Sollfrank Cornelia

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==Personaggio o Gruppo:== Sollfrank Cornelia

Biografia:

Born 1960 in Feilershammer (D); studied Fine Arts in Munich and Hamburg (D); taught at the Hochschule für Bildende Künste, Hamburg; founder member of the female artists‘ group «Frauen und Technik» and «-Innen;» founder-member of «Old Boys Network;» work in the field of Internet art; lives in Hamburg and Berlin.

Sito web:

www.obn.org http://artwarez.org


==Poetica:== Metterne in dubbio l'autorevolezza e di evidenziare l'incompetenza dei curatori.

Manipolazione identitaria come capacità di mettere in crisi l’unità epistemologica corpo-soggetto

La realizzazione pratica di un’idea a partire da un’ampia rete di collaborazioni (le duecento donne di Cornelia sono, metaforicamente, tutte le persone che l’ hanno aiutata a realizzare il progetto.)

La capacità di sfumare i confini tra ricerca estetica e manipolazione originale dei codici e dei sistemi di comunicazione.

==Opera:== "Female Extension"

Extension è stata la prima competizione internazionale di net.art promossa da un ente istituzionale. Il concorso, organizzato nel 1997 dal Museo d’arte contemporanea di Amburgo, segnava l’estensione del museo nello spazio virtuale, proponendo anche spunti di riflessione su come si dovessero relazionare le funzioni tradizionali di un museo (collezionamento, conservazione, mediazione) e l’arte in Rete. Il bando si riferiva esplicitamente alla net.art e gli artisti, attraverso la password loro assegnata, avrebbero dovuto inserire direttamente sul server del museo le loro opere in formato digitale aventi per tema Internet come materiale e oggetto. C’era però una contraddizione alla base di tutto ciò, poiché il concetto di net.art si identificava con una sterile esposizione di materiale sul Web, senza considerare altri progetti che avrebbero potuto basarsi su altri protocolli o canali di comunicazione. Per opera di net.art si intendeva soltanto siti Web. Iscrisse al concorso duecento, artiste donne fittizie, ciascuna dotata di numero di telefono, di fax e di un account di posta elettronica funzionante. L'artista ricevette così una password per ciascuna delle donne registrate. A questo punto, per realizzare effettivamente tutti i progetti presenta¬ti, la Sollfrank avrebbe dovuto sviluppare una mole di lavoro enorme. Decise allora di affidarsi a un software - chiamato Net.art Generator <http://www.obn.org/generator> - che ricombinava pagine Web e file pescati quasi casualmente dalla Rete, in base alle parole chiave inserite in un ap¬posito motore di ricerca. Grazie a questa macchina generatrice di Inter¬net ready-mades, la Sollfrank produsse in pochissimo tempo i duecento progetti necessari. Nel giorno in cui la commissione annunciò i nomi dei vincitori, Sollfrank diramò un comunicato stampa in cui rivelava la vera natura del suo intervento. Esami¬nando i progetti, la commissione era rimasta sorpresa dall'enorme quan¬tità di dati apparentemente priva di senso, ma non aveva afferrato minimamente l'idea che c'era dietro; valutando così i duecento progetti presentati dall'artista come il frutto di individualità diverse e non di un unico soggetto. Questa manipolazione identitaria partiva da una profonda messa in discussione delle categorie di autore unico ed originale, sovvertendo quel complesso di elementi fisici e discorsivi per cui lo Stato associa ciascun soggetto ad un corpo fisico incastonato in uno spazio e un tempo ben determinati. Proprio perché il mezzo telematico sgancia l’identità dal luogo fisico, grazie a Female Extension l’artista aveva insinuato incertezza e ambiguità adducendo la questione della personalità multipla o al contrario di più personalità riunite sotto una sola. In questo caso il gioco identitario aveva fini politici, ovvero smascherare che le basi su cui si reggeva il concorso erano l’incapacità di cogliere l’essenza e le peculiarità che la nuova forma d’arte permetteva. Da quanto detto è possibile cogliere come la manipolazione identitaria metta in crisi l’equazione corpo-soggetto ed è possibile identificare tutte le duecento donne fittizie nel network che ha supportato la realizzazione del progetto.

==Opera:== "Net art Generator" di Cornelia Sollfrank Al giorno d’oggi, al lavoro viene attribuita una funzione di dovere, costrizione, obbedienza, conformità, monotonia e sfruttamento, ma raramente quella di pratica di divertimento creativo. Anche la produzione artistica quotidiana nasconde qualche segno di questo piacere creativo, in quanto è maggiormente caratterizzata da richieste e da scadenze. Il Net Art Generator (generatore di arte in Rete) offre una scappatoia a questo senso di avversione, attraverso la produzione di arte automatizzata che fa salvare agli artisti tempo prezioso ed energie. Per raggiungere lo scopo del progetto Female Exstension Cornelia Sollfrank creò 289 progetti di artisti virtuali, con l’aiuto di un programma Perl-script che riuniva e riassemblava automaticamente, in modo casuale, materiale HTML nel sito http://www.obn.org/femext. Sviluppato nel 1999, il Net Art Generator è la conseguenza degli effetti che Female Exstension ha prodotto sull’artista. Sollfrank richiese a quattro programmatori di costruire un Net Art Generator. Si può accedere alle soluzioni proposte, diversissime fra loro, grazie ad uno schermo di inizio che si era, allo stesso modo, auto-generato. I generatori possono distinguersi secondo una tendenza ad orientarsi maggiormente verso il testo o l’immagine nelle procedure di ricerca. Anche la complessità dei risultati è molto diversa e vengono utilizzati diversi motori di ricerca. I programmatori lavorano per Sollfrank secondo il motto che orna lo schermo di inizio: un bravo artista fa sì che la macchina compia il suo lavoro! Per quanto giocoso possa essere, questo approccio ai principi base dell’arte (in Rete), il Net Art Generator solleva questioni importanti riguardo all’arte nell’era dell’informazione. Ad esempio, sulla paternità, l’autenticità, le versioni originali, il materiale dei media digitali, la nozione di iconografia e la posizione dell’arte digitale. Ricapitolando l’intervento di Cornelia Sollfrank investe almeno tre livelli di significato: la manipolazione identitaria come capacità di mettere in crisi l’unità epistemologica corpo-soggetto, la realizzazione pratica di un’idea a partire da un’ampia rete di collaborazione (le duecento donne); la capacità di sfumare i confini tra ricerca estetica e manipolazione originale dei codici e dei sistemi di comunicazione.

Bibliografia:

Webliografia:

http://www.medienkunstnetz.de/artist/sollfrank/Biography