Pier Paolo Pasolini: differenze tra le versioni

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(Le prime esperienze letterarie e il periodo della guerra)
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La notte tra il 1° e il 2 novembre 1975 Pier Paolo Pasolini muore assassinato in uno spiazzo polveroso e abbandonato all'Idroscalo di Ostia, vicino a Roma.
 
La notte tra il 1° e il 2 novembre 1975 Pier Paolo Pasolini muore assassinato in uno spiazzo polveroso e abbandonato all'Idroscalo di Ostia, vicino a Roma.
  
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Le prime esperienze letterarie
 
 
 
Di ritorno da Casarsa all'inizio dell'autunno scoprì di aver nel cuore la lingua friulana e tra gli ultimi mesi del 1941 e i primi del 1942 scrisse i versi che, raccolti in un libretto intitolato Poesie a Casarsa, verranno pubblicati a spese dell'autore e saranno subito notati da Gianfranco Contini (che gli dedicherà una recensione positiva), da Alfonso Gatto e dal critico Antonio Russi.
 
Di ritorno da Casarsa all'inizio dell'autunno scoprì di aver nel cuore la lingua friulana e tra gli ultimi mesi del 1941 e i primi del 1942 scrisse i versi che, raccolti in un libretto intitolato Poesie a Casarsa, verranno pubblicati a spese dell'autore e saranno subito notati da Gianfranco Contini (che gli dedicherà una recensione positiva), da Alfonso Gatto e dal critico Antonio Russi.
 
A Bologna intanto riprese la fervida vita culturale, che si svolse all'interno dell'università, e, anche perché incoraggiato dal giudizio positivo che Francesco Arcangeli aveva dato ai suoi quadri, chiese di svolgere una tesi di laurea sulla pittura italiana contemporanea con Roberto Longhi, docente di Storia dell'arte. Di questa tesi, il cui manoscritto andrà perduto durante i giorni dell'otto settembre del 1943, Pasolini abbozzerà solamente i primi capitoli per poi rinunciarvi e passare ad una tesi più motivata sulla poesia del Pascoli. Scelto come relatore il suo professore di letteratura Italiana Carlo Calcaterra, Pasolini lavorò al progetto dell'Antologia della lirica pascoliana tra il 1944 e il 1945, mettendo a punto, dopo un'ampia introduzione in cui sono esposte e discusse le premesse teoriche cui è informato lo studio, una personale selezione di testi dalle differenti raccolte del Pascoli, analizzati e commentati con sensibilità peculiare. La discussione della tesi fu il 26 novembre 1945, ma solo nel 1993 l'Antologia vide la luce per i tipi della casa editrice Einaudi.
 
A Bologna intanto riprese la fervida vita culturale, che si svolse all'interno dell'università, e, anche perché incoraggiato dal giudizio positivo che Francesco Arcangeli aveva dato ai suoi quadri, chiese di svolgere una tesi di laurea sulla pittura italiana contemporanea con Roberto Longhi, docente di Storia dell'arte. Di questa tesi, il cui manoscritto andrà perduto durante i giorni dell'otto settembre del 1943, Pasolini abbozzerà solamente i primi capitoli per poi rinunciarvi e passare ad una tesi più motivata sulla poesia del Pascoli. Scelto come relatore il suo professore di letteratura Italiana Carlo Calcaterra, Pasolini lavorò al progetto dell'Antologia della lirica pascoliana tra il 1944 e il 1945, mettendo a punto, dopo un'ampia introduzione in cui sono esposte e discusse le premesse teoriche cui è informato lo studio, una personale selezione di testi dalle differenti raccolte del Pascoli, analizzati e commentati con sensibilità peculiare. La discussione della tesi fu il 26 novembre 1945, ma solo nel 1993 l'Antologia vide la luce per i tipi della casa editrice Einaudi.
 
La GIL di Bologna aveva intanto in programma di pubblicare una rivista, Il Setaccio, con qualche fronda culturale. Pasolini aderì e ne diventò redattore capo, ma presto entrò in contrasto con il direttore responsabile che era molto ligio alla retorica del regime. La rivista cesserà le pubblicazioni dopo soli sei numeri ma rappresenterà per Pasolini un'esperienza importante, grazie alla quale comprenderà la natura regressiva e provinciale del fascismo e maturerà un atteggiamento culturale antifascista.
 
La GIL di Bologna aveva intanto in programma di pubblicare una rivista, Il Setaccio, con qualche fronda culturale. Pasolini aderì e ne diventò redattore capo, ma presto entrò in contrasto con il direttore responsabile che era molto ligio alla retorica del regime. La rivista cesserà le pubblicazioni dopo soli sei numeri ma rappresenterà per Pasolini un'esperienza importante, grazie alla quale comprenderà la natura regressiva e provinciale del fascismo e maturerà un atteggiamento culturale antifascista.
 
Sempre in quell'anno partecipò ad un viaggio nella Germania nazista, organizzato come incontro della gioventù universitaria dei paesi fascisti, che gli rivelò aspetti della cultura europea sconosciuti al provincialismo italiano. Al ritorno dal viaggio pubblicò, sulla rivista del GUF, l'articolo – evidentemente sfuggito alla censura – Cultura italiana e cultura europea a Weimar, che anticipava già quello che sarà il Pasolini "corsaro", e sul "Setaccio" tracciò le linee di un programma culturale i cui principi erano quelli dello sforzo di autocoscienza, del travaglio interiore, individuale e collettivo, e della sofferta sensibilità critica.
 
Sempre in quell'anno partecipò ad un viaggio nella Germania nazista, organizzato come incontro della gioventù universitaria dei paesi fascisti, che gli rivelò aspetti della cultura europea sconosciuti al provincialismo italiano. Al ritorno dal viaggio pubblicò, sulla rivista del GUF, l'articolo – evidentemente sfuggito alla censura – Cultura italiana e cultura europea a Weimar, che anticipava già quello che sarà il Pasolini "corsaro", e sul "Setaccio" tracciò le linee di un programma culturale i cui principi erano quelli dello sforzo di autocoscienza, del travaglio interiore, individuale e collettivo, e della sofferta sensibilità critica.
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Il 1942 si concluse con la decisione della famiglia di sfollare in Friuli, a Casarsa, ritenuto un luogo più tranquillo e sicuro per attendere la fine della guerra. Nel 1943 a Casarsa il giovane Pier Paolo fu colto da quei turbamenti erotici che in passato aveva cercato di allontanare:
 
Il 1942 si concluse con la decisione della famiglia di sfollare in Friuli, a Casarsa, ritenuto un luogo più tranquillo e sicuro per attendere la fine della guerra. Nel 1943 a Casarsa il giovane Pier Paolo fu colto da quei turbamenti erotici che in passato aveva cercato di allontanare:

Revisione 20:51, 5 Feb 2015

Autore: Parmis Barariparki

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1 Biografia: 2 dopoguerra: 3 Sito web: 4 Poetica: 5 Opere:


Biografia

Pier Paolo Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922 da Carlo Alberto, ufficiale di fanteria di illustre famiglia ravennate, e da Susanna Colussi, insegnante elementare di Casarsa della Delizia in Friuli. Per tutta l'infanzia e l'adolescenza deve continuamente adattarsi ad ambienti nuovi a causa dei trasferimenti del padre in diverse città del Nord: Bologna, Parma, di nuovo Bologna, Belluno, Conegliano, Sacile, Idria, ancora Sacile, Cremona, Reggio Emilia e infine Bologna. A Belluno nel 1925 nasce il fratello Guido.

Pasolini scrive i primi versi a Sacile, ha sette anni. Frequenta il ginnasio a Reggio Emilia, il liceo a Bologna. Nel 1938 ha come professore di italiano al Liceo Galvani un poeta, Antonio Rinaldi, che legge in classe Rimbaud. Si iscrive alla facoltà di Lettere di Bologna, segue i corsi di Roberto Longhi (con questo suo "maestro" avrebbe voluto laurearsi).

Dal novembre del 1942 al maggio del 1943 collabora a «Il Setaccio» (rivista della Gil bolognese su cui pubblicano anche Mario Ricci, Fabio Mauri, Giovanna Bemporad, Luciano Serra, Sergio Telmon) con scritti, disegni, acquerelli. Nel luglio del 1942 esce Poesie a Casarsa, un volumetto di versi in friulano, edito a spese del ventenne Pasolini presso la Libreria Antiquaria di Mario Landi a Bologna. Mentre frequenta ancora l'università, alla fine del 1942, il giovane poeta è costretto a sfollare con la famiglia nel paese materno, Casarsa. Continua a comporre poesie in friulano ma contemporaneamente ne scrive moltissime anche in lingua italiana.

Per pochi giorni ai primi di settembre del 1943 Pasolini va sotto le armi a Livorno. L'8 settembre scappa e attraversa mezza Italia per rifugiarsi in Friuli. In questa occasione perde alcuni brevi capitoli su Carrà, De Pisis e Morandi, materiale preparatorio per una tesi in Storia dell'arte. Il fratello Guido, nel giugno del 1944, raggiunge i partigiani della brigata Osoppo‑Friuli sui monti della Carnia. Comunisti legati ai reparti di Tito lo trucideranno insieme ai suoi compagni, presumibilmente il 10 febbraio del '45. La famiglia ne apprende la morte molto più tardi.

Casarsa sta diventando sempre più pericolosa perché è uno snodo ferroviario importante che viene preso di mira frequentemente dai bombardamenti. Pier Paolo e Susanna decidono di trasferirsi in un paesino lontano dalla ferrovia, Versuta, e nel settembre madre e figlio organizzano una piccola scuola privata gratuita, dove Susanna insegna ai bambini delle elementari mentre Pier Paolo tiene le lezioni per gli studenti che non possono raggiungere le scuole di Pordenone o il ginnasio di Udine. Pasolini e alcuni giovani friulani suoi amici (Riccardo Castellani, Cesare Bortotto, Ovidio Colussi, Rico De Rocco e il cugino Nico Naldini) fondano il 18 febbraio 1945 l'Academiuta di lenga furlana. Carlo Alberto Pasolini torna dalla prigionia in Africa, profondamente provato nel fisico e nel morale.

Nel novembre del '45 Pasolini si laurea a pieni voti in Lettere a Bologna, con una tesi su Giovanni Pascoli: Antologia della lirica pascoliana (Introduzione e commenti). Il relatore è il professor Carlo Calcaterra. Al 1947 è databile l'iscrizione di Pasolini al Pci. Dal 1947 al 1949 insegna in una scuola media a Valvasone, un paesetto a dodici chilometri da Casarsa. Stende dei murali in lingua e in dialetto di contenuto apertamente o metaforicamente politico per e con i compagni della sezione comunista di San Giovanni di Casarsa, di cui è segretario (primavera‑estate 1949). Una denuncia per corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico scatena a Casarsa un putiferio. Il poeta è sospeso dall'insegnamento e il Pci lo espelle «per indegnità morale e politica». L'aria in Friuli è diventata ormai irrespirabile e ai primi di gennaio del 1950 Pasolini parte per Roma con la madre.

I primi anni nella Capitale sono molto difficili. Inizialmente abita a piazza Costaguti, al Portico d'Ottavia, poi va a vivere in borgata, vicino al carcere di Rebibbia, a Ponte Mammolo. Carlo Alberto raggiunge moglie e figlio nel 1951 proprio in occasione di questo trasferimento. Pochi mesi dopo l'arrivo a Roma inizia ad accumulare materiali per scrivere Ragazzi di vita. Nel 1951 conosce Sergio Citti con il quale instaurerà, oltre a una stretta amicizia, un rapporto professionale: scrivendo di lui lo definisce il suo «consulente parlante».

Alla fine del 1952 esce il ponderoso lavoro sulla poesia dialettale del Novecento, che ottiene consensi unanimi (con recensioni di E. Montale, E. Falqui, G. Vicari, F. Fortini, G. Bellonci). Nel 1955 Livio Garzanti edita Ragazzi di vita. Il romanzo innesca un acceso dibattito. Nell'estate il libro riceve l'importante premio Colombi Guidotti (presieduto da Giuseppe De Robertis). L'autore e l'editore vengono denunciati per oscenità. Si arriva all'assoluzione «perché il fatto non costituisce reato».Le ceneri di Gramsci, edito nel 1957, ottiene il premio Viareggio ex aequo con il volume Poesie di Sandro Penna. Con Sergio Citti nel 1957 lo scrittore sviluppa i dialoghi in romanesco per il film Le notti di Cabina di Federico Fellini. I lavori per il cinema si fanno sempre più frequenti.

Nel dicembre del 1958 si spegne Carlo Alberto Pasolini, per anni puntuale e sollecito, anche se ombroso, segretario del figlio. Nel 1959 Pasolini pubblica Una vita violenta. Esordisce nel cinema come regista tra il 1960 e il 1961. Nel 1961 il libro di poesie La religione del mio tempo ottiene il premio Chianciano. Nel maggio del 1962 esce, presso l'editore Garzanti, Il sogno di una cosa, un romanzo che racconta il Friuli e la sua gente, cominciato quattordici anni prima a Casarsa. Nel 1963 si istituisce uno dei tanti procedimenti penali contro di lui, forse il più clamoroso: è accusato di vilipendio alla religione di Stato a causa di alcune scene dell'episodio La ricotta; in prima istanza è dichiarato colpevole, più tardi sarà prosciolto per amnistia. Nello stesso anno Pasolini si trasferisce nel quartiere romano dell'Eur. La produzione poetica pasoliniana nata fra il 1961 e il 1964 viene raccolta nel volume Poesia in forma di rosa. Nel '65, in occasione del Festival di Pesaro, si discute sui linguaggio dei cinema. Partecipano ai dibattiti semiologi e studiosi italiani e stranieri (tra cui Roland Barthes), e Pasolini fa un'ampia relazione sul «cinema di poesia». Nel volume Empirismo eretico, pubblicato nel 1972, sono raccolti molti degli studi sulla lingua e sul cinema risalenti anche a questo periodo. Un'emorragia da ulcera nel marzo del 1966 costringe Paso­lini a letto; durante la convalescenza scrive sei tragedie in versi e il primo abbozzo di Teorema.

Nell'ottobre del 1966 il Festival di New York ospita i film Accattone e Uccellacci e uccellini e Pasolini fa il suo primo viaggio in America. Sta lavorando intorno al progetto del film su san Paolo e, suggestionato dall'ambiente e dal popolo americano, medita di trasferire l'azione da Roma a New York, situandola nell'attualità ma senza cambiare la storia. Il film tuttavia non verrà realizzato.

Dopo gli scontri sui viali di Valle Giulia fra studenti univer­sitari e polizia (marzo 1968), Pasolini scrive un pamphlet in versi, destinato a «Nuovi Argomenti», in cui simpatizza con i poliziotti, identificati come i veri proletari. Viene pubblicato mutilo su «L'Espresso» e sul contenuto di questa poesia – il cui titolo completo è Il Pci ai giovani! (Appunti in versi per una poesia in prosa seguiti da una «Apologia») – si scatena una polemica forse non ancora risolta. Nel numero di gennaio-marzo di «Nuovi Argomenti» esce uno scritto intitolato Manifesto per un nuovo teatro (Pasolini definisce il nuovo teatro «teatro di parola») e nel novembre, a Torino, lo scrittore tenta l'esperienza di regista teatrale portando in scena una delle sue tragedie, Orgia.

All'inizio del 1971 realizza insieme a militanti di «Lotta continua» il documentario 12 dicembre.

Trasumanar e organizzar è l'ultimo libro di poesie edito da Pasolini (aprile 1971). L'ultimo in lingua, perché nel '75 esce un volume che raccoglie due cicli di poesie friulane, La meglio gioventù, già pubblicato, e l'inedito Seconda forma de "La meglio gioventù", scritto nel 1974. Nel gennaio del 1973 è iniziata la collaborazione al «Corriere della Sera», "scandalosa" perché entra in tutte le questioni scottanti, affrontando Chiesa e potere. Nel 1975 Pasolini consegna all'editore Einaudi un testo, definito dall'autore «documento», intitolato La Divina Mimesis che uscirà postuma.

La notte tra il 1° e il 2 novembre 1975 Pier Paolo Pasolini muore assassinato in uno spiazzo polveroso e abbandonato all'Idroscalo di Ostia, vicino a Roma.

Le prime esperienze letterarie

Di ritorno da Casarsa all'inizio dell'autunno scoprì di aver nel cuore la lingua friulana e tra gli ultimi mesi del 1941 e i primi del 1942 scrisse i versi che, raccolti in un libretto intitolato Poesie a Casarsa, verranno pubblicati a spese dell'autore e saranno subito notati da Gianfranco Contini (che gli dedicherà una recensione positiva), da Alfonso Gatto e dal critico Antonio Russi. A Bologna intanto riprese la fervida vita culturale, che si svolse all'interno dell'università, e, anche perché incoraggiato dal giudizio positivo che Francesco Arcangeli aveva dato ai suoi quadri, chiese di svolgere una tesi di laurea sulla pittura italiana contemporanea con Roberto Longhi, docente di Storia dell'arte. Di questa tesi, il cui manoscritto andrà perduto durante i giorni dell'otto settembre del 1943, Pasolini abbozzerà solamente i primi capitoli per poi rinunciarvi e passare ad una tesi più motivata sulla poesia del Pascoli. Scelto come relatore il suo professore di letteratura Italiana Carlo Calcaterra, Pasolini lavorò al progetto dell'Antologia della lirica pascoliana tra il 1944 e il 1945, mettendo a punto, dopo un'ampia introduzione in cui sono esposte e discusse le premesse teoriche cui è informato lo studio, una personale selezione di testi dalle differenti raccolte del Pascoli, analizzati e commentati con sensibilità peculiare. La discussione della tesi fu il 26 novembre 1945, ma solo nel 1993 l'Antologia vide la luce per i tipi della casa editrice Einaudi. La GIL di Bologna aveva intanto in programma di pubblicare una rivista, Il Setaccio, con qualche fronda culturale. Pasolini aderì e ne diventò redattore capo, ma presto entrò in contrasto con il direttore responsabile che era molto ligio alla retorica del regime. La rivista cesserà le pubblicazioni dopo soli sei numeri ma rappresenterà per Pasolini un'esperienza importante, grazie alla quale comprenderà la natura regressiva e provinciale del fascismo e maturerà un atteggiamento culturale antifascista. Sempre in quell'anno partecipò ad un viaggio nella Germania nazista, organizzato come incontro della gioventù universitaria dei paesi fascisti, che gli rivelò aspetti della cultura europea sconosciuti al provincialismo italiano. Al ritorno dal viaggio pubblicò, sulla rivista del GUF, l'articolo – evidentemente sfuggito alla censura – Cultura italiana e cultura europea a Weimar, che anticipava già quello che sarà il Pasolini "corsaro", e sul "Setaccio" tracciò le linee di un programma culturale i cui principi erano quelli dello sforzo di autocoscienza, del travaglio interiore, individuale e collettivo, e della sofferta sensibilità critica.

Il periodo della guerra

Il 1942 si concluse con la decisione della famiglia di sfollare in Friuli, a Casarsa, ritenuto un luogo più tranquillo e sicuro per attendere la fine della guerra. Nel 1943 a Casarsa il giovane Pier Paolo fu colto da quei turbamenti erotici che in passato aveva cercato di allontanare: « Un continuo turbamento senza immagini e senza parole batte alle mie tempie e mi oscura. » Continuava intanto a tenersi in contatto epistolare con gli amici, ai quali questa volta non volle nascondere nulla, raccontando quanto gli stava capitando: « Ho voglia di essere al Tagliamento, a lanciare i miei gesti uno dopo l'altro nella lucente cavità del paesaggio. Il Tagliamento qui è larghissimo. Un torrente enorme, sassoso, candido come uno scheletro. Ci sono arrivato ieri in bicicletta, giovane indigeno, con un più giovane indigeno di nome Bruno… » Alla vigilia dell'Armistizio, Pasolini fu chiamato alle armi. Costretto ad arruolarsi a Livorno nel 1943, all'indomani dell'8 settembre disobbedì all'ordine di consegnare le armi ai tedeschi e riuscì a fuggire travestito da contadino e a rifugiarsi a Casarsa. Lì c'erano alcuni giovani appassionati di poesia (Riccardo Castellani, Cesare Bortotto, Ovidio Colussi, Rico de Rocco e il cugino Nico Naldini) con i quali fondò l'Academiuta di lenga furlana che si proponeva di rivendicare l'uso letterario del friulano casarsese contro l'egemonia di quello udinese. Il nuovo gruppo si propose di pubblicare una rivista che fosse in grado di rivolgersi al pubblico del paese e nello stesso tempo promuovere la sua poetica. Il primo numero della rivista uscì nel maggio del 1944 con il titolo "Stroligùt di cà da l'aga" ("Lunario [pubblicato] di qua dell'acqua [il Tagliamento]"). Nel frattempo la tranquillità di Casarsa era compromessa dai bombardamenti e dai rastrellamenti di fascisti per l'arruolamento forzato nel nuovo esercito della Repubblica di Salò ed iniziavano a formarsi i primi gruppi partigiani. Pier Paolo cercò di astrarsi il più possibile dedicandosi agli studi e alla poesia, e intanto aprì in casa sua una piccola scuola privata per quegli studenti che a causa dei bombardamenti non potevano raggiungere le scuole di Pordenone o il ginnasio di Udine. Nell'ottobre del 1944 Pier Paolo e la madre – il fratello Guido si era intanto unito alle formazioni partigiane della Carnia – si trasferirono a Versuta, che sembrava essere un luogo più tranquillo e lontano dagli obiettivi militari. Nel villaggio mancava la scuola e i ragazzi dovevano percorrere più di un chilometro per raggiungere la loro sede scolastica. Susanna e Pier Paolo decisero così di aprire una scuola gratuita nella loro casa. In questo periodo Pier Paolo visse il suo primo amore per un allievo tra i più grandi («In quelle membra splendevano un'ingenuità, una grazia… o l'ombra di una razza scomparsa che durante l'adolescenza riaffiora») e, al contempo, si innamorò di lui una giovane violinista slovena, Pina Kalc, che aveva raggiunto con la sua famiglia il rifugio di Pasolini. La vicenda del ragazzo e l'amore di Pina per lui si intrecciarono complicando dolorosamente quei lunghi mesi che mancavano alla fine della guerra. Il 7 febbraio del 1945, a Porzus, in Friuli Venezia Giulia, una milizia di partigiani comunisti massacrò la Brigata Osoppo, gruppo di partigiani moderati: si trattava del famoso Eccidio di Porzus. Tra i caduti c'era anche Guido, fratello diciannovenne di Pier Paolo. Questa notizia giunse a Casarsa diverse settimane dopo la fine della guerra gettando Pier Paolo e la madre in un terribile strazio. Proseguirono comunque le lezioni nella piccola scuola di Versuta, dove Pier Paolo era considerato un vero maestro. Il 18 febbraio dello stesso anno venne fondata l'"Academiuta di lenga furlana" che raccoglieva un piccolo gruppo di neòteroi[4] e che, sulle basi delle esperienze precedenti di Pier Paolo, fondò i principi del felibrismo regionale: « Friulanità assoluta, tradizione romanza, influenza delle letterature contemporanee, libertà, fantasia. »

In agosto fu pubblicato il primo numero de Il Stroligut, con una numerazione nuova per distinguersi dal precedente Stroligut di cà da l'aga e, nello stesso periodo, iniziò la serie dei "diarii" in versi italiani pubblicati in un primo volumetto a spese dell'autore. Nello stesso anno aderì all'"Associazione per l'autonomia del Friuli" e dopo il ritorno del padre, prigioniero degli inglesi in Africa poi rimpatriato dal Kenya, Pasolini discusse la tesi di laurea su Antologia della poesia pascoliana: introduzione e commenti. Con la laurea il ruolo di Pasolini come insegnante-direttore della scuola, che era stato fortemente contrastato dal provveditorato dal momento che alla sua fondazione egli non era ancora laureato, divenne effettivo.