Novak Marcos

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Biografia

Nato a Caracas nel 1957, studia negli Stati Uniti presso l’Ohio State University di Columbus dove si laurea in architettura e si specializza in CAAD. Nel 1983 intraprende la carriera universitaria che lo porta ad insegnare in prestigiose università americane ed europee come Ohio State University di Columbus OH, UCLA Los Angeles CA, University of Texas, Austin TX, University of Wales UK, Art Center College of Art and Design, Pasadena CA. Numerosi i premi e i riconoscimenti conseguiti, tra i quali:

  • 1992-1994, Residency Award, Banff Center for the Arts, Alberta Ca
  • 1998, Nomination, Chrysler Award For Innovation in Design
  • 1998, Award of Excellence, 101 New Blood, Pacific Design Center, Los Angeles CA
  • 2000, Featured Artist/Architect (Greece), Venice Biennial Architecture Exhibition, Italy Honorary Co-President, Transarchitectures Association, Paris, France


Sito web

http://www.centrifuge.org/marcos


Poetica

Marcos Novak è internazionalmente riconosciuto come il padre della Architettura Fluida e della Transarchitettura. Compie studi di architettura, musica e computer science, che lo portano, dalla fine degli anni ’70, a ragionare sul nascente rapporto tra computer e architettura non come semplice utente di programmi per la progettazione architettonica, ma come programmatore, ovvero da esploratore e formalizzatore della logica che sta dietro lo schermo, la logica cioè che fonda il rapporto tra strumenti di analisi e configurazione dello spazio geometrico analogici (la linea) e matematico digitali (la cifra). La rappresentazione analogica dello spazio "reale" attraverso linee, piani, volumi, è sostituita da Novak con una scrittura simbolica–logico matematica che, attraverso l’algoritmo, è in grado di esprimere le condizioni da cui emerge ciò che può diventare una retta piuttosto che una curva, uno spazio tridimensionale o uno spazio quadridimensionale e così via. Contrapponendo la nozione di "eversione" a quella di "immersione", che comunemente domina il nostro rapporto con il virtuale, Novak progetta le proprie architetture per il cyberspazio, dove i limiti dello spazio fisico possono sparire. L’"eversione" prospetta un mondo in cui le tecnologie come l'informatica ubiqua e la realtà aumentata, arriveranno a popolare lo spazio familiare con fenomeni che prima avevamo riscontrato unicamente nel virtuale. La ricerca attuale di M.N. è indirizzata alla creazione di spazi che mescolano numerosi generi di invisibilità e virtualità, in cui possiamo agire tramite sensori.

In "Babele 2000", M.N. dice:"...Sono passati due secoli da quando Gauss si rese conto per la prima volta di come la geometria euclidea avesse fatto il proprio tempo e di come si fosse avviata una serie di rivalutazioni della natura dello spazio e del tempo. Siamo in ritardo di almeno due secoli nel trovare un’espressione architettonica per il mondo posteuclideo. Ora, per la prima volta dopo duecento anni, gli spazi elettronici permettono agli architetti di investigare le concezioni dello spazio che sono state sinora impossibili da esplorare con mezzi differenti dalla matematica e dalla poesia. Al tempo stesso le tecnologie dei media permettono la formazione di un nuovo ambiente ricettivo per un’architettura appropriata e rilevante. Mano a mano che gli strulmenti per creare spazi non fisici si rendono disponibili, gli architetti affrontano la doppia sfida di creare lavori che esprimano l’estrema singolarità delle nostre concezioni spaziali e si riferiscano a una cultura emergente, delocalizzata e virtuale. Affrontare questa sfida significa tre cose: 1) progettare architetture liquide nel cyberspazio; 2) fondere il mondo fisico e quello virtuale in transarchitetture, l’ibrido radicale dei due mondi; 3) accettare il compito di progettare la costituzione e l’identità di avatar, gli abitanti di questi nuovi ambienti, come parte dell’evoluzione della disciplina architettonica, senza mai smettere di cercare il superamento dell’orizzonte di pensiero.

...Il cambiamento che stiamo sperimentando ebbe inizio quasi duecento anni fa, quando l’avvento di una geometria non euclidea portò a fondamentali ripensamenti sul significato dello spaziotempo, della materia e dell’energia, dell’informazione e del rumore. Vennero introdotte delle idee alle quali l’architettura non poteva più dare forma. S’ingenerò di conseguenza una rottura che portò a una crescente marginalizzazione dell’architettura. Chiamiamo il mondo newtoniano ed euclideo Mondo A, chiamiamo Mondo B il mondo posteuclideo che lo ha rimpiazzato e che si estende all’oggi, definiamo Mondo C il mondo elettronico e telematico che stiamo creando. Mentre la cultura globale si sta rapidamente spostando verso il Mondo C, gli architetti iniziano finalmente a considerare il Mondo B con un enorme salto in avanti, comunque insufficiente a portarli al passo con i tempi. Lo iato non deve essere perpetuato: sta a noi il compito di accettare il presente e inventare il futuro..."


Opere

Lavori e installazioni

  • 1983, Reeb Hosack Infill Housing, with Charles H. Brewer Jr.
  • 1990, Oceanside Civic Center, Oceanside CA. With Charles W. Moore/Urban Innovations Group
  • 1991, Pleasant Hill Civic Hall, Pleasant Hill CA. With Charles W. Moore/Urban Innovations Group
  • 1998, Shock of the View, Walker Art Center Minneapolis MA
  • 1998, 101 New Blood, Yale University New Haven CT / Pacific Design Center Los Angeles CA, Art + Aesthetics of Artificial Life Exhibition UCLA Center for Digital Arts Los Angeles CA, Digital Experience Getty Center Los Angeles CA
  • 1997-1998, transarchitectures 02-03 NAi Rotterdam, Nl/ Centre de Design de l'UQAM University of Quebec Montreal.ca/ Aedes East Gallery Berlin, Germany/ Imagina'98, Conference Monte Carlo.mc/ Arc En Rêve Centre d'Architecture Bordeaux, France/ Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Firenze.it/ 3rd International Biennial film+arc.graz Graz, Austria/ Columbia University New York NY/ Institute Francaise d'Architecture Paris, France/ Imagina97 Conference, Monte Carlo, MC
  • 1999, Stand der Dinge/ Virtuelle Entwicklungen Künstlerhaus Wien, Austria
  • 1999, Brasmitte: Interventions in Megacities, SESC Belenzinho Sao Paulo, Brazil
  • 2000, International Biennial of Architecture, Sao Paulo, Brazil
  • 2000, Web-Event Trans-ports (with Kas Oosterhuis and Ole Bouman) NAi Rotterdam, NL
  • 2000, Archilab Frac Centre Orléans, FR
  • 2000, Continuum 001, Centre for Contemporary Arts in Glasgow Scotland, UK Bibliography
  • 2001, Eduction

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Eduction è un’opera importante. Un’opera effimera, di grande impatto emotivo, di forti radici teoriche e tecniche, di grandi aperture prospettiche, di comprensione non immediata. Eduction richiede tempo. Infatti, se essere testimoni del potere d’azione della mente è di per sé un fatto straordinario –dal momento che pochi di noi hanno mai visto un corpo trasformarsi in una struttura completamente rigida semplicemente rispondendo ad una ‘stimolazione mentale’–, cercare di capire il senso di un percorso che procede dall’induzione in trance di un volontario alla sua collocazione alla consolle di navigazione di un mondo virtuale proiettato intorno a lui è, per il pubblico su grande schermo, un tentativo che può lasciare in prima analisi più perplessi che convinti. Per capire occorre però fare un passo indietro e riflettere sui due aspetti fondamentali che questo progetto mette in gioco: quello teorico, sulla possibilità di trovare una forma di rendering o di visualizzazione del nostro spazio mentale, e quello tecnico, relativo alla potenzialità del digitale di dar luogo non soltanto all’immersione nel virtuale ma anche ad un vettore inverso che procedendo dallo spazio virtuale a quello reale renda visibili delle ‘proiezioni’ di porzioni di spazio normalmente precluse alla nostra percezione.

...Eduction ci invita a considerare la possibilità di invertire il vettore, ovvero la possibilità di contrapporre all’immersione nel virtuale, una emersione o eversione del virtuale nel reale. In termini architettonici, il problema consiste nel capire se oltre al paradigma di una Realtà Virtuale che non abbia sostanzialmente intersezione col mondo reale (se non attraverso un elemento di interfaccia), sia possibile una forma di presenza o di eco del virtuale nel reale. Per Novak la questione è strettamente legata al problema della visibilità, o meglio della invisibilità della maggior parte della realtà ai nostri sensi, capaci di percepire esclusivamente una porzione infinitamente piccola tanto dello spettro elettromagnetico (1/(3x10^35)) quanto delle possibili dimensioni dello spazio. Ma se, secondo questa prospettiva, assume ovviamente un senso piuttosto concreto parlare di ‘architettura invisibile’, indicando così quell’architettura annidata nella porzione di spazio che oltrepassa i limiti di visibilità legati alla nostra retina ed in generale ai nostri sistemi percettivi ma non per questo diversamente manipolabile attraverso procedimenti di progettazione algoritmica, è anche possibile pensare, per esempio, l’architettura ‘visibile’ come effetto o proiezione tridimensionale di sistemi formali a più dimensioni, ovvero in ultima analisi è possibile attraverso l’escamotage di un filtro dimensionale (ovvero selezionando per esempio tre dimensioni alla volta di un oggetto a quattro dimensioni e ottenendo così quattro diverse proiezioni del medesimo oggetto a quattro dimensioni), una forma di ‘eversione’ del virtuale nel reale. Mettendo insieme fluidità e multidimensionalità otteniamo le due caratteristiche principali dello spazio progettuale in cui è radicato il mondo virtuale di Eduction.

...chi ha visto Eduction ricorderà probabilmente la progressiva trasformazione in un paesaggio sempre più vario e articolato dell’oscura nebulosa in cui avvenivano i primi passi virtuali del volontario psiconauta. Vale a dire che lo spazio virtuale si va progressivamente costruendo, o va ‘prendendo forma’, nel corso di ogni specifica navigazione a secondo delle reazioni, ovvero delle interazioni del soggetto con gli elementi base del paesaggio in quello che gli autori del progetto, Novak e Lutyens, definiscono un ‘feedback loop’ dallo Psicologico al Digitale all’Analogico al Cinestetico e viceversa. Il meccanismo di interazione, per il momento limitato alla scelta del percorso di navigazione (attraverso l’uso di un joystick), è destinato a diventare, negli sviluppi futuri previsti per il progetto, l’elaborazione di un complesso sistema di risposte conscie ed inconscie rilevate, oltre che attraverso i tradizionali meccanismi di interfaccia per ambiente virtuale, anche attraverso strumenti di scansione delle risposte psicofisiche e cerebrali del soggetto...(Marialuisa Palumbo, Eduction. Design by Algorithm - http://architettura.supereva.com/extended/20011228/index.htm)


Bibliografia

  • 1999, Archilab Catalog, FRAC Centre Orléans.fr
  • 1998, The Art of the Accident, ed.Joke Brouwer, NAI Publishers, Rotterdam nl
  • 1998, Transarchitectures in Cyberspace: Ten Architects Who Stimulate the World, ed. Naomi Matsunaga Nikkei Architecture Tokyo.jp
  • 1997, Digital Delirium, ed. Arthur and Marilouise Kroker St. Martin's Press New York NY
  • 1997, Transarchitectures02, ed. Odile Fillion and Michel Vienne Edition AFAA/Architecture et Prospective Paris.fr
  • 1997, Intelligent Environments ed.P. Droege Springer Wien.at
  • 1996, Immersed in Technology: The Art and Virtual Environments Project, ed. D. MacLeod and M.A. Moser, MIT Press MA
  • 1995, Sculpture City 010 Publishers Rotterdam.nl
  • 1995, AD Architects in Cyberspace Academy Editions London.uk
  • 1994, Pamphlet Architecture 16, ed. L. Martin, Princeton Architectural Press New York NY
  • 1991, Cyberspace: First Steps, ed. Michael Benedikt, MIT Press MA
  • 1988, Intelligent CAD Systems II, ed. P.J.W. ten Hagen and V. Ackman SpringerWien.at; AD Profile No 136: Architects in Cyberspace II Neil Spiller Academy Editions London.uk; AD Profile No 133: Hypersurface Architecture Stephen Perrella Academy Editions London.uk; Kas oosterhuis architect/ ilona lénárd visual artist by Oosterhuis and Lénárd 010 Publishers Rotterdam.nl
  • 1987, Intelligent CAD Systems I: Theoretical and Methodological Aspects, ed. P.J.W. ten Hagen and T. Tomiyama, Springer Wien.at Eurographics Seminar Book


Webliografia

http://www.centrifuge.org/marcos/

http://www.centrifuge.org/

http://www.mat.ucsb.edu/~marcos/Centrifuge_Site/MainFrameSet.html

http://www.trax.it/knut_mork.htm

http://www.trax.it/marcos_novak.htm

http://www.altx.com/int2/marcos.novak.html

http://architettura.supereva.com/produzione/testi/20011228/index.htm

http://architettura.supereva.com/extended/20011228/index.htm

http://www.zakros.com/liquidarchitecture/liquidarchitecture.html

http://www.artmuseum.net/w2vr/timeline/Novak.html

http://www.cda.ucla.edu/Pages/novak.html

http://www.neural.it/english/marcosnovak.htm

http://www.artstechsymposium.utah.edu/novak.html

http://www.archilab.org/public/2000/catalog/novak/novaken.htm

http://www.fitzcarraldo.it/enaissance/italiano/partecipanti/novak_it.htm

http://www.inarch.it/workshop/novak.htm

http://www.inarch.it/master_2003/indice.htm

http://www.teknemedia.net/magazine/dettail.html?mId=553

http://www.europaconcorsi.com/db/arch/index.php?id=51370

http://www.edilportale.com/formazione/PopUp.asp?IdRic=1539

http://www.piliaemmanuele.wordpress.com/tag/marcos-novak/