Warhol Andy e l'arte totale

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Argomento:

Andy Warhol e l’idea di opera d’arte totale

Descrizione:

Tutti i progetti ideati da Warhol negli anni Sessanta, seppur nelle varie discipline, si rifanno a un ideale di arte che vuole espandere i suoi confini a trecentosessanta gradi, mantenendo sempre in primo piano le sue principali caratteristiche: la ripetizione delle forme, l'accumulazione del materiale, la velocità di produzione, e soprattutto il rapporto immediato di trasposizione arte/vita. Warhol è coerente, in tutti i campi in cui si esprime, nel concepire l'arte come documentazione: non solo filmando o registrando 'situazioni' reali, ma anche producendo film, libri, in tempo reale, secondo un rapporto che è lo stesso che si ha con un qualunque accadimento della vita, e che presuppone la fondamentale caratteristica della continuità. Il programma artistico di Warhol è di creare un'opera d'arte totale: un'arte che prenda in considerazione le diverse produzioni nei rispettivi campi (cinema, pittura, happening, editoria) e che, come un vaso comunicante, faccia interagire le singole discipline in un più esteso progetto comune; un'arte che consideri la totalità dell'esistenza di un continuum temporale e che cerchi di riprodurla; un'arte che si estenda, tramite collegamenti e contatti sociali, al mondo della comunicazione; un'arte che sia il rispecchiamento più fedele possibile della vita. L'intenzione dell'autore è di creare un collettore unico che contenga, nello spazio e nel tempo, tutte le sperimentazioni artistiche, considerate su un piano di equivalenza di un significato. Per Warhol non c'è differenza di valore tra una serie serigrafica, un film girato alla Factory, un libro creato da un collaboratore, uno spettacolo multimediale con i Velvet Underground: tutto concorre a far parte del 'progetto totale', che è quello di occuparsi, di volta in volta o anche simultaneamente, di ciò che gli sembra interessante per ricavarne un prodotto artistico di successo. Bisogna considerare Warhol un artista a tutto tondo, un curioso sperimentatore di forme e stili, di media, di personalità, e analizzare la sua opera, specialmente il periodo degli anni Sessanta, non a compartimenti stagni (solo la sua connessione alla pop art, per esempio, o solo i suoi film), ma più in generale vedere il rapporto che intercorre tra le numerose ricerche di Warhol nelle varie discipline artistiche e con altri artisti dell'epoca. Ma in Warhol l'espansione multimediale non è il tentativo di giustificare progetti che potevano sembrare improduttivi se presi singolarmente, ma è un ideale artistico già presente alla Factory, affinché, in seguito alla collaborazione tra personalità distinte (musicisti, attori, sceneggiatori, fotografi), vengano utilizzati codici linguisti appartenenti ad arti diverse. Dopo l'arte che rispecchia la vita, anzi, che si identifica con la vita (testimoniata dalla Factory e dal mondo delle Superstars), è l'arte incanalata nel business l'ultimo approdo di Warhol negli anni Sessanta: la Andy Warhol Enterprises, diretta da due nuovi collaboratori, Fred Hughes e Bob Colacello, che con Paul Morrissey prendono il posto di Warhol quando l'artista, ferito a morte nel 1968, è costretto ad assentarsi dal lavoro per un lungo periodo. Ancora una volta si realizza il progetto globale di Warhol, quello di un tempo infinito produttivo, che vale in assenza del suo autore. L'aspirazione a diventare una macchina produttiva, annullando la soggettività individuale, passa così dalla tecnica artistica al contesto lavorativo. Non solo le opere serigrafiche, fotografiche, cinematografiche, possono fare a meno del suo autore, ma perfino il suo stesso entourage, la stessa società creata dall'artista può funzionare in sua assenza. L'opera d'arte di Warhol negli anni Sessanta ha soltanto il valore di significativa testimonianza di un determinato momento storico - la società consumistica americana dello sviluppo tecnologico - e di un clima culturale di grande sperimentazione artistica, ma è da ritenersi il termine imprescindibile cui deve riferirsi ogni discorso sulla contemporaneità. La totale accettazione dei nuovi mezzi di comunicazione da parte di Warhol e l'integrazione con la macchina riproduttiva può apparire un fattore destabilizzante per la validità dell'opera d'arte; tutti i movimenti di avanguardia artistica, infatti, hanno sempre stigmatizzato il progresso tecnologico, o lo hanno usato per scopi funzionali a un'ideologia politica e sociale, attuando una critica radicale del sistema dall'alto. Il comportamento di un artista come Warhol è esattamente contrario rispetto alle posizioni degli artisti intellettuali europei: è infatti vincolato alla società di massa, ai suoi prodotti, alle sue leggi che prende a modello interpretativo e cui si riferisce per ogni discorso sull'arte.

Webliografia:

http://www.artdreamguide.com/adg/_arti/_w/_warho/arti.htm http://www.psicolinea.it/p_p/andy_warhol.htm http://www.rarovideo.com/schede/cof_vinyl_velvet.htm http://www.studenti.it/didattica/italiano/warhol1.php http://www.warholstars.org/filmch/sleep.html http://www.cinziaricci.it/filmes/arte-andywarhol.htm http://www.guzzardi.it/arte/pagine/correnti/popart.html http://www.warhol.org/ http://www.cinziaricci.it/filmes/arte-andywarhol.htm http://www.lapelle.it/storia/pop_art.htm http://www.pipolo.it/andy_warhol.htm