Saltini Zeno - don

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Don Zeno Saltini (30 agosto 1900,15 maggio 1981) è un sacerdote rivoluzionario, fondatore della comunità di Nomadelfia.

Don Zeno Saltini

Don Zeno Saltini

Biografia:

Nono di dodici figli nasce il 30 agosto del 1900 in una famiglia di agricoltori modenesi con diversi braccianti alle dipendenze. A quattordici anni rinuncia agli studi convinto che la scuola non possa impartirgli lezioni di vita e decide di unirsi ai braccianti. Viene a contatto con la reale miseria della popolazione e condivide con loro le aspirazioni di giustizia; non accetta che nella società vi siano ricchi e poveri, servi e padroni.
Nel 1920 si trova sotto le armi dove ha una violenta discussione con un suo amico anarchico il quale sostiene che la chiesa sia di ostacolo per il progresso, portando esempi storici a favore della sua tesi; Zeno vorrebbe controbattere, ma ha studiato poco e si ritira umiliato. Da quel momento decide di voler cambiare civiltà cominciando da se stesso. Finito il servizio di leva riprende gli studi e conferito il diploma si iscrive a legge e teologia all’università di Modena. Nel frattempo si dedica all’apostolato e tra il ’20 e ’27 è presidente dell’Azione Cattolica a Carpi dove fonda L’Aspirante che diventerà periodico nazionale di Azione Cattolica.
Nel 1929 si laurea alla Cattolica di Milano, gli si prospetta un futuro da avvocato, ma convinto che è meglio prevenire i reati che difendere i poveri in tribunale, incoraggiato dal vescovo Pranzini, decide di farsi prete e nel gennaio del 1931 celebra la sua prima messa durante la quale prende come figlio Danilo Bigarelli, un giovane di diciassette anni appena uscito dal carcere. Don Zeno viene inviato alla parrocchia di San Giacomo Roncole dove si inserisce nei problemi del popolo e nel 1933 inizia l’attività Opera Piccoli Apostoli. L’Opera accoglie i bambini abbandonati o molto poveri elemosinando e chiedendo aiuto alla popolazione.
Il parroco Zeno decide di espandere il suo apostolato alle parrocchie vicine creando il foglietto settimanale Piccoli Apostoli e apre una sala cinematografica cogliendo l’intervallo per dialogare con la gente. Parla in modo semplice e diretto di problematiche riguardanti la famiglia, la politica senza trascurare la religione, i suoi discorsi diventano scuola per i giovani e la popolazione. Critica gli anarchici e i socialisti di tendere verso illusioni; rimprovera i fascisti di aver peggiorato le condizioni di vita dei lavoratori, di aver fatto guerra a popolazioni lontane al solo fine colonialista e di essersi alleato al nazismo e alle sue odiose idee razziste. Ha perciò diverbi con le autorità locali che, nell’agosto del 1939, gli vietano di parlare in pubblico chiedendo ragione di alcune sue affermazioni ritenute lesive per il Governo. Don Zeno dimostra che ogni sua affermazione è presa direttamente dal Vangelo e assume posizioni sempre più critiche verso il regime che mantiene una mano leggera per paura di una reazione popolare.
Alla destituzione di Mussolini don Zeno pubblica un’edizione del settimanale Piccoli Apostoli con uno scritto dove mostra la propria disapprovazione per il fascismo, è arrestato e minacciato di fucilazione, ma viene liberato qualche ora dopo per paura di una sommossa popolare. Il costituirsi del Governo fascista repubblicano e l’invasione dei tedeschi in Italia obbligano don Zeno a trasferirsi nel meridione dove soggiorna in Campania e nel Lazio. A Roma, ha incontri e scontri con esponenti della nascente Democrazia Cristiana.
Tornato a San Giacomo, nell’ottobre del 1945, pubblica il libro La rivoluzione sociale di Cristo Gesù, un tentativo di dare vita al movimento Per l’Umana solidarietà, che fallisce per opposizione delle autorità religiose.
Nel maggio del 1947 don Zeno insieme alle famiglie di Piccoli Apostoli, formate da minori e una Mamma di Vocazione (donne che hanno rinunciato al matrimonio per vivere una maternità diversa accogliendo, come figli, i bambini abbandonati), occupa e trasforma l’ex campo di concentramento di Fossoli in una piccola città. Nel febbraio del 1948 viene approvata e firmata sull’altare la Costituzione e si dà un nuovo nome alla comunità: Nomadelifia ossia “legge di fraternità”.
Don Zeno, nel maggio dello stesso anno, incontra David Maria Turoldo e nei primi mesi dell’anno successivo nasce a Milano un comitato pro Nomadelfia, presieduto dalla contessa Maria Giovanna Albertoni Pirelli.
Nell’ agosto 1950 don Zeno propone al popolo il Movimento della fraternità umana, promuovere una democrazia diretta e abolisce ogni forma di sfruttamento sia dal capitale privato che dallo stato. Contro questa iniziativa si sollevano i partiti politici e le gerarchie ecclesiastiche e nel ’52 don Zeno e i sacerdoti vengono allontanati dalla comunità. Le condizioni economiche della fraternità si aggravano nonostante vi fossero dei benefattori, e constatata l’impossibilità di far fronte ai debiti, l’assemblea dei nomadelfi decide di mettere a disposizione dei creditori i beni della comunità.
Don Zeno nel 1953 pubblica Non siamo d’accordo, un libro carico di proteste e sarcasmo religioso contro i soprusi subiti da Nomadelfia e nel novembre dello stesso anno ottiene dalla Santa Sede la riduzione allo stato laicale grazie alla quale riesce a tornare fra i nomadelfi che nel 1945 si trasferiscono in Maremma nella tenuta Rosellana donata dalla contessa Pirelli. Le famiglie vengono unite nei gruppi familiari, ossia in piccole comunità di famiglie perché convinto che una famiglia da sola non possa vivere a pieno l’ideale di fraternità.
Nel novembre del 1957 inoltra a Papa Pio XII la richiesta di riprendere l’esercizio del sacerdozio; la risposta positiva arriverà nel 1962 e abbandonati i progetti politici si dedica all’aspetto religioso della comunità. Nel 1966 iniziano, ideate da don Zeno, le “serate di Nomadelfia”: uno spettacolo di danze folcloristiche durante il quale i giovani della comunità propongono un nuovo stile di vita e ideale.
Nel 1968 i nomadelfi e don Zeno ottengono, dal ministero competente, l’approvazione per provvedere direttamente all’educazione dei loro figli, nasce così la scuola familiare di Nomadelfia. La pedagogia didattica è conforme ai valori cristiani, si vuole evitare ogni frattura fra famiglia, scuola e vita. Gli insegnanti sono i genitori in possesso dei requisiti necessari. È una scuola vivente: ogni momento della vita comunitaria, il lavoro, e l’ambiente concorrono alla formazione del ragazzo.
Nell’agosto del 1980 i nomadelfi vengono ricevuti da Giovanni Paolo II a Castelgandolfo, in quel’occasione il Papa pronuncerà: “Se siamo vocati a essere figli di Dio e tra noi fratelli, allora la regola che si chiama Nomadalfia è un preavviso e un preannuncio di questo mondo futuro dove siamo chiamati tutti”.
Don Zeno muore il 15 maggio 1981, colpito da un infarto. [1]

PROCESSO DI BEATIFICAZIONE
Nel marzo del 2009 la Conferenza Episcopale Toscana ha dato il suo consenzo all’apertura del processo di beatificazione di don Zeno Saltini.[2]

Sito Web:

Poetica:

Don Zeno Saltini ,caratterizzato da forte religiosità, pone alla base del suo ideale di civiltà il Vangelo. Auspica una comunità fondata sull’amore fraterno, basata sul rispetto reciproco che viva in unità creata non dalle parentele o da affinità reciproche negli interessi economici , ma nella legge di Dio, perché l’individuo possa sollevarsi da un mondo crudele,che sovrasta la persona rendendola schiava, e sempre più lontano dalla giustizia e dall’amore, diretto all’esaltazione dell’io e del più forte, sottomettendo e schiacciando il più debole. Don Zeno propone una nuova società che vuole porre alle sue basi l’ideale delle prime comunità cristiane, né servo né padrone, non ci sono sottomessi e ogni cosa è a servizio di chi ne ha bisogno.
Il suo interesse è rivolto soprattutto ai più poveri; mosso da un ideale di giustizia sociale invita il popolo a unirsi contro un governo che guarda soltanto agli interessi dei capitalisti. Don Zeno propone di dividere la società in due gruppi “du mucc”: da un lato i poveri, che rappresentano il 99% della popolazione, e dall’altro i ricchi. In una serie di conferenze nelle pubbliche piazze, incoraggia i poveri a seguire il suo piano politico: “ Poi si va al potere con la maggioranza con questo semplice programma: fare gli interessi dei poveri. Siamo tutti poveri e troveremo le soluzioni. E se gli altri dicono: Voi non siete mica capaci di amministrarvi. Risponderemo: come ci avete amministrato voi ci riusciamo anche noi. Lo vedono tutti cosa avete combinato.” [3]
Ottiene un vasto consenso tra il popolo che vede nelle sue idee una concreta proposta d’azione. La Chiesa,però, allarmata dall’entusiasmo politico e sociale del sacerdote, lo invita a sospendere la sua attività. Concretizzazione delle sue idee di giustizia sociale si riconoscono comunque ancora oggi nella comunità di Nomadelfia.

Opere:

Copia de "Apostolo" 1932
  • Tra le zolle, 1940

Stampato per la prima volta nel 1940 nella tipografia Piccoli Apostoli, è una raccolta di vari scritti di don Zeno. In parte di stampo autobiografico, non è un’opera da considerare dal punto di vista intellettuale o letteraria infatti non è stata scritta come saggio per persone colte, ma cerca di essere portavoce di bisogni e dolori del popolo, delle persone comuni. Ai tempi della sua pubblicazione Tra le zolle ottenne un successo rilevante.

  • I due regni, 1941
  • Alle radici, 1944

Quest’opera è una delle migliori di don Zeno. Stampata a Roma e dedicata <<ai miei cari piccoli apostoli>>. Ha una forte impronta religiosa e, in maniera più accentuata rispetto agli altri scritti, utilizza la semplicità delle parole e l’ immediatezza dei sentimenti adottando una formulazione convincente.

  • Ai cari confratelli'', 1944
  • Lacrime, 1944
  • La rivoluzione sociale di Gesù Cristo, 1945
  • La soluzione sociale proposta da Nomadelfia. 1951
  • Dopo venti secoli, 1951
  • Non siamo d’accordo, 1953
  • L'uomo è diverso, 1955
  • Sete di giustizia, 1956
  • L'unione tra la Chiesa e i nuovo popolo dei nomadelfi, 1970
  • Dirottiamo la storia del rapporto umano, 1974
  • Dimidia hora, 1980
  • Lettere di una vita, postumo, 1998

Elenco esposizioni (anno, titolo, curatela, luogo, città):

File multimediali:

Video:

Audio:

Altro:

Augmented reality:

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Longitudine: 11.11476

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Bibliografia:

  • Mario Sgarbossa, Don Zeno di Nomadelfia… e poi vinse il sogno, ed. Città Nuova, gennaio 2008, tipografia Trullo S.r.l.
  • Remo Rinaldi e Umberto Casari, Don Zeno e il cinema a San Giacomo Roncole, Nomadelfia Edizioni, 2013, via A. Gabelli, 33 - 00135 Roma.
  • Remo Rinaldi, Storia di don Zeno e Nomadelfia, volume I (1900-1946), Nomadelfia Edizioni, 2003, via A. Gabelli, 33 - 00135 Roma.
  • Remo Rinaldi, Storia di don Zeno e Nomadelfia, volume II (1947-1962), Nomadelfia Edizioni, 2003, via A. Gabelli, 33 - 00135 Roma.

Filmografia:

  • Don Zeno, L'uomo di Nomadelfia – Fiction Rai
  • Serate di Nomadelfia, un dono al popolo – Nomadelfia Edizioni

Webliografia:

Note:

  1. Umberto Casari, Remo Rinaldi, Don Zeno e il cinema a San Giacomo Roncole, Nomadelfia Edizioni
  2. http://it.wikipedia.org/wiki/Zeno_Saltini
  3. Sgarbossa Mario, Don Zeno di Nomadelfia… e poi vinse il sogno, ed. Città Nuova

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