Net art

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Genere o movimento artistico:

Net art


Personaggi o Gruppi:

Vuk Cosic, Kit Galloway, Sherrie Rabinovitz, Robert Adrian, Healt Bunting, Cornelia Sollfrank, Etoy, Antiorp, Netochka Nezvanova, Jodi, Tommaso Tozzi, Roy Ascott, 010010111011101.org, Olia Lialina, Alexei Shulgin, Rachel Baker, Andreas Broeckmann, Andy Deck, Ascii Art Ensemble, Jaromil, Chaos Computer Club, Vinyl Video, Adrian Ward, Florian Cramer, epidemiC, Leandre Joan "Retroyou", I/O/D, Tom Betts, Maciej Wisniewski,Mark Napier, Radical Software Group, Mark Daggett, LAN, Mongrel Project, Critical Art Ensemble, Institute for Applied Autonomy, Bureau of Inverse Technology, Vns Matrix, Francesca da Rimini, Identity Runners, Surveillance Camera Players, Fakeshop, Electronic Disturbance Theater, Electrohippies, Federation of Random Action, Irational, ®TMark, Ubermorgen, Kein Mensch Ist Illegal, The Yes Men, Amy Alexander, Walter Van der Cruijsen, Rasa Smite, Geert Lovink, Graham Harwood, Matthew Fuller, Tillman Baumgartel, Josephine Bosma, Pit Schultz, Decoder, Rhizome.org.


Luogo:

Impossibile definire un luogo spaziale reale. Potremmo dire il cyberspazio della rete, che non ha una collocazione fisica concreta. Gli artisti di net art, d’altro canto, fin dall’inizio sono sempre stati disseminati geograficamente in tutto il mondo e quindi nessun paese può avere la paternità di questa corrente artistica.


Storia:

Origine del termine

Il termine Net art nasce nel dicembre del 1995 in circostanze piuttosto originali: un giorno infatti, l’artista Vuk Cosic legge la posta elettronica sul suo computer e scopre di aver ricevuto un solo messaggio, peraltro anonimo. Il messaggio, probabilmente scritto con un software incompatibile con il suo, venne visualizzato come una lista di caratteri ascii senza alcun senso. L’unico frammento che poteva avere un significato era un frammento che conteneva la sigla "net art". Cosic rimase come colpito da un’illuminazione e da quel giorno nacque il termine net art. L’anno dopo, nel 1996, gli artisti che facevano arte utilizzando come strumento la rete cominciarono a collaborare a progetti comuni e discussioni collettive. Lo stesso anno proprio Vuk Cosic, padre del termine net art, organizzò in Italia, a Trieste, il primo evento internazionale dedicato all’arte della rete: la chiamò "Net Art Per Se".

I Precursori della Net art

Volendo cercare invece i precursori dell’arte in rete, si deve indagare sulle prime esperienze di uso della rete telematica in progetti riconosciuti istituzionalmente come artistici gia' alla fine degli anni Settanta, ma se si vuole pensare che arte non e' solo cio' che e' stata riconosciuta come tale da un museo o una galleria d'arte, allora si deve risalire alle prime esperienze d'uso delle reti telematiche negli anni Sessanta e se si vuole non limitare al mezzo tecnologico l'importanza ed il senso di tale arte si deve risalire a un clima di esperienze artistiche trasversali agli anni Cinquanta e Sessanta e ancor prima a una serie di ricerche, progetti, azioni, pensieri e realizzazioni millenarie che hanno cercato di trasformare il mondo in una direzione di ricerca collettiva della felicita' e del bene individuale e sociale. Per una cronologia estesa si puo' leggere questa scheda piu' avanti. Tra gli eventi piu' citati nella letteratura istituzionale che parla di arte delle reti troviamo citati nel 1980, Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz, che realizzano l’istallazione "Hole in space" collegando visivamente due punti da una costa all’altra degli Stati Uniti. Quello fu uno dei primi esempi di opera d’arte che connetteva le persone attraverso lo spazio. Due anni dopo Robert Adrian realizza "The world in 24 hours" mettendo in collegamento per un giorno intero sedici città attraverso tre continenti. Nella sua storia più prossima, invece, la net art si sposta sempre di più verso una coscienza etica e politica, e verso nuove sperimentazioni linguistiche. La net art esplode e si diffonde nei circuiti artistici solo dal 1996 in poi, quando tutti i festival di arte contemporanea iniziano a dare ampio spazio all’arte in rete.

Le prime produzioni artistiche

In questi anni la produzione artistica che ha come oggetto la rete risente della tecnologia di bassa qualità che deve ancora svilupparsi: si esplorano così direzioni che vanno verso l’arte concettuale, la grafica è povera e minimale. L’aspetto positivo di quegli anni era che internet era uno strumento ancora relativamente poco conosciuto, e quindi c’erano anche meno interessi economici all’interno di esso, inoltre la voglia di scoprire nuovi territori espressivi spingeva gli artisti a sperimentare cose per loro ancora sconosciute. I precursori della net art, allora, focalizzarono la loro attenzione più sull’aspetto comunicativo di internet piuttosto che sui contenuti della rete. Uno di questi artisti, il russo Alexei Shulgin, punta su di una poetica basata sull’interazione tra fruitore e medium, dove l’utente è chiamato a scegliere, con un click del mouse, quali opzioni attivare all’interno di un sito. Un’altra artista che sperimenta le prime opere in questo periodo è Olia Lialina, anch’essa moscovita come Shulgin. Ella si occupa inizialmente soprattutto di sceneggiature multimediali in html, con l’apporto di immagini in bianco e nero e di gif animate.

I successivi sviluppi artistici

Se il primo periodo della net art si occupò di creare nuove forme narrative che poteva offrire il nuovo medium, successivamente si cominciò invece a riflettere sui meccanismi nascosti che erano insiti nel web, si cominciò cioè a scavare dalla superficie fin dentro a contenuti. I segni, per esempio, dal momento che ogni carattere e lettera diventa linkabile e può essere un dominio, un luogo virtuale, assumono una grande importanza. La poetica della net art, fortemente improntata sull’ironia e sul gusto del paradossale, tenterà di svelare i nuovi aspetti che con il web hanno rivoluzionato il modo di comunicare, di fare arte ed il rapporto tra fruitore ed esecutore dell’opera. Per dare più visibilità al fenomeno della net art, gli artisti, che fino ad allora si erano tenuti in contatto tra loro ma in maniera referenziale, decisero di collegare tra loro le pagine tramite un progetto chiamato Refresh: una pagina che si auto-aggiornava automaticamente ospitando le opere provenienti da net artisti in tutto il mondo.

ASCII art

In quegli stessi anni esiste un’altra tendenza all’interno della net art che prende il nome di ASCII art. Tra i principali esponenti di questa tendenza troviamo: Alexei Shulgin, Vuk Cosic, Jaromil. L’ascii art è’ un rifiuto dell’estetica capitalistica e miliardaria della corsa sfrenata agli effetti speciali e alla computer grafica che rivoluzionano, per esempio, mondi dell’entertainment come il cinema hollywoodiano e i videogiochi. Abbiamo un uso figurativo dei caratteri ASCII (american standard code for information interchance), cioè quelli presenti sulla tastiera del personal computer. Si ricerca così un’arte visiva che usi i veri simboli del computer, senza cercare di imitare la pittura o il disegno come invece accade in tutti i più famosi software di grafica come Photoshop o Illustrator. Gli artisti in questo senso cercano di liberarsi dai vincoli imposti da software progettati da ingegneri, rivendicando che la loro creatività deve andare oltre l’uso preimpostato di uno strumento progettato da un professionista.

Form art

Alexei Shulgin inoltre inventa la Form art, disponendo in modo creativo e afunzionale sul monitor le finestre, le barre di scorrimento e tutti gli elementi tipici usati tradizionalmente nei siti internet. La funzione estetica di questa operazione sta nel ricontestualizzare visualizzazioni stereotipate, nel reinventare artisticamente oggetti che potremmo definire nuovi ready made che diventano aiutati. Togliendo la funzionalità a questi oggetti essi diventano elementi di un nuovo linguaggio figurativo che spiazza e affascina al tempo stesso.

Il Plagiarismo

Successivamente prende campo tra gli artisti della rete il fenomeno del plagiarismo, che vede tra i precursori un duo bolognese di artisti programmatori dal nome quanto mai originale : 010010111011101.org, creatori, tra l’altro dell’artista inesistente Darko Maver, che diventò un fenomeno mitopoietico in grado di beffare persino la Biennale di Venezia. E’ anche il periodo dei nomi multipli, il più famoso dei quali, Luther Blissett, diventa una personalità collettiva che può diventare portavoce di tutti coloro che sono a conoscenza della sua esistenza virtuale. L’invenzione di personaggi inesistenti o di personalità alternative è una delle sfaccettature più importanti dell’arte in rete. Grazie allo spazio virtuale possiamo staccarci dal nostro Io per assumere nuove e molteplici identità, oppure possiamo creare avatar, ovvero nostri cloni digitali che “vivano‿ per noi nel mondo delle reti e compiano per noi azioni e quant’altro. Gli artisti della rete hanno sempre sfruttato quest’ambiguità dell’Io nella rete e l’hanno usato anche per mettere a segno performance che si beffavano di istituzioni anche artistiche, come fece Cornelia Sollfrank, net artista tedesca che mise a segno l’opera Female extension sfruttando proprio le personalità multiple in internet. Un altro caso particolarmente interessante in questo senso nella storia della net art è inoltre quello della “presunta‿ net artista che si nasconde dietro lo pseudonimo di Netochka Nezvanova, nome femminile usato nei romanzi di Dostoevky che in russo significa anonimo nessuno. Inizialmente quest’entità parassita che si nasconde tra le trame della rete, giocando brutti scherzi ai net artisti di tutto il mondo si fa chiamare Antiorp. Con valanghe di e-mail spazzatura infarcisce le mailing list delle comunità di artisti in rete con proclami sconclusionati e contradditori riguardanti l’arte e l’uso delle nuove tecnologie, tutti scritti in uno strana lingua ibrida mista che mescola inglese, francese, spagnolo e tedesco.

Il dirottamento digitale

Un’altra pratica è quella del dirottamento digitale. Come quelli del gruppo Etoy, degli yes men, di Alexei Shulgin e di Vuk Cosic. Attraverso una manipolazione dei motori di ricerca, dell’uso dei ranking e delle parole da ricercare questi artisti sono riusciti a dirottare utenti inconsapevoli in siti di “disturbo‿ dove si potevano leggere teorie contro lo sviluppo del capitalismo in rete, come nel caso di gatt.org ai danni del sito del WTO, oppure a rivendicare il proprio dominio internet contro una multinazionale, come fece Etoy, oppure ancora semplicemente deviare i navigatori in cerca di siti pornografici all’interno di siti di arte elettronica.

La vittoria di Linux

Ma una delle grandi rivoluzioni della net art è la vittoria di Linux, nel 1997 del festival dell’arte elettronica di Linz. Un software dunque, non solo era stato considerato un’opera d’arte al festival più importante dei arte elettronica, ma era stato considerato addirittura come la miglior opera presentata. Se guardiamo indietro nella storia del personal computer, il salto che ha permesso l’espansione esponenziale dell’uso del pc da parte delle persone è stata l’introduzione dell’interfaccia grafico che simulava l’ambiente di lavoro reale. Windows e il sistema operativo Machintosh funzionano con icone che riprendono gli oggetti di uso comune in un ufficio. Al quel punto chi usava il computer non aveva più bisogno di conoscere i linguaggi di programmazione, perché questi rimanevano nascosti “sotto‿ la maschera dell’interfaccia che permette di eseguire tutte le operazioni possibili delle applicazioni di un computer senza conoscere neppure un codice di linguaggio di programmazione. Questa situazione ha portato però anche al monopolio di Windows. Linux ha rivoluzionato tutto fornendo un sistema operativo che fosse open source, cioè fornendo anche il codice del programma che poteva anche essere modificato dai programmatori che ne facevano uso, in sostanza poteva essere “personalizzato‿.

La Software art

Se Linux è stato importante dal punto di vista politico e sociale, dobbiamo considerare che il software è anche poetica ed estetica e quindi una forma di arte elettronica. Fino all’avvento della software art la computer art era considerata tale solo in quanto le immagini venivano visualizzate tramite il monitor di un computer. Insomma riproponeva sostanzialmente l’assunto che la video arte era tale perché c’era nell’opera un televisore con immagini in movimento. In realtà è sbagliato considerare la computer art nel modo in cui viene visualizzata, ma lo si dovrebbe fare tenendo conto che tutto il digitale è comporto da codici di programmazione, che a loro volta si rifanno al linguaggio binario matematico composto da cifre di soli 1 e 0. Sono proprio loro i “mattoni‿ che costituiscono il digitale. Quindi il software è fondamentale per questo tipo di arte. Un programmatore quando scrive un codice fa un’operazione molto personale, anche estetica, che rispecchia la sua identità, è come lo specchio del suo Io, la sua espressione. Potremmo dire che un software è come un poema e che il programmatore è il cantore che lo ha composto. Uno degli artisti programmatori più importanti fin dall’inizio di questa tendenza artistica è l’inglese Adrian Ward, autore di programmi come Auto-Photoshop e Auto-illustrator che criticano i programmi ad interfaccia di grafica del colosso Adobe e mettono in crisi il rapporto di fiducia instaurato tra l’utente e gli strumenti iconizzati che si usano per fare grafica. Volendo trovare, nella storia dell’arte, un esempio ante litteram di opera di software art possiamo certamente individuarla in Composizione N°1 del 1961, una “sentenza‿ del compositore minimalista La Monte Young, aderente tra l’altro al movimento Fluxus. La frase è “disegna una linea dritta e seguila‿. In effetti questo tipo di opera potrebbe benissimo trattarsi anche di un ordine impartito ad una macchina, come un calcolatore. La software art è in effetti un’arte delle macchine: parla il linguaggio della macchina, funziona all’interno di una macchina e per la macchina stessa. A ben guardare si tratta dell’evoluzione dell’arte macchinina di Duchamp e Picabia, portata avanti da correnti come Fluxus, arte cinetica e programmata, da Andy Warhol e da tutte le neoavanguardie. L’ulteriore passo avanti, però, per quanto riguarda l’arte digitale, è la smaterializzazione finale che si realizza completamente con la net art. Nella nostra epoca, con la software art, la mutazione uomo macchina sembra evolvere anche nella direzione del linguaggio: uomini e macchine si vengono incontro e parlano lo stesso linguaggio. L’uomo nel programmare parla la lingua delle macchine, le macchine con le interfaccia come Windows parlano nel linguaggio dell’uomo.

Hacker art e Hacktivism

Un ulteriore atteggiamento promosso dagli artisti della rete è quello della Hacker art e dell’ Hacktivism. In pratica in questo ambito artistico tutte le possibilità artistiche, linguistiche ed estetiche della net art sono poste al servizio di un’etica dell’attivismo politico, della disobbedienza civile e del sabotaggio contro il sistema capitalistico e le logiche di potere che si stanno facendo sempre più strada in internet ma non solo. Un esempio fondamentale in questo senso è la “finta corporation‿ di artisti di mark, che con azioni di sabotaggio informatico attacca le vere corporation. Il sito http://www.rtmark.com/ si presenta utilizzando sia il linguaggio che le strategie comunicative delle multinazionali ed è riuscita a colpire siti di propaganda reazionaria del calibro di Rudolph Giuliani e di Gorge Bush, oppure simboli del liberismo come il WTO. Quindi secondo i net artisti è possibile una rete diversa, che diventi strumento di un’arte etica e attiva, che sia più democratica e sostenibile per tutti. Essa può trovarsi nella TAZ (Zone temporaneamente autonome) teorizzate da Hakim Bey, o nell’intelligenza collettiva che si sviluppa in collettivi artistici come Rhizome e Nettime. In conclusione quindi, dopo la dissoluzione dell’oggetto, gli artisti hanno davanti la sfida di nuovi compiti “morali‿ da portare avanti nel futuro: l’arte sociale in rete, nella quale etica ed poetica funzionino all’unisono; l’arte come critica, contro il controllo dell’individuo da parte dei media, dei poteri forti, delle multinazionali;l’arte dell’utopia, che combatta per una vera democrazia globale contro le logiche del mercato, che tuteli i diritti del singolo.

L'Arte della memoria

Un ultimo “dovere artistico‿ di cui si sente una particolare esigenza per portare avanti l’idea di un’intelligenza collettiva in rete è inoltre quello dell’arte della memoria. Questa nuova tendenza artistica consiste nel conservare e diffondere in rete la storia, il sapere e tutto il bagaglio conoscitivo del fare arte e della storia dell’arte, affinché il passato ed il futuro dell’arte non siano mai disgiunti. Ma questo tipo di sapere viene sviluppato non in modo verticale, ossia dato dall’alto verso il basso secondo una gerarchia di competenza, bensì a livello orizzontale, collettivo e partecipato. Ognuno può contribuire con il proprio bagaglio ed intervenire per modificare l’archivio già esistente. Ogni utente diventa al tempo stesso fruitore e creatore dell’opera: è la realizzazione dell’utopia di intelligenza collettiva teorizzata da Pierre Lèvy.

Arte della memoria significa in definitiva restituire e diffondere la conoscenza. Questo nuovo tipo di arte della rete ha tre caratteristiche importanti dalle quali non può prescindere:

  • l’immaterialità, affinché possa essere disponibile per tutti ovunque e sempre;
  • l’indeterminazione, affinché sia sempre in divenire, libera di espandersi e mutare in maniera infinita e indefinita;
  • il reticolamento, ovvero che sia una rete di saperi senza un centro, senza gerarchie e poteri, fatta collettivamente da tutti i soggetti che vogliono partecipare.

Quest’ultimo aspetto è fondamentale perché fa si che questa democratizzazione della conoscenza garantisca la neutralità del pensiero. Focault diceva che la storia è l’interpretazione degli eventi passati data dall’ideologia dominante: lo stesso potremmo affermare per la conoscenza. Invece, con l’arte della memoria, l’ideologia non prevale e tutti i punti di vista trovano il loro spazio, perché infinite interpretazioni sono la neutralità, mentre l’oggettività non esiste.

Nel 2004 il festival di arte elettronica è stato vinto da un’opera di arte della memoria: Wikipedia. L’opera consiste in un database aperto che consente a tutti gli interessati di contribuire mettendo a disposizione la loro conoscenza per gli altri. Uno strumento che in poco tempo è diventato esteso e senza confini e dal potenziale immenso per la diffusione della cultura.

Attualmente Wikiartpedia, in collaborazione con il dipartimento di arti multimediali dell’Accademia di belle Arti di Carrara, coordinato da Tommaso Tozzi, è un progetto parallelo a wikipedia dedicato all’arte e alle culture della rete. Questo database, in contatto con la redazione di wikipedia, porterà avanti la filosofia dell’arte della memoria per quanto riguarda l’ambito più specifico dell’arte e delle culture della rete, creando così un’opera d’arte metalinguistica aperta, collettiva e immateriale che sarà uno strumento di conoscenza attiva e partecipata per tutti.


Poetica:

L’interazione tra l'opera e lo spettatore

Nella Net art l’interazione tra l'opera e lo spettatore avviene sempre in forma virtuale attraverso la linea telefonica, il computer ed il software di visualizzazione. L’opera d’arte, nell’arte della rete, è la rete stessa in quanto tale. La rete diventa così un importante modello di relazione sociale: un gruppo o un individuo progetta un’opera aperta che può essere ampliata da altre persone. L'opera è così in continua evoluzione e trasformazione. La rete diventa inoltre per i net artisti il territorio per scontrarsi politicamente ed artisticamente contro i poteri forti della società e dell’economia globalizzata. Si giunge così ad un uso sociale delle reti telematiche, attraverso un’azione di controinformazione “orizzontale‿ che possa fornire materiali antagonisti del potere attraverso un uso più critico di internet e delle nuove tecnologie.

Dall’arte concettuale all’immaterialità

La net art può essere esteticamente considerata come il passaggio dall’arte concettuale all’immaterialità dell’arte. Questa evoluzione dell’arte si deve soprattutto all’avvento delle nuove tecnologie digitali che hanno permesso la trasformazione di immagini, concetti, testi e idee in bit, in codice binario, in sequenze di numeri zero e uno. La rete dei telefoni, che veicola la rete e permette l’esistenza del cyberspazio, era già stata oggetto tra l’altro, nel 1969, di un esperimento di arte telefonica nel quale gli artisti dettavano al telefono le opere che venivano così ridisegnate dagli allestitori della mostra, che le interpretavano necessariamente. Già all’epoca quindi troviamo la necessità di interazione che verrà soddisfatta soltanto qualche decennio più tardi con l’avvento di internet. La presa di coscienza che la poetica dell’arte stava cambiando grazie al digitale fu però intuita in maniera più articolata solo nel 1985, quando Lyotard curò la mostra “Les Immateriaux‿ al Centro Pompidou di Parigi. Egli vide nelle nuove tecnologie digitali la possibilità di smaterializzazione dell’opera d’arte, del mutamento del ruolo dell’autore da singolo a collettivo e persino dell’interazione elettronica dello spettatore che diveniva così autore egli stesso. Una poetica simile era già stata propugnata dai movimenti delle neo-avanguardie degli anni sessanta: come Fluxus. Giuseppe Chiari, per esempio, esponente italiano di Fluxus, già in quegli anni parlava di sapere in divenire e “con-fusione‿ per ampliare la conoscenza generale. Anche l’interdisciplinarietà, elemento fondamentale della poetica della net art, ha radici più “antiche‿. Per esempio nel progetto di Robert Rauschemberg chiamato E.A.T. (experiment in art & technology) che si proponeva di far collaborare insieme scienziati e artisti.

Il Cyberspazio

Tutte queste utopie estetiche vedono finalmente una possibilità di realizzazione grazie all’avvento del medium computer: il primo mezzo nella storia dell’arte in grado di offrire la sinestesia percettiva e il fare arte cooperativo. Quando tutti i computer si collegano, a livello planetario, nasce il Cyberspazio. Chiamato villaggio globale da MacLuhan, intelligenza collettiva da Pierre Lèvy, intelligenza connettiva da Derrick De Kerckove e cervello globale da Peter Russel, il nuovo mondo virtuale creato dall’interconnessione planetaria dei computer è il territorio dove gli artisti combattono la loro battaglia con un’arte impegnata, sociale, politicamente attiva.

Artista è attivatore di fenomeni culturali e creativi, e partecipa insieme ad altri, collettivamente, ad un fare artistico che mescoli etica con estetica. Ancora una volta sembra essersi realizzata, a distanza di quarant’anni, l’utopia Fluxus di Giuseppe Chiari: una ridefinizione del ruolo dell’artista, che partecipa al fare artistico insieme a tutta la collettività. Fin dal 1969, con la creazione di Arpanet, il campo d’indagine dell’arte è diventato la critica alla società dei consumi, dello spettacolo, del capitalismo. In un certo senso possiamo affermare che molta della filosofia di critica dei mass media tipica della video arte si trasferisce sulla rete. La net art, inoltre, indaga anche sul controllo e sulla dimensione dell’individuo nella società. In questo senso può essere anche definita arte dell’utopia. Mentre invece diventa autoreferenziale e metalinguistica quando studia i meccanismi stessi della rete e del software. E delle possibili contaminazioni tra la percezione umana nei confronti dei new media e della società contemporanea.


Opere:

Precursori:

  • Almanacco Dada (1920). La prima proposta per un'arte specificatamente telefonica fu una provocazione non realizzata proposta dai dadaisti a Berlino. L'Almanacco Dada propose che un artista potesse ricevere un ordine per il dipinto attraverso il telefono.
  • Video Roget (1962) di Roy Ascott. L’opera consiste in una matrice concettuale con una struttura a grata che da la possibilità allo spettatore attivo di cambiare e ricombinare le forme astratte rappresentate.
  • Magnet Tv (1965) Nam June Paik piazza un magnete su un apparecchio televisivo mostrando la dimensione puramente elettromagnetica del segnale.
  • Arte al telefono (1969) Show del museo d'arte contemporanea di Chicago, il quale chiese ad oltre 30 artisti di telefonare al Museo o di rispondere alle chiamate del museo e quindi di istruire lo staff a proposito del contributo per la mostra che volevano. I vari pezzi venivano quindi prodotti ed esposti.
  • Partecipation Tv (1969) Nam June Paik invita lo spettatore ad interagire con lo schermo televisivo prestando attenzione agli spettatori interattivi.
  • Send / Receive (1977) Centro per New Art Activities, New York, e Com / La Mamelle, Inc., San Francisco. Organizzato da Liza Bear, Willough, Sharon Grace e Carl Loeffler. Questo progetto ha impiegato un satellite CTS dotato di un sistema che spedisce e riceve per 15 ore trasmissioni interattive tra New York e San Francisco. La distribuzione a terra è su cavo televisivo.
  • Satellite Arts project (1977) Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz, in unione con la Nasa, mettono in contatto e fanno interagire due gruppi di ballerini distanti tremila chilometri l’uno dall’altro, fondendo le loro immagini su un unico monitor. Due eventi geograficamente dislocati si unificavano in quel non luogo chiamato tempo reale. Questa fu la prima immagine interattiva del mondo composta tramite satellite.
  • Slow Scan Video (1978) Open Space Gallery, Victoria British Columbia, con trasmissione per il Center per New Arts Actities, New York e il California College di Arts e Crafts, Oakland, California. Partecipavano: Mary Arnold, Bill Barlett, Susan Corman, Gail Johnson, Jim Lindsay e Jim Starck. Il progetto utilizzava un robot digitale con convertitore scan in impulsi ogni secondo sulle linee telefoniche vocali. L’esperimento fu un preliminare per la Sat - Tel – Comp collaboratory.
  • Sat Tel Comp Collaboratory (1978) Open Space Gallery, Victoria, British Columbia. Organizzato da Bill Bartlett. Il progetto consisteva in una installazione di un materiale di riferimento, fotografie,documentazione, forum pubblico, workshop, discussioni e il display e realizzazione di hardware relativi. La collaborazione è caraterizzata inoltre da esperimenti che duravano 6 settimane e implicavano l’uso di comunicazione con computer. Utilizzando l’ I.P. Sharp (APL) international Network, sono stati fatti degli scambi tra Toronto e Vittoria e un gruppo nelle remote isole pacifiche.
  • Interplay: Computer Culture/ Interactive Communication (1979)Le comunicazioni erano ospitate dal computer Exposition, Toronto Ontario e coordinate da Bill Barlett. Un progetto di arte e telecomunicazione all’interno del programma "Computer Culture Canada‿, un workshop sulla comunicazione che fu presentato attraverso il network IPSA, il quale coinvolgeva 22 centri e quelli individuali dall’ Australia, Nord America, Bretagna ed Europa.
  • Pacific Rim Identity (1979) Un progetto di Direct Media Association, di Bill Bartlett, Peggy Cady, Penny Joy and Jim Starck.Fu caratterizzato da una installazione di video a scannerizzazione lenta e il suo uso sul satellite Arts, usando radio e televisione per una comunicazione interattiva. Esso includeva trasmissioni punto punto e punto molti, punto da Vancouver Art Gallery con partecipanti in Seattle Victoria, Santa Cruz (California), San Francisco, Los Angeles. Hawaii. Fiji, Cook Islands, Papua (New Guinea), New Zealand, Australia. Alaska, New York e Toronto.
  • Artists’ Use of Telecommunications: Live International Video and Audio Link (1980)San Francisco Museum of Modern Art. Un progetto di Art Com/La Mamelle, Inc. Organizzato da Bill Bartlett, Sharon Grace e Carl Loeffler. Il progetto era caratterizzato da un collegamento slow – scan video, audio, e personal computer collegati con Vancouver, Hawaii, Tokyo, Toronto, New York, Cambridge, Canada, Vienna.
  • ARTBOX (1980) Seguendo l’evento Artists' Use of Telecommunications, Robert Adrian stabilì l’ Artbox (più tardi chiamato Artex) una sorta di cassetta postale elettronica mondiale dedicata agli artisti interessati alle telecomunicazioni; un programma di posta elettronica semplice, poco costoso che gli artisti potessero usare per generare un rete per organizzazione progetti di comunicazione.
  • Hole in space (1980) New York e Los Angeles, Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz. Una installazione ad accesso pubblico sospesa tra il Broadway Store di Los Angeles e il Lincoln Center di New York. Per tre sere consecutive due schermi situati nei due centri furono collegati via satellite riproducendo in tempo reale le immagini provenienti dall’altra costa.
  • Terminal Consciousness (1980) Ideato e organizzatola Roy Ascott, con Keith Arnatt, Eleanor Antin, Don Burgy, Douglas Davis, Douglas Heubler e Jim Pomeroy. Questa è stata la prima conferenza internazionale computerizzata con progetti e arte usando INFOMEDIA’ s “ Planet ‿ network.
  • V/Tape (1980) Toronto, Ontario, Canada. Questa organizzazione fu dedicata a dare una serie di servizi ad artisti video, produttori e programmatori. Questi servizi includevano cataloghi computerizzati di videotape che permettono agli utenti di aver un buon riferimento per il nome degli artisti, titoli, soggetti, date etc.
  • Apology Line (1980) Fondata da Allen S.Bridge a New York. Bridge inviava volantini per la città offrendo un numero di telefono che la gente poteva chiamare anonimanente per scusarsi dei peccati reali o immaginati. Queste confessioni erano quindi riproposte come installazioni, cassette audio, e dopo la trascrizione pubblicate nell'Apology Magazine.
  • LexaSor (1981) Avant Garde Art Review magazine, New York. Organizzato da Steve s' Soreft. Questo progetto era caratterizzato da trasmissioni di artisti di libri pagina per pagina. Il sistema permette all’ utente di controllare l’affluire dei dati.
  • 1980 Roy Ascott organizza, in collaborazione con Infomedia, un evento di tre settimane che prevede la sperimentazione da parte di artisti delle possibilità fornite dalla telematica, considerando, come viene scritto allora, “le teleconferenze computerizzate come una forma di arte‿. Si affaccia l’idea che artista è colui che progetta e lavora ad un’idea di networking, mentre l’autore è chiunque sia connesso alla rete.
  • Kunst-Microkunst-Macrokunst (1981) Organizzato da Robert Adrian, consisteva in una comunicazione tramite computer che includeva Zagabria Amsterdam e Vienna.
  • Telefacsimile (1981) Tom Klinkowstein, associandosi ad ARTBOX, ha proposto questo progetto che è avvenuto il 5 Agosto del 1981 fra il Mazzo Club a Amsterdam e il Blitz Barin a Vienna. E’ stato il primo progetto con il FAX dagli artisti in Europa.
  • Lewittown (1982) Cultural Centre Hoogt, Utrecht, Holland, fu ideato da Tom Klinkowstein.
  • Telesky (1982) Organizzato da Eric Gidney. Questa è stata la prima comunicazione visuale in Australia collegata al Paddington town Hall in Sydney con Mit in Cambridge, Masschusetts.
  • The World in 24 Hours (1982)Ars Electronica Biennale, Organizzato da Robert Adrian. Un progetto che metteva in collegamento, per un arco di 24 ore, artisti di sedici città dislocati in tre continenti. Seguendo il sole di mezzogiorno lungo la rotazione terrestre, gli artisti si collegavano per circa un’ora ciascuno con il festival di Linz.
  • La Dourse de L'imaginaire (1982) Centre Georges Pompidou, Paris. Organizzato Fred Forest. Era un progetto di telecomunicazioni interattiva che comprendeva telematica, televisione radio e telefono.
  • Telefonmusik Wieo-Berlin-Budapest (1982) Organizzato da BLIX (Robert Adrian, Helmut Mark) in Vienna. Questo era un evento musicale interattivo, un concerto a telefono collegando i telefoni agli amplificatori che coinvolgeva Vienna e Aufbau-Abbau, Berlin (Rainald Schumacher) e Artpool, Budapest (J, Galanti).
  • Artex (1982) E' un programma elettronico di scambio e di comunicazioni di arte interattivo intercontinentale progettato per gli artisti e gli interessati agli usi alternativi della tecnologia avanzata. Il programma è stato mantenuto semplice, per fornire un accesso facilitato per i partecipanti non addestrati, relativamente non sofisticato e a costi minimi per l'utente.
  • Telefonmusik Wieo-Berlin-Budapest (1983) Organizzato da BLIX (Robert Adrian, Helmut Mark) in Vienna. Questo era un evento musicale interattivo, un concerto a telefono collegando i telefoni agli amplificatori che coinvolgeva Vienna e Aufbau-Abbau, Berlin (Rainald Schumacher) e Artpool, Budapest (J, Galanti).
  • Telefonmiwik, Wiencouver (1983) Organizzato da Robert Adrian e Hank Bull (Vancouver), Helmut Mark (Wien), Rainald Schumacher (Berlin) e Marcin Krzyzanowskt (Warschau). Questo era un esperimento di televisione interattiva e bidirezionale con uno scambio di tre ore di suono ed immagine (SSTV).
  • Contact (1983) Tel Aviv, Israel. Organizzato da Natan Karczmar. Questo era un progetto che coinvolgeva una rete di 24 telefoni.
  • La Plissure du Texte (1983) Museum of Modern Art, Paris. Ideato e organizzato da Roy Ascott come parte di "Electro 1983". I partecipanti sono stati Robert Adrian, Brucc Breland, Eric Gidney, Norman White, Carl Loeffler, Gregory McKenna, Torn Klinkowstein, David Garcia e Annie Wright e John Southworth, ai quali sono stati assegnati i ruoli in un racconto fairy globale. Questo era un progetto di collaborazione per raccontare storie, usava un processo di distribuzione authorship su scala globale per realizzare un racconto planetario.
  • Estetica della comunicazione (1983) Un gruppo di artisti sotto la guida di Derrick de Kerckhove e Mario Costa formano il gruppo dell’ Estetica della Comunicazione. Tra questi vi sono Fred Forest, Christina Sevette, Stéphan Barron, Natan Karczmar e Robert Adrian. L’obiettivo dichiarato dal gruppo è di indagare intorno agli aspetti estetici e psico-sociologici delle nuove tecnologie della comunicazione.
  • Labyrinthe (1984) Museo del Sannio, Benevento, Italia, organizzato da Marc Denjean. E' stato un progetto telematico che ha incluso Italia e Francia.
  • The Tramatlantic Touch(1984) Organizzato da Christian Sevett. Les Transinteractives. Questo progetto includeva Parigi e Toronto.
  • Electronic Cafe(1984) The Museum of Contemporary Art, Log Angeles. Ideato da Kit Galloway e Sherrie Rabinowitt. Questo progetto ha unito 6 diverse comunità con Los Angeles in una telecomunicazione di banca immagini e database network.
  • pARTiciFAX (1984) Collective Art X Technology, Toronto. Organizzato da Lisa Sellyeh e Peeter Sepp. Questo progetto invitava degli artisti internazionali a partecipare a una rete facsimile e li teneva in partecipazione da 26 paesi inclusa l’ Australia, Stati Uniti, Giappone e vari dell’ Europa.
  • Performance Data Bank/Electric Bank(1984) Des Moines, Iowa, U.S.A. Concepito da Fred Truck. Il progetto sviluppava un database per rappresentazioni e attività di nuovi artisti; è presente, stabilito e operante online.
  • Telefaxart(1984) Presentato alla Art e New Technology Exhibition, Pavia. Italia, 21 giugno - 1 luglio 1984. Organizzato da Maria Grazia Mattei per la festa nazionale dell’UNITA', il progetto coinvolgeva telecomunicazioni con Austria, Canada, Australia, Stati Uniti e Inghilterra.
  • First U.S. Amateur Radio Transmission Slow-scan Television(1984) Parte del Festwachen Kun&tfunk Technology Exhibition, questo evento fu trasmesso via satellite dagli artisti da Carnegie – Mellon Amateur Radio Club. L’operatore radio Mike Chepponls del Dax group trasmetteva il lavoro di Bruce Breland e Jim Kocher a Vienna. L’operatore radio a Vienna era Hans Hahn.
  • KUNSTFUNK(1984) Organizzato, installato e controllato da Zelyko Wiener, Gerhard Taschler e BLIX. Un progetto di SSTV per la radio dilettante alla Wierner Secession all’interno del Wierner Festwochen. Per una settimana le stanze superiori del Secession sono state usate come studi radiofonici e spazi di prestazioni. Ogni giorno un artista o un gruppo installarono o realizzarono un lavoro per la trasmissione di SSTV.
  • Cultural Software(1985) Artcukure Resource Centre, Toronto. Questa organizzazione era specializzata in applicazioni culturali e implicazioni di informazione tecnologica di artisti come ARTBASE (un database culturale) e ARTNET ( una comunicazione on line ) ed altri servizi.
  • Machina/Memory Landscapes: Paradise(1985) Organizzato da Maria Grazia Mattei, consisteva in uno scambio di disegni facsimili con artisti affiliati con Mida, un gruppo di Milano. L’iniziativa includeva anche bambini di Torino. ( Il progetto era sopportato in parte da the Harria-3M Corporation.)
  • Amico di Telefax (Friends of Telefax) (1985) Organizzato da Maria Grazia Mattei, con coordinamento educativo e animazione di The Magic Lantern laboratori di Torino. Questo corso avanzato includeva i bambini di Torino, Parigi e Vienna ed era presente in connessione con l’ esposizione Machine – Theater Technology, Performance.
  • Hearsay, DPSATEXT Language Exchange (1985) A-Space Gallery, Toronto, Canada. Ideato e organizzato da Norman White e caratterizzato da SPEAK gruppo di Toronto. Questo progetto implicava una traduzione multi lingua del poeta ungherese Robert Zeno. Una poesia veniva trasmessa da un nodo all’ altro in una rete, e ad ogni nodo era assegnato una traduzione in lingua specifica.
  • Life-O-Mation, Electronic Visions II (1985) Carnegic-Mellon University, Pittsburgh, Pennsylvania, ideato e prodotto da Willard Van de Bogart. Questa era la prima trasmissione a colori SSTV di artisti usando HF (HAM) radio. La trasmissione era effettuata da Carnegie-Mellon Amateur Radio Club che si trovava in Hammerschlag Hall e Mid Bardwell in Hammoxid, Louisiana, dove veniva convertita in registrazione di suoni e estradata alla Contemporary Center per Arts in New Orleans, Louisiana.
  • Organe et Fonction d'Alice au Pays des Mervellles (1985) Les Immateriaux, Pompidou Centre, Paris, ideato da Roy Ascott. Questo era un video text “Plissure du texte‿ su Minitel, creato come porta del programma Art Access.
  • Sonart: I'image & distance par son. (1985) Language Plus Exchange, ANNPAC, RACA ideato da Madeline Dore in collaborazione con Roger Coudre e Lisa Maxcoux, direttore del progetto SONAR, Alma. Quebec, Canada. Questo evento era caratterizzato da uno scambio di immagini per pezzi di rappresentazione via SSTV.
  • Art Com Electronic Network (1986) San Francisco, diretto da Anna Couey, Carl Eugene Loeffler e Fred Truck. Questa era una rete di comunicazione in servizio continuo dedicato all’ arte contemporanea e alla tecnologia di comunicazione. Whole Earth 'Lectronic Link (WELL) (distribuita da Compuserve Packet Network) e con USENET.
  • Planetary Network and Laboratory Ubiqua (1986) Venezia Biennale. Organizzato da Roy Ascott, Don Foresta, Tom Sherman e Tomasso Trini, con la coordinazione degli artisti della trasmissione telecfasimile sotto la direzione di Maria Grazia Mattei. In questo progetto, il cui tema era “ The Daily News‿, più di 100 artisti in 3 continenti interagivano attraverso reti includendo computer videotex, slow – scan televisivi e facsimile.
  • Null de la Télématique (1986) Organizzata da Stephan Barron, era un progetto dove una rete di computer collegava le città di Caen, New York, Amiens, Bruxelles e Roma.
  • Videolento 1987 (Slow - Scan Video) (1987) Ideato da Giovanna Colacevich. Questo evento con slow – scan in rete è stato presentato il 27 aprile fino al 30 aprile a Roma, Italia, unendo La Chiave e il Fotogramma.
  • 40,000(1987) Ideato da Andreas Raab. Questo evento fax fu presente dal 1 al 20 Ottobre 1987 al Palazzo Venezia a Roma, Italia, e all’ Hotel Ivoirc Intercontinentale in Abidjan, Ivory Coast.
  • Digital Body Exchange(1987) Ideato da Roy Ascott, in collaborazione con Paul Thomas, Eric Gidney, Zelko Wiener, Robert Pepperell, Robert Dunn e Bruce Breland. Questo era un progetto di una immagine digitale.
  • Snowball Project. (1987) Prodotto in Kassel, Germania, da Hank Bull. Questa era una teleconferenza per scambi tra Banff Centre per il Performing Arts, Massachusetts College di Art e The Western Front. Vancouver, British Columbia. Canada, Camegie-Mellon University e il Cafe New York, Kaoael, Germany, il 20 luglio 1987.
  • Cultural Digitalis(1987) International Conference Center, Vienna. Oraganizzato da Zelko Wiener per il Lehrkanzel fur Kommunkations Theorie, Hochschule fur angerrante Kunst, Vienna. Questa era un’ immagine digitale e testo per scambi con il gruppo DAX in Pittsburg, Pennsylvenia (diretto da Bruce Breland).
  • Video Crossing—Magical DAX (1987) Istituto per Art e Technology-Museum di imagine e suono, University of San Paulo, Brazil. Diretto da Bruce Breland per DAX. In questo evento artistico telematico, Dax per la prima volta ha impiegato musica dal vivo (Roger Dannenberg, Chris Koenigsberg) e un ballerino professionista (Scott Timm). Le immagini furono trasmesse da SSTV il 17 settembre 1988.
  • Images du Futur, Ultimatum II: Nouvelles Litteratures(1987) Vieux-port de Montreal, Quebec, Canada. Questo festival di 7 giorni era caratterizzato da prestazioni dal vivo, letture multimediali, esibizioni di testi elettronici e trasmissione dati.
  • Il Serpente di Pietra: una Co-Opera nel Santuario Campestre di Saltria(1987) Gavoi, Sardegna. Prodotto da Sandro Dernini e Franco Meloni (Dipartimento di Fisica dell’ universtà di Cagliari), Sardegna e Plexus, movimento italiano nella celebrazione del centenario per l’anniversario della scoperta dell’ elettromagnetismo fatta da Nikolas Tesla. Fu una rappresentazione basata sul “Serpeant‿ stabilendo un’interazione via I.P., Sharp bitnet e Earn network.
  • Message Interplanetaire(1987) Parigi, Francia. Creato da Jean Marc Phillippe. Questo fu un progetto Videotel (Minitel) interattivo.
  • Intercitics(1988) Questo era un progetto televisivo con slow – scan tra IPAT (istituto per la ricerca sull’arte e la tecnologia) in Sao Paolo, Brasile, e DAX (Digital Art Exchange) al Carnegie - Mellon University, Pittsburgh, Pennsylvania.
  • To Make the Invisible Visible(1988) Ideato da Roy Ascott, in collaborazione con Robert Pepperell (Gwent), Bruce Breland, DAX (Pittsburgh). Don Foresta. Center per Media Art (Parigi) e Zelko Wiener, H.A.K. (Vienna). Questo progetto era composto da una rete di computer con immagini e testi ed era parte del nono incontro europeo della cibernetica e sistemi di ricerca.
  • Julia Margaret Cameron(1988) Musee de Toulon, France. Questo era un progetto telematico che includeva televisione e radio.
  • Une Excursion de l’Esprit: Une Voyage sur la Mer Telematique (Mind Excursions-travelling Through the Telematic Sea: An Interactive Art Event) (1988) Ospitato dall’ università di Pittsburgh, International Development Institute. Un interattivo slow – scan per televisione che aveva luogo tra il campus dell’ università di Pittsburgh e il gruppo Dax al Carnegie - Mellon University in Pittsburgh, Pennsylvania. Il progetto includeva rappresentanti da 20 città africane in lingua francese e Haiti frequentando la decima sessione seminario manageriale di sviluppo francofono.
