Sui contratti si deve votare

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Titolo:

Sui contratti si deve votare

Autore:

Chain Workers

Anno:

2003

Luogo:

Milano

Sito web:

Descrizione:

L'uovo di colombo. Le vicende contrattuali degli ultimi anni - che hanno visto numerose rotture sindacali, a partire da quella dei metalmeccanici in seguito all'accordo separato firmato da Fim-Cisl, Uilm e Fismic - hanno portato in primo piano il problema della legittimità di norme che non raccolgono mai la verifica del consenso da parte dei diretti interessati. Se guardiamo ai dati elettorali delle Rsu, ad esempio, si nota che in numerose fabbriche la Fiom-Cgil raccoglie maggioranze schiaccianti, oltre il 60% dei votanti. Un contratto siglato da sindacati che lì raccolgono magari il 7-10%, quale validità può mai avere? Stante la normativa attuale, quel contratto risulta pienamente legale. Si è parlato, nei mesi scorsi, anche della necessità di una legge sulla rappresentanza sindacale, in modo da limitare al massimo la possibilità che sigle di comodo (o scarsamente rappresentative) possano «concordare» con l'impresa livelli salariali e modalità di lavoro senza doverne mai dar conto ai lavoratori. La proposta avanzata ora da Rifondazione Comunista taglia però la testa al toro. Tre articoli stringatissimi per dire che: «tutti i contratti collettivi di lavoro e gli accordi tra le parti sociali... vanno sottoposti ad un atto di approvazione da parte delle lavoratrici e dei lavoratori destinatari degli effetti di detti contratti e accordi»; «tale atto di approvazione deve avvenire tramite una consultazione di tipo referendario, con voto espresso in modo segreto...»; «l'efficacia degli accordi e dei contratti... è condizionata al raggiungimento della maggioranza dei voti favorevoli validamente espressi». La scelta di Rifondazione - spiega Alfonso Gianni - «raccoglie una sollecitazione della Fiom rivolta a tutti i partiti presenti in parlamento» perché vengano affermati «princìpi fondamentali di democrazia sindacale». Un gesto facilitato, in questo caso, dal fatto che «la questione era già inscritta nel programma politico ed elettorale del Prc». L'andamento della realtà ha poi confermato l'urgenza di stabilire «regole certe e trasparenti», specie quando «si vedono diversi sindacati che firmano accordi disponendo di un numero di iscritti addirittura inferiore a quello delle organizzazioni non firmatarie». La proposta di legge - firmata da tutti i componenti del gruppo parlamentare - ha così posto al centro un unico, ma fondamentale, punto: la verifica del voto per «determinare la decisione su questioni che riguardano direttamente la prestazione lavorativa e le condizioni di vita» di chi, le conseguenze di quei contratti, deve poi sopportarle.


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