Performance

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Qualsiasi espressione artistica porta fuori dal nostro corpo attraverso una forma o un atto, la rappresentazione del nostro stato psichico, percettivo e cognitivo. Sullo stesso versante comportamentistico è la performance un spettacolo che ha negli happenings la propria radice. In essa l’artista s’esibisce usando materiali disparati,interagendo con l’ambiente e coinvolgendo il pubblico nell’azione corporea.


Personaggi o Gruppi

Robert Filliou, Dick Higgins, Jackson McLow, Giuliano Zosi (per il `teatro verbale);Nam June Paik, Wolf Vostell, Andy Warhol Merce Cunningham, Trisha Brown, Lucinda Childs, Meredith Monk, Steve Paxton, Ivonne Rainer (per il `teatro sinestetico') John Cage, Terry Riley, La Monte Young, Giuseppe Chiari, Philip Corner, Toshi Ichiyanagi, James Tenney, Cornelius Cardew (per il `teatro acustico)


Storia

l'inizio dela performance art,si può far risalire intorno agli anni '50 '70. Gli influssi da cui si genera sono disparati,e vanno dalle ricerche condotte dalla Bauhaus,facendo particolare riferimento a Walter Gropius alle suggestioni delle culture del teatro orientale Kabuki,alle teorie dei Surrealisti;in particolare modo guardando alla figura di Antonin Artuad.Il contatto con gli Usa,avvenuta dopo l'emigrazione di molti artisti della Bauhaus,e di gran parte dei surrealisti,agevolò la formazione decisiva di nuove forme di teatro,dovute indubbiamente al clima nuovo ed insurrezionale che si respirava. Da allora il teatro performativo nasce si sviluppa e muore in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo,adempiendo all'esigenza di immediatezza.Il teatro non è più catalogabile,diviene immediato,istantaneo,improvvisato e raccoglie in sè il succo performativo di tutte le arti,senza metterle in contraddizione,ma unendole in un'unica impronta dettata dall'improvvisazione:la performance.

Poetica

Il termine Performance deriva dall’antico francese parfournir che significa letteralmente ‘fornire completamente o esaurientemente’. To perform significa quindi produrre qualcosa, portare a compimento qualcosa, o eseguire un dramma, un ordine o un progetto. Ma nel corso della ‘esecuzione’ si può generare qualcosa di nuovo. La performance trasforma se stessa. Le regole possono ‘incorniciarla’, ma il ‘flusso’ dell’azione e dell’interazione entro questa cornice può portare ad intuizioni senza precedenti e anche generare simboli e significati nuovi, incorporabili in performance successive. E’ possibile che le cornici tradizionali vadano sostituite: nuove bottiglie per il vino nuovo."La performance ha quindi un carattere sperimentale e nello stesso tempo critico: attraverso l’agire psicofisico è possibile vivere e portare a compimento un’esperienza e nella messa in scena del nostro corpo è possibile riflettere sull’esperienza stessa.caratteristica fondamentale di questo genere di eventi spettacolari, condivisa da tutte le declinazioni dell'arte performativa, è lo `slittamento' che si osserva dal medium `naturale' di una determinata arte verso i media che sarebbero propri di altre; fenomeno spesso tanto marcato da rendere dubbia se non indecidibile l'appartenenza di una Performance a una disciplina artistica piuttosto che a un'altra. Se la provenienza di un performer è il mondo del teatro, ad esempio, la parola, sempre che venga impiegata, giocherà un ruolo secondario rispetto all'articolazione dell'immagine e del movimento. Se il performer proviene dalla danza, la parola e la teatralità tenderanno a prevalere sul movimento. Nel caso della musica il fattore squisitamente acustico sarà di gran lunga in secondo piano o del tutto assente, a vantaggio di sollecitazioni teatrali, gestuali e visive. Se pure non si possono ignorare le differenze abbastanza marcate esistenti tra la `performance art' degli anni '70, che risente dei nuovi influssi di minimalismo e arte concettuale, e la precedente stagione degli Happening, nella sua accezione più ampia e generica la Performanceforma con l'Happening un unico complesso di ricerche sperimentali, intrecciato in un vasto movimento multidisciplinare, inteso a stabilire un rapporto di inusitata immediatezza tra l'interprete-autore e il pubblico. Perciò le arti `performative' (Musica e Teatro in particolare) hanno trovato modo di rivendicare una loro inedita ragion d'essere facendo sì, all'opposto, che quanto accade in una certa serata su di un certo palcoscenico non sia una delle varie interpretazioni possibili di un'opera già esistente, ma un evento che la crea all'istante, unico e irripetibile; un evento nel quale il rapporto con il pubblico si gioca nella nettissima accentuazione della `spettacolarità', mai affidabile con uguale efficacia a un freddo e distante mezzo di riproduzione meccanica.

Opere

"Opera Sextronique"(1967) di Nam June Paik, il quale pensava che la sessualità fosse una componente importante dei media, ha convinto la musicista americana Moorman Charlotte, diplomata in violoncello classico alla Julliard, solista dell’American Symphony Orchestra, diretta da Leopold Stokowski,a mettere due piccoli televisori sul seno nudo, mentre suonava un “violoncello‿ composto da tre monitor, che disegnavano un corpo femminile.

"TV dé-coll/age Ereignisse und Handlungen fur Millionen" 1959 di Vostell Wolf con l'Happening teletrasmesso, dove emerge soprattutto la volontà di rifiuto della passività davanti al piccolo schermo. Brevi indicazioni da eseguire come "sedetevi vicinissimi allo schermo e lavatevi i denti" o "correte o strisciate nella vostra stanza e ripetete tutto ciò che viene detto in televisione", agendo coercitivamente sullo spettatore, lo incitano a respingere la manipolazione ideologica esercitata dal nuovo medium. Tutte le azioni suggerite (baciare un volto sullo schermo, bere una coca-cola pensando alla pubblicità della pepsi, stendersi nel letto con la televisione sotto le coperte) devono essere compiute da soli in una stanza chiusa, e sottolineano la natura privata e intima dell'happening che riflette la condizione d'isolamento nell'attuale società; lo scopo è quello di provocare la reazione e la partecipazione dei telespettatori, generalmente irrigiditi e passivi davanti allo schermo, anche di fronte alle immagini di guerra mostrate attualmente.

Dance Creata nel 1979 di Childs Lucinda alla Brooklyn Academy of Music, è oggi considerata come il vertice della Danza postmoderna. Questa Coreografia ha dato a il successo e la fama internazionale di cui ancora gode. Quest’opera si serve della ripetizione per far sprofondare lo spettatore in uno stato di trance che lo porta lontano,in un mondo interiore. I ballerini si muovono sia insieme, sia in solo, attraversando il palcoscenico con un passo leggero, punteggiato da salti, corse e cambi di direzione. Si tratta di un movimento perpetuo e senza interruzione.

la suite In C (1964),di Riley Terry cioe' "in do", per ensemble ad libitum, una delle opere fondamentali del Dopoguerra. La parte per piano, l'"impulso", consiste unicamente di "do" da ripetere per tutta la durata della performance; gli altri strumenti si inseriscono l'uno dopo l'altro stratificando e ripetendo all'infinito 53 figure fisse, ciascuna per una durata arbitraria. Il brano termina quando tutti gli strumenti arrivano alla 53esima figura. Il frenetico cicalare degli strumenti si dilata o si contrae, si frantuma o si coagula, si infiamma o si zittisce, secondo l'improvvisazione dei musicisti. La musica riacquista cosi' la sua essenza ludica di gioco, di festa liberatoria, di espressione rituale collettiva. In C e' un'opera di rottura, un netto punto di discontinuita' nell'evoluzione della musica d'avanguardia. Giunge all'improvviso, inaspettata, figlia di quelle ricerche sui "ritardi via nastro", mentre i conservatori progettano sinfonie dissonanti o sonate elettroniche. Non e' abbastanza radicale da appartenere al dadaismo "cageano", e non e' abbastanza "seria" da rientrare nell'espressionismo darmadtstiano.

Our Lady Of Late di Monk Meredith (Wergo, 1986).Si tratta di uno dei suoi lavori più ostici, una raccolta di sedici brevi lied, ciascuno interpretato con una tecnica vocale diversa ma sempre con l'obbligo di suonare in consonanza con il suono prodotto dal bordo di un calice strofinato con il dito. In Unison Monk imita semplicemente il timbro del "drone", ma i brani successivi impiegano forme vocali che vengono ripetute con un certo periodo, in maniera da generare anche ritmo. In Sigh intona un gorgheggio per sospiri e in Morning "canta" con i singhiozzi di un pianto. In Slide sembra imitare i canti dei pellerossa e in High Ring quelli dei monaci tibetani; in Free una bambina che gioca e in Prophecy una mamma che canta la ninnananna. Monk fa musica usando icone canore: in Edge l'acuto di una cantante d'opera, in Cow Song la risata di una bambina, in Waltz le grida di un'isterica, in Dumb il tremito di un'epilettica. Con questo arduo lavoro per voce e vetro Monk definisce in maniera rigorosa l'idea di un lessico canoro fatto di gesti elementari che rimandano ad emozioni primitive dell'animo umano. Dragon Heads del '90,di Abramovic Marina che vede l'artista seduta sopra una sedia circondata da blocchi di ghiaccio, minacciata da cinque pitoni affamati. In tutte le performance, viene guardata da vicino la morte, mentre il corpo e lo spirito incontrano la vita.


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Webliografia

http://www.undo.net/Visual/Corso/r01a/r01a.htm

http://www.strano.net/bazzichelli/index.html

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