Telepresenza: differenze tra le versioni

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Revisione 16:21, 12 Mag 2006

GENERE

Telepresenza

è un termine che in campo scientifico ha una definizione precisa, permette di compiere azioni a distanza attraverso un interfaccia (computer, rete satellitare, sistemi remote) mettendo in relazione il fruitore con l’ambiente realmente esistente. L’impiego di sistemi tecnologici avanzati, sensori e strumenti robotici permette nell’ambiente di operazioni, continue azioni fornendo un’interazione immediata tra operatore-rappresentazione e mondo reale, non consente solo di compiere azioni a distanza ma permette all’operatore di percepire la sensazione fisica del luogo e di conseguenza di modificare lo stato delle cose. In campo artistico è molto più difficile definire il confine tra telepresenza e altre esperienze di comunicazione in rete o sistemi remote.


Verso la fine degli anni 80 il concetto di Telepresenza inizia a farsi spazio nell’arte interattiva dei media. La Telepresenza consente all’osservatore di fare in parallelo in tre spazi diversi: lo spazio reale dove egli si trova, lo spazio virtuale simulato attraverso la tele-percezione, lo spazio legato alla tele-azione nella postazione fisica di elaborazione dati o gestione robotica.


L’utilizzo di queste tecnologie assottiglia il proprio senso di appartenenza definito da un luogo e ti avvicina a quella fragile sfera della comunicazione visiva gestuale in territorio neutro. Infatti gli occupanti davano l’impressione, lontani tra loro, che giacesserò insieme in un unico letto matrimoniale virtuale.

PERSONAGGI O GRUPPI

Fluxus (1962), Nam June Paik (1932), Douglas Davis (1933), Kit Galloway, Sherrie Rabinowitz, Eduardo Kac (1962), Ken Goldberg (1961), Simon Penny (1955), Ed Bennett, Paul Sermon (1966), Jochem Hendricks (1959), Ken Rinaldo (1958), Eric Paulos (1969), John Canny (1958), Franz Fischnaller (1954),


LUOGO


Il primo cibercafè fu creato nei primi anni ottanta a santa Monica da Kit Galloway e Sherrie Robinowitt con il nome di Elettronic Cafè Networked Project. Esso era ancora basato sulla combinazione di internet e videoconferenza. Possiamo dire che kit e Scherrie furono tra i primi a creare la corrente Elettronic Cafè International e Satellit Art . Tuttavia la maggior parte dei primi processi creativi di esperienze in telepresenza si svilupparono in California.

STORIA

Il primo processo interattivo dove macchina e realtà virtuale sono controllate dall’uomo è da considerarsi l’invenzione di Morton Heilig il quale nel 1956 costruì una macchina chiamata Sensorama , per simulare una pedalata in bicicletta per le strade congestionate di New York. Ciò permetteva di vivere un film a tre dimensioni e di percepire il soffio del vento sul viso e persino l’odore di smog e di pizza. Con i primi satelliti in orbita gli artisti iniziarono a sviluppare progetti in cui venivano utilizzate le reti satellitari e la televisione slow-scan come elementi di comunicazione. Questo iter progettuale coinvolse artisti fino ai luoghi più disparati del pianeta collegati in rete o con linee telefoniche per condividere, scambiare immagini, documenti, lavori sulla comunicazione in rete, o per interagire direttamente in uno spazio elettronico sincrono condiviso.

Furono coinvolti in questo progetto gruppi di otto città: austriache, canadesi, americane, giapponesi; si arrivò alla comprensione di nuove forme di comunicazione plurime e interazione.


POETICA


La dimensione artistica del progetto non sta nel creare oggetti speciali, ma nello stabilite relazioni dialogiche di interscambio, fino a scatenare eventi comunicativi tra i partecipanti. Allo stesso modo Kac si interessa agli aspetti estetici e sociali dello scambio verbale e non verbale, indagando i processi di comunicazione sia dal punto di vista politico che filosofico. Il suo lavoro verte su sistemi linguistici, scambi interattivi, comunicazione tra le specie. Attraverso le sue opere propone vie alternative alla comprensione del ruolo dei fenomeni di comunicazione, attraverso la connessione di spazio virtuale e fisico. Kac definisce telepresenza l’utilizzo di sistemi di telerobotica come strumenti per modificare immagini o forme reali visualizzate dagli interfaccia che ti separano da altra collocazione in fenomeni concreti che hanno una forma oggettiva e non solo puramente virtuale. La modifica di uno spazio reale fatta da remote sistem da qualunque utente collegato in rete, inconsapevole delle intenzionalità del prossimo utente, una sorta di comunicazione diretta, separata da interfaccia, con la materia da curare, distruggere, modificare senza alcun futuro controllo determinato.


OPERE

Douglas Davis

L’artista usando come media i satelliti di comunicazione tenta in una sua performance di entrare in comunicazione diretta con l’audience collegata in mondo visione, avvicinandosi lentamente verso lo schermo e cercando con le mani dei punti di contatto col pubblico dell’etere.

Kit Galloway e Sherrie Rabinowitt Satellite Arts Project, documenta VI, 1977. Il progetto consiste in due gruppi di ballerini dislocati in due località disparate geograficamente, interagiscono fra di loro attraverso la sovrapposizioni dei luoghi da cui si esibiscono dando l’impressione sullo schermo di convidere lo stesso spazio, creando nell’audience televisiva una perdita di riferimenti geografici e l’illusione di un nuovo spazio reale.

Eduardo Kac The ornitorinco, Rio de Janeiro, Brasil, e Chicago, 1986. Un robot in località remota viene manovrato dal pubblico attraverso la combinazione numerica di chiamata fatta al telefono, questo progetto si sviluppa in Ornitorinco in Eden dove gli utenti in rete collegati possono spiare attraverso la webcam del robot i suoi spostamenti nelle varie zone percorse cercando di identificare dettagli elementi di riferimento al proprio immaginario. Uirapuru, Biennale ICC di Tokyo, 1999. Un pesce robotico sorvola lo spazio della galleria direzionato dai navigatori on line e dagli spostamenti, captati da sensori, del pubblico reale fruitore della installazione. L’immagine visualizzata del pesce e suo ambiente sullo schermo via rete si configura in una elaborazione 3D simile ad un videogioco, quindi l’utente in rete avrà un avatar (Uirapuru)e non potrà mai vedere le sembianze reali del pesce ma potrà determinare oggettivamente il suo spostamento ramdom.

Ken Goldeberg Telegarden, University of Southern California, 1995. Ars Electronica Center, Linz, 1996-97 Un piccolo giardino botanico con braccio robotico al centro, accessoriato per la cura delle piante, l’utente in rete può visualizzare l’orto e cercare di comprendere il suo stato, e agire di conseguenza dando secondo la propria sensibilità le cure necessarie. Naturalmente è impossibile pensare di essere l’unico giardiniere a distanza e dare un segno derminante con un unico click del mouse, a causa delle stratificazioni prodotte dagli innumerevoli collegamenti, basti pensare che il primo anno è stato visitato da 9000 navigatori on line. Jochem Hendricks

Disegnare con gli occhi: un casco fornito di appositi rivelatori cibernetici per la lettura del movimento della retina, che segue la forma di una immagine o di un oggetto, trasferisce il segnale ad un interfaccia che rielabora i dati in forme grafiche automaticamente stampate su carta. Non vuole essere solo uno processo artistico per la semplice lettura, indagine e trasferimento di ciò che è visibile ma anche la traduzione grafica di ciò che non è risolto completamente e visualizzato dalle proprie elaborazioni mentali.

CORRELAZIONI

Fluxus, Media art, Net art, Satellit art, Mail art,

BIBLIOGRAFIA

"Eduardo Kac", Daniele Perra, Tema Celeste, N. 81 July-September 2000, Milan, pp. 76-81. Macrì Teresa, (1996), Il Corpo Postorganico, Costa & Nolan, Genova. Lorenzo Taiuti, (1996), Arte e Media, Costa & Nolan, Genova.


WEBLIOGRAFIA

[www.fluxus.org], [www.paikstudios.com], [www.ecafe.com], [www.medienkunstnetz.de], [www.afsnitp.dk/udefra/1/dd/home.html], [www.ekac.org], [goldberg.berkeley.edu], [www.jochem-hendricks.de],