Warhol Andy e il Cinema

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Argomento:

Andy Warhol e il Cinema

Descrizione:

Quello che si coglie nei primi film di Andy Warhol è che si avvicinano molto a dei quadri o fotografie ma non si possono considerare come uno sviluppo della sua pittura, infatti si può notare che i suoi film non hanno nulla in comune con i quadri realizzati nello stesso periodo, al contrario, quasi per sottolinearne l’indipendenza, Warhol ha fatto alcuni quadri dei suoi film. I primi film vennero realizzati con una cinepresa Bolex, nel 1963, e con una Auricon a partire dal 1964. La Bolex non consentiva una maneggevolezza agile e quindi la tecnica della cinepresa fissa, al di là del suo valore formale, rappresentava, come ammise lo stesso Warhol, la cosa più semplice da fare. Le riprese venivano effettuate con 24 frames al secondo e poi proiettate a 16 frames al secondo, che è la velocità dei vecchi film muti. I suoi primi film sono muti, senza movimento di macchina, senza montaggio, senza colore ed i soggetti filmati svolgono azioni banali, quotidiane, prolungate per tutta la durata del film. Queste caratteristiche li avvicinano molto ai film realizzati da Norman Raff e Charles Gammon e da Lumier. Eat mostra l'artista Robert Indiana che mangia e gioca con un gatto, questo film potrebbe considerarsi una vera e propria rilettura del cortometraggio girato da Louis Lumière nel 1895 alla famiglia di Auguste Lumière a tavola. D'altra parte, questo non è l'unico riferimento al cinema muto. Probabilmente anche la serie di cortometraggi Kiss si rifà alla pellicola di Raff e Gammon del 1896 dal titolo The May Irvin - John C. Rise Kiss. In particolare quello che Warhol prende d’esempio sembra essere il principio che regolava lo svolgimento dei film primitivi che non erano in obbligo di dover raccontare per forza una storia. Sempre nel 1963 Warhol realizza film che ritraggono gesti quotidiani, in Sleep un uomo dorme per tutta la durata del film, in Haircut Billy Name si fa tagliare i capelli, in Eat Robert Indiana mangia un fungo, Kiss mostra delle coppie che si baciano. “Mi ha sempre affascinato il modo in qui la gente può sedersi alla finestra o sotto un portico e guardare davanti a se per tutto il giorno senza annoiarsi, mentre se va al cinema o al teatro improvvisamente si mette a protestare contro la noia. Ho sempre pensato che un film molto lento può essere interessante quanto una giornata sotto il portico se lo si affronta con lo stesso spirito. E tutti quei ragazzi sotto l’effetto dell’acido stavano dimostrando esattamente la stessa cosa.‿ I lunghi piani sequenza che si trovano in questi film, non concepiti in maniera Hollywoodiana, mettono in crisi il rapporto tra durata reale e durata filmica, punto saliente della sperimentazione di Warhol. Warhol dilatando il tempo a dismisura va ben oltre ben oltre al concetto cinematografico di tempo, lo dilata a tal punto che le azioni che rappresenta diventano addirittura più lunghe dell’azione stessa. Questi film potrebbero essere visti all’infinito, si potrebbero mettere in loop perché non c’è uno stacco ne una differenza comportamentale dei protagonisti del film. La serializzazione è una chiave di lettura molto importante di tutto l’operato Warholiano perché tutte le sue opere vengono viste sempre nel solito modo, non c’è mai un movimento, vengono registrate come fossero delle fotografie, selle immagini statiche. I primi film di Warhol, pur essendo sprovvisti della parola, sembrano annunciarne costantemente la venuta. Per dare evidenza al fatto che il cinema moderno e ormai definitivamente cinema della parola era necessario produrre un silenzio cosicché per comunicare desideri e bisogni gli attori hanno bisogno del corpo che diventa il protagonista principale dei film di Warhol. L’attività principale che viene registrata in questi film è quella del soddisfare il fisico, se vi sono emozioni queste sono puramente fisiche. In Blow Job un ragazzo si lascia praticare una fellatio da qualcuno fuoricampo. Il raggiungimento della soddisfazione sessuale è reso evidente dalla rilassatezza dei lineamenti del viso. In Couch un gruppo di persone mangia delle banane, un uomo pratica una fellatio ad un altro, due uomini e una donna fanno l’amore distesi sul divano. Qualche volta gli attori guardano in macchina, muovono le labbra come se volessero produrre anche il commento delle proprie azioni. Nel 1964 arriva finalmente il sonoro nel cinema di Warhol con Harlot basato su un testo di Ronald Travel. Il corpo e la parola si trovano adesso a occupare un ruolo contiguo e denunciano costantemente una forma di rivalità congenita. In Drink per esempio, Emile De Antonio comincia contemporaneamente due azioni, quella di parlare davanti alla macchina da presa e quella di bere del liquore. Il soddisfacimento del corpo dovuto al bere comincia a turbare l’ordine con cui la parola si manifesta fino ad arrivare al punto di produrre solo un balbettio. Un altro esempio si trova in My Hustler dove si registrano i percorsi che portano i personaggi ad attraversare la linea tra i due spazzi, quello del corpo, costituito dal giovane sulla spiaggia che espone il suo corpo ai raggi del sole e quello della parola, costituito dal fitto commento da parte degli altri personaggi che desiderano arrivare ad avere il corpo del ragazzo. Questa unione tra corpo e parola si può trovare anche nei film Bike Boy, Lenesome Cowboys, Blue Movie e The Nude Restaurant. Nei film di Andy Warhol esiste un’ossessione omosessuale, il corpo maschile è costantemente ripreso in tutti i suoi film. Il corpo femminile, a differenza di quello maschile, viene ripreso in una situazione androgena, come fosse un corpo asessuato. Uno dei temi favoriti nei film di Warhol è sicuramente l’erotismo che cade spesso e volentieri nel pornografico. Vi sono molti film di Warhol dove spicca maggiormente questo particolare, tra questi vi è Blow Job, dove un ragazzo si lascia praticare un fellatio da altri uomini. In realtà ciò che si vede dell'atto erotico omosessuale è solo il volto di un ragazzo, le cui espressioni riflettono ciò che accade fuori campo, ed è a ciò che accade fuori dall'inquadratura che è rivolta la tensione dello spettatore. L'effetto finale è ancora di una forte frustrazione dello spettatore le cui aspettative sono negate e prolungatamente rinnovate. In Mario Banana e Harlot, il protagonista, Mario Montez, mangia eroticamente una banana. In Bike Boy e Blow Movie i protagonisti per tutta la durata del film fanno azioni quotidiani tra le quali fare l’amore. In I, a Man un uomo corteggia un vasto numero di donne e molte di loro le porta a letto. Spesso nei film di Warhol si trovano corpi nudi, mostrati senza pudore ne imbarazzo come succede in Nude Restaurant, dove i protagonisti si trovano in un ristorante dove tutti sono completamente nudi. L'eroticizzazione della visione è resa particolarmente viva dal rallentamento della velocità di proiezione. Le riprese venivano effettuate con 24 frames al secondo e poi proiettate a 16 frames al secondo, che è la velocità dei vecchi film muti. La continua ricerca di nuove tecniche cinematografiche porta Warhol alla ricerca di un nuovo spazio che viene dilatato fino alla necessità dell’uso del fuori campo, uno spazio non visibile. Warhol tende non solo a allungare il tempo ma anche lo spazio che viene dilatato talmente tanto da lasciare fuori campo alcuni elementi fondamentali che possono essere personaggi o oggetti che fanno parte integrante della scena filmica. L’uso del fuori campo è riscontrabile in film come Blow Job dove lo spazio in campo è solo la causa di ciò che succede al di fuori dell’inquadratura. Si può trovare la tecnica del fuoricampo anche in Harlot dove il sonoro proviene dall’esterno opprimendo i volti dei personaggi e stimolando il farsi dell’azione. L’uso dello spazio esterno all’inquadratura vi è anche in Kitchen dove gli elementi in campo e fuoricampo interagiscono continuamente con quello che la macchina da presa ci mostra. In Poor little rich girl entra in scena un ragazzo che non si vede quasi mai perché discute con la protagonista da fuori campo. Negli ultimi film, come Lonesome Cowboys l'espediente tecnico più usato era lo strobe cut (il taglio improvviso). Esso consiste nel montaggio di due pellicole, o di due sequenze, attraverso il passaggio da un'immagine bianca, che costituisce una rottura, una specie di noia visiva, simile a quella che in pittura Warhol aveva imparato da Johns. L'interruzione brusca riporta lo spettatore alla "realtà" , abbandonando momentaneamente la realtà cinematografica e rendendo pressoché impossibile l'identificazione dello spettatore con i personaggi. Questo tipo di montaggio era particolarmente semplice perché si poteva effettuare dalla stessa macchina da presa senza passare per la cabina di montaggio. Riguardo lo strobe cut Warhol sosteneva che "rendesse il film più misterioso". Simile allo strobe cut, è la proiezione del film dall'iniziale sfondo bianco fino all'uscita bianca, il "white out", che causava "nel mezzo di così tanto materiale noioso, un evento drammatico". Un altra tecnica che produce un effetto scioccante è lo zooming as zooming, cioè uno zoom senza particolare funzione, se non quella di destabilizzare la concentrazione e quindi di, riportare di nuovo, come negli altri espedienti tecnici, l'attenzione verso la struttura filmica in se. Esempio di questo tipo sono sia Restaurant, dove la telecamera, invece di riprendere i personaggi che pranzano al ristorante, si sofferma sul tavolo, e Lonesome Cowboys dove Warhol perde molti momenti significanti, come quando Viva sta per cadere nel fango per riprendere un cartellone della strada. In Space e Hedy (1966), l'effetto disturbante dello zoom è aumentato dal continuo movimento della macchina da presa. In Hedy la telecamera si muove continuamente dal pavimento al soffitto del negozio nel quale la protagonista sta rubacchiando degli oggetti.

Filmografia essenziale:

  • Sleep 1963
  • Kiss 1963
  • Eat 1963
  • Blow Job 1963
  • Haircut 1963
  • Henry Geldzahler 1964
  • Empire 1964
  • Couch 1964
  • Screen Test 1965
  • The Life of Juanita Castro 1965
  • My Hustler 1965
  • Vinyl 1965
  • Beauty N.2 1965
  • The Chelsea Girls 1966
  • Nude Restaurant 1967
  • Bike Boy 1967
  • I, A Man 1967
  • Lonesome Cowboys 1968

Webliografia:

http://www.artdreamguide.com/adg/_arti/_w/_warho/arti.htm http://www.psicolinea.it/p_p/andy_warhol.htm http://www.rarovideo.com/schede/cof_vinyl_velvet.htm http://www.studenti.it/didattica/italiano/warhol1.php http://www.warholstars.org/filmch/sleep.html http://www.cinziaricci.it/filmes/arte-andywarhol.htm http://www.guzzardi.it/arte/pagine/correnti/popart.html http://www.warhol.org/ http://www.cinziaricci.it/filmes/arte-andywarhol.htm http://www.lapelle.it/storia/pop_art.htm http://www.pipolo.it/andy_warhol.htm