Pepsi Pavilion

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Titolo

Il Pepsi Pavilion

Anno

1970

Luogo

Osaka

Autore

Kluver Billy

Descrizione

Eseguito su committenza Pepsi-cola per l’Expo ad Osaka, fu organizzato da Billy Kluver e Robert Withman di E.A.T. con l’ausilio di un gruppo di oltre 75 artisti ed assistenti tecnici provenienti dagli Stati Uniti e dal Giappone. Può essere considerato uno dei progetti di tecnologia ed arte più monumentali del ventesimo secolo.Una struttura senza precedenti per il tipo di esperienza visiva, sonora e teatrale; un’arena per gli spettacoli artistici diversa da qualunque altra in cui le attività degli esecutori avevano la possibilità di fondersi con quelle degli spettatori. Tutto il lavoro è stato affrontato con spirito cooperativo e non sulla base di compiti divisi in maniera gerarchica, ciò soprattutto per opera di Rober Whitman che credeva nel modo di esprimersi e lavorare aperto e democratico, senza sovrastrutture economiche e sociali. Il progetto è stato un felice esperimento di collaborazione tra vari gruppi di artisti, compositori, coreografi, scienziati ed assistenti tecnici visivi. E’ stato uno spazio per pensare in maniera creativa ma collettiva, in cui ad ogni artista è stato assegnato un segmento del progetto generale per cui la somma di tutti i lavori raggiungeva l’obiettivo comune. La Pepsi Pavilion è servita da precursore per cambiare la natura del fare arte: da qui sono nati i sistemi interattivi nei multimedia digitali e le simulazioni in 3D. Ma forse la cosa più importanate è stato ciò che è scaturito dell’assorbimento dello spettatore nello spettacolo, cioè il nuovo ruolo di chi non è autore.

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a - il sistema elettronico della scultura sonora «Oracle» di Rauschenberg;

b - performance elettroniche del coreografo ed artista John Cage «Variations V» e «Variations VII";

c - ha preparato la struttura per l’installazione flottante «Silver Clouds» di Warhol.

d – Il primo festival multimediale: “NINE EVENINGS": "THEATER AND ENGINEERING" aperto il 13 ottobre del 1966 – presso il 69° Regiment Armory in Manhattan nella 25° strada, insieme ad altri 30 scienziati, ingegneri ed artisti, molti dei quali suoi colleghi della Bell Labs, che attirò in quella giornata più di 14.000 visitatori L’attrezzatura è sofisticata e il numero di performances impressionante: oltre Rauschenberg e Whitman, uno dei padri della tech-art, ci sono Öyvind Fahlström, John Cage, David Tudor, Lucinda Childs, Alex e Deborah Hay, Steve Paxton e Yvonne Rainer.