Versitudine

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versitudine, poetica parola valigia, parola immago dei corpi mutanti e migranti, tra europa e europa, tra europa ed il resto del mondo inventata all'inizio del secolo XXI, dall'attivista poetico (poetic-attivista)del nord-est italiano, pino de march.


Versitudine parola ritrovata negli smarrimenti poetici e politici di fine secolo XX per comprendere le grandi mutazioni avvenute a livello planetario, mutazioni e smarrimenti generati dalla globalizzazione economica neoliberista e dallo sfaldamento degli stati-nazione, parola o segno di complessità che può intendere le pluriverse lingue e forme della vita antropologica e sociale contemporanea mutata e mutante, parola di riconoscimento ed accoglienza per naufraghi, esiliati, perseguitati, fuggiaschi da guerre etniche ed imperiali, ma inanzitutto di umani in cerca di forme di vita pacifiche in nomadi terre presenti.


Versitudine indica il migrare di latitudine in latitudine e di longitudine in longitudine di singolari moltitudini, ma indica soprattutto sconfinamenti e desideri di nuove forme di vita e di relazione umane ed interculturali, affermazioni in atto di forme di vita ibridate e relate nelle lingue e nei corpi.


versitudine registra poeticamente non solo il vivere, il sentire ed il pensare dei migranti tra terre europee e di vari mondi o continenti, versitudine soprattutto scioglie poeticamente malintesi e smarrimenti di nativi e di migranti in questa vulcanica mutazione e deriva globale, ma indica a tutti gli smarriti in ogni dove possibilità d'incontri straordinari tra umani.


versitudine ha la valenza poetica e politica per questo nuovo secolo XXI di negritudine*, parola-negritudine che stava ad indicare i processi di deterritorializzazione linguistica, nazionalitaria e sociale, dagli stati bianchi imperiali e coloniali e dalle logiche territorializzanti nazionaliste, razziste e militariste dei totalitarismi bianchi, deterritorializzazioni tutte prodotte dai movimenti indipendentisti, popolari e nazionali nei vari territori del sud del mondo nel corso del XX secolo.


versitudine è la nuova poeticità sommersa ed emergente del XXI secolo secondo l'autore, che registra e anima la deterritorializzazione contemporanea dalle nuove territorializzazioni e chiusure culturali dei nuovi neo-nazionalismi, localismi e etnicismi europei, e dall'invadente territorializzazione imperiale neo-capitalista e liberista che aliena e mercifica, ma è inanzitutto parola chiave per comprendersi tra movimenti glocali ed umani di ogni dove di mondo.


versitudine è il sogno di un'europa minore, spazio aperto e deterritorializzato ove da un lato i nativi europei e dall'altro i migranti non europei, vengono meno alle loro assolute identità nazionalitarie e culturali per misurarsi tra singolarità libere e portatrici di valori ed umane esperienze, ma anche per costruire ovunque in reciprocità e dignità forme costituzionali multilaterali rispettose di singolarità antiche e moderne in ogni continente, intese come spazi territoriali aperti e costituzionali di comunanza e singolarità.


versitudine condivide l'approccio cosmopolita dei movimenti libertari e moltitudinari tedeschi, kein mensch ist illegal, nessun essere umano è illegale,


versitudine è affermazione di cittadinanza europea per nativi e migranti in Europa, ma anche di ritrovate cittadinanze nel resto del mondo avanzate dai singoli movimenti politici e culturali dei vari continenti o territori.


versitudine è parola che contrasta e detesta approcci e visioni unilaterali di tipo bushiano alle relazioni umane e politiche ovunque esse vengano applicate attraverso forme di semplificazione integralista, fondamentalista o con la forza delle armi.


versitudine ama l'affermazione esistenzialista: nessun essere umano può essere privato ovunque di dignità in nome di qualsiasi essenza ideologica o religiosa, sia essa sotto la forma della banalità del male(nazismo, fascismo, razzismo, sessismo) o della forma della banalità del bene(liberismi economici e politici o socialismi politici-economici autoritari-stalinisti, militarismi populisti o fondamentalismi ed integralismi religiosi).

  • negritudine: parola complessa inventata dal poeta statista senegalese Leopold Senghor