Vendetta al cimitero

Tratto da EduEDA
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Scrive B. Akunin: «Leggere le iscrizioni e i goffi versi sulle tombe è un'occupazione avvincente e nient'affatto monotona. Non sono altro che il tentativo di materializzare e immortalare un'emozione, un tentativo non privo di successi: i dolenti ormai da un pezzo non ci sono più, ma il loro dolore è ancora qui... » È un dolore che si dichiara inconsolabile, ma che via via s'attenua e diventa, senza accorgersene, consolabile. Una mattina ci si sveglia e il dolore è svanito. L'anima in lacrime inconsolabile ha le ciglia asciutte. C'est la vie! Fa eccezione un epitaffio, che sempre B. Akunin ha trovato sulla lapide del vecchio cimitero Donskoe nel centro storico di Mosca. Cito: «Però il mio epitaffio preferito, che adorna la lapide della Principessina Šachovskaja, non è commovente, ma vendicativo: Morta a causa dell'operazione del dottor Snegirëv. Dove sta dottor Snegirëv? Si è conservata la sua tombicina? Oh, poco probabile. Ma qui al vecchio Donskoe, c'è ancora chi la rammenta, pur se con parole ostili.»

Akunin B., Le città senza tempo: storie di cimiteri. Frassinelli 2006