Software art: differenze tra le versioni

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Revisione 10:09, 25 Gen 2005

SOFTWARE ART

Florian Cramer è uno dei maggiori teorici della software art, questa disciplina mette il codice al centro della cultura digitale, valorizzando gli aspetti creativi e non puramente utilitari dell’arte della programmazione. Infatti possiamo collocare sotto il nome di software art ogni utilizzo artistico del software come materia, e non come strumento. I software d’artista possono essere di ogni tipo: browser, word processor e, addirittura virus, come dimostrano i lavori di epidemiC. La prima distinzione da fare è tra software art e browser art; infatti questa è considerata come un campo a se stante. La GUI (Graphical User Interface), lanciata da Apple nel 1984, è stata creata per mettere l’utente in condizione di rimanere in superficie, di non occuparsi cioè delle operazioni compiute dalla macchina al livello sottostante. Infatti prima era necessario apprendere un complesso di istruzioni condensate nella cosiddetta interfaccia a linee di comando, e l’apprendimento era assai ripido e limitato a pochi addetti ai lavori. Tuttavia nel rendere tutto più semplice e funzionale, ora si nasconde all’utente il software, mostrandone solo la facciata, e manovrandone, quindi, l’uso. L’arte del software ci rende consapevoli che il codice digitale non è innocuo e che è di per se un terreno per la pratica creativa. Il codice è un elemento costitutivo di ogni ricerca digitale e non è altro che un set di istruzioni, eseguendo le quali la macchina compie un certo numero di operazioni. Le possibilità di creazione artistica del software sono l’estetica dell'errore e il low-tech come nuovo stile espressivo. Il codice è usato creativamente e mostra il suo potenziale, nonché il suo importante ruolo nella costruzione della società contemporanea. Il primo e più importante esempio di Software art è Auto-illustrator di Adrian Ward, vincitore (ex-aequo con il lavoro di Netochka Nezvanova Nebula M.81) del premio per il software artistico al festival d'arte Transmediale.01 di Berlino nel 2001. Durante questa manifestazione, viene per la prima volta inserito un premio per la software art. La giuria era formata da Florian Cramer, Ulrike Gabriel e l’artista e programmatore John Simon jr.

Ogni programma che pretende di essere uno strumento è autoillusorio. Ti aspetti che salva, salverà e non cancellerà. La sensazione che si possa capire e controllare ciò che il software stà facendo può essere solo basata sulla fiducia nel programmatore. In effetti non c’è nulla che ci garantisca che il cerchio, la matita o le forbici eseguano effettivamente un certo tipo di operazione. La scelta di associare un’icona o un menù a una certa funzione è unicamente di chi l’ha progettata, non di chi la utilizza. Questi risultati imprevisti mettono in crisi l’abituale rapporto di fiducia che abbiamo con l’interfaccia. È importante inoltre nell’ambito della software art concentrare l’attenzione sul codice come elemento costitutivo di ogni ricerca digitale. Il codice non è altro che un set di istruzioni, eseguendo le quali la macchina compie un certo numero di operazioni.

Screen Saver dimostra che la software art può essere post o metasoftware; invece di essere compilata da zero, manipola i software esistenti, rovesciandoli senza grandi sofismi tecnici; la software art non ha più bisogno di algoritmi di progettazione originali, ma in un’era di sovrabbondanza del codice può essere disassemblaggio, contaminazione e miglioramento di codice trovato nello spazio pubblico. La software art è presente anche in altri campi artistici, come il gruppo fluxus. Un esempio classico relativamente recente è la Composizione 1961 N°.1 1961 "Draw a straight line and follow it." ("Disegna una linea diritta e seguila") del compositore minimalista La Monte Young, che viene considerata allo stesso tempo uno dei primi pezzi di musica minimale e una delle prime istruzioni per performance di Fluxus che può essere impartita ad un essere umano, ma anche ad un robot o a un computer.


http://www.ecn.org/hackerart/visionatotale.php?ID=6159&argomento=software%20art&autore=Valentina%20Ghezzi