Nouveau Realisme

Tratto da EduEDA
Jump to: navigation, search
Questo articolo è solo un abbozzo (stub). Se puoi contribuisci adesso a migliorarlo. - Per l'elenco completo degli stub, vedi la relativa categoria

Genere o movimento artistico

Nouveau réalisme

Personaggi o Gruppi

Arman, César, Mimmo Rotella, Christo, Daniel Spoerri, Jean Tinguely, Yves Klein


Anno:

1950

Luogo:

Europa

Storia:

Poetica:

Corrente artistica affermatasi in Francia agli inizi degli anni Sessanta; propose, in reazione a una supposta sclerosi dell’arte astratta e informale, un ritorno al reale condotto mediante l’appropriazione e la manipolazione di oggetti di consumo e di scarto.

La Déclaration constitutive du Nouveau Réalisme, nella quale si affermava che “nuovo realismo” voleva significare “nuovi approcci percettivi al reale”, fu firmata il 27 ottobre 1960 nell’atelier di Yves Klein e sotto gli auspici del critico d'arte Pierre Restany, da Arman, François Dufrêne, Raymond Hains, Martial Raysse, Daniel Spoerri, Jean Tinguely, Jacques de la Villéglé e dallo stesso Klein. A questi artisti si aggiunsero, nelle settimane successive, César, Christo, Gérard Deschamps, Mimmo Rotella e Niki de Saint-Phalle.

La formula "Nouveau realisme" venne in pratica coniata per designare le esperienze di un gruppo di giovani artisti che, secondo la felice espressione di Restany, "rappresentavano l’alternativa europea al New Dada americano", preludio alla Pop Art: questi artisti, infatti, riprendono la lezione interrotta degli storici “ready made” di Duchamp, l’assunzione dadaista dell’oggetto nel sistema dell’arte e ricominciano a prelevare frammenti concreti dalla vita quotidiana, ma con fantasia enfatica, ironia aggressiva. Per esempio, Arman, che fino al 1959 aveva sviluppato una particolare tecnica espressiva con uso di tamponi di inchiostro, rivolse ora la sua attenzione agli oggetti di scarto, che iniziò ad assemblare secondo un principio di accumulazione cui rimase a lungo fedele; Spoerri “catturò” nei suoi Tableaux-pièges (quadri-trappole) oggetti quotidiani; César, che aveva alle spalle una cospicua produzione di sculture di ferro saldato, inventò le Compressioni (carrozzerie di automobili pressate) e le Espansioni (composizioni di poliuretano espanso), ricorrendo a procedimenti industriali e meccanici; Tinguely abbandonò lo stile astratto dei suoi pannelli in movimento degli anni Cinquanta per divenire uno dei maestri dell’assemblaggio di rifiuti metallici, ideando fantastiche macchine inutili; Raysse si ispirò nella sua opera all’estetica pacchiana e ai colori aggressivi degli oggetti di plastica,; Christo “impacchettava” oggetticomuni (e poi, in un crescendo gigantista, interi monumenti o edifici), esaltando con ciò le possibilità evocative del reale quotidiano nascondendone l’aspetto ; Hains stracciava manifesti mentre Villéglé e Rotella li reincollavano; Spoerri fissava resti di cena sulle tavole imbandite e le appendeva; Klein faceva imprimere sulle tele corpi di modelle nude impregnate di colore blu (il famoso pigmento IKB o International Klein Blue); Niki de Saint Phalle (nome d’arte) plasmava sculture di esagerata e policroma sessualità; Raysse giocava con immagini kitsch, creando un estetismo pacchiano e dai colori sgargianti.

Nel 1961 e nel 1962, a Parigi e poi a New York, le opere dei “nuovi realisti” furono esposte con quelle dei maggiori rappresentanti della Pop Art americana, evidenziando così l’esistenza di una tendenza neodadaista internazionale. Nello stesso periodo, numerosi artisti del Nouveau Réalisme si avvicinarono anche agli esperimenti espressivi del tedesco Gruppo Zero, fondato a Düsseldorf nel 1957: ne danno testimonianza in particolare le opere di Jean-Pierre Raynaud e di Erik Dietman.

Nello spazio di pochi anni, tuttavia, l’esperienza del movimento francese si esaurì, frammentandosi e diversificandosi nei percorsi creativi individuali dei suoi esponenti.

Opere:

  • 1960, J.Tinguely, performance dal titolo Omaggio a New York nel giardino del MoMa di New York in cui una grande scultura meccanica si autodistrusse durante la performance stessa.
  • 1958, Y.Klein, mostra intitolata Le Vide (Il Vuoto) in cui, in una stanza totalmente vuota, veniva presentata la sensibilità dell'artista che poteva essere acquistata pagandola in oro.
  • 1961, Piero Manzoni, Merda d'artista.


Correlazioni:

Bibliografia:

Webliografia: