Bill Barlett. Un progetto di arte e telecomunicazione all’interno del programma "Computer Culture Canada‿, un workshop sulla comunicazione che fu presentato attraverso il network IPSA, il quale coinvolgeva 22 centri e quelli individuali dall’ Australia, Nord America, Bretagna ed Europa.
  • Pacific Rim Identity (1979) Un progetto di Direct Media Association, di Bill Bartlett, Peggy Cady, Penny Joy and Jim Starck.Fu caratterizzato da una installazione di video a scannerizzazione lenta e il suo uso sul satellite Arts, usando radio e televisione per una comunicazione interattiva. Esso includeva trasmissioni punto punto e punto molti, punto da Vancouver Art Gallery con partecipanti in Seattle Victoria, Santa Cruz (California), San Francisco, Los Angeles. Hawaii. Fiji, Cook Islands, Papua (New Guinea), New Zealand, Australia. Alaska, New York e Toronto.
  • Artists' Use of Telecommunications: Live International Video and Audio Link (1980)San Francisco Museum of Modern Art. Un progetto di Art Com/La Mamelle, Inc. Organizzato da Bill Bartlett, Sharon Grace e Carl Loeffler. Il progetto era caratterizzato da un collegamento slow – scan video, audio, e personal computer collegati con Vancouver, Hawaii, Tokyo, Toronto, New York, Cambridge, Canada, Vienna.
  • ARTBOX (1980) Seguendo l’evento Artists' Use of Telecommunications, Robert Adrian stabilì l’ Artbox (più tardi chiamato Artex) una sorta di cassetta postale elettronica mondiale dedicata agli artisti interessati alle telecomunicazioni; un programma di posta elettronica semplice, poco costoso che gli artisti potessero usare per generare un rete per organizzazione progetti di comunicazione.
  • Hole in space (1980) New York e Los Angeles, Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz. Una installazione ad accesso pubblico sospesa tra il Broadway Store di Los Angeles e il Lincoln Center di New York. Per tre sere consecutive due schermi situati nei due centri furono collegati via satellite riproducendo in tempo reale le immagini provenienti dall’altra costa.
  • Terminal Consciousness (1980) Ideato e organizzatola Roy Ascott, con Keith Arnatt, Eleanor Antin, Don Burgy, Douglas Davis, Douglas Heubler e Jim Pomeroy. Questa è stata la prima conferenza internazionale computerizzata con progetti e arte usando INFOMEDIA’ s “ Planet ‿ network.
  • V/Tape (1980) Toronto, Ontario, Canada. Questa organizzazione fu dedicata a dare una serie di servizi ad artisti video, produttori e programmatori. Questi servizi includevano cataloghi computerizzati di videotape che permettono agli utenti di aver un buon riferimento per il nome degli artisti, titoli, soggetti, date etc.
  • Apology Line (1980) Fondata da Allen S.Bridge a New York. Bridge inviava volantini per la città offrendo un numero di telefono che la gente poteva chiamare anonimanente per scusarsi dei peccati reali o immaginati. Queste confessioni erano quindi riproposte come installazioni, cassette audio, e dopo la trascrizione pubblicate nell'Apology Magazine.
  • LexaSor (1981) Avant Garde Art Review magazine, New York. Organizzato da Steve s' Soreft. Questo progetto era caratterizzato da trasmissioni di artisti di libri pagina per pagina. Il sistema permette all’ utente di controllare l’affluire dei dati.
  • (1980) Roy Ascott organizza, in collaborazione con Infomedia, un evento di tre settimane che prevede la sperimentazione da parte di artisti delle possibilità fornite dalla telematica, considerando, come viene scritto allora, Le teleconferenze computerizzate come una forma di arte". Si affaccia l’idea che artista è colui che progetta e lavora ad un’idea di networking, mentre l’autore è chiunque sia connesso alla rete.
  • Kunst-Microkunst-Macrokunst (1981) Organizzato da Robert Adrian, consisteva in una comunicazione tramite computer che includeva Zagabria Amsterdam e Vienna.
  • Telefacsimile (1981) Tom Klinkowstein, associandosi ad ARTBOX, ha proposto questo progetto che è avvenuto il 5 Agosto del 1981 fra il Mazzo Club a Amsterdam e il Blitz Barin a Vienna. E’ stato il primo progetto con il FAX dagli artisti in Europa.
  • Lewittown (1982) Cultural Centre Hoogt, Utrecht, Holland, fu ideato da Tom Klinkowstein.
  • Telesky (1982) Organizzato da Eric Gidney. Questa è stata la prima comunicazione visuale in Australia collegata al Paddington town Hall in Sydney con Mit in Cambridge, Masschusetts.
  • The World in 24 Hours (1982)Ars Electronica Biennale, Organizzato da Robert Adrian. Un progetto che metteva in collegamento, per un arco di 24 ore, artisti di sedici città dislocati in tre continenti. Seguendo il sole di mezzogiorno lungo la rotazione terrestre, gli artisti si collegavano per circa un’ora ciascuno con il festival di Linz.
  • La Dourse de L'imaginaire (1982) Centre Georges Pompidou, Paris. Organizzato Fred Forest. Era un progetto di telecomunicazioni interattiva che comprendeva telematica, televisione radio e telefono.
  • Telefonmusik Wieo-Berlin-Budapest (1982) Organizzato da BLIX (Robert Adrian, Helmut Mark) in Vienna. Questo era un evento musicale interattivo, un concerto a telefono collegando i telefoni agli amplificatori che coinvolgeva Vienna e Aufbau-Abbau, Berlin (Rainald Schumacher) e Artpool, Budapest (J, Galanti).
  • Artex (1982) E' un programma elettronico di scambio e di comunicazioni di arte interattivo intercontinentale progettato per gli artisti e gli interessati agli usi alternativi della tecnologia avanzata. Il programma è stato mantenuto semplice, per fornire un accesso facilitato per i partecipanti non addestrati, relativamente non sofisticato e a costi minimi per l'utente.
  • Telefonmusik Wieo-Berlin-Budapest (1983) Organizzato da BLIX (Robert Adrian, Helmut Mark) in Vienna. Questo era un evento musicale interattivo, un concerto a telefono collegando i telefoni agli amplificatori che coinvolgeva Vienna e Aufbau-Abbau, Berlin (Rainald Schumacher) e Artpool, Budapest (J, Galanti).
  • Telefonmiwik, Wiencouver (1983) Organizzato da Robert Adrian e Hank Bull (Vancouver), Helmut Mark (Wien), Rainald Schumacher (Berlin) e Marcin Krzyzanowskt (Warschau). Questo era un esperimento di televisione interattiva e bidirezionale con uno scambio di tre ore di suono ed immagine (SSTV).
  • Contact (1983) Tel Aviv, Israel. Organizzato da Natan Karczmar. Questo era un progetto che coinvolgeva una rete di 24 telefoni.
  • La Plissure du Texte (1983) Museum of Modern Art, Paris. Ideato e organizzato da Roy Ascott come parte di "Electro 1983". I partecipanti sono stati Robert Adrian, Brucc Breland, Eric Gidney, Norman White, Carl Loeffler, Gregory McKenna, Torn Klinkowstein, David Garcia e Annie Wright e John Southworth, ai quali sono stati assegnati i ruoli in un racconto fairy globale. Questo era un progetto di collaborazione per raccontare storie, usava un processo di distribuzione authorship su scala globale per realizzare un racconto planetario.
  • Estetica della comunicazione (1983) Un gruppo di artisti sotto la guida di Derrick de Kerckhove e Mario Costa formano il gruppo dell’ Estetica della Comunicazione. Tra questi vi sono Fred Forest, Christina Sevette, Stéphan Barron, Natan Karczmar e Robert Adrian. L’obiettivo dichiarato dal gruppo è di indagare intorno agli aspetti estetici e psico-sociologici delle nuove tecnologie della comunicazione.
  • Labyrinthe (1984) Museo del Sannio, Benevento, Italia, organizzato da Marc Denjean. E' stato un progetto telematico che ha incluso Italia e Francia.
  • The Tramatlantic Touch(1984) Organizzato da Christian Sevett. Les Transinteractives. Questo progetto includeva Parigi e Toronto.
  • Electronic Cafe(1984) The Museum of Contemporary Art, Log Angeles. Ideato da Kit Galloway e Sherrie Rabinowitt. Questo progetto ha unito 6 diverse comunità con Los Angeles in una telecomunicazione di banca immagini e database network.
  • pARTiciFAX (1984) Collective Art X Technology, Toronto. Organizzato da Lisa Sellyeh e Peeter Sepp. Questo progetto invitava degli artisti internazionali a partecipare a una rete facsimile e li teneva in partecipazione da 26 paesi inclusa l’ Australia, Stati Uniti, Giappone e vari dell’ Europa.
  • Performance Data Bank/Electric Bank(1984) Des Moines, Iowa, U.S.A. Concepito da Fred Truck. Il progetto sviluppava un database per rappresentazioni e attività di nuovi artisti; è presente, stabilito e operante online.
  • Telefaxart(1984) Presentato alla Art e New Technology Exhibition, Pavia. Italia, 21 giugno - 1 luglio 1984. Organizzato da Maria Grazia Mattei per la festa nazionale dell’UNITA', il progetto coinvolgeva telecomunicazioni con Austria, Canada, Australia, Stati Uniti e Inghilterra.
  • First U.S. Amateur Radio Transmission Slow-scan Television(1984) Parte del Festwachen Kun&tfunk Technology Exhibition, questo evento fu trasmesso via satellite dagli artisti da Carnegie – Mellon Amateur Radio Club. L’operatore radio Mike Chepponls del Dax group trasmetteva il lavoro di Bruce Breland e Jim Kocher a Vienna. L’operatore radio a Vienna era Hans Hahn.
  • KUNSTFUNK(1984) Organizzato, installato e controllato da Zelyko Wiener, Gerhard Taschler e BLIX. Un progetto di SSTV per la radio dilettante alla Wierner Secession all’interno del Wierner Festwochen. Per una settimana le stanze superiori del Secession sono state usate come studi radiofonici e spazi di prestazioni. Ogni giorno un artista o un gruppo installarono o realizzarono un lavoro per la trasmissione di SSTV.
  • Les Immateriaux (1985) a cura di Jean–Francois Lyotard, Thierry Caput con testi di autori vari al Centro Georges Pompidou di Parigi.
  • Cultural Software(1985) Artcukure Resource Centre, Toronto. Questa organizzazione era specializzata in applicazioni culturali e implicazioni di informazione tecnologica di artisti come ARTBASE (un database culturale) e ARTNET ( una comunicazione on line ) ed altri servizi.
  • Machina/Memory Landscapes: Paradise(1985) Organizzato da Maria Grazia Mattei, consisteva in uno scambio di disegni facsimili con artisti affiliati con Mida, un gruppo di Milano. L’iniziativa includeva anche bambini di Torino. ( Il progetto era sopportato in parte da the Harria-3M Corporation.)
  • Amico di Telefax (Friends of Telefax) (1985) Organizzato da Maria Grazia Mattei, con coordinamento educativo e animazione di The Magic Lantern laboratori di Torino. Questo corso avanzato includeva i bambini di Torino, Parigi e Vienna ed era presente in connessione con l’ esposizione Machine – Theater Technology, Performance.
  • Hearsay, DPSATEXT Language Exchange (1985) A-Space Gallery, Toronto, Canada. Ideato e organizzato da Norman White e caratterizzato da SPEAK gruppo di Toronto. Questo progetto implicava una traduzione multi lingua del poeta ungherese Robert Zeno. Una poesia veniva trasmessa da un nodo all’ altro in una rete, e ad ogni nodo era assegnato una traduzione in lingua specifica.
  • Life-O-Mation, Electronic Visions II (1985) Carnegic-Mellon University, Pittsburgh, Pennsylvania, ideato e prodotto da Willard Van de Bogart. Questa era la prima trasmissione a colori SSTV di artisti usando HF (HAM) radio. La trasmissione era effettuata da Carnegie-Mellon Amateur Radio Club che si trovava in Hammerschlag Hall e Mid Bardwell in Hammoxid, Louisiana, dove veniva convertita in registrazione di suoni e estradata alla Contemporary Center per Arts in New Orleans, Louisiana.
  • Sonart: I'image & distance par son (1985) Language Plus Exchange, ANNPAC, RACA ideato da Madeline Dore in collaborazione con Roger Coudre e Lisa Maxcoux, direttore del progetto SONAR, Alma. Quebec, Canada. Questo evento era caratterizzato da uno scambio di immagini per pezzi di rappresentazione via SSTV.
  • Art Com Electronic Network (1986) San Francisco, diretto da Anna Couey, Carl Eugene Loeffler e Fred Truck. Questa era una rete di comunicazione in servizio continuo dedicato all’ arte contemporanea e alla tecnologia di comunicazione. Whole Earth 'Lectronic Link (WELL) (distribuita da Compuserve Packet Network) e con USENET.
  • Planetary Network and Laboratory Ubiqua (1986) Venezia Biennale. Organizzato da Roy Ascott, Don Foresta, Tom Sherman e Tomasso Trini, con la coordinazione degli artisti della trasmissione telecfasimile sotto la direzione di Maria Grazia Mattei. In questo progetto, il cui tema era “ The Daily News‿, più di 100 artisti in 3 continenti interagivano attraverso reti includendo computer videotex, slow – scan televisivi e facsimile.
  • Null de la Telematique (1986) Organizzata da Stephan Barron, era un progetto dove una rete di computer collegava le città di Caen, New York, Amiens, Bruxelles e Roma.
  • Videolento 1987 (Slow - Scan Video) (1987) Ideato da Giovanna Colacevich. Questo evento con slow – scan in rete è stato presentato il 27 aprile fino al 30 aprile a Roma, Italia, unendo La Chiave e il Fotogramma.
  • 40,000(1987) Ideato da Andreas Raab. Questo evento fax fu presente dal 1 al 20 Ottobre 1987 al Palazzo Venezia a Roma, Italia, e all’ Hotel Ivoirc Intercontinentale in Abidjan, Ivory Coast.
  • Digital Body Exchange(1987) Ideato da Roy Ascott, in collaborazione con Paul Thomas, Eric Gidney, Zelko Wiener, Robert Pepperell, Robert Dunn e Bruce Breland. Questo era un progetto di una immagine digitale.
  • Snowball Project (1987) Prodotto in Kassel, Germania, da Hank Bull. Questa era una teleconferenza per scambi tra Banff Centre per il Performing Arts, Massachusetts College di Art e The Western Front. Vancouver, British Columbia. Canada, Camegie-Mellon University e il Cafe New York, Kaoael, Germany, il 20 luglio 1987.
  • Cultural Digitalis(1987) International Conference Center, Vienna. Oraganizzato da Zelko Wiener per il Lehrkanzel fur Kommunkations Theorie, Hochschule fur angerrante Kunst, Vienna. Questa era un’ immagine digitale e testo per scambi con il gruppo DAX in Pittsburg, Pennsylvenia (diretto da Bruce Breland).
  • Video Crossing - Magical DAX (1987) Istituto per Art e Technology-Museum di imagine e suono, University of San Paulo, Brazil. Diretto da Bruce Breland per DAX. In questo evento artistico telematico, Dax per la prima volta ha impiegato musica dal vivo (Roger Dannenberg, Chris Koenigsberg) e un ballerino professionista (Scott Timm). Le immagini furono trasmesse da SSTV il 17 settembre 1988.
  • Il Serpente di Pietra: una Co-Opera nel Santuario Campestre di Saltria(1987) Gavoi, Sardegna. Prodotto da Sandro Dernini e Franco Meloni (Dipartimento di Fisica dell’ universtà di Cagliari), Sardegna e Plexus, movimento italiano nella celebrazione del centenario per l’anniversario della scoperta dell’ elettromagnetismo fatta da Nikolas Tesla. Fu una rappresentazione basata sul “Serpeant‿ stabilendo un’interazione via I.P., Sharp bitnet e Earn network.
  • Message Interplanetaire(1987) Parigi, Francia. Creato da Jean Marc Phillippe. Questo fu un progetto Videotel (Minitel) interattivo.
  • Intercitics(1988) Questo era un progetto televisivo con slow – scan tra IPAT (istituto per la ricerca sull’arte e la tecnologia) in Sao Paolo, Brasile, e DAX (Digital Art Exchange) al Carnegie - Mellon University, Pittsburgh, Pennsylvania.
  • To Make the Invisible Visible(1988) Ideato da Roy Ascott, in collaborazione con Robert Pepperell (Gwent), Bruce Breland, DAX (Pittsburgh). Don Foresta. Center per Media Art (Parigi) e Zelko Wiener, H.A.K. (Vienna). Questo progetto era composto da una rete di computer con immagini e testi ed era parte del nono incontro europeo della cibernetica e sistemi di ricerca.
  • Julia Margaret Cameron(1988) Musee de Toulon, France. Questo era un progetto telematico che includeva televisione e radio.
  • Une Excursion de l'Esprit: Une Voyage sur la Mer Telematique (Mind Excursions-travelling Through the Telematic Sea: An Interactive Art Event) (1988) Ospitato dall’ università di Pittsburgh, International Development Institute. Un interattivo slow – scan per televisione che aveva luogo tra il campus dell’ università di Pittsburgh e il gruppo Dax al Carnegie - Mellon University in Pittsburgh, Pennsylvania. Il progetto includeva rappresentanti da 20 città africane in lingua francese e Haiti frequentando la decima sessione seminario manageriale di sviluppo francofono.
  • ROMEMILANFERRARA...Videolento 1988 (Slow-Scan Video 1988) (1988) Ideato da Giovanna Colacevich e organizzato da G. Mastobrio (Roma, Italia), D. Nardone (Milano, Italia) e L. Bonora e E. Minarelli (Ferrara, Italia). Questo evento di comunicazione collettiva è stata presentata il 23 Marzo 1988 alla galleria Alzaia in Roma, a Milano allo Studio Casoli e al Palazzo dei Diamanti a Ferrara.
  • Telefax, Roma - Nairobi (Telefax, Rome—Nairobi) (1988) Presentato dal 21 al 25 luglio 1988 alla galleria Alzaia in Roma, Italia, e alla galleria Watutu in Nairobi, Kenya. Questo era un evento di comunicazione collettiva via fax.
  • Telefoto di Gruppo (Telephoto of the Group) (1988) Partecipanti: Roy Ascott, Giovanna Colacevich, Fred Forest e Tom Klinkowstein. Questo è stato un evento con fax presentato il 23 settembre 1988 in Camerino, Italia.
  • Peace & Love(1988) Palazzo della Provincia. Catanzaro, Italia, 24-25 Ottobre 1988. Ideato da Giovanna Colacevich. Questo progetto il cui titolo è “fax for pax‿, era un evento di comunicazione collettiva via fax.
  • Cavallo Telematico (Telematic Horse) (1988) Ideato da Gianni Loperfido. Questo fax è stato presentato il 14 Novembre 1988 al Palazzo dei Diamanti a Ferrara, Italia, e all’istituto italiano della cultura in Dakar, Senegal.
  • Aspects of Gaia: Digital Pathways Across the Whole Earth(1989) Ars Electronics, Lintz, Austria. Ideato e diretto da Roy Ascott, in collaborazione con Peter Appleton, Mathias Fuchs, Robert Peppercll e Miles Visman. Questa installazione interattiva pubblica e rete mondiale ( utilizzando immagini digitali, suoni e testi) includeva artisti su 3 continenti.
  • Terkepek-Maps (1989) Hochschule fur Angewandte Kunst in Wien/Lehrkanzel fur Kommunikationstheorie con Robert Dunn, Dana Moscr, Gabor Kopek, Irene e Christine Hohenbuchler, Stefan Back, Mathias Fuchs e altri. Questo progetto implicava scambi di suono, immagini e testo.
  • Odyssey(1989) Fortner Anderson (Quebec) et al. Questo progetto collettivo usava HyperCard staks.
  • Republique(1989) Ajaccio, Corsica. Creato da Phillipe Helary. Questo progetto consisteva in un videotext interattivo (Minitel).
  • City Portraits(1989) Galerie Douguy, Paris. Creato da Karen O' Rourke e dal gruppo Art-Reseaux. Questo progetto con fax includeva città europee, Stati Uniti e Sud America.
  • Le Reservoir(1989) Noisiel, France. Creato da Jean Claude Anglade. Questo era un progetto interattivo con videotext ( Minitel).
  • Alla Ricerca dell'Arca (In Search of the Arc) (1989) Ideato da Giovanna Colacevich. Questo è stato un evento con fax, che includeva telecomunicazioni tra lo studio di Agostino Milanese in Roma, Italia, e lo studio di Constantino Morosin in Calcata, Italia, è stato presentato il 17 Aprile 1989 dalla televisione RAI III a Roma.
  • L'Europa dei Creatori - Utopia 89 (Europe of the Gods: Utopia 89) (1989) Ideato da Philippe Helary e Giovanna Colacevich. Echo and Narcissus. Questo evento fax è stato presentato al Grand Palais, Parigi, Francia, dal 23 Novembre al 10 Dicembre 1989.
  • Rebel! Virus.Asm di Tommaso Tozzi (1989). Con quest’opera l’artista inventa l’ “arte subliminale‿ tesa a “praticare una forma di ostruzionismo al sistema ufficiale della cultura‿. L’opera è un virus informatico ed è l’ideale precedente storico del movimento artistico Hacktivism, che attraverso azioni di sabotaggio informatico tenta di opporsi a logiche di potere dominanti, propugnando una rete democratica e accessibile a tutti. Come si evince dal termine, tale movimento fonde l’Hacker art con l’attivismo politico e l’interesse verso i temi sociali.
  • Celebration: Earthday '90 Global Telematic Network &c Impromptu(1990) Sponsorizzato da DAX. Questo progetto era caratterizzato da un slow – scan televisivo e telefacsimile network con Vienna, Lisbona, Campinas, San Paolo, Boston, Baltimore, Pittsburgh, Chicago, Vancouver e Los Angeles. Un secondo videotelefono era collegato con Mosca e Tokyo tramite la Electronic Cafe in Santa Monica, California. L’evento era caratterizzato da disegni di fax interattivi e testi e fu unicamente in una costruzione elettronica Dax per telecomunicare tramite un ponte che collega il partecipante in tempo reale e simultaneamente l’immagine telefonica che viene scambiata via telefono.
  • Virtual Cultures(1990) Organizzato da Anna Couey (Art Com, San Francisco) e presentato al Cyber-thon. Whole Earth Institute. Distribuito da An Com Electronic Network. Questo pannello virtuale asincrono su culture di partecipanti virtuali collegava il dialogo tra diverse comunità con reti di computer (sul WELL e USENET) e un sito con conferenza fisica
  • Entree/Sortie(1990) Organizzato da Mathias Fuchs e Sylvia Eckermann, Igor Lintz Maues, Simon Waters, Elisabeth Schimana, Lisa Sirois, Zorah Mari Bauer, et al. Questo era un progetto di immagini e suoni di trasmissione in Austria (Heidi Grundman, Kun-stradio).
  • Biographateria (1990) Organizzato da Tim Andersen e Wendy Plesniak. Studio per Creative Inquiry (SFCI), Carnegic-Mellon University. Presentato al ArtTransition '90, Center per Advanced Visual Studies, MIT. Questo progetto includeva una biografia e descrizione personale in database e un simposio online.
  • The Globe Show(1990) Oldham City Art Gallery, England. Creato da Paul Sermon con Render Chand, Claire Dearnaley, Chris George, Jim Lockwood, Prakash Parmar, Richard Biddle e artisti in Spagna, Italia, U.S. , Japan, U.K., Australia e Austria. Questo progetto includeva una rete Janet/Bitnet, fax e distribuiva video.
  • Zona d'lmbarco (Zone of Embarkation) (1990) Ideato da Giovanna Colacevich e Agostino Milanese. Questo evento è stato presentato il 3 Febbraio 1990 in Italia al Metateatro,Gli Angeli, a Roma, Italia.
  • Nave di Luce (Ship of Light) (1990) Organizzato da Marcello Aitiani in collaborazione con Francesco Giomi. Questa era una esibizione, presentata il 10 Marzo 1990 al Palazzo Pubblico, Magazzini del Sale, alla chiesa della S.S. Annunziata a Siena e al conservatorio di musica a Firenze, Italia.
  • Think about the People now (1991) Basato su un evento reale (la storia di un giovane che si appiccò fuoco per protestare contro la monarchia), questo progetto fece guadagnare a Paul Sermon il Golden Nica che concede l'Ars Elettronica Center di Linz in Austria, nella categoria di Arte Interattiva.
  • Telematic Dreaming(1992) Con questo progetto Paul Sermon si presentò al Museo di Arte Contemporanea di Barcellona durante il Festival Suonare. E' un'installazione che collega due letti situati in due stanze differenti mediante videocassetta-conferenza ed un curioso gioco di proiezioni.
  • Artnetweb (1993) Fu fondato da Remo Campopiano e Robbin Murphy come collaborazione dedicata all’accesso ed all’esplorazione delle nuove tecnologie per gli artisti.
  • Ninja Tune (1993) Francobollo discografico indipendente fondato da Coldcut. Coldcut è il nome artistico di Jonathan Abiti e Matt Black, entrambi musicisti, che insieme si sono convertiti in uno dei nomi di riferimento nel panorama della musica elettronica. Ninja Tune dà all'utente la sensazione di entrare nel hard disk del computer dei due artisti.
  • The File Room(1994) Chicago Cultural Center. E’ un archivio illustrato sulla censura che si può scorrere così come aggiungerci eventi prodotto da Randolph Street Gallery (Chicago,IL) con l'appoggio della Scuola di Art e Disegno ed il Laboratorio di Visualizzazione Elettronica all'Università di Illinois a Chicago, ed il Reparto di Chicago di Affari Culturali.
  • Handshake(1994) Barbara Aselmeier, Joachim Blank, Armin Haase, Karl Heinz Jeron. Berlino. E' un progetto di comunicazione che include il network elettronico Internet. Realizzato come installazione di una stanza interattiva, vuol essere un’interfaccia di comunicazione fra la rete elettronica e la vita reale. Il luogo in cui avviene l’incontro fra lo spazio elettronico e quello reale crea lo spazio della comunicazione in cui la “stretta di mano‿ ha luogo.
  • Hot pictures (1994) Primo lavoro sul Web di Alexei Shulgin. Galleria fotografica che offre spazio ai giovani artisti russi.
  • Little Movies(1994) Lev Manovich, artista e critico russo, aveva applicato dei filtri, tra cui il Mosaic di Premiere, a classici del cinema come Psycho per ottenere un effetto astratto simile ad un quadro di Mondrian.
  • Etoy(1994) Nasce Etoy. Corporation digitale fondata da sette ragazzi che vogliono proporre lo stile e il modus operandi di Internet basato su cooperazione e networking, per passare “dalla dimensione della realtà ad una senza gravità‿.
  • King's cross phone-in di Health Bounting (1994). L’artista londinese, venuto in possesso dei numeri telefonici di 36 cabine telefoniche della stazione di King’s cross, decise di organizzare una performance coordinata tramite la rete. Con l’invio di tali numeri a mailing list a partecipazione internazionale, invitò i destinatari dell’e-mail a chiamare simultaneamente le cabine telefoniche in un momento prefissato, tenendo ovviamente conto del fuso orario. Il cinque agosto, alle sei del pomeriggio, tutte le cabine telefoniche della stazione cominciarono a suonare, davanti alle facce stupite di passeggeri in attesa e personale delle ferrovie. Molti di loro risposero, dando luogo a conversazioni surreali e improvvisate. Con quest’opera Bounting mette in moto un meccanismo che unisce due tipi di pubblico agli antipodi tra loro: da una parte un pubblico che “attiva‿ l’opera in maniera collettiva e consapevole, dall’altro persone totalmente all’oscuro di essere state coinvolte in un’opera d’arte.

Opere di net.art:

  • Net art (1995). Vuc Cosic inventa e comincia a divulgare il termine net art. Moscow WWWArt Centre (1995)E' un'iniziativa di Alexei Shulgin, Tania Detkina, Alexander Nikolaev e Rachel Baker. Sebbene riguardino completamente la sorpassata parola “arte‿, la usano affinché non perda la sua vanescente identità e finché qualche persona intelligente inventi la nozione (e la parola) adatta. Lo scopo è di tradurre la corrente principale dell’arte russa su Internet creando nuovi contesti e rimescolando quelli esistenti.
  • C@C(1995) Era un’applicazione per il World Wide Web dove l’arte contemporanea poteva essere creata, vista, discussa ed acquistata. Localizzata su internet C@C risponde alle necessità di cambiamento della prassi artistica contemporanea. Con la sua interfaccia utente grafica ed attrezzi specialmente disegnati, C@C è un strumento universalmente applicabile e facile da usare per produttori e destinatari di arte concettuale contemporanea.
  • Ada Web (1995) E’ un archivio, che presenta il materiale prodotto tra febbraio 1995 e marzo 1998, ospitato dal Walker Art Institute
  • Visitor's guide to London (1995) Il già obsoleto psicopatico tour geografico di Londra ideale per non-visitatori stranieri, contiene più di 250 luoghi di valore anti-storico. Incompleto senza istruzioni, ora disponibile per tutti su Internet.
  • The thing(1995) The Thing è dedicato a promuovere la comunicazione e la comunità nel campo delle nuove tecnologie e delle belle arti. E' progettato per emulare la funzionalità di una bacheca, lascia spazio a livelli di accesso di utente multipli, impaginazione, trattamento dei messaggi ed altro ancora. Queste caratteristiche avanzate facilitano interazione di utente e migliorano i contatti tra artisti, moderatori, scrittori e redattori.
  • Nettime (mailing list)(1995) Non è solo una mailing list ma un sforzo di formulare una discussione telematica internazionale in cui non esista un pensiero dominante né si continui il pessimismo cinico a proposito dei nuovi media senza comprenderne chiaramente gli aspetti comunicativi. Ha prodotto e continuerà a produrre libri, lettori e web sites in varie lingue così un 'immanente' sistema critico.
  • Public Netbase Media~Space! (1995) Fu fondato da Konrad Becker e Francisco Sousa Webber nel Museumsquarter di Vienna come un internet provider senza scopo di lucro ed una piattaforma per l'uso partecipativo di tecnologie di informazione e comunicazione. Organizza esposizioni, eventi, simposi ed officine.
  • Hell(1995) Celebre collettivo nato con l'obiettivo di costituire una rete parallela privata, alla quale è possibile accedere solo per invito. E' una piattaforma molto elitaria e di accesso riservato, formata da circa 70 cyber artisti provenienti da 19 paesi.
  • Jodi(1995) Nasce Jody, creato da Joan Heemskerk e Dirk Paesmans. E’ un sito che presenta i caratteri e il codice come forme astratte, senza alcuna relazione con un contenuto narrativo. Codici apparentemente errati e soluzioni concettualmente innovative quanto esteticamente compatte apparivano al navigatore ignaro che approdava su Jodi fra il 1995 e il 2000.
  • Communications creates conflicts di Health Bounting (1995). Opera di mail art realizzata in collaborazione con l’Istitute of contemporary culture di Tokio. Attraverso un sito internet appositamente creato, il fruitore poteva inviare messaggi attraverso delle form all’artista stesso o a chiunque altro. Le opzioni date da Bounting all’interno delle form erano ovviamente di carattere artistico ed estetico.
  • Turn off your tv set di Alexei Shulgin (1995). In questo caso il fruitore, una volta connesso al sito, aveva semplicemente la possibilità di spegnere il monitor un televisore che compariva sul monitor oppure di cambiare canale. Il gioco offriva la possibilità di cambiare canale per un massimo di dodici volte, dopodiché il televisore doveva essere necessariamente spento per concludere il gioco. L’artista voleva così invitare l’utente a meditare sul fatto che la rete non è come la televisione ed usa un linguaggio completamente differente, fatto di interazione attiva e partecipe.
  • Netstrike Un'idea di Tommaso Tozzi realizzata da Strano Network (1995). Quest’opera, organizzata intermente tramite la rete e le mail, nasce per protesta contro gli esperimenti nucleari di Mururoa. I siti del governo francese vennero ingolfati ed il loro funzionamento fu rallentato dalle migliaia di manifestanti da tutto il mondo. Questa è la dimostrazione di come la tecnologia telematica fornisca forme nuove anche alla protesta sociale e politica.
  • National Heritage di Mongrel (1995-1998). Progetto che ricombina i lineamenti e i visi di oltre cento volontari di persone di razza diversa omogeneizzandoli in otto prototipi finali, divisi in quattro razze, bianco, nero, giallo e marrone, che fanno sembrare le facce delle persone tutte simili a scimmie antropomorfe. Vengono così messi in discussione i parametri che solitamente vengono usati per fare la classificazione razziale.
  • My boyfriend came back from the war di Olia Lialina (1996) Si tratta di una sceneggiatura multimediale che combina letteratura, grafica e ricerca ipertestuale. La storia, interattiva, viene così’ pilotata dall’utente, che può scegliere le possibili combinazioni tra frasi che appaiono in punti diversi del monitor e immagini in bianco e nero che illustrano la storia.
  • Rhizome.org di autori vari (1996). Progetto di net art collettiva dove artisti da tutto il mondo hanno la possibilità di esprimersi, comunicare e proporre le loro opere. Fu ideato da Mark Tribe, studente d’arte di San Diego, durante la sua permanenza a Berlino in qualità di web designer. Avendo conosciuto in Europa la realtà della net art e degli artisti della rete, pensò di creare uno sito dedicato all’arte elettronica e alle nuove tecnologie. Oggi Rhizome è forse il più importante sito planetario dedicato all’arte elettronica ed ha sede a New York, con un archivio di opere (artbase) curato da Alex Galloway, che lo ha reso una grande gallery on line. L’unica critica mossa dai net artisti nei confronti di questo straordinario strumento è il fatto che per sottoscriversi si devono pagare minimo 5 dollari all’anno, andando contro il principio che tutto il patrimonio culturale contenuto in rete dovrebbe essere gratuito.
  • Refresh di autori vari (Cosic, Shulgin e Broeckmann) (1996). Il progetto Refresh, deciso di comune accordo dai net artisti (in prima linea Cosic e Shulgin), sovverte la funzione di refresh dei siti internet, comunemente usata per aggiornamenti automatici periodici. Il refresh in questo caso non aggiorna il sito, ma ricombina e propone siti e opere di net artisti in tutto il mondo. Annullando completamente lo spazio ed il tempo, Refresh diede luogo alla comunità di artisti più cosmopolita al mondo.
  • Fakeshop.com di Fakeshop (1996). Collettivo di New York che mette in rete le performance dei loro attori in tempo reale. La prospettiva bidimensionale del monitor imprigiona le loro performance, le rende come imprigionate, intrappolate all’interno della rete. Svela l’artificialità dell’uomo rappresentato in intenet, della realtà fruita attraverso un monitor.
  • 404 di Jodi (1996). 404, o file not found, è il messaggio che tutti noi conosciamo e si riferisce ad un errore della rete. In realtà questo sito, dalla grafica infantile e minimale, è diviso in tre sezioni accessibili che rimandano ad altrettante aree interattive. In esse appaiono scritte a prima vista incomprensibili ed errate. In realtà il duo di artisti ha programmato il sito per scrivere tutti i caratteri tranne le vocali. Quindi per comunicare non ci restano che due possibilità: o imparare a leggere e scrivere senza vocali, oppure usare i caratteri in modo grafico cercando di “disegnare‿ con gli stessi.
  • Next 5 Minutes: Tactical Media(1996) Tactical Media è una conferenza ed esposizione che ha avuto luogo in Amsterdam's Balie e Paradiso e in Rotterdam's V2_Organisation. Sotto l'intestazione di media tattici Next 5 Minutes ricerca i fastidiosi confini fra arte, tecnologia, media e politica. L’evento porta insieme i media tattici di tutto il mondo le cui iniziative in televisione, radio ed internet stanno creando nuovi spazi fra i media principali e quelli più nascosti.
  • Net Art per Se(1996) Primo evento internazionale esclusivamente dedicato all’arte di rete a Trieste.
  • Digital Hijack(1996) L’azione di "digital hijack" (dirottamento aereo digitale) ebbe inizio il 31 marzo e terminò ufficialmente il 1 Agosto. In quel periodo speciali etoy.SOFTWARE-AGENTS generarono migliaia di pagine trappola fittizie, ognuna contenente una delle 2400 parole chiavi più popolari che automaticamente venivano messi all'interno dei motori di ricerca internazionali e dirottavano l’utente verso il sito etoy.
  • Peeping Tom(1996) Julie Myers invita gli utenti a visitare lo spazio privato della sua casa. La navigazione si sviluppa mediante una serie di tipiche decisioni quotidiane, mentre i visitatori deambulano per le stanze, curiosano nei cassetti, leggono lettere private, ascoltano messaggi telefonici...
  • A Hypertext Journal(1996) Un progetto basato su un viaggio attraverso i Highlands della Scozia che le due artiste Nina Pope e Karen G. Guthrie hanno intrapreso. Fu concepito come un'investigazione delle opzioni interattive e creative di Internet e aggiornata durante tutto il viaggio con testi, immagini, animazioni ed e-mails.
  • The Hard Way(1996) Progetto di Matthew Ritchie che investiga sulla natura e la topografia dell'informazione, stabilendo un ponte concettuale e narrativo con Proposition:Player, un lavoro che sta sviluppando per il SFMoma.
  • Remedy for Information Desease(1996) All’interno di una progressiva suddivisione delle pagine in frame, Alexei Shulgin proponeva una serie di immagini animate di cui si poteva scegliere le modalità di movimento , allo scopo di curarsi dallo stress di sovraccarico informativo.
  • Anna Karenina goes to paradise (1996) In questo esperimento di Olia Lialina la narrazione si sviluppa grazie all’interazione con tre motori di ricerca integrati nelle pagine. All’utente veniva chiesto di effettuare tre diverse ricerche preimpostate attraverso l’apposito form; in base al risultato il navigatore poteva costruire la propria storia scegliendo uno dei link.
  • WWW Art Award(1996) Di Alexei Shulgin e Rachel Baker. L’idea di utilizzare il Web come ready-made viene sviluppata elencando e linkando una serie di pagine dall’aspetto vagamente artistico. Le pagine erano incluse attraverso una ricerca casuale, commentate con citazioni estrapolate ad hoc da saggi critici sull’arte, e premiate con motivazioni paradossali che creavano ulteriore spaesamento.
  • Link x(1996) In questo progetto Alexei Shulgin pubblicava una lista di parole di uso comune associandole ai nomi delle Url. Shulgin intendeva dimostrare che nel cyberspazio le parole non sono solo portatrici di significati, ma hanno valore anche sul piano dei significanti in quanto nomi dei server.
  • ®TMark(1997) ®™ark riceve le idee di progetto dagli utenti di internet, quindi li elenca. Ogni progetto catalogato ha il suo proprio elenco di discussione. Quando un progetto richiede un po' di finanziamento per essere completato a volte investitori offrono il loro aiuto. Mentre più spesso, persone offrono aiuto non-finanziario o feedback
  • PORT: Navigating Digital Culture(1997) Organizzato da Remo Campopiano e Robbin Murphy per il MIT List Visual Arts Center.
  • Dibattito net.art/art on the net(1997) Si accende in rete il dibattito sul significato di net.art e art on the net. Si conclude attribuendo a net.art il significato di “arte di fare network‿, mentre art on the net viene considerato come mezzo di illustrazione e distribuzione di opere presenti e prodotte altrove.
  • I/O/D(1997) E' un collettivo formato da Simón Pope, Grissino Green e Matthew Fuller che si fece conoscere irrompendo nella guerra dei navigatori, combattuta in due applicazioni praticamente identiche: Microsoft e Netscape, col Web Stalker, un browser alternativo concepito come una critica alla navigazione abituale mediante la selezione di hiperlinks.
  • The Web Stalker di I/O/D (1997). è un browser alternativo che interpreta il linguaggio html in maniera differente rispetto a Explorer. Infatti esso visualizza con dei cerchi i singoli documenti in html e come linee i link che li collegano. Di fatto è come entrare nella mente di chi ha progettato il sito che stiamo visualizzando: viene svelato il progetto mentale che sta nascosto dietro alla visualizzazione finale del sito.
  • The Tables Turned(1997) Progetto di Paul Sermon raccoglie il concetto di Telematic Dreaming sostituendo i letti per due tavoli attorno alle quali si mette a sedere il pubblico che vuole partecipare al videocassetta-conferenza. Tuttavia, l'immagine che appare nei monitor è il risultato dei visi di tutti i partecipanti sovrapposti.
  • Local 411(1997) Ian Pollock e Anet Silk organizzarono un progetto di telefono sul dispiegamento non ricompensato di 4000 persone per pulire la strada dal Museo di Arte Moderna di San Francisco al Centro di Moscone Convention. Local 411 metteva in risalto installazioni di suoni e performances live, centrati attorno a un sistema interattivo di posta vocale, che interpretava narrazioni sull'area di ognuno di quelli che chiamavano.
  • Form Art(1997) Alexei Shulgin indiceva una competizione che invitava gli artisti a inviare i lavori che facessero un uso imprevisto dei web forum. I lavori pervenivano a C3, il centro di Budapest per l’arte e la tecnologia che aveva indetto la gara.
  • Good Times(1997) Progetto di Jodi. La pagina è composta da due tipi di immagini: quella di superficie e quella di background. Nelle varie schermate l’immagine di superficie è in realtà quasi sempre una Gif trasparente, ciò da l’impressione che l’oggetto sia mancante. In questo modo, il testo inserito nella tag dell’Html per commentare la pagina diviene leggibile.
  • This morning di Alexei Shulgin (1997). Quest’opera di net arte si occupa principalmente dell’estetica che può fornire la funzione che fa comparire automaticamente un pop up dopo l’altro in punti diversi dello schermo. In questo caso erano i pensieri personali e le considerazioni mattutine dell’artista a comparire ovunque sul monitor, come una sorta di trasposizione del flusso di coscienza di Joyce applicato però a internet.
  • Xxx di Alexei Shulgin (1997). L’artista russo, consapevole che una gran parte dei navigatori cerca su internet siti pornografici, sfrutta il linguaggio e le parole chiave dei siti per dirottare la navigazione degli utenti su pagine di net art. La home page del sito in questione si presentava riproponendo tutti gli stilemi di un sito pornografico, ma una volta che l’utente si addentrava nelle sezioni non trovava immagini pornografiche bensì veniva dirottato alle home page dei siti più importanti di net art.
  • Own, be owned, remain invisible di Healt Bounting. In questo sito l’artista inglese ha scritto un testo, tra l’autobiografico e il manifesto artistico, nel quale quasi tutte le parole sono linkate ai relativi domini .com. Si tratta sostanzialmente di una riflessione sulla mercificazione di internet e sulla proliferazione dei siti web. I due livelli di denuncia erano sia letterari che ipertestuali. Letterari perché il discorso di Bounting spiega come ormai tutte le parole hanno un relativo sito commerciale, e ipertestuale perché ogni parola è effettivamente linkata a quel sito, come prova tangibile delle sue affermazioni.
  • Female Extension di Cornelia Sollfrank (1997). In quell’anno ad Amburgo si tenne il primo concorso internazionale di Net art, chiamato Extension. Il bando di concorso, sponsorizzato tra l’altro da una famosa società di elettronica, invitava gli artisti a proporre progetti che avevano come materiale e oggetto la rete stessa. L’artista tedesca, dubbiosa sulla serietà di tale organizzazione e soprattutto sulla competenza dei curatori, iscrisse al concorso duecento donne fittizie, che rappresentavano così più dei due terzi dei partecipanti. Con l’aiuto di un software chiamato Net art generator, che ricombinava casualmente siti internet fabbricando ready mades di net art, la Sollfrank presentò tutti e duecento i progetti. Ma non vinse comunque e i tre premi in denaro andarono a tre concorrenti maschi. Il giorno della premiazione l’artista fece un comunicato stampa e svelò il suo reale progetto di net art, chiamandolo Female extension. Era così riuscita a dimostrare l’incompetenza della giuria e allo stesso tempo a realizzare un’ottima opera d’arte che facesse riflettere sia su internet in quanto materiale e oggetto, sia sul ruolo indeterminato e collettivo che riveste l’artista che si occupa di net art.
  • Doll space di Francesca Da Rimini (1997). L’artista, teorica del cyberfemminismo, realizza un’opera composta da un ipertesto di 700 pagine contenente testi, animazioni, immagini. L’ispirazione di quest’opera sono gli infanticidi compiuti dalle donne giapponesi che annegavano le loro figlie femmine in un lago nei pressi di Kyoto.
  • Documenta Done di Vuc Cosic (1997). L’opera consiste essenzialmente in un’azione di “plagiarismo‿ da parte dell’autore. Documenta era stato il primo evento nel campo artistico che prendeva in considerazione la net art alla stregua di arte contemporanea “seria‿. Pochi giorni prima della chiusura della manifestazione Cosic fece sì che Documenta diventasse un’opera di net art duplicando il sito della manifestazione prima che fosse ritirato dalla rete. Secondo i net artisti, infatti, era contraddittorio che il sito della manifestazione fosse ritirato dal pubblico accesso per poter così essere venduto come catalogo: tradiva i principi etici della net art stessa ed era un totale asservimento alle logiche del mercato dell’arte che tanto i net artisti cercavano di combattere. Il sito duplicato venne chiamato Documenta done e Cosic rischiò anche una denuncia per violazione di copyright.
  • Desktop Is di Alexei Shulgin (1997). Si tratta della prima mostra internazionale on line di desktop. Più di cinquanta artisti da tutto il mondo inviarono un’immagine dei loro desktop, avviando così una riflessione sulla centralità di questo strumento di organizzazione dei file personali.
  • Electronic Disturbance Theatre(1998) E' un piccolo gruppo di cyber attivisti ed artisti impegnati nello sviluppare la teoria e la pratica di Disobbedienza Civile Elettronica (ECD). Le tattiche di ECD hanno potenziale applicazione per una serie di movimenti politici ed artistici.
  • Scars(1998) Anne Baker documenta la storia di centinaia di cicatrici di persone di diversi paesi del mondo in forma interattiva. Scars è un lavoro in processo, e tutti i visitatori sono invitati a comunicare, aggiungendo la propria cicatrice e la propria storia.
  • Band Cyberpunk 386 dx(1998) A partire da quest’anno Alexei Shulgin tiene concerti in tutto il mondo con una band composta da un solo 386dx, dotato di 4megabyte di Ram e 40 megabyte di hard-disk. Il 386 propone cover di famosi brani degli anni ‘60/’70 producendo anche effetti visuali psichedelici.
  • Shredder (il Frammentatore) di Mark Napier (1998). E’ un software fruibile semplicemente connettendosi al sito dell’artista (potatoland.org). Una volta in funzione, questo software combina gli elementi di html con le immagini e gli oggetti che tale codice visualizza, mostrando un collage come impazzito di immagini e testi e svelando così la faccia software che è nascosta dietro la grafica che vediamo in rete.
  • The Unreliable Archivist di John Ippolito, Keith Frank, e Janet Cohen (1998) The Unreliable Archivist di Jon Ippolito, Keith Frank, e Janet Cohen, usano i progetti messi in evidenza dall’originale sito Ada Web come materie grezze e permettono ai visitatori di riconfigurarli. Aggiustando quattro sliders (lingua, immagini, stile, configurazione) alle categorie 'semplice', 'enigmatico', 'caricato', e 'preposto', gli utenti possono selezionare testo e visualizzare alcuni dei progetti di ada'web, che sono esposti di conseguenza sullo schermo in un collage. La paternità ed i confini dei progetti originali sono annullati, ed il contesto per capire il collage è deciso grandemente dalle categorie soggettive determinate dai creatori dell'Archivio.
  • The Citizens(1999) Concepito da Nick Crowe, egli centra la sua investigazione dei fenomeni associati con l'emergente cultura digitale nelle homepages personali ed il risultato è un collage che offre un interessante ritratto del paese della Rete. E' "un omaggio al desiderio della gente di partecipare alla costruzione del futuro".
  • Instant Ascii Camera(1999) Il team del Ljubljana Digital Media Lab, composto da Luka Frelih e Borja Jelic, crea una macchina fotografica a carattere Ascii che viene presentata ad Amsterdam in occasione del Next 5 Minutes
  • 'Sny World' (1999), In occasione del festival viennese Cosic presenta un’installazione che

proietta ologrammi di carattere Ascii al centro della stanza, mentre su pavimenti e pareti erano proiettate diverse linee di caratteri.

  • Vinyl Video(1999) L’artista austriaco Gebhard Sengmuller mise a punto un dispositivo in grado di sfruttare i vecchi long playing in vinile per veicolare immagini video a bassa scansione.
  • Toy War di Etoy (1999). Memorabile opera di net art questa “guerra‿ che il gruppo di net artisti svizzeri ha combattuto e vinto contro la quasi omonima multinazionale produttrice di giocattoli Etoys. La società americana in quegli anni si accorse della somiglianza del loro dominio con quello dei cyberartisti europei. Fu così che tentò di comprare il dominio. Dopo svariati rifiuti da parte di etoy passò alle vie legali, sostenendo che i bambini che dimenticavano di scrivere la “s‿ potevano finire su quel sito che avrebbe potuto turbarli con il suo linguaggio scurrile e contenuti non adatti ai minori. Il primo appello fu vinto dalla società Etoys, ma a quel punto il popolo della rete insorse, con duemila “etoy agents‿ che avviavano azioni di sabotaggio e di disturbo contro Etoys. Tali atti di hackeraggio furono tanto efficaci che alla fine, in pochi mesi, le azioni della società crollarono e all’oggi etoy è riuscito a riprendersi il proprio dominio.
  • Vaticano.org di 0100101110101101.org (1999). Quest’opera fa parte del filone del plagiarismo telematico propugnato dal duo di artisti bolognesi. Secondo loro in rete non deve esistere il diritto d’autore, tutto può essere copiato e ricombinato, fa parte dell’interazione del web. L’artista si trasforma così in spettatore e lo spettatore in artista. In questo caso fu copiato l’intero sito del Vaticano, che con opportune modifiche forniva indicazioni false, testi eretici e quant’altro.
  • Darko Maver: the great art swindle di 0100101110101101.org (2000). Il duo di artisti bolognesi mette in scena un’opera di “mitopoiesi mediatica‿ con la creazione di questo personaggio inesistente. Darko Maver, fantomatico artista sloveno, avrebbe girato per la ex Jugoslavia durante il conflitto, spargendo ovunque le sue opere, manichini che rappresentavano i morti della guerra. Sarebbe stato imprigionato per propaganda, sollevando una sommossa in ambito artistico per la libertà di espressione e infine sarebbe morto in una prigione in Kosovo, durante i bombardamenti NATO. Le vittime di questa beffa furono molte riviste di critica d’arte ma soprattutto l’organizzazione della 48^ Biennale di Venezia, che fa un tributo alla sua morte mentre a Roma viene organizzata una sua retrospettiva.
  • Discrete Packets(2000) Nick Crowe esplora le potenzialità del cinema per la Rete, con la storia di un uomo che cerca attraverso Internet sua figlia scomparsa nel 1984. Crowe usa le tipiche tecniche cinematografiche per includere lo spettatore nella narrazione e, contemporaneamente, conduce ad una serie di links e chats operativi che costituiscono l'aspetto più interattivo dell'opera.
  • (2000) Andando alla ricerca di possibili intersezioni fra l’Ascii art e l’architettura urbana, Alexei Shulgin riveste il colonnato della St. Georges Hall di Liverpool di caratteri proiettati dal basso.
  • Nebula.M81 di Netochka Nezvanova (2000). Quest’applicazione per Macintosh è stata premiata al festival Transmediale del 2000 nella sezione software art. Consiste in un programma in grado di prelevare pagine html dalla rete in modo casuale e trasformarli attraverso un’elaborazione estetica grafica altrettanto randomica. Accade così che i testi si compenetrano in agglomerati, che a loro volta si trasformano in suoni ed immagini. Un esempio quindi di nuova estetica della rete e di net art.
  • Oss/**** di Jodi (2000) Quest’opera del duo Jodi consiste in un programma su cd rom che una volta installato fa impazzire l’interfaccia grafico del personal computer. Tale software agisce come un virus, ma senza danneggiare il computer. L’opera d’arte in questione esiste sia in versione Windows che per Mac. L’intento di quest’opera è quello di indurre stress nel fruitore (inconsapevole) dell’opera che perde totalmente il controllo della macchina, dei suoi comandi e perfino delle periferiche come il mouse ed il lettore cd rom. Si tratta di un’esplorazione estetica basata sull’indeterminazione e sull’errore, che ricontestualizza il rapporto tra l’uomo ed il calcolatore.
  • Blinkenlights(2001) Installazione urbana di grande impatto emotivo per celebrare il ventesimo anniversario della nascita del Chaos Computer Club di Berlino, il più noto gruppo di hacker europei. La parte superiore della Haus des Lehrers di Alexanderplatz viene trasformata in una gigantesca matrice visiva su cui era possibile comporre animazioni inviando Sms tramite cellulare.
  • Biennale.py di epidemiC 0100101110101101.org (2001). Opera di software art, è un virus che è stato stampato su cartelloni, magliette e cd-rom. Esso è sia la lista dei codici del virus che attacca il sistema, sia una storia narrata attraverso il linguaggio del programma Phyton.
  • Management leisure suite di The Yes Men (2001). Si tratta di una performance messa in atto dal gruppo di net artisti the yes men, che gestiva il sito gatt.org, un clone perfetto dell’home page del WTO (world trade organization) che differiva però nei contenuti dal sito originale in quanto attaccava tutti i punti dell’economia globalizzata così come viene propugnata dal WTO. La performance viene resa possibile quando un professore che sta organizzando una conferenza sulle fibre e i tessuti in Finlandia, invita un esperto del WTO alla manifestazione. In realtà, invece di contattare il vero sito del WTO il professore si connette con gatt.org e quindi con gli yes men che, prendendo la palla al balzo, organizzano questa beffa mediatica. La riflessione artistica si gioca tutta sul comportamento della platea che ascolta l’impostore parlare: nonostante siano tutta gente colta e con un buon livello d’istruzione, non si rendono conto che le sue parole sono un voluto inno al razzismo e al capitalismo più esasperato. Il fatto che tali assurdità vengano proclamate da una persone alla quale è stata conferita l’autorità è sufficiente affinché tali frasi assumano una tale importanza da cancellare completamente il senso critico di chi ascolta. Perfino quando il performer degli yes men gonfia un fallo gigante tutti continuano a seguirlo come incantati e ad annuire alle sue parole.
  • Autoillustrator e Auto-photoshop di Adrian Ward (2001). Considerate le prime opere di software art, si presentano con l’identica grafica e strumenti degli omonimi programmi della Adobe. Opera vincitrice ex-aequo nella categoria software artistico al festival Transmediale di Berlino, auto-illustrator, simile nell’aspetto al programma della Adobe che l’ha ispirato, spiazza l’utente che lo usa perché al posto delle funzioni classiche del programma originale gli strumenti in questo caso generano forme dal richiamo antropomorfo. Il programmatore inglese ha voluto così sottolineare la centralità del ruolo del programmatore rispetto all’utente che lo usa. Il disegnare una linea con un programma di grafica non significa che la linea l’abbiamo disegnata noi, ma che è il programmatore che ha fatto si che il programma fosse in grado di disegnarla.

Correlazioni:

Computer art, Software art, Mail art, Spam art, Not art, Ascii art, Hacker art, Hacktivism. La Net art trova i suoi naturali predecessori nell’Arte concettuale, nell’Arte cinetica e programmata e successivamente nella Videoarte.


Bibliografia:


Webliografia: