Virilio Paul: differenze tra le versioni

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(Virilio Paul)
 
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'''Personaggio o gruppo''': Paul Virilio   
 
'''Personaggio o gruppo''': Paul Virilio   
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'''Biografia''': Paul Virilio è nato a Parigi nel 1932 da padre italiano che era emigrato in Francia per dissidi politici. Si laurea in architettura a Parigi e nel 1963 diventa presidente e fondatore del gruppo "Architecture Principe", e direttore della rivista del gruppo.  
 
'''Biografia''': Paul Virilio è nato a Parigi nel 1932 da padre italiano che era emigrato in Francia per dissidi politici. Si laurea in architettura a Parigi e nel 1963 diventa presidente e fondatore del gruppo "Architecture Principe", e direttore della rivista del gruppo.  
 
Nel 1968 entra come professore di Architettura presso l'Ecole Spéciale d'Architecture a Parigi. In seguito assume nel 1973 la carica di Directeur d'Etudes, nel 1975 di Direttore generale, nel 1983 di Amministratore ed infine nel 1989 diventa presidente del Consiglio d'amministrazione.                                                                 
 
Nel 1968 entra come professore di Architettura presso l'Ecole Spéciale d'Architecture a Parigi. In seguito assume nel 1973 la carica di Directeur d'Etudes, nel 1975 di Direttore generale, nel 1983 di Amministratore ed infine nel 1989 diventa presidente del Consiglio d'amministrazione.                                                                 
Nel 1973 riceve la nomina di direttore de "L'Espace Critique", collana delle edizioni Galilée di Parigi. Nel 1975 è curatore della mostra al Musée des Arts Décoratifs di Parigi. Nel 1987 vince il Gran Premio Nazionale della Critica Architettonica. Nel 1989 è nominato direttore di un programma d'insegnamento al Collège International de Philosophie a Parigi, sotto la presidenza di Jacques Derrida. Nel 1992 assume l’incarico di membro dell'Alto Comitato per Alloggiare le Persone Sfavorite. Studioso di urbanesimo, prolifico saggista e teorico delle nuove tecnologie, Paul Virilio è noto, tra l’altro, per aver inventato la dromologia, ovvero la disciplina che studia l’impatto del concetto di velocità nella società contemporanea e nell’era del digitale. I suoi numerosi testi sono un punto di riferimento a livello mondiale per tutti coloro che si occupano di nuove tecnologie, arte contemporanea, urbanistica.  Lavora inoltre sulle teorie per l’organizzazione del tempo nelle realtà metropolitane ed è autore del primo museo dell’incidente.
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Nel 1973 riceve la nomina di direttore de "L'Espace Critique", collana delle edizioni Galilée di Parigi. Nel 1975 è curatore della mostra "Bunker Archéologie" al Musée des Arts Décoratifs di Parigi. Nel 1987 vince il Gran Premio Nazionale della Critica Architettonica. Nel 1989 è nominato direttore di un programma d'insegnamento al Collège International de Philosophie a Parigi, sotto la presidenza di Jacques Derrida. Nel 1992 assume l’incarico di membro dell'Alto Comitato per Alloggiare le Persone Sfavorite. Studioso di urbanesimo, prolifico saggista e teorico delle nuove tecnologie, Paul Virilio è noto, tra l’altro, per aver inventato la dromologia, ovvero la disciplina che studia l’impatto del concetto di velocità nella società contemporanea e nell’era del digitale. I suoi numerosi testi sono un punto di riferimento a livello mondiale per tutti coloro che si occupano di nuove tecnologie, arte contemporanea, urbanistica.  Lavora inoltre sulle teorie per l’organizzazione del tempo nelle realtà metropolitane ed è autore del primo museo dell’incidente.
 
   
 
   
  
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'''Poetica''': Paul Virilio, architetto e filosofo delle nuove tecnologie, soprattutto legate al mondo delle nuove forme d’arte,  assume un atteggiamento apertamente critico nell’uso delle tecniche digitali. Lo studioso francese, infatti, sottolinea la necessità di mantenere un atteggiamento prudente, che ponderi in maniera attenta tutte le problematiche che sorgono quando si ha a che fare con nuove forme e fenomeni ad alto impatto sociale quali la realtà virtuale, l’informatica, (sempre più invasiva nelle nostre vite), la sperimentazione scientifica ed il progresso. La nostra società deve meditare molto su tali problematiche, senza accettarle passivamente e per questo motivo deve anche studiare un approccio con le nuove tecnologie, le quali creano nuove realtà o comunque situazioni che possono indurre all’alienazione e all’estraniazione.  
 
'''Poetica''': Paul Virilio, architetto e filosofo delle nuove tecnologie, soprattutto legate al mondo delle nuove forme d’arte,  assume un atteggiamento apertamente critico nell’uso delle tecniche digitali. Lo studioso francese, infatti, sottolinea la necessità di mantenere un atteggiamento prudente, che ponderi in maniera attenta tutte le problematiche che sorgono quando si ha a che fare con nuove forme e fenomeni ad alto impatto sociale quali la realtà virtuale, l’informatica, (sempre più invasiva nelle nostre vite), la sperimentazione scientifica ed il progresso. La nostra società deve meditare molto su tali problematiche, senza accettarle passivamente e per questo motivo deve anche studiare un approccio con le nuove tecnologie, le quali creano nuove realtà o comunque situazioni che possono indurre all’alienazione e all’estraniazione.  
“Anche Internet ha i suoi aspetti negativi che vanno indagati e .  
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"Anche Internet ha i suoi aspetti negativi che vanno indagati e chiariti".  
Non bisogna , secondo Virilio, accettare e subire passivamente le nuove tecnologie con un atteggiamento da lui definito di ; ma bisognerebbe invece provarle, sperimentarle e se, una volta testate si trovano innocue, allora assimilarle e sfruttarle.
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Non bisogna , secondo Virilio, accettare e subire passivamente le nuove tecnologie con un atteggiamento da lui definito di "integralismo tecnologico"; ma bisognerebbe invece provarle, sperimentarle e se, una volta testate si trovano innocue, allora assimilarle e sfruttarle.
E’ necessario  mantenere un atteggiamento critico nei confronti della rivoluzione informatica, poiché è la mancanza di una profonda riflessione critica che porta a questa forma di , pericoloso come ogni altra forma di integralismo.
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E’ necessario  mantenere un atteggiamento critico nei confronti della rivoluzione informatica, poiché è la mancanza di una profonda riflessione critica che porta a questa forma di "integralismo tecnologico", pericoloso come ogni altra forma di integralismo.
Bisogna sostenere in ogni modo, una lotta contro l’atrofizzazione del pensiero umano, che potrebbe subire la perdita di ciò che egli definisce “la memoria viva dell'causata dalla creazione di immense banche dati.
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Bisogna sostenere in ogni modo, una lotta contro l’atrofizzazione del pensiero umano, che potrebbe subire la perdita di ciò che egli definisce "la memoria viva dell'uomo" causata dalla creazione di immense banche dati.
 
Secondo Virilio non ho più bisogno di andare fisicamente alla ricerca delle mie informazioni perché sono loro a raggiungere me in ogni luogo e in ogni modo, contribuendo  così a creare una situazione definita  di immobilità.
 
Secondo Virilio non ho più bisogno di andare fisicamente alla ricerca delle mie informazioni perché sono loro a raggiungere me in ogni luogo e in ogni modo, contribuendo  così a creare una situazione definita  di immobilità.
 
Il mondo arriva direttamente in casa e non è più necessario esplorarlo.
 
Il mondo arriva direttamente in casa e non è più necessario esplorarlo.
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A quel punto si creano due realtà: quella reale e quella virtuale, che interagiscono tra loro, e lo spazio virtuale non diviene più riducibile semplicemente a un’immagine fantastica, o a un sogno.
 
A quel punto si creano due realtà: quella reale e quella virtuale, che interagiscono tra loro, e lo spazio virtuale non diviene più riducibile semplicemente a un’immagine fantastica, o a un sogno.
 
Virilio è quindi ossessionato dalla paura che l’uomo, contaminandosi sempre più con la tecnologia, possa perdere la sua identità. Bisogna quindi difenderlo dalla tecnologia, dalle biotecnologie, dalle ibridazioni e dalla clonazione.
 
Virilio è quindi ossessionato dalla paura che l’uomo, contaminandosi sempre più con la tecnologia, possa perdere la sua identità. Bisogna quindi difenderlo dalla tecnologia, dalle biotecnologie, dalle ibridazioni e dalla clonazione.
Perciò, mentre si ha da un lato un consolidamento delle nuove tecnologie, c’è  il rischio dall’altro di arrivare a uno sdoppiamento dell’identità del reale e di ammalarsi per esempio del cosiddetto I.A.D., Internet Addiction Disorder, stato confusionale da Internet-dipendenza. Coloro affetti da questo squilibrio, non riescono più a distinguere in modo netto la realtà e il virtuale, ne perdono completamente il .
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Perciò, mentre si ha da un lato un consolidamento delle nuove tecnologie, c’è  il rischio dall’altro di arrivare a uno sdoppiamento dell’identità del reale e di ammalarsi per esempio del cosiddetto I.A.D., Internet Addiction Disorder, stato confusionale da Internet-dipendenza. Coloro affetti da questo squilibrio, non riescono più a distinguere in modo netto la realtà e il virtuale, ne perdono completamente il "senso".
Bisogna quindi giungere ad una “stereo-, cioè ad un compromesso tra un vita vissuta nel mondo reale ed una vissuta nel mondo virtuale.
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Bisogna quindi giungere ad una "stereo-realtà", cioè ad un compromesso tra un vita vissuta nel mondo reale ed una vissuta nel mondo virtuale.
 
La  realtà, non può più prescindere dall’uso della tecnologia e quindi non può che tener conto delle sue peculiarità.
 
La  realtà, non può più prescindere dall’uso della tecnologia e quindi non può che tener conto delle sue peculiarità.
Il rischio di una tale  evoluzione della percezione da parte dell’uomo è quello della .
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Il rischio di una tale  evoluzione della percezione da parte dell’uomo è quello della "Stereorealtà".
 
L’uomo percepisce un’immagine, attraverso i sensi dell’udito e della vista, creando quello che si definisce una stereofonia e una stereoscopia.
 
L’uomo percepisce un’immagine, attraverso i sensi dell’udito e della vista, creando quello che si definisce una stereofonia e una stereoscopia.
E’ necessario inoltre distinguere fra “tempo locale del passato e tempo globale del . Il tempo globale è caratterizzato dal fatto di essere , cioè , essendoci un rapporto istantaneo di feedback tra la trasmissione e la ricezione.
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E’ necessario inoltre distinguere fra "tempo locale del passato e tempo globale del presente". Il tempo globale è caratterizzato dal fatto di essere "live", cioè "in diretta", essendoci un rapporto istantaneo di feedback tra la trasmissione e la ricezione.
 
Secondo Virilio la percezione del tempo, risente oggi di una visione che è capace di cogliere solo il tempo globale, il tempo dell’istantaneità, mentre le società antiche vivevano nel tempo che era  specifico del loro luogo. Oggi viviamo  nella mondialità  e nella globalità, ovvero in un tempo che favorisce l’interattività e l’interazione.
 
Secondo Virilio la percezione del tempo, risente oggi di una visione che è capace di cogliere solo il tempo globale, il tempo dell’istantaneità, mentre le società antiche vivevano nel tempo che era  specifico del loro luogo. Oggi viviamo  nella mondialità  e nella globalità, ovvero in un tempo che favorisce l’interattività e l’interazione.
 
C’è lo spazio concreto in cui ci troviamo, e quella globale, dove il tempo reale ci consente di comunicare con il mondo intero.  
 
C’è lo spazio concreto in cui ci troviamo, e quella globale, dove il tempo reale ci consente di comunicare con il mondo intero.  
 
A parere del filosofo francese, bisognerà nel futuro che si raggiunga un equilibrio fra le due dimensioni.
 
A parere del filosofo francese, bisognerà nel futuro che si raggiunga un equilibrio fra le due dimensioni.
Per Virilio, anche l’arte dell’architettura è influenzata dalla smaterializzazione dell’informazione e del virtuale, definendo due modelli di città dominanti: una definita reale, progettata con un centro e una periferia, e un’altra invece definita , progettata  parallelamente per le reti informatiche.
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Per Virilio, anche l’arte dell’architettura è influenzata dalla smaterializzazione dell’informazione e del virtuale, definendo due modelli di città dominanti: una definita reale, progettata con un centro e una periferia, e un’altra invece definita "virtuale", progettata  parallelamente per le reti informatiche.
 
La città virtuale di cui parla però è pensata ancora  come una utopia lontana che oggi esiste soltanto come entità economica e militare ma non ancora come una entità strutturata politicamente.
 
La città virtuale di cui parla però è pensata ancora  come una utopia lontana che oggi esiste soltanto come entità economica e militare ma non ancora come una entità strutturata politicamente.
La smaterializzazione digitale coinvolgerà quindi anche la città, quello spazio che venne definito dai futuristi come “l’opera d’arte totale e .
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La smaterializzazione digitale coinvolgerà quindi anche la città, quello spazio che venne definito dai futuristi come "l’opera d’arte totale e definitiva".
 
La città-mondo e la città locale, dovranno inoltre essere regolate, e secondo Virilio, il flusso delle informazioni da gestire, è destinato a divenire finalmente un fatto democratico, dato  che ancora oggi non è così,  poiché il fenomeno è ancora soltanto militare o di polizia o borsistico e non di natura democratica.
 
La città-mondo e la città locale, dovranno inoltre essere regolate, e secondo Virilio, il flusso delle informazioni da gestire, è destinato a divenire finalmente un fatto democratico, dato  che ancora oggi non è così,  poiché il fenomeno è ancora soltanto militare o di polizia o borsistico e non di natura democratica.
 
Questo è anche il punto di vista di molti artisti, in particolare i net artisti, che vogliono portare la democrazia in questi ambiti, dato che secondo loro esiste il grave rischio di una tirannide della cibernetica.
 
Questo è anche il punto di vista di molti artisti, in particolare i net artisti, che vogliono portare la democrazia in questi ambiti, dato che secondo loro esiste il grave rischio di una tirannide della cibernetica.
Un esempio di tirannide è la National Security Agency, l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale, di cui stranamente non si sente mai parlare. Si parla di Cia, di Fbi, ma non della Nsa, la quale tiene sotto controllo il mondo intero, usando i satelliti spia e la video-sorveglianza. E’ una specie di “occhio di , allontanandoci in questo modo da una concezione democratica della città virtuale.
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Un esempio di tirannide è la National Security Agency, l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale, di cui stranamente non si sente mai parlare. Si parla di Cia, di Fbi, ma non della Nsa, la quale tiene sotto controllo il mondo intero, usando i satelliti spia e la video-sorveglianza. E’ una specie di "occhio di Dio", allontanandoci in questo modo da una concezione democratica della città virtuale.
 
La smaterializzazione dell’opera d’arte è un aspetto col quale dovranno fare i conti anche gli architetti.  
 
La smaterializzazione dell’opera d’arte è un aspetto col quale dovranno fare i conti anche gli architetti.  
 
Secondo Virilio, tre sono le dimensioni della materia: massa, energia e informazione. Gli architetti moderni finora hanno plasmato la materia, lavorato con l’energia, ma non hanno utilizzato l’informazione.
 
Secondo Virilio, tre sono le dimensioni della materia: massa, energia e informazione. Gli architetti moderni finora hanno plasmato la materia, lavorato con l’energia, ma non hanno utilizzato l’informazione.
L’architetto deve adeguarsi a questa , dato che ormai l’informazione è divenuta interattiva e non più passiva come quella degli affreschi e delle sculture.
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L’architetto deve adeguarsi a questa "terza dimensione", dato che ormai l’informazione è divenuta interattiva e non più passiva come quella degli affreschi e delle sculture.
Gli edifici stessi si trasformeranno in mass media, in opere d’arte , che tenderanno alla smaterializzazione.
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Gli edifici stessi si trasformeranno in mass media, in opere d’arte "meno materiali", che tenderanno alla smaterializzazione.
L’architettura, da sempre legata all’idea di , ossia alla funzione dell’abitare un luogo, muterà nella nuova funzione di fornire informazione, una tendenza che già è in atto come dimostrano i "media-building", ( numerosissimi a Shanghai, la città dove se ne contano di più, e a Time Square, una piazza che si può già chiamare un "media-building").
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L’architettura, da sempre legata all’idea di "dimora", ossia alla funzione dell’abitare un luogo, muterà nella nuova funzione di fornire informazione, una tendenza che già è in atto come dimostrano i "media-building", ( numerosissimi a Shanghai, la città dove se ne contano di più, e a Time Square, una piazza che si può già chiamare un "media-building").
 
In questi luoghi l’informazione prevale su quella dell’abitazione.
 
In questi luoghi l’informazione prevale su quella dell’abitazione.
 
Inoltre, come sottolinea Virilio, non va dimenticato, che l’informazione è molto redditizia. Una di queste costruzioni è per esempio lo stadio, dove la componente architettonica, ovvero le gradinate che ospitano gli spettatori, è importante tanto quanto la componente mediatica dei maxi schermi che veicolano le informazioni al pubblico.
 
Inoltre, come sottolinea Virilio, non va dimenticato, che l’informazione è molto redditizia. Una di queste costruzioni è per esempio lo stadio, dove la componente architettonica, ovvero le gradinate che ospitano gli spettatori, è importante tanto quanto la componente mediatica dei maxi schermi che veicolano le informazioni al pubblico.
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L’architettura trasmette l’informazione, ma si tratta di un genere urbano, non riguarda soltanto il piccolo schermo o il telefono portatile, ma diviene un’informazione collettiva.  
 
L’architettura trasmette l’informazione, ma si tratta di un genere urbano, non riguarda soltanto il piccolo schermo o il telefono portatile, ma diviene un’informazione collettiva.  
 
Il "media-building" è quindi un edificio che diviene uno strumento d’ informazione piuttosto che abitazione, di qualunque tipo questa sia.
 
Il "media-building" è quindi un edificio che diviene uno strumento d’ informazione piuttosto che abitazione, di qualunque tipo questa sia.
La percezione del reale è sempre stata dall’uomo, e il senso della realtà è un qualcosa che si acquisisce, che si eredita, e che poi si modifica. Oggi, la realtà viene accelerata, cresce per mezzo delle tecnologie e quindi siamo costretti a costruirci quel tipo di realtà.
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La percezione del reale è sempre stata "costruita" dall’uomo, e il senso della realtà è un qualcosa che si acquisisce, che si eredita, e che poi si modifica. Oggi, la realtà viene accelerata, cresce per mezzo delle tecnologie e quindi siamo costretti a costruirci quel tipo di realtà.
La smaterializzazione dell’informazione, dei sensi e della percezione non coinvolge solo l’opera d’arte, e quella che definisce “la guerra , diviene uno dei problemi più gravi che la democrazia deve affrontare ed è secondo Virilio, una delle più grandi minacce che incombono sul mondo contemporaneo.
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La smaterializzazione dell’informazione, dei sensi e della percezione non coinvolge solo l’opera d’arte, e quella che definisce "la guerra dell’informazione", diviene uno dei problemi più gravi che la democrazia deve affrontare ed è secondo Virilio, una delle più grandi minacce che incombono sul mondo contemporaneo.
 
Per quanto mi riguarda non sono assolutamente d’accordo con questa visione tanto pessimistica delle tecnologie, poichè credo che comunque l’evoluzione naturale dell’essere umano sia imprescindibilmente legata al progresso scientifico e tecnologico, di qualunque portata esso sia; al contrario, sono perfettamente concorde con la previsione di una possibile guerra informatica come quella teorizzata da Virilio, ovvero l’Information Warfare, uno dei programmi escogitati dal Pentagono per operare una rivoluzione negli affari militari.
 
Per quanto mi riguarda non sono assolutamente d’accordo con questa visione tanto pessimistica delle tecnologie, poichè credo che comunque l’evoluzione naturale dell’essere umano sia imprescindibilmente legata al progresso scientifico e tecnologico, di qualunque portata esso sia; al contrario, sono perfettamente concorde con la previsione di una possibile guerra informatica come quella teorizzata da Virilio, ovvero l’Information Warfare, uno dei programmi escogitati dal Pentagono per operare una rivoluzione negli affari militari.
Virilio inoltre analizza  il tema dell’interazione della tecnologia con i sensi, dato che questo porta alla nascita di un  problema ontologico. Oggi  si può “telesentire e grazie  a ricettori che codificano e digitalizzano i segnali inviati dalle nostre percezioni.
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Virilio inoltre analizza  il tema dell’interazione della tecnologia con i sensi, dato che questo porta alla nascita di un  problema ontologico. Oggi  si può "telesentire e teleannusare" grazie  a ricettori che codificano e digitalizzano i segnali inviati dalle nostre percezioni.
 
Il nostro è il mondo dell’accelerazione assoluta.
 
Il nostro è il mondo dell’accelerazione assoluta.
 
Mentre in passato, la velocità era pensata per il mondo specifico dei trasporti ( treni a grande velocità, aerei supersonici ), ora invece si è arrivati a concepirla anche per il trasporto delle informazioni, percependo e trasmettendo alla velocità della luce tutte le informazioni possibili.
 
Mentre in passato, la velocità era pensata per il mondo specifico dei trasporti ( treni a grande velocità, aerei supersonici ), ora invece si è arrivati a concepirla anche per il trasporto delle informazioni, percependo e trasmettendo alla velocità della luce tutte le informazioni possibili.
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'''Bibliografia''':  
 
'''Bibliografia''':  
M. Wolf ''Gli effetti sociali dei media''2001
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M. Wolf "''Gli effetti sociali dei media''" 2001
F. Severini ''Destino della tecnica''1998
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F. Severini "''Destino della tecnica''" 1998
R.Moro ''Novecento: il trionfo della contemporaneità e la possibilità dell’oblio''1999
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R.Moro "''Novecento: il trionfo della contemporaneità e la possibilità dell’oblio''" 1999
F.L Marcolungo ''Provocazioni del pensiero post-moderno''2000
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F.L Marcolungo "''Provocazioni del pensiero post-moderno''" 2000
U. Beck ''Verso una seconda modernità''2000
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U. Beck "''Verso una seconda modernità''" 2000
  
 
'''Webliografia''': http://www.mediamatic.net/article-200.6065.html
 
'''Webliografia''': http://www.mediamatic.net/article-200.6065.html

Revisione 12:14, 21 Ago 2009

Personaggio o gruppo: Paul Virilio


Biografia: Paul Virilio è nato a Parigi nel 1932 da padre italiano che era emigrato in Francia per dissidi politici. Si laurea in architettura a Parigi e nel 1963 diventa presidente e fondatore del gruppo "Architecture Principe", e direttore della rivista del gruppo. Nel 1968 entra come professore di Architettura presso l'Ecole Spéciale d'Architecture a Parigi. In seguito assume nel 1973 la carica di Directeur d'Etudes, nel 1975 di Direttore generale, nel 1983 di Amministratore ed infine nel 1989 diventa presidente del Consiglio d'amministrazione. Nel 1973 riceve la nomina di direttore de "L'Espace Critique", collana delle edizioni Galilée di Parigi. Nel 1975 è curatore della mostra "Bunker Archéologie" al Musée des Arts Décoratifs di Parigi. Nel 1987 vince il Gran Premio Nazionale della Critica Architettonica. Nel 1989 è nominato direttore di un programma d'insegnamento al Collège International de Philosophie a Parigi, sotto la presidenza di Jacques Derrida. Nel 1992 assume l’incarico di membro dell'Alto Comitato per Alloggiare le Persone Sfavorite. Studioso di urbanesimo, prolifico saggista e teorico delle nuove tecnologie, Paul Virilio è noto, tra l’altro, per aver inventato la dromologia, ovvero la disciplina che studia l’impatto del concetto di velocità nella società contemporanea e nell’era del digitale. I suoi numerosi testi sono un punto di riferimento a livello mondiale per tutti coloro che si occupano di nuove tecnologie, arte contemporanea, urbanistica. Lavora inoltre sulle teorie per l’organizzazione del tempo nelle realtà metropolitane ed è autore del primo museo dell’incidente.


Sito web: www.mediamente.rai.it/home/ bibliote/biografi/v/virilio.htm


Poetica: Paul Virilio, architetto e filosofo delle nuove tecnologie, soprattutto legate al mondo delle nuove forme d’arte, assume un atteggiamento apertamente critico nell’uso delle tecniche digitali. Lo studioso francese, infatti, sottolinea la necessità di mantenere un atteggiamento prudente, che ponderi in maniera attenta tutte le problematiche che sorgono quando si ha a che fare con nuove forme e fenomeni ad alto impatto sociale quali la realtà virtuale, l’informatica, (sempre più invasiva nelle nostre vite), la sperimentazione scientifica ed il progresso. La nostra società deve meditare molto su tali problematiche, senza accettarle passivamente e per questo motivo deve anche studiare un approccio con le nuove tecnologie, le quali creano nuove realtà o comunque situazioni che possono indurre all’alienazione e all’estraniazione. "Anche Internet ha i suoi aspetti negativi che vanno indagati e chiariti". Non bisogna , secondo Virilio, accettare e subire passivamente le nuove tecnologie con un atteggiamento da lui definito di "integralismo tecnologico"; ma bisognerebbe invece provarle, sperimentarle e se, una volta testate si trovano innocue, allora assimilarle e sfruttarle. E’ necessario mantenere un atteggiamento critico nei confronti della rivoluzione informatica, poiché è la mancanza di una profonda riflessione critica che porta a questa forma di "integralismo tecnologico", pericoloso come ogni altra forma di integralismo. Bisogna sostenere in ogni modo, una lotta contro l’atrofizzazione del pensiero umano, che potrebbe subire la perdita di ciò che egli definisce "la memoria viva dell'uomo" causata dalla creazione di immense banche dati. Secondo Virilio non ho più bisogno di andare fisicamente alla ricerca delle mie informazioni perché sono loro a raggiungere me in ogni luogo e in ogni modo, contribuendo così a creare una situazione definita di immobilità. Il mondo arriva direttamente in casa e non è più necessario esplorarlo. C’è, inoltre sempre secondo l’autore, il rischio di una perdita di contatto con la realtà; l’uomo è sempre più in contatto con la tecnologia che lo coinvolge ad un tale punto da non riuscire più a staccarsene, perdendo così il controllo e alienandosi sempre più nei confronti della natura che lo circonda. A quel punto si creano due realtà: quella reale e quella virtuale, che interagiscono tra loro, e lo spazio virtuale non diviene più riducibile semplicemente a un’immagine fantastica, o a un sogno. Virilio è quindi ossessionato dalla paura che l’uomo, contaminandosi sempre più con la tecnologia, possa perdere la sua identità. Bisogna quindi difenderlo dalla tecnologia, dalle biotecnologie, dalle ibridazioni e dalla clonazione. Perciò, mentre si ha da un lato un consolidamento delle nuove tecnologie, c’è il rischio dall’altro di arrivare a uno sdoppiamento dell’identità del reale e di ammalarsi per esempio del cosiddetto I.A.D., Internet Addiction Disorder, stato confusionale da Internet-dipendenza. Coloro affetti da questo squilibrio, non riescono più a distinguere in modo netto la realtà e il virtuale, ne perdono completamente il "senso". Bisogna quindi giungere ad una "stereo-realtà", cioè ad un compromesso tra un vita vissuta nel mondo reale ed una vissuta nel mondo virtuale. La realtà, non può più prescindere dall’uso della tecnologia e quindi non può che tener conto delle sue peculiarità. Il rischio di una tale evoluzione della percezione da parte dell’uomo è quello della "Stereorealtà". L’uomo percepisce un’immagine, attraverso i sensi dell’udito e della vista, creando quello che si definisce una stereofonia e una stereoscopia. E’ necessario inoltre distinguere fra "tempo locale del passato e tempo globale del presente". Il tempo globale è caratterizzato dal fatto di essere "live", cioè "in diretta", essendoci un rapporto istantaneo di feedback tra la trasmissione e la ricezione. Secondo Virilio la percezione del tempo, risente oggi di una visione che è capace di cogliere solo il tempo globale, il tempo dell’istantaneità, mentre le società antiche vivevano nel tempo che era specifico del loro luogo. Oggi viviamo nella mondialità e nella globalità, ovvero in un tempo che favorisce l’interattività e l’interazione. C’è lo spazio concreto in cui ci troviamo, e quella globale, dove il tempo reale ci consente di comunicare con il mondo intero. A parere del filosofo francese, bisognerà nel futuro che si raggiunga un equilibrio fra le due dimensioni. Per Virilio, anche l’arte dell’architettura è influenzata dalla smaterializzazione dell’informazione e del virtuale, definendo due modelli di città dominanti: una definita reale, progettata con un centro e una periferia, e un’altra invece definita "virtuale", progettata parallelamente per le reti informatiche. La città virtuale di cui parla però è pensata ancora come una utopia lontana che oggi esiste soltanto come entità economica e militare ma non ancora come una entità strutturata politicamente. La smaterializzazione digitale coinvolgerà quindi anche la città, quello spazio che venne definito dai futuristi come "l’opera d’arte totale e definitiva". La città-mondo e la città locale, dovranno inoltre essere regolate, e secondo Virilio, il flusso delle informazioni da gestire, è destinato a divenire finalmente un fatto democratico, dato che ancora oggi non è così, poiché il fenomeno è ancora soltanto militare o di polizia o borsistico e non di natura democratica. Questo è anche il punto di vista di molti artisti, in particolare i net artisti, che vogliono portare la democrazia in questi ambiti, dato che secondo loro esiste il grave rischio di una tirannide della cibernetica. Un esempio di tirannide è la National Security Agency, l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale, di cui stranamente non si sente mai parlare. Si parla di Cia, di Fbi, ma non della Nsa, la quale tiene sotto controllo il mondo intero, usando i satelliti spia e la video-sorveglianza. E’ una specie di "occhio di Dio", allontanandoci in questo modo da una concezione democratica della città virtuale. La smaterializzazione dell’opera d’arte è un aspetto col quale dovranno fare i conti anche gli architetti. Secondo Virilio, tre sono le dimensioni della materia: massa, energia e informazione. Gli architetti moderni finora hanno plasmato la materia, lavorato con l’energia, ma non hanno utilizzato l’informazione. L’architetto deve adeguarsi a questa "terza dimensione", dato che ormai l’informazione è divenuta interattiva e non più passiva come quella degli affreschi e delle sculture. Gli edifici stessi si trasformeranno in mass media, in opere d’arte "meno materiali", che tenderanno alla smaterializzazione. L’architettura, da sempre legata all’idea di "dimora", ossia alla funzione dell’abitare un luogo, muterà nella nuova funzione di fornire informazione, una tendenza che già è in atto come dimostrano i "media-building", ( numerosissimi a Shanghai, la città dove se ne contano di più, e a Time Square, una piazza che si può già chiamare un "media-building"). In questi luoghi l’informazione prevale su quella dell’abitazione. Inoltre, come sottolinea Virilio, non va dimenticato, che l’informazione è molto redditizia. Una di queste costruzioni è per esempio lo stadio, dove la componente architettonica, ovvero le gradinate che ospitano gli spettatori, è importante tanto quanto la componente mediatica dei maxi schermi che veicolano le informazioni al pubblico. Il costo dell’informazione essendo alto, per esempio, permette di rendere redditizio un fabbricato molto più in fretta con l’informazione che solo con l’uso della semplice abitazione. Siamo dunque di fronte a un nuovo profilo dell’architettura, ovvero quello dell’affissione. L’architettura trasmette l’informazione, ma si tratta di un genere urbano, non riguarda soltanto il piccolo schermo o il telefono portatile, ma diviene un’informazione collettiva. Il "media-building" è quindi un edificio che diviene uno strumento d’ informazione piuttosto che abitazione, di qualunque tipo questa sia. La percezione del reale è sempre stata "costruita" dall’uomo, e il senso della realtà è un qualcosa che si acquisisce, che si eredita, e che poi si modifica. Oggi, la realtà viene accelerata, cresce per mezzo delle tecnologie e quindi siamo costretti a costruirci quel tipo di realtà. La smaterializzazione dell’informazione, dei sensi e della percezione non coinvolge solo l’opera d’arte, e quella che definisce "la guerra dell’informazione", diviene uno dei problemi più gravi che la democrazia deve affrontare ed è secondo Virilio, una delle più grandi minacce che incombono sul mondo contemporaneo. Per quanto mi riguarda non sono assolutamente d’accordo con questa visione tanto pessimistica delle tecnologie, poichè credo che comunque l’evoluzione naturale dell’essere umano sia imprescindibilmente legata al progresso scientifico e tecnologico, di qualunque portata esso sia; al contrario, sono perfettamente concorde con la previsione di una possibile guerra informatica come quella teorizzata da Virilio, ovvero l’Information Warfare, uno dei programmi escogitati dal Pentagono per operare una rivoluzione negli affari militari. Virilio inoltre analizza il tema dell’interazione della tecnologia con i sensi, dato che questo porta alla nascita di un problema ontologico. Oggi si può "telesentire e teleannusare" grazie a ricettori che codificano e digitalizzano i segnali inviati dalle nostre percezioni. Il nostro è il mondo dell’accelerazione assoluta. Mentre in passato, la velocità era pensata per il mondo specifico dei trasporti ( treni a grande velocità, aerei supersonici ), ora invece si è arrivati a concepirla anche per il trasporto delle informazioni, percependo e trasmettendo alla velocità della luce tutte le informazioni possibili. A partire dall’invenzione della macchina a vapore, si è cercato di migliorare e superare i limiti imposti dalla natura alla ricerca sempre più continua della velocità. Oggi non solo gli aerei , i treni e tutti gli altri mezzi sono a grande velocità, ma la stessa è stata accelerata. Dalla velocità locale e relativa dei mezzi di trasporto, siamo giunti ad una velocità che è globale ed assoluta, quella delle trasmissioni, ossia un impiego della velocità della luce che è nell’agire e nel percepire. A proposito di questo ritengo invece che non ci sia niente di negativo se c’è un aereo che in un ora mi permette di spostarmi in tutto il mondo o se posso avere tutte le informazioni che voglio alla velocità della luce a casa mia e nella quantità che voglio. Al contrario, penso che la scienza ed il progresso tecnologico si muovano troppo lentamente, perché purtroppo, ancora troppo legati a vincoli economici e industriali. Il progresso scientifico e tecnologico dovrebbe essere alla portata di tutti senza alcun limite. La scienza dovrebbe poter avere più libertà, senza dover subire moralistiche imposizioni derivate da una visione parziale e indottrinata della vita. Un esempio di queste restrizioni mentali, è il nostro paese, nel quale ancora oggi purtroppo si sente il peso di una cultura cattolica che costantemente interferisce in quelle che dovrebbero essere le scelte di un paese libero e laico. Oggi invece, con la velocità assoluta, non abbiamo più il bisogno di spostarci perché tutte le informazioni ci arrivano direttamente senza problemi, non essendo più circoscritte ad un mezzo di trasporto. Per quanto riguarda lo sviluppo della realtà virtuale, Virilio ci illustra ipotetici scenari futuri. Tutti i sensi verranno trasferiti a dei ricettori, spiega. Ovvero si potrà televedere con la televisione, teleascoltare con la radio, con gli audiovisivi, e telesentire con il teletatto, ossia il data-glove, il guanto elettronico, o il data-suit, l’abito elettronico, un costume che consente di telesentire, non soltanto teletoccando, ma anche teleannusando grazie a dei ricettori olfattivi che consentiranno di digitalizzare non soltanto la vista, l’udito, il tatto, ma anche l’olfatto. L’ultimo senso è quello del gusto, spiega il filosofo, e qui la cosa non funziona, perché non si può digitalizzare il Bordeaux e bere un Bordeaux digitale. Inoltre Virilio pone l’accento sul fatto che si cominci a riflettere anche sul fatto che ci sono cose gravi che succedono su Internet, che è necessaria oramai una sua regolamentazione seppur forse in maniera diversa da come la si era immaginata.


Opere: Bunker Archéologie, Centre de Création Industrielle, Paris, 1975 L'insécurité du territoire, Stock, Paris, 1976 Vitesse et politique, Galilée, Paris, 1977 Défense populaire et luttes écologiques, Galilée, Paris, 1978 Esthétique de la disparition, Balland, Paris, 1980 L'espace critique, Christian Bourgeois, Paris, 1984 Logistique de la perception, Cahiers du Cinéma, Paris, 1984 L'horizon négatif, Galilée, Paris, 1985 La machine de vision, Galilée, Paris, 1988 L'inertie polaire, Christian Bourgeois, Paris, 1990 L'écran du désert, Galilée, Paris, 1991 L'art du moteur, Galilée, Paris, 1993 La vitesse de libération, Galilée, Paris, 1995.

Tradotti in italiano: Velocità e politica: saggio di dromologia, Milthipla, Milano, 1981 Estetica della sparizione, Liguori, 1992 La deriva di un continente: conflitti e territorio nella modernità, Mimesis, Milano, 1994.


Bibliografia: M. Wolf "Gli effetti sociali dei media" 2001 F. Severini "Destino della tecnica" 1998 R.Moro "Novecento: il trionfo della contemporaneità e la possibilità dell’oblio" 1999 F.L Marcolungo "Provocazioni del pensiero post-moderno" 2000 U. Beck "Verso una seconda modernità" 2000

Webliografia: http://www.mediamatic.net/article-200.6065.html http://www.lemonde.fr/mde/ete2001/virilio.html http://www.monde-diplomatique.fr/2000/08/VIRILIO/14134 http://www.onoci.net/virilio http://www.ctheory.net/text_file.asp http://www.lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/virilio.htm http://www.proxy.arts.uci.edu/~nideffer/ _SPEED_/1.4/articles/derderian.html http://www.infoamerica.org/teoria/virilio1.htm