Vostell Wolf: differenze tra le versioni

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*http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?id=1115978367
 
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Revisione 08:13, 26 Giu 2006

Personaggio o Gruppo

Vostell Wolf


Biografia

Nasce a Leverkusen (Colonia) nel 1932 da una famiglia di origine ebrea che dovette lasciare il paese all'inizio della guerra. Nel 1954 avviene la prima rivelazione fondamentale nelle sue scelte artistiche: nel suo primo viaggio a Parigi, leggendo una notizia su Le Figaro, egli scopre il termine decoll/age, che oltre a significare decollo, elevazione di un aereo da terra, vuol dire anche separazione, distacco, morte. Vostell si esprime fra assemblaggi di dipinti, frammenti di giornali, foto incollate e cancellate da sovrapposizioni pittoriche, inserimenti di televisori o macchine fotografiche, emblemi della civiltà tecnologica che squarciano le opere come lacerata e frammentata e' la realtà di cui ci parlano. Comincia anche l'uso del cemento che ingloba gli oggetti (ad esempio un'automobile nel '69 ), simbolo della distruzione che risucchia tutto nel grigio anonimo e amorfo della sua pesantezza. Pur non assumendo l'arte elettronica come privilegiato territorio di ricerca Vostell elabora già alla fine degli anni Cinquanta opere nelle quali appare il mezzo televisivo, o nelle quali sono presenti delle immagini alterate elettronicamente Per Vostell il televisore diventa il ready-made per eccellenza già dalla fine degli anni Cinquanta. Nel 1958, in un contesto di denuncia del nuovo mezzo televisivo, Vostell aveva realizzato una ricostruzione "privata", la Schwarzes Zimmer la "camera nera" della memoria tedesca, creando un'analogia tra nazismo ed informazione televisiva ed associando i campi di sterminio rievocati in tre assemblaggi sull'Olocausto agli avvenimenti del 1936, quando la strumentalizzazione dei Giochi Olimpici di Berlino da parte della propaganda nazionalsocialista si avvalse del mezzo televisivo. Tra materiali compositi, transistor, asfalto e filo spinato, un televisore trasmetteva immagini confortanti, persino una Maya Desnuda di Goya, ma erano solo eccezioni in un contesto di disperazione. Nello stesso anno, in un lavoro intitolato Transmigracion, l'artista inserisce il primo televisore presente in un'opera d'arte: dietro un taglio orizzontale, una televisione trasmette un cattivo segnale dal canale UHF; da allora, schermi televisivi sintonizzati su programmi locali, iniziano ad essere collocati da Vostell nelle "ferite" di quadri e di blocchi materici per trasmettere senza sosta il flusso quotidiano delle informazioni. In un'epoca in cui quasi nessuno ipotizzava l'uso critico di uno strumento come la televisione Wolf Vostell critica e classifica come pericoloso ciò che era ritenuto comunemente simbolo del benessere e dell'avanzamento sociale. Nel 1958 Vostell dà vita ai TV dé-collage e c’è chi con questa data vede la nascita della videoarte.

Nei primi anni Sessanta, insieme a Allan Kaprow, Ban Vautrier, Ben Patterson, Emmett Williams, La Monte Young, Henry Flynt, Robert Raushemberg, John Cage, George Maciunas, Christo, Daniel Spoerri, Nam June Paik, Joseph Beyus, Yoko Ono e Giuseppe Chiari, Vostell fa parte della costellazione Fluxus e diverrà un protagonista di spicco. Si inserisce così in un’orbita internazionale. Nel 1963 Vostell espone per la prima volta Television dè-coll/age presso la galleria Parnass di New York.

Il primo video realizzato da Vostell allude, già nel Sessantatre, con il contrasto tra l'oggetto-televisore statico e il flusso delle sequenze di immagini in dé-coll/age, al bombardamento incessante delle informazioni attraverso i media. La tecnica della sovrapposizione di immagini estrapolate da trasmissione televisive ritorna in successivi video dell'artista ma è accantonata in TV Cubisme del 1985, prodotto dalla RTBF di Liegi per la trasmissione Vidéographie di Jean-Paul Tréfos: figure femminili truccate pesantemente si aggrovigliano, accarezzano blocchi di cemento in un gioco di sovrimpressioni; la telecamera segue le teste in movimento delle modelle sedute su sedie girevoli mentre i corpi continuano a ruotare, a torcersi in un vortice accompagnato da un ritmo sonoro di voci, soffi, gemiti e respiri cadenzati. Il soggetto di questo video, il confronto tra materia animata e materia inanimata, ritorna nel corso degli anni Settanta e Ottanta anche nelle dieci versioni, eseguite dal 1975 al 1986, di Endogene Depression (4-5), nelle quali la presenza di televisori è associata ad esseri animali che sottolineano il contrasto tra l'universo naturale e l'artificialità della macchina. In America, a New York, nel maggio del 1963, Wolf Vostell aveva presentato alla Smolin Gallery l'opera 6 TV-dé-coll/agen, la prima "videoinstallazione" esposta negli Stati Uniti, nella quale sei televisori presentavano diverse forme di anomalie, anche con immagini estrapolate da comuni trasmissioni televisive, smontate, ricomposte e alterate da disturbi e interferenze. La distorsione elettronica trasformava le immagini in sequenze nuove e astratte secondo un processo di "destrutturazione" (o dé-coll/age) del flusso elettromagnetico. Dopo il '70 gran parte della sua produzione si concentra su quadri-oggetto, su pittura e disegno, le sue opere riprendono sia la grande pittura del Cinquecento e del Seicento, sia i grandi drammi della sua Storia, gli effetti della seconda guerra mondiale e la guerra fredda (la serie Zyklus Calatayud e quella Berlin-Fieber nel '73): la morte, il caos, la disperazione, la speranza, che nell'atto creativo dell'arte trova la sua prima espressione, sono i temi predominanti. Nel 1980 Vostell realizza la serie di dipinti, esposti in mostra, dedicati alla principessa Giovanna di Castilla che aveva già ispirato altri famosi pittori prima di lui. Nel 1981 a seguito di un viaggio nella regione della Extremadura, l'artista tedesco rimane impressionato dalla durezza del luogo e dai suoi appunti nasce una serie di grandi dipinti , tra cui Victoria Mendez del 1982 presente in mostra. Nel 1989, in occasione della caduta del muro di Berlino, realizza il trittico 9. November 1989, che viene esposto a Berlino Est, e The fall of the Berlin Wall, nell'anno successivo; anche in queste opere egli impone una profonda riflessione, affrontando il tema del muro come metafora della paura e delle chiusure politiche ed economiche che bloccano l'Uomo nella sua aspirazione alla libertà . Instancabile testimone ed osservatore della realtà , Vostell si interessa agli altri disastri che continuano ad affliggere il mondo: la Guerra del Golfo e la guerra in Bosnia (Fine del Golfo, nel '91; Sara-Jevo 3 Fluxus Pianos, nel '94; Shoah 1492-1945, tra il '92 ed il '97). Muore a Berlino nel 1998.


Sito web

Poetica

Fluxus: Comuni erano gli obiettivi polemici, una sorta di insofferenza verso la tradizione e la separazione delle arti, e una nebulosa volontà di fondere le discipline, di esplorare territori nuovi, di dare all’arte nuovi strumenti e nuove materie, di includere nell’esperienza estetica gli oggetti e le situazioni della vita quotidiana, di attribuire allo spettatore un ruolo sempre più attivo all’interno del processo di creazione. “…la vita è un’opera d’arte, e l’opera d’arte è vita – ma come processo musicale. […] Tutto può essere musica: in questo concetto sta la prodezza di Fluxus, e la sua unità. [ Il dé-collage di Wolf Vostell è una singolare destrutturazione nello spazio dell’apparecchio televisivo, ridotto a singole unità disperse nell’ambiente.

L'arte per Vostell non e' silenziosa, e' polemica, non accetta compromessi, deve dire come stanno le cose e stimolare una coscienza critica, deve mettere in crisi i sistemi morali e le ideologie affermate dalla storia, deve rendere liberi.

Opere

Alcune opere

  • TV dé-collage, 1958.


  • Transmigracion, 1958.

Olio/tela; lacerazione con TV, cm. 92x100x39.


  • Deutscher Ausblick, dal ciclo Schwarzes Zimmer, 1958/59.

Dé-coll/age, legno, filo spinato, metallo, rivista, ossa, apparecchio televisivo, cm. 197,5x129,5x81,5


  • Ereignisse und Handlungen fur Millionen, 1959.

Happening teletrasmesso.


  • 6 TV dé-collage, 1963.


  • Endogene Depression, 1963.


  • 9 Nein Décollagen, 1963.

Happening.


  • Sun in Your Head, 1963.

Film composta da immagini televisive modificate e riversate successivamente in pellicola.


  • You, 1964.


  • E.d.H.R., Elektronischer dé-coll/age-Happening Raum, 1968.

Happening.


  • Die Winde, 1981.


  • Endogene Depression, 1983.

Happening.


  • Fine del Golfo, 1991.


  • Ritz, 1992-98.


  • Arc de Triomphe N°1, 1993.


  • Sara Jevo 3 Fluxus Pianos, 1994.


  • Energie II, 1996.


Bibliografia

  • 1989, L’immagine video, Fagone Vittorio, ed. Feltrinelli, Milano, pp. 67.
  • 2002, Le icone fluttuanti, Madesani Angela, ed. Mondadori, Milano, pp. 108, 120, 142, 289, 458-459, 487-488.
  • 2004, Le arti multimediali digitali, Balzola Andrea e Monteverdi Anna Maria, ed. Garzanti, Milano, pp. 168


Webliografia