  • ROMEMILANFERRARA… Videolento 1988 (Slow-Scan Video 1988) (1988) Ideato da Giovanna Colacevich e organizzato da G. Mastobrio (Roma, Italia), D. Nardone (Milano, Italia) e L. Bonora e E. Minarelli (Ferrara, Italia). Questo evento di comunicazione collettiva è stata presentata il 23 Marzo 1988 alla galleria Alzaia in Roma, a Milano allo Studio Casoli e al Palazzo dei Diamanti a Ferrara.
  • Telefax, Roma—Nairobi (Telefax, Rome—Nairobi) (1988) Presentato dal 21 al 25 luglio 1988 alla galleria Alzaia in Roma, Italia, e alla galleria Watutu in Nairobi, Kenya. Questo era un evento di comunicazione collettiva via fax.
  • Telefoto di Gruppo (Telephoto of the Group) (1988) Partecipanti: Roy Ascott, Giovanna Colacevich, Fred Forest e Tom Klinkowstein. Questo è stato un evento con fax presentato il 23 settembre 1988 in Camerino, Italia.
  • Peace & Love(1988) Palazzo della Provincia. Catanzaro, Italia, 24-25 Ottobre 1988. Ideato da Giovanna Colacevich. Questo progetto il cui titolo è “fax for pax‿, era un evento di comunicazione collettiva via fax.
  • Cavallo Telematico (Telematic Horse) (1988) Ideato da Gianni Loperfido. Questo fax è stato presentato il 14 Novembre 1988 al Palazzo dei Diamanti a Ferrara, Italia, e all’istituto italiano della cultura in Dakar, Senegal.
  • Aspects of Gaia: Digital Pathways Across the Whole Earth(1989) Ars Electronics, Lintz, Austria. Ideato e diretto da Roy Ascott, in collaborazione con Peter Appleton, Mathias Fuchs, Robert Peppercll e Miles Visman. Questa installazione interattiva pubblica e rete mondiale ( utilizzando immagini digitali, suoni e testi) includeva artisti su 3 continenti.
  • Térképek—Maps(1989)Hochschule fur Angewandte Kunst in Wien/Lehrkanzel fur Kommunikationstheorie con Robert Dunn, Dana Moscr, Gabor Kopek, Irene e Christine Hohenbuchler, Stefan Back, Mathias Fuchs e altri. Questo progetto implicava scambi di suono, immagini e testo.
  • Odyssey(1989) Fortner Anderson (Quebec) et al. Questo progetto collettivo usava HyperCard staks.
  • Republique(1989) Ajaccio, Corsica. Creato da Phillipe Helary. Questo progetto consisteva in un videotext interattivo (Minitel).
  • City Portraits(1989) Galerie Douguy, Paris. Creato da Karen O' Rourke e dal gruppo Art-Reseaux. Questo progetto con fax includeva città europee, Stati Uniti e Sud America.
  • Le Reservoir(1989) Noisiel, France. Creato da Jean Claude Anglade. Questo era un progetto interattivo con videotext ( Minitel).
  • Zenaide et Charlotte à l’assaut des medias(1989) Musee de Toulon, France, creato da Fred Forest. Questo era un progetto telematico.
  • Alla Ricerca dell'Arca (In Search of the Arc) (1989) Ideato da Giovanna Colacevich. Questo è stato un evento con fax, che includeva telecomunicazioni tra lo studio di Agostino Milanese in Roma, Italia, e lo studio di Constantino Morosin in Calcata, Italia, è stato presentato il 17 Aprile 1989 dalla televisione RAI III a Roma.
  • L'Europa dei Creatori—Utopia 89 (Europe of the Gods: Utopia 89) (1989) Ideato da Philippe Helary e Giovanna Colacevich. Echo and Narcissus. Questo evento fax è stato presentato al Grand Palais, Parigi, Francia, dal 23 Novembre al 10 Dicembre 1989.
  • Rebel! Virus.Asm di Tommaso Tozzi (1989). Con quest’opera l’artista inventa l’ “arte subliminale‿ tesa a “praticare una forma di ostruzionismo al sistema ufficiale della cultura‿. L’opera è un virus informatico ed è l’ideale precedente storico del movimento artistico Hacktivism, che attraverso azioni di sabotaggio informatico tenta di opporsi a logiche di potere dominanti, propugnando una rete democratica e accessibile a tutti. Come si evince dal termine, tale movimento fonde l’Hacker art con l’attivismo politico e l’interesse verso i temi sociali.
  • Celebration: Earthday '90 Global Telematic Network &c Impromptu(1990) Sponsorizzato da DAX. Questo progetto era caratterizzato da un slow – scan televisivo e telefacsimile network con Vienna, Lisbona, Campinas, San Paolo, Boston, Baltimore, Pittsburgh, Chicago, Vancouver e Los Angeles. Un secondo videotelefono era collegato con Mosca e Tokyo tramite la Electronic Cafe in Santa Monica, California. L’evento era caratterizzato da disegni di fax interattivi e testi e fu unicamente in una costruzione elettronica Dax per telecomunicare tramite un ponte che collega il partecipante in tempo reale e simultaneamente l’immagine telefonica che viene scambiata via telefono.
  • Virtual Cultures(1990) Organizzato da Anna Couey (Art Com, San Francisco) e presentato al Cyber-thon. Whole Earth Institute. Distribuito da An Com Electronic Network. Questo pannello virtuale asincrono su culture di partecipanti virtuali collegava il dialogo tra diverse comunità con reti di computer (sul WELL e USENET) e un sito con conferenza fisica
  • Entree/Sortie(1990) Organizzato da Mathias Fuchs e Sylvia Eckermann, Igor Lintz Maues, Simon Waters, Elisabeth Schimana, Lisa Sirois, Zorah Mari Bauer, et al. Questo era un progetto di immagini e suoni di trasmissione in Austria (Heidi Grundman, Kun-stradio).
  • Biographateria (1990) Organizzato da Tim Andersen e Wendy Plesniak. Studio per Creative Inquiry (SFCI), Carnegic-Mellon University. Presentato al ArtTransition '90, Center per Advanced Visual Studies, MIT. Questo progetto includeva una biografia e descrizione personale in database e un simposio online.
  • The Globe Show(1990) Oldham City Art Gallery, England. Creato da Paul Sermon con Render Chand, Claire Dearnaley, Chris George, Jim Lockwood, Prakash Parmar, Richard Biddle e artisti in Spagna, Italia, U.S. , Japan, U.K., Australia e Austria. Questo progetto includeva una rete Janet/Bitnet, fax e distribuiva video.
  • Zona d'lmbarco (Zone of Embarkation) (1990) Ideato da Giovanna Colacevich e Agostino Milanese. Questo evento è stato presentato il 3 Febbraio 1990 in Italia al Metateatro,Gli Angeli, a Roma, Italia.
  • Venezia Ritorno al Futuro (Venice Return to the Future) (1990) E’ stato presentato il 27 Febbraio 1990 al Gli Angeli e alla Galleria 102 a Roma, Italia, e a San Basilio stazione marittima a Venezia, Italia. Questa era una comunicazione collettiva.
  • Nave di Luce (Ship of Light) (1990) Organizzato da Marcello Aitiani in collaborazione con Francesco Giomi. Questa era una esibizione, presentata il 10 Marzo 1990 al Palazzo Pubblico, Magazzini del Sale, alla chiesa della S.S. Annunziata a Siena e al conservatorio di musica a Firenze, Italia.
  • Think about the People now (1991) Basato su un evento reale (la storia di un giovane che si appiccò fuoco per protestare contro la monarchia), questo progetto fece guadagnare a Paul Sermon il Golden Nica che concede l'Ars Elettronica Center di Linz in Austria, nella categoria di Arte Interattiva.
  • Artnetweb (1993) Fu fondato da Remo Campopiano e Robbin Murphy come collaborazione dedicata all’accesso ed all’esplorazione delle nuove tecnologie per gli artisti.
  • Ninja Tune (1993) Francobollo discografico indipendente fondato da Coldcut. Coldcut è il nome artistico di Jonathan Abiti e Matt Black, entrambi musicisti, che insieme si sono convertiti in uno dei nomi di riferimento nel panorama della musica elettronica. Ninja Tune dà all'utente la sensazione di entrare nel hard disk del computer dei due artisti.
  • The File Room(1994) Chicago Cultural Center. E’ un archivio illustrato sulla censura che si può scorrere così come aggiungerci eventi prodotto da Randolph Street Gallery (Chicago,IL) con l'appoggio della Scuola di Art e Disegno ed il Laboratorio di Visualizzazione Elettronica all'Università di Illinois a Chicago, ed il Reparto di Chicago di Affari Culturali.
  • Handshake(1994) Barbara Aselmeier, Joachim Blank, Armin Haase, Karl Heinz Jeron. Berlino. E' un progetto di comunicazione che include il network elettronico Internet. Realizzato come installazione di una stanza interattiva, vuol essere un’interfaccia di comunicazione fra la rete elettronica e la vita reale. Il luogo in cui avviene l’incontro fra lo spazio elettronico e quello reale crea lo spazio della comunicazione in cui la “stretta di mano‿ ha luogo.
  • Hot pictures (1994) Primo lavoro sul Web di Alexei Shulgin. Galleria fotografica che offre spazio ai giovani artisti russi.
  • Little Movies(1994) Lev Manovich, artista e critico russo, aveva applicato dei filtri, tra cui il Mosaic di Premiere, a classici del cinema come Psycho per ottenere un effetto astratto simile ad un quadro di Mondrian.
  • Etoy(1994) Nasce Etoy. Corporation digitale fondata da sette ragazzi che vogliono proporre lo stile e il modus operandi di Internet basato su cooperazione e networking, per passare “dalla dimensione della realtà ad una senza gravità‿.
  • King’s cross phone-in di Health Bounting (1994). L’artista londinese, venuto in possesso dei numeri telefonici di 36 cabine telefoniche della stazione di King’s cross, decise di organizzare una performance coordinata tramite la rete. Con l’invio di tali numeri a mailing list a partecipazione internazionale, invitò i destinatari dell’e-mail a chiamare simultaneamente le cabine telefoniche in un momento prefissato, tenendo ovviamente conto del fuso orario. Il cinque agosto, alle sei del pomeriggio, tutte le cabine telefoniche della stazione cominciarono a suonare, davanti alle facce stupite di passeggeri in attesa e personale delle ferrovie. Molti di loro risposero, dando luogo a conversazioni surreali e improvvisate. Con quest’opera Bounting mette in moto un meccanismo che unisce due tipi di pubblico agli antipodi tra loro: da una parte un pubblico che “attiva‿ l’opera in maniera collettiva e consapevole, dall’altro persone totalmente all’oscuro di essere state coinvolte in un’opera d’arte.

Opere di net art:

  • Net art (1995). Vuc Cosic inventa e comincia a divulgare il termine net art. Moscow WWWArt Centre (1995)E' un'iniziativa di Alexei Shulgin, Tania Detkina, Alexander Nikolaev e Rachel Baker. Sebbene riguardino completamente la sorpassata parola “arte‿, la usano affinché non perda la sua vanescente identità e finché qualche persona intelligente inventi la nozione (e la parola) adatta. Lo scopo è di tradurre la corrente principale dell’arte russa su Internet creando nuovi contesti e rimescolando quelli esistenti.
  • C@C(1995) Era un’applicazione per il World Wide Web dove l’arte contemporanea poteva essere creata, vista, discussa ed acquistata. Localizzata su internet C@C risponde alle necessità di cambiamento della prassi artistica contemporanea. Con la sua interfaccia utente grafica ed attrezzi specialmente disegnati, C@C è un strumento universalmente applicabile e facile da usare per produttori e destinatari di arte concettuale contemporanea.
  • Adaweb (1995) E’ un archivio, che presenta il materiale prodotto tra febbraio 1995 e marzo 1998, ospitato dal Walker Art Institute
  • Visitor’s guide to London (1995) Il già obsoleto psicopatico tour geografico di Londra ideale per non-visitatori stranieri, contiene più di 250 luoghi di valore anti-storico. Incompleto senza istruzioni, ora disponibile per tutti su Internet.
  • The Thing(1995) The Thing è dedicato a promuovere la comunicazione e la comunità nel campo delle nuove tecnologie e delle belle arti. E' progettato per emulare la funzionalità di una bacheca, lascia spazio a livelli di accesso di utente multipli, impaginazione, trattamento dei messaggi ed altro ancora. Queste caratteristiche avanzate facilitano interazione di utente e migliorano i contatti tra artisti, moderatori, scrittori e redattori.
  • Nettime mailing lists(1995) Non è solo una mailing list ma un sforzo di formulare una discussione telematica internazionale in cui non esista un pensiero dominante né si continui il pessimismo cinico a proposito dei nuovi media senza comprenderne chiaramente gli aspetti comunicativi. Ha prodotto e continuerà a produrre libri, lettori e web sites in varie lingue così un 'immanente' sistema critico.
  • Public Netbase Media~Space! (1995) Fu fondato da Konrad Becker e Francisco Sousa Webber nel Museumsquarter di Vienna come un internet provider senza scopo di lucro ed una piattaforma per l'uso partecipativo di tecnologie di informazione e comunicazione. Organizza esposizioni, eventi, simposi ed officine.
  • Hell(1995) Celebre collettivo nato con l'obiettivo di costituire una rete parallela privata, alla quale è possibile accedere solo per invito. E' una piattaforma molto elitaria e di accesso riservato, formata da circa 70 cyber artisti provenienti da 19 paesi.
  • Jodi(1995) Nasce Jody, creato da Joan Heemskerk e Dirk Paesmans. E’ un sito che presenta i caratteri e il codice come forme astratte, senza alcuna relazione con un contenuto narrativo. Codici apparentemente errati e soluzioni concettualmente innovative quanto esteticamente compatte apparivano al navigatore ignaro che approdava su Jodi fra il 1995 e il 2000.
  • Communications creates conflicts di Health Bounting (1995). Opera di mail art realizzata in collaborazione con l’Istitute of contemporary culture di Tokio. Attraverso un sito internet appositamente creato, il fruitore poteva inviare messaggi attraverso delle form all’artista stesso o a chiunque altro. Le opzioni date da Bounting all’interno delle form erano ovviamente di carattere artistico ed estetico.
  • Turn off your tv set di Alexei Shulgin (1995). In questo caso il fruitore, una volta connesso al sito, aveva semplicemente la possibilità di spegnere il monitor un televisore che compariva sul monitor oppure di cambiare canale. Il gioco offriva la possibilità di cambiare canale per un massimo di dodici volte, dopodiché il televisore doveva essere necessariamente spento per concludere il gioco. L’artista voleva così invitare l’utente a meditare sul fatto che la rete non è come la televisione ed usa un linguaggio completamente differente, fatto di interazione attiva e partecipe.
  • Netstrike di Tommaso Tozzi (1995). Quest’opera, organizzata intermente tramite la rete e le mail, nasce per protesta contro gli esperimenti nucleari di Mururoa. I siti del governo francese vennero ingolfati ed il loro funzionamento fu rallentato dalle migliaia di manifestanti da tutto il mondo. Questa è la dimostrazione di come la tecnologia telematica fornisca forme nuove anche alla protesta sociale e politica.
  • National Heritage di Mongrel (1995-1998). Progetto che ricombina i lineamenti e i visi di oltre cento volontari di persone di razza diversa omogeneizzandoli in otto prototipi finali, divisi in quattro razze, bianco, nero, giallo e marrone, che fanno sembrare le facce delle persone tutte simili a scimmie antropomorfe. Vengono così messi in discussione i parametri che solitamente vengono usati per fare la classificazione razziale.
  • My boyfriend came back from the war di Olia Lialina (1996) Si tratta di una sceneggiatura multimediale che combina letteratura, grafica e ricerca ipertestuale. La storia, interattiva, viene così’ pilotata dall’utente, che può scegliere le possibili combinazioni tra frasi che appaiono in punti diversi del monitor e immagini in bianco e nero che illustrano la storia.
  • Rhizome.org di autori vari (1996). Progetto di net art collettiva dove artisti da tutto il mondo hanno la possibilità di esprimersi, comunicare e proporre le loro opere. Fu ideato da Mark Tribe, studente d’arte di San Diego, durante la sua permanenza a Berlino in qualità di web designer. Avendo conosciuto in Europa la realtà della net art e degli artisti della rete, pensò di creare uno sito dedicato all’arte elettronica e alle nuove tecnologie. Oggi Rhizome è forse il più importante sito planetario dedicato all’arte elettronica ed ha sede a New York, con un archivio di opere (artbase) curato da Alex Galloway, che lo ha reso una grande gallery on line. L’unica critica mossa dai net artisti nei confronti di questo straordinario strumento è il fatto che per sottoscriversi si devono pagare minimo 5 dollari all’anno, andando contro il principio che tutto il patrimonio culturale contenuto in rete dovrebbe essere gratuito.
  • Refresh di autori vari (Cosic, Shulgin e Broeckmann) (1996). Il progetto Refresh, deciso di comune accordo dai net artisti (in prima linea Cosic e Shulgin), sovverte la funzione di refresh dei siti internet, comunemente usata per aggiornamenti automatici periodici. Il refresh in questo caso non aggiorna il sito, ma ricombina e propone siti e opere di net artisti in tutto il mondo. Annullando completamente lo spazio ed il tempo, Refresh diede luogo alla comunità di artisti più cosmopolita al mondo.
  • Fakeshop.com di Fakeshop (1996). Collettivo di New York che mette in rete le performance dei loro attori in tempo reale. La prospettiva bidimensionale del monitor imprigiona le loro performance, le rende come imprigionate, intrappolate all’interno della rete. Svela l’artificialità dell’uomo rappresentato in intenet, della realtà fruita attraverso un monitor.
  • 404 di Jodi (1996). 404, o file not found, è il messaggio che tutti noi conosciamo e si riferisce ad un errore della rete. In realtà questo sito, dalla grafica infantile e minimale, è diviso in tre sezioni accessibili che rimandano ad altrettante aree interattive. In esse appaiono scritte a prima vista incomprensibili ed errate. In realtà il duo di artisti ha programmato il sito per scrivere tutti i caratteri tranne le vocali. Quindi per comunicare non ci restano che due possibilità: o imparare a leggere e scrivere senza vocali, oppure usare i caratteri in modo grafico cercando di “disegnare‿ con gli stessi.
  • Next 5 Minutes: Tactical Media(1996) Tactical Media è una conferenza ed esposizione che ha avuto luogo in Amsterdam's Balie e Paradiso e in Rotterdam's V2_Organisation. Sotto l'intestazione di media tattici Next 5 Minutes ricerca i fastidiosi confini fra arte, tecnologia, media e politica. L’evento porta insieme i media tattici di tutto il mondo le cui iniziative in televisione, radio ed internet stanno creando nuovi spazi fra i media principali e quelli più nascosti.
  • Net Art per Se(1996) Primo evento internazionale esclusivamente dedicato all’arte di rete a Trieste.
  • (History of) Mailart in Eastern Europe(1996) Esposizione e congresso tenutosi al Museo di Staatliches Schwerin ( Germania).
  • Digital Hijack(1996) L’azione di "digital hijack" (dirottamento aereo digitale) ebbe inizio il 31 marzo e terminò ufficialmente il 1 Agosto. In quel periodo speciali etoy.SOFTWARE-AGENTS generarono migliaia di pagine trappola fittizie, ognuna contenente una delle 2400 parole chiavi più popolari che automaticamente venivano messi all'interno dei motori di ricerca internazionali e dirottavano l’utente verso il sito etoy.
  • Peeping Tom(1996) Julie Myers invita gli utenti a visitare lo spazio privato della sua casa. La navigazione si sviluppa mediante una serie di tipiche decisioni quotidiane, mentre i visitatori deambulano per le stanze, curiosano nei cassetti, leggono lettere private, ascoltano messaggi telefonici...
  • A Hypertext Journal(1996) Un progetto basato su un viaggio attraverso i Highlands della Scozia che le due artiste Nina Pope e Karen G. Guthrie hanno intrapreso. Fu concepito come un'investigazione delle opzioni interattive e creative di Internet e aggiornata durante tutto il viaggio con testi, immagini, animazioni ed e-mails.
  • The Hard Way(1996) Progetto di Matthew Ritchie che investiga sulla natura e la topografia dell'informazione, stabilendo un ponte concettuale e narrativo con Proposition:Player, un lavoro che sta sviluppando per il SFMoma.
  • Telematic Dreaming(1996) Con questo progetto Paul Sermon si presentò al Museo di Arte Contemporanea di Barcellona durante il Festival Suonare. E' un'installazione che collega due letti situati in due stanze differenti mediante videocassetta-conferenza ed un curioso gioco di proiezioni.
  • Remedy for Information Desease(1996) All’interno di una progressiva suddivisione delle pagine in frame, Alexei Shulgin proponeva una serie di immagini animate di cui si poteva scegliere le modalità di movimento , allo scopo di curarsi dallo stress di sovraccarico informativo.
  • Anna Karenina goes to paradise (1996) In questo esperimento di Olia Lialina la narrazione si sviluppa grazie all’interazione con tre motori di ricerca integrati nelle pagine. All’utente veniva chiesto di effettuare tre diverse ricerche preimpostate attraverso l’apposito form; in base al risultato il navigatore poteva costruire la propria storia scegliendo uno dei link.
  • WWW Art Award(1996) Di Alexei Shulgin e Rachel Baker. L’idea di utilizzare il Web come ready-made viene sviluppata elencando e linkando una serie di pagine dall’aspetto vagamente artistico. Le pagine erano incluse attraverso una ricerca casuale, commentate con citazioni estrapolate ad hoc da saggi critici sull’arte, e premiate con motivazioni paradossali che creavano ulteriore spaesamento.
  • Link x(1996) In questo progetto Alexei Shulgin pubblicava una lista di parole di uso comune associandole ai nomi delle Url. Shulgin intendeva dimostrare che nel cyberspazio le parole non sono solo portatrici di significati, ma hanno valore anche sul piano dei significanti in quanto nomi dei server.
  • ®TMark(1997) ®™ark riceve le idee di progetto dagli utenti di internet, quindi li elenca. Ogni progetto catalogato ha il suo proprio elenco di discussione. Quando un progetto richiede un po' di finanziamento per essere completato a volte investitori offrono il loro aiuto. Mentre più spesso, persone offrono aiuto non-finanziario o feedback
  • PORT: Navigating Digital Culture(1997) Organizzato da Remo Campopiano e Robbin Murphy per il MIT List Visual Arts Center.
  • Dibattito net.art/art on the net(1997) Si accende in rete il dibattito sul significato di net.art e art on the net. Si conclude attribuendo a net.art il significato di “arte di fare network‿, mentre art on the net viene considerato come mezzo di illustrazione e distribuzione di opere presenti e prodotte altrove.
  • I/O/D(1997) E' un collettivo formato da Simón Pope, Grissino Green e Matthew Fuller che si fece conoscere irrompendo nella guerra dei navigatori, combattuta in due applicazioni praticamente identiche: Microsoft e Netscape, col Web Stalker, un browser alternativo concepito come una critica alla navigazione abituale mediante la selezione di hiperlinks.
  • The Tables Turned(1997) Progetto di Paul Sermon raccoglie il concetto di Telematic Dreaming sostituendo i letti per due tavoli attorno alle quali si mette a sedere il pubblico che vuole partecipare al videocassetta-conferenza. Tuttavia, l'immagine che appare nei monitor è il risultato dei visi di tutti i partecipanti sovrapposti.
  • Local 411(1997) Ian Pollock e Anet Silk organizzarono un progetto di telefono sul dispiegamento non ricompensato di 4000 persone per pulire la strada dal Museo di Arte Moderna di San Francisco al Centro di Moscone Convention. Local 411 metteva in risalto installazioni di suoni e performances live, centrati attorno a un sistema interattivo di posta vocale, che interpretava narrazioni sull'area di ognuno di quelli che chiamavano.
  • Form Art(1997) Alexei Shulgin indiceva una competizione che invitava gli artisti a inviare i lavori che facessero un uso imprevisto dei web forum. I lavori pervenivano a C3, il centro di Budapest per l’arte e la tecnologia che aveva indetto la gara.
  • Good Times(1997) Progetto di Jodi. La pagina è composta da due tipi di immagini: quella di superficie e quella di background. Nelle varie schermate l’immagine di superficie è in realtà quasi sempre una Gif trasparente, ciò da l’impressione che l’oggetto sia mancante. In questo modo, il testo inserito nella tag dell’Html per commentare la pagina diviene leggibile.
  • This morning di Alexei Shulgin (1997). Quest’opera di net arte si occupa principalmente dell’estetica che può fornire la funzione che fa comparire automaticamente un pop up dopo l’altro in punti diversi dello schermo. In questo caso erano i pensieri personali e le considerazioni mattutine dell’artista a comparire ovunque sul monitor, come una sorta di trasposizione del flusso di coscienza di Joyce applicato però a internet.
  • Xxx di Alexei Shulgin (1997). L’artista russo, consapevole che una gran parte dei navigatori cerca su internet siti pornografici, sfrutta il linguaggio e le parole chiave dei siti per dirottare la navigazione degli utenti su pagine di net art. La home page del sito in questione si presentava riproponendo tutti gli stilemi di un sito pornografico, ma una volta che l’utente si addentrava nelle sezioni non trovava immagini pornografiche bensì veniva dirottato alle home page dei siti più importanti di net art.
  • Own, be owned, remain invisible di Healt Bounting. In questo sito l’artista inglese ha scritto un testo, tra l’autobiografico e il manifesto artistico, nel quale quasi tutte le parole sono linkate ai relativi domini .com. Si tratta sostanzialmente di una riflessione sulla mercificazione di internet e sulla proliferazione dei siti web. I due livelli di denuncia erano sia letterari che ipertestuali. Letterari perché il discorso di Bounting spiega come ormai tutte le parole hanno un relativo sito commerciale, e ipertestuale perché ogni parola è effettivamente linkata a quel sito, come prova tangibile delle sue affermazioni.
  • Female extension di Cornelia Sollfrank (1997). In quell’anno ad Amburgo si tenne il primo concorso internazionale di Net art, chiamato Extension. Il bando di concorso, sponsorizzato tra l’altro da una famosa società di elettronica, invitava gli artisti a proporre progetti che avevano come materiale e oggetto la rete stessa. L’artista tedesca, dubbiosa sulla serietà di tale organizzazione e soprattutto sulla competenza dei curatori, iscrisse al concorso duecento donne fittizie, che rappresentavano così più dei due terzi dei partecipanti. Con l’aiuto di un software chiamato Net art generator, che ricombinava casualmente siti internet fabbricando ready mades di net art, la Sollfrank presentò tutti e duecento i progetti. Ma non vinse comunque e i tre premi in denaro andarono a tre concorrenti maschi. Il giorno della premiazione l’artista fece un comunicato stampa e svelò il suo reale progetto di net art, chiamandolo Female extension. Era così riuscita a dimostrare l’incompetenza della giuria e allo stesso tempo a realizzare un’ottima opera d’arte che facesse riflettere sia su internet in quanto materiale e oggetto, sia sul ruolo indeterminato e collettivo che riveste l’artista che si occupa di net art.
  • Doll space di Francesca Da Rimini (1997). L’artista, teorica del cyberfemminismo, realizza un’opera composta da un ipertesto di 700 pagine contenente testi, animazioni, immagini. L’ispirazione di quest’opera sono gli infanticidi compiuti dalle donne giapponesi che annegavano le loro figlie femmine in un lago nei pressi di Kyoto.
  • Documenta done di Vuc Cosic (1997). L’opera consiste essenzialmente in un’azione di “plagiarismo‿ da parte dell’autore. Documenta era stato il primo evento nel campo artistico che prendeva in considerazione la net art alla stregua di arte contemporanea “seria‿. Pochi giorni prima della chiusura della manifestazione Cosic fece sì che Documenta diventasse un’opera di net art duplicando il sito della manifestazione prima che fosse ritirato dalla rete. Secondo i net artisti, infatti, era contraddittorio che il sito della manifestazione fosse ritirato dal pubblico accesso per poter così essere venduto come catalogo: tradiva i principi etici della net art stessa ed era un totale asservimento alle logiche del mercato dell’arte che tanto i net artisti cercavano di combattere. Il sito duplicato venne chiamato Documenta done e Cosic rischiò anche una denuncia per violazione di copyright.
  • Electronic Civil Disobedience(1998) E' un piccolo gruppo di cyber attivisti ed artisti impegnati nello sviluppare la teoria e la pratica di Disubbidienza Civile Elettronica (ECD). Le tattiche di ECD hanno potenziale applicazione per una serie di movimenti politici ed artistici.
  • Scars(1998) Anne Baker documenta la storia di centinaia di cicatrici di persone di diversi paesi del mondo in forma interattiva. Scars è un lavoro in processo, e tutti i visitatori sono invitati a comunicare, aggiungendo la propria cicatrice e la propria storia.
  • Band Cyberpunk 386 dx(1998) A partire da quest’anno Alexei Shulgin tiene concerti in tutto il mondo con una band composta da un solo 386dx, dotato di 4megabyte di Ram e 40 megabyte di hard-disk. Il 386 propone cover di famosi brani degli anni ‘60/’70 producendo anche effetti visuali psichedelici.
  • Shredder di Mark Napier (1998). E’ un software fruibile semplicemente connettendosi al sito dell’artista (potatoland.org). Una volta in funzione, questo software combina gli elementi di html con le immagini e gli oggetti che tale codice visualizza, mostrando un collage come impazzito di immagini e testi e svelando così la faccia software che è nascosta dietro la grafica che vediamo in rete.
  • The Citizens(1999) Concepito da Nick Crowe, egli centra la sua investigazione dei fenomeni associati con l'emergente cultura digitale nelle homepages personali ed il risultato è un collage che offre un interessante ritratto del paese della Rete. E' "un omaggio al desiderio della gente di partecipare alla costruzione del futuro".
  • Instant Ascii Camera(1999) Il team del Ljubljana Digital Media Lab, composto da Luka Frelih e Borja Jelic, crea una macchina fotografica a carattere Ascii che viene presentata ad Amsterdam in occasione del Next 5 Minutes
  • 'Sny World' (1999), In occasione del festival viennese Cosic presenta un’installazione che

proietta ologrammi di carattere Ascii al centro della stanza, mentre su pavimenti e pareti erano proiettate diverse linee di caratteri.

  • Vinyl Video(1999) L’artista austriaco Gebhard Sengmuller mise a punto un dispositivo in grado di sfruttare i vecchi long playing in vinile per veicolare immagini video a bassa scansione.
  • Toywar di Etoy (1999). Memorabile opera di net art questa “guerra‿ che il gruppo di net artisti svizzeri ha combattuto e vinto contro la quasi omonima multinazionale produttrice di giocattoli Etoys. La società americana in quegli anni si accorse della somiglianza del loro dominio con quello dei cyberartisti europei. Fu così che tentò di comprare il dominio. Dopo svariati rifiuti da parte di etoy passò alle vie legali, sostenendo che i bambini che dimenticavano di scrivere la “s‿ potevano finire su quel sito che avrebbe potuto turbarli con il suo linguaggio scurrile e contenuti non adatti ai minori. Il primo appello fu vinto dalla società Etoys, ma a quel punto il popolo della rete insorse, con duemila “etoy agents‿ che avviavano azioni di sabotaggio e di disturbo contro Etoys. Tali atti di hackeraggio furono tanto efficaci che alla fine, in pochi mesi, le azioni della società crollarono e all’oggi etoy è riuscito a riprendersi il proprio dominio.
  • Vatican.org di 0100101110101101.org (1999). Quest’opera fa parte del filone del plagiarismo telematico propugnato dal duo di artisti bolognesi. Secondo loro in rete non deve esistere il diritto d’autore, tutto può essere copiato e ricombinato, fa parte dell’interazione del web. L’artista si trasforma così in spettatore e lo spettatore in artista. In questo caso fu copiato l’intero sito del Vaticano, che con opportune modifiche forniva indicazioni false, testi eretici e quant’altro.
  • Darko Maver: the great art swindle di 0100101110101101.org (2000). Il duo di artisti bolognesi mette in scena un’opera di “mitopoiesi mediatica‿ con la creazione di questo personaggio inesistente. Darko Maver, fantomatico artista sloveno, avrebbe girato per la ex Jugoslavia durante il conflitto, spargendo ovunque le sue opere, manichini che rappresentavano i morti della guerra. Sarebbe stato imprigionato per propaganda, sollevando una sommossa in ambito artistico per la libertà di espressione e infine sarebbe morto in una prigione in Kosovo, durante i bombardamenti NATO. Le vittime di questa beffa furono molte riviste di critica d’arte ma soprattutto l’organizzazione della 48^ Biennale di Venezia, che fa un tributo alla sua morte mentre a Roma viene organizzata una sua retrospettiva.
  • Discrete Packets(2000) Nick Crowe esplora le potenzialità del cinema per la Rete, con la storia di un uomo che cerca attraverso Internet sua figlia scomparsa nel 1984. Crowe usa le tipiche tecniche cinematografiche per includere lo spettatore nella narrazione e, contemporaneamente, conduce ad una serie di links e chats operativi che costituiscono l'aspetto più interattivo dell'opera.
  • (2000) Andando alla ricerca di possibili intersezioni fra l’Ascii art e l’architettura urbana, Alexei Shulgin riveste il colonnato della St. Georges Hall di Liverpool di caratteri proiettati dal basso.
  • Web Stalker di I/O/D. è un browser alternativo che interpreta il linguaggio html in maniera differente rispetto a Explorer. Infatti esso visualizza con dei cerchi i singoli documenti in html e come linee i link che li collegano. Di fatto è come entrare nella mente di chi ha progettato il sito che stiamo visualizzando: viene svelato il progetto mentale che sta nascosto dietro alla visualizzazione finale del sito.
  • Desktop is di Alexei Shulgin. Si tratta della prima mostra internazionale on line di desktop. Più di cinquanta artisti da tutto il mondo inviarono un’immagine dei loro desktop, avviando così una riflessione sulla centralità di questo strumento di organizzazione dei file personali.
  • Nebula.M81 di Netochka Nezvanova (2000). Quest’applicazione per Macintosh è stata premiata al festival Transmediale del 2000 nella sezione software art. Consiste in un programma in grado di prelevare pagine html dalla rete in modo casuale e trasformarli attraverso un’elaborazione estetica grafica altrettanto randomica. Accade così che i testi si compenetrano in agglomerati, che a loro volta si trasformano in suoni ed immagini. Un esempio quindi di nuova estetica della rete e di net art.
  • Oss/**** di Jodi (2000) Quest’opera del duo Jodi consiste in un programma su cd rom che una volta installato fa impazzire l’interfaccia grafico del personal computer. Tale software agisce come un virus, ma senza danneggiare il computer. L’opera d’arte in questione esiste sia in versione Windows che per Mac. L’intento di quest’opera è quello di indurre stress nel fruitore (inconsapevole) dell’opera che perde totalmente il controllo della macchina, dei suoi comandi e perfino delle periferiche come il mouse ed il lettore cd rom. Si tratta di un’esplorazione estetica basata sull’indeterminazione e sull’errore, che ricontestualizza il rapporto tra l’uomo ed il calcolatore.
  • Blinkenlights(2001) Installazione urbana di grande impatto emotivo per celebrare il ventesimo anniversario della nascita del Chaos Computer Club di Berlino, il più noto gruppo di hacker europei. La parte superiore della Haus des Lehrers di Alexanderplatz viene trasformata in una gigantesca matrice visiva su cui era possibile comporre animazioni inviando Sms tramite cellulare.
  • Biennale.py di epidemiC 0100101110101101.org (2001). Opera di software art, è un virus che è stato stampato su cartelloni, magliette e cd-rom. Esso è sia la lista dei codici del virus che attacca il sistema, sia una storia narrata attraverso il linguaggio del programma Phyton.
  • Management leisure suite di The Yes Men (2001). Si tratta di una performance messa in atto dal gruppo di net artisti the yes men, che gestiva il sito gatt.org, un clone perfetto dell’home page del WTO (world trade organization) che differiva però nei contenuti dal sito originale in quanto attaccava tutti i punti dell’economia globalizzata così come viene propugnata dal WTO. La performance viene resa possibile quando un professore che sta organizzando una conferenza sulle fibre e i tessuti in Finlandia, invita un esperto del WTO alla manifestazione. In realtà, invece di contattare il vero sito del WTO il professore si connette con gatt.org e quindi con gli yes men che, prendendo la palla al balzo, organizzano questa beffa mediatica. La riflessione artistica si gioca tutta sul comportamento della platea che ascolta l’impostore parlare: nonostante siano tutta gente colta e con un buon livello d’istruzione, non si rendono conto che le sue parole sono un voluto inno al razzismo e al capitalismo più esasperato. Il fatto che tali assurdità vengano proclamate da una persone alla quale è stata conferita l’autorità è sufficiente affinché tali frasi assumano una tale importanza da cancellare completamente il senso critico di chi ascolta. Perfino quando il performer degli yes men gonfia un fallo gigante tutti continuano a seguirlo come incantati e ad annuire alle sue parole.
  • Auto-photoshop e Auto-illustrator di Adrian Ward (2001). Considerate le prime opere di software art, si presentano con l’identica grafica e strumenti degli omonimi programmi della Adobe. Opera vincitrice ex-aequo nella categoria software artistico al festival Transmediale di Berlino, auto-illustrator, simile nell’aspetto al programma della Adobe che l’ha ispirato, spiazza l’utente che lo usa perché al posto delle funzioni classiche del programma originale gli strumenti in questo caso generano forme dal richiamo antropomorfo. Il programmatore inglese ha voluto così sottolineare la centralità del ruolo del programmatore rispetto all’utente che lo usa. Il disegnare una linea con un programma di grafica non significa che la linea l’abbiamo disegnata noi, ma che è il programmatore che ha fatto si che il programma fosse in grado di disegnarla.

Correlazioni:

Computer art, Software art, Mail art, Spam art, Not art, Ascii art, Hacker art, Hacktivism. La Net art trova i suoi naturali predecessori nell’Arte concettuale, nell’Arte cinetica e programmata e successivamente nella Videoarte.


Bibliografia:


Webliografia: