Scott Ridley

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Biografia:

Ridley Scott

Ridley Scott è nato il 30 Novembre 1937 nel South Shields, Gran Bretagna. Figlio di un impiegato e fratello del regista Tony Scott (Spy Game, Top Gun, Domino), scopre il cinema a cinque anni, vedendo Il cigno nero di Henry King. Amante dell’arte a trecentosessanta gradi, la sua prima passione è per la pittura che ha studiato a Londra al West Hartlepool College of Art, disegnando per il magazine del college, ARK, e poi al Royal College of Art. Completata questa esperienza si appassiona al teatro e pensa ad una carriera da regista teatrale, ma poi opta per il cinema iscrivendosi al Film School della Royal Art College of Art, lavorando nel frattempo per la BBC come disegnatore. Nel 1965, gira in 16 mm Boy and Bicycle, un home video di 25 minuti che fa interpretare al fratello Tony e al padre Frank. Finite le riprese e la prima fase di montaggio, lo presenta al British Film Institute che gli da la possibilità di perfezionarlo e condurlo a termine. Nel 1964 si sposa con la giornalista Felicity Heywood dalla quale divorzia dopo la nascita di due figli (i registi di videoclip Jake e Luke Scott). Ci sarà poi un'altra unione nella sua vita, quella con la produttrice Sandy Watson che darà alla luce l'attrice Jordan Scott e durerà dieci anni, dal 1979 al 1989.
Terminati gli studi, lavora per tre anni alla BBC come scenografo, quindi come regista, occupandosi di alcune puntate del serial poliziesco Z-Cars, passando poi alla Indipendet Television per la serie The Informer. Nel primi anni Settanta, fonda con Ivor Powell (collaboratore agli effetti speciali per Stanley Kubrick nel film 2001: Odissea Nello Spazio) la Ridley Scott Associates, una società che in poco più di 12 anni è stata in grado di produrre più di tremila spot pubblicitari. Il suo esordio cinematografico è datato 1977, quando esce il suo primo lungometraggio, I Duellanti, ambientato nell'epoca Napoleonica e recitato da Keith Carradine e Harvey Keitel che gli hanno fruttato un premio per la migliore opera prima al Festival di Cannes e un David di Donatello come miglior film straniero.
Il lavoro che però lo fa conoscere a critica e pubblico è sicuramente quello che esce due anni dopo, il primo film della saga di Alien, un film che unisce l'horror alla fantascienza e che ha avuto il merito di lanciare un nuovo filone, oltre che una nuova attrice, l’allora giovanissima Sigourney Weaver. Il film, che narra la storia di un gruppo di astronauti diventati la preda di un alieno parassita, è considerato una vera e propria opera d'arte, innovativa, capace visivamente di stupire e spaventare. Un film riuscito che spinge il regista a proseguire la sua opera di "fusione di generi", mischiando nel 1982 il noir con la fantascienza e portando a compimento una delle pellicole più belle della storia del cinema: Blade Runner con Harrison Ford e tratta un romanzo di Philip K. Dick. Filosofico, esistenzialista e allo stesso tempo intrigante, il film è accolto inizialmente male dalla critica e dal pubblico, ma successivamente verrà rivalutato con grandi elogi.
Nel 1985 si cimenta con il fantasy realizzando Legend con Tom Cruise, un flop al botteghino. Segue il giallo Chi protegge il testimone uscito nel 1987, con Tom Berenger, che è anche uno degli attori preferiti da Scott; la pellicola passa piuttosto inosservata. Nel 1989 è il turno del poliziesco Black Rain: Pioggia sporca che ha come protagonisti la coppia Michael Douglas Andy Garcia, che ha invece un ottimo successo di pubblico. Con l'arrivo degli anni Novanta, lavora alla trasposizione cinematografica del romanzo di Richard Matheson Io sono leggenda, ma il progetto non sarà mai terminato. Fondatore con il fratello Tony degli Shepperton Studios, nel 1991 produce e realizza un altro piccolo gioiello del cinema, Thelma & Louise, con cui si aggiudica ben cinque nomination all'Oscar (fra cui quella per la miglior regia), vincendo invece quella per la miglior sceneggiatura. La storia delle fuggitive, interpretate da Geena Davis e Susan Sarandon, due vere e proprie “guerriere”contro il maschilismo più gretto.
Da qui in poi assistiamo ad periodo in calo per i suoi lavori sia come regista, i film infatti si rivelano tutti flop al botteghino, sia come produttore: 1492 – La conquista del Paradiso del 1992), Albatross – Oltre la tempesta del 1994 e Soldato Jane del 1997 infatti, non hanno lo stesso impatto dei precedenti; il progetto di produzione per la pellicola sulla scoperta del virus ebola Hot Zone, interpretato da Robert Redford e Jodie Foster, non va nemmeno in porto. Tuttavia nel 2000 esce Il Gladiatore. Agli Oscar di quell’anno conquista 5 statuette tra cui miglior film e miglior attore protagonista a Russel Crowe, ma è il successo di pubblico ad essere grande, tanto da far dimenticare tutte le mancanze del film: errori storici, geografici (il Colosseo fu addirittura posizionato erroneamente nelle ricostruzioni della Roma antica), grossi strafalcioni perdonati, oltre che per l’impatto emotivo che la pellicola sa trasmettere, anche per via dell'impatto stesso di Scott a tutti i suoi lavori, visti e spiegati da lui come una ricerca per la “realizzazione di mondi”, un interesse più votato verso la forma che la sostanza. E proprio quest’ultimo interesse si nota negli altri film di taglio “epico” usciti negli anni seguenti: Black Hawk Down del 2002, due ore e venti minuti di serrata guerra urbana raccontati in memoria degli avvenimenti del 3 ottobre 1993, durante la missione umanitaria promossa dalle Nazioni Unite in Somalia. Pellicola questa, tratta dal libro omonimo che il giornalista Mark Bowden scrisse sulla sua esperienza con le truppe americane in Somalia, che suscitò all’epoca grandi discussioni morali sulla guerra, e che forse per questo ha visto sottovalutata la grande tecnica cinematografica usata in tutti i campi: dalla colonna sonora a cura di Hans Zimmer (anche autore di quella del Gladiatore), al montaggio dell’italiano Pietro Scalia premiato anche con una statuetta agli Oscar di quell’anno, alla magnifica regia di Scott che fu nominato agli Oscar senza vincere, fino ad un cast di giovani promettenti, tra tutti il protagonista Josh Hartnett affiancato da nomi più noti come quello di Sam Shepard. Altra pellicola del filone che esce nel 2005 è Le Crociate, ambientato tra la Francia e Gerusalemme seguendo il viaggio del fabbro Balian (Orlando Bloom), che fugge dopo aver commesso un omicidio verso la terra santa dove per discendenza possiede terra e potere. Nel cast anche Eva Green, Leam Neeson e Jeremy Irons.
Nello stesso periodo Scott dirige anche Hannibal nel 2001, secondo film della celeberrima saga dedicate al cannibale Hannibal Lecter interpretato anche in questa pellicola da un impareggiabile Anthony Hopkins, poi la commedia Il genio della truffa nel 2003 con Nicholas Cage. La sua filmografia continua con il segmento Jordan nel film corale All the Invisible Children del 2005, la commedia Una buona annata del 2006 ancora con Russell Crowe.
Da qualche anno la sua compagna di vita è l'attrice e presentatrice costaricana Giannina Facio (in Italia famosissima per la trasmissione "Emilio" su Italia 1), che diventa la sua attrice feticcio a partire dal 2000 e che si può vedere in piccolissimi cammei in quasi tutti i film che negli ultimi anni ha diretto. Scott è stato inoltre nominato "sir" dalla Regina d'Inghilterra nel 2003.

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Poetica

L’esordio alla regia per Scott è legato alla pubblicità, e il suo modus operandi anche durante tutta la sua carriera di regista cinematografico sarà sempre influenzato da questa esperienza e dal modo in cui la regia per la pubblicità viene gestita: il suo grande talento visionario e l’eclettismo innanzi tutto lo contraddistinguono, facendolo passare durante tutta la sua carriera dai più disparati generi. “Un giorno giravo spot d’epoca, il giorno successivo una pellicola futuribile” ha detto, interrogato in proposito. Il genere storico, la fantascienza, il fantasy, le commedie, storie drammatiche, si puo’ bene dire che abbia sperimentato tutto a partire dal 1977, anno in cui inizia la sua produzione cinematografica come regista. difende tuttavia a spada tratta il suo precedente lavoro di pubblicitario, tanto che ha dichiarato in proposito: “È opinione diffusa che il film stia un piano più alto della pubblicità. Io non l'ho mai pensato. La pubblicità mi ha portato dove sono. È stata la vera scuola per la tecnica filmica”. Tema ricorrente in Scott è il duello: è chiaramente il protagonista ne I Duellanti, storia di un tenente ussaro, Armand D'Hubert, e l'ufficiale Gabriel Férraud che si batteranno in duello più di una volta nell'arco delle loro vite, ma non solo in questa pellicola. Troviamo varie sfide nell'arco di tutta la sua filmografia: l'uomo contro la natura (Albatros - Oltre la tempesta), le donne contro il maschilismo (Soldato Jane e Thelma e Louise), battaglie tra religioni e culture (Le Crociate) e contro l'umano e l'androide (Blade Runner), tra la politica, l'economia e il diritto alla vita (Black Hawk Down) tanto per fare qualche esempio. Sembra quasi che Scott voglia suggerirci che l'uomo nasce guerriero per indole, e che in qualsiasi contesto lo si ponga tende a lottare per migliorare la sua condizione, o per qualcosa in cui crede. E questo, per l'appunto, Scott ce lo dimostra in una miriade diversa di scenari, quasi come se il suo stesso eclettismo rappresentasse la sua battaglia personale contro se stesso: riuscire mettendosi in discussione sempre a creare dei buoni film.

Opere

REGISTA:

PRODUTTORE:

SCENOGRAFO:


Bibliografia

  • 2000, 100 registi (Sesto volume della raccolta “Un secolo di grande cinema” allegato alla rivista “Ciak”), A. Ferrari, Milano, p. 152 - 153
  • 2000, Oscar (Secondo volume della raccolta "Oscar" allegato alla rivista "Ciak"), A. Ferrari, Milano, p.154 - 157
  • 1995, Dizionario del cinema - Cento grandi registi, F. di Giammatteo, Milano, p. 81


Webliografia: