Systems art: differenze tra le versioni

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[[Systems Theory]], [[Arte concettuale]], [[Anti-form movement]], [[Cybernetic art]], [[Generative systems]],[[Process art]], [[Systemic art]], [[Systemic painting]], [[Systems sculpture]].
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[[Systems Theory]], [[Arte concettuale]], [[Anti-Form Movement]], [[Arte cibernetica]], [[Generative systems]],[[Arte Processuale]], [[Systemic art]], [[Systemic painting]], [[Systems sculpture]].
  
 
==Bibliografia:==
 
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Revisione 10:25, 8 Feb 2010

Genere o movimento artistico:

Systems Art è un modo di intendere l’arte, collegato con la systems theory e l’arte concettuale.

Personaggi o Gruppi:

Artisti associabili alla Systems Art sono, tra i molti, Allen Richard, Ascott Roy, Ernest John, Haacke Hans, Noland Kenneth , Albers Josef, Judd Donald, Andre Carl, LeWitt Sol, Richter Gerhard, Merz Mario, Martin Kenneth e Martin Mary, Michael Baldwin, Neil Ferguson, Chris Smith, Annie Spinster. Dal punto di vista della teorizzazione ricordiamo lo scrittore Burnham Jack (che ha lanciato la denominazione ‘System Art’) ed il sociologo Luhmann Niklas.

Luogo:

Le prime esibizioni riconducibili alla systems art hanno luogo a New York (1966, Primary Stuctures, Jewish Museum), Londra (1969, When Attitudes Become Form: Concepts, Processes, Situations, Information, Kunstalle Bern/Institute of Contemporary Art), Helsinki (1969, Systems, Amos Anderson Museum).

Storia:

La ‘Systems Art’ si sviluppa negli anni ‘60-’70 quando il panorama culturale vede la diffusione della cibernetica, della information theory e nonché della systems theory che esplorano l’uso delle nuove tecnologie per trasformare le pratiche artistiche tradizionali, basate sull’oggetto, in pratiche nuove, basate sui sistemi. Sono anni di cambiamenti politici, con i moti studenteschi del ’68, la lotta per i diritti civili in America e Irlanda, gli omicidi shockanti negli Stati Uniti (Martin Luther King, Robert Kennedy…), le proteste contro la guerra in Vietnam. Il Sistema viene spesso visto come un ordine sociale prevaricante, ma ecco che si comincia a pensare di poter modificare il sistema con una partecipazione artistica attiva. Dietro alla systems art possiamo individuare tutta una serie di pratiche postmoderne (concettualismo, minimalismo) che avevano cominciato a “smaterializzare” l’oggetto artistico.

Il termine Systems Art viene coniato da Burnham Jack nel 1968 nell’articolo "Real Systems Art" su Artforum. In tale articolo Burnham indagava gli effetti di scienza e tecnologia sulla scultura del suo secolo e vedeva un contrasto drammatico tra le linee guida della scultura tradizionale, orientata spazialmente, e l’estrema mobilità della scultura dei Sistemi.

Poetica:

Gli artisti della Systems Art si oppongono al Sistema (inteso negativamente come potere prevaricante) e fanno delle loro opere partecipazione attiva, inducendo coloro che assistono alle loro performance alla riflessione.

Questi artisti vedono i sistemi come materia prima: si passa dalla staticità dell’oggetto alla dinamicità del sistema estetico valorizzando gli aspetti di relazione e interrelazione tra sistemi organici e inorganici.

Burnham usa la metafora del software contrapposto all' hardware. Il software (insieme di procedure logiche flessibili) rappresenta il sistema rispetto l'hardware l'oggetto. Il software è un insieme di istruzioni che prevedono una risposta interattiva. L’oggetto rappresenta una chiusura, il software, invece, crea un sistema continuamente aperto.

La Systems Art, secondo McEvilley Thomas, operava trasferendo un oggetto o sito da un sistema semantico a un altro, secondo un modello di stampo duchampiano (trasferire gli oggetti di ogni giorno in un contesto artistico).

Opere:

  • One and Three Chairs Kosuth Joseph , 1965
  • Labyrinth, Nelson Ted e Woodman Ned, 1970
  • The MoMA Poll, Haacke Hans, 1978.

Correlazioni:

Systems Theory, Arte concettuale, Anti-Form Movement, Arte cibernetica, Generative systems,Arte Processuale, Systemic art, Systemic painting, Systems sculpture.

Bibliografia:

  • Luhmann Niklas, “Art as a social system”, Stanford University Press, Stanford, California, 2000.

Scritti di Jack Burnham (per una lista più completa consultare A node for jack burn:

  • 1968, Beyond Modern Sculpture: The Effects of Science and Technology on the Sculpture of This Century, New York: George Braziller; London: Allen Lane/Penguin Press.
  • 1968, Real Systems Art, Artforum.
  • 1969, Art in the Marcusean Analysis, vol 6 of the "Penn State Papers in Art Education", edited by Paul Edmonston, Philadelphia: Pennsylvania State University.
  • 1973, The Structure of Art, Revised Edition, Brazillera.
  • 1974, Great Western Salt Works: Essays on the Meaning of Post-Formalist Art, New York: George Braziller.
  • Systems Esthetics, Artforum magazione, Vol. 7, n. 1 (settembre 1968).
  • System and Art in Arts and Society, Vol. VI, n. 2, pag. 195 (1969)
  • The Aesthetics of Intelligent Systems in On the Future of Art, New York: Viking Press, pag. 95-122 (1970)
  • Notes on Art and Information Processing in Software - Information Technology: Its New Meaning for Art - pag 10-14; catalogo della mostra "Software" curata da Burnham al museo ebraico a Brooklyn, NY (16 September - 8 November 1970).

Webliografia: