Warhol Andy

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Titolo

Warhol Andy


Biografia

Andrew Warhola, noto come Andy Warhol, nasce il 28 ottobre 1930 a Forest City in Pennsylvania. Passa la maggior parte della sua infanzia afflitto da una grave forma di malattia nota come Ballo di San Vito che lo costringe a letto. Trascorre le lunghe giornate passate in casa, disegnando e leggendo giornali e fumetti, che saranno fonte d’ispirazione fondamentale per la sua realizzazione artistica. Andy Warhol manifesta subito il suo carattere molto particolare iniziando da piccolo a collezionare fotografie di star del cinematografo, era irresistibilmente attratto dalla fama, esorcizzando la miseria e la costante privazione in cui è costretto a vivere. Appena quattordicenne perde il padre che muore di peritonite tubercolare, lasciando la famiglia in condizioni precarie. La madre di Warhol, emigrata di origini cecoslovacche, sbarca il lunario confezionando fiori di carta. A quindici anni, Warhol prende parte ad un corso d’arte presso il Carnegy Intistute of Tecnology (oggi Carnegy Mellon University) di Pittsburgh, dove studia pittura, disegno e alcune tecniche grafiche (Blotted-Line, serigrafia) fino al diploma. Per mantenersi agli studi impartisce lezioni di disegno e durante l’estate lavora in un grande magazzino; poi, al terzo anno, vince il Mrs John L.Porter Prize for Progress e inizia a curare i giornali studenteschi come Art Editor. Dopo il diploma, nell’estate del 1949, si trasferisce a New York subito e comincia a lavorare per il periodico Glamour. I primissimi anni a New York non furono assolutamente facili per il giovane artista che nonostante le numerose collaborazioni con importanti riviste come Vogue”, “Seventeen”, “The New Yorker”, “Harper’s Bazaar”, sembra non riuscire a trovare la strada verso la desiderata notorietà. Notorietà che sembra finalmente arrivare, nel 1952, quando riceve l’Art Directors Club Medail per la pubblicità da lui creata per alcuni giornali. Poco dopo tiene la sua prima mostra personale alla Hugo Gallery di New York. Tra gli anni Sessanta e Settanta, nascono le prime opere propriamente pop nelle quali compaiono personaggi dei fumetti come Batman, Dick Tracy, Nancy, Saturday’s Popeye e Superman. Successivamente Warhol inizia a riprodurre la realtà che lo circonda, la realtà dei mass media, la realtà che tanto lo aveva interessato e affascinato nella sua attività di grafico. Inizialmente la critica lo ignora del tutto ma nel corso degli anni ‘60, le cose cambieranno. Per lui l’opera d’arte è un prodotto della cultura di massa e lui un’interprete partecipe di quel mondo e di quella civiltà che gli hanno dato il successo, il denaro e una fama mondiale. Egli sembra porsi un unico obiettivo: “Demistificare” l’opera d’arte e la sua originalità, distaccarsi dall’idea di “pezzo unico, dove la mano dell’autore ha un peso pari almeno a quello dell’idea. Il 3 giugno 1968 Valerie Solanas spara a Warhol ferendolo gravemente e mettendolo in serio pericolo di morte. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, riprende l’attività artistica dapprima con la produzione d’alcuni film di Paul Morrissey, già suo stretto collaboratore nei suoi film, poi con nuove opere tra cui la serie dei Mao del 1972 e i ritratti su commissione di personaggi dello spettacolo e politici. Dal 1972 sino alla morte, Warhol eseguirà da 50 a 100 ritratti l’anno componendo. Nel 1969, fonda la rivista “Interview”, dedicata inizialmente solo al mondo del cinema, di cui acquistò nel 1975 la quota di proprietà dello stampatore, diventando così anche l’editore del magazine di cui cura personalmente anche la promozione. Anche questa sua iniziativa diventa un vero e proprio successo commerciale. Nel corso degli anni Ottanta insieme a lavori di carattere giocoso e autoironico, Warhol realizza opere dal carattere lirico e inquietante. Ormai accolto nel Gotha della cultura e dell’arte, Warhol vede esporre le sue opere nei maggiori musei e nelle più importanti gallerie del mondo. Il 22 febbraio 1987, muore nel corso della convalescenza da un intervento chirurgico alla cistifellea in circostanze ancora oggi inspiegate e oggetto di indagini giudiziarie.

Sito web

Poetica

Nel 1986, Andy Warhol adotta l’Amiga come suo ultimo strumento di lavoro. Lavora moltissimo con gli effetti per la manipolazione dell’immagine. Le immagini basate sui pixel – “l’incarnazione del nuovo look, il più popolare dei nostri giorni – sono un estetismo con il quale Warhol si è sentito immediatamente a suo agio”. Il computer gli permette una velocità di realizzazione che prima non poteva avere, lavori di una settimana si riducono ad un giorno.

Opere

  • Self-Portrait, 1986
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Warhol è stato intrigato dalla manipolazione delle immagini video-digitali, che avrebbe potuto utilizzare per i ritratti. L’abilità di modificare elettronicamente i colori è simile come concetto alle sue popolari serie di immagini proiettate sulla tela – il computer, chiaramente, offre la possibilità per infinite serie di immagini. L’accentuazione dei singoli pixel nel suo autoritratto è stata realizzata attraverso un solo comando al computer. Sopra: Andy Warhol ed il suo autoritratto in fase di realizzazione sul monitor.













  • Deborah Harry, 1986
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Bibliografia

  • Cynthia Goodman (1987), Digital Visions Computers and Art, New York, Harry N. Abrams.


Filmografia essenziale:

  • Sleep 1963
  • Kiss 1963
  • Eat 1963
  • Blow Job 1963
  • Haircut 1963
  • Henry Geldzahler 1964
  • Empire 1964
  • Couch 1964
  • Screen Test 1965
  • The Life of Juanita Castro 1965
  • My Hustler 1965
  • Vinyl 1965
  • Beauty N.2 1965
  • The Chelsea Girls 1966
  • Nude Restaurant 1967
  • Bike Boy 1967
  • I, A Man 1967
  • Lonesome Cowboys 1968

Webliografia:

http://www.artdreamguide.com/adg/_arti/_w/_warho/arti.htm http://www.psicolinea.it/p_p/andy_warhol.htm http://www.studenti.it/didattica/italiano/warhol1.php http://www.guzzardi.it/arte/pagine/correnti/popart.html http://www.warhol.org/ http://www.cinziaricci.it/filmes/arte-andywarhol.htm http://www.lapelle.it/storia/pop_art.htm http://www.pipolo.it/andy_warhol.htm