Teoria dei Sistemi Complessi Articolari Chiusi(SCAC): differenze tra le versioni

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Revisione 20:30, 4 Giu 2016

Giulio Flaminio Brunelli 1936-2004

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Sistema Complesso Articolare Chiuso

Il modello SCAC nasce allo scopo di spiegare le caratteristiche fondamentali di un sistema biologico, prima fra tutte la persistenza. SCAC è l'acronimo di Sistema Complesso Articolare Chiuso. Molto sommariamente, lo SCAC elementare è una struttura complessa, oscillante, in modo stazionario, intorno a un equilibrio, che ne determina la forma e la identifica. Una struttura composta da 5 termini, strettamente integrati da una serie di legami, in grado di annullare, entro limiti precisi, qualsiasi perturbazione sia di origine interna, sia di origine esterna. È questa capacità che permette allo SCAC di conservare la propria struttura fondamentale, ossia la propria identità. La teoria dei SCAC è molto complessa, fa uso di un linguaggio tecnico discretamente sofisticato e non può essere qui riassunta in poche righe.

Formalmente lo SCAC è un sistema dinamico di 5 termini che soddisfano una relazione seriale circolare molto complessa, detta K-relazione, formalmente analizzabile in due componenti cicliche opposte, (k+ e k-), sfasate di 2π/5, ciascuna formalmente scomponibile a sua volta in 5 componenti (P(k+), Q(k-)), tali che una sia l'opposta dell'altra (per es., se P è la relazione STIMOLA, allora Q è la relazione INIBISCE o viceversa). La lista delle condizioni formali che le relazioni P e Q devono soddisfare è piuttosto lunga e noiosa e si guadagnerà tempo, spazio e gratitudine sostituendo la lista delle condizioni con qualche grafico che le rappresenti, rendendone la percezione più semplice e immediata. Ciascun termine del grafico (grf.02) supporta una sola funzione e non vi sono due termini con la stessa funzione. Inoltre, come si può vedere dal grafo, per ogni termine vi sono due segnali in ingresso e due in uscita. I due segnali in ingresso hanno azione opposta su la funzione supportata dal termine, i due in uscita hanno azioni opposte su le funzione supportate da qualche altro termine del complesso, secondo un criterio distributivo ben preciso. In sintesi, se P è la serie di riferimento, Q, allora, è una serie alternante. Ovvero, Q sussiste fra un termine di P e un termine precedente, saltandone uno (grf.01). Come si può vedere dai grafici, molto schematicamente, lo SCAC può essere considerato come una catena chiusa di feed-back che realizza, nel complesso, un effettore a tendenza, la cui finalità è la costanza. In pratica, qualsiasi perturbazione di origine interna o esterna, di uno dei cinque termini, sarà equamente ripartita fra i due circuiti uscenti - dal termine in questione - e fatta circolare, con la conseguenza che da un determinato momento in poi arriveranno, su ciascun termine, quote della perturbazione di eguale valore assoluto ma di segno opposto; il risultato sarà che a turno, su ciascun termine, una frazione della perturbazione originale verrà annullata.

Si può dimostrare che questo sistema:

   1-Azzera asintoticamente una perturbazione acuta in un tempo definito abbastanza   
     breve.
   2-Integra una turba cronica ridistribuendo il carico e attestandosi su un livello 
     energetico diverso da quello di partenza e ciò comporta una variazione di forma 
     apparente, che lascia invariata la topologia del sistema (fig.01).
   3-Ottiene il processo di adattamento in modo additivo, calcolando la distribuzione 
     dei valori della perturbazione relativa a stimoli distinti, che impattino tutti su 
     un dato elemento o su elementi diversi del sistema.

Pertanto, la teoria dei SCAC si scosta dalle correnti teorie della complessità sistemica, almeno, in quattro punti fondamentali:

   1-Mostra che la complessità non nasce necessariamente dai grandi numeri, visto che 
     lo SCAC, il quale sicuramente è un sistema complesso, non richiede più di cinque 
      termini.
   2-Mostra che è possibile trattare la complessità con metodi lineari utilizzando 
     vettori e matrici (modello algebrico).
   3-Introduce come fondamentale una distinzione tra complessità e complicazione, 
     facendo dipendere la complicazione dalle difficoltà computazionali, relative al 
     numero di variabili e parametri in gioco in un sistema, e dalla impossibilità di 
     collegare adeguatamente tutti i termini del sistema. La complessità viene, invece, 
     derivata dalla tipologia delle relazioni esistenti tra i termini del sistema.
   4-Afferma che i sistemi complessi della categoria degli esseri viventi sono sistemi 
     chiusi, nell'unico senso che rende utile parlare di apertura e di chiusura a  
     proposito del vivente: quello che riguarda l'informazione.

Lo SCAC minimo è un sistema complesso chiuso di cinque termini, che garantisce la finalità autoconservativa della propria forma auto-distruggendosi e per cui, la conservazione della sostanza, richiede un adeguato apporto esterno. Tuttavia, se il sistema si aprisse perderebbe la forma che lo identifica e perirebbe.




Voci correlate