Zavattini Cesare

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Personaggio o gruppo:

Cesare Zavattini

Biografia:

Soggettista, sceneggiatore e scrittore, Cesare Zavattini è nato a Luzzara (Reggio Emilia) il 20 settembre 1902. Dopo la licenza liceale, si iscrive alla facoltà di Legge a Parma e, nel 1923, entra come istitutore nel collegio Maria Luigia. Avendo scoperto col tempo di avere una forte vocazione letteraria, nel 1930 si trasferisce a Milano, dove ha modo, grazie alla sua caparbietà e alla sua flessibilità, di introdursi negli ambienti editoriali del tempo. Notato per la sua bravura , per il bello scrivere e per la sagacia delle sue osservazioni, sviluppò col tempo una brillante carriera cominciando a collaborare a numerose riviste e arrivando addirittura a dirigere per Rizzoli tutti i periodici dell'editore. In particolare, sempre negli anni '30, prende in mano il periodico rizzoliano "Cinema illustrazione", molto importante per capire la successiva evoluzione dello scrittore, fortemente attratto appunto dal cinema e deciso e mettere in pratica le sue attitudini di sceneggiatore, in quel periodo ancora sopite. Nel cinema invece cominciò a lavorare come soggettista e sceneggiatore, nel 1935, esordendo con "Darò un milione" (M. Camerini) e proseguendo con altri film di minor spessore. Nel 1938, inoltre, comincia a dipingere, una delle grandi passioni mai abbandonate della sua vita. In questo periodo, Zavattini può dare spessore concreto alla sua vera passione, quella dello sceneggiatore grazie al contatto con registi straordinari (ad esempio con Alessandro Blasetti, con cui nel 1942 collabora al film "Quattro passi tra le nuvole"). Ma su tutti questi incontri spicca il geniale Vittorio De Sica. Con lui, Zavattini potè esprimere al meglio e soprattutto in autonomia le sue capacità inventive, che troveranno la loro più partecipata espressione nei film passati alla storia come "neorealisti". I prodromi dello stile neorelista si possono scorgere, oltre che nei film dello stesso Blasetti, già nel desichiano "I bambini ci guardano", del 1943. In seguito sarà la volta di capolavori passati alla storia del cinema come "Sciuscià", "Ladri di biciclette", "Miracolo a Milano" e "Umberto D". L'incontro con Vittorio De Sica, insomma, è il primo capitolo di un'amicizia e di un sodalizio artistico che li vedrà protagonisti della stagione d'oro del neorealismo (in pratica, tutti gli anni '50), e che condizionerà tutta la successiva attività cinematografica dei due autori. Rispetto ai limiti concessi dalla pur necessaria costruzione spettacolare del film, Zavattini cercherà di andare oltre a queste restrizioni con una serie di film-inchiesta realizzati da diversi registi su temi appositamente scelti: "Amore in città" (1953) in cui volle giungere al diretto contatto con la realtà nel suo farsi nell'episodio "Storia di Caterina" (F. Maselli); "Siamo donne" (1953), "Le italiane e l'amore" (1961), "I misteri di Roma" (1963), in cui portò alle estreme conseguenze la sua poetica del "pedinamento della realtà". Inoltre, sul piano strettamente organizzativo, s'impegnò a fondo nella battaglia per una nuova organizzazione della cultura e del cinema, svolgendo una funzione rilevante nelle associazioni degli autori cinematografici e delle cooperative. Mentre continuava a dipingere e scrivere (nel '73 pubblica una raccolta di poesie in dialetto luzzarese), promosse tantissime iniziative, tra cui una rassegna annuale di pittura naïf e la riscoperta collettiva della propria storia di un paese emiliano, Sant'Alberto (Ra). Di particolare rilevanza nella sua vita anche la lunga presenza a Cuba, da dove lo chiamarono per collaborare alla nascita del nuovo cinema dopo la rivoluzione. Il lavoro nel cinema "per le sale" e in programmi tv gli consente di rilevarne anche contraddizioni e limiti: teorizza e promuove la sperimentazione di nuove forme filmiche, tra cui i Cinegiornali liberi. Nel 1979, insieme ad altre personalità della cultura e della politica, Zavattini partecipò alla fondazione dell'Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, diventandone presidente: continuerà a esserlo per i dieci anni successivi. Zavattini è morto a Roma il 13 ottobre 1989, ed è sepolto nell'amata Luzzara.

Sito web:

www.cesarezavattini.it

Poetica:

Si è sentito molto parlare di Cesare Zavattini, ma soprattutto come scrittore o sceneggiatore dei capolavori di Vittorio De Sica, Ladri di biciclette e Umberto D. A lui non piaceva assolutamente sentirsi chiamare papà del neorealismo. L’interesse maggiore di Zavattini era in forme nuove, uno Zavattini che vuole superare il cinema attraverso nuovi linguaggi. Questa tesi ripercorre le principali tappe post-neorealiste: il film a episodi L’amore in città che ideò, affidandone poi la realizzazione a Carlo Lizzani, Michelangelo Antonioni, Alberto Lattuada, Dino Risi e Citto Maselli, e poi l’inchiesta I misteri di Roma. Zà era attento a tutto ciò che poteva esserci di nuovo, di sperimentale, di innovativo. Anticipò una serie di problemi che la tecnologia e la cultura audiovisiva si porranno in seguito. Soprattutto negli ultimi anni, si concentrò su un altro cinema, che dialogasse direttamente con il pubblico, il quale non doveva essere solo uno spettatore passivo, ma addirittura doveva partecipare, essere complice‿. A culmine dell’indagine zavattiniana troviamo i "Cinegiornali liberi", nati come “Cinegiornali della pace‿ e dedicati a grandi temi della storia e della cronaca, come i campi di sterminio nazisti, la bomba atomica su Hiroshima, la tragedia del Vajont e all’istrionica denuncia dei mass media in La veritàaaa, lungometraggio che lo vide regista e anche protagonista (in principio sarebbe dovuto essere Roberto Benigni). E che dire dell’idea utopistica di un cinema a costo zero, fatto da tanti e per tutti, un'idea che forse proprio oggi, con il digitale,si potrà concretizzare. Ancora una volta il “pazzo profeta‿ è stato più lungimirante di chiunque altro. Cesare Zavattini è senz’altro un formidabile inventore di formule e definizione, a volte felici e folgoranti altre volte destinate ad essere fraintese e a legare il nome dell’autore ad uno slogan che rischia di banalizzare il tutto, nascondendo il reale spessore delle proposte avanzate. Tra queste, altro cinema non ha, volendosi cimentare in un’analisi statistica delle formule utilizzate da Za per indicare la sua poetica cinematografica, una rilevanza particolare a fronte di altri termini che sicuramente ricorrono più spesso (su tutti “Neorealismo‿ che estende tanto la sua portata semantica da risultare poi inservibile). Qui tuttavia altro cinema ci pare il modo più adatto per riferirsi al campo di cui ci occuperemo nelle pagine seguenti. Altro perché sottintende una condizione del cinema che – per estetica, finalità, modi di produzione consumo – si vuole separato da e opposto a quello ufficiale, anche nelle espressioni alle quali Zavattini, in realtà sempre via via più sporadicamente a partire da un certo momento, ha sempre partecipato con alta professionalità che caratterizzava il suo mestiere di sceneggiatore. Zavattini è un personaggio complesso e sicuramente, nella misura in cui le contraddizioni accompagnano sempre ricchezza e complessità, contraddittorio. Non di rado però la contraddittorietà è invocata, nel suo caso, come categoria in cui inquadrare, neutralizzandola, una presenza scomoda e in catalogabile, evitando così la sostanza del problema. Da questo punto di vista l’altro cinema, insieme di iniziative, attività e progetti legati da un filo rosso che attraversa tutto il “sistema Zavattini‿, si pone come la chiave di volta per la comprensione della parte rimossa di questa presenza. E’ qui il luogo in cui si manifesta la profonda coerenza e articolazione del suo pensiero, in cui risiede la sua maggiore ricchezza e modernità.

Bibliografia:

  • LA Veritàaaa - C.Zavattini, a cura di M.Grande, Bompiani, Milano, 1983


  • Zavattini mago e tecnico a cura di G.Gambetti, 1986
  • Storia del cinema italiano. Dal Neorealismo al miracolo economico 1945-1959 - G.P.Brunetta,, 1993
  • Piaghe sociali e necessità di redenzione, G. Andreotti, “Libertas‿, 1952
  • Straparole in “Opere: 1931-1986 C.Z. Bompiani, Milano,1991
  • Il pianeta Zavattini R. Barilli a cura di S.Cirillo, Lerici, 1980
  • Alcune idee sul cinema C.Z
  • Il Neorealismo secondo me C.Z
  • Il banale non esiste C.Z a cura di R.Mazzoni, Bompiani,1997
  • Zavattini parla di Zavattini C.Z
  • I sogni migliori C.Z
  • A proposito dei Cinegiornali Liberi C.Z Roma, 1968
  • I misteri di Roma. Dal soggetto al film, a cura di F. Bolzoni, 1963

Webliografia:

www.cesarezavattini.it/ www.aamod.it