Networks and artworks the failure of the user friendly interface: differenze tra le versioni

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'''Autore:''' Brown Paul
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'''Tratto da:''' [http://www.paul-brown.com/WORDS/NETART.HTM http://www.paul-brown.com/WORDS/NETART.HTM]
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'''Titolo Originale:''' Networks and artworks the failure of the user friendly interface
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'''Traduzione di:''' Cappelli Sandro
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'''Anno:''' 1997
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Titolo: Reti di comunicazione e opere d’arte
 
 
  
Traduzione: Cappelli Sandro
 
  
  
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Se seguiamo una metafora storica e facciamo un confronto tra la fotografia e l’immagine in movimento abbiamo uno iato di 40-50 anni tra l’invenzione di una tecnologia e la sua assimilazione nel processo creativo e l’evoluzione di un linguaggio estetico che sia proprio di questo particolare mezzo tecnologico. Siamo tentati di speculare su cosa possa diventare il multimedia, come maturerà come senso espressivo e presagire quanto sembreranno grotteschi i CD-ROM di oggi e l’offerta della rete una volta che sarà messa in pratica una prospettiva matura.
 
Se seguiamo una metafora storica e facciamo un confronto tra la fotografia e l’immagine in movimento abbiamo uno iato di 40-50 anni tra l’invenzione di una tecnologia e la sua assimilazione nel processo creativo e l’evoluzione di un linguaggio estetico che sia proprio di questo particolare mezzo tecnologico. Siamo tentati di speculare su cosa possa diventare il multimedia, come maturerà come senso espressivo e presagire quanto sembreranno grotteschi i CD-ROM di oggi e l’offerta della rete una volta che sarà messa in pratica una prospettiva matura.
  
/disfarsi o, una volta acquistato, diventa la meraviglia dell’ultimo quarto d’ora e subito dopo messa da parte e dimenticata.
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Gli artisti hanno la fama di sperimentare con i propri mezzi. Durante il modernismo degli anni ‘60 il mezzo divenne effettivamente per molti artisti il messaggio. Ora, negli anni del declino del post-moderno e la rinascita di quello che Peter French ha descritto come neo-modernismo, molti promuovono un ruolo dell’artista nello sviluppo del linguaggio multimediale.
 
Gli artisti hanno la fama di sperimentare con i propri mezzi. Durante il modernismo degli anni ‘60 il mezzo divenne effettivamente per molti artisti il messaggio. Ora, negli anni del declino del post-moderno e la rinascita di quello che Peter French ha descritto come neo-modernismo, molti promuovono un ruolo dell’artista nello sviluppo del linguaggio multimediale.
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L’opera-azione è un circuito perfetto che mette simultaneamente in relazione tutti i partecipanti, infischiandosene della loro posizione geografica. Il lungo rotolo di carta risultato dell’opera fu esposto alla mostra Art Reseaux presso la galleria Bernanos a Parigi nell’aprile del 1992. Tutti i rotoli di carta furono sospesi dal soffitto obbligando i visitatori a camminarci sotto e a guardare fisso verso l’alto lungo il percorso.
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L’"opera-azione" è un circuito perfetto che mette simultaneamente in relazione tutti i partecipanti, infischiandosene della loro posizione geografica. Il lungo rotolo di carta risultato dell’opera fu esposto alla mostra Art Reseaux presso la galleria Bernanos a Parigi nell’aprile del 1992. Tutti i rotoli di carta furono sospesi dal soffitto obbligando i visitatori a camminarci sotto e a guardare fisso verso l’alto lungo il percorso.
  
  
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È un’opera semplice che tuttavia ha dentro di sé una profonda poesia. Barron dibatte così sul concetto di Interdipendenza Planetaria:
 
È un’opera semplice che tuttavia ha dentro di sé una profonda poesia. Barron dibatte così sul concetto di Interdipendenza Planetaria:
  
“Diventa sempre più evidente che i nostri destini e le nostre azioni sono legati a quelli di tutti gli esseri umani, perfino quelli più lontani. Lentamente si stanno elaborando una solidarietà e una coscienza planetaria. La bellezza, la poetica della distanza è essenziale. E questo ci permette di ridefinire la nostra coscienza.(BAR95)
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"Diventa sempre più evidente che i nostri destini e le nostre azioni sono legati a quelli di tutti gli esseri umani, perfino quelli più lontani. Lentamente si stanno elaborando una solidarietà e una coscienza planetaria. La bellezza, la poetica della distanza è essenziale. E questo ci permette di ridefinire la nostra coscienza." (BAR95)
  
 
La ricchezza di allusioni racchiuse in queste opere si chiarisce nelle nostre menti: caos di frattali, o teorie non lineari dove siamo tutti sottoposti agli effetti di minuscoli cambiamenti lontani; la Noosfera del filosofo gesuita De Chardin; l’inconscio collettivo di Jung; la nascente consapevolezza di simbiosi e interdipendenze dell’erosione dell’individualismo. Mentre nei nostri pensieri fioriscono queste implicazioni, siamo trascinati dentro l’opera e diventiamo parte di una matrice, la rete, il Tao:
 
La ricchezza di allusioni racchiuse in queste opere si chiarisce nelle nostre menti: caos di frattali, o teorie non lineari dove siamo tutti sottoposti agli effetti di minuscoli cambiamenti lontani; la Noosfera del filosofo gesuita De Chardin; l’inconscio collettivo di Jung; la nascente consapevolezza di simbiosi e interdipendenze dell’erosione dell’individualismo. Mentre nei nostri pensieri fioriscono queste implicazioni, siamo trascinati dentro l’opera e diventiamo parte di una matrice, la rete, il Tao:
  
L’ignoto fu il principio di cielo e terra;
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il noto si fece madre di una miriade di creature.
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Sono entrambi la stessa cosa, divergono nel nome, come si emaneranno.
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Essendo identici sono stati chiamati misteri, mistero sopra mistero- porta di molti segreti.(LAU63)
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Essendo identici sono stati chiamati misteri, mistero sopra mistero - porta di molti segreti." (LAU63)
  
 
Marvin Minsky ha descritto il linguaggio come un set di strumenti per costruire idee nelle menti degli altri (MIN87). Il poeta William Burroughs ha descritto il linguaggio in maniera simile ma più eversivamente come un virus. È questo potere, risultato dal rifiuto di un’autoreferenzialità intrinseca in nome di parametri estrinseci, dei primi semiotici, che dà all’arte fondata su le telecomunicazioni spazio e significato nell’era post-moderna. Diventa un set di strumenti, un virus, un principio, un linguaggio.
 
Marvin Minsky ha descritto il linguaggio come un set di strumenti per costruire idee nelle menti degli altri (MIN87). Il poeta William Burroughs ha descritto il linguaggio in maniera simile ma più eversivamente come un virus. È questo potere, risultato dal rifiuto di un’autoreferenzialità intrinseca in nome di parametri estrinseci, dei primi semiotici, che dà all’arte fondata su le telecomunicazioni spazio e significato nell’era post-moderna. Diventa un set di strumenti, un virus, un principio, un linguaggio.
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== www (=“The World Wide ==
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== Il World Wide Web ==
  
  
 
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le loro idee in modo più rapido di quello della stampa di giornali. Utilizzando NextStep viene creato un client integrato che permette l’authoring e il browsing (=la navigazione) e, attraverso un semplice browser terminal mode (chiamato www) rese possibile l’accesso dial-up di solo testi.
  
 
Mosaic ebbe per Internet lo stesso effetto di quello che il Desktop/Windows aveva avuto per l’usabilità dell’interfaccia sui personal computer. Molte persone che prima si sarebbero sentite molto intimidite a usare i vantaggi della rete presero confidenza per il semplice fatto di puntare e fare un clic. Avevano poi scoperto fin da subito che era piuttosto facile anche la creazione di documenti web. Molti di loro erano artisti e videro nel web un formato ideale per entrare nel campo del virtuale.  
 
Mosaic ebbe per Internet lo stesso effetto di quello che il Desktop/Windows aveva avuto per l’usabilità dell’interfaccia sui personal computer. Molte persone che prima si sarebbero sentite molto intimidite a usare i vantaggi della rete presero confidenza per il semplice fatto di puntare e fare un clic. Avevano poi scoperto fin da subito che era piuttosto facile anche la creazione di documenti web. Molti di loro erano artisti e videro nel web un formato ideale per entrare nel campo del virtuale.  

Revisione 10:15, 6 Giu 2005

Autore: Brown Paul

Tratto da: http://www.paul-brown.com/WORDS/NETART.HTM

Titolo Originale: Networks and artworks the failure of the user friendly interface

Traduzione di: Cappelli Sandro

Anno: 1997





Sinossi

Premessa

Nel 1990 guidavo su l’A5 tra Los Angeles e San Francisco in direzione nord. Mentre si susseguivano i soliti stupidi cartelloni pubblicitari che promuovono sempre le stesse cose: sigarette Camel, vola alle Hawaii con United Airlines e la guerra tra MCI, Sprint e AT&T; catturò il mio sguardo un enorme pannello che pubblicizzava un oscuro circuito integrato. Eravamo di sicuro a San José, la capitale della Silicon Valley, e quell’insolito cartello era stato pensato per carpire l’attenzione dei pochi ingegneri pendolari che progettavano e costruivano i computer del futuro.

Di recente, quasi cinque anni dopo, uno dei miei studenti di dottorato, che frequenta una volta alla settimana un seminario su arte e computer, aveva portato con sé la ricevuta di un supermercato delle sue parti che riportava dietro, accanto alle consuete offerte tre per due e alla pubblicità di una lavanderia, la promozione di un local Internet service provider. A differenza del pubblico di nicchia a cui si indirizzava il cartello della Silicon Valley, questa pubblicità era diretta esattamente al consumatore medio che può fare acquisti in un qualsiasi centro commerciale per la classe media dell’Australia.



Mettiamo per ora da parte (questo saggio dovrebbe essere corto) il fatto che i quattro quinti della popolazione mondiale desideri probabilmente una fonte di sostentamento sicura piuttosto che d’informazione. E proviamo a lasciar perdere la nota fastidiosa che molti di quelli che sono i più magniloquenti a esporre questa nuova democrazia elettronica non siano altri che i fondamentalisti di destra del partito repubblicano americano.


Storia e retroterra culturale

Da metà anni ’80, molte nuove interfacce - facili da usare - sono state sviluppate per Internet. La diffusione di internet providers indipendenti hanno permesso una crescita rapida, sia nelle multinazionali che in società locali, tanto che Internet è diventato presto il principale mezzo di comunicazione degli organismi industriali e militari.


Alla fine del millennio (2000) molte persone nel mondo sviluppato potranno essere connesse con grande facilità e ricevere la maggior parte, se non tutte, le informazioni di cui necessitano per via interattiva attraverso reti multimediali. Queste offrono già contenuti e risorse per l’educazione; il tempo libero e il lavoro. Compagnie di providers competono sempre più spietatamente per dividersi il mercato dell’informazione futura. Significative questioni legali, morali e etiche vengono sollevate sia dalla natura delle reti in sé, che dal modo di comportarsi dei governi, delle società, e delle lobby: gruppi che lavorano per dominare o per controllare qualche aspetto di questo mercato.


Che cos’è il multimedia?

Se seguiamo una metafora storica e facciamo un confronto tra la fotografia e l’immagine in movimento abbiamo uno iato di 40-50 anni tra l’invenzione di una tecnologia e la sua assimilazione nel processo creativo e l’evoluzione di un linguaggio estetico che sia proprio di questo particolare mezzo tecnologico. Siamo tentati di speculare su cosa possa diventare il multimedia, come maturerà come senso espressivo e presagire quanto sembreranno grotteschi i CD-ROM di oggi e l’offerta della rete una volta che sarà messa in pratica una prospettiva matura.


Gli artisti hanno la fama di sperimentare con i propri mezzi. Durante il modernismo degli anni ‘60 il mezzo divenne effettivamente per molti artisti il messaggio. Ora, negli anni del declino del post-moderno e la rinascita di quello che Peter French ha descritto come neo-modernismo, molti promuovono un ruolo dell’artista nello sviluppo del linguaggio multimediale.


Mail Art

Il mercato dell’arte mondiale ha dimostrato di essere estremamente elastico per cercare di rivoluzionare il suo potere. Molti dei formati sviluppati negli anni ‘60 e ‘70 si prefiggevano di creare arte che non potesse essere venerata dal sistema o ridotta a oggetti da investimento dai guru di Green Street, Bond Street e il Quartiere Latino. Le performance degli anni ‘70 di Stuart Brisley, quando si immergeva in una vasca piena di interiora o vomito, erano pensate specificatamente per essere invendibili. Ora però, all’età della pensione, è obbligato e Stuart vende stampe in edizione limitata di queste performance, tramite lo stesso mercato dell’arte che aveva così frontalmente attaccato trenta anni prima.


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Art Reseaux è un gruppo internazionale che pratica Telecommunications Art con sede a Parigi. Nel loro libro del 1992 (ORO92) Eduardo Kac osserva:


Egli continua dicendo…




“Un altro aspetto di questo progetto riguarda il fatto che non sono importanti le idee o le immagini ma la loro interazione, la loro articolazione in un contesto dove in gioco sono l’intenzione e l’immaginazione.


Roy Ascott, pioniere dell’arte delle reti, in un suo saggio sull’argomento asserisce:





Arte delle Reti (Network Art)

Nel 1996 al Festival di Adelaide, Barron esibirà due opere che intrecciano la tecnologia Internet ad alcuni elementi estetici, sociali e politici che la globalizzazione porta con sé.


OZONE si rivolge a questo conflitto di volontà globale e nazionalistico. L’artista precede la sua descrizione di OZONE con una citazione tratta dal compositore americano John Cage:





OZONE unisce Nord e Sud in un dialogo dinamico a proposito del futuro del pianeta. È inoltre un processo di risanamento che converte i sintomi del problema come manifestazione in simboli digitali, che esprimono simultaneamente dolore per il disastro - mentre si crea uno scambio simbolico, un regalo all’ozono, che ne inverta il processo di assottigliamento - e invocano un rovesciamento dei danni fisici che sono stati perpetrati.



“Lo scopo di questo progetto si trova nel cielo immaginario, un cielo ubiquo che esiste da qualche parte tra nord e sud, in qualche parte nella nostra immaginazione. Un cielo infinito. L’infinita rete telefonica.


DAY&NIGHT cambia l’asse dell’opera da nord-sud a est-ovest, mettendo in contatto il Museo d’Arte Contemporanea di San Paolo, in Brasile con la Sym Choon Gallery. Quest’asse di rotazione della terra è anche l’asse del tempo. La distanza geografica produce 12 ore di differenza e quando l’opera fu esposta, l’equinozio, la divisione del giorno e della notte sarebbe stata quasi esatta - di modo che il sole che tramontava a San Paolo stava sorgendo ad Adelaide.

Macchine da presa in ogni galleria riprendevano continuamente e trasmettevano i colori del cielo sopra di loro. Le due immagini venivano sintetizzate e esposte in ciascun luogo. Oltre alla combinazione di crepuscolo e aurora le immagini ottenute sono una mistura di giorno e notte.

È un’opera semplice che tuttavia ha dentro di sé una profonda poesia. Barron dibatte così sul concetto di Interdipendenza Planetaria:

"Diventa sempre più evidente che i nostri destini e le nostre azioni sono legati a quelli di tutti gli esseri umani, perfino quelli più lontani. Lentamente si stanno elaborando una solidarietà e una coscienza planetaria. La bellezza, la poetica della distanza è essenziale. E questo ci permette di ridefinire la nostra coscienza." (BAR95)

La ricchezza di allusioni racchiuse in queste opere si chiarisce nelle nostre menti: caos di frattali, o teorie non lineari dove siamo tutti sottoposti agli effetti di minuscoli cambiamenti lontani; la Noosfera del filosofo gesuita De Chardin; l’inconscio collettivo di Jung; la nascente consapevolezza di simbiosi e interdipendenze dell’erosione dell’individualismo. Mentre nei nostri pensieri fioriscono queste implicazioni, siamo trascinati dentro l’opera e diventiamo parte di una matrice, la rete, il Tao:

"L’ignoto fu il principio di cielo e terra; il noto si fece madre di una miriade di creature. … "Sono entrambi la stessa cosa, divergono nel nome, come si emaneranno. Essendo identici sono stati chiamati misteri, mistero sopra mistero - porta di molti segreti." (LAU63)

Marvin Minsky ha descritto il linguaggio come un set di strumenti per costruire idee nelle menti degli altri (MIN87). Il poeta William Burroughs ha descritto il linguaggio in maniera simile ma più eversivamente come un virus. È questo potere, risultato dal rifiuto di un’autoreferenzialità intrinseca in nome di parametri estrinseci, dei primi semiotici, che dà all’arte fondata su le telecomunicazioni spazio e significato nell’era post-moderna. Diventa un set di strumenti, un virus, un principio, un linguaggio.

Non sorprende dunque che molti degli artisti che lavorano nei mezzi di comunicazione e nella rete rintraccino la loro origine nell’arte come linguaggio, nelle performance e nell’Arte Concettuale degli anni ‘60. È qui che si trovano i primi tentativi organizzati da artisti per una rivoluzione della modernità che mettano in discussione sia il valore che il significato dell’arte visiva, dopo un secolo di sperimentazione impostale dalla fotografia, quando - a metà ‘800 - occupò il campo dell’arte come rappresentazione. Questi artisti affrontarono il sistema delle gallerie, nel periodo di grande fioritura del dopoguerra e molto prima della recessione causata da esso, con opere che resistevano alla monetizzazione e che sfidavano l‘ossequio.


Come già detto, Barron è uno degli artisti che partecipano a l’Aesthetics of Communication Group che comprende anche tra gli altri Derrick de Kerckhove e Fred Forest. De Kerckhove è il direttore del McLuhan Project a Toronto e tema comune delle sue opere è l’idea, alla McLuhan, delle telecomunicazioni come estensione e connessione delle menti umane. A un altro membro del gruppo, Mario Costa, fa riferimento Frank Popper in una sua dichiarazione nel 1983:

“In questo tipo di evento, non è importante lo scambio di contenuti, ma piuttosto la rete che viene attivata e le condizioni funzionali dello scambio. L’oggetto estetico è sostituito dall’immaterialità delle tensioni in campo, dall’energia vitale e organica (mentale, muscolare, degli affetti) e dall’energia artificiale o meccanica (elettrica, elettronica) che trasforma il nostro oggetto terreno incentrato sul senso dello spazio e del tempo. Non essendo più definito dalla rigida opposizione essere/non essere, ma diventando parte dello stesso campo energetico in movimento. (POP93)


Per questa strada l’opera d’arte smette di essere un oggetto che noi apprezziamo per il suo interesse intrinseco e diventa invece un accesso o un portale a uno spazio virtuale di cui noi facciamo esperienza partecipando. Uno spazio che esiste più nella testa dei partecipanti piuttosto che nel sistema binario della trasmissione di calcolo.



È impossibile rispondere alla domanda su cosa ci fosse prima del linguaggio, su come le nostre coscienze siano completamente dentro una percezione tramite il linguaggio. […] Siamo in un altro periodo di transizione dal linguaggio al mezzo-linguaggio, ed è impossibile immaginare quando e cosa cambierà, ma nel caso sorgesse la domanda su cosa esistesse prima del mezzo-linguaggio, se qualcuno formulasse davvero questa domanda, allora la trasformazione sarebbe già avvenuta. (SER94)




Il World Wide Web

Mosaic ebbe per Internet lo stesso effetto di quello che il Desktop/Windows aveva avuto per l’usabilità dell’interfaccia sui personal computer. Molte persone che prima si sarebbero sentite molto intimidite a usare i vantaggi della rete presero confidenza per il semplice fatto di puntare e fare un clic. Avevano poi scoperto fin da subito che era piuttosto facile anche la creazione di documenti web. Molti di loro erano artisti e videro nel web un formato ideale per entrare nel campo del virtuale.


Conclusioni: l’User Friendly, ovvero il dilemma dell’usabilità È la nostra mancanza nel riuscire ad accorgerci della natura vera di questo mezzo molteplice la limitazione più significativa al suo uso. È mia opinione anche che dispositivi più amichevoli (=friendly) non abbiano aiutato ma anzi impedito lo sviluppo di metodologie intrinseche, rinforzando i vecchi paradigmi. Si trovano ovviamente sul web alcune informazioni e documentazioni eccellenti. È una biblioteca preziosa che ha un raggio d’azione internazionale e arriva direttamente a casa. Io però sto ancora aspettando opere d’arte che abbiano l’impatto delle prime opere descritte poc’anzi.



Bibliografia:

ASC91a Ascott, Roy and Carl Loeffler (eds.) Connectivity: Art and Interactive Telecommunications, a special issue of Leonardo - the journal of the International Society for Art, Science and Technology (ISAST), Vol. 24 No. 2, 1991. ASC91b Ascott, Roy, Mind City - City Cerveau, in ORO92 pp. 68-69. BAR91 Barron, Stéphan, Lines: A Project by Stéphan Barron and Sylvia Hansmann, in ASC91a pp. 185-186. BAR94 Barron, Stéphan, Project notes for "Le Bleu du Ciel", 1994. BAR95 Barron, Stéphan, Project notes for the Sym Choon Gallery show, Telstra Adelaide Festival 1996, 1995. BRO91 Brown, Paul, Communion and Cargo Cults, Proc. Second International Symposium on Electronic Arts (SISEA), Groningen, the Netherlands, 1991. BRO92a Brown, Paul, The Convergence of Reality and Illusion, Proc HiVision 92, Tokyo, Japan 1992. BRO92b Brown, Paul, Reality versus Imagination, ACM SIGGRAPH Art Show Catalog, ACM NY 1992. DOC94 Australian Federal Department of Communication and the Arts, Creative Nation - Commonwealth Cultural Policy, 1994. GIB95 Gibson, Ross, Speaking at James Cook University, Queensland, September 1995. KAC92 Kac, Eduardo, On the Notion of Art as a Visual Dialogue, in ORO92 pp21-22. LAU63 Lau, D.C. (translator), Lao Tzu's Tao te Ching, Penguin Books, London 1963. MIN87 Minsky, Marvin, The Society of Mind, Heinemann, 1987. ORO91 O'Rourke, Karen, City Portraits: an Experience in the Interactive Transmission of Imagination, in ASC91a, pp 215-219. ORO92 O'Rourke, Karen (coordinator), Art Reseaux - ouvrage collectif project art-reseaux, Editions du C.E.R.A.P., 1992. POP91 Popper, Frank, Assessing City Portraits, in ORO92 pp.66-67. POP93 Popper, Frank, Art of the Electronic Age, Thames and Hudson 1993. SER94 Sermon, Paul, Telematic Vision, ISEA 94 Catalogue, Helsinki 1994, pp.