Plessi Fabrizio

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Personaggio

Plessi Fabrizio

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Biografia

Fabrizio Plessi è un videoartista, autore di installazioni, films, videotapes e performances, le sue opere si trovano nei più importanti Musei d’Arte contemporanea del pianeta Terra.

Plessi è un artista di formazione veneziana e a Venezia è rimasto legato nonostante i frequenti e ripetuti spostamenti che sono obbligati a spostarsi per ricercare un pubblico stimolante e disponibile.

Nel 1940 Fabrizio Plessi nasce a Reggio Emilia. Compie i suoi studi al Liceo artistico e all’Accademia delle Belle Arti di Venezia dove in seguito sarà titolare della cattedra di pittura.

Fin dal 1968 il tema centrale della sua pittura è l’acqua, presente in installazioni, films, videotapes e performances.

Le sue opere vengono esposte al padiglione sperimentale della Biennale di Venezia nel 1970 e alla successiva Biennale del 1972.

In seguito Plessi presenta le sue opere in spazi pubblici come il Palazzo dei Diamanti di Ferrara (1975), la Stadtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco (1978), l’Internationaal Cultureel Centrum di Anversa (1980) e il Palais de Beaux-Arts di Bruxelles (1975 e 1983).

Nel 1978 è invitato alla Biennale di Venezia nella sezione fotografia per la mostra speciale L’Immagine Provocata.

Nel 1980 Partecipa al Festival del Cinema di Venezia con il film Liquid Movie, vincendo il Premio "Città di Milano".

E’ il 1981 quando Plessi viene invitato al Festival del Cinema di Venezia con Underwater, una produzione francese: per la prima volta il mezzo elettronico come medium dell’espressione artistica viene così ammesso in una biennale cinematografica.

Nel 1982 la sua completa opera video viene presentata al Centre Pompidou, Beaubourg di Parigi. Il rapporto illusionistico fra rappresentazione e realtà dell’elemento liquido compare amplificato nelle estreme possibilità tecnologiche della riproduzione meccanica ed elettronica.

Nel 1984 le sue installazioni vengono esposte alla XLI Biennale di Venezia e al Musée d’Art Contemporain di Villeneuve d’Ascq (Lille).

Nel 1985 Plessi presenta alla Rotonda della Besana di Milano la sua prima grande antologica in Italia (Plessi - Video Going) , che si può considerare la prima mostra di videoinstallazioni ambientali in Italia.

E’ lui a rappresentare l’Italia nel 1986 alla XLII Biennale di Venezia e crea per l’occasione una delle sue opere più significative: Bronx.

Nel 1987 A "documenta" di Kassel Plessi presenta la monumentale installazione Roma che lo rende definitivamente noto a livello internazionale. A Bologna vince il premio internazionale "L’immagine elettronica" e crea le scenografie per la coreografia di Enzo Cosimi Sciame, che inaugura il Festival di Rovereto.

Dello stesso anno è l’ampia rassegna delle sue videoinstallazioni a Cavaillon in occasione del Festival di Avignone.

Nel 1988 a Madrid al Museo Español de arte Contemporaneo è presente con una grande retrospettiva di ben quattordici installazioni. Dello stesso anno è la mostra Palacio Electronico al Palacio Sastago di Zaragoza.

Sempre nello stesso anno espone alla Neue Galerie di Linz una serie di videoinstallazioni daltitolo Videoland - Videolinz. A Prato, per l’inaugurazione del Centro di Arte Contemporanea Luigi Pecci, crea l’opera Roma II.

Durante il 1987 e il 1988 per la RAI di Roma si occupa delle scenografie del programma televisivo "Immagina".

Nel 1989 Plessi è invitato alla mostra Video-Skulptur al Kunstverein di Colonia con una nuova creazione radicale dal titolo Materia Prima. Dello stesso anno sono la grandemostra Videosal al Palau Solleric di Palma de Mallorca e la mostra Movimenti Catodici al Palazzo dei Diamanti di Ferrara.

Partecipa alla mostra Borealis al Louisiana Museum di Humlebeak in Danimarca e ad Artek, Biennale di Nagoya, in Giappone.

Disegna inoltre le coreografie e i costumi per l’opera The Fall of Icarus in collaborazione con il coreografo Federic Flamand ed il musicista Michael Nyman, produzione dell’Opéra Nationale “La Monnaie di Bruxelles.

Crea il monumentale mulino elettronico Tempo Liquido, commissionato da Prato Trade per il Centro Pecci di Prato.

E’ il 1990 quando, in occasione del suo cinquantesimo compleanno, la sua città natale Reggio Emilia gli dedica una grande antologica nel Museo, nel Foro Boario e nell’ampio spazio della Cavallerizza dove Plessi presenta per la prima volta i suoi Armadi.

Nel 1991 riprende la grande installazione Roma II per il Museum Moderner Kunst, Stiftung Ludwig di Vienna.

Dello stesso anno è l’installazione Porfido a Pergine espressamente studiata per il castello, e la complessa mostra di fotografie e grandi progetti alla fondazione "Sa Nostra" di Palma de Mallorca dedicata alla tipologia dell’isola ed ai suoi materiali.

Nel 1992 crea le scenografie elettroniche per la seconda collaborazione con Frederic Flamand Titanic, presentato nello spettacolare spazio del Musée de l’Industrie di Charleroi.

Dirige un workshop per l’UNESCO con la partecipazione di venti giovani artisti internazionali sul tema "Babele".

Dopo un viaggio in India nel 1993 nasce la videoinstallazione Bombay-Bombay per il Museo Ludwig di Colonia.

Dello stesso anno è la vasta antologica Plessi-Retrospektive che il Museum am Ostwall di Dortmund gli dedica con dodici videoinstallazioni storiche.

Sempre del 1993 è Cristalli Liquidi, opera commissionata ed esposta al Caffè Florian di Venezia in occasione della Biennale.

Per il celebre concerto "live" di Luciano Pavarotti al Central Park di New York, Plessi crea le scenografie elettroniche.

Si inaugurano a Barcellona alla Fundaciò Joan Mirò la mostra Bombay-Bombay ed alla Fiera di Berlino la monumentale videoinstallazione Liquid Time prodotta dalla Philips ed acquistata dal Zentrum fur Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe.

Plessi viene insignito della medaglia "Mirò" dell’ UNESCO a Parigi.

Nel 1994 collabora per la terza volta con Frederic Flamand, creando per l’opera Ex Machina le scenografie elettroniche e virtuali realizzate sotto la sua direzione dagli studenti della Kunsthochschule fur Medien di Colonia.

E’ invitato alla Mostra speciale internazionale della Bienal de Sao Paulo in Brasile.

Dello stesso anno è la mostra di disegni storici e progetti su carta dal 1976 al 1993 presso la Neue Galerie di Linz.

Crea le scenografie elettroniche per la trasmissione "Studio Moor" del canale televisivo tedesco Premiere, con videoinstallazioni che cambiano ogni mese.

Nel 1995 l’opera di Frederic Flamand Ex Machina è invitata come evento speciale alla Biennale di Venezia del Centenario.

Sempre nel 1995 crea le due videoinstallazioni Fuochi Fatui per la Fundaciò Pilar i Joan Mirò a Palma de Mallorca, di cui una è ambientata eccezionalmente nello studio stesso di Mirò, tra le sue opere.

Ancora del 1995 è la sua grande antologica alla Rocca Paolina di Perugia per la quale crea la monumentale videoinstallazione L’Anima della Pietra.

Nel 1996 crea alcune delle più imponenti e complesse installazioni tra cui Il Fiume della Storia per il Landesmuseum di Mainz, Fez-Fez per il Mausoleum di Graz,Acquedotto Elettronico per il Kunstverein di Heidelberg e Mysterium Wein per l’Historisches Museum der Pfalz a Speyer.

Infine, sempre del 1996, è la spettacolare videoscultura Movimenti Catodici Barocchi che Plessi crea a Napoli in occasione dell’apertura della Città della Scienza alla Fondazione IDIS.

E’ del 1998 la monumentale installazione L’Arca dell’Arte nell’atrio del Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Grande retrospettiva al Guggenheim Museum SoHo di New York delle sue videoinstallazioni storiche: Bronx del 1986, Roma del 1987, Cristalli liquidi del 1993 e Movimenti Catodici Barocchi del 1996.

La mostra è trasferita nello stesso anno al Museum of Contemporary Art di San Diego.

A Berlino per il nuovo edificio della Sony progettato da Helmut Jahn in Potsdamer Platz, nel 1999 crea una gigantesca cascata elettronica che si scompone in sedici milioni di colori differenti.

La monumentale opera verrà ufficialmente inaugurata nel giugno dell’anno successivo. Premiato alla XIII Quadriennale di Roma.

Ad Hannover vince il prestigioso premio “Nord/LB Kunstpreis" che lo consacra il miglior artista dell’anno in Germania.

In questa occasione allestisce presso la Kestner Gesellschaft di Hannover una grande mostra completamente inedita sul tema della foresta dal titolo Der Hangende Wald.

Nello stesso anno vince il Concorso Internazionale per il Padiglione dell’Euregio all’Expo 2000 di Hannover.

Dal 1990 al 2000 è stato professore di "Umanizzazione delle tecnologie" alla Kunsthochschule di Colonia.

Nel 2000 Per "Bologna 2000" realizza una grande teatrale installazione intitolata Naufragio della pittura a Palazzo d’Accursio.

Al Mudin di Valencia allestisce un’ampia rassegna sull’Anima della Materia.

Nello stesso anno una mostra itinerante dei suoi ultimi lavori viene esposta in Danimarca al Trapholt Museum di Kolding.

Realizza per il Governo Italiano nel padiglione dell’Expo universale di Hannover Mare verticale, che si può considerare la più monumentale scultura tecnologica mai costruita.

La struttura in acciaio alta 44 metri contiene un gigantesco schermo a led luminosi che simula un’onda elettronica blu in continuo movimento.

Rappresenta l’Italia alla Biennale di Kwangiu in Corea e nello stesso anno crea le scenografie teatrali per lo spettacolo dell’Aterballetto Sogno di una notte di mezza estate con le musiche originali di Elvis Costello.

Dal 1990 al 2000 è stato professore di "Umanizzazione delle tecnologie" alla Kunsthochschule fur Medien di Colonia e dal 1994 titolare della nuova cattedra "Scenografie elettroniche" presso la stessa istituzione.

Nel 2001 presenta a Bologna ad ArteFiera con la Galleria Traghetto di Venezia Sei Cariatidi, sei diverse installazioni caratterizzate dal connubio di materiali poveri e materiali elettronici.

In qualità di "guest of honour" in aprile rappresenta l’Italia alla 8a Biennale Internazionale del Cairo.

A cura del Comune di Venezia, in concomitanza con la vernice della Biennale d’Arte ai primi di giugno, è in preparazione al Museo Correr un’ampia ed inedita rassegna delle sue opere più recenti sul tema dell’acqua e del fuoco accompagnata da una gigantesca installazione in Piazza San Marco ideata per l’occasione.

Sempre in giugno alla Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia Plessi presenta una nuova opera multimediale dal titolo L’Enigma degli Addii.

In ottobre al Museo Guggenheim di Bilbao inaugura una sua personale dove verrà ripresa la celebre videoscultura Roma in travertino.

Sempre nel 2001 espone lavori recenti alla Fondazione Sammlung Essl di Vienna.

Nel 2002 spone 10 installazioni alle Scuderie del Quirinale, provenienti dai musei di New York, Colonia, Hannover, Vienna, Verona, San Diego, come il Guggenheim, il Ludwig Museum, il Kestner Gesellschaft, la Fondazione Essl, il Palazzo Forti, il Museum of Contemporary Art, ripercorrendo in una grande istallazione antologica, ParadisoInferno, la sua carriera che ha fatto della videoinstallazione, già a partire dagli anni settanta, uno dei segni più caratteristici del suo discorso artistico.

Nel 2003 in occasione del Salone del Mobile a Milano, Plessi con il coordinamento artistico di Robert Wilson e le musiche di Philip Glass, crea sotto la trecentesca Loggia dei Mercati una nuova spettacolare e gigantesca istallazione con 10 barche di fuoco capovolte che si muovono sulla testa dei visitatori stravolgendone ogni logica percettiva.

Per l’ingresso della collezione Peggy Guggenheim di Venezia Plessi studia un’opera inedita: Digital Fall, una delle sculture tecnologicamente più avanzate al mondo, dotata di un impianto costante di climatizzazione e di un grande schermo ultra piatto.

Realizza nello stesso anno una grandiosa installazione per il Kristallwelten Museum di Swarosvsky a Wattens, formata da un’enorme foresta sospesa con immagini elettroniche di acqua, fuoco e cristalli.

Nel 2004 la Germania gli rende omaggio con la grande retrospettiva Traumwelt a Berlino.

La mostra si può considerare la più vasta e più completa dell’artista ed è dedicata alle contraddizioni e alle urgenze della città del mondo. Poi la suggestiva I Lavatoi dell’Anima, una nuova versione di Bombay-Bombay. A Milano crea per il Futurshow all’ingresso una gigantesca cascata digitale che si incendia a tempi alternati.

Nel 2005 ad Artefiera espone per la prima volta con grande successo una nuova serie di cumuli di pietre, oniriche ed evocative, dal titolo Digital Stones. Per il Kistefoss Museet in Norvegia Plessi crea Memory Motions: nove grandi installazioni di tronchi rotanti con movimenti aleatori a diversi livelli su strutture meccaniche.

Ancora in Germania l’artista inizia una stretta collaborazione con l’industria automobilistica BMW con una serie di progetti in cui la ricerca automobilistica viene affiancata dalla poetica della creazione artistica in una simbiosi stimolante di materiali e forme.

E’ invitato alla LI Biennale d’Arte di Venezia, per il progetto speciale della Biennale in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri.

Per l’occasione Plessi realizza di fronte all’entrata della Biennale una nuova versione di Mare Verticale che emerge dall’acqua della laguna per 44 metri di altezza. All’interno di questa enorme stele verticale scorre una cascata tecnologica.

Diventerà il simbolo della Biennale stessa.

A Vienna negli splendidi spazi monumentali della galleria Mauroner allestisce la mostra Digital Stones, affascinante percorso tra Movimenti Catodici Barocchi ed un omaggia a Freud nell’anno che gli sarà dedicato.


Sito web

http://www.plessi.it


Poetica

"Il mio lavoro è quello di abbattere le barriere tra scienza e arte e di operare attraversamenti in diagonale, vere e proprie globalizzazioni che renderanno più umano l'inespressivo volto della macchina.

Per cui l'arte, con le sue inesauribili capacità terapeutiche, grazie proprio alla sua sofisticata possibilità tecnologica di vettore d'informazione, verrà ad essere un fondamento basilare per lo spirito dell'uomo nell'arido paesaggio contemporaneo... Il lavoro dell'artista rimane quello di far arrivare nella nostra retina e nel nostro cervello dei flash al magnesio che andranno ad illuminare zone buie e segrete della nostra percezione.

E una volta che la nostra mente si è dilatata ad idee più vaste, non tornerà più nel suo formato originario."


Non è propriamente corretto definire Fabrizio Plessi "videoartista" perché in realtà lui è un "videoinstallatore"; termini che sembrano sconfinare l'uno nell'altro, ma all'interno del calderone dell'arte contemporanea, dove tutto sembra lecito, è bene fare delle distinzioni.

Il tema centrale della sua ricerca è l'acqua, protagonista di numerose installazioni, films, videotapes e performances: "Per me l'acqua è molto importante, io sono un emiliano che è andato a Venezia; ho subito lo shock di questa città apparentemente allagata.

Vivendo a Venezia il mio pensiero è diventato molto più fluido […].

Penso che il video formi con l'acqua un binomio perfetto; l'acqua è un elemento antico, ancestrale, primordiale, il video è un elemento d'oggi: entrambi sono fluidi, mobili, instabili, entrambi emanano un bagliore azzurro".

L'acqua di Plessi deriva anche dalla sua formazione di artista "povero" ("Uso materiali molto poveri – carbone, ferro, marmo, paglia – che derivano da un concetto dell’arte povera, tutti questi materiali sono sordi e opachi.

Cerco allora d’innestare, all’interno di questi materiali, elementi luminosi e in movimento, questo lavoro lo chiamo "cangiante elettronico", come tu hai ricordato.

Per cui la mia poetica nasce proprio da questa convivenza impossibile."), l'acqua vista come forma energetica primaria contaminata dall'elemento tecnologico per eccellenza, il video, medium in grado di restituire una visione fluida della realtà.

Quest’acqua è per Plessi un’acqua non consolatoria, non naturalistica, non didascalica: un’acqua virtuale che non bagna.

L’acqua di Plessi è un’acqua leggera, insolente e penetrante; è un’acqua sottile e in movimento, che è luogo di riflessioni non a specchio, ma obliquamente scivolate e sempre sfuggenti.

Essa lustra un’ironia che smaterializza le immagini e dà consistenza agli apparati che possono mettere in contraddizione fisica e metafisica del mondo.

Luogo quindi dell’immaginazione, l’acqua diventa percorso di un gioco critico e creativo.

Paradossi, simulazioni e metafora la rendono viva di una diversa capacità di generazione.

Non è un caso che nell’acqua di Plessi, saltuariamente acida, non vivono mai né alghe né pesci.

L’acqua di qui non è il mare, ma l’infinito della mente.

Ma nelle sue opere altro elemento molto presente è il fuoco: “e poiché mi piacciono gli opposti, mi ha affascinato il fuoco, un fuoco che non brucia.

Sono come un alchimista che cerca di far convivere elementi apparentemente opposti e contrari.

L’incontro di Plessi con il video è stato un incontro "fortunato" e in qualche misura inevitabile.

Per il suo sperimentare sull’acqua Plessi aveva necessità di un medium che percettivamente simulasse il massimo di realtà, e nello stesso tempo di una visione fluida, senza asprezze di confine e contorni.

L’acqua mobile, con i suoi inganni di riflessione, la sua apparenza oscillante e tuttavia continua, è congeniale all’immagine elettronica, alla sua definizione non assoluta.

Parlando al mezzo espressivo, il video, Plessi ci dice: "Per me è basico- sostiene l'artista- io non ho mai considerato la televisione uno strumento informativo.

Io considero la televisione esattamente come una materia, una materia come il marmo, la pietra, il carbone, la paglia, una materia con la quale l'artista può con delle manipolazioni creare un proprio mondo".

"Io sono un archeologo, sono uno che usa ancora il video.

Mentre c’è stato un decollo così vertiginoso delle tecnologie, io sono fedele a quelle degli anni ’70, cioè la televisione, l’oggetto televisivo, quella brutta scatola nera che è la tv. […] ecco perché mi definisco un barbaro delle tecnologie, un cavernicolo dell’elettronica.". Ma la tecnologia non è mai il fine ultimo dell'opera.

L'obiettivo finale delle opere di Plessi è il tentativo di umanizzare la tecnologia, alzare la temperatura del video e caricarlo di significati, emozioni.

L'artista segue da sempre con coerenza una duplice ricerca da una parte tematica dall'altra formale. Sono due le intuizioni presenti sin dalle sue prime opere: da un lato il carattere scultoreo delle installazioni, dall'altro il riconoscimento di un'affinità tra ciò che Plessi chiama il cangiante elettronico e il tema dell'acqua e della liquidità.


Opere

Alcune della opere di Fabrizio Plessi


  • Travel, 1974.

Video in bianco/nero della durata di 30 min. Produzione: Galleria d’Arte Moderna di Ferrara.


Videoscultura. Struttura in legno, filo teso in ferro, sabbia, 2 monitor, 2 VHS, 2 cassette registrate, sonoro.


Videoinstallazione. Tela (dal 1984), ferro, neon, 1 monitor, 1 VHS, 1 cassetta registrata, sonoro.


  • Waterman, 1980.

Video 16mm, della durata di 12 min.


  • Liquid movie, 1981.

Video 16mm, della durata di 18 min.


Videoinstallazione. 2 automobili, acqua corrente, fari accesi, 4 monitor, 2 VHS, 2 cassette registrate, sonoro.


Video a colori della durati di 12 min. Produzione: Centro Video Arte di Ferrara.


Video a colori della durati di 12 min. Produzione: Centro Video Arte di Ferrara.


Video a colori della durati di 12 min. Produzione: Centro Video Arte di Ferrara.


  • Mare di marmo, 1984.

Videoinstallazione.


Videoscultura. Legno, ventilatore, parte meccanica in movimento, 1 monitor, 1 VHS, 1 cassetta registrata, sonoro.


Videoinstallazione. Lastre di travertino, macchina del vetro, 100 monitor, VHS, cassetta registrata.


Videoinstallazione. Struttura in ferro, lastre di ferro arrugginito, 26 pale agricole, grigliato industrale, 26 monitors, 2 VHS, cassette registrate.


Videoinstallazione. Montacarichi in movimento, struttura in legno, pareti pompeiane, lastre di travertino, 36 monitor, VHS, cassette, sonoro.


Videoinstallazione. 12 coni in ferro, scale di legno, balle di paglia, 12 monitor, VHS, cassette, sonoro.


Videoinstallazione. Struttura in legno rivestita di mosaici d’oro veneziani, 24 monitor, 2 VHS, 2 cassette, sonoro.


Videoinstallazione. Lastre di marmo travertino, 30 monitor, 2 VHS, 2 cassette.


Videoinstallazione. Pietra serena grigia, pareti grigie, luce dall’altro, scritta in rilievo, 25 monitor spenti.


Videosculatura. Struttura in ferro e legno, 12 monitor, 2 VHS, 2 cassette registrate, sonoro.


Vidoscultura. Struttura a scomparti in ferro arrugginito, 500 mattoni, 4 monitor, 2 VHS, 2 cassette.


Videoinstallazione. Lastre di porfido, cinghie di metallo, 14 monitor, 1 VHS, cassetta, sonoro.


Videoscultura. Struttura in ferro, cotone bianco bagnato, 36 monitor, 2 VHS, 2 cassette, suono.


Videoinstallazione. 500 bicchieri veneziani, 14 recipienti di zinco, 14 monitor, 4 VHS, 4 cassette, sonoro.


Videoscultura. Struttura in ferro, grigliato industriale, pompa idraulica, parte elettrica in movimento, acqua corrente, 21 monitor, 2 VHS, cassette, sonoro.


Videoinstallazione. 21 strutture in ferro, 21 blocchi di pietra, 21 monitor, 21 VHS, 21 cassette.


Struttura in ferro, vasca in ferro, 1000 litri di vino rosso, 40 monitor, VHS, cassette registrate.


Videoscultura. Struttura in ferro, portale romano, 22 monitor, VHS, cassette registrate, sonoro.


Videoscultura. Struttura in ferro arrugginito, aperture, gradini in ferro, lana rossa, 16 monitor, VHS, video cassette, sonoro.


Videoscultura. Struttura in legno dipinto, 20 monitor, VHS, cassette registrate, sonoro.


Videoinstallazione. 7 strutture in legno, macchine rotanti, 2 monitor per ciascuna, VHS, cassette, sonoro.


Videoinstallazione. Vecchie valige, corda, lampadine, 2 monitor, VHS, cassette, sonoro.


Videoinstallazione. Tronchi cavi, 2 monitor per ogni tronco, sequenze pre-registrate, meccanismo rotante.


Videoinstallazione. Struttura in ferro (9.2 x 2.3 m), 9 tronchi cavi con monitor, sequenze pre-registrate.


Videoinstallazione. Nove tronchi (h. 6 m) sospesi, nove vasche in ferro contenti acqua, nove videoproiettori Sony, sonoro.


Videoinstallazione. Tronco d’albero scolpito (m11), undici monitor, sequenza registrata.


Videoinstallazione. Struttura in ferro, h. 14 m, 36 monitor, acqua in movimento, programma.


Videoinstallazione. Struttura in acciaio e alluminio (h. 44 m), schermo gigante, sequenza registrata, sonoro.


Videoinstallazione. 12 strutture in ferro 50x50x280, 12 monitor, programma pre-registrato, 12 elementi naturali.


Videoinstallazione permanente. Struttura in ferro, 2 strutture in ferro di sostegno, 30 monitor climatizzati, programma pre-registrato, suono.


Videoscultura. 6 monitor, 80 anfore di scavo, programma pre-registrato, sonoro.


Videoinstallazione.


Installazione. 8 tavoli in ferro arrugginito 50x300x90 contenti 8 disegni su carta 48x298 su tema del fuoco.


Videoinstallazione. 6 grandi tronchi piroga misure variabili, 54 monitor, programma registrato, sonoro.


Installazione. 58 m di superficie di Piazza S. Marco a Venezia occupata da schermi piani con led display fullcolor, programma computerizzato, sonoro.


Videoinstallazione. 3 confessionali capovolti, 3 strutture autoportanti in ferro, 3 meccanismi rotanti, 6 monitor tv, metacrilati rossi, programmi pre-registrati, sonoro.


Videoinstallazione. Struttura in ferro autoportante, 8 stronchi d’albero sospesi, 8 vasche di ferro colme d’acqua, 8 proiettori video, programma pre-registrato, sonoro.


Videoinstallazione. 5 tronchi sospesi, 5 monitor tv sospesi, macchine rotanti diverse elettriche, sequenze pre-registrate, sonoro.


Videoinstallazione. 10 imbarcazioni capovolte, struttura in ferro autoportante, 10 motori elettrici, 70 monitor. Coordimanto: Robert Wilson. Musica: Philip Glass.


Videoinstallazione permante. Struttura in ferro, schermo a led display, climatizzazione costante, immagini digitali computerizzate, sonoro.


Videoinstallazione. 3 strutture in ferro 60x60x300, monitor, programma pre-registrato, asce.


Videoinstallazione. 12 imbarcazioni capovolte, struttura in ferro autoportante, motori elettrici in movimento, 70 monitor, programma pre-registrato. Coordimanto: Robert Wilson. Musica: Philip Glass.


Installazione per ingresso al Futur Show Milano. Grandi schermi, videoproiezioni, grande vasca acqua nera, programmi pre-registrati, sonoro.


Videoinstallazione. Variante di "Prometeo" 2003 per il Martin Gropius Bau di Berlino. 10 barche in movimento su strutture e binari in ferro, motori elettrici, 70 monitor con programmi di fuoco pre-registrato, sonoro. Musica: Philip Glass.


Videoscultura. Blocco di pietra traforata cm. 200x120, schermo al plasma, programma pre-registrato, sonoro.


Lastre di pietre traforate misura variabile, schermi al plasma incorporati all’interno, programma pre-registrato, sonoro.


Grande videoinstallazione permanente (Kistefos Museet, Norvegia). 9 tronchi rotanti, 9 monitor con programmi pre-registrati, materiali vari aggregati, sonoro.


51 Biennale di Venezia, progetto speciale realizzato per Louis Vuitton. Struttura in acciaio con rivestimento in alluminio m. 44x4, schermo led luminoso cm. 120x2000, programma pre-registrato, sonoro.


  • Borsa Molten, 2008.

Borsa in cuoio Epi con schermo TFT-LCD ultrapiatto. Edizione Limitata di 88 esemplari per Louis Vuitton.


  • Il Lusso è Lento, 2008.

Grandi videoinstallazioni in tutti i negozi Louis Vuitton, all'interno e nelle vetrine. Monitor con programmi di colata d'oro fuso per-registrati.

Bibliografia

  • 1989, L’immagine video, Fagone Vittorio, ed. Feltrinelli, Milano, pp. 172-177.


Webliografia

http://www.eugeniodavenezia.eu/it/amici_pittori.php?id=89

http://www.italica.rai.it/galleria/ritratti/plessi.htm

http://www.galleriatraghetto.it/Artisti/Plessi.html

http://www.tribenet.it/TribeBiografie/plessi_fabrizio.htm

http://www.webartisti.it/rubriche/met_@rt_morfosi/archivio/fabrizio_plessi.htm

http://www.adolgiso.it/enterprise/fabrizio_plessi.asp