Utopian Plagiarism, Hypertextuality, and Electronic Cultural Production

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Plagio utopico, Ipertestualità e produzione culturale elettronica

Di Critical Art Ensemble

indicatore stradale | domande di discussione | pensare criticamente | soggetto di scrittura Il plagio per lungo tempo è stato considerato un male nel mondo culturale. È stato visto come il furto della lingua, delle idee e delle immagini da parte di chi possiede poco talento, spesso per aumentare la fortuna o il prestigio personale. Tuttavia, come la maggior parte delle mitologie, il mito del plagio viene facilmente capovolto. Forse sono coloro che sostengono la legge della rappresentazione e della privatizzazione della lingua che lo guardano con sospetto; forse le azioni di chi plagia, in particolari circostanze sociali, sono quelle che contribuiscono maggiormente all'arricchimento culturale. Prima dell’avvento dell’Illuminismo, il plagio facilitava la distribuzione delle idee. Un poeta inglese poteva appropriarsi e tradurre un sonetto di Petrarca e farlo suo. In conformità con l'estetica classica dell'arte come imitazione, questa era una pratica perfettamente accettabile. Il valore reale di questa attività stava meno nel rinforzo dell'estetica classica che nella distribuzione delle opere in quei luoghi dove altrimenti probabilmente non sarebbero arrivate. Le opere dei plagiari inglesi, quali Chaucer, Shakespeare, Spenser, Sterne, Coleridge e De Quincey, sono ancora una parte vitale dell'eredità inglese e tutt’oggi si trovano nella letteratura classica.

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Attualmente, sono emerse nuove circostanze che ancora una volta rendono il plagio una strategia accettabile e persino cruciale per la produzione testuale. Questa è l'epoca dei ricombinanti: entità ricombinanti, genere ricombinante, testi ricombinanti, cultura ricombinante. Guardando indietro attraverso la lente privilegiata del giudizio a posteriori, si può sostenere che il ricombinante è stato sempre l’elemento chiave dello sviluppo del significato e dell’invenzione; gli straordinari recenti progressi nella tecnologia elettronica hanno richiamato l'attenzione sul ricombinante sia nella teoria che nella pratica (per esempio, l'uso del morphing nel video e nella pellicola). Il valore principale di tutte le tecnologie, in particolare computer e sistemi per l’elaborazione delle immagini, è la velocità impressionante a cui possono trasmettere le informazioni sia nelle forme grezze che raffinate. Come le informazioni fluiscono ad un'alta velocità attraverso le reti elettroniche, i sistemi di significato più disparati ed a volte incommensurabili si intersecano sia con i chiarimenti che con le conseguenze inventive. In una società dominata da un'esplosione "di conoscenza", esplorare le possibilità di significato di quanto già esiste è più urgente dell’aggiungere informazioni ridondanti (anche se sono prodotte usando la metodologia e la metafisica "dell'originale"). Nel passato, gli argomenti a favore del plagio si sono limitati a mostrare il suo uso a resistere nella privatizzazione della cultura che serve i bisogni e i desideri dell'elite al potere. Oggi si può sostenere che il plagio è accettabile, persino inevitabile, data la natura dell'esistenza postmoderna con la sua infrastruttura tecnologica. In una cultura ricombinante, il plagio è produttivo, anche se non dobbiamo abbandonare il modello romantico di produzione culturale che privilegia un modello di creazione ex nihilo. Certamente in senso generale il modello più recente è in qualche modo anacronistico. Ci sono ancora situazioni specifiche dove tale modo di pensare è utile e non si può mai essere certi del momento in cui potrebbe diventare ancora appropriato. Ciò che si richiede è la fine della sua tirannia ed del suo fanatismo culturale istituzionalizzato. Questo è un richiamo ad aprire i data base culturali, affinché tutti possano utilizzare la tecnologia della produzione testuale al massimo del suo potenziale.

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Le idee migliorano. Il significato delle parole partecipa al miglioramento. Il plagio è necessario. Il progresso lo impiega. Addotta una frase d'autore, usa le sue espressioni, cancella un'idea falsa e la sostituisce con l’ idea giusta..

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Il plagio porta spesso il peso di connotazioni negative (specialmente nella classe burocratica); mentre l'esigenza del suo utilizzo è aumentata durante il secolo, il plagio in sé è stato camuffato in un nuovo lessico da quelli che vogliono esplorarne la pratica come metodo e come forma legittimizzata di discorso culturale. Readymades, collage, found art e found text, intertesti, combinati, detournment ed appropriazione - tutti questi termini rappresentano esplorazioni del plagio. Effettivamente, questi termini non sono perfettamente sinonimi, ma tutti intersecano un insieme di significati primari con la filosofia e con attività di plagio.. Filosoficamente, tutti si oppongono alle dottrine dell’essenzialismo del testo: tutti sostengono che nessuna struttura all'interno di un dato testo fornisce un significato universale e necessario. Nessun'opera d'arte o filosofia si esaurisce in sè, nel suo essere in sé stessa. Le opere sono sempre state in relazione al reale processo di vita della società dalla quale si sono distinte. L’essenzialismo dell’Illuminismo non è riuscito a fornire un'unità di analisi che potesse fungere da base di significato. Proprio come il legame fra un significante ed il suo referente è arbitrario, così anche l'unità del significato usata per qualsiasi analisi testuale è arbitraria. La nozione di lexia di Roland Barthes indica soprattutto una resa nella ricerca di un'unità di base del significato. Poiché la lingua era l'unico strumento disponibile per lo sviluppo del metalinguaggio, un tal progetto è stato destinato a fallire fin dall’inizio. Era come provare a mangiare la minestra con la minestra. Il testo in sé è fluido -- anche se il linguaggio dell'ideologia può fornire l'illusione di stabilità, generando un blocco tramite la manipolazione dei presupposti sconosciuti della vita quotidiana. Di conseguenza, uno degli obiettivi principali di chi plagia è di ristabilire la dinamica e la direzione instabile del significato, appropriandosi e ricombinando frammenti di cultura. In questo modo, si possono produrre dei significati che non sono mai stati in precedenza associati ad un oggetto o ad un dato insieme di oggetti.

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Marcel Duchamp, uno dei primi a capire il potere della ricombinazione, ha presentato un esempio iniziale di questa nuova estetica con la sua serie di readymade. Duchamp ha preso degli oggetti a cui era "visivamente indifferente," li ha ricontestualizzati in un modo che ha modificato il loro significato. Per esempio, ha preso un urinatoio, lo ha firmato e lo ha posto su un piedistallo in una galleria d’arte, spazzando via l’apparentemente esauriente interpretazione funzionale dell'oggetto. Anche se il suo originario significato non è del tutto scomparso, gli è stata data un’altra possibilità: quella di essere un oggetto artistico. Questo problema di instabilità è aumentato quando la questione dell'origine è stata sollevata: l'oggetto non è stato fatto da un artista, ma da una macchina. Se lo spettatore ha scelto o meno di accettare altre possibilità per l'interpretazione della funzione dell'artista e l'autenticità dell’oggetto artistico, l’urinatoio in una galleria istiga un momento di dubbio e di ripensamento. Questo gioco concettuale è stato ripetuto molte volte durante il ventesimo secolo, a volte per scopi molto limitati come con i combinati di Rauschenberg -- fatti per l'attacco all’egemonia critica di Greenberg - mentre altre volte è stato fatto per promuovere la ristrutturazione politica e culturale su grande scala, come nel caso dei Situazionisti . In ogni caso, chi plagia opera per allargare il significato attraverso un’iniezione di scetticismo verso la cultura.

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Qui inoltre si vede il fallimento dell’essenzialismo romantico. Neppure l'oggetto transcendentale presunto può evitare la valutazione degli scettici. La nozione di Duchamp di readymade rovesciato (che trasforma un dipinto di Rembrandt in un’asse di ferro) ha suggerito che l'oggetto artistico deriva la sua posizione da un processo storico di legittimazione profondamente radicato nelle istituzioni culturali occidentali e non dall’essere un tramite immutabile verso i regni trascendentali . Questo non deve negare la possibilità di esperienze trascendentali, ma dire soltanto che se esiste, è pre-linguistico e quindi relegato all’intimità della soggettività dell'individuo. Una società con una divisione del lavoro complessa richiede una razionalizzazione dei processi istituzionali, una situazione che a sua volta nega all’individuo la possibilità di partecipare all'esperienza non razionale. Diverso è nelle società con una semplice divisione del lavoro, in cui l'esperienza di un membro assomiglia molto all'esperienza di un altro (alienazione minima); in una divisione del lavoro complessa, l'esperienza di vita dell’individuo diventato specialista ha poco in comune con quella degli altri esperti. Di conseguenza, la comunicazione esiste soprattutto come funzione strumentale.

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Il plagio storicamente è sempre stato contro l’assegnazione di privilegi a qualsiasi testo attraverso la spiritualità, la scienza o altri miti legittimizzanti. Chi fa azione di plagio vede tutti gli oggetti come fossero uguali e quindi pone tutti i fenomeni su uno stesso piano. Tutti i testi diventano potenzialmente utilizzabili e riutilizzabili. In questo si trova un’epistemologia dell’anarchia, secondo la quale chi plagia sostiene che se la scienza, la religione, o qualunque altra istituzione sociale nega la certezza oltre il regno del privato, è meglio dotare la coscienza di tutte le possibili categorie di interpretazione. La tirannia dei paradigmi può avere alcune conseguenze utili (quali la maggior efficienza all'interno del paradigma), ma i costi repressivi per l’individuo (l’esclusione di altri modi di pensare e la riduzione della possibilità inventiva) sono troppo alti. Piuttosto che essere condotti da sequenze di segni, si dovrebbe essere trasportati attraverso loro, scegliendo l'interpretazione più adatta agli stati sociali di una data situazione.

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Il problema è mettere insieme le varie tecniche per rispondere all’onnipresenza dei trasmettitori che ci sommergono con i loro discorsi (mass-media, pubblicità, ecc.). È questione di liberare i codici - non più l'oggetto - in modo che qualcosa succeda, fuoriesca; parole al di sotto delle parole, ossessioni personali. E’ nato un altro genere di parole che fugge dal totalitarismo dei media ma conserva il loro potere e lo gira contro i loro vecchi padroni.

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La produzione culturale, letteraria o meno, è stata tradizionalmente un processo lento e laborioso. Nella pittura, nella scultura, o nel lavoro scritto, la tecnologia è stata sempre primitiva rispetto agli standard contemporanei. I pennelli, i martelli e gli scalpelli, le spolette e la carta e perfino il torchio tipografico non si prestano bene alla produzione rapida e alla distribuzione su vasta scala. Il lasso di tempo fra produzione e distribuzione può sembrare insopportabilmente lungo. Le arti letterarie e le arti visive tradizionali ancora soffrono immensamente di questo problema, specie se confrontate con le arti elettroniche. Prima che la tecnologia elettronica diventasse dominante, le prospettive culturali si sono sviluppate in modo che i testi sono stati meglio definiti come opere individuali. I frammenti culturali hanno avuto il diritto di presentarsi come unità separate, poiché la loro influenza si è mossa abbastanza lentamente per permettere lo sviluppo ordinato di una discussione o di un’estetica. Si sono potuti definire i confini fra le discipline e le scuole di pensiero. La conoscenza è stata considerata limitata e di conseguenza è stata più facile da controllare. Nel diciannovesimo secolo questo ordine tradizionale ha cominciato a crollare mentre la nuova tecnologia ha cominciato ad aumentare la velocità dello sviluppo culturale. I primi forti indicatori hanno cominciato a dimostrare che la velocità stava diventando un fattore cruciale. La conoscenza si stava allontanando dalla certezza e stava trasformandosi in informazione. Durante la guerra civile americana, Lincoln, impaziente, si è seduto vicino al suo telegrafo, in attesa di notizie dai suoi generali al fronte. Non ha avuto pazienza con la retorica del passato e ha richiesto ai suoi Generali un'economia di linguaggio efficiente. Non c’era tempo per i fronzoli tradizionali del saggista elegante. La velocità della cultura e le informazioni hanno continuato ad aumentare da allora ad in modo esponenziale, col conseguente panico delle informazioni. La produzione e la distribuzione delle informazioni (o di qualunque altro prodotto) devono essere immediate; non ci può essere intervallo di tempo fra i due. la Tecno-cultura ha risposto a questa esigenza con data base e reti elettroniche che muovono velocemente qualunque tipo di informazioni.

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In tali circostanze, il plagio soddisfa le condizioni della economia della rappresentazione, senza invenzioni soffocanti. Se, quando una nuova percezione o idea è messa in evidenza -- intersecando due o più sistemi formalmente disparati, ha luogo un’invenzione - allora le metodologie ricombinanti sono desiderabili. Qui è dove il plagio progredisce oltre il nichilismo. Non inietta semplicemente lo scetticismo per contribuire a distruggere i sistemi totalitari che arrestano l'invenzione; partecipa all'invenzione ed è quindi produttivo. Il genio di un inventore come Leonardo da Vinci, sta nella sua capacità di ricombinare i sistemi allora separati della biologia, della matematica, dell’ingegneria e dell’arte. Non è stato tanto un creatore quanto un sintetizzatore. Ci sono state poche persone come lui durante i secoli, perché la capacità di immagazzinare e contenere molti dati nella propria memoria biologica è rara. Ora, tuttavia, la tecnologia della ricombinazione è disponibile nel calcolatore. Il problema ora per i produttori culturali potenziali è l’accesso a queste tecnologia e alle informazioni. Dopo tutto, l'accesso è il più prezioso di tutti i privilegi e quindi è rigorosamente custodito, tanto che viene da domandarsi se per essere un plagiatore di successo, uno deve anche essere un hacker di successo.

11 La maggior parte dei produttori seri rifiutano di mettersi a disposizione di ciò che la tecnologia sta facendo. Non ho potuto mai capire questo tipo di timore. Molti sono impauriti dai registratori magnetici e l'idea di usare mezzi elettronici a scopo letterario o artistico sembra loro una specie di sacrilegio.

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Ad un certo livello, una piccola parte di tecnologia è caduto nelle mani di pochi fortunati. Videocamere e personal computer sono gli esempi migliori. Per accompagnare questi articoli al consumatore e per rendere il loro uso più versatile, sono stati anche sviluppati programmi di campionamento di immagine e ipertesti - programmi destinati a facilitare la ricombinazione. È il sogno di chi plagia avere la possibilità di richiedere, spostare e ricombinare il testo con comandi facili da usare. Forse il plagio legittimo appartiene alla cultura post-libro, poiché soltanto in quella società può essere reso esplicita quale cultura del libro, con i relativi geni ed autori, tende a nascondersi – che l’informazione è più utile quando interagisce con altre informazioni, piuttosto che quando è divinizzata e presentata isolatamente.

13 Nel 20° secolo si è cercato di inventare un nuovo sistema per la ricombinazione delle informazioni , anche fino a poco tempo fa, questa ricerca è stata portata avanti da un numero ristretto di persone. Nel 1945 Vannevar Bush, un ex consigliere scientifico di Franklin D. Roosevelt, ha proposto un nuovo senso per l’organizzazione delle informazioni in un articolo su Atlantic Monthly. A quell’epoca, la tecnologia dell'informatica era nelle fase di sviluppo iniziale e le sue potenzialità non erano state ancora realmente comprese. Bush tuttavia, ha avuto la lungimiranza di immaginare un dispositivo che chiamò Memex. A suo avviso si sarebbe basato sull’immagazzinamento delle informazioni su microfilm, integrato con alcuni strumenti per permettere all'utente di selezionare e visualizzare a piacere qualunque sezione, permettendogli così di muoversi liberamente fra incrementi di informazioni precedentemente indipendenti .


14 All’epoca, il Memex di Bush non potè essere realizzato, ma quando la tecnologia informatica si è evoluta, la sua idea finalmente è divenuta fattibile. Intorno al 1960 Theodore Nelson lo realizzò quando ha cominciato a studiare il calcolatore che si programma nell'università:

15 Col passare dei mesi, mi sono reso conto che, anche se i programmatori hanno strutturato i loro dati gerarchicamente, non lo dovevano fare. Ho cominciato a vedere il calcolatore come il luogo ideale per fare interconnessioni fra cose accessibili alla gente.

16 Mi sono reso conto che la scrittura non doveva essere sequenziale e che i libri e le riviste del domani sarebbero andati non soltanto sugli schermi (terminale del raggio catodico ], essi avrebbero addirittura potuto essere collegati l’uno all’altro in ogni senso. Immediatamente ho cominciato a lavorare ad un programma (scritto in linguaggio assembler 7090) per realizzare queste idee.

17 L'idea di Nelson, che chiamò ipertesto, non è riuscito ad avere inizialmente dei sostenitori, anche se dal 1968 la sua utilità divenne evidente a qualcuno nel governo e nell’ industrie della difesa. Un prototipo di ipertesto fu sviluppato da un altro innovatore del calcolatore, Douglas Englebart, al quale sono spesso accreditate molte innovazioni nell'uso dei calcolatori (ad es. lo sviluppo dell'interfaccia Machintosh, Windows). Il sistema di Englebart, denominato Augment, fu utilizzato per organizzare la rete governativa di ricerca, Arpanet ed inoltre è stato usato da McDonnell Douglas, l'appaltatore della difesa, per aiutare i gruppi tecnici di lavoro nei progetti coordinati quale il progetto dell’aereo:

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Tutte le comunicazioni sono aggiunte automaticamente alla base di informazioni Augment e sono collegate, una volta adattate, ad altri documenti. Un ingegnere potrebbe, per esempio, usare Augment per scrivere elettronicamente e consegnare un programma di lavoro ad altri all’interno del gruppo di lavoro. Gli altri membri potrebbero allora rivedere il documento e collegare le loro osservazioni all'originale, creando eventualmente "una memoria di gruppo" delle decisioni prese. Le potenti caratteristiche di collegamento di Augment permettono agli utenti di trovare rapidamente persino le vecchie informazioni, senza perdersi o venire sommersi dai particolari.

19 L’informatica si è via via sempre più evoluta e finalmente -- come con tante altre realizzazioni tecniche in questo secolo -- una volta sfruttata completamente dalle agenzie militari e di intelligence, la tecnologia è stata liberata per lo sfruttamento commerciale. Naturalmente, lo sviluppo dei microcomputer e della tecnologia a portata del consumatore per i personal computer ha presto portato l'esigenza di un software che aiuti a fare fronte all'aumento esponenziale di informazioni, particolarmente quelle testuali. Probabilmente la prima applicazione umanistica dell’ipertesto fu nel campo della formazione. Attualmente, l’ipertesto e l’ipermedia (che aggiunge le immagini grafiche agli elementi che possono essere collegati) continuano ad essere dispositivi della programmazione didattica e nella tecnologia educativa.

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Un esperimento interessante a questo proposito fu realizzato nel 1975 da Robert Scholes ed Andries Van Dam della Brown University. Scholes, un professore d'inglese, fu contattato da Van Dam, un professore d'informatica, che voleva sapere se c’erano dei corsi in campo umanistico che potevano trarre beneficio dall’ uso di quello che allora era stato chiamato sistema di editing del testo (ora conosciuto come un programma di trattamento di testi) con possibilità ipertestuali integrate. Scholes e due assistenti, che formarono un gruppo di ricerca, rimasero impressionati in modo particolare da un aspetto dell’ipertesto. L’uso di questo programma permetteva di leggere in modo non lineare tutti i materiali accuratamente correlati in un testo. Un ipertesto è così visto come una ragnatela di materiali interconnessi. Questa descrizione ha suggerito che esiste un parallelo definito fra la concezione del testo e quello dell’ipertesto.

21 Uno dei più importanti aspetti della letteratura (che comporta anche difficoltà di interpretazione) è la sua natura riflessiva. Le poesie individuali sviluppano costantemente il loro significato-spesso con tali mezzi come allusioni dirette o la ripresa dei motivi e delle convenzioni tradizionali, altre volte con mezzi più sottili, quali sviluppo di genere ed espansione o riferimento biografico -- riferendosi che ente totale di materiale poetico di cui i poemi particolari contengono un piccolo segmento.

22 Anche se non era difficile da accumulare una base di dati ipertestualmente collegata composta di materiali poetici, Scholes ed il suo gruppo erano più interessati a renderla interattiva –volevano cioè costruire "un testo comune" che includesse non solo la poesia, ma anche le osservazioni e le interpretazioni dei diversi allievi. In questo modo, ogni allievo a sua volta poteva leggere i commenti alle sue osservazioni. "Il testo espanso" risultante sarebbe stato letto ed incrementato tramite un terminale nel quale lo schermo era stato diviso in quattro zone. L'allievo poteva navigare nella poesia in una delle zone (dette finestre) e navigare nei materiali relativi nelle altre tre finestre, nella sequenza che voleva. Ciò avrebbe davvero rafforzato la tendenza a leggere in una sequenza non lineare. Grazie a questi strumenti, ogni allievo avrebbe imparato a leggere un lavoro come realmente è, non "in un vuoto" ma piuttosto come il punto centrale di un insieme di documenti e di idee che si rivelano progressivamente.

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L’ipertesto è analogo ad altre forme di discorso letterario oltre la poesia. Dall'inizio della sua apparizione come programma per computer, l’ipertesto fu descritto popolarmente come un testo multidimensionale pressochè analogo all’oggetto scolastico standard degli studi umanistici o delle scienze sociali, perché utilizza gli stessi dispositivi concettuali, quali le note a piè di pagina, le annotazioni, i riferimenti ad altre opere, le citazioni di altri testi, ecc. Purtroppo, la convenzionale scrittura e lettura lineare, così come il fatto fisico delle pagine bidimensionali e la necessità di legarle in una sola sequenza possibile, ha limitato sempre il reale potenziale di questo tipo di testo. Un problema è che il lettore è costretto a cercare attraverso il testo (o è costretto spesso a lasciare il libro e a ricercare altrove) le informazioni relative. Questo è un processo dispersivo che richiede tempo; anziché potere muoversi facilmente ed in modo immediato fra informazioni fisicamente distanti tra loro o inaccessibili, il lettore deve fare fronte agli ingombranti impedimenti fisici alla sua ricerca o al suo lavoro creativo. Con l’avvento dell’ipertesto, ci si può muovere fra informazioni collegate con una velocità e una flessibilità che imitano il funzionamento della mente umana, ad un livello impensabile con i libri e la lettura sequenziale.


24 Il testo ricombinante nella forma ipertestuale indica l'emergere della percezione delle costellazioni testuali che sono sempre/già andate NOVA. È in questa luminosità fantastica che il biomorfo d’autore è stato consumato.


25 Barthes e Foucault possono essere lodati per la teoria della morte dell'autore; l'autore assente è più che un’aspetto della vita di tutti i giorni, tuttavia, per il tecnocrate che ricombina e che aumenta le informazioni al calcolatore o con un programma di editing. Lui/lei sta vivendo il sogno del capitalismo che ancora è in fase di perfezionamento nell’area di fabbricazione. La nozione giapponese di "just in time delivery," nella quale le unità di assemblaggio sono portate alla catena di montaggio nel momento in cui vengono richieste, era un primo passo nel miglioramento delle mansioni dell’assemblaggio. In un tale sistema, non esiste capitale sedentario, ma un flusso costante di prodotti grezzi. Il prodotto assemblato è consegnato al distributore solo al momento in cui il consumatore ne ha bisogno. Questo sistema nomade elimina lo stoccaggio delle merci. (ci sono ancora dei tempi morti; tuttavia, i giapponesi li hanno ridotti in termini di ore e stanno lavorando per ridurlo in termini di minuti.) In questo modo, la produzione, la distribuzione ed il consumo implodono in un singolo atto, senza inizio e fine, in una vera circolazione ininterrotta. Nello stesso modo, il testo online scorre in un flusso ininterrotto attraverso la rete elettronica. Non ci può essere posto per i gap che contrassegnano le distinte unità nella società della velocità. Di conseguenza, la nozione di origine non trova posto nella realtà elettronica. La produzione del testo presuppone una sua distribuzione, un consumo e una revisione immediati. Tutti coloro che partecipano alla rete partecipano anche all'interpretazione ed alla mutamento del flusso testuale. Il concetto di 'autore non si può proprio dire che sia finito ma semplicemente che ha smesso di funzionare. L'autore si è transformato in un complesso astratto che non può essere ridotto alla biologia o alla psicologia di una personalità. Effettivamente, un tale sviluppo ha connotazioni apocalittiche-- il timore che l'umanità sarà persa nel flusso testuale. Forse gli esseri umani non sono capaci di partecipare all’ipervelocità. Si deve rispondere che non c’è stato mai un periodo nel quale gli esseri umani potevano, partecipare tutti alla produzione culturale. Ora, almeno il potenziale per la democrazia culturale è maggiore Il singolo bio-genio non deve fungere da stand-in per tutta l'umanità. La preoccupazione reale è la stessa di sempre: l'esigenza di accedere alle risorse culturali.


26 Le scoperte dell'arte postmoderna e la critica sulla struttura analogica delle immagini dimostrano che quando due oggetti sono riuniti, non importa quanto lontani siano i loro contesti, si forma un rapporto. Limitare le parole ad un rapporto personale è pura convenzione. Quando si uniscono due espressioni indipendenti , gli elementi originali vengono sostituiti e si produce un'organizzazione sintetica con possibilità maggiori

27 Il libro non è affatto sparito. L'editoria continua a resistere all’emergenza del testo ricombinante ed oppone aumenti nella velocità culturale. Si è trovata un posto nel gap esistente fra produzione e consumo dei testi, che per sopravvivere è costretta a mantenere. Se la velocità può aumentare, il libro è condannato a perire, insieme ai suoi compagni di sventura pittura e scultura. Ecco perchè l'industria teme così tanto il testo ricombinante. Questo tipo di lavoro elimina il divario fra produzione e consumo ed apre l'industria a chi non è una celebrità in campo letterario. Se l'industria non è in grado di differenziare il suo prodotto attraverso lo spettacolo dell'originalità e dell'unicità, la sua redditività crolla. Di conseguenza, l'industria tira avanti con fatica, poiché ci vogliono anni per pubblicare informazioni necessarie nell’immediato. C’è comunque un’ironia particolare in questa situazione. Per ridurre la velocità, deve anche partecipare alla velocità nella relativa sua forma più intensa, quella dello spettacolo. Deve difendere "qualità e standard," e deve inventare celebrità. Ciò richiede un rapporto diretto con la pubblicità -cioè la partecipazione totale ai simulacri che costituiranno la distruzione dell'industria.


28 Quindi, per il burocrate, dalla prospettiva della vita di tutti i giorni, l'autore è vivo e vegeto. Lui/lei può essere visto e toccato e le tracce della sua esistenza sono dappertutto sulle copertine di libri e riviste sotto forma di firma. Ad una tale evidenza, la teoria può rispondere soltanto che il significato di un dato testo deriva esclusivamente dal suo rapporto con gli altri testi. I testi sono dipendenti da ciò che è avvenuto in precedenza, dal contesto in cui si trovano e dall'abilità interpretativa del lettore. Tale tesi non convince naturalmente i segmenti sociali coinvolti nel ritardo culturale. Se ciò è vero, nessuna legittimazione storica riconosciuta sosterrà i produttori di testi ricombinanti, che saranno sempre guardati con sospetto dai custodi della cultura “alta

29 Prendete le vostre parole o le parole di chiunque, vivo o morto. Presto vedrete che le parole non appartengono a nessuno. Le parole hanno una loro propria vitalità. I poeti dovrebbero liberare le parole -- non rinchiuderle nelle frasi. I poeti non sono proprietari delle parole. Gli scrittori non possiedono le loro parole. Da quando le parole appartengono a qualcuno? “Le vostre parole?" davvero! e chi siete "voi"?

30 L'invenzione della cinepresa tra la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni 70 ha portato gli artisti di media radicali a pensare che nell'immediato futuro, tutti avrebbero avuto accesso a tale apparecchiatura, causando una rivoluzione nell'industria televisiva. Molti hanno sperato che il video si trasformasse nello strumento fondamentale dell'arte democratica distribuibile. Ogni casa si sarebbe trasformata nel in un centro di produzione ed il ricorso alla rete televisiva per le informazioni elettroniche sarebbe divenuta solo una delle tante opzioni. Purtroppo questo profezia non si è avverrata. In senso democratico, il video ha fatto poco di più che la pellicola super 8 per quanto riguarda la possibilità di produrre immagini ed ha avuto poco o nessun effetto sulla distribuzione delle immagini. Tutti i video oltre ai film fatti in casa è rimasto nelle mani di una classe elitaria tecnocratica, benchè (come con qualsiasi classe) ci sono segmenti marginali che resistono all'industria dei media e mantengono un programma decentrato.


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La rivoluzione del video è fallita per due ragioni- la mancanza di accesso e l'assenza di desiderio. L’accesso all’hardware, in particolare quello che riguarda la post-produzione, è rimasto quanto mai difficile, e non ci sono nemmeno dei punti di distribuzione regolari oltre l'accesso pubblico locale dato dalle concessioni del cavo TV. Inoltre è stato difficile convincere chi sta al di fuori della classe elitaria tecnocratica perchè dovrebbero aver intenzione di fare qualcosa con il video, se avessero accesso agli strumenti. Ma questo si riesce a capire quando si considera che le immagini dei media sono fornite in una tale quantità da scoraggiare il pensiero di produrne altre. Chi in questo momento plagia si trova ad affrontare lo stesso scoraggiamento. La possibilità di creare dei testi ricombinanti attualmente è rimasta allo stato potenziale. Per lo meno c’è una base più larga, poiché la tecnologia dell'informatica per fare i testi ricombinanti è sconfinata dalla classe elitaria tecnocratica e si è sparsa nella classe burocratica; tuttavia, la produzione culturale elettronica non si è affatto trasformata in quella forma democratica che i plagiatori utopisti speravano diventasse.

32 I problemi immediati sono evidenti. Il costo della tecnologia per il plagio produttivo è ancora troppo alto. Anche se uno sceglie di usare la forma meno efficiente di un manoscritto frutto di un plagio, deve utilizzare la sua tecnologia editoriale per distribuirlo, poiché nessuna casa editrice lo accetterà. Inoltre, gli americani in genere sono soltanto abituati a ricevere informazioni, non a produrle. Con questa struttura esclusiva consolidata, la tecnologia, la domanda e la capacità di usarla rimangono concentrati nell'economia utilitaria e quindi all’estetica della tecnologia o alle possibilità di resistere è lasciato poco tempo.

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Oltre a queste barriere evidenti, c’è un problema più insidioso che emerge dalla schizofrenia sociale degli Stati Uniti. Mentre il suo sistema politico è basato teoricamente sul principio democratico dell'inclusione, il suo sistema economico è basato sul principio dell'esclusione. Di conseguenza, anche la sovrastruttura culturale tende all'esclusione. Questo principio economico ha determinato l'invenzione del copyright, che originalmente si è sviluppato non per proteggere i produttori, ma per ridurre la concorrenza fra gli editori. Nell’Inghilterra del 17° secolo, dove il copyright ha avuto origine, l'obiettivo era di riservare agli editori essi stessi, per sempre, il diritto esclusivo di stampare determinati libri. La giustificazione, naturalmente, era che una volta formata in un’opera letteraria, la lingua ha la personalità dell'autore che gli è stata impressa, e viene di conseguenza contrassegnata come proprietà privata. All’interno di questa mitologia, il copyright si è sviluppato è nel capitale avanzato, stabilendo che il precedente legale privatizzi tutti i beni culturali, siano essi immagini, parole, o suoni. Così il plagiario (anche se appartenente alla classe tecnocratica) è tenuto in una posizione molto marginale, senza tener conto dell’utilizzo efficiente a livello inventivo che la sua metodologia può avere sullo stato attuale della tecnologia e della conoscenza.

34 Qual è lo scopo del salvare la lingua quando non c’è più niente da dire?


35 Il presente ci richiede di ripensare e rappresentare la nozione di plagio. La sua funzione è stata per troppo tempo svalutata da un'ideologia che non lasciava posto alla cultura tecnologica. Lasciamo le nozioni romantiche di originalità, genio e rimanga la professione di scrittore, ma come elementi per la produzione culturale senza privilegi speciali che vadano a scapito di altri elementi ugualmente utili. È tempo di utilizzare apertamente e coraggiosamente la metodologia della ricombinazione in modo da mettersi in parallelo con la tecnologia del nostro tempo.


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