Tipografia

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La tipografia (dal greco týpos impronta e gráphein scrivere) è la tecnologia per produrre testi stampati con uso di matrici composte di carattere mobili. Per estensione, indica anche l'officina in cui tale attività viene esplicata, e il lavoro artigianale o industriale connesso.

L'attività tipografica si dispiega nell'esercizio di varie operazioni, come ad esempio:

Il disegno dei caratteri tipografici, L'impaginazione dei caratteri sulla pagina, La stampa delle pagine. Queste richiedono scelte estetiche e competenze specifiche che possono essere assai impegnative sul piano contenutistico, tanto da giustificare il termine di arte tipografica.

L'invenzione della stampa a caratteri mobili su carta è attribuita al tedesco Johann Gutenberg, seppure sia probabile che già i cinesi utilizzassero in precedenza tecniche simili e che, contemporaneamente a Gutenberg, anche stampatori tedeschi, boemi, italiani e olandesi stessero lavorando nella stessa direzione. In ogni caso, Gutenberg, in società con il banchiere Johann Fust e l'incisore Peter Schöffer, stampa tra il 1448 e il 1454 a Magonza il primo libro con questa tecnica. Si tratta di una Bibbia composta a 42 linee, che viene messa in vendita a Francoforte nel 1455.

La tecnica di Gutenberg consiste nell'allineare i tipi (piccoli prismi metallici di sezione variabile, su ciascuno dei quali compare in rilievo a rovescio un carattere) assemblandoli in linee, e unire queste creando le pagine complete di testo. Ogni matrice relativa ad una pagina viene quindi inchiostrata e successivamente stampata con un torchio pressore. Inizialmente i tipi vengono tenuti solidali da fasce; per questo (dal latino in cuna, cioè in culla, in fasce) si qualificano i libri stampati dall'invenzione fino alla fine del 1400 con il termine incunaboli.

Grazie alla mobilità dei collaboratori di Gutenberg, nell'arco di circa un decennio la nuova tecnica si diffonde nelle varie città europee.

Nel 1796, Aloys Senefelder introduce la litografia. Nel 1798, Nicolas Louis Robert alle dipendenze della cartiera degli stampatori Parigi Didot, costruisce la "macchina continua", con la quale diviene possibile fabbricare un nastro continuo di carta e incrementare in questo modo la velocità di produzione. Nello stesso periodo, l'aumento della richiesta porta all'introduzione della carta a base di pasta di legno, in alternativa a quella prodotta dagli stracci, più costosi e difficili da reperire. Purtroppo la nuova carta trattata chimicamente risulta poco durevole: nel corso di pochi decenni tende ad ingiallire e a sfaldarsi e molti testi stampati dall'inizio del XIX secolo minacciano di ridursi in pezzi illeggibili. Con la Rivoluzione industriale del XIX secolo anche lo sviluppo tecnologico della tipografia compie notevoli progressi. All'inizio del secolo la pressa in legno, rimasta virtualmente immutata dai tempi di Gutenberg, viene sostituita da matrici di metallo.

La prima pressa piano-cilindrica a vapore è realizzata nel 1814 da Friedrich Koenig e utilizzata nella stamperia del "Times" di Londra; questa tecnica permette di aumentare la capacità di stampa da 300 a 1100 copie all'ora. Sempre al "Times", viene introdotta pochi anni dopo, nel 1828, la macchina "a quattro cilindri" verticali realizzata da Augustus Applegath e Cowper, in grado di produrre oltre 5000 copie all'ora.

La crescita degli strumenti informatici comporta profondi cambiamenti anche alla tipografia e porta alla nascita, negli anni '70, della cosiddetta editoria elettronica. Le grandi apparecchiature per la stampa industriale vengono dotate di sistemi elettronici di controllo. Per la composizione delle pagine vengono resi disponibili sistemi che consentono di redigere da tastiera documenti che vengono automaticamente organizzati in linee e pagine. Dato che il processo della impaginazione di testi tipograficamente complessi richiede di procedere per tentativi, la composizione si avvale di videoterminali sui quali si possono vedere rapidamente gli effetti delle richieste del compositore. Con la diffusione del personal computer negli anni '80 cresce fino a diventare prevalente il numero degli autori che si occupano anche dei dettagli dell'impaginazione.

A partire dal 1985, con l'introduzione dell'Apple Macintosh e di programmi come PageMaker nasce il Desktop Publishing, destinato a soppiantare tutti i sistemi fino ad allora impiegati per la preparazioni dei documenti da stampare.