Spehr Christoph: differenze tra le versioni

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== Opere ==
 
== Opere ==
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Christoph Spehr è un teorico politico e culturale, autore e realizzatore di diversi video. Nel 2001 ha vinto il premio Rosa Luxemburg per il suo saggio sulla “cooperazione libera�?. Le sue idee sulla collaborazione sono state fondamentali per la conferenza svoltasi nell’Aprile 2004 su “Cooperazione libera: reti, arte e collaborazione".
  
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Education and Crisis
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(Il testo "Educazione e crisi" è tratto dalla trascrizione di una discussione via webcam tra Trebor Scholz e Christoph Spehr. La discussione riguarda la crisi che sta vivendo il sistema educativo moderno, l'insoddisfazione di tutti gli attori coinvolti nell'educazione e la necessità di applicare la cooperazione libera anche in educazione).
  
 
== Musei ==
 
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== Poetica ==
 
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La crisi dell'educazione
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Trebor Scholz: Cosa pensi della “new-media art education�?, in particolare riguardo al concetto di “cooperazione libera�??
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Christopher Spehr: Oggi viviamo una crisi generale dell’educazione: gli insegnanti, gli studenti, il sistema educativo, così come la società intera, nei riguardi dell’educazione, sono insoddisfatti. In Europa siamo testimoni degli orribili risultati dei test PISA, condotti in alcuni dei paesi più ricchi del mondo, tra cui la Germania. Tutti si occupano di educazione, ma nessuno è veramente interessato a rifletterci sopra con impegno. Oggi abbiamo un’immensa forza data dalle risorse dell’educazione e contemporaneamente sembra che abbiamo perso tutti gli standard stabiliti dalle precedenti discussioni su apprendimento, insegnamento, educazione e società. L’educazione è nel caos. Da una parte c’è un forte malcontento, dall’altra un profondo desiderio di educazione, per lo più insoddisfatto e incosciente.
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Ho rivisto recentemente il video “Animatrix�?, in cui c’è una scena, in “Kid Story�?, ambientata in una classe di scuola. E’ una situazione di alienazione totale, in cui l’insegnante è uno degli “agenti�? che si trasforma, e ad un certo punto il cellulare di uno dei bambini suona. Lui lo spegne, ma il cellulare continua a suonare. E’ Morpheus che gli dice che deve scappare perché stanno arrivando a prenderlo, e questo conferma il suo sospetto sulla falsa realtà che sta vivendo. Questo esempio dice tutto sull’educazione: mostra l’insegnante come uno degli agenti del sistema, l’educazione come oppressione, non come indottrinamento, ma come ostacolo al pensiero e al risveglio. Nello stesso tempo c’è una chiamata e questa rappresenta l’altro lato dell’educazione. La chiamata è la fantasia dell’insegnamento: produrre qualcosa che abbia un senso, che provochi un effetto su qualcuno e crei un cambiamento. E’ una fantasia illegittima e oscena, una fantasia di violenza, perché implica che l’insegnante (in questo caso Morpheus) faccia qualcosa che lo studente chiaramente non ha chiesto. Non lo avrebbe chiesto se ne avesse avuto la possibilità. Ma è proprio di questo che l’educazione si deve occupare. Ed è questa la sua profonda contraddizione. Vogliamo essere liberi, non vogliamo essere forzati, ma allo stesso tempo speriamo che si faccia qualcosa con noi, che qualcosa, che magari non abbiamo chiesto, avvenga. Questo va al di la della classe e della scuola, non è valido solo per l’educazione, ma per l’ambito sociale in generale, come per le relazioni e l’amore. Questo perché siamo umani ed è così che gli umani vengono formati, come dice Bertol Brecht: “Non impariamo consumando iniezioni e infusioni di informazioni�?.
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La necessità di manipolazione dell'apprendimento
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Trebor Scholz: L’educazione è un processo caotico?
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Christopher Spehr:Completamente, per fortuna. Altrimenti saremo tutti morti. Ma pensiamo un po’ più sistematicamente all’educazione. Molti di noi non amano questo termine , per le sue associazioni con oppressione e manipolazione. Ma questo è un modo per girare attorno al problema, quindi concentriamoci sul termine. Come sappiamo (dall’era post-moderna, dalla scienza cognitiva e dalla critica alla scienza) l’educazione è sostanzialmente qualcosa che il soggetto compie, attraverso mappe cognitive del mondo, per divenire abile a fare qualcosa o immaginare soluzioni alternative. In senso stretto quindi, l’insegnamento è impossibile, perché lo studente deve svolgere l’apprendimento, deve creare. E non è possibile dire esattamente cosa gli faccia cambiare quella mappa, attitudine, immaginario su questa o quella cosa. E’ così, perché è questo il modo in cui la nostra mente lavora.
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Potremmo andare su Thomas Kuhn, che spiega come il progresso nella scienza non è dato dalla deduzione logica, ma da salti e interruzioni, dovuti a problemi pratici e relazioni tra poteri sociali; poi potremmo prendere Lakoff e Johnson che ci dicono che “La mente è viva di natura, il pensiero è maggiormente inconscio, i concetti astratti sono per lo più metaforici�?; o possiamo solo ricordare la nostra esperienza di insegnamento: non si puo’ mai sapere cosa fa la mente - “impulsiva�? – occorre provare varie strade, ma non si può mai essere certi dei risultati.
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Dunque l’insegnamento non può mai formare o informare, può solo facilitare il processo di auto-apprendimento, fornendo risorse (libri, storie, discussioni, immagini e quant’altro) e manipolando questo processo. Ecco il motivo per cui paghiamo qualcuno per imparare: per manipolare il nostro processo di apprendimento, in modo da renderlo più veloce, più sicuro e salvarci almeno da alcune delle più difficili lezioni della realtà.
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L’educazione avviene ovunque nella sfera del sociale, è inseparabile dalla nostra pratica sociale, è sostanzialmente un’interazione sociale. L’educazione, come struttura istituzionalizzata, come la scuola o il sistema educativo, esiste per insegnare cosè l’insegnante per l’apprendimento: un mezzo per facilitare l’apprendimento, fornendo risorse ed eseguendo una manipolazione da e per gli insegnanti. Non si può avere educazione senza manipolazione. Ma manipolare, in educazione, non significa semplicemente creare qualcosa dopo averla immaginata. Non è possibile fare educazione come si costruisce una sedia. Possiamo concepire l’educazione solo come cooperazione. E questa è la “tragedia�? di tutta l’educazione autoritaria che non è molto efficace nella realizzazione, nel far succedere qualcosa o nel rendere qualcuno capace, ma è piuttosto utile nella prevenzione, distruzione e rimozione. Se poni un sistema sotto stress, non puoi garantire quali nuove regole interne verranno create, cosa questo sistema farà. Ma puoi prevedere molto di quello che il sistema non farà. Quindi l’educazione autoritaria si occupa di stress e selezione: metti sotto pressione, crea stress, fai scattare qualcosa o fai uscire quello che ti piace, il resto buttalo via. Per me, questo è quello che succede nelle nostre scuole, nelle nostre università, nelle società e nelle relazioni sociali.
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Perchè la nostra società è così stupida? La ragione è che l’oppressione funziona molto meglio per il non apprendimento che per l’apprendimento. E’ esorcismo anziché educazione; ed è questo quello che gli insegnanti fanno agli studenti. I sistemi educativi e la società, gli spazi e gli strumenti educativi producono zombie. E le lamentele a proposito della mancanza di creatività, di inventiva e conoscenza sono solo lacrime di coccodrillo.
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La crisi dei sistemi educativi tradizionali
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Trebor Scholz: Cosa è cambiato nell’educazione e come spiegare questa crisi nell’educazione?
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Christopher Spehr:La crisi esiste perché il mondo è cambiato profondamente, ma l’educazione no. A dispetto di quanto appena menzionato, l’educazione avviene perché ogni sistema educativo è legato non solo alla cooperazione forzata, ma anche, parzialmente, alla cooperazione libera. Nessun sistema educativo potrebbe lavorare se non includesse spazi di cooperazione libera, di apprendimento/insegnamento non autoritari, oltre all’educazione stessa.
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Il sistema sa, almeno praticamente, di non poter realmente forzare l’educazione, e quindi la creatività, l’apprendimento e l’immaginazione. Sa che occorre creare degli accordi e lasciare spazi di libertà, almeno in parte. E’ tutta una questione di accordi.
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Oggi però gli spazi vengono ridotti e gli accordi falliscono. Questo è causato dai cambiamenti dovuti alla globalizzazione: l’emergenza di una risorsa di informazioni globale (Internet), il lavoro immateriale e la mancanza di socialismo. La contraddizione nell’educazione si intensifica. E’ abbastanza chiaro che oggi l’educazione deve cambiare: le risorse informazionali sono disponibili ovunque; molte abilità sono computerizzate; non ha più senso memorizzare informazioni, automatizzare abilità, ma è più importante avere un orientamento, che ci aiuti a capire come muoversi, dove trovare le cose, come cooperare, come comunicare tra sistemi diversi, ecc. Il lavoro è diventato più immateriale e l’educazione deve riflettere questo. Ormai molte funzioni sono svolte delle macchine. Quindi nell’educazione occorre concentrarsi sull’interazione tra la persone, le abilità sociali, perché non ha senso ripetere quello che già le macchine offrono. L’educazione più “immateriale�? diviene la più difficile. Sono necessarie nuove negoziazioni per i sistemi educativi, accordi che includano molta più cooperazione libera, anche negli spazi dove vengono applicate le funzioni “violente�? dell’educazione. Con la cooperazione libera, le persone possono accettare anche le operazioni che non sono state richieste, perché non si sentono inutili, e sanno di poter controllare la situazione in cui si trovano.
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Ma come tutti sappiamo non esiste il modo giusto perché le cose funzionino. I sistemi educativi di tutto il mondo sono diventati liberi, la società stessa è diventata molto libera, ponendo una forte pressione economica sull’individuo e su tutte le cooperazioni. Questo è il motivo per cui l’apprendimento è in crisi. Non puoi imparare con un’arma puntata su di te. Puoi diventare impostato-condizionato, come negli esperimenti con gli animali. Ma il condizionamento fallisce non appena la situazione attorno cambia ed è quasi inutile in tempi di globalizzazione, rapidi cambiamenti informazionali e lavoro immateriale.
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Attorno a questo nocciolo centrale della crisi, è raggruppata un’intera rete di “sotto-crisi�?, che dipendono dalle diverse prospettive e situazioni e rappresentano il fallimento di un insieme di accordi e la chiusura di molti spazi. Uno degli accordi che oggi fallisce è quello dello studente. La globalizzazione e Internet distruggono il monopolio delle risorse del sistema educativo. Non si ha più bisogno degli insegnanti e delle scuole per avere informazioni. Per la riflessione e la mappa mentale, si è meglio serviti dai film, che a scuola. Allo stesso tempo, la globalizzazione (se applicata alle basi del “free capital mouvement�?) destabilizza la stratificazione economica e sociale anche dei paesi più ricchi. Di conseguenza, l’arma dell’insegnante - il fatto che devi studiare per ottenere una qualifica per poter aver un lavoro in futuro - diventa inutile, perché non c’è lavoro in giro per la maggior parte di noi e tutti lo sappiamo. Dunque il rigetto per ogni tipo di educazione, da parte dello studente, diventa in alcuni casi impenetrabile, e la sua reazione alla situazione educativa diventa spesso piuttosto violenta.
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L’accordo successivo che fallisce è quello dell’insegnante. Forte del suo monopolio sull’informazione, l’insegnante miscelava “abilità inferiori�? (basic training) con “abilità superiori�?, come l’influenza ideologica, la produzione di opinioni e attitudini, l’influenza sulla società. Non esiste nessun buon insegnante che non sia stato influenzato da queste idee. Ma nessuno vuole le sue abilità superiori. Gli studenti vedono l’insegnante solo come risorsa, come qualcuno che gli possa insegnare come diventare ricchi, e se ne fregano delle sue idee o ideali o opinioni. Il sistema perseguita l’insegnante per la crisi nell’apprendimento, ma non gli da risorse e spazi. La società ha poco interesse per l’educazione e poco rispetto per l’insegnante perché la società non ha un’immagine di come possa essere l’educazione.
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Un altro accordo che fallisce è quello tra le élite dominanti e l’opposizione critica sul cambiamento del sistema educativo. Hardt e Negri scrivono in “Multitude�?: Matrix sopravvive non solo succhiando le energie a milioni di umani “coltivati�?, ma anche rispondendo agli attacchi creativi di Neo, Morpheus e i partigiano di Zion. Matrix ha bisogno di noi per sopravvivere�?. Il sistema non può cambiare se stesso, ma ha bisogno di essere cambiato, anche per il suo amor proprio. Così di solito c’è un accordo tra il sistema e i suoi nemici; essi sono i migliori insegnanti e, da soli, possono generare cambiamenti sistemici. Ma oggi non c’è nessuno che voglia cambiare il sistema. Il sistema uccide ogni sforzo molto presto e con successo. Così la crisi aumenta.
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La mancanza di socialismo, la mancanza di visioni alternative e di una critica fondamentale al sistema capitalistico globale di oggi rappresenta una parte della crisi. L’educazione non può svilupparsi se non riceve una critica, e non c’è una critica praticabile senza un accordo. E non c’è accordo perché il sistema ha bisogno di cambiamento, ma non viene veramente forzato a cambiare. Così le cose vanno sempre più male.
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La cooperazione libera in educazione
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Trebor Scholz: Come immagini una parziale cooperazione libera in educazione?
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Christopher Spehr:Ricorda: l’educazione è per natura violenta, è qualcosa di aggressivo e osceno, e non funziona senza la manipolazione. Ma questo è accettabile nella cooperazione libera, sotto forma di aiuto alla realizzazione, di un processo che possa essere controllato e riportato al suo stato iniziale, dove l’apprendimento/insegnamento sia svolto da tutti i partecipanti, dove i ruoli non siano fissi, ma intercambiabili tra studenti e insegnanti. In una cooperazione forzata, la parte più debole segue le regole fino a quando sono obbligatorie, ma istintivamente rigetta la manipolazione. Così in una struttura autoritaria, lo studente rifiuterà l’apprendimento o costruirà un muro di protezione. Senza fiducia non c’è apertura, e senza uguale potere di contrattazione non c’è fiducia. L’educazione deve distruggere questi muri, altrimenti saremo in trappola. Questo è un problema per il sistema in generale: non vi è nessun trionfo per lo studente, perchè egli non impara niente. L’apprendimento è in difficoltà ovunque: nella scuola, nella società, nei media, al lavoro. E questo è un male per la gente, per noi.
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Il fondamentalismo dell'educazione istituzionalizzata
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Trebor Scholz: Tu sostieni che il nostro sistema sociale non ha “vedute�?, che il sistema educativo oggi è svuotato da ideologie. Non è quello che stiamo sperimentando negli USA attualmente, c’è sicuramente una forte ideologia, ma non ne vogliamo neanche una parte.
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Christopher Spehr: Oggi esiste un nuovo fondamentalismo, che si esprime in nome di valori e virtù conservative, ma che non si può prendere sul serio. Non è un’ideologia, in quanto non funziona come un modo per gestire i cambiamenti di oggi, non è in grado di fornire prospettive. Il mondo ammira il capitalismo e l’America non perché abbia leader capaci, ma perché è un sistema così forte che può pagare i leader più stupidi per evitare di fallire. Le forze di opposizione sono così deboli , così come lo sono ancora le prospettive dei movimenti, quindi non esiste la minaccia di una alternativa. Negli anni Settanta, l’ideologia capitalista e borghese diventò veramente attiva nel combattere la sinistra. Invece gli ideologi della cooperazione libera leggevano Marx e Foucault, studiavano il femminismo e il movimento ecologico, scoprivano le frizioni tra emancipazione e socialismo, così come quelli tra la gente e lo stato autoritario e patriarcale. E’ così che è nato il neo-liberalismo. Fu il tempo in cui il sistema educativo dominante cercava davvero di creare ideologie: voleva che le persone imparassero la resistenza alle ideologie di sinistra e a fare la “cosa giusta�?.
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Questo è finito. Oggi l’educazione istituzionalizzata non è niente più che un’occupazione militare, posizionata in un paese formalmente chiamato educazione, e il suo principale incarico è quello di prevenire che qualcosa accada. Non crea niente e non cerca neanche di insegnare qualcosa. Mostra soltanto gli strumenti disponibili nella società di oggi, le regole crude e crudeli della competizione totale, e stermina ogni spazio e processo che possa andare fuori controllo e creare qualcosa di pericoloso.
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Il fondamentalismo di Bush si riduce alla semplice formula secondo cui gli USA hanno sempre ragione perché hanno il culo più grasso del mondo. Non si può proprio chiamare una ideologia. E’ piuttosto un atto di umiliazione nei confronti dei loro nemici, dimostrando un incontestabile stupidità.
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Ipotesi di "new-media art education"
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Trebor Scholz: Potresti tornare un po’ al nostro punto di partenza, la situazione e le prospettive della “new-media art education�?? C’è qualcosa di specifico nell’insegnare i nuovi media, secondo te?
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Christopher Spehr: In generale, vedo poca educazione ai nuovi media nelle nostre società. Ricordo ancora l’insegnante di nostro figlio rifiutare il suo compito di geografia perché aveva stampato delle cose da Internet. Quando ho parlato con l’insegnante, mi disse che non lo poteva accettare perché era troppo facile, non abbastanza laborioso. Se mio figlio avesso stampato i documenti e li avesse poi scritti a mano, l’avrebbe accettata. Questo è lo stato delle cose nella new-media education a scuola, per quanto ho visto.
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Stiamo tornando all’Antico Egitto attualmente, a una situazione in cui una manciata di persone sono capaci e impiegate come “scrittori�?, mentre la maggior parte della gente viene mantenuta analfabeta. Ancora una volta, questa è quello che fa l’�?occupazione militare�?: distrugge le scuole, le università e l’educazione, dando supporto ad una manciata di specialisti. Questo non solo non funziona, ma causa una serie di problemi: distrugge le speranze e i sogni, e rifiuta qualsiasi accordo.
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Penso che si possa immaginare la “new-media art education�? solo come educazione della società, delle persone, in accordo con il mondo, con i continui mutamenti della società e delle tecnologie. Possiamo immaginare noi stessi come parte di questa funzione, e non solo come specialisti fatti da sé. Per me questo è molto importante per lo sviluppo di una educazione democratica, per immaginarla come una pratica per la società nel suo complesso indirizzata principalmente alla gente. Questo è anche quello che ogni buon artista fa: costruire un audience che prima non esisteva. Non è riferito al “lavoro�?, ma a una nuova pratica che implica lavoro, audience, interazione e creazione. Amo questo di Miles Davis: ha iniziato la sua fase più creativa con la volontà non di orientare un audience, ma di costruirne una nuova. Bene, ora questo è arte. Ed è qualcosa che l’educazione dovrebbe insegnare: usare capacità di immaginazione e pensare a quello che può essere fatto dalla gente con tutte le nuove possibilità offerte dal mondo contemporaneo. Senza tutto questo, staremo solo insegnando “cooperation assholes".
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Spazio alla cooperazione libera
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Trebor Scholz: Cosa intendi esattamente con "cooperation assholes?
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Christopher Spehr:Qualcuno che è legato alla società, agli altri, come lo siamo tutti, ma che pensa di non esserlo. La “cooperation assholes�? prevede che tutti siano fatti da sè, educati da sè, non dipendenti dalla cooperazione. Si immagina così che essi non sentano il bisogno di rendersi utili per aiutare gli altri . Il tardo neo-liberalismo, spogliato dal suo recente anti-istituzionalismo, è principalmente una ideologia per la cooperazione “assoholes�?.
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Io non ho veramente un’idea originale sulla new-media education. Proprio per essere onesto, cerco solo di non avere paura; accetto di essere una parte del problema e cerco di essere anche una parte della soluzione. Avere idee, cooperare, supportare la cooperazione libera e contemporaneamente rifiutare la cooperazione forzata. Andare in giro, non vivere all’interno delle istituzioni, fare altre cose, chiedere alla gente. Cercare i ribelli. Essere paziente, essere rivoluzionario. Cose normali. Cercare di trovare una soluzione migliore a questa.
  
  

Revisione 01:12, 14 Feb 2007

File:Spehr Christoph.bmp
Spehr Christoph




Biografia

Opere

Christoph Spehr è un teorico politico e culturale, autore e realizzatore di diversi video. Nel 2001 ha vinto il premio Rosa Luxemburg per il suo saggio sulla “cooperazione libera�?. Le sue idee sulla collaborazione sono state fondamentali per la conferenza svoltasi nell’Aprile 2004 su “Cooperazione libera: reti, arte e collaborazione".

Education and Crisis (Il testo "Educazione e crisi" è tratto dalla trascrizione di una discussione via webcam tra Trebor Scholz e Christoph Spehr. La discussione riguarda la crisi che sta vivendo il sistema educativo moderno, l'insoddisfazione di tutti gli attori coinvolti nell'educazione e la necessità di applicare la cooperazione libera anche in educazione).

Musei

Bibliografia

Sito web

Poetica

La crisi dell'educazione

Trebor Scholz: Cosa pensi della “new-media art education�?, in particolare riguardo al concetto di “cooperazione libera�??


Christopher Spehr: Oggi viviamo una crisi generale dell’educazione: gli insegnanti, gli studenti, il sistema educativo, così come la società intera, nei riguardi dell’educazione, sono insoddisfatti. In Europa siamo testimoni degli orribili risultati dei test PISA, condotti in alcuni dei paesi più ricchi del mondo, tra cui la Germania. Tutti si occupano di educazione, ma nessuno è veramente interessato a rifletterci sopra con impegno. Oggi abbiamo un’immensa forza data dalle risorse dell’educazione e contemporaneamente sembra che abbiamo perso tutti gli standard stabiliti dalle precedenti discussioni su apprendimento, insegnamento, educazione e società. L’educazione è nel caos. Da una parte c’è un forte malcontento, dall’altra un profondo desiderio di educazione, per lo più insoddisfatto e incosciente.

Ho rivisto recentemente il video “Animatrix�?, in cui c’è una scena, in “Kid Story�?, ambientata in una classe di scuola. E’ una situazione di alienazione totale, in cui l’insegnante è uno degli “agenti�? che si trasforma, e ad un certo punto il cellulare di uno dei bambini suona. Lui lo spegne, ma il cellulare continua a suonare. E’ Morpheus che gli dice che deve scappare perché stanno arrivando a prenderlo, e questo conferma il suo sospetto sulla falsa realtà che sta vivendo. Questo esempio dice tutto sull’educazione: mostra l’insegnante come uno degli agenti del sistema, l’educazione come oppressione, non come indottrinamento, ma come ostacolo al pensiero e al risveglio. Nello stesso tempo c’è una chiamata e questa rappresenta l’altro lato dell’educazione. La chiamata è la fantasia dell’insegnamento: produrre qualcosa che abbia un senso, che provochi un effetto su qualcuno e crei un cambiamento. E’ una fantasia illegittima e oscena, una fantasia di violenza, perché implica che l’insegnante (in questo caso Morpheus) faccia qualcosa che lo studente chiaramente non ha chiesto. Non lo avrebbe chiesto se ne avesse avuto la possibilità. Ma è proprio di questo che l’educazione si deve occupare. Ed è questa la sua profonda contraddizione. Vogliamo essere liberi, non vogliamo essere forzati, ma allo stesso tempo speriamo che si faccia qualcosa con noi, che qualcosa, che magari non abbiamo chiesto, avvenga. Questo va al di la della classe e della scuola, non è valido solo per l’educazione, ma per l’ambito sociale in generale, come per le relazioni e l’amore. Questo perché siamo umani ed è così che gli umani vengono formati, come dice Bertol Brecht: “Non impariamo consumando iniezioni e infusioni di informazioni�?.


[edit] La necessità di manipolazione dell'apprendimento

Trebor Scholz: L’educazione è un processo caotico?

Christopher Spehr:Completamente, per fortuna. Altrimenti saremo tutti morti. Ma pensiamo un po’ più sistematicamente all’educazione. Molti di noi non amano questo termine , per le sue associazioni con oppressione e manipolazione. Ma questo è un modo per girare attorno al problema, quindi concentriamoci sul termine. Come sappiamo (dall’era post-moderna, dalla scienza cognitiva e dalla critica alla scienza) l’educazione è sostanzialmente qualcosa che il soggetto compie, attraverso mappe cognitive del mondo, per divenire abile a fare qualcosa o immaginare soluzioni alternative. In senso stretto quindi, l’insegnamento è impossibile, perché lo studente deve svolgere l’apprendimento, deve creare. E non è possibile dire esattamente cosa gli faccia cambiare quella mappa, attitudine, immaginario su questa o quella cosa. E’ così, perché è questo il modo in cui la nostra mente lavora.

Potremmo andare su Thomas Kuhn, che spiega come il progresso nella scienza non è dato dalla deduzione logica, ma da salti e interruzioni, dovuti a problemi pratici e relazioni tra poteri sociali; poi potremmo prendere Lakoff e Johnson che ci dicono che “La mente è viva di natura, il pensiero è maggiormente inconscio, i concetti astratti sono per lo più metaforici�?; o possiamo solo ricordare la nostra esperienza di insegnamento: non si puo’ mai sapere cosa fa la mente - “impulsiva�? – occorre provare varie strade, ma non si può mai essere certi dei risultati.

Dunque l’insegnamento non può mai formare o informare, può solo facilitare il processo di auto-apprendimento, fornendo risorse (libri, storie, discussioni, immagini e quant’altro) e manipolando questo processo. Ecco il motivo per cui paghiamo qualcuno per imparare: per manipolare il nostro processo di apprendimento, in modo da renderlo più veloce, più sicuro e salvarci almeno da alcune delle più difficili lezioni della realtà.

L’educazione avviene ovunque nella sfera del sociale, è inseparabile dalla nostra pratica sociale, è sostanzialmente un’interazione sociale. L’educazione, come struttura istituzionalizzata, come la scuola o il sistema educativo, esiste per insegnare cosè l’insegnante per l’apprendimento: un mezzo per facilitare l’apprendimento, fornendo risorse ed eseguendo una manipolazione da e per gli insegnanti. Non si può avere educazione senza manipolazione. Ma manipolare, in educazione, non significa semplicemente creare qualcosa dopo averla immaginata. Non è possibile fare educazione come si costruisce una sedia. Possiamo concepire l’educazione solo come cooperazione. E questa è la “tragedia�? di tutta l’educazione autoritaria che non è molto efficace nella realizzazione, nel far succedere qualcosa o nel rendere qualcuno capace, ma è piuttosto utile nella prevenzione, distruzione e rimozione. Se poni un sistema sotto stress, non puoi garantire quali nuove regole interne verranno create, cosa questo sistema farà. Ma puoi prevedere molto di quello che il sistema non farà. Quindi l’educazione autoritaria si occupa di stress e selezione: metti sotto pressione, crea stress, fai scattare qualcosa o fai uscire quello che ti piace, il resto buttalo via. Per me, questo è quello che succede nelle nostre scuole, nelle nostre università, nelle società e nelle relazioni sociali.

Perchè la nostra società è così stupida? La ragione è che l’oppressione funziona molto meglio per il non apprendimento che per l’apprendimento. E’ esorcismo anziché educazione; ed è questo quello che gli insegnanti fanno agli studenti. I sistemi educativi e la società, gli spazi e gli strumenti educativi producono zombie. E le lamentele a proposito della mancanza di creatività, di inventiva e conoscenza sono solo lacrime di coccodrillo.


[edit] La crisi dei sistemi educativi tradizionali

Trebor Scholz: Cosa è cambiato nell’educazione e come spiegare questa crisi nell’educazione?

Christopher Spehr:La crisi esiste perché il mondo è cambiato profondamente, ma l’educazione no. A dispetto di quanto appena menzionato, l’educazione avviene perché ogni sistema educativo è legato non solo alla cooperazione forzata, ma anche, parzialmente, alla cooperazione libera. Nessun sistema educativo potrebbe lavorare se non includesse spazi di cooperazione libera, di apprendimento/insegnamento non autoritari, oltre all’educazione stessa.

Il sistema sa, almeno praticamente, di non poter realmente forzare l’educazione, e quindi la creatività, l’apprendimento e l’immaginazione. Sa che occorre creare degli accordi e lasciare spazi di libertà, almeno in parte. E’ tutta una questione di accordi.

Oggi però gli spazi vengono ridotti e gli accordi falliscono. Questo è causato dai cambiamenti dovuti alla globalizzazione: l’emergenza di una risorsa di informazioni globale (Internet), il lavoro immateriale e la mancanza di socialismo. La contraddizione nell’educazione si intensifica. E’ abbastanza chiaro che oggi l’educazione deve cambiare: le risorse informazionali sono disponibili ovunque; molte abilità sono computerizzate; non ha più senso memorizzare informazioni, automatizzare abilità, ma è più importante avere un orientamento, che ci aiuti a capire come muoversi, dove trovare le cose, come cooperare, come comunicare tra sistemi diversi, ecc. Il lavoro è diventato più immateriale e l’educazione deve riflettere questo. Ormai molte funzioni sono svolte delle macchine. Quindi nell’educazione occorre concentrarsi sull’interazione tra la persone, le abilità sociali, perché non ha senso ripetere quello che già le macchine offrono. L’educazione più “immateriale�? diviene la più difficile. Sono necessarie nuove negoziazioni per i sistemi educativi, accordi che includano molta più cooperazione libera, anche negli spazi dove vengono applicate le funzioni “violente�? dell’educazione. Con la cooperazione libera, le persone possono accettare anche le operazioni che non sono state richieste, perché non si sentono inutili, e sanno di poter controllare la situazione in cui si trovano.

Ma come tutti sappiamo non esiste il modo giusto perché le cose funzionino. I sistemi educativi di tutto il mondo sono diventati liberi, la società stessa è diventata molto libera, ponendo una forte pressione economica sull’individuo e su tutte le cooperazioni. Questo è il motivo per cui l’apprendimento è in crisi. Non puoi imparare con un’arma puntata su di te. Puoi diventare impostato-condizionato, come negli esperimenti con gli animali. Ma il condizionamento fallisce non appena la situazione attorno cambia ed è quasi inutile in tempi di globalizzazione, rapidi cambiamenti informazionali e lavoro immateriale.

Attorno a questo nocciolo centrale della crisi, è raggruppata un’intera rete di “sotto-crisi�?, che dipendono dalle diverse prospettive e situazioni e rappresentano il fallimento di un insieme di accordi e la chiusura di molti spazi. Uno degli accordi che oggi fallisce è quello dello studente. La globalizzazione e Internet distruggono il monopolio delle risorse del sistema educativo. Non si ha più bisogno degli insegnanti e delle scuole per avere informazioni. Per la riflessione e la mappa mentale, si è meglio serviti dai film, che a scuola. Allo stesso tempo, la globalizzazione (se applicata alle basi del “free capital mouvement�?) destabilizza la stratificazione economica e sociale anche dei paesi più ricchi. Di conseguenza, l’arma dell’insegnante - il fatto che devi studiare per ottenere una qualifica per poter aver un lavoro in futuro - diventa inutile, perché non c’è lavoro in giro per la maggior parte di noi e tutti lo sappiamo. Dunque il rigetto per ogni tipo di educazione, da parte dello studente, diventa in alcuni casi impenetrabile, e la sua reazione alla situazione educativa diventa spesso piuttosto violenta.

L’accordo successivo che fallisce è quello dell’insegnante. Forte del suo monopolio sull’informazione, l’insegnante miscelava “abilità inferiori�? (basic training) con “abilità superiori�?, come l’influenza ideologica, la produzione di opinioni e attitudini, l’influenza sulla società. Non esiste nessun buon insegnante che non sia stato influenzato da queste idee. Ma nessuno vuole le sue abilità superiori. Gli studenti vedono l’insegnante solo come risorsa, come qualcuno che gli possa insegnare come diventare ricchi, e se ne fregano delle sue idee o ideali o opinioni. Il sistema perseguita l’insegnante per la crisi nell’apprendimento, ma non gli da risorse e spazi. La società ha poco interesse per l’educazione e poco rispetto per l’insegnante perché la società non ha un’immagine di come possa essere l’educazione.

Un altro accordo che fallisce è quello tra le élite dominanti e l’opposizione critica sul cambiamento del sistema educativo. Hardt e Negri scrivono in “Multitude�?: Matrix sopravvive non solo succhiando le energie a milioni di umani “coltivati�?, ma anche rispondendo agli attacchi creativi di Neo, Morpheus e i partigiano di Zion. Matrix ha bisogno di noi per sopravvivere�?. Il sistema non può cambiare se stesso, ma ha bisogno di essere cambiato, anche per il suo amor proprio. Così di solito c’è un accordo tra il sistema e i suoi nemici; essi sono i migliori insegnanti e, da soli, possono generare cambiamenti sistemici. Ma oggi non c’è nessuno che voglia cambiare il sistema. Il sistema uccide ogni sforzo molto presto e con successo. Così la crisi aumenta.

La mancanza di socialismo, la mancanza di visioni alternative e di una critica fondamentale al sistema capitalistico globale di oggi rappresenta una parte della crisi. L’educazione non può svilupparsi se non riceve una critica, e non c’è una critica praticabile senza un accordo. E non c’è accordo perché il sistema ha bisogno di cambiamento, ma non viene veramente forzato a cambiare. Così le cose vanno sempre più male.


[edit] La cooperazione libera in educazione

Trebor Scholz: Come immagini una parziale cooperazione libera in educazione?

Christopher Spehr:Ricorda: l’educazione è per natura violenta, è qualcosa di aggressivo e osceno, e non funziona senza la manipolazione. Ma questo è accettabile nella cooperazione libera, sotto forma di aiuto alla realizzazione, di un processo che possa essere controllato e riportato al suo stato iniziale, dove l’apprendimento/insegnamento sia svolto da tutti i partecipanti, dove i ruoli non siano fissi, ma intercambiabili tra studenti e insegnanti. In una cooperazione forzata, la parte più debole segue le regole fino a quando sono obbligatorie, ma istintivamente rigetta la manipolazione. Così in una struttura autoritaria, lo studente rifiuterà l’apprendimento o costruirà un muro di protezione. Senza fiducia non c’è apertura, e senza uguale potere di contrattazione non c’è fiducia. L’educazione deve distruggere questi muri, altrimenti saremo in trappola. Questo è un problema per il sistema in generale: non vi è nessun trionfo per lo studente, perchè egli non impara niente. L’apprendimento è in difficoltà ovunque: nella scuola, nella società, nei media, al lavoro. E questo è un male per la gente, per noi.


[edit] Il fondamentalismo dell'educazione istituzionalizzata

Trebor Scholz: Tu sostieni che il nostro sistema sociale non ha “vedute�?, che il sistema educativo oggi è svuotato da ideologie. Non è quello che stiamo sperimentando negli USA attualmente, c’è sicuramente una forte ideologia, ma non ne vogliamo neanche una parte.

Christopher Spehr: Oggi esiste un nuovo fondamentalismo, che si esprime in nome di valori e virtù conservative, ma che non si può prendere sul serio. Non è un’ideologia, in quanto non funziona come un modo per gestire i cambiamenti di oggi, non è in grado di fornire prospettive. Il mondo ammira il capitalismo e l’America non perché abbia leader capaci, ma perché è un sistema così forte che può pagare i leader più stupidi per evitare di fallire. Le forze di opposizione sono così deboli , così come lo sono ancora le prospettive dei movimenti, quindi non esiste la minaccia di una alternativa. Negli anni Settanta, l’ideologia capitalista e borghese diventò veramente attiva nel combattere la sinistra. Invece gli ideologi della cooperazione libera leggevano Marx e Foucault, studiavano il femminismo e il movimento ecologico, scoprivano le frizioni tra emancipazione e socialismo, così come quelli tra la gente e lo stato autoritario e patriarcale. E’ così che è nato il neo-liberalismo. Fu il tempo in cui il sistema educativo dominante cercava davvero di creare ideologie: voleva che le persone imparassero la resistenza alle ideologie di sinistra e a fare la “cosa giusta�?.

Questo è finito. Oggi l’educazione istituzionalizzata non è niente più che un’occupazione militare, posizionata in un paese formalmente chiamato educazione, e il suo principale incarico è quello di prevenire che qualcosa accada. Non crea niente e non cerca neanche di insegnare qualcosa. Mostra soltanto gli strumenti disponibili nella società di oggi, le regole crude e crudeli della competizione totale, e stermina ogni spazio e processo che possa andare fuori controllo e creare qualcosa di pericoloso.

Il fondamentalismo di Bush si riduce alla semplice formula secondo cui gli USA hanno sempre ragione perché hanno il culo più grasso del mondo. Non si può proprio chiamare una ideologia. E’ piuttosto un atto di umiliazione nei confronti dei loro nemici, dimostrando un incontestabile stupidità.


[edit] Ipotesi di "new-media art education"

Trebor Scholz: Potresti tornare un po’ al nostro punto di partenza, la situazione e le prospettive della “new-media art education�?? C’è qualcosa di specifico nell’insegnare i nuovi media, secondo te?

Christopher Spehr: In generale, vedo poca educazione ai nuovi media nelle nostre società. Ricordo ancora l’insegnante di nostro figlio rifiutare il suo compito di geografia perché aveva stampato delle cose da Internet. Quando ho parlato con l’insegnante, mi disse che non lo poteva accettare perché era troppo facile, non abbastanza laborioso. Se mio figlio avesso stampato i documenti e li avesse poi scritti a mano, l’avrebbe accettata. Questo è lo stato delle cose nella new-media education a scuola, per quanto ho visto.

Stiamo tornando all’Antico Egitto attualmente, a una situazione in cui una manciata di persone sono capaci e impiegate come “scrittori�?, mentre la maggior parte della gente viene mantenuta analfabeta. Ancora una volta, questa è quello che fa l’�?occupazione militare�?: distrugge le scuole, le università e l’educazione, dando supporto ad una manciata di specialisti. Questo non solo non funziona, ma causa una serie di problemi: distrugge le speranze e i sogni, e rifiuta qualsiasi accordo.

Penso che si possa immaginare la “new-media art education�? solo come educazione della società, delle persone, in accordo con il mondo, con i continui mutamenti della società e delle tecnologie. Possiamo immaginare noi stessi come parte di questa funzione, e non solo come specialisti fatti da sé. Per me questo è molto importante per lo sviluppo di una educazione democratica, per immaginarla come una pratica per la società nel suo complesso indirizzata principalmente alla gente. Questo è anche quello che ogni buon artista fa: costruire un audience che prima non esisteva. Non è riferito al “lavoro�?, ma a una nuova pratica che implica lavoro, audience, interazione e creazione. Amo questo di Miles Davis: ha iniziato la sua fase più creativa con la volontà non di orientare un audience, ma di costruirne una nuova. Bene, ora questo è arte. Ed è qualcosa che l’educazione dovrebbe insegnare: usare capacità di immaginazione e pensare a quello che può essere fatto dalla gente con tutte le nuove possibilità offerte dal mondo contemporaneo. Senza tutto questo, staremo solo insegnando “cooperation assholes".


[edit] Spazio alla cooperazione libera

Trebor Scholz: Cosa intendi esattamente con "cooperation assholes?

Christopher Spehr:Qualcuno che è legato alla società, agli altri, come lo siamo tutti, ma che pensa di non esserlo. La “cooperation assholes�? prevede che tutti siano fatti da sè, educati da sè, non dipendenti dalla cooperazione. Si immagina così che essi non sentano il bisogno di rendersi utili per aiutare gli altri . Il tardo neo-liberalismo, spogliato dal suo recente anti-istituzionalismo, è principalmente una ideologia per la cooperazione “assoholes�?.

Io non ho veramente un’idea originale sulla new-media education. Proprio per essere onesto, cerco solo di non avere paura; accetto di essere una parte del problema e cerco di essere anche una parte della soluzione. Avere idee, cooperare, supportare la cooperazione libera e contemporaneamente rifiutare la cooperazione forzata. Andare in giro, non vivere all’interno delle istituzioni, fare altre cose, chiedere alla gente. Cercare i ribelli. Essere paziente, essere rivoluzionario. Cose normali. Cercare di trovare una soluzione migliore a questa.


